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Messaggi - Eutidemo

#1516
Ciao Claudia K. :)
Riguardo alle tue sempre "intelligenti" ed "acute" osservazioni, anche questa volta in buona parte "condivisibili", osservo quanto segue.
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1)
Sono d'accordo con te che il "movente dell'omicidio" è alquanto debole; ma, almeno stando alle testimonianze di quanti conoscevano ed hanno avuti contatti con Licia Gioia negli ultimi giorni della sua vita, lo è anche il "movente del suicidio".
Ed infatti tutti concordano sul fatto:
- che Licia Gioia non era proprio il tipo della suicida;
- che, a parte le (dubbie) fotografie sulla scogliera, Licia Gioia non aveva mai manifestato una simile intenzione.
***
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2)
Sono anche d'accordo con te che "anche il più zelante addestrato ed ossequiente al "perfetto manuale dell'Agente d'Ordine" possa patire derive emotive quando...il "caso" gli/le sia più che coinvolgente ed intimo sul piano emotivo, potendo così condurre ad azioni del tutto estemporanee e anche mille miglia lontane dai manuali".
Hai ragione!
***
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3)
In ogni caso non c'è dubbio alcuno che Francesco Ferrari abbia mentito, quando ha dichiarato, sotto giuramento, che dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato <<mezzo secondo, un tempo molto ristretto>>, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Ed infatti, a parte il fatto che, prima di sparare il secondo colpo, la pistola doveva venire necessariamente "disinceppata" con la tecnica "Tap-Rack-Bang" (che richiede più di mezzo secondo), dalla perizia medica risulta indiscutibilmente che tra il primo ed il secondo colpo è passato <<un tempo abbastanza consistente>>, e non certo <<un tempo molto ristretto>>; così come ha invece "menzogneramente" dichiarato Francesco Ferrari.
Che su questo abbia mentito, è sicuro!
***
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4)
Non c'è neanche alcun dubbio che Francesco Ferrari abbia mentito, anche quando ha dichiarato, sotto giuramento: "Ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie, anche perché la mia mano sinistra era posizionata sopra il carrello mentre la mia mano destra era libera".
Ed infatti:
a)
Se è vero, come dice lui stesso, che la sua mano "era posizionata sopra il carrello" (come da manuale), era fisicamente e meccanicamente impossibile che la pistola potesse sparare un secondo colpo, perchè l'otturatore era necessariamente rimasto ostruito dal bossolo del primo colpo; di questo sono matematicamente certo, così come sono altrettanto sicuro che i giudici ignorassero completamente come funziona una pistola (visto che ne ho avuto conferma in molte occasioni).
Prima di poter sparare un secondo colpo, infatti, ormai la colluttazione doveva essere terminata del tutto; e, il superstite, indisturbato, prima di poter far partire il secondo colpo, doveva necessariamente "disinceppare" l'arma con il metodo "Tap-Rack-Bang" (che non sto qui a spiegare).
b)
Inoltre, a conferma di tale indubbia "verità meccanica", l'anatomopatologo ha sancito nero su bianco una indubbia "verità medica"; e, cioè, che il <<secondo colpo è stato sparato sul cadavere di Licia Gioia>>.
Quindi, poichè i morti non sono più in grado di sparare, chiunque abbia esploso il primo colpo, è però sicuro che il secondo colpo può averlo esploso, sul cadavere della moglie, soltanto Francesco Ferrari; facendo in modo che il proiettile, attutito dalla coscia della moglie morta, ferisse anche lui, per poter suffragare la storia della colluttazione.
***
.
CONCLUSIONE
Concludendo, sono d'accordo con te sui punti 1 e 2, ma, circa i punti 3 e 4 tu ti sei astenuta da qualsiasi commento; mentre invece sono fondamentali.
Ed invero non si tratta di ipotesi giornalistiche, bensì :
- di dichiarazioni rilasciate a <<verbale>> da Francesco Ferrari palesemente FALSE;
- di risultanze dell'<<autopsia>> indubbiamente VERE.
***
Per cui i casi possono essere soltanto due:
.
1)
O Francesco Ferrari ha effettivamente assassinato la moglie, secondo le modalità da me descritte; che non sto qui a ripetere.
.
2)
Oppure la moglie ha veramente cercato di suicidarsi, e lui ha veramente cercato di impedirglielo; per cui, sebbene da una "posizione fisicamente quasi impossibile", durante la colluttazione il primo colpo se lo è davvero sparato Licia Gioia dietro l'orecchio.
Il secondo colpo, invece, era rimasto nella pistola, perchè Francesco Ferrari l'aveva  fatta inceppare afferrandola (correttamente) sul carrello; come da lui stesso dichiarato.
