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Messaggi - Eutidemo

#1516
Storia / Re: Roma, "città aperta"!
12 Luglio 2023, 12:11:04 PM
Ciao Flying Dutchman.
In ordine al tuo gradito intervento, osservo quanto segue:
.
1)
L'operazione di rastrellamento degli ebrei il 16 ottobre 1943 e la conseguente deportazione nei campi di sterminio, fu sicuramente una "operazione di polizia" e non certo una  "operazione di combattimento"; fermo restando che si trattò di una delle più vergognose e disumane "operazioni di polizia" compiute a Roma dai nazisti .
Tra l'altro Kappler aveva promesso la liberazione dei prigionieri, se gli Ebrei di Roma gli avessero consegnato 50 chilogrammi d'oro; in cambio dell'oro, Kappler promise agli ebrei l'incolumità.
Gli ebrei gli consegnarono 50 chilogrammi d'oro (più tre etti in eccesso), che Kappler spedì immediatamente a Berlino, al capo dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich, generale Ernst Kaltenbrunner; il quale, però, si tenne l'oro e dette l'ordine di deportare lo stesso gli ebrei nei campi di sterminio!
Che brucino entrambi all'inferno!
***
.
2)
Quanto al "Fallschirm Artillerie Regiment, Panzer Grenadier Regiment, 362 Infanterie Division", ad essere sincero, non ne sapevo assolutamente niente; ma, indubbiamente, anche qualora si fosse trattato soltanto di un reggimento della FLAK, se era acquartierato effettivamente a Roma, questo avrebbe comunque comportato una violazione della condizione di "Roma Città aperta".
Però, se questo è vero, non si capisce per quale ragione la "Resistenza" abbia attaccato proprio il Polizeiregiment "Bozen", che era un reparto della "Ordnungspolizei" (polizia d'ordine), e non invece un reparto della "Fallschirm Artillerie Regiment, Panzer Grenadier Regiment, 362 Infanterie Division" (che, invece, era un reparto combattente).
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1517
P.S.
Per farti capire meglio perchè Francesco Ferrari "mente", quando dichiara che, dopo aver afferrato il carrello della pistola della moglie, successivamente al primo colpo ne è partito "subito" un secondo,  forse la cosa ti risulterà più chiara vedendo questo breve video.
***
Ma perchè raccontare una simile balla?
Per due motivi:
1)
Francesco Ferrari non poteva certo ammettere di aver sparato al cadavere della moglie quando lei era già morta (come, invece, risulta dall'autopsia); per cui ha dovuto per forza dire che il dito della moglie ha sparato immediatamente un secondo colpo subito dopo il primo, quando ancora era viva, durante una colluttazione ancora in corso.
2)
In ogni caso Francesco Ferrari ha contato sul fatto che giudici, giurati e parte civile, essendo convinti di conoscere a perfezione il funzionamento ed il meccanismo di una pistola "a corto rinculo di canna", si sarebbe limitati a richiedere una "perizia balistica" limitata alla "traiettoria" e alla "distanza del tiro", senza richiedere anche una specifica  "perizia oplologica" sulle tecniche di disarmo, sui loro metodi e, soprattutto, sui loro effetti (cioè, il blocco del secondo colpo).
Ed infatti la maggior parte delle persone (giudici compresi) è convinta che il funzionamento di una pistola semiautomatica consista semplicemente:
- nell'inserire il caricatore;
- togliere la sicura;
- scarrellare;
- sparare.
Ma le cose sono un tantino più complesse!
***
D'altronde Francesco Ferrari non aveva alternative nel rispondere all'interrogatorio, perchè non poteva certo ammettere di aver sparato al cadavere della moglie quando lei era già morta.
***
E, almeno finora, gli è andata bene!
***
#1518
Ciao Claudia K. :)
Riguardo alle tue sempre "intelligenti" ed "acute" osservazioni, anche questa volta in buona parte "condivisibili", osservo quanto segue.
.
1)
Sono d'accordo con te che il "movente dell'omicidio" è alquanto debole; ma, almeno stando alle testimonianze di quanti conoscevano ed hanno avuti contatti con Licia Gioia negli ultimi giorni della sua vita, lo è anche il "movente del suicidio".
