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Messaggi - Eutidemo

#1531
Ciao Claudia K. :)
In primo luogo ti ringrazio per essere intervenuta anche in questo TOPIC; anche se temo che tu lo abbia fatto un po' di "controvoglia", solo per una forma di cortesia nei miei confronti.
Comunque, in ordine alle tue sempre "intelligenti" ed "acute" osservazioni, questa volta in buona parte "condivisibili", osservo quanto segue:
.
1)
Come ho già scritto, l'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110 impone l'obbligo ai possessori a qualsiasi titolo delle armi di cui agli artt. 1 e 2 della stessa legge (armi e munizioni da guerra ed armi e munizioni comuni da sparo) di "custodirle con ogni diligenza" ai fini della sicurezza pubblica.
***
Però, come ben chiarito dalle circolari del Ministero dell'Interno e dalla conforme Giurisprudenza, "l'obbligo di massima diligenza e sicurezza nella conservazione delle armi va considerato sempre in senso relativo"; cioè, in relazione alla situazione concreta in cui esse devono essere conservate.
***
Tale obbligo, infatti, riguarda precipuamente la coabitazione:
- con persone prive del "porto d'armi";
- soprattutto se si tratta di bambini, o di persone che non siano perfettamente capaci di intendere e di volere.
***
Se, invece, la coabitazione è con persone munite anch'esse del porto d'armi, soprattutto se appartenenti anch'esse alle forze armate o di polizia, tale obbligo, quando sono  entrambe sole nel loro domicilio, non sussiste minimamente; tale obbligo sussiste solo quando sono presenti altre persone oltre a loro, ovvero quando escono dal loro domicilio "fuori servizio", lasciando le loro armi abbandonate in casa (nel qual caso devono osservare le cautele da me descritte).
***
Per cui, in una casa in cui non vivono bambini, ma solo due coniugi entrambi appartenenti alle Forze dell'Ordine, le rispettive armi d'ordinanza possono essere poggiate, non solo "umanamente", ma anche del tutto "legalmente" , tra un turno e l'altro, su un qualunque mobiletto di casa.
***
.
2)
Poi tu scrivi, molto ragionevolmente: "Mi sembra molto più determinante, ai fini istruttori, la geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi con foto da lei a lui, il giorno prima, piuttosto che altro. Nello specifico, e sempre stando a quanto da te riferito, trovo assai poco credibile che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti, senza che lei potesse avvedersene nella giornata successiva. Ma soprattutto...se in una delle foto da lei inviate si vede addirittura il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera...non vedo proprio come questo possa corrispondere ad una lugubre coreografia di lui. In ogni caso ripeto : era perfettamente possibile geolocalizzare i cellulari di lei di lui all'ora dell'invio dei fotomessaggi, così come mi risulta sia possibile risalire anche alla data di creazione delle foto inviate in quei fotomessaggi..."
***
Al riguardo, in effetti, anche io, come te, trovo "possibile", ma poco "probabile" che il marito possa aver violato il cellulare di lei, con tanto di invio di messaggi con foto e commenti; ed infatti avevo anche scritto che il marito avrebbe potuto "prendere la palla al balzo" in base ad autentici messaggi della moglie.
***
Comunque:
a)
La geolocalizzazione di entrambi i coniugi al momento dell'invio dei messaggi, rivela che:
- il cellulare di Licia Gioia si trovava presso la scogliera;
- il cellulare di Francesco Ferrari si trovava in casa.
Però, più o meno in quell'orario, dei testimoni hanno visto Francesco Ferrari, da solo, presso la scogliera, mentre nessuno ha visto in quei pressi Licia Gioia; per cui, pur essendo secondo me poco "probabile", non è affatto "impossibile" che, lasciando a casa il suo cellulare, Francesco Ferrari si sia impossessato di nascosto sia del cellulare della moglie (che era in casa), sia di una sua scarpa per inscenare tutta la "coreografia" sulla scogliera.
Ed infatti, a voler essere precisi, non si vede affatto "il di lei piede proteso verso lo strapiombo della scogliera", bensì soltanto "la di lei scarpa protesa verso lo strapiombo della scogliera"; anzi, solo la metà di una scarpa.
b)
I messaggi sono stati inviati alle ore 17,54 del 27 Febbraio ed alle ore 18,02 del 27 Febbraio e Licia Gioia è morta alle ore 0,30 del 28 Febbraio; per cui, in meno di sette ore, è possibilissimo che Licia Gioia non abbia controllato la sua messaggistica WHATSAPP.
***
.
3)
Poi tu scrivi, molto ragionevolmente: "In mancanza di figli, e con moglie assolutamente autonoma quanto lui sul piano finanziario...non c'era proprio ragione neanche lurido-ragionieristica per accoppare una moglie (magari esasperante) e rischiarci pure la carriera, quando esiste la santa e benedetta separazione legale."; anzi, ancor meglio, io aggiungerei "...e rischiarci pure la galera!"
***
Il che è GIUSTISSIMO!
