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Messaggi - sgiombo

#1516
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
06 Ottobre 2018, 09:49:30 AM
Citazione di: viator il 05 Ottobre 2018, 23:10:25 PM


Per luce/buio e bene/male vedo che molti non hanno assimilato il concetto. Appunto, per essi è difficilissimo concepire come il bene, la luce, il calore, l'amore e tutto un mare di altri termini possano esistere di vita indipendente dai loro "opposti" che consistono semplicemente nella loro negazione. Saluti.

Esattamente allo stesso modo si potrebbe (pretendere di) dire che è difficilissimo concepire (ma andrebbe concepito, senonché molti non hanno assimilato il concetto) come il male, il buio, il freddo, l' odio e tutto un mare di altri termini (in realtà "cose reali" significate da termini verbali) possano esistere di vita indipendente dai loro "opposti" che consistono semplicemente nella loro negazione (in realtà a consistere nella negazione di termini verbali -e non di cose reali- sono altri termini verbali, e non altre cose reali: le cose reali esistono, accadono e basta; sono i concetti, o meglio i predicati costituiti di concetti, che affermano o negano)".

Come ha già evidenziato anche Phil, si tratta semplicemente di usare altri termini, altri simboli verbali per dire le stesse cose (non molto diversaente che se le si dicessero in francese o in cinese o magari con la lingua dei segni dei sordomuti anziché in italiano).
Il nocciolo della questione é che "omnis deterninatio est negatio" (Spinoza) e cioé che possiamo parlare (e pensare verbalmente, linguisticamente), dando significati a parole, solo "per opposti", solo mettendo in relazione fra loro diversi concetti in varia misura reciprocamente negantisi.


L' indebita confusione fra "bene" e "soddisfazione" e fra "male" e "insoddisfazione" l' ho già evidenziata tantissime volte nel forum (per ultimo nella risposta #26 di questa discussione), e mi sembra inutile ripetere un' altra volta ancora le stesse argomentazioni: non é che la verità o la certezza di una tesi sia proporzionale al numero di volte che la si ripete.
#1517
Citazione di: Carlo Pierini il 05 Ottobre 2018, 22:25:01 PM
Citazione di: sgiombo il 05 Ottobre 2018, 21:17:04 PM
Al di là delle di molte valutazioni di Eccles contenute nella seconda citazione da cui dissento in gran parte (lo so, non é una novità), mi sembra di averne esposto (e proposto alla considerazione di Apeiron) molto fedelmente (in pochissime parole, con un efficace sforzo di sintesi e con una correttezza, malgrado i profondissimi dissensi, delle quali senza falsa modestia mi compiaccio) la tesi dualistica-interzionistica (che ribadisco di ritenere errata e falsa).

CARLO
Le opinioni personali hanno valore solo se fondate su solide osservazioni. Ma io leggo solo opinioni e costruzioni verbali astratte e macchinose, sradicate dall'esperienza psicologica umana reale.
Ma non dovresti leggere solo quanto scrivi tu...
#1518
Al di là delle di molte valutazioni di Eccles contenute nella seconda citazione da cui dissento in gran parte (lo so, non é una novità), mi sembra di averne esposto (e proposto alla considerazione di Apeiron) molto fedelmente (in pochissime parole, con un efficace sforzo di sintesi e con una correttezza, malgrado i profondissimi dissensi, delle quali senza falsa modestia mi compiaccio) la tesi dualistica-interzionistica (che ribadisco di ritenere errata e falsa).
#1519
Citazione di: Apeiron il 04 Ottobre 2018, 19:39:08 PM
Alcune precisazioni riguardo a quanto affermato oggi:

1) Non ho mai ben capito se Berkeley rifiutasse l'esistenza della materia o se invece si limitasse a dire che anche per essa vale il principio  "esse est percipi". Onestamente, visto che era cristiano e che il Cristianesimo dà molta importanza alla "carne", mi sorprenderebbe che considerasse la materia come "illusoria". Forse, riteneva che per esistere dovesse essere percepita da Dio.
Citazione
le  mie letture (attente) di Berkeley risalgono (però) a molti anni fa, e potrei sbagliare.