A questo punto Francesco Ferrari si è spaventato, perchè, guardando la ferita dietro l'orecchio della moglie, si è reso conto che corrispondeva esattamente al "colpo del sicario"; per cui inevitabilmente i sospetti sarebbero ricaduti su di lui.
Allora ha disinceppato la Beretta con la procedura "Tap-Rack-Bang", e, poi, ha allestito una apposita sceneggiata per allontanare da sè ogni sospetto.
Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa da una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che cercare di suffragare nel modo più credibile una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla.
Quindi, dopo aver disinceppato la pistola, si è disteso sul letto abbracciato al cadavere della moglie; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola.
***
Secondo me questo è il solo modo per ipotizzare che Francesco Ferrari sia innocente; anche se ha <<indubbiamente>> "mentito" ed ha artificiosamente "alterato la scena dell'evento".
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Ma anche queste sono solo delle mie "congetture"; mentre sono senz'atro dei "fatti", risultanti dagli atti processuali originali, che Francesco Ferrari  ha <<indubbiamente>> "mentito" ed ha artificiosamente "alterato la scena dell'evento".
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Un cordiale saluto! :)
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#1517
La ministra Daniela Santanchè ha dichiarato: "Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia (NDA rectius "informazione di garanzia"). Oggi più che darvi risposte sono io che dovrei chiedervi con forza delle risposte. Qualcuno dovrebbe dare a me delle risposte. E vi chiedo: è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato?".
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Al riguardo osservo quanto segue:
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1)
Ai sensi dell'art. 369 del Codice di procedura penale: "<<Solo>> quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere, il pubblico ministero notifica alla persona sottoposta alle indagini e alla persona offesa una <<informazione di garanzia>> con indicazione delle norme di legge che si assumono violate, della data e del luogo del fatto e con invito a esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia."
***
Gli atti ai quali il difensore ha diritto di assistere, e che necessitano, quindi, l'invio  di una <<informazione di garanzia>> sono i seguenti:
- interrogatorio,
- ispezione,
- confronto,
- accertamento tecnico irripetibile,
- perquisizione,
- sequestro e prelievo coattivo di campioni biologici.
***
In tutti gli altri casi non sussiste alcun obbligo di comunicare una <<informazione di garanzia>> all'interessato!
***
Per cui, riguardo a questo, secondo me la ministra Daniela Santanchè non ha alcuna ragione di lamentarsi, visto che non mi pare che sia stata sottoposta a nessuno degli atti di cui sopra!
***
.
2)
Ai sensi dell'art. 335 Codice di procedura penale: "Il pubblico ministero iscrive immediatamente, nell'apposito registro custodito presso l'ufficio, ogni notizia di reato che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa, contenente la rappresentazione di un fatto, determinato e non inverosimile, riconducibile in ipotesi a una fattispecie incriminatrice. Nell'iscrizione sono indicate, ove risultino, le circostanze di tempo e di luogo del fatto."
Ciò che risulta da tale registro, in via di principio, non è affatto "secretato", ed infatti (ad esclusione dei casi in cui si procede per uno dei delitti di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), le iscrizioni in questione sono comunicate alla persona alla quale il reato è attribuito, alla persona offesa e ai rispettivi difensori, ma solo <<ove ne facciano "apposita richiesta">>!
Quando vi è richiesta di comunicazione delle iscrizioni contenute nel registro delle notizie di reato a norma di tale comma, la segreteria della procura della Repubblica:
- se la risposta è positiva, e non sussistono gli impedimenti a rispondere di cui ai commi 3 e 3-bis di tale articolo, fornisce le informazioni richieste precedute dalla formula: "Risultano le seguenti iscrizioni suscettibili di comunicazione";
- in caso contrario, risponde con la formula: "Non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione" (per esempio, fino a che sono secretate).
***
Tale secondo caso, si verifica solo se sussistono specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine, nel qual caso il pubblico ministero può disporre il "segreto sulle iscrizioni" per un periodo non superiore a tre mesi e non rinnovabile.
***
.
3)
Nel caso di Daniela Santanchè, la "secretazione" è stata disposta, appunto, per un periodo di tre mesi non rinnovabili come prevede il codice di procedura penale; e, ciò, per scelta degli inquirenti che hanno ravvisato "specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine".
Questo è il motivo per il quale l'istanza presentata a inizio anno dagli avvocati di Daniela Saantanchè, per verificare il suo eventuale "stato di indagata" aveva dato esito negativo; però i suoi avvocati erano perfettamente al corrente che nel "registro delle notizie di reato" c'era il suo nome, e che qualcosa "bolliva in pentola", altrimenti, ovviamente, non avrebbero potuto presentare l'istanza in questione.
.
4)
Poi, qualche mese fa, è infine scaduta per legge la "secretazione", per cui anche i giornali e la TV sono venuti a sapere quello che "bolliva in pentola"; così, come, ovviamente, anche l'interessata.