***
Però non sappiamo se in caso di abbandono da parte del marito, lei avrebbe potuto vendicarsi rivelando degli "scheletri" nascosti nel suo armadio; che, essendo lui un ispettore di polizia, potevano risultare molto "pericolosi".
Ed infatti (quasi) tutti i coniugi sono al corrente di segreti, più o meno "compromettenti", dell'altro coniuge!
Questo lo dico per "esperienza divorzistica", perchè, purtroppo, ho assistito a vari casi di mariti finiti in galera (alcuni appartenenti proprio alle forze dell'ordine), a seguito di rivelazioni della moglie divorziata; a volte, anche quando era stata lei ad abbandonare il marito per un altro uomo.
***
Però, anche secondo me, queste sono soltanto delle "congetture"; del tutto inadeguate (da sole) a far condannare Francesco Ferrari!
Su questo siamo perfettamente d'accordo!
***
.
4)
Ma io non ritengo di certo il marito colpevole di omicidio, in base alle sole congetture riguardanti le "fotografie" ed il "movente"; le sole che tu hai preso in considerazione, e che, giustamente, non ritieni affatto sufficienti per una condanna del marito.
Ed io neanche!
***
Ed infatti io lo ritengo colpevole in base alla "meccanica dell'evento" e all'"autopsia"; cose che, invece, tu hai completamente ignorato.
***
Ed infatti:
.
A)
La "prima regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo in casi del genere è di "NON CERCARE <<MAI>> DI DISARMARE UNA PERSONA CHE MINACCIA DI SUICIDARSI CON UNA PISTOLA!"
***
Ed infatti, i casi sono tre:
a)
O la persona in questione è realmente decisa a suicidarsi, ed allora è "tecnicamente" impossibile riuscire a saltarle addosso per impedirglielo, perchè nessun essere umano è più veloce di una pallottola (a parte quello che si vede nei film).
b)
Oppure la persona in questione è ancora indecisa se suicidarsi o meno, ed allora è proprio una colluttazione che potrebbe provocare la sua morte; o quella di chi cerca di disarmarla.
c)
Discorso analogo a b), vale se il presunto aspirante suicida sta soltanto "bluffando".
***
In tutti e tre i casi l'unico modo di "ingaggiare" qualcuno che minaccia di suicidarsi con una pistola, è quello di "PARLARGLI", cercando di convincerlo a desistere; agli agenti di polizia vengono insegnate delle apposite tecniche di dissuasione, al riguardo (anche se non risultano sempre molto efficaci), ma "MAI" di saltargli addosso per cercare di impedirglielo con la forza!
***
Per cui:
- o Francesco Ferrari è un ispettore di polizia che non conosce minimamente il suo mestiere;
- oppure Francesco Ferrari mente "per la gola" (come io sono fermamente convinto).
***
.
B)
Francesco Ferrari, comunque, ""sicuramente mente per la gola", quando dichiara a verbale, che, dopo aver cercato vanamente di impedire che partisse il primo colpo dalla mano di sua moglie (che avrebbe sparato in una posizione da vera contorsionista), "... subito dopo, sarà passato mezzo secondo, un tempo molto ristretto, io ho cercato di togliere la pistola dalle mani di mia moglie portandola via dalla testa e in quel momento è partito il secondo colpo che ha colpito me e alla gamba mia moglie."
Il che non è possibile per due motivi:
a)
La "seconda regola" che viene impartita agli agenti di polizia di tutto il mondo, quando si lotta con qualcuno per disarmarlo di una pistola semiautomatica, come la BERETTA FS PARABELLUM, è che NON VA MAI AFFERRATA LA MANO DELL'AVVERSARIO, BENSI' ESCLUSIVAMENTE IL CARRELLO DELLA SUA PISTOLA, COL POLLICE SUL CANE.
E, questo, per tre motivi;
- se il cane è ancora abbassato, ci cerca di evitare che si alzi (tentativo, peraltro, molto difficile);
- se se il cane è già alzato, ci cerca di evitare che si abbassi (tentativo anch'esso molto difficile);
- in ogni caso, se non si riesce ad evitare che la pistola spari un primo colpo, come accade nella maggior parte  dei casi, si evita "con certezza" che ne parta subito un secondo.
Ed infatti, afferrando il carrello nel modo previsto dalle "regole d'ingaggio", una volta partito il primo colpo, l'"espulsore" e l'"estrattore" della pistola non riescono ad espellere il bossolo, perchè la sua fuoriuscita è impedita dalle dita della mano; per cui LA PISTOLA SI INCEPPA, e, di sicuro, non può essere disinceppata mentre prosegue la colluttazione.
Per cui, se Francesco Ferrari ha seguito tale tecnica, in uso preso tutte le polizie del mondo, è materialmente impossibile che "subito dopo, sarà passato mezzo secondo....è partito il secondo colpo!"