Ed infatti tutti concordano sul fatto:
- che Licia Gioia non era proprio il tipo della suicida;
- che, a parte le (dubbie) fotografie sulla scogliera, Licia Gioia non aveva mai manifestato una simile intenzione.
***
.
2)
Sono anche d'accordo con te che "anche il più zelante addestrato ed ossequiente al "perfetto manuale dell'Agente d'Ordine" possa patire derive emotive quando...il "caso" gli/le sia più che coinvolgente ed intimo sul piano emotivo, potendo così condurre ad azioni del tutto estemporanee e anche mille miglia lontane dai manuali".
Hai ragione!
***
.
3)
In ogni caso non c'è dubbio alcuno che Francesco Ferrari abbia mentito, quando ha dichiarato, sotto giuramento, che dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato <<mezzo secondo, un tempo molto ristretto>>, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Ed infatti, a parte il fatto che, prima di sparare il secondo colpo, la pistola doveva venire necessariamente "disinceppata" con la tecnica "Tap-Rack-Bang" (che richiede più di mezzo secondo), dalla perizia medica risulta indiscutibilmente che tra il primo ed il secondo colpo è passato <<un tempo abbastanza consistente>>, e non certo <<un tempo molto ristretto>>; così come ha invece "menzogneramente" dichiarato Francesco Ferrari.
Che su questo abbia mentito, è sicuro!
***
.
4)
Non c'è neanche alcun dubbio che Francesco Ferrari abbia mentito, anche quando ha dichiarato, sotto giuramento: "Ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie, anche perché la mia mano sinistra era posizionata sopra il carrello mentre la mia mano destra era libera".
Ed infatti:
a)
Se è vero, come dice lui stesso, che la sua mano "era posizionata sopra il carrello" (come da manuale), era fisicamente e meccanicamente impossibile che la pistola potesse sparare un secondo colpo, perchè l'otturatore era necessariamente rimasto ostruito dal bossolo del primo colpo; di questo sono matematicamente certo, così come sono altrettanto sicuro che i giudici ignorassero completamente come funziona una pistola (visto che ne ho avuto conferma in molte occasioni).
Prima di poter sparare un secondo colpo, infatti, ormai la colluttazione doveva essere terminata del tutto; e, il superstite, indisturbato, prima di poter far partire il secondo colpo, doveva necessariamente "disinceppare" l'arma con il metodo "Tap-Rack-Bang" (che non sto qui a spiegare).
b)
Inoltre, a conferma di tale indubbia "verità meccanica", l'anatomopatologo ha sancito nero su bianco una indubbia "verità medica"; e, cioè, che il <<secondo colpo è stato sparato sul cadavere di Licia Gioia>>.
Quindi, poichè i morti non sono più in grado di sparare, chiunque abbia esploso il primo colpo, è però sicuro che il secondo colpo può averlo esploso, sul cadavere della moglie, soltanto Francesco Ferrari; facendo in modo che il proiettile, attutito dalla coscia della moglie morta, ferisse anche lui, per poter suffragare la storia della colluttazione.
***
.
CONCLUSIONE
Concludendo, sono d'accordo con te sui punti 1 e 2, ma, circa i punti 3 e 4 tu ti sei astenuta da qualsiasi commento; mentre invece sono fondamentali.
Ed invero non si tratta di ipotesi giornalistiche, bensì :
- di dichiarazioni rilasciate a <<verbale>> da Francesco Ferrari palesemente FALSE;
- di risultanze dell'<<autopsia>> indubbiamente VERE.
***
Per cui i casi possono essere soltanto due:
.
1)
O Francesco Ferrari ha effettivamente assassinato la moglie, secondo le modalità da me descritte; che non sto qui a ripetere.
.
2)
Oppure la moglie ha veramente cercato di suicidarsi, e lui ha veramente cercato di impedirglielo; per cui, sebbene da una "posizione fisicamente quasi impossibile", durante la colluttazione il primo colpo se lo è davvero sparato Licia Gioia dietro l'orecchio.
Il secondo colpo, invece, era rimasto nella pistola, perchè Francesco Ferrari l'aveva  fatta inceppare afferrandola (correttamente) sul carrello; come da lui stesso dichiarato.
