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Messaggi - viator

#1531
Citazione di: Dante il Pedante il 12 Ottobre 2020, 09:23:03 AM
Citazione di: anthonyi il 12 Ottobre 2020, 09:11:22 AM
Forse perché si preferisce la qualità alla quantità. E poi come si fa a sindacare gli interessi personali ?
Sempre stoccate eh! Intanto se non ci sono io che scrivo sembra un cimitero...Se persone intelligenti come voi scrivono di più e altro ,non credo che scrivano boiate per questo. A volte forse non ve ne rendete conto avete un atteggiamento che respinge la gente.Uno ha paura dis crivere .

Ora, il luogo virtuale in cui ci troviamo si chiama "Riflessioni". Riflettere mentalmente è certamente atto favorito dalla tendenza alla introversione. Sono personalmente convinto che oltre il 90 percento di coloro che intervengano in "Logos – Forum di Riflessioni" siano degli introversi. Tra l'altro questa, sempre secondo me, è la ragione per la quale quasi tutti gli estroversi (considero Dante il Pedante un'eccezione che conferma la regola) se ne stanno alla larga da contenuti i quali risentono in maniera profondissima della introversione di chi li crea (eccesso di cerebralità, di profondità prive di luce e di colore, eccessivo ripiegarsi sulle proprie esperienze cultural-intellettuali, timidezza, pudore o distacco nel narrarsi (o rifiuto di farlo).


Caro Dante il Pedante, io ti trovo assai ricreativo e per nulla stupido, ma purtroppo, essendo tu un estroverso, non puoi capire il mondo degli introversi. Tu riesci ad animare, con la tua frizzantezza, un luogo che non può risultarti congeniale anche se esso – esplorato dalla tua curiosità mentale, ti incuriosisce. Purtroppo poi tu parli di condivisione. La quale è appunto il nocciolo della comunicazione per chi sia estroverso. Ma gli introversi vorrebbero eventualmente comunicare ciò che nasce dentro di loro, non ciò che trovano fuori di loro stessi. Saluti.



#1532
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Papillon
12 Ottobre 2020, 12:09:59 PM
Salve.Tutti questi aspetti sono legati (ma è um tabù il parlarne ufficialmente) al problema demografico. Nessuno osa affrontarlo perchè il farlo sarebbe inutile (nessun Paese può gestirlo singolarmente) e scatenerebbe le ire dei benpensanti che vogliono eguaglianza, prosperità, tutela, ecologia, salute per tutti, senza specificare in quanti miliardi di persone dovrebbero consistere i "tutti" (la procreazione è un fatto privato, perbacco, mica di tutti !).
Perciò le società "avanzate" vanno avanti vaneggiando di mondi meravigliosi da lasciare intatti, oasi di natura incontaminata a chilometro zero senza glutine, scenari mozzafiato di terre vergini in cui la mano dell'uomo non mise mai piede.........il tutto sottoforma di cartolina pubblicitaria che ecciti il desiderio delle mandrie umane di conoscere, frequentare, occupare, devastare tutto ciò che è raggiungibile con modica spesa e possibilmente a bordo di un SUV. Saluti ed auguri.
#1533
 Salve. Al di fuori del linguaggio umano il concetto di "senso" non ha – spero sarete d'accordo – alcun significato.


Su tale base il senso (di qualcosa, e quindi, complessivamente, della vita) altro non è che il più lontano degli effetti POSITIVI umanamente prevedibili di quella certa cosa di cui si sta cercando appunto il senso.


Per chi creda, ad esempio, nella religione, il senso del credere nella religione consiste nel più lontano e conclusivo dei suoi effetti benefici, cioè l'eterna beatitudine o eterna sopravvivenza.


Per i non credenti che credano nella logica impersonale invece, il significante dell'espressione "senso della vita", rispettando sempre il principio del "più lontano degli effetti benefici", consisterà nella prospettiva di riuscire ad evitare la maggior quantità possibile di circostanze avverse o dolorose




Per i non credenti gaudenti, invece il senso della vita sarà il piacere, il godimento, in quanto esso verrà considerato come ciò in cui sempre, in ogni istante e circostanza, la vita DEVE consistere, mentre ogni altro aspetto di essa (morte inclusa) verrà da essi considerato come un indesiderato e sgradito intermezzo (o negativa indesiderata conclusione) di ciò il cui rinnovarsi (il piacere) costituisce appunto scopo e senso di vita.


Quindi avremo tutta una varietà soggettiva di "sensi" delle vita umana rigorosamente relativi.