Per lui la materia é reale ma unicamente in quanto insiemi-successioni di sensazioni nell' ambito delle coscienze in cui questi accadono (compresa quella di Dio, che ne garantirebbe l' esistenza anche se, per assurdo, tutti gli uomini contemporaneamente dormissero).
E' Dio a far si che le sensazioni accadano nelle varie esperienze coscienti, come tali (non come oggetti reali anche allorché non son percepiti).

#1520
Citazione di: Apeiron il 04 Ottobre 2018, 12:31:20 PM
Riguardo alla relazione "meccanica quantistica"-"materialismo vs idealismo vs dualismo" ecc, secondo me la meccanica quantistica di per sé non porta a nessuna conclusione.

Per esempio, non è nemmeno vero che per tutti i sostenitori dell'interpretazione di Copenaghen, la realtà dipende dalle osservazioni. Ad esempio, Bohr sosteneva altro, si veda questo mio post (e magari la discussione che ne è seguita, dove si spiega che la posizione di Bohr era meno "ontologica" di quanto si pensa. Ad esempio, pensava che noi potevamo indagare la realtà fisica con l'ausilio di "concetti classici" - definiti anche da procedure sperimentali - e che quindi potevamo conoscere il mondo quantistico solo attraverso il "mezzo" degli apparati sperimentali e quindi attraverso i concetti classici.). Ovviamente, ciò non significa che alcuni eminenti fisici non sostengono una cosa del genere. Si veda, Wheeler e Wigner che sostenevano che "la coscienza causa il collasso" del pacchetto d'onda (Wheeler forum la teoria dell'universo partecipatorio, per il quale l'universo dipende dall'esistenza di osservatori coscienti). Oppure si veda cosa dice Andrei Linde, si veda il video in questo link (è in inglese ma si possono attivare i sottotitoli... il video non è nuovissimo, visto che non erano ancora state scoperte le onde gravitazionali). Anche Heinsenberg era di un'ottica più "soggettivistica" di Bohr, per quanto ne so. Su Linde in italiano c'è pochissimo. In inglese, c'è molto di più. Ma in genere su tutta questa questione c'è più in inglese. Ovviamente non c'entra niente questa teoria in cui la coscienza è vista come "rilevante" nella fisica con i proclami pseudo-scientifici che si sentono a riguardo (come ad esempio, che la meccanica quantistica dimostra "la legge di attrazione". Purtroppo, alcuni sfruttano le opinioni di illustri scienziati per i loro fini).
Citazione
La questione dei "rapporti MQ-dualismo mente/cervello" come si poneva fra me e CarloPierini, sulla quale auspicavo l' autorevole (e ovviamente non indiscutibile) valutazione di un "esperto in materia" o "addetto ai lavori", non era precisamente questa.


CarloPierini sostiene una tesi di filosofia della mente "dualistica interazionistica" proposta dal neurofisiologo John Eccles e dal noto filosofo Karl Popper per la quale esiste una mente immateriale o anima (dotata di libero arbitrio) che interagisce con la materia senza violare le leggi fisiche e la chiusura causale del mondo fisico, per così dire "insinuandosi negli spazi di manovra lasciati aperti dell' indeterminismo quantistico"
Infatti essa (la mente) "determinerebbe" l' indeterminismo quantistico (inteso "a là Copenhagen come ontologico, oltre che gnoseologico o epistemologico), decidendo quale delle varie alternative possibili (diversamente probabili, secondo proporzioni statistiche probabilistiche determinate) di fatto si verifica in ciascun singolo evento "microscopico" (e dunque indeterministico secondo il pr. di indeterminazione), in occasione degli eventi di eccitazione-inibizione trans-sinaptica dei neuroni: in sostanza (ma CarloPierini mi corregga se lo ritiene necessario) la mente liberamente interverrebbe nel divenire naturale stabilendo se e quali vescicole presinaptiche vengano svuotate nello spazio sinaptico all'arrivo di un potenziale d' azione, così da determinare un'eccitazione o una inibizione trans-sinaptica, stante che le leggi fisiche (della MQ) non lo prevedono, non lo impongono ma si limitano a stabilire le probabilità secondo cui le diverse alternative possibili si verificano in serie numerose di casi.