A questo punto Francesco Ferrari si è spaventato, perchè, guardando la ferita dietro l'orecchio della moglie, si è reso conto che corrispondeva esattamente al "colpo del sicario"; per cui inevitabilmente i sospetti sarebbero ricaduti su di lui.
Allora ha disinceppato la Beretta con la procedura "Tap-Rack-Bang", e, poi, ha allestito una apposita sceneggiata per allontanare da sè ogni sospetto.
Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa da una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che cercare di suffragare nel modo più credibile una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla.
Quindi, dopo aver disinceppato la pistola, si è disteso sul letto abbracciato al cadavere della moglie; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola.
***
Secondo me questo è il solo modo per ipotizzare che Francesco Ferrari sia innocente; anche se ha <<indubbiamente>> "mentito" ed ha artificiosamente "alterato la scena dell'evento".
***
Ma anche queste sono solo delle mie "congetture"; mentre sono senz'atro dei "fatti", risultanti dagli atti processuali originali, che Francesco Ferrari  ha <<indubbiamente>> "mentito" ed ha artificiosamente "alterato la scena dell'evento".
***
Un cordiale saluto! :)
***
#1519
La ministra Daniela Santanchè ha dichiarato: "Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia (NDA rectius "informazione di garanzia"). Oggi più che darvi risposte sono io che dovrei chiedervi con forza delle risposte. Qualcuno dovrebbe dare a me delle risposte. E vi chiedo: è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato?".
***
Al riguardo osservo quanto segue:
.
1)
Ai sensi dell'art. 369 del Codice di procedura penale: "<<Solo>> quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere, il pubblico ministero notifica alla persona sottoposta alle indagini e alla persona offesa una <<informazione di garanzia>> con indicazione delle norme di legge che si assumono violate, della data e del luogo del fatto e con invito a esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia."
***
Gli atti ai quali il difensore ha diritto di assistere, e che necessitano, quindi, l'invio  di una <<informazione di garanzia>> sono i seguenti:
- interrogatorio,
- ispezione,
- confronto,
- accertamento tecnico irripetibile,
- perquisizione,
- sequestro e prelievo coattivo di campioni biologici.
***
In tutti gli altri casi non sussiste alcun obbligo di comunicare una <<informazione di garanzia>> all'interessato!
***
Per cui, riguardo a questo, secondo me la ministra Daniela Santanchè non ha alcuna ragione di lamentarsi, visto che non mi pare che sia stata sottoposta a nessuno degli atti di cui sopra!
***
.
2)
Ai sensi dell'art. 335 Codice di procedura penale: "Il pubblico ministero iscrive immediatamente, nell'apposito registro custodito presso l'ufficio, ogni notizia di reato che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa, contenente la rappresentazione di un fatto, determinato e non inverosimile, riconducibile in ipotesi a una fattispecie incriminatrice. Nell'iscrizione sono indicate, ove risultino, le circostanze di tempo e di luogo del fatto."
Ciò che risulta da tale registro, in via di principio, non è affatto "secretato", ed infatti (ad esclusione dei casi in cui si procede per uno dei delitti di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), le iscrizioni in questione sono comunicate alla persona alla quale il reato è attribuito, alla persona offesa e ai rispettivi difensori, ma solo <<ove ne facciano "apposita richiesta">>!
Quando vi è richiesta di comunicazione delle iscrizioni contenute nel registro delle notizie di reato a norma di tale comma, la segreteria della procura della Repubblica:
- se la risposta è positiva, e non sussistono gli impedimenti a rispondere di cui ai commi 3 e 3-bis di tale articolo, fornisce le informazioni richieste precedute dalla formula: "Risultano le seguenti iscrizioni suscettibili di comunicazione";
- in caso contrario, risponde con la formula: "Non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazione" (per esempio, fino a che sono secretate).
***
Tale secondo caso, si verifica solo se sussistono specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine, nel qual caso il pubblico ministero può disporre il "segreto sulle iscrizioni" per un periodo non superiore a tre mesi e non rinnovabile.
***
.
3)
Nel caso di Daniela Santanchè, la "secretazione" è stata disposta, appunto, per un periodo di tre mesi non rinnovabili come prevede il codice di procedura penale; e, ciò, per scelta degli inquirenti che hanno ravvisato "specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine".