A seconda quindi della diversa maturazione dei soggetti, il senso della vita di ciascuno potrà discrezionalmente e incontestabilmente spaziare dal riempirsi lo stomaco il più spesso possibile al cercare di immolarsi come martiri tra le più atroci torture, poichè solo il singolo è in grado di stabilire quale sia – per sè - il più lontano degli effetti POSITIVI umanamente prevedibili da porre quale senso esistenziale del proprio vivere. Saluti.
#1534
Salve Ipazia: Citandoti  con qualche mia integrazione grassettata: "Portando una torcia platonica nella notte in cui tutte le vacche, e le domande, sono nere, si scopre che alcune lo sono meno di altre: 1) da dove veniamo (archè) ? 2) Chi siamo ? (essere) 3) Dove andiamo ? (divenire) 3A) Dove finiremo ? (arrivare) 3B) Dove vorremmo finire ? (nostro arbitrio ?). Compito di Sophia è rispondere a queste domande in ogni epoca; e in ogni epoca le risposte variano, ma non così risolutamente come le risposte a domande di interesse antropologico inferiore.

Il mio modesto parere è che alla domanda 1 manchi sia la risposta di Sophia che di Gnosi (veniamo dalla nebbia in Val Padana) e alla parte materiale della 2 oggi la risposta migliore viene dalla scienza. Mentre la restante parte della 2 e la 3 (escluse le previsioni di tipo deterministico proprie delle metodologie scientifiche) sono di competenza del trascendentale umano, della meta-fisica antropologica. Per la 3A vale sempre la meteorologia della Val Padana ed infine la eventuale 3B: (dove vogliamo andare  dove vorremmo finire ?) sarebbe la versione  esistenziale della domanda 3 solo nel caso in cui si supponga l'esistenza del libero arbitrio.

Saluti.
#1535
Salve Phil. Ottimo. Una boccata d'aria fresca che si fa largo tra le fumosità delle troppe dottrine, Salutoni.
#1536
Idee per migliorare il forum / Re:Pollicioni
10 Ottobre 2020, 01:19:47 AM
Salve Jacopus. Sono assai ma non completamente d'accordo, per cui inserisco, grassettando, dei miei poiccoli rilievi :


Citazione di: Jacopus il 09 Ottobre 2020, 23:44:47 PM
Sono d"accordo sul termine prudenza, piuttosto che seriosità. (io invece lo trovo un poco troppo autoreferenziale, un posto in cui si fa una discreta cultura ma in cui la fantasia deve stare fuori dalla porta). Il fatto è che talvolta vengo irretito da un implacabile moralismo, che risulta sgradevole a me stesso, figurarsi agli altri. Quello che volevo dire è che questo forum è uno dei pochi luoghi virtuali dove scarseggiano gli insulti, dove vi sono utenti formidabili in quanto a competenze (sono d'accordo), e dove attraverso il confronto si prova a crescere. Ed ho paura che a forza di faccine si finisca per somigliare a quei luoghi virtuali folti di insulti e di incompetenti (anche qui d'accordissimo).
È vero che il numero dei partecipanti è molto diminuito. Quando arrivai, nel 2014, ogni sera si aprivano nuove discussioni e gli utenti attivi erano molti. Oggi siamo un gruppo risicato di 20 - 30 utenti e spesso basta un nulla perché uno dei 20 se ne vada  sbattendo la porta. Non so perché questo sia accaduto. Personalmente ritengo che un motivo sia da ricercare dell'avvento dei social, FB, Twitter, Instagram, YouTube che ha eroso simpatizzanti (non mi sembra che il paragone sia appropriato. I siti social son tutto sommato ambienti di una superficialità che io trovo semplicemente demenziale. Sono stati creati per veicolare consensi alla più desolante omologazione dei bassi stili di vita). Un altro motivo è il legame fra questo tipo di forum e la scrittura. E l'importanza della scrittura è definitivamente saltato a partire dagli anni '80, con l'avvento delle TV private. Se facessimo un sondaggio, sono certo che l'età media dei 20-30 utenti attivi risulterebbe attorno ai 40-50 anni (scherzi ? secondo me assai di più). Tutte le nuove generazioni bypassano questi luoghi che ritengono noiosi.(non credo proprio che le nuove gererazioni evitino Logos perchè noioso. Secondo me chi si imbatta in Riflessioni/Logos non riesce a concepire il perchè (in un mondo così pieno di mirabolanti scemenze come quello attuale, ci sia gente che perde tempo a parlare di ciò che non serve nè a guadagnare nè a divertirsi) Eppure è proprio quella seriosità a cui facevo riferimento a segnare il confine fra ciò che è solo divertente e ciò che è profondo. (la "gente" non ama nè le profondità nè le elevatezze, e la prova di ciò è la diffusione degli skylift i quali permettono di salire comodamente seduti e di evitare la stupida inutile fatica di dover risalire profondità in cima alle quali stanno appunto le cime, cioè il nulla). Magari si può essere divertenti e profondi allo stesso tempo e sono io ad essere un soggetto barboso, il che non è da escludere.(noi quasi tutti di Logos siamo più che barbosi................a cominciare da me siamo incomprensibili (tranne alcune anime semplici) e la ragione è che per scrivere su Logos occorre essere degli introversi, i quali introversi presentano TUTTI una carattersitica ; Vogliono capire il mondo portandolo, pezzo dopo pozzo, dentro sè stessi e fregandosene di farlo capire agli estroversi (l'oceanica maggioranza di quelli dei social, per esempiio), ai quali interessa solo fare capire al mondo (cioè a tutti gli altri - estroversi od introversi che siano) quanto bello ed importante sia il riuscire a riempire il mondo con la propria estroversione. Saluti.
#1537
Salve Dante. A me mancavi. Effettivamente siamo nel regno degli equivoci. Il pescatore di cui parli si trova lungo un fiume circondato da un bosco al cui interno si aggira un certo Merletti, armato di fucile. Incontrato il pescatore, il cacciatore si sente chiedere : "che caccia ?".........al che questi risponde : "merluzzi".