E' un'evidente bugia!
b)
Tale bugia, comunque, è eclatantemente confermata dall'autopsia, dalla quale risulta "testualmente" che  il secondo colpo "...sicuramente non è stato  esploso nell'immediato dopo il primo, in quanto è trascorso del tempo; anche se è difficile ipotizzare con certezza quanto tempo dopo".
c)
Inoltre, sempre secondo l'autopsia, Francesco Ferrari senz'altro mente anche quando, riguardo al secondo colpo, dice testualmente "...ritengo che materialmente a spingere il grilletto sia stato il dito di mia moglie".
Ed infatti dalla perizia medica risulta "categoricamente" che la ferita alla coscia di Licia Gioia: "...è stata prodotta sulla paziente già morta"; per cui, quel secondo colpo, non lo avrebbe mai potuto sparare Licia Gioia.
Per cui, visto che in casa non c'era nessun altro, è evidente che lo ha sparato, su di lei già morta, Francesco Ferrari; per i motivi che spiegherò più avanti.
***
.
C)
Infine, quanto al fatto che il colpo non sia stato esploso a bruciapelo, ma da circa 25 cm di distanza, questo, più che ad una colluttazione, fa pensare senz'altro ad un omicidio; ed infatti, se si tenta di evitare che qualcuno si suicidi, non si cerca di "allontanare" la pistola dalla sua testa (a 25 o a 30 centimetri), bensì si cerca semplicemente di "deviare" la direzione di tiro della pistola dalla sua testa, spostandone la direzione della canna con la mano che fa leva sul carrello (cosa che, invece, non è avvenuta).
***
Inoltre:
a)
Occorre tenere presente che, visto che dalla perizia medica il colpo risulta sparato dalla distanza di 25 cm (dalla "bocca" della pistola), poichè la Beretta caibro 9 mm Parabellum è lunga esattamente 20 cm, questo vuol dire che la mano che impugnava la pistola era a circa 40/45 cm dietro la testa della vittima; una posizione davvero improbabile per la mano di Licia Gioia, visto che il colpo è stato sparato da 40/45 cm DIETRO la sua testa .
b)
Ed infatti tale posizione risulta ancora più improbabile per la mano di Licia Gioia, in quanto la pallottola è penetrata dietro l'orecchio destro della donna, fuoriuscendo dalla parte opposta; cioè nella parte anteriore del volto a sinistra.
c)
Per cui, essendo difficile che qualcuno si suicidi in tal modo, anche nel corso di una colluttazione, l'anatomopatologo, nella perizia, osserva che il suicidio sarebbe "in astratto ed in <<ipotesi remota>> compatibile, ma la posizione del corpo è innaturale e inusuale per tale ipotesi, considerata la notevole flessione del rachide cervicale e del tronco".
Ed infatti la traiettoria del proiettile (A, indicata in rosso), è compatibile con qualcuno che abbia sparato alla vittima stando alle sue spalle; se, invece, anche contorcendosi, fosse stata questa a sparare il colpo, la traiettoria sarebbe stata ben diversa (cioè tra B e C, indicate in nero).
d)
Per cui il medico legale afferma, nero su bianco, che "l'ipotesi più probabile è che la donna abbia cercato di sfuggire a qualcuno!".
***
#1532
Nella Bibbia troviamo scritto:
"Poi, riguardo ai figli dell'uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che <<essi di per sé sono bestie>>.  Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; <<c'è un solo soffio vitale per tutti>>. L'<<uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie>>, perché tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna. <<Chi sa se il soffio vitale dell'uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra?>>" (QOÈLET versione CEI 2008 CAP.III versetti 18-23)
Non viene biblicamente precisato!
***
Al riguardo, Gesù Cristo, che pure ha "aggiornato" molti passi della Bibbia, riguardo a questo specifico passo non ha detto niente di nuovo, nè ha precisato niente!
***
Ed infatti:
- ha parlato della "resurrezione dei corpi" il giorno del giudizio universale;
- però non ha affatto precisato se il "soffio vitale" (cioè lo "spirito") dell'uomo, una volta morto, sale in alto, mentre quello della bestia scende verso il basso.
***
Perciò, almeno biblicamente parlando, secondo me la questione resta aperta!
***
#1533
Racconti Inediti / Re: La pistola scomparsa!
08 Luglio 2023, 12:25:38 PM
CAPITOLO QUARTO
Nella sala da pranzo, nell'abitazione di Guido Leggeri, erano seduti per cenare, tutti insieme, il colonnello comandante della caserma Fulvio Sarti, il maggiore  vice-comandante della caserma Mario Belli (che si era tolto il gesso da due giorni), il capitano Guido Leggeri, il tenente Carlo Colli, il comandante del RIS capitano Marco Anselmi, il vicecomandante del RIS tenente Silvio Conti ed il Il medico legale Licio Agresti.
- Signori!- esordì il colonnello - Non ho certo voluto questa cena per festeggiare alcunchè; in quanto siamo tutti in lutto per la moglie del nostro caro collega Guido Leggeri.