Questo è il motivo per il quale l'istanza presentata a inizio anno dagli avvocati di Daniela Saantanchè, per verificare il suo eventuale "stato di indagata" aveva dato esito negativo; però i suoi avvocati erano perfettamente al corrente che nel "registro delle notizie di reato" c'era il suo nome, e che qualcosa "bolliva in pentola", altrimenti, ovviamente, non avrebbero potuto presentare l'istanza in questione.
.
4)
Poi, qualche mese fa, è infine scaduta per legge la "secretazione", per cui anche i giornali e la TV sono venuti a sapere quello che "bolliva in pentola"; così, come, ovviamente, anche l'interessata.
***
.
CONCLUSIONE
Per cui, per rispondere a Daniela Santanchè, invitandola ad aggiornare il suo lessico giuridico, quello che è accaduto, secondo me, è perfettamente "normale", e non ci vedo assolutamente niente di "scandaloso" (a parte la sua ignoranza e/o demagogia vittimistica) nè di "vessatorio" nei suoi confronti!
***
.
***
AVVERTENZA
Quanto alle presunte irregolarità delle aziende Visibilia e Ki Group, facenti capo a Daniela Santanchè, emerse dopo la puntata di Report basata sulla "desecretazione" delle indagini, non ho seguito la vicenda, per cui non posso esprimere alcuna opinione al riguardo.
Però, se è possibile, vorrei chiedervi, per cortesia, di non discuterne in questo TOPIC, il quale consiste semplicemente in una risposta di carattere giuridico ai dubbi di Daniela Santanchè.
Grazie!
***
#1520
Varie / Re: Un altro enigma del principe Rastislav
10 Luglio 2023, 19:22:38 PM
P.S.
Il prigioniero sarà impiccato anche se si rifiuta di rispondere alla domanda.
#1521
Varie / Un altro enigma del principe Rastislav
10 Luglio 2023, 17:45:49 PM
Il Castello Di Devin, in Slovacchia, grazie alla propria posizione strategica, situata a un'altezza di 212 m. alla confluenza dei fiumi Danubio e Morava, costituiva un luogo ideale per una fortezza; per cui qui, nel nono secolo, si insediò il principe Rastislav, che si dilettava di enigmi.
***
Si narra che una volta doveva decidere se impiccare o meno un prigioniero, al quale, di lunedì, sottopose il seguente enigma:
-Durante questa settimana, tra martedì e venerdì, io ti farò una domanda, alla quale:
- se tu mi risponderai menzogneramente,  domenica prossima verrai impiccato;
- se tu mi risponderai veritieramente, domenica prossima verrai impiccato egualmente;
- se tu mi risponderai che non sai che cosa rispondere, domenica prossima verrai impiccato lo stesso.
Però bada bene che sarà una domanda la cui risposta sarà  subito "verificabile oggettivamente" (ad esempio "quanto sei alto?"), e non una domanda la cui risposta non sia immediatamente verificabile (ad esempio "esistono gli extraterrestri?" o "quando ci sarà il prossimo terremoto?").-
E poi, per evitare equivoci, precisò:
- Per cui, tanto per essere ancora più chiaro, se io ti chiederò "sei più alto di un metro":
- se tu mi risponderai "no", il che è falso, io ti impiccherò domenica prossima;
- se tu mi risponderai  "sì", il che è vero, io ti impiccherò lo stesso domenica prossima.
-  se tu mi risponderai "non lo so", verrai impiccato egualmente domenica prossima.
Nè mi potrai rispondere a tua volta con una domanda; perchè in tal caso, verrai impiccato egualmente domenica prossima.
Per riflettere un po' su come salvarti, ti concedo un po' di tempo, per cui potrai scegliere quando vuoi che io ti faccia la mia domanda; che ti farò una volta sola e non te la ripeterò più.
Però, ovviamente tu non la potrai conoscere in anticipo!-
***
Riuscì a salvarsi il prigioniero?
E, in caso affermativo, come?
***
#1522
Benvenuto da Eutidemo, flying dutchman :)
#1523
Citazione di: Duc in altum! il 09 Luglio 2023, 18:04:03 PMGli animali non si chiedono perché esistono o com'è che esistono.
Quell'anima è solo per l'essere umano.