Naturalmente il pescatore pensa che il cacciatore sia completamente pazzo, visto che i merluzzi sono pesci di mare e comunque non si pescano col fucile.

Non sa che il cacciatore sta cercando solamente dei merli molto giovani.

Comunque, dal tono della presente discussione, mi sembra di notare che la verità circa gli argomenti trattati si stia avvicinando a grandi passi. Speriamo di non sbagliarci.

Nota per Aumkaara : "Se così fosse, dovremmo prendere come dato di fatto tutte le evidenze: "è evidente che il sole si muove e noi siamo fermi"...
Mettendolo in dubbio, si è potuto sperimentare ben altra esperienza"


Non abbiamo sperimentato nulla. abbiamo solo deciso di cambiare il riferimento relativo agli osservabili spostamenti. Quindi di evidente non c'era nulla prima e non c'è stato nulla dopo. Saluti.
#1538
Salve anthonyi. Sono un debole. Ma non ce la faccio a non replicare : "L'uomo ha sviluppato la capacità di produrre idee proprio perché gli serviva per risolvere problemi concreti e personali. Poi certo, la complessità dei sistemi culturali tende a far perdere questa relazione funzionale, ma essa è indiscutibile".

Quindi secondo te non sono i "problemi" (i bisogni naturali e poi via via tutto il resto dell'ambiente che ci circonda) che hanno stimolato la produzione delle "idee per risolverli", ma l'inverso.

Questo vorrebbe dire che prima sono comparse le idee, e solo dopo sono cominciati i problemi (mangiare, andar di corpo, venir predati da altri grossi mammiferi etc.) ?. Saluti.
#1539
Tematiche Filosofiche / Re:Anima Mundi
08 Ottobre 2020, 13:02:42 PM
Salve Green Demetr. Ho aperto l'argomento in "Filosofia" poichè intendevo appunto trattare - in modi iperbolici e quindi al di fuori dei significati correnti - del concetto di "anima" (di qualcosa o qualcuno) definita come "forma" filosofica (e non certo - o solo incidentalmente - geometrica).

Perciò stando il più possibile lontano dal significato spiritualistico (attenzione alla distinzione tra anima, spirito, spirituale, spiritualistico), religioso, teologico che viene attribuito a tale termine.

In particolare, il fatto che ciascun umano possieda un'anima (come da me intesa e qui dentro definita) rappresenta solo un'estensione appunto particolare del fatto che un'anima sia posseduta da tutto ciò che esiste.

Perciò l'anima (forma) viene da me considerata un attributo "ovvio" di ogni componente del MONDO e dello stesso MONDO nel suo insieme. Ovviamente si intende che il concetto di mondo includa in sè sia quello di cosmo che quello di natura, di vita etc.etc.


Di particolare ed esclusivo dell'uomo io invece considero lo SPIRITO, il quale, come ho accennato, sarebbe un'ANIMA dotata di INTENZIONE........attributo quest'ultimo....sì unicamente e tipicamente umano.