***
.
CONCLUSIONE
Per cui, per rispondere a Daniela Santanchè, invitandola ad aggiornare il suo lessico giuridico, quello che è accaduto, secondo me, è perfettamente "normale", e non ci vedo assolutamente niente di "scandaloso" (a parte la sua ignoranza e/o demagogia vittimistica) nè di "vessatorio" nei suoi confronti!
***
.
***
AVVERTENZA
Quanto alle presunte irregolarità delle aziende Visibilia e Ki Group, facenti capo a Daniela Santanchè, emerse dopo la puntata di Report basata sulla "desecretazione" delle indagini, non ho seguito la vicenda, per cui non posso esprimere alcuna opinione al riguardo.
Però, se è possibile, vorrei chiedervi, per cortesia, di non discuterne in questo TOPIC, il quale consiste semplicemente in una risposta di carattere giuridico ai dubbi di Daniela Santanchè.
Grazie!
***
#1518
Varie / Re: Un altro enigma del principe Rastislav
10 Luglio 2023, 19:22:38 PM
P.S.
Il prigioniero sarà impiccato anche se si rifiuta di rispondere alla domanda.
#1519
Varie / Un altro enigma del principe Rastislav
10 Luglio 2023, 17:45:49 PM
Il Castello Di Devin, in Slovacchia, grazie alla propria posizione strategica, situata a un'altezza di 212 m. alla confluenza dei fiumi Danubio e Morava, costituiva un luogo ideale per una fortezza; per cui qui, nel nono secolo, si insediò il principe Rastislav, che si dilettava di enigmi.
***
Si narra che una volta doveva decidere se impiccare o meno un prigioniero, al quale, di lunedì, sottopose il seguente enigma:
-Durante questa settimana, tra martedì e venerdì, io ti farò una domanda, alla quale:
- se tu mi risponderai menzogneramente,  domenica prossima verrai impiccato;
- se tu mi risponderai veritieramente, domenica prossima verrai impiccato egualmente;
- se tu mi risponderai che non sai che cosa rispondere, domenica prossima verrai impiccato lo stesso.
Però bada bene che sarà una domanda la cui risposta sarà  subito "verificabile oggettivamente" (ad esempio "quanto sei alto?"), e non una domanda la cui risposta non sia immediatamente verificabile (ad esempio "esistono gli extraterrestri?" o "quando ci sarà il prossimo terremoto?").-
E poi, per evitare equivoci, precisò:
- Per cui, tanto per essere ancora più chiaro, se io ti chiederò "sei più alto di un metro":
- se tu mi risponderai "no", il che è falso, io ti impiccherò domenica prossima;
- se tu mi risponderai  "sì", il che è vero, io ti impiccherò lo stesso domenica prossima.
-  se tu mi risponderai "non lo so", verrai impiccato egualmente domenica prossima.
Nè mi potrai rispondere a tua volta con una domanda; perchè in tal caso, verrai impiccato egualmente domenica prossima.
Per riflettere un po' su come salvarti, ti concedo un po' di tempo, per cui potrai scegliere quando vuoi che io ti faccia la mia domanda; che ti farò una volta sola e non te la ripeterò più.
Però, ovviamente tu non la potrai conoscere in anticipo!-
***
Riuscì a salvarsi il prigioniero?
E, in caso affermativo, come?
***
#1520
Benvenuto da Eutidemo, flying dutchman :)
#1521
Citazione di: Duc in altum! il 09 Luglio 2023, 18:04:03 PMGli animali non si chiedono perché esistono o com'è che esistono.
Quell'anima è solo per l'essere umano.

P.S. = sia ben chiaro che più conosco gli uomini più amo gli animali.
Conosco un sacco di uomini che  non si chiedono affatto perché esistono o com'è che esistono; anzi, forse sono la maggioranza ("Oἱ πλειστoι κακoί!")
Per questo condivido in pieno il tuo Post Scriptum. ;)
#1522
Storia / Re: Roma, "città aperta"!
10 Luglio 2023, 07:31:11 AM
Ciao Flying Dutchman. :)
Il governo Badoglio proclamò "unilateralmente" Roma "città aperta" quando eravamo ancora alleati con i Tedeschi, e combattevamo contro gli Angloamericani.
***
Ma mentre l'Italia smilitarizzava effettivamente Roma, la Germania, invece, che non era stata fatta partecipe della "dichiarazione unilaterale" di Badoglio,  non si sentì minimamente vincolata al riguardo; pertanto i governi alleati ignorarono la dichiarazione unilaterale e si riservano "piena libertà di azione nei riguardi di Roma", e continuarono a bombardarla.
