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Messaggi - Jacopus

#1516
La coscienza non è un fatto individuale ma occorre prima stabilire cosa si intende con coscienza. Per quanto riguarda l'argomento qui trattato, la coscienza potrebbe essere la struttura contemporaneamente culturale e cerebrale che fa dire al bambino "chi sono io?", " perché ci sono le stelle?" "Dove finisce il mondo?". La coscienza si sviluppa, in questo senso, nella cultura, fondando però la sua radice nella conformazione del cervello di homo sapiens. Se avessero inventato un alfabeto non escludo che la coscienza, in questo senso, sarebbe potuta scaturire anche negli altri primati superiori.
Detto questo, ribadisco che ogni specie ha dei limiti che sono organici in primo luogo e che possono modificarsi nel corso di decine di migliaia di anni. Se si accetta la variazione genetica darwinista e si accetta l'evoluzionismo, allora di può dire che la specie puó cambiare, ma cambia entro i limiti dell'ambiente che la ospita.
Il fatto nuovo è il potere dell'uomo di modificare l'ambiente a suo piacimento ed in ciò ha effettivamente trovato pochi limiti, " finora"! L'altro fatto nuovo è l'incapacità della natura di riassorbire i mutamenti prodotti dall'uomo, provocando una situazione di emergenza.
La tesi di Viator è che questa situazione non è governabile. L'uomo non si darà limiti e vi sarà un redde rationem prima o poi. Possibilissimo. Ma che le specie non abbiano limiti è contraddetto dalla biologia, dalla psicologia e dalla medicina, e per quanto riguarda l'uomo, anche dalla storia.
#1517
Sono del parere contrario. Ovvero che tutte le specie si autolimitano. È stato già detto da Niko, basta pensare all'apoptosi o alla stessa morte. Il nostro  corpo è già un limite. Non avendo branchie o i polmoni di un delfino, difficilmente riusciremo a colonizzare gli oceani.
Vi è inoltre un secondo livello di limitazione che è sistemica. Se una specie diminuisce la sua fitness con l'ambiente e nella relazione vitale con altre specie, avviene il naturale restringimento della sua nicchia ecologica.
Nella specie umana inoltre ed anche nei mammiferi superiori, l'estensione della neocorteccia permette di giungere a scelte comportamentali, fondate sull'imitazione, sull'apprendimento e sul mutamento comportamentale sulla base delle condizioni ambientali. La limitazione delle pulsioni è una esperienza di tutti noi. È per questo che non ci spendiamo tutti i soldi che guadagniamo e non assaltiamo ogni donna che vediamo per strada.
Esemplare è in questo senso il processo di riduzione demografico. Se vi fosse una supposta legge universale della crescita illimitata non si capisce perché certe società si sono limitate ed altre no. Evidentemente nelle nostre scelte, anche a proposito dei limiti, subentrano fattori culturali ed autoriflessivi che non sono disponibili per le altre specie, i cui limiti sono prevalentemente di tipo organico o se si preferisce "genotipici".
#1518
Per Niko. No, direi che non sei strano. E' comprensibile anche averne le scatole piene di emergenze. Ma ritengo che la pandemia da Cov-sars-2 oltre ad essere una bazzecola rispetto al cambiamento climatico è anche connessa ad esso. Intanto ti faccio un paragone con la terzultima estinzione di massa, che provocò a quanto pare l'estinzione del 76 per cento delle forme viventi. Insomma una bella percentuale. E l'ipotesi più accreditata la attribuisce ad un aumento della temperatura media di 5 gradi celsius. Oggi le previsioni sono un pò ballerine, ma il dato oggettivo che vi è stato un aumento di più di un grado celsius negli ultimi 150 anni, ovvero da quando vi sono state registrazioni globali della temperatura terrestre. 150 anni, in termini geologici, li possiamo rappresentare forse in una manciata di secondi, ad essere generosi. Un cambiamento così veloce non è un buon indicatore.