L'ho ordinata, invece, perchè, dopo il rilascio del capitano Guido Leggeri, e del tenente Carlo Colli, vorrei che, tra gli ufficiali coinvolti in questa tragica vicenda, ci sia una completa "riconciliazione" e "riappacificazione"; sia per il bene dell'Arma, sia, in particolare, della nostra caserma-
Dopodichè, cominciarono tutti a mangiare; scherzando, e parlando del più e del meno.
***
Dopo circa una decina di minuti, però, il maggiore Mario Belli si scusò, e chiese il permesso di usare il bagno; che il capitano Guido Leggeri gli accordò senza esitare.
Però, visto che il maggiore tardava a tornare, tutti cominciarono a preoccuparsi; per cui il colonnello disse al capitano: - Leggeri, vada un po' a vedere se il maggiore ha qualche problema!-
***
Leggeri andò alla porta del bagno, e bussò, chiedendo: -Va tutto bene, maggiore?-
Non aveva finito di parlare, che la porta del bagno si spalancò, e Leggeri si trovò la pistola d'ordinanza di Belli puntata al petto: - No, capitano, non va bene per niente !-
***
Tutti scattarono in piedi dalla tavola, e il colonnello, puntando la sua pistola a Belli, gli ordinò perentoriamente: - Maggiore, deponga immediatamente quell'arma!-
Ma Belli non se ne dette per inteso.
- Maggiore, ubbidisca...e poi ne parleremo con calma!-
***
                              FINE PRIMA PARTE
Il prossimo capitolo, che, ovviamente, ho già scritto, contiene il mio "finale personale"; però, ciascuno di coloro che hanno letto fin qui il mio breve giallo, è libero di scegliere il proprio "finale personale" (ovviamente congruente col resto del racconto), che, magari, risulterà anche migliore del mio.
Il mio "finale personale" lo pubblicherò tra qualche giorno, per darvi tempo, se volete, di scrivere il vostro.
Un saluto a tutti gli intervenuti, che hanno avuto la pazienza di leggere sin qui il mio racconto! :)
***
#1534
Racconti Inediti / Re: La pistola scomparsa!
08 Luglio 2023, 12:21:23 PM
CAPITOLO TERZO
- No signor procuratore!- rispose ancora, per tutti il comandante del RIS - Non ci permetteremmo mai!
Però, anche se abbiamo ancora qualche "problemino" circa il "mezzo" dell'omicidio, in compenso non ne abbiamo molti circa il "movente" e l'"occasione" del delitto.-
- E cioè?- chiese, ansioso, il magistrato.
***
- Era notorio, in tutta la caserma, che il tenente Carlo Colli aveva una relazione sentimentale con la moglie del capitano Guido Leggeri; il quale, altrettanto notoriamente, era follemente geloso della moglie, ed è anche un tipo alquanto violento.-
- E il capitano lo sapeva, di avere le corna?-
- Non sappiamo se lui lo sapeva!-
***
- Come mai Carlo Colli si trovava lì proprio alle nove, quando il marito della sua amante era in casa sotto la doccia?- chiese perplesso il procuratore - Non era una cosa rischiosa?-
- Senz'altro!- rispose il colonnello - Ma lui afferma di essere andato nell'abitazione di Leggeri, perchè Rita Licosa gli aveva inviato un SMS pregandolo di recarsi immediatamente a casa sua.-
- Ed era vero?-
- Sì, perchè la morta aveva ancora in mano il cellulare aperto su WHATSAPP, con quel messaggio scritto alle nove meno un quarto; alla stessa ora in cui il messaggio è arrivato al cellulare di Colli.-
- Quindi alle nove meno un quarto Rita Licosa era ancora viva, giusto?- dedusse il procuratore.-
***
- Non necessariamente!- rispose il vicecomandante del RIS Silvio Conti - Ed infatti, almeno in teoria, l'assassino potrebbe avere:
- ucciso la vittima tra le nove meno venti e le nove meno un quarto;
- inviato lui il messaggio a Colli alle nove meno un quarto, per attirarlo in casa di Rita Licosa;
- cancellato le sue impronte dal cellulare;
- messo il cellulare in mano a Rita Licosa.-
***
- E poi, se l'assassino era il marito, potrebbe aver aperto la doccia, mettendocisi sotto nudo alle nove meno dieci, anche se lui dice che era in bagno da più tempo, dopo aver fatto sparire la pistola calibro .22 (anche se non sappiamo come)- proseguì per lui il procuratore.
- Già!- convenne il comandante del RIS -Ma Carlo Colli, essendo convinto che Leggeri non sapesse nulla della sua tresca con la moglie, la pensa diversamente-
- E cioè?-
***
- Lui dice che quando è arrivato alla casa della famiglia Leggeri, la porta era già aperta; per cui già da fuori si sentiva il rumore della doccia. E chi è che si fa la doccia lasciando aperta la porta di casa!-
- Quindi?- lo incalzò il procuratore.
- Quindi, Colli racconta che entrò dentro molto cautamente; ma, nonostante questo, stava per urtare col piede la testa di Rita Licosa, che era stesa bocconi per terra in direzione della porta d'ingresso.