Per parte mia ritengo poco verosimile che l' ordine di grandezza delle vescicole presinaptiche e le membrane cellulari dei neuroni (costituite da numerose macromolecole lipoproteiche) sia tale (sufficientemente "microscopico") da consentire un ruolo effettivo e conseguenze rilevabili negli eventi che le riguardano all' indeterminismo quantistico, e dunque un intervento causale efficace da parte di una mente immateriale (o anima) che non violi le leggi fisiche ovvero la chiusura causale del mondo fisico, come sostenuto da Eccles-Popper.



Infine, credo che per Berkeley la conoscenza scientifica possa essere vista come una "corretta interpretazione" o, meglio, di un'approssimata descrizione di "ciò che è percepito".
Citazione
E' esattamente quel che penso anch' io (e credo David Hume).



Nel post precedente, non ho ben specificato che Kant non è un realista indiretto perché, per lui, anche le qualità primarie (quantitative) degli oggetti della nostra esperienza non sono indipendenti da tutte le menti. Però visto che le nostre esperienze coscienti hanno una struttura simile, in tutte gli oggetti hanno proprietà quantitative...
Citazione
A me questa sembra una tesi realistica indiretta: esiste realmente una cosa in sé che condiziona (non "causalmente in senso proprio", secondo me) le caratteristiche intersoggettive (comprese le proporzioni fra le qualità primarie di enti es eventi materiali) nelle diverse esperienze fenomeniche soggettive
#1521
Errata corrige: "qualità secondarie" erroneamente per "qualità primarie, ovviamente.
#1522
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
05 Ottobre 2018, 08:02:10 AM
Citazione di: viator il 04 Ottobre 2018, 21:39:14 PM

La morte sarebbe il male supremo : Interpretazione umana.
La morte è il bene supremo : Interpretazione naturalistica.
La morte è il transito tra il male ed il bene : Interpretazione fideistica.


Senza morte non ci sarebbe vita, così come senza vita non ci sarebbe morte.
Infatti la morte non é il contrario della vita, bensì della nascita; ed entrambe sono inevitabilmente "parti integranti" della vita.
Invece il contrario della vita é la "non-vita" ovvero la "mineraltà" (Interpretazione di Sgiombo)
#1523
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
05 Ottobre 2018, 07:58:42 AM
Citazione di: Socrate78 il 04 Ottobre 2018, 20:38:57 PM
@Sgiombo: La nostra logica secondo me serve per comprendere, e nemmeno sempre bene, il mondo sensibile che ci circonda, ma non vale più se vogliamo indagare realtà metafisiche. Le stesse leggi della fisica classica iniziano a non valere più se si pone lo sguardo nel mondo della fisica dei quanti, quindi come vedi la nostra ragione è molto limitata. Di conseguenza anche i nostri comuni criteri di giusto e ingiusto, espressione della ragione, potrebbero non valere più se si cerca di indagare una realtà che va oltre le cose materiali. Se Dio è onnipotente, egli saprà ricavare in modo misterioso il bene anche dal male, ad esempio la morte (obiettivamente il massimo male) potrà diventare il passaggio verso una vita in cui l'uomo appunto sarà in contatto con Dio e quindi il male della morte viene superato in un bene più grande.
Lo stesso potrà dirsi per un bambino che nasce gravemente malato, ad esempio la malattia potrà diventare il mezzo con cui le persone che gli sono accanto dedicandosi a lui miglioreranno la loro capacità di amore, quindi si avvicineranno al bene molto di più se non ci fosse stato nessun problema: potrà sembrarti assurdo, ma secondo me ha un suo senso, nonostante non sia affatto il "senso" comune.


Beh, allora per prima cosa dovresti dimostrarmi che esistono realtà metafisiche e come sono.

Inoltre mi sembra pacifico che in ambito quantistico vigano le leggi quantistiche e non quelle della fisica classica (con le quali si integrano complementarmente), così come in ambito biologico vigono le leggi biologiche.

Ovvia anche la limitatezza della nostra ragione.
Ma questo non elimina la realtà del male, logicamente incompatibile con l' onnipotenza e l' infinita bontà divina (non é che perché possiamo sbagliarci, allora anche quel poco che ci é possibile sapere con certezza -la certezza logica propria dei giudizi analitici a priori- non é più certo).