Non so tu come la pensi ma la strada verso un grande cambiamento epocale è già segnato. Quindi l'emergenza e il peggioramento delle condizioni di vita sul pianeta terra sono già una "inevitabile" realtà. Occorre capire quanto ci vorrà al "Popolo Bue" a capirlo e a fare qualcosa di serio in proposito. Come ad esempio votando i partiti verdi ed ecologisti. E' un primo piccolo passo verso un cambiamento in qualche modo migliore di un governo gestito da tecnocrati che non hanno alcun interesse a cambiare davvero le regole del gioco.


A proposito degli aumenti delle tariffe, abbassamento delle pensioni, abolizione dei redditi di cittadinanza, non credo che abbiano nulla a che fare con il il cambiamento climatico. O meglio, anche in questo caso vi è una connessione, che è relativa a chi gestisce il potere reale oggi, ovvero i consigli di amministrazione delle multinazionali e, parodiando la famosa teoria dello sgocciolamento, giù fino all'ultimo commerciante ambulante ammiratore di Jeff Bezos. L'assetto capitalistico non può modificare l'attuale sistema di produzione e quindi non può fare molto per contrastare il cambiamento climatico. Ed è lo stesso attuale assetto capitalistico ad abbassare le pensioni, cercare di privatizzare la sanità, la scuola, i servizi pubblici.
Ti faccio un esempio semplice semplice. Ai miei tempi, nei mitici anni '80, pagavo di tasse universitarie 150 mila lire all'anno. Era una cifra importante per l'epoca, ma ti assicuro che riuscivo a pagarmela io stesso facendo qualche lavoretto di poche ore. Mi bastava fare l'imbianchino per una settimana. Oggi i miei figli pagano circa 2000 euro all'anno e non basta più una settimana da imbianchino. Da cosa dipende questo innalzamento delle tariffe? Semplicemente dal "mantra" "taglio delle tasse", che ovviamente premia alcune categorie e ne svantaggia altre. Il cambiamento climatico non farà altro che peggiorare questo divario e non è un caso che proprio in questa epoca emergano le prime agenzie di viaggi per astronauti, proprio nella stessa epoca che vede riapparire masse di persone che si rivolgono alle mense dei poveri per mangiare.
#1519
Premessa. Sono gli atti a creare il senso e non il senso a creare gli atti. Nel momento in cui però sono in grado di pensare e scrivere questo, il senso diventa una costruzione culturale. Immettere segnali di senso che indicano come virtuoso amputare le gambe dei nigeriani, produrrà un aumento delle amputazioni. Le religioni fanno parte di questo campo culturale che produce senso, ma per rendere il discorso eccezionalmente forte, indicano il loro discorso di senso l'unico valido, al di fuori del quale non esistono alternative di verità. Le religioni fanno parte quindi della cultura umana e in quanto ad altruismo e crudeltà, mediamente, possono competere anche con altri tipi di cultura non strettamente religiosi. Detto questo varrebbe la pena soffermarsi su altri due aspetti interessanti. Da un lato la plasticità del nostro apparato cerebrale, con il quale è possibile apprendere e regolarsi in modi molto diversi fra di loro, legittimando da qualche parte il cannibalismo e da qualche altra il suicidio di massa. Prendendo il discorso da qui, non scampiamo al relativismo più assoluto che ci sia.
Dall'altro varrebbe la pena di indagare se esiste davvero una filosofia della storia che indichi uno sviluppo, una trama nella storia dell'uomo, nell'accezione classica delle "magnifiche sorti e progressive", oppure se la
storia dell'uomo è semplicemente il ripetersi sotto forme cangianti del dominio dell'uomo sull'uomo. Anche se così fosse, però, la filosofia ci insegna a prendere una posizione e a cercare una soluzione etica. Io vedo il senso dell'umanità in questa ricerca etica, nello sforzo collettivo nel cercare la giustizia, in modo imperfetto, parziale, formale, assurdo. Ma solo in questa trasmissione del codice "giustizia" è possibile trovare un senso che vada oltre le religioni e stabilisca una direzione universale per l'umanità, nel qui ed ora, di una specie mortale ed effimera. Il problema ovviamente è ora definire cosa è giusto e cosa non lo è. Ma risolvere il problema affidandosi ad una entità sovraumana è tanto semplice quanto poco interessante, in vista di una storia che si dipana e procede e che procederà anche senza di noi.