***
Dopo l'8 settembre, le truppe tedesche occuparono militarmente Roma, in conseguenza del fatto che l'Italia si era arresa agli Angloamericani; nei confronti soltanto dei quali Badoglio aveva proclamato "unilateralmente" Roma "città aperta", essendo fino ad allora l'Italia alleata della Germania.
***
Solo successivamente all'occupazione di Roma, la resa concordata con il comando tedesco previde il mantenimento per Roma dello "status" di "Città Aperta"; tuttavia a me non risulta affatto che la città sia stata occupata da truppe della Wehrmacht, oltre che dalle forze della polizia militare.
***
Tanto è vero che l'OKW aveva sede a Frascati, e non a Roma, dove alloggiavano soltanto forze di polizia militare, e cioè:
- la I./SS-Polizei-Regiment 20
- la Polizeigruppe Rom
- Außenkommando der Sicherheitspolizei und des SD Rom
***
E' vero che, in alcune occasioni, delle truppe combattenti della Wehrmacht transitarono per le vie consolari di Roma, il che costituiva una violazione del regime di "Città Aperta"; però non mi risulta affatto che truppe della Wehrmacht occupassero stabilmente la città.
***
D'altronde, se fosse stato vero che anche truppe combattenti della Wehrmacht occupavano stabilmente Roma, non si capisce per quale ragione la "Resistenza" abbia attaccato proprio il Polizeiregiment "Bozen", che era un reparto della "Ordnungspolizei" (polizia d'ordine), e non invece un reparto combattente della Wehrmacht.
Non avrebbe avuto alcun senso!
***
Un saluto :)
***
.
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P.S.
In ogni caso ritengo "disumana", "illegittima" e "arbitraria" la reazione tedesca all'attentato di via Rasella; cioè la strage delle Fosse Ardeatine.
Ed infatti non è vero, come molti sostengono, che ai sensi dell'art. 43 della Convenzione dell'Aja fosse "espressamente" consentita la fucilazione di ostaggi per rappresaglia; la quale, invece, divenne poi una prassi interpretativa diffusa.
Ed infatti tale norma stabilisce soltanto quanto segue "L'autorità del potere legale essendo passata di fatto nelle mani dell'occupante, questi prenderà tutte le misure che dipendano da lui per ristabilire ed assicurare, quanto è possibile, l'ordine pubblico e la vita pubblica, rispettando, salvo impedimento assoluto, le leggi vigenti nel paese."
Ed invero, secondo la prevalente attuale giurisprudenza: "L'ambigua formulazione dell'art. 43 del regolamento sulle leggi e gli usi della guerra terrestre, approvato all'Aja nel 1907, vigente all'epoca dei fatti, consentiva, secondo talune interpretazioni ancora proposte (ma non più accettabili) nel periodo della II Guerra mondiale, la "fucilazione" di ostaggi (e dunque il sacrificio di vite umane innocenti) al fine di "mantenere l'ordine" nei territori occupati. In ogni caso, se correttamente interpretato, il predetto regolamento escludeva in radice la legittimità di "rappresaglie" in danno della vita dei cittadini dello Stato occupato (cfr. Corte mil. app. 24.11.2005, Langer)."
***
#1523
Direi che non solo Dio, ma, in genere, anche noi esseri umani perdoniamo a condizione del pentimento.
***
Ed infatti:
- se qualcuno ci versa addosso il suo cappuccino, e poi si mette a ridere, è molto difficile che noi la si prenda bene;
- se, invece, qualcuno ci versa addosso il suo cappuccino, e poi si scusa, noi, in genere, lo perdoniamo dicendo "non si preoccupi!".
***
Per cui, visto che noi siamo immagine di Dio (o viceversa, secondo Feuerbach), mi sembra ovvio che Dio si comporti allo stesso modo.
***
Un saluto! :)
***
#1524
Ciao ClaudiaK :)
Hai perfettamente ragione!
Ed infatti, anche a mio parere, almeno secondo la logica sintattica italiana,  sarebbe stato molto più logico scrivere: "C'è un tempo per curare e un tempo per uccidere!"
***
Però è molto probabile che nel libro di QOÈLET, come in genere nell'ebraico antico, non si desse sempre un "valore logico prioritario" alla posizione dei verbi rispetto alla "congiunzione"; come, invece, in genere facciamo noi.
***
Ed infatti, subito dopo, QOÈLET scrive: "C'è un un tempo per demolire e un tempo per costruire." (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetto 3).
Anche in questo caso, almeno secondo la logica sintattica italiana, sarebbe stato molto più logico scrivere: "C'è un tempo per costruire e un tempo per demolire!"; ed infatti prima si costruisce, e poi si demolisce ciò che è stato costruito.
***
E poi QOÈLET scrive: "C'è un tempo per cercare e un tempo per perdere." (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetto 5).