Se Dio fosse onnipotente e infinitamente buono non sarebbe costretto a ricavare il bene dal male (che comunque in qualche misura esisterebbe, contro le premesse del ragionamento (onnipotente, infinitamente buono).

Prova a raccontarlo al povero bimbo in preda ad atroci sofferenze, che queste servirebbero a migliorare chi gli sta intorno (ma anche a questi ultimi, che soffrono anch' essi terribilmente, che sicuramente preferirebbero essere un po' meno "buoni" -ma secondo quale criterio?- e vedere il loro figlio, nipote o fratello sano e felice)! 
Anzi, no: immagina soltanto di raccontarglielo, che farlo davvero sarebbe di una crudeltà mostruosa!
#1524
X Apeiron (e chiunque voglia leggere)

Non sai quanto ho aspettato e quanto mi abbia fatto piacere leggere che c' era un tuo intervento (ma sono addirittura tre! Troppa grazia!) in questa discussione!

(Fine della sviolinata; peraltro sincera).

In questo momento non ho troppo tempo, comincerò col considerare il tuo primo intervento.

Innanzitutto, per intenderci (dimmi se sbaglio), credo che quello che tu chiami indifferentemente "mente" ovvero "coscienza" (sinonimi) si identifichi con quello che io chiamo "mente" o "pensiero" (sostanzialmente la cartesiana "res cogitans"; ma intesa alla Hume come meramente fenomenica, e non alla Cartesio come reale anche se non percepita coscientemente, anche quando non é in atto ovvero fenomenicamente presente).
E chiami "materia" come me l' altra "parte" della "realtà fenomenica" (postulabile essere) intersoggettiva (e non meramente soggettiva come é la mente o coscienza, che io chiamo solo "mente" e non "coscienza", eventualmente "pensiero").
Quella che io chiamo "coscienza" o "esperienza (fenomenica) cosciente", che comprende tanto la materia quanto ciò che io chiamo soltanto "mente" (o al massimo "pensiero": la res cogitans) e tu anche "coscienza" (la res cogitans), tu la chiami "realtà fenomenica".
Se questa "traduzione" é esatta, e dunque se ben ti comprendo, mi sembra di concordare con la tua critica del materialismo (la materia fa parte della "realtà fenomenica di Apeiron" ovvero della "coscienza o esperienza cosciente di Sgiombo" e dunque non sussiste in sé indipendentemente dall' accadere delle sensazioni fenomeniche coscienti, non é reale se e quando queste -delle quali e di nient' altro che delle quali fa parte- non accadono realmente).
E infatti sia per te che per me il solipsismo é inconfutabile (razionalmente, per inferenza o per constatazione empirica; e il fatto che tu creda che la migliore confutazione del solipsismo avvenga a livello etico mi sembra ti avvicini tantissimo al Kant della Critica della ragion pratica).

E vengo ai motivi di dissenso.
A me non pone problemi il realismo indiretto, per il quale la nostra conoscenza della realtà oggettiva, in sé, quale é/diviene indipendentemente dalle sensazioni coscienti che eventualmente se ne hanno, non é precisamente conoscenza diretta di essa (contro il realismo ingenuo), ma invece una sorta di "conoscenza indiretta e distorta", in quanto é propriamente conoscenza di ciò che nella nostra "realtà fenomenica-Ap" ovvero "esperienza cosciente-Sg" ad essa corrisponde.
Si tratta semplicemente di un limite della nostra possibile conoscenza, di cui é bene avere consapevolezza (evitando di cadere nelle pie illusioni del senso comune e del suo realismo ingenuo).
Concordo che di conseguenza non possiamo che disporre di "ipotesi" circa la "realtà vera" nel senso di "in sé", quale é indipendentemente dalle sensazioni fenomeniche (infatti quelle che personalmente propongo, per esempio a proposito dei rapporti cervello-coscienza -a là Apeiron: cervello-realtà fenomenica- non sono che ipotesi esplicative).
Concordo anche con la tua critica della "inseità" delle qualità secondarie, che anche per me sono altrettanto fenomeniche di quelle secondarie, anche se contrariamente a queste direttamente misurabili intersoggettivamente (indirettamente lo sono anche le secondarie: frequenza, intensità, ecc. delle onde luminose, ecc.).
Per me però la realtà in sé non é totalmente inconoscibile.
Non é sensibile, esperibile empiricamente, e dunque non é conoscibile con quella certezza che l' immediata constatazione empirica conferisce alla conoscenza dei fenomeni; ma se ne possono fare ipotesi, che potrebbero anche essere vere anche se non se ne può avere certezza.
Credo che per Kant fosse effettivamente totalmente inconoscibile (attraverso la ragion pura); per me (si parva licet) in proposito si possono fare ipotesi di cui non può aversi certezza, ma che spiegano tante cose e potrebbero anche essere vere (oltre che false).