#1520
Alexander: Sull'estinzione della specie homo sapiens non ho dubbi. La novità, rispetto alle altre estinzioni, è la nostra diretta responsabilità in essa, mentre quelle precedenti, di cui furono vittime crotosauri, dinosauri e altre forme di vita derivarono da eventi geologici e astrofisici, indipendenti dalla nostra condotta globale (la terzultima estinzione di massa avvenne 250 milioni di anni fa, la penultima, 200 milioni e l'ultima 65 milioni di anni fa). In effetti siamo diventati così potenti da poter modificare il clima di un pianeta ma con un cervello, per molti versi, ancora incapace di gestire questo straordinario potere. Come questa incapacità vada interpretata ci porterebbe fuori tema.


In merito al principio di entropia:


CitazioneEntropia forse. Ma adattata alla scienza e alla way of life dei padroni.

Ringrazio Ipazia per la definizione, un epigramma che riassume bene il problema. Porre la questione come entropica ha ovviamente una sua validità, ma su tempi astronomici, il riscaldamento globale sarà assicurato fra qualche miliardo di anni dalla trasformazione del sole in Gigante Rossa. Oppure, anche prima, per la cessione di metano dagli strati profondi degli oceani, o altro ancora. Su questo c'è certezza assoluta e dipende proprio dalla legge dell'entropia, ovvero dall'impossibilità in un sistema irreversibile di mantenersi statico (nel caso del sole dovuto all'esaurimento di idrogeno ed elio). Ma che oggi, l'abuso dell'uomo sulla natura sia un fatto entropico mi sembra un discorso privo di ogni validità, a meno che non sia utilizzato come argomento per avversare ogni cambiamento, visto che l'entropia, come il darwinismo sociale, è un principio legittimato dalla Scienza e la scienza ognuno la indossa secondo le proprie convenienze, scoprendo platealmente e proprio in questo modo, che il mondo degli umani è qualcosa di diverso dal divenire delle leggi scientifiche.
#1521
"I nodi vengono al pettine", si potrebbe anche intitolare questa discussione. Lo spunto nasce dalla richiesta di Biden di aumentare la produzione di petrolio da parte dell'Opec, pena la diminuzione dello sviluppo economico. Solo pochi giorni fa, al summit di COP 26 si cercava qualsiasi soluzione per ridurre le emissioni di CO-2, poichè il rischio anche economico del cambiamento climatico è enorme. Eppure queste istanze così contraddittorie riescono a convivere tranquillamente, senza che nessuno (o pochi, vedi il recente premio nobel, Parisi) ne parli seriamente. Da un lato politici che proclamano la necessità di un nuovo approccio ecologico all'economia, dall'altro, quegli stessi politici che chiedono di aumentare l'inquinamento tradizionale dovuto alla combustione fossile.
Voler affrontare seriamente una politica ecologica significherebbe modificare strutturalmente i rapporti di potere capitalistici. Molto meglio fingere qualche riunione dove si decide poco o nulla e andare avanti nell'andazzo quotidiano, come se l'aumento del PIL ci potesse salvaguardare dalle prossime apocalissi climatiche. Oppure pensare di scaricare tutto il peso della ristrutturazione ecologica sui paesi di recente industrializzazione, mentre l'Occidente ha depredato per secoli il mondo (ed è anche per questo motivo che viviamo in una così diversa situazione di benessere).
Questo problema è di gran lunga più stringente e sconvolgente del green-pass o del vaccino o dell'immigrazione clandestina, ma nessun partito e nessun movimento da parte della società sembra avere una forza tale da metterlo quotidianamente all'ordine del giorno.