Si chinò per tastarle la jugulare, ma, quando si accorse che era morta, pensò subito di essere caduto in una trappola per incastrarlo...ed allora fuggì via terrorizzato.
Ma fu bloccato dai due ufficiali prima di poter chiedere aiuto all'amico,  e poter uscire dalla caserma con la sua macchina; che stava facendo riferimento al distributore.-
- Ma perchè lui pensa che non sia stato Guido Leggeri a cercare di incastrarlo?- insistè il procuratore.
***
- Per tre motivi.
Primo, perchè è tutt'ora convinto che Leggeri non sapesse niente della sua tresca con la moglie.
Secondo, perchè, a suo parere, visto che la moglie era palesemente morta da poco, Leggeri non avrebbe fatto in tempo ad ucciderla, a far sparire la pistola, e, infine, a mettersi addirittura nudo sotto la doccia.
Terzo, perchè, almeno a quanto dice lui, l'unico ad avere un movente per uccidere Rita Licosa era Il maggiore  vice-comandante della Caserma Mario Belli, che abitava lì a fianco, e non il capitano Guido Leggeri!-
- E perchè mai?- domandò sorpreso il procuratore -Era innamorato anche lui di Rita Licosa?-
***
- Niente affatto!- ghignò Conti - Secondo quanto dice Colli, Mario Belli era innamorato di lui; e, per questo, odiava Rita Licosa.
Però voleva vendicarsi anche di Colli; perchè, avendo capito che era "eterosessuale", e che, quindi, non lo avrebbe mai corrisposto, voleva metterlo nei guai.
Quindi, secondo lui, il maggiore, potrebbe avere:
- bussato alla porta dell'abitazione di Rita Licosa con una scusa, contando sul fatto che, a giudicare dal forte rumore della doccia, il marito non avrebbe sentito nè il campanello nè il rumore di un calibro .22 CCI QUIET (come, in effetti, abbiamo verificato);
- ucciso la vittima tra le nove meno venti e le nove meno un quarto, usando la mano sinistra (sulla quale, però, lo STUB è risultato negativo);
- inviato lui il messaggio a Colli alle nove meno un quarto, per attirarlo in casa di Rita Licosa;
- cancellato le sue impronte dal cellulare;
- messo il cellulare in mano a Rita Licosa;
- tornato zitto zitto nella sua abitazione, lasciando accesa la luce ed aperta la porta di casa Leggeri, per attirare Colli nella trappola.
***
- Mi sembra molto lambiccato!- osservò stizzito il colonnello comandante della caserma Fulvio Sarti - E poi io metterei la mano sul fuoco che Mario Belli:
- non è affatto un omosessuale;
- nè, tantomeno, è un assassino.
Inoltre abbiamo verificato che, effettivamente, all'ora del delitto, stava scrivendo una relazione sul suo computer; ma con la mano sinistra.
Ed infatti il maggiore Belli aveva il braccio destro fratturato ed ingessato, e, quindi, non avrebbe potuto neanche usare una "pistola semiautomatica"; non potendo nè inserire il proiettile nel caricatore, nè scarrellare l'arma per inserire il colpo in canna. Senza considerare, appunto, che lo STUB sulla sua mano sinistra è risultato negativo, e che i medici escludono nel modo più categorico che possa essersi tolto da solo il gesso ed aver sparato con la mano destra, perchè la frattura era troppo grave e i tendini completamente atrofizzati. In ogni caso il RIS ha verificato che l'ingessatura originaria non è mai stata rimossa!-
***
- Però, stranamente, in fondo al pozzo che proprio lui fece scavare un mese fa dietro le loro due abitazioni, abbiamo rinvenuto una "valigetta" di plastica "vuota" per il trasporto di una Smith & Wesson 617 calibro.22- osservò Conti - La quale, come è noto, è una "rivoltella" calibro.22, e non una "pistola semiautomatica"!-
***
- Inoltre...- aggiunse Marco Anselmi -...ci vuole poco a mettere un PC in "modalità dettatura", e poi accendergli accanto un registratore vocale in "play";  e fare così in modo che il computer scriva quello che sente dettare, anche se non c'è nessuno alla tastiera. Per cui l'"alibi" del maggiore lascia un po' il tempo che trova!-
- Questo è vero!- ammise il colonnello.
- Però il RIS ci conferma che il colpo è stato sparato molto probabilmente:
- con una "pistola semiautomatica";
- con una leggere  "inclinazione da destra verso sinistra".
Per cui è estremamente improbabile che l'assassino sia il Maggiore Belli, che non poteva usare la mano destra.