P.S. = sia ben chiaro che più conosco gli uomini più amo gli animali.
Conosco un sacco di uomini che  non si chiedono affatto perché esistono o com'è che esistono; anzi, forse sono la maggioranza ("Oἱ πλειστoι κακoί!")
Per questo condivido in pieno il tuo Post Scriptum. ;)
#1524
Storia / Re: Roma, "città aperta"!
10 Luglio 2023, 07:31:11 AM
Ciao Flying Dutchman. :)
Il governo Badoglio proclamò "unilateralmente" Roma "città aperta" quando eravamo ancora alleati con i Tedeschi, e combattevamo contro gli Angloamericani.
***
Ma mentre l'Italia smilitarizzava effettivamente Roma, la Germania, invece, che non era stata fatta partecipe della "dichiarazione unilaterale" di Badoglio,  non si sentì minimamente vincolata al riguardo; pertanto i governi alleati ignorarono la dichiarazione unilaterale e si riservano "piena libertà di azione nei riguardi di Roma", e continuarono a bombardarla.
***
Dopo l'8 settembre, le truppe tedesche occuparono militarmente Roma, in conseguenza del fatto che l'Italia si era arresa agli Angloamericani; nei confronti soltanto dei quali Badoglio aveva proclamato "unilateralmente" Roma "città aperta", essendo fino ad allora l'Italia alleata della Germania.
***
Solo successivamente all'occupazione di Roma, la resa concordata con il comando tedesco previde il mantenimento per Roma dello "status" di "Città Aperta"; tuttavia a me non risulta affatto che la città sia stata occupata da truppe della Wehrmacht, oltre che dalle forze della polizia militare.
***
Tanto è vero che l'OKW aveva sede a Frascati, e non a Roma, dove alloggiavano soltanto forze di polizia militare, e cioè:
- la I./SS-Polizei-Regiment 20
- la Polizeigruppe Rom
- Außenkommando der Sicherheitspolizei und des SD Rom
***
E' vero che, in alcune occasioni, delle truppe combattenti della Wehrmacht transitarono per le vie consolari di Roma, il che costituiva una violazione del regime di "Città Aperta"; però non mi risulta affatto che truppe della Wehrmacht occupassero stabilmente la città.
***
D'altronde, se fosse stato vero che anche truppe combattenti della Wehrmacht occupavano stabilmente Roma, non si capisce per quale ragione la "Resistenza" abbia attaccato proprio il Polizeiregiment "Bozen", che era un reparto della "Ordnungspolizei" (polizia d'ordine), e non invece un reparto combattente della Wehrmacht.
Non avrebbe avuto alcun senso!
***
Un saluto :)
***
.
***
P.S.
In ogni caso ritengo "disumana", "illegittima" e "arbitraria" la reazione tedesca all'attentato di via Rasella; cioè la strage delle Fosse Ardeatine.
Ed infatti non è vero, come molti sostengono, che ai sensi dell'art. 43 della Convenzione dell'Aja fosse "espressamente" consentita la fucilazione di ostaggi per rappresaglia; la quale, invece, divenne poi una prassi interpretativa diffusa.
Ed infatti tale norma stabilisce soltanto quanto segue "L'autorità del potere legale essendo passata di fatto nelle mani dell'occupante, questi prenderà tutte le misure che dipendano da lui per ristabilire ed assicurare, quanto è possibile, l'ordine pubblico e la vita pubblica, rispettando, salvo impedimento assoluto, le leggi vigenti nel paese."
Ed invero, secondo la prevalente attuale giurisprudenza: "L'ambigua formulazione dell'art. 43 del regolamento sulle leggi e gli usi della guerra terrestre, approvato all'Aja nel 1907, vigente all'epoca dei fatti, consentiva, secondo talune interpretazioni ancora proposte (ma non più accettabili) nel periodo della II Guerra mondiale, la "fucilazione" di ostaggi (e dunque il sacrificio di vite umane innocenti) al fine di "mantenere l'ordine" nei territori occupati. In ogni caso, se correttamente interpretato, il predetto regolamento escludeva in radice la legittimità di "rappresaglie" in danno della vita dei cittadini dello Stato occupato (cfr. Corte mil. app. 24.11.2005, Langer)."