Del resto metterlo all'ordine del giorno in Europa, quale minimo effetto globale potrebbe avere, visto che una sola acciaieria cinese inquina più di tutto il Pakistan? I paesi autoritari sono attualmente quelli che inquinano di più e non è certo possibile intervenire con manifestazioni pubbliche che sarebbero subito soppresse.


In realtà non vedo soluzioni. L'unica reale sarebbe una gigantesca redistribuzione della ricchezza, ma questa potrebbe essere fatta solo dopo una rivoluzione come quella sovietica e in questo mondo occidentale demograficamente spostato verso la terza età, non è una opzione possibile, al di là di ogni altra considerazione sulla violenza o sulla non-violenza. Anche perchè chi va verso la terza età, spera di "cavarsela", pur con la preoccupazione di lasciare un mondo invivibile ai propri figli.


Nel dettaglio, a proposito della impossibilità di modificare l'attuale trend: https://www.bloomberg.com/graphics/2021-china-climate-change-biggest-carbon-polluters/#petrochemical-section
#1522
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 17:51:45 PM
Mi associo alla critica di Baylham. Il personale sanitario non si addestra. Occorre studio, formazione e tirocini. Parliamo di ars medica, non di piastrellisti (con tutto il rispetto per i piastrellisti). L'addestramento riguarda forme di lavoro molto semplici e in via di estinzione nelle attuali società ipercomplesse. Per fare un lavoro apparentemente semplice come quello di Oss servono minimo due anni. Creare riservisti della sanità è una assurdità, visto che a breve, a meno che non vengano "molti" laureati in medicina africani ed asiatici, avremo molta difficoltà a coprire i ruoli necessari per far funzionare la normale macchina sanitaria. Non per mancanza di soldi ma per mancanza di persone fisiche. Se vogliamo fare le cose improvvisate non si capisce bene perché allora non va bene un vaccino di cui si contesta l'improvvisazione. Rispetto al terrore che serpeggia, è sufficiente vaccinarsi. Personalmente l'ho fatto anch'io, nonostante fossi dubbioso a causa degli alti valori anticorpali che avevo. Dubbi del tutto infondati. Ho avuto febbre bassa per mezza giornata e nessun altro effetto e mi sento sufficientemente sicuro e senza essere preda di alcun terrore.
#1523
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 09:37:17 AM
Ipazia. Io sono molto serio. La mia richiesta di link validi resta, altrimenti possiamo anche dire che c'è una teiera che gira intorno alla terra, senza paura di essere smentiti.
#1524
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 09:34:49 AM
Perché ogni anno ci ammaliamo anche due o tre volte di raffreddore? Perché è un coronavirus, della stessa famiglia di cov-sars-2. Solo che per il raffreddore non vale la pena vacccinarsi, visto che non è certo letale. Ma per i popoli amazzonici del '500 lo fu. I virus del raffreddore, sconosciuti in sudamerica, uccisero molto ma molto di più delle armi spagnole. La cortesia ci fu immediatamente restituita grazie al virus della sifilide, sconosciuto in Europa. I virus a rna sono soggetti a mutazioni molto più velocemente di quelli a dna ed è per questo che l'efficacia è a termine breve.
In ogni caso esisteva l'alternativa a questi vaccini emergenziali. Redistribuire a livello globale la ricchezza, e fermare ancora per qualche anno l'economia. Una scelta difficile da perseguire ed ovviamente con molti accaniti e potenti oppositori.
#1525
Tematiche Filosofiche / accettazione del dolore
03 Novembre 2021, 09:22:21 AM
Ben arrivato, Paco. Non sono esperto di discipline orientali ma la tua descrizione mi trova molto in sintonia. Il dolore va in qualche modo digerito. Certi dolori non passano mai. La morte di mio padre ancora mi agita e mi intristisce a distanza di anni. Vi sono in realtà due approcci contrastanti che andrebbero evitati, sia la dinamica di voler "superare" il dolore, nascondendolo, fingendo, mostrando una maschera da duro e forte, sia la dinamica dell'accettazione del dolore come passione e martirologia, pericolo sempre presente nelle culture di derivazione cristiana. La frase latina: "felice in tristitia, triste in felicitas" è una frase adatta a riassumere la mia posizione.