Anche in questo caso, almeno secondo la logica sintattica italiana, sarebbe stato molto più logico scrivere: "C'è un tempo per perdere e un tempo per cercare!"; ed infatti si cerca qualcosa che prima si è perduto, e non viceversa.
***
Un saluto! :)
***
#1525
Ciao BOBMAX :)
In questo "thread" noi non si stava affatto discutendo se il "soffio vitale" sia un "qualcosa" ovvero un "puro nulla"; il che è opinabile a seconda della Weltanschauung di ognuno di noi.
Diversamente, in questo "thread", si stava semplicemente effettuando l'esegesi del passo biblico in cui si sostiene testualmente che "c'è un solo soffio vitale per tutti" e che "l'uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie".
Quindi era un tema alquanto diverso!
***
Quanto al fatto che Gesù ha implicitamente risposto descrivendo il "regno dei cieli", dicendo che "è qui, ed ora", non capisco proprio per quale motivo, allora, ci avrebbe insegnato a chiedere a Dio "venga il tuo regno"; ed infatti, se davvero il regno di Dio fosse già "qui, ed ora", perchè mai dovremmo pregarlo di farcelo pervenire?
***
In ogni caso, almeno guardandomi intorno, a me sembra che "qui, ed ora", semmai, ci sia l'"inferno"; o, nella migliore delle ipotesi, il "purgatorio" (se davvero esiste qualcosa del genere).
***
Un saluto! :)
***
#1526
Nella Bibbia troviamo scritto che: "C' è un tempo per uccidere e c'è un tempo per curare!" (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetto 3); prescrizione, questa, che, nel caso specifico, secondo me formula una "deroga espressa" al principio generale per il quale è vietato "uccidere" (Deuteronomio 5/17, Esodo 20/13).
Ed infatti, come è noto:  "Lex specialis derogat generali" (cioè: "La disposizione speciale deroga quella generale").
***
Tale passo biblico, infatti almeno a mio parere, significa "testualmente" che, ad un certo punto, arriva il momento di sopprimere il  paziente, quando ormai non c'è più alcuna concreta possibilità di curarlo; ed infatti cos'altro dovrebbe significare: "C' è un tempo per uccidere e c'è un tempo per curare"?
***
Concetto, se ce ne fosse bisogno, ancor meglio chiarito da un altro noto passo biblico, laddove troviamo scritto che è "E' meglio la morte che una vita amara, è meglio il riposo eterno che una malattia cronica." (SIRACIDE versione CEI 2008 CAP.CAPITOLO XXX versetto 17).
***
Di fronte a tali passi biblici, che, secondo me, sono "inequivoci", non vedo come si possa sostenere che l'"eutanasia" sia contraria alle Sacre Scritture.
***
#1527
Ciao Duc In Altum :)
La tua interpretazione del passo biblico da me citato è molto "arguta" ed "acuta"; e perciò mi piace molto!
Però è un po' un controsenso, almeno sul piano lessicale, che proprio gli "animali" siano del tutto privi di "anima"; sarebbe come dire che gli "intellettuali" siano privi di "intelletto" o i "videoterminali" siano privi di "video".
Un saluto! :)
#1528
CONCLUSIONE
Il "colpo di pistola dietro l'orecchio", molto frequente negli omicidi professionali, viene comunemente definito, in gergo, "il colpo del sicario".
Ed infatti:
a)
Presuppone un avvicinamento il più vicino possibile  alle spalle della vittima:
- sia per evitare che essa cerchi di reagire;
- sia per assestare il colpo con precisione millimetrica (come è avvenuto nel caso di specie).
b)
Quel punto dietro l'orecchio, è quello in cui è più facile che il proiettile penetri nel cranio senza incontrare particolare resistenza.
***
Per cui, concordo con l'anatomopatologo del Tribunale circa il fatto che Licia Gioia sia stata uccisa aggredendola alle spalle; ma, almeno secondo me, non "mentre fuggiva" come scrive lui, bensì "a tradimento" (cioè senza minimamente sospettare che stavano per spararle da dietro).
***
Un ulteriore vantaggio del "colpo del sicario" è che, se si riesce a sferrarlo quasi a contatto della pelle della vittima, con un po' di fantasia si può anche cercare di farlo passare per un "suicidio".
***
Nel caso di Francesco Ferrari, però, per una qualche ragione (forse temendo che la moglie sentisse i suoi passi), lui ha sparato un po' troppo  presto e da lontano; per cui, per cercare di farlo passare per un "suicidio", ha dovuto ricorrere ad un ulteriore "stratagemma".
***
Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa in una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che simulare una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla; e, per suffragare tale versione, io avrei fatto esattamente quello che ha fatto lui.