In ogni caso, però, non avevamo elementi per effettuare un "fermo in isolamento" del maggiore, come nel caso di Colli e Leggeri; i quali, erano "comprovatamente" sulla scena del delitto, più o meno nel momento in cui esso si è verificato, mentre il maggiore no. Almeno a quanto ne sappiamo!-
***
- Tuttavia da quel momento abbiamo tenuto sotto controllo ogni sua mossa, pedinandolo discretamente- intervenne Conti - E la sua abitazione è stata perquisita accuratamente nello stesso tempo in cui veniva perquisita quella di Leggeri; ed anche lì non abbiamo trovato nessuna pistola, tantomeno una calibro .22 (neanche nascosta nel suo braccio ingessato)-
***
- Io ho interrogato personalmente il maggiore Belli; come ho fatto anche con gli altri, dopo che, in effetti un po' arbitrariamente, avevate già fatto di vostra iniziativa anche voi carabinieri- intervenne nella discussione il procuratore militare - E lui conferma di non essersi mosso dal suo computer per tutta la sera, di non aver udito nessuno sparo, e di non essere affatto un omosessuale; così come sostenuto da Colli-
- Ed allora?- chiese il colonnello.
***
Il procuratore, ormai, non sapeva più che pesci prendere, quindi concluse:
- Visto che tutti e tre gli ufficiali, ed i loro alloggi, sono stati perquisiti immediatamente dopo il delitto, senza trovare alcuna pistola (a parte quelle di ordinanza), nè avevano il tempo o la capacità di "spezzettare" la calibro .22 del delitto e di andare a "nasconderne" i vari pezzi chissà dove,  io non posso fare altro che desumerne che l'assassino sia stato un altro, in possesso di una pistola calibro .22"; anche se non sappiamo nè chi è , nè come abbia fatto, nè perchè lo abbia fatto.
Ritengo, quindi, che Leggeri e Colli debbano essere rilasciati, e di aprire un'"inchiesta verso ignoti"; così ho deciso, e così sia fatto!-
#1535
Racconti Inediti / Re: La pistola scomparsa!
08 Luglio 2023, 12:07:18 PM
CAPITOLO SECONDO
- Cioè, ad esempio, nel caso di "radioline portatili", "notebook", "macchine fotografiche" ecc., sebbene non abbiano la forma di una pistola, potrebbero contenerne però una molto piccola, "schermata" dal metallo del contenitore; per cui, quando scannerizziamo "forme" che potrebbero "schermare" una pistola, apriamo sempre l'apparecchio per vedere che cosa c'è dentro.
Abbiamo perfino scannerizzato l'ingessatura al braccio del Maggiore Belli, per sicurezza: ma abbiamo trovato solo una grossa frattura ai raggi X!-
***
- Quindi, forse, avreste dovuto smontare anche tutte le pistole presenti nella caserma, perchè le Berette cal.9 Parabellum sono abbastanza grandi da poter contenere una piccola pistolina calibro .22 pollici (cioè mm 55,88)!- osservò Giusti.
***
- Lei ha ragione, signor procuratore- rispose Silvio Conti - Ed in effetti esistono pistole calibro .22 molto piccole; come, ad esempio, la Beretta 21A BOBCAT cal..22 LR o la FREEDOM ARMS CAL. .22.
***
Però, a parte il fatto che non esistono pistole cal .22 abbastanza piccole da poter essere nascoste dentro una nostra Beretta d'ordinanza, la "perizia balistica" ci ha confermato che Rita Licosa è stata uccisa con una pistola calibro .22 di notevoli dimensioni; perchè il piccolo diametro del proiettile non ha niente a che vedere con le dimensioni della pistola che lo ha sparato.
Ed infatti, sia dalla penetrazione del proiettile, sia dalle "striature" sulla sua superficie, doveva trattarsi di una pistola abbastanza voluminosa; ciò in quanto la canna di quella pistola doveva essere lunga tra un minimo di 12 cm ad un massimo di 14 cm; per cui, nel suo complesso, considerando le proporzioni "standard", quella pistola doveva essere lunga all'incirca 20 cm ed alta circa tra un minimo di 12 cm ad un massimo di 14 cm.-
- Caspita!- esclamò sorpreso il procuratore - Io credevo che le pistole calibro .22 fossero tutte piccole!-
***
- Però non è affatto così, signor procuratore!- scosse la testa il colonnello - Pensi soltanto alla Smith & Wesson 617 cal..22; che, da scarica, pesa più di  1200 grammi, ed è grossa quanto un cannone!
- E' forse stata uccisa con quella?-
- Mi dispiace, signor giudice!- si schermì Il comandante del RIS - Siamo stati in grado di stabilire, con ottima approssimazione, la dimensione della pistola, ma non la sua marca; probabilmente era una "pistola semiautomatica", e non un "revolver", ma, in assenza del bossolo, non possiamo dirlo con sicurezza. Comunque abbiamo smontato e controllato tutte le "armi pesanti" della caserma, le quali fossero abbastanza grandi per poterla contenere; ma non abbiamo trovato assolutamente "niente"!
Anzi, a dire il vero, abbiamo controllato tutta la caserma, palmo a palmo, dagli armadi ai cassetti, dai pavimenti ai soffitti e alle pareti, dai cespugli ai materassi, dagli sciacquoni ai WC (controllandone gli scarichi) ...senza minimamente trovare traccia dell'arma del delitto!-
***
- Senza considerare che la caserma ha una sola via di accesso, i cui controlli sono dieci volte più accurati di quelli di un aeroporto- interloquì il colonnello - Per cui possiamo essere sicuri che, qua dentro, non è mai entrata, e nemmeno è mai uscita, una pistola calibro .22.