Capisco quindi che la visione e comprensione tua e di tanti altri del concetto di anima...........non ha nulla a che vedere con ciò che ho scritto, dal momento che delle tre possibili "visioni del mondo" :

       
  • fisiocentrica (il Mondo creò l'Uomo, il quale ebbe bisogno di crearsi il concetto di un Dio)
  • teocentrica (Dio creò il Mondo poi quindi l'Uomo)
  • antropocentrica (L'esistenza dell'Uomo giustifica l'esistenza di tutto il resto)
......................io credo nella prima, tu ed i molti altri credete in una delle altre due. Saluti.
#1540

Salve Ipazia.
Citazione di: Ipazia il 08 Ottobre 2020, 11:02:40 AM
Citazione di: Aumkaara il 08 Ottobre 2020, 10:21:52 AM
... ci sono enti con caratteristiche diverse. Perché? Cosa li rende diversi? (Non importa in che modo specifico sono diversi, le modalità interessano ai metodi scientifici.)

Le condizioni di stato del sistema. Ovvero i parametri fisico-chimico-biologico-psichici che rendono possibile l'esistenza del sistema. Non basta mettere in un barattolo C,H,O,N,P,... per produrre un sistema biologico, così come non bastano tutti i quark di Ginevra per produrre un assassino.

Come voli basso ! Talmente basso che ti invito a stare attenta a non restare impigliata nella recinzione della Tavola degli Elementi.Io la penso esattamente come te ma, dal mio diverso punto di vista (annebbiato perchè ho sempre la testa tra le nuvole), preferisco formulare come : "la diversa forma del sistema momento per momento, cioè la magari uguale quantità di ingredienti del sistema disposto però in modi (forme, e quindi insieme di relazioni) sempre diverse".

E la forma non è la sostanza. Saluti.
#1541
Salve phil. Citandoti : "Eppure, noi che non siamo computer, sappiamo che tradurre un'immagine in bytes e pixels è un'operazione certamente funzionale, ma sappiamo anche che quell'immagine dipinta non è fatta ontologicamente da pixels e bytes (bensì da carta, colpi di pennello, luce, etc.);.............................".


E certo che lo sappiamo che è così ! Semplicemente perchè qui vanno introdotte le nozioni - della quali il computer è privo - di forma (i pixels ed i bytes i quali sono informazione in sè astratta pur se materialmente basata - equivalente della informazione contenuta da un computer a chips cervello umano pensante a neuroni)) da una parte e di sostanza (i supporti, la carta, l'energia luminosa) dall'altra, la quale sostanza (chips o neuroni) pur essendo materialissima è in grado di ospitare - appunto - l'immateriale informativo.


Nella ciclicità costituita da computer (sostanza-supporto a base di chips che genera forma a base di pixel e bytes) a informazioni (forma trasmessa quale immagine) a cervello (sostanza-supporto organico a base di neuroni) a concettualizzazione delle informazioni (forma del pensiero) a sostanza (gli strumenti corporali attraverso i quali comunichiamo ad altri o reimmettiamo nel computer le informazioni)...............e via andando..........................dove si nasconde l'ontologia ? Dentro la binarietà ! (intesa come inevitabile continua permutazione reciproca della dualità di forma e sostanza). Saluti.
#1542
Citazione di: Aumkaara il 06 Ottobre 2020, 18:03:20 PM
Citazione di: Ipazia
...............................................................................
.........

Citazione di: viator le "necessità" che esse dettano sono sempre relative al sistema di previsione degli eventi [...] I materialisti "duri e puri" (non faccio nomi)  anch'essi scelgono "per fede".

Ah. La necessità non era esattamente tale, allora. Quindi si ritorna alla fede, per spiegare la causa di qualcosa: quello che si studia dipende dalla propria visione, non dalla sua natura. Se anche il materialismo filosofico si rivelasse per questo motivo una fede, cadrebbe qualunque logica che voglia arrivare fino alle proprie estreme conseguenze. Se fosse così, se la logica dovesse arrestarsi per un dogma qualunque, non potremmo proseguire.


La necessità puramente materiale, non fideistica, è quella che esiste nel mondo, nelle cose, nei rapporto causa-effetto. La necessità materiale, che sta fuori delle nostre zucche, per entrarvi è costretta a venir trasformata in concetto cerebrale, cioè immateriale. Concetto nel quale decidiamo di voler credere. O no ?.Quindi ci sarà un fuori di noi materialmente necessario (e che se ne frega se noi esistiamo e cosa ne pensiamo e crediamo) poi ci sarà - dentro di noi - il concetto di essa necessità il quale nascerà dopo essere stato assai variamente elaborato ANCHE (figuriamoci !) dai nostri sensi, poi quindi dalla nostra psiche, esperienza, coscienza, mente.E secondo me ciò che dimostra (pardon, chi ci fa credere) all'esistenza di una necessità materiale oggettiva.........sarebbe proprio il fatto che senza di essa non sarebbe mai risultata NECESSARIA la nostra apparizione a questo mondo.Per favore non obiettare nulla (scherzo !) perchè a questo punto troverei troppo faticoso il replicarti. Saluti.
#1543
Premetto un profondo plauso alle argomentazioni di Paul11. Dopodichè cito Aumkaraa : ".......(infatti, se per i primi scienziati le leggi erano "ovviamente" date da Dio, oggi le "leggi" naturali sono formulazioni. Con cui descrivere le regolarità osservate. Non sono la causa di tali regolarità, ne sono solo il "racconto" che ne facciamo noi)".