Invece non capsico in che senso lo spazio "fisico", contro Kant, non coincide necessariamente con quello "esperienziale".

Secondo me la "materialità", come la intendono il senso comune (o realismo ingenuo) e il monismo materialistico, non c'è come "cose in sé", e ciò che rimane di essa sono solamente le esperienze coscienti dei vari individui (mi sembrerebbe di capire che così sia anche per te).

Però non vedo alcun problema nel fatto (indimostrabile logicamente né empiricamente constatabile: Hume!" Credibile arbitrariamente, per fede) che la materia si comporta in modo "regolare" (e dunque é scientificamente conoscibile, tecnicamente "dominabile" entro certi limiti; e inoltre secondo me quindi ha senso valutare eticamente il comportamento umano).
Infatti la "materia" é sì completamente diversa ed indipendentemente da quella che chiami la "mente" o "coscienza" (io solo "mente" o "pensiero: res cogitans), ma non lo é affatto invece da quella che chiami "realtà fenomenica" (io "coscienza" o "esperienza fenomenica cosciente").
Ma indipendentemente da questo perché mai non dovrebbe poter divenire ordinatamente?

Concordo anche con la tua critica dell' idealismo, inteso come pretesa che i fenomeni mentali (per te si possono chiamare anche di coscienza: la res cogitans) siano reali in sé non in maniera meramente fenomenica: pretesa infondata del tutto esattamente come quella analoga del materialismo.
Ma il fatto che la materia divenga ordinatamente per me non richiede affatto l' esistenza di alcun Dio creatore, né "proiettore nella nostra coscienza (mondo fenomenico per te) dei suoi contenuti sensibili" alla maniera di Berkeley (o anche di Malebranche): può benissimo divenire ordinatamente "per fatti suoi", perché é fatta così (da sempre, non per opera intenzionale di nessuno), perché "così é se vi pare, e anche se non vipare".
#1525
Citazione di: Ipazia il 04 Ottobre 2018, 19:40:06 PM
Citazione di: sgiombo il 04 Ottobre 2018, 19:15:13 PM

A mio figlio che talora mi prende in giro per le mie limitate prestazioni ciclistiche (limitate oggettivamente, ma spesso soggettivamente di grande soddisfazione: mi fanno sentire bene e mi danno ottimismo; salvo le volte che proprio non sono per niente in forma e fatico da matti...), rispondo sempre:

"Guarda che mica devo vincere il Tour de France (anche perché mi dovrei dopare...)".
ABC dell'attività fisica: mai cercare di tenere ruote, scia e passo di chi è più veloce di te.  ;D

Verissimo (ancor di più in salita)!

Si vede che sei una vera sportiva (praticante); nessuno me l' aveva detto, ma l' ho imparato subito (sopravvalutavo molto l'innegabile ma limitato vantaggio che dà lo stare nella scia di chi ci precede).