Grande o piccola che essa fosse!-
- Eppure Rita Licosa è stata uccisa proprio con una pistola calibro .22- osservò ironicamente il procuratore - Per cui mi sembra evidente che voi non abbiate considerato tutte le possibilità: ad esempio la rete fognante e i tombini.-
***
Ma il comandante di RIS rispose: - La rete fognante l'abbiamo esplorata tutta, scarichi dei WC compresi, senza trovare niente neanche lì; ad ogni modo in questa caserma non ci sono tombini, in quanto la rete fognante ha un unico accesso sorvegliato notte e giorno da sentinelle.-
- Cosa vuole, signor procuratore...- allargò le braccia Marco Anselmi  - Questa caserma è stata costruita all'insegna della "paranoia" più spinta, su apposite direttive del Capo di stato maggiore della difesa; ed infatti gli attentati alle caserme dei carabinieri stavano diventando sempre più frequenti e pericolosi!-
***
- Ma, passando da "infera ad astra" non avete pensato che la pistola potrebbe essere stata introdotta qui dentro utilizzando un piccolo "drone"; e poi, con lo stesso "drone", essere portata fuori ?- azzardò Giusti.
Ma Marco Anselmi scosse la testa: - Anche questa ipotesi è da escludere- disse -Ed infatti il centro di controllo della caserma è dotato dell'apparato elettronico di "rilevamento droni" più avanzato del momento; nessun "drone" può entrare o uscire di qui senza essere rilevato e monitorato.
Senza contare che, sopra questa caserma, è interdetto il volo di aeroplani, elicotteri, palloni sonda ecc.; i quali, droni compresi, verrebbero comunque immediatamente rilevati dai nostri sofisticatissimi "radar" a lungo, medio e corto raggio.
***
- E se la pistola fosse stata semplicemente gettata nella caserma da un complice, lanciandola oltre il muro, e poi, allo stesso modo, rilanciata fuori?- fece un ulteriore tentativo di spiegazione il procuratore.
- Hmm...- bofonchiò il colonnello -...a parte il fatto che il muro è alto dieci metri, ed è sormontato da una rete alta cinque, sulla sua sommità ci sono dei sensori i quali rileverebbero qualsiasi passaggio di oggetti più grandi di una mosca; siamo stati costretti ad impiantare anche un impianto ad ultrasuoni, per tenere lontani gli uccelli  i pipistrelli ed altri animali, i quali, altrimenti, farebbero scattare l'allarme in continuazione.-
***
- Be'...- esclamo allora il procuratore - E allora, se siete proprio sicuri che qua dentro non c'era nessuna pistola calibro .22, non sarebbe possibile che la pallottola calibro .22  sia stata infilata "a spinta", ad esempio con un punteruolo, nella nuca della vittima? Oppure scagliata con un mezzo diverso da una pistola, ad esempio una "mazzafionda" o qualcosa di simile?-
- Lo escludo nel modo più assoluto, signor procuratore!- rispose il medico legale - Ed infatti:
- il colpo è stato sparato a breve distanza, per cui sono rimaste delle "bruciature" sulla "cute" della vittima;
- la lacerazione a "cuneo idrodinamico" nei "tessuti", può essere provocato solo da un proiettile sparato da un pistola.-
- Inoltre sulla ferita ed anche sul proiettile, abbiamo trovato chiarissime "tracce di polvere da sparo"- aggiunse Conti. 
***
- Ed allora, forse, l'assassino, ha introdotto pezzo a pezzo la pistola nella caserma; e poi, dopo aver ucciso la vittima ha rismontato pezzo a pezzo la pistola- ipotizzò il procuratore -Quindi ha nascosto i vari più piccoli componenti nei posti più diversi, disparati e lontani tra di loro!-
- Questo è teoricamente possibile, signor procuratore- convenne il comandante del RIS Marco Anselmi -Però tenga presente che un conto è uno "smontaggio da campo", che si effettua in pochi secondi, anche ad occhi chiusi, ed un altro conto è smontare una pistola nei suoi vari pezzi, il che è un lavoro da "certosino".  Ciò in quanto una "pistola semiautomatica" è composta da ben 26 pezzi, ed un "revolver" poco meno; per cui ci vuole un bel po' di tempo ed una attezzatura speciale per smontarla pezzo a pezzo, e poi andare a nascondere i vari pezzi in luoghi diversi-.
***
-Pertanto nessuno dei tre possibili sospetti potrebbe aver fatto una cosa del genere:
- Colli e Leggeri perchè non hanno avuto materialmente nè il tempo nè l'occasione per poter effettuare un'operazione del genere (lo abbiamo calcolato);
- Belli perchè, con un braccio ingessato, sarebbe stato impossibilitato a farlo (lo abbiamo verificato).-
***
- Va bene!- si arrese il procuratore - Allora ne consegue logicamente che è stato un altro ufficiale, sottufficiale o allievo residente nella caserma ad uccidere Rita Licosa, no?-
- Certo!- ammise Conti -Ma un altro ufficiale, sottufficiale o allievo della caserma:
- non ci risulta che avesse alcun movente per commettere il delitto;
- non avrebbe avuto alcun motivo di "spezzettare" e/o "nascondere l'arma", in quanto poteva benissimo lasciarla sul posto dopo aver cancellato le sue impronte.