***
#1525
Direi che non solo Dio, ma, in genere, anche noi esseri umani perdoniamo a condizione del pentimento.
***
Ed infatti:
- se qualcuno ci versa addosso il suo cappuccino, e poi si mette a ridere, è molto difficile che noi la si prenda bene;
- se, invece, qualcuno ci versa addosso il suo cappuccino, e poi si scusa, noi, in genere, lo perdoniamo dicendo "non si preoccupi!".
***
Per cui, visto che noi siamo immagine di Dio (o viceversa, secondo Feuerbach), mi sembra ovvio che Dio si comporti allo stesso modo.
***
Un saluto! :)
***
#1526
Ciao ClaudiaK :)
Hai perfettamente ragione!
Ed infatti, anche a mio parere, almeno secondo la logica sintattica italiana,  sarebbe stato molto più logico scrivere: "C'è un tempo per curare e un tempo per uccidere!"
***
Però è molto probabile che nel libro di QOÈLET, come in genere nell'ebraico antico, non si desse sempre un "valore logico prioritario" alla posizione dei verbi rispetto alla "congiunzione"; come, invece, in genere facciamo noi.
***
Ed infatti, subito dopo, QOÈLET scrive: "C'è un un tempo per demolire e un tempo per costruire." (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetto 3).
Anche in questo caso, almeno secondo la logica sintattica italiana, sarebbe stato molto più logico scrivere: "C'è un tempo per costruire e un tempo per demolire!"; ed infatti prima si costruisce, e poi si demolisce ciò che è stato costruito.
***
E poi QOÈLET scrive: "C'è un tempo per cercare e un tempo per perdere." (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetto 5).
Anche in questo caso, almeno secondo la logica sintattica italiana, sarebbe stato molto più logico scrivere: "C'è un tempo per perdere e un tempo per cercare!"; ed infatti si cerca qualcosa che prima si è perduto, e non viceversa.
***
Un saluto! :)
***
#1527
Ciao BOBMAX :)
In questo "thread" noi non si stava affatto discutendo se il "soffio vitale" sia un "qualcosa" ovvero un "puro nulla"; il che è opinabile a seconda della Weltanschauung di ognuno di noi.
Diversamente, in questo "thread", si stava semplicemente effettuando l'esegesi del passo biblico in cui si sostiene testualmente che "c'è un solo soffio vitale per tutti" e che "l'uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie".
Quindi era un tema alquanto diverso!
***
Quanto al fatto che Gesù ha implicitamente risposto descrivendo il "regno dei cieli", dicendo che "è qui, ed ora", non capisco proprio per quale motivo, allora, ci avrebbe insegnato a chiedere a Dio "venga il tuo regno"; ed infatti, se davvero il regno di Dio fosse già "qui, ed ora", perchè mai dovremmo pregarlo di farcelo pervenire?
***
In ogni caso, almeno guardandomi intorno, a me sembra che "qui, ed ora", semmai, ci sia l'"inferno"; o, nella migliore delle ipotesi, il "purgatorio" (se davvero esiste qualcosa del genere).
***
Un saluto! :)
***
#1528
Nella Bibbia troviamo scritto che: "C' è un tempo per uccidere e c'è un tempo per curare!" (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetto 3); prescrizione, questa, che, nel caso specifico, secondo me formula una "deroga espressa" al principio generale per il quale è vietato "uccidere" (Deuteronomio 5/17, Esodo 20/13).
Ed infatti, come è noto:  "Lex specialis derogat generali" (cioè: "La disposizione speciale deroga quella generale").
***
Tale passo biblico, infatti almeno a mio parere, significa "testualmente" che, ad un certo punto, arriva il momento di sopprimere il  paziente, quando ormai non c'è più alcuna concreta possibilità di curarlo; ed infatti cos'altro dovrebbe significare: "C' è un tempo per uccidere e c'è un tempo per curare"?
***
Concetto, se ce ne fosse bisogno, ancor meglio chiarito da un altro noto passo biblico, laddove troviamo scritto che è "E' meglio la morte che una vita amara, è meglio il riposo eterno che una malattia cronica." (SIRACIDE versione CEI 2008 CAP.CAPITOLO XXX versetto 17).
***
Di fronte a tali passi biblici, che, secondo me, sono "inequivoci", non vedo come si possa sostenere che l'"eutanasia" sia contraria alle Sacre Scritture.