"Ognuno va con la sua gamba" (antico proverbio di vecchi ciclisti amatoriali cremonesi; e credo non solo...).
#1526
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
04 Ottobre 2018, 19:50:47 PM
Citazione di: Socrate78 il 04 Ottobre 2018, 17:01:29 PM
@Bobmax: No invece, secondo me ti sbagli di brutto, la corruzione e il male non derivano da Dio, ma da qualcos'altro di corrotto, qualcosa di simile al concetto di "demonio" o di essere malefico. Io credo che le antiche filosofie dualistiche che vedevano due principi alla base della realtà, il bene opposto al male, siano molto più vere, autentiche, rispetto alla visione agostiniana che di fatto riduce tutto al bene con gradazioni diverse, per cui il male sarebbe assenza di bene. Qualcosa della visione dualistica esiste in fondo anche nel cattolicesimo e nell'islamismo, poiché queste due religioni monoteistiche ammettono l'esistenza del demonio, come essere che si è ribellato a Dio e ha provocato il male. Dire che davvero tutto è bene mi sembra insomma edulcorare la realtà autentica delle cose.

@Sgiombo: Non è vero che il male è incompatibile con l'esistenza di una divinità onnipotente e sommamente buona: infatti Dio, proprio perché è veramente buono, rispetta il nostro libero arbitrio anche quando si orienta il male, potrebbe impedirci di commettere qualsiasi azione malvagia, ma allora paradossalmente sarebbe ancora immensamente buono? La mia risposta, contrariamente ai comuni criteri etici, è NO, poiché in quel caso farebbe violenza alla nostra stessa libertà e finiremmo per essere solo delle pedine nelle sue mani. Quindi credo che la bontà di Dio sia molto diversa dal comune modo umano di giudicare la bontà stessa.

Ma come si fa a considerare "bene" la libertà di fare del male?

Che se ne fa della "libertà" (degli altri) un bimbo nato con una terribile malattia che gli impedisce di camminare, lo fa soffrire atroci dolori e lo porta a morte in pochi anni?
Non credi che preferirebbe di gran lunga essere condizionato deterministicamente (ammesso e non concesso da parte mia che non lo sia già) ad agire ed essere sano?

Se ci fosse un uomo armato di mitra che stesse facendo una strage in una piazza affollata e tu avessi un fucile con cui ucciderlo mettendo fine alla carneficina, ti asterresti forse dal farlo per non ledere la libertà (ergo: "fare del male", se la libertà fosse un bene tale da superare qualsiasi male...) di uccidere dell' assassino stragista?

Inoltre se Ci ha creato un Dio credo che i casi siano due.

O ci ha creati fatti in un certo modo (più o meno buono oppure malvagio) in conseguenza del quale agiamo (e allora siamo "liberi" di fare ciò che lui. a sua completa discrezione ed arbitrio, ci fa fare avendoci fatto tali da farlo).

Oppure ci ha fatto tali da agire non conseguentemente a come siamo (a come ci ha fatti).
Ma allora il nostro agire sarebbe del tutto casuale ("libero" nel senso in cui sono "liberi" di dare qualsiasi risultato compreso fra "2" e "12", se lanciati, due dadi non truccati).

Tertium non datur.
#1527
Citazione di: Socrate78 il 04 Ottobre 2018, 16:43:45 PMNon è stato ben dimostrata la relazione, ma ci sono studiosi che addirittura ipotizzano come lo sforzo sportivo intenso possa persino predisporre allo sviluppo del cancro, poiché i radicali liberi ossigenati derivati dall'attività agonistica sono implicati anche in eventuali mutazioni del DNA: non è così raro infatti sentire di atleti che devono curarsi per tumori insorti senza ragione apparente.

I tumori sono patologie tipicamente multifattoriali e non hanno mai una sola e unica causa.

Ma nel caso degli sportivi professionisti i primi indiziati sono certamente le sostanze dopanti, che oggi prendono tutti (solo che l' antidoping, peggiore del doping stesso, funziona che si becca sempre e solo chi gli sponsor, o a volte -molto ma molto meno frequentemente- perfino i governi -e non certamente solo quello russo!- hanno deciso che devono perdere per non offuscare gli idoli di muscoli, cartapesta e chimica -rarissimamente di intelligenza e cultura- che hanno deciso debbano vincere).
#1528
Citazione di: Socrate78 il 04 Ottobre 2018, 14:22:37 PM
In realtà molti studi che non sono tanto pubblicizzati ridimensionano la bontà dello sport dicendo che l'attività fisica intensa genera logorio nell'organismo, soprattutto per quanto riguarda il muscolo cardiaco: sono stati esaminati dei campioni di atleti all'età di sessant'anni dopo aver praticato sport agonistico in gioventù e si è notato come da vecchi soffrissero di aritmie, collegate ad un logoramento del muscolo cardiaco. Non solo, il tessuto soprattutto cartilagineo tende a logorarsi con l'attività agonistica e gli sforzi fatti in gioventù poi si pagano in vecchiaia con lo sviluppo di infiammazioni dovute all'artrosi. Del resto è abbastanza intuitivo ed è un principio fisico, l'attività fisica genera un aumento del metabolismo con conseguente aumento anche dei radicali liberi e dell'ENTROPIA (disordine) del sistema, e quindi ciò accelera quel processo che in un'ultima analisi conduce alla morte, o sbaglio?