#1526
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 09:13:41 AM
Non vedo links, Ipazia. Hai esternato le tue rispettabilissime opinioni ma la scienza è, come ben sai, una cosa diversa dalle opinioni. I risultati dell'efficacia del vaccino invece sono evidenti e quantificabili. La caduta delle morti e delle terapie intensive a cosa sarebbero dovute altrimenti? Non è una domanda retorica. E te la faccio nutrendo anch'io delle riserve sul modo autoritario ed impositivo delle pratiche vaccinali. Ma un conto è considerare il problema dal punto di vista etico-filosofico, un altro è valutarne l'efficacia terapeutica e preventiva.
#1527
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 08:33:08 AM
A quali bufale ultravax ti riferisci Ipazia, per cortesia? Desidererei anche i link, in modo da valutare la loro attendibilità.
#1528
Citazionema chi rappresenta la democrazia (il Potere, l'Autorità, la Gerarchia, i Rappresentanti, il Governo etc. etc.) deve essere lo specchio più o meno perfetto del popolo "democratico".........oppure è meglio che sia in qualche modo diverso dal popolo "democratico" che lo esprime ?.


E' interessante il quesito, Viator, quanto dibattuto fin dall'antichità. Platone, ad esempio, che preferiva l'aristocrazia, non riteneva che i governanti dovessero essere lo specchio dei governati. Per quel che ne penso io (anche se mi fa ridere mettere il mio parere, dopo quello di Platone  ;D ) la democrazia  è la forma di governo più complessa sinora sperimentata dalle poleis, sia quelle antiche che quelle moderne. Parlare di democrazia inoltre presuppone anche la capacità di individuare le sue varie forme. Non esiste un'unica forma di democrazia ma diverse tipologie, fondate sia su istituzioni politiche e giuridiche specifiche come il presidenzialismo o il parlamentarismo, sia su strutture della società stessa, come l'associazionismo nelle sue varie forme.
Molto sinteticamente si può dire che la democrazia si è evoluta fino a cercare di rappresentare l'universalità degli individui e non solo. Ormai la democrazia moderna è associata all'estensione dei diritti, che devono e possono ricomprendere non solo le minoranze, ma anche gli apolidi, i rifugiati, fino agli animali, alle piante e alle generazioni future (Sulle generazioni future è in corso un dibattito affinchè esse siano citate nelle Costituzioni).
Questo processo comporta dei problemi, il principale del quale è un certo abbassamento medio delle qualità, sia dei politici che degli elettori. A forza di voler essere accoglienti e ottenere il consenso, ci si è indirizzati sempre più verso una "volgarizzazione" della politica. Il politico non è più considerato una professione dagli elevati contenuti etici e tecnici, ma un forma di rappresentazione che può essere fatta a turno, come predicava fino a poco tempo fa un ex-comico genovese.
A mio parere il processo dovrebbe essere l'inverso. Proprio perchè la democrazia permette a grandi fette della popolazione di "migliorarsi", questo miglioramento dovrebbe riversarsi sia sui governanti che sui governati. La democrazia, insomma, come palestra per auto-migliorare noi stessi e il mondo. In realtà questo non accade, se non in minima parte. Ma in un mondo ideale, sicuramente, i governanti dovrebbero essere la parte migliore della società. I soggetti da emulare per le loro qualità e il loro senso etico, non certo per il loro successo o per la loro capacità di andare a parlare con qualche emiro arabo.