***
#1529
Ciao Duc In Altum :)
La tua interpretazione del passo biblico da me citato è molto "arguta" ed "acuta"; e perciò mi piace molto!
Però è un po' un controsenso, almeno sul piano lessicale, che proprio gli "animali" siano del tutto privi di "anima"; sarebbe come dire che gli "intellettuali" siano privi di "intelletto" o i "videoterminali" siano privi di "video".
Un saluto! :)
#1530
CONCLUSIONE
Il "colpo di pistola dietro l'orecchio", molto frequente negli omicidi professionali, viene comunemente definito, in gergo, "il colpo del sicario".
Ed infatti:
a)
Presuppone un avvicinamento il più vicino possibile  alle spalle della vittima:
- sia per evitare che essa cerchi di reagire;
- sia per assestare il colpo con precisione millimetrica (come è avvenuto nel caso di specie).
b)
Quel punto dietro l'orecchio, è quello in cui è più facile che il proiettile penetri nel cranio senza incontrare particolare resistenza.
***
Per cui, concordo con l'anatomopatologo del Tribunale circa il fatto che Licia Gioia sia stata uccisa aggredendola alle spalle; ma, almeno secondo me, non "mentre fuggiva" come scrive lui, bensì "a tradimento" (cioè senza minimamente sospettare che stavano per spararle da dietro).
***
Un ulteriore vantaggio del "colpo del sicario" è che, se si riesce a sferrarlo quasi a contatto della pelle della vittima, con un po' di fantasia si può anche cercare di farlo passare per un "suicidio".
***
Nel caso di Francesco Ferrari, però, per una qualche ragione (forse temendo che la moglie sentisse i suoi passi), lui ha sparato un po' troppo  presto e da lontano; per cui, per cercare di farlo passare per un "suicidio", ha dovuto ricorrere ad un ulteriore "stratagemma".
***
Ed infatti, per giustificare la circostanza che sua moglie si fosse sparata in testa in una posizione acrobatica da vera contorsionista, non poteva che simulare una colluttazione avvenuta con lei per cercare di disarmarla; e, per suffragare tale versione, io avrei fatto esattamente quello che ha fatto lui.
Cioè, secondo me, dopo averla uccisa con un colpo a tradimento nel lato posteriore della testa, si è disteso sul letto abbracciato al suo cadavere; dopodichè ha accavallato una coscia della moglie sopra la sua, è, mettendole in mano la pistola, ha tirato il grilletto usando il dito della moglie premuto sotto il suo.
***
Ovviamente, ha posizionato la pistola in modo tale che il proiettile non venisse ostacolato dall'osso femorale di Licia, per cui ha puntato la canna sul lato alto della sua coscia (se non addirittura sulla natica); nel contempo, però, assicurandosi che il proiettile arrivasse sulla propria gamba con un energia il più possibile attutita dai "tessuti molli" del corpo interposto.
Come, infatti, è accaduto, perchè la ferita subita da Francesco Ferrari è sta lievissima;  anche se lui ne ha esagerato la portata, imputandola ad un colpo partito casualmente mentre cercava di disarmare la moglie (la quale, invece, ormai era già morta, come certifica la perizia medica).
***
Ovviamente, operando in questo modo, ha potuto giustificare la presenza di polvere da sparo sia sulla sua mano che su quella della moglie; nonchè le impronte digitali della moglie sul grilletto della pistola
***
Anche in questo caso mi sono dovuto basare principalmente su notizie di stampa.
Però ho avuto modo di leggere degli stralci originali:
- sia della perizia medico-legale;
- sia dell'interrogatorio dell'imputato.
Dai quali stralci, a mio parere, risulta estremamente probabile che Francesco Ferrari abbia deliberatamente ucciso Licia Gioia, cercando poi di simularne il suicidio; a prescindere che lei, in precedenza, lo avesse effettivamente minacciato o meno.
Però, non conoscendo nè le motivazioni delle sentenze di assoluzione, nè gli allegati al fascicolo processuale, anche in questo caso le mie restano delle pure e semplici "ipotesi di lavoro" per un appello in Cassazione.
***
Ancora grazie per essere intervenuta, ed un cordiale saluto! :)
***