Lo sport professionistico (specie al giorno d' oggi) indubbiamente fa male alla salute!

A parte l' onnipresente doping (più o meno malcamuffato), sottopone comunque l' organismo a sollecitazioni abnormi e dannose.

Ma lo sport (autenticamente) amatoriale é tutt' altra cosa!
#1529
Citazione di: Ipazia il 04 Ottobre 2018, 13:47:44 PM
Citazione di: Sariputra il 04 Ottobre 2018, 12:04:18 PM
L'ozio fa bene, fa pensare e fa risparmiare calorie da ingoiare...
L'attività fisica fa bene, fa pensare (in bicicletta mi vengono le idee migliori) e fa smaltire tanta bile e calorie in eccesso ...


Anche a me.

Confermo!

Carissimo Sari, ho colto la parziale, limitata ironia del tuo intervento (solo parziale, certo).

Ma sono contento perché una volta tanto dissento anche da te!

Infatti penso che lo sport, praticato con la dovuta cautela, tenendo conto dell' età, senza esagerare (come si dovrebbe fare sempre in tutto) fa molto più bene che male.

A mio figlio che talora mi prende in giro per le mie limitate prestazioni ciclistiche (limitate oggettivamente, ma spesso soggettivamente di grande soddisfazione: mi fanno sentire bene e mi danno ottimismo; salvo le volte che proprio non sono per niente in forma e fatico da matti...), rispondo sempre:

"Guarda che mica devo vincere il Tour de France (anche perché mi dovrei dopare...)".
#1530
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
04 Ottobre 2018, 08:22:00 AM
Citazione di: bobmax il 03 Ottobre 2018, 23:01:08 PM
@Sgiombo

Che il Bene sia il fondamento non può certo essere dimostrato. Come sarebbe mai possibile "mostrare" ciò che regge il Tutto?

(Omissis)

È l'assurdo che io devo abbracciare nonostante ogni evidenza contraria!

CitazioneLe premesse dalle quali trarre inferenze non possono essere dimostrati (infatti si definiscono o si postulano).

Ma "mostrare" empiricamente é ben diverso da "dimostrare logicamente", e se davvero, come sostieni, Tutta la realtà, esistesse soltanto a causa del Bene, che in ogni istante fa sì che essa sia, ciò dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti.
Mentre mi sembra che sotto gli occhi di tutti vi sia, non dico l' esatto contrario (esiste tanto il bene quanto il male; anche perché non potrebbe essere altrimenti: "omnis determinatio est negatio" - Spinoza), ma comunque ben altro!


Perché tutto dipende da me. E forse questa è l'unica reale mia libertà: far in modo che il Bene sia.
CitazioneLibertà estremamente limitata, ché altrimenti non ci sarebbe più da un bel pezzo la grande quantità di male che é sotto gli occhi di tutti. 


L'Etica non è qualcosa di oggettivo, che si possa "conoscere".
Sì può solo esserlo, il Bene.
CitazioneForse qui concordo.
Cioé se intendi dire che il bene non si può dimostrare ma si sente di fatto interiormente (non so se ho bene inteso queste tue parole per me un po' criptiche).


Di più... solo questo davvero noi siamo.
Il male, come ben dice Viator, è semplicemente non essere.
CitazioneScusate la franchezza, ma mi sembra solo un banale gioco di parole che vorrebbe essere consolante (ma non lo é) di fronte alla realtà del male (negativa relativamente al bene, ovviamente, dato che "onìminis determinatio est negatio").