Ma le leggi, escogitazioni appunto nostre, non hanno carattere di assolutezza e le "necessità" che esse dettano sono sempre relative al sistema di previsione degli eventi che noi umani abbiamo deciso di adottare.

Il fatto che il sole sorga anche domani resta una nostra previsione probabilistica, non una certezza od una "necessità" immortale. Ci crediamo, ci contiamo, regoliamo la nostra vita su ciò...........ne facciamo, tutto sommato, un articolo di fede. Cerchiamo di vincere una scommessa e sempre - finora - l'abbiamo vinta.

I materialisti "duri e puri" (non faccio nomi)  anch'essi scelgono "per fede". Tutti noi nasciamo privi di certezze e non troveremo mai nessuno che possa spiegare alle fedi che ci diamo via facendo (quella in Dio per alcuni, quella nella ragione o logica o scienza per altri) in qual modo si possa passare - durante la vita - da una condizione di incertezza ad una di certezza. Per farlo occorrerebbe incontrar per strada la Verità. Come molti affermano sia loro successo ma nessuno mai riuscirà a dimostrare. Saluti.
#1544
Salve Aumkaara. Citandoti : "Ti fermo subito. Un andamento naturale che prevede, dici. È quindi una natura intelligente e consapevole. È una forma di panteismo. È oggetto di fede, non di logica, come era richiesto dalla domanda. Scartato. Il prossimo, prego".

Ehm.........qui purtroppo, per via dell'argomento e dei nostri modi (purtroppo ma inevitabilmente) troppo cerebrali del trattarne.................gli infortuni son dietro l'angolo.

Non si può precisare tutto ciò che intendiamo, quando scriviamo. Troppe parole, confondono tanto quanto troppo poche impediscono di capire.


"prevede" viene da me usato non per sottintendere la capacità o volontà di qualcosa o di qualcuno di "vedere prima od oltre", bensi nel senso di "generare necessariamente un effetto". Tutto qui. Saluti.
#1545
Salve Aumkaara. Citandoti : "come si spiegano, in assenza di divinità esterne o di un panteismo (presumendo che non crediamo ad entrambi), le regolarità riscontrate nei rapporti tra elementi di un'esistenza realmente frammentaria (e non frammentata artificiosamente per finalità di approssimazione conoscitiva)?".

Io le spiego sulla base di un andamento natural-naturalistico il quale prevede - all'interno della inesorabile continua diversificazione (senza meta (umana)) del mondo - che ogni "novità" (ad esempio il sorgere di nuova vita, sia essa individuale o specifica) possa instaurarsi solamente solo dopo aver ripercorso all'indietro - più o meno totalmente - il cammino che ha portato il mondo ad essere quello che è, preparandondo a quello che sarà attraverso quello che è stato.

Si tratta della palingenesi (semplice parente dell'entropia), il cui più mirabile esempio è a parer mio contenuto nella descrizione freudiana dell'orgasmo, il quale appunto consiste in una "palingenetica obliterazione dell'io coscente il quale, tendendo ad infuturarsi in un archetipo prototipo, matura nella sinderesi".

In paroline povere, per passare l'esame bisogna farsi prima un bel ripasso del programma scolastico.

Il nuovo lo si può fare solo spogliandosi (in tutti i sensi, abbandonando indumenti, ruoli sociali, conoscenze culturali, sentimenti umani, consapevolezza di sè......abbandonandosi alla primigenia istintualità di un orgasmo il quale, se fecondante, darà l'avvio alla risalita - in un altro - dalle origini biologiche sino al perfezionamento di un nuovo "noi stessi".


Quindi quelle che tu chiami non impropriamente "regolarità", io le chiamo "reiterazioni"e rappresentano - sempre secondo me - l'aspetto "palingenetico" dell'andamento dell'entropia.

Ora tiro un piccolo sospiro di sollievo poichè - in una discussione svoltasi nel confronto tra una tesi antropo-scientistica ed la tua visione a sfondo metafisicheggiante, ho inserito - sotto forma di sassolino - la mia personale variante- Saluti.