In sostanza, sì, i governanti anche in democrazia dovrebbero essere migliori dei governati. La distinzione che rende la democrazia tale è però, la possibilità che deve essere sempre lasciata aperta, che i "migliori" possano emergere, grazie alle loro qualità e non per motivi di censo, di clientelismo o di ricatti o per via di discorsi demagogici. I "migliori" in effetti sono davvero tali solo in un contesto in cui gli "elettori" sono in grado di valutare in modo critico l'operato dei governi e possono modificarne l'assetto. Quindi pur in presenza di una differenza inevitabile fra governanti e governati, la democrazia dovrebbe garantire uno sviluppo e un miglioramento dell'intera società, poichè solo in questo modo la democrazia è effettiva e non un simulacro che si officia di tanto in tanto dentro la cabina elettorale.
Porgo le mie scuse ad Eutidemo, ma anche lui ormai avrà capito che restare su un tema, in Italia è difficilissimo, e quindi non fa eccezione neppure questo forum.
#1529
Ipazia. Ma tutta questa foga e questo impegno contro dittature pro-vax perché non viene utilizzata per battaglie molto più degne. Io davvero mi sforzo ma non riesco proprio a capire. C'è un dato su tutti, che dovrebbe far comprendere l'efficacia dei vaccini. La quasi totalità dei malati gravi e dei morti di quest'ultimo periodo è composto da persone non vaccinate. La polizia che si infiltra in gruppi spesso palesemente di destra è invece una buona notizia, che mi rasserena sul multiculturalismo delle FF.OO., troppo spesso in passato monopolizzate da culture autoritarie di destra.
#1530
Buongiorno a tutti. Ripeto quello che ho già scritto, per replicare ad Alexander. Non credo che serva Dio per superare  "l'ideologia individualista". Il marxismo, a livello teorico, professa lo stesso superamento. La differenza fra i due tipi di "comunitarismo" è situato nella preminenza all'educazione in un caso e alla gestione dell'economia nell'altro, come radice di ogni cambiamento possibile. Per ridare fiato al principio della fratellanza si può fare ritorno al "Padre", ma in questo viaggio "a rebour" colgo il fallimento eventuale dell'intera cultura occidentale, il cui segno originale è il divenire storico, il viaggio del cambiamento. Quel segno originale ha dato vita all'ellenismo, alla tradizione giuridica romana, al pensiero scientifico, al capitalismo e all'illuminismo. Il monoteismo in questo viaggio che ci riguarda l'ho sempre considerato un corpo estraneo, proveniente da una cultura asiatica, lontana da quella europea.
Ma è anche vero che quel viaggio occidentale ha creato oggi i presupposti della mancanza di senso e della caduta di quella vicinanza di comunità. Pertanto la domanda è come riuscire a recuperare nella tradizione occidentale il senso della storia, senza dover rassegnarsi alle "vogliuzze" individualiste, da un lato, e neppure a un ritorno ad un Dio paternalistico, che ci rende tutti eterni minorenni, alla mercé di ogni dominio teocratico?
La mia risposta temporanea la sto cercando nei processi culturali, nella capacità della società di trasmettere un modello diverso di convivenza sociale, che dovrebbe avere come riferimenti il pensiero ecologista, quello anticolonialista e femminista insieme alle tracce recuperabili del marxismo, epurato di ogni velleità da "elettrificazione". La domanda che mi pongo, in tempo reale, è: "esiste la possibilità di uno sviluppo equo, magari anche ridotto rispetto a quello odierno, ma che accolga l'idea dello scambio, della tolleranza e della fratellanza. Chi di noi può davvero dire di aver pensato al suo vicino o ad un passante come ad un fratello? E se questo è stato scritto nei Vangeli, non significa necessariamente che bisogna prendere tutto il pacchetto religioso, così come sarebbe errato prendere tutto il pacchetto del marxismo o del liberismo. Nuove forme di pensiero dovrebbero essere liberate in una sorta di neo-illuminismo. E da questo processo vedo la possibilità di trovare un senso alla vita umana, che trascende il singolo individuo, senza per questo diversi trasfigurare in una vita eterna, che detto fra noi, non è altro che una forma distillata e mistica di un feroce individualismo.