Cioè, secondo me, dopo averla uccisa con un colpo a tradimento nel lato posteriore della testa, si è disteso sul letto abbracciato al suo cadavere; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
***
Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Come, infatti, è accaduto, perchè la ferita subita da Francesco Ferrari è sta lievissima;  anche se lui ne ha esagerato la portata, imputandola ad un colpo partito casualmente mentre cercava di disarmare la moglie (la quale, invece, ormai era già morta, come certifica la perizia medica).
***
Ovviamente, operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola
***
Anche in questo caso mi sono dovuto basare principalmente su notizie di stampa.
Però ho avuto modo di leggere degli stralci originali:
- sia della perizia medico-legale;
- sia dell'interrogatorio dell'imputato.
Dai quali stralci, a mio parere, risulta estremamente probabile che Francesco Ferrari abbia deliberatamente ucciso Licia Gioia, cercando poi di simularne il suicidio; a prescindere che lei, in precedenza, lo avesse effettivamente minacciato o meno.
Però, non conoscendo nè le motivazioni delle sentenze di assoluzione, nè gli allegati al fascicolo processuale, anche in questo caso le mie restano delle pure e semplici "ipotesi di lavoro" per un appello in Cassazione.
***
Ancora grazie per essere intervenuta, ed un cordiale saluto! :)
***
#1529
Ciao Claudia K. :)
In primo luogo ti ringrazio per essere intervenuta anche in questo TOPIC; anche se temo che tu lo abbia fatto un po' di "controvoglia", solo per una forma di cortesia nei miei confronti.
Comunque, in ordine alle tue sempre "intelligenti" ed "acute" osservazioni, questa volta in buona parte "condivisibili", osservo quanto segue:
.
1)
Come ho già scritto, l'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110 impone l'obbligo ai possessori a qualsiasi titolo delle armi di cui agli artt. 1 e 2 della stessa legge (armi e munizioni da guerra ed armi e munizioni comuni da sparo) di "custodirle con ogni diligenza" ai fini della sicurezza pubblica.
***
Però, come ben chiarito dalle circolari del Ministero dell'Interno e dalla conforme Giurisprudenza, "l'obbligo di massima diligenza e sicurezza nella conservazione delle armi va considerato sempre in senso relativo"; cioè, in relazione alla situazione concreta in cui esse devono essere conservate.
***
Tale obbligo, infatti, riguarda precipuamente la coabitazione:
- con persone prive del "porto d'armi";
- soprattutto se si tratta di bambini, o di persone che non siano perfettamente capaci di intendere e di volere.
***
Se, invece, la coabitazione è con persone munite anch'esse del porto d'armi, soprattutto se appartenenti anch'esse alle forze armate o di polizia, tale obbligo, quando sono  entrambe sole nel loro domicilio, non sussiste minimamente; tale obbligo sussiste solo quando sono presenti altre persone oltre a loro, ovvero quando escono dal loro domicilio "fuori servizio", lasciando le loro armi abbandonate in casa (nel qual caso devono osservare le cautele da me descritte).
***
Per cui, in una casa in cui non vivono bambini, ma solo due coniugi entrambi appartenenti alle Forze dell'Ordine, le rispettive armi d'ordinanza possono essere poggiate, non solo "umanamente", ma anche del tutto "legalmente" , tra un turno e l'altro, su un qualunque mobiletto di casa.
***
.
2)
Poi tu scrivi, molto ragionevolmente: "Mi sembra molto più determinante, ai fini istruttori, la geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi con foto da lei a lui, il giorno prima, piuttosto che altro. Nello specifico, e sempre stando a quanto da te riferito, trovo assai poco credibile che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti, senza che lei potesse avvedersene nella giornata successiva. Ma soprattutto...se in una delle foto da lei inviate si vede addirittura il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera...non vedo proprio come questo possa corrispondere ad una lugubre coreografia di lui. In ogni caso ripeto : era perfettamente possibile geolocalizzare i cellulari di lei di lui all'ora dell'invio dei fotomessaggi, così come mi risulta sia possibile risalire anche alla data di creazione delle foto inviate in quei fotomessaggi..."
***
Al riguardo, in effetti, anche io, come te, trovo "possibile", ma poco "probabile" che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti; ed infatti avevo anche scritto che il marito avrebbe potuto "prendere la palla al balzo" in base ad autentici messaggi della moglie.
***
Comunque:
a)
La geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi, rivela che:
- il cellulare di Licia Gioia si trovava presso la scogliera;
- il cellulare di Francesco Ferrari si trovava in casa.
Però, più o meno in quell'orario, dei testimoni hanno visto Francesco Ferrari, da solo, presso la scogliera, mentre nessuno ha visto in quei pressi Licia Gioia; per cui, pur essendo secondo me poco "probabile", non è affatto "impossibile" che, lasciando a casa il suo cellulare, Francesco Ferrari si sia impossessato di nascosto sia del cellulare della moglie (che era in casa), sia di una sua scarpa per inscenare tutta la "coreografia" sulla scogliera.
Ed infatti, a voler essere precisi, non si vede affatto "il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera", bensì soltanto "la di lei scarpa protesa verso lo strapiombo della scogliera"; anzi, solo la metà di una scarpa.
b)
I messaggi sono stati inviati alle ore 17,54 del 27 Febbraio ed alle ore 18,02 del 27 Febbraio e Licia Gioia è morta alle ore 0,30 del 28 Febbraio; per cui, in meno di sette ore, è possibilissimo che Licia Gioia non abbia controllato la sua messaggistica WHATSAPP.
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3)
Poi tu scrivi, molto ragionevolmente: "In mancanza di figli, e con moglie assolutamente autonoma quanto lui sul piano finanziario...non c'era proprio ragione neanche lurido-ragionieristica per accoppare una moglie (magari esasperante) e rischiarci pure la carriera, quando esiste la santa e benedetta separazione legale."; anzi, ancor meglio, io aggiungerei "...e rischiarci pure la galera!"
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Il che è GIUSTISSIMO!
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Però non sappiamo se in caso di abbandono da parte del marito, lei avrebbe potuto vendicarsi rivelando degli "scheletri" nascosti nel suo armadio; che, essendo lui un ispettore di polizia, potevano risultare molto "pericolosi".
Ed infatti (quasi) tutti i coniugi sono al corrente di segreti, più o meno "compromettenti", dell'altro coniuge!
Questo lo dico per "esperienza divorzistica", perchè, purtroppo, ho assistito a vari casi di mariti finiti in galera (alcuni appartenenti proprio alle forze dell'ordine), a seguito di rivelazioni della moglie divorziata; a volte, anche quando era stata lei ad abbandonare il marito per un altro uomo.
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Però, anche secondo me, queste sono soltanto delle "congetture"; del tutto inadeguate (da sole) a far condannare Francesco Ferrari!
Su questo siamo perfettamente d'accordo!
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4)
Ma io non ritengo di certo il marito colpevole di omicidio, in base alle sole congetture riguardanti le "fotografie" ed il "movente"; le sole che tu hai preso in considerazione, e che, giustamente, non ritieni affatto sufficienti per una condanna del marito.
Ed io neanche!
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Ed infatti io lo ritengo colpevole in base alla "meccanica dell'evento" e all'"autopsia"; cose che, invece, tu hai completamente ignorato.
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Ed infatti:
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A)
La "prima regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo in casi del genere è di "NON CERCARE <<MAI>> DI DISARMARE UNA PERSONA CHE MINACCIA DI SUICIDARSI CON UNA PISTOLA!"
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Ed infatti, i casi sono tre:
a)
O la persona in questione è realmente decisa a suicidarsi, ed allora è "tecnicamente" impossibile riuscire a saltarle addosso per impedirglielo, perchè nessun essere umano è più veloce di una pallottola (a parte quello che si vede nei film).
b)
Oppure la persona in questione è ancora indecisa se suicidarsi o meno, ed allora è proprio una colluttazione che potrebbe provocare la sua morte; o quella di chi cerca di disarmarla.
c)
Discorso analogo a b), vale se il presunto aspirante suicida sta soltanto "bluffando".
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In tutti e tre i casi l'unico modo di "ingaggiare" qualcuno che minaccia di suicidarsi con una pistola, è quello di "PARLARGLI", cercando di convincerlo a desistere; agli agenti di polizia vengono insegnate delle apposite tecniche di dissuasione, al riguardo (anche se non risultano sempre molto efficaci), ma "MAI" di saltargli addosso per cercare di impedirglielo con la forza!
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Per cui:
- o Francesco Ferrari è un ispettore di polizia che non conosce minimamente il suo mestiere;
- oppure Francesco Ferrari mente "per la gola" (come io sono fermamente convinto).
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B)
Francesco Ferrari, comunque, ""sicuramente mente per la gola", quando dichiara a verbale, che, dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato mezzo secondo, un tempo molto ristretto, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Il che non è possibile per due motivi:
a)
La "seconda regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo, quando si lotta con qualcuno per disarmarlo di una pistola semiautomatica, come la BERETTA FS PARABELLUM, è che NON VA MAI AFFERRATA LA MANO DELL'AVVERSARIO, BENSI' ESCLUSIVAMENTE IL CARRELLO DELLA SUA PISTOLA, COL POLLICE SUL CANE.
E, questo, per tre motivi;
- se il cane è ancora abbassato, ci cerca di evitare che si alzi (tentativo, peraltro, molto difficile);
- se se il cane è già alzato, ci cerca di evitare che si abbassi (tentativo anch'esso molto difficile);
- in ogni caso, se non si riesce ad evitare che la pistola spari un primo colpo, come accade nella maggior parte  dei casi, si evita "con certezza" che ne parta subito un secondo.
Ed infatti, afferrando il carrello nel modo previsto dalle "regole d'ingaggio", una volta partito il primo colpo, l'"espulsore" e l'"estrattore" della pistola non riescono ad espellere il bossolo, perchè la sua fuoriuscita è impedita dalle dita della mano; per cui LA PISTOLA SI INCEPPA, e, di sicuro, non può essere disinceppata mentre prosegue la colluttazione.
Per cui, se Francesco Ferrari ha seguito tale tecnica, in uso preso tutte le polizie del mondo, è materialmente impossibile che "subito dopo, sarà passato mezzo secondo....è partito il secondo colpo!"
E' un'evidente bugia!
b)
Tale bugia, comunque, è eclatantemente confermata dall'autopsia, dalla quale risulta "testualmente" che  il secondo colpo "...sicuramente non è stato  esploso nell'immediato dopo il primo, in quanto è trascorso del tempo; anche se è difficile ipotizzare con certezza quanto tempo dopo".
c)
Inoltre, sempre secondo l'autopsia, Francesco Ferrari senz'altro mente anche quando, riguardo al secondo colpo, dice testualmente "...ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie".
Ed infatti dalla perizia medica risulta "categoricamente" che la ferita alla coscia di Licia Gioia: "...è stata prodotta sulla paziente già morta"; per cui, quel secondo colpo, non lo avrebbe mai potuto sparare Licia Gioia.
Per cui, visto che in casa non c'era nessun altro, è evidente che lo ha sparato, su di lei già morta, Francesco Ferrari; per i motivi che spiegherò più avanti.
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C)
Infine, quanto al fatto che il colpo non sia stato esploso a bruciapelo, ma da circa 25 cm di distanza, questo, più che ad una colluttazione, fa pensare senz'altro ad un omicidio; ed infatti, se si tenta di evitare che qualcuno si suicidi, non si cerca di "allontanare" la pistola dalla sua testa (a 25 o a 30 centimetri), bensì si cerca semplicemente di "deviare" la direzione di tiro della pistola dalla sua testa, spostandone la direzione della canna con la mano che fa leva sul carrello (cosa che, invece, non è avvenuta).
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Inoltre:
a)
Occorre tenere presente che, visto che dalla perizia medica il colpo risulta sparato dalla distanza di 25 cm (dalla "bocca" della pistola), poichè la Beretta caibro 9 mm Parabellum è lunga esattamente 20 cm, questo vuol dire che la mano che impugnava la pistola era a circa 40/45 cm dietro la testa della vittima; una posizione davvero improbabile per la mano di Licia Gioia, visto che il colpo è stato sparato da 40/45 cm DIETRO la sua testa .
b)
Ed infatti tale posizione risulta ancora più improbabile per la mano di Licia Gioia, in quanto la pallottola è penetrata dietro l'orecchio destro della donna, fuoriuscendo dalla parte opposta; cioè nella parte anteriore del volto a sinistra.
c)
Per cui, essendo difficile che qualcuno si suicidi in tal modo, anche nel corso di una colluttazione, l'anatomopatologo, nella perizia, osserva che il suicidio sarebbe "in astratto ed in <<ipotesi remota>> compatibile, ma la posizione del corpo è innaturale e inusuale per tale ipotesi, considerata la notevole flessione del rachide cervicale e del tronco".
Ed infatti la traiettoria del proiettile (A, indicata in rosso), è compatibile con qualcuno che abbia sparato alla vittima stando alle sue spalle; se, invece, anche contorcendosi, fosse stata questa a sparare il colpo, la traiettoria sarebbe stata ben diversa (cioè tra B e C, indicate in nero).
d)
Per cui il medico legale afferma, nero su bianco, che "l'ipotesi più probabile è che la donna abbia cercato di sfuggire a qualcuno!".
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#1530
Nella Bibbia troviamo scritto:
"Poi, riguardo ai figli dell'uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che <<essi di per sé sono bestie>>.  Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; <<c'è un solo soffio vitale per tutti>>. L'<<uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie>>, perché tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna. <<Chi sa se il soffio vitale dell'uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra?>>" (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetti 18-23)
Non viene biblicamente precisato!
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Al riguardo, Gesù Cristo, che pure ha "aggiornato" molti passi della Bibbia, riguardo a questo specifico passo non ha detto niente di nuovo, nè ha precisato niente!
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Ed infatti:
- ha parlato della "resurrezione dei corpi" il giorno del giudizio universale;
- però non ha affatto precisato se il "soffio vitale" (cioè lo "spirito") dell'uomo, una volta morto, sale in alto, mentre quello della bestia scende verso il basso.
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Perciò, almeno biblicamente parlando, secondo me la questione resta aperta!
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