Ed infatti, quel giorno, tutti hanno sparato al poligono, sporcandosi quindi tutti le mani con la polvere da sparo. -
***
- In buona sostanza mi state dicendo che Rita Licosa è stata sicuramente uccisa con una pistola calibro .22 (di notevoli dimensioni), però:
- tale pistola non era presente nella caserma al momento dell'omicidio;
- pure se ci fosse stata, dopo l'omicidio è sparita nel nulla.
E' esatto!-
- Sì signor procuratore!- rispose, per tutti, il comandante del RIS, il  capitano Marco Anselmi.
- Ma mi state prendendo per il culo?-
***
#1536
Racconti Inediti / Re: La pistola scomparsa!
08 Luglio 2023, 11:58:45 AM
CAPITOLO PRIMO
Nella piccola sala riunioni, a fianco dell'aula principale della "compagnia comando" della caserma, c'era un ristretto gruppo di carabinieri in divisa nera; sopra la quale i due ufficiali del RIS indossavano un camice bianco.
L'unico in borghese, era il Il procuratore militare Salvio Giusti; il quale osservava perplesso la piantina della caserma che gli avevano messo sotto gli occhi.
***
Dopo qualche minuto, spezzò il silenzio e disse: - Non ho avuto ancora il tempo di leggere il vostro rapporto di ottanta pagine; cosa che farò con calma più tardi. Ma, per adesso, qualcuno di voi vuole essere così gentile da riassumermi, in breve, cosa diavolo è successo qua dentro; questa non dovrebbe essere la caserma più moderna e sicura d'Italia?-
***
- Veramente è la caserma più moderna e sicura del mondo, signor Procuratore- ribattè piccato il colonnello comandante della "Caserma Allievi Carabinieri" Fulvio Sarti - Ma quello che è successo, almeno per ora, sembra davvero inspiegabile!-
- E cioè?-
***
- Dunque...- cominciò a raccontare il colonnello - ...alle ore nove di sera del 14 aprile, i  tenenti Oreste Lione, Paolo Cresti, Stefano Anselmi e Giovanni Presti stavano uscendo dalla sala g.rischi  operativa (4);  dal lato del piccolo giardino alberato, dove si trovano le abitazioni personali del maggiore  vice-comandante della Caserma Mario Belli (5), e del capitano Guido Leggeri (1,2).
I quattro ufficiali notarono che la porta di quest'ultima abitazione era aperta, e, da essa, filtrava la luce accesa del corridoio.
***
Subito dopo, videro uscire da essa,  tutto trafelato, il tenente Carlo Colli (3), il quale si dirigeva di corsa verso l'auto di un tenente suo amico, che stava facendo rifornimento presso il vicino distributore di carburante.
***
Insospettitisi, due di essi, Oreste Lione e  Paolo Cresti inseguirono il tenente Carlo Colli, mentre gli altri due, Stefano Anselmi e Giovanni Presti corsero verso l'abitazione del capitano Guido Leggeri; dove trovano stesa in terra, con un foro di proiettile nella nuca, la moglie del capitano.
Udirono anche il rumore della doccia del capitano; il quale, poi, si scoprì essere ancora sotto di essa.
***
Avvisati a voce i colleghi di bloccare Carlo Colli, il suo amico e la vettura, Stefano Anselmi mi telefonò, chiedendomi istruzioni.
Ed io, in via cautelativa, per "estrema prudenza", ed avvisando il "nucleo di emergenza" di correre in loro soccorso, ordinai loro:
- di mettere immediatamente sotto fermo, in cella di isolamento, Carlo Colli ed il suo amico, sequestrando la vettura di quest'ultimo ai fini di una accurata perquisizione;
- di mettere immediatamente sotto fermo, in cella di isolamento, anche il capitano Guido Leggeri, che vi fu trascinato ancora in accappatoio, ai fini di una perquisizione accurata della sua abitazione.-
***
Il procuratore lo interruppe chiedendo: - Ma il rumore dello sparo quando si è udito?-
- "Mai", perchè nessuno l'ha sentito!- fu l'imbarazzata risposta del colonnello.
- Ma come è possibile!- esclamò stupito il procuratore! -Forse è stato usato un silenziatore?-
***
- No, signor Procuratore, non è stato usato nessun silenziatore- rispose il vicecomandante del RIS tenente Silvio Conti - Il rumore non si è sentito perchè la signora Rita Licosa è stata sicuramente uccisa con una pistola calibro .22", molto probabilmente con cartucce del tipo CCI QUIET; che ha un 75% di "rumore percepito" in meno rispetto agli standard, pari a soli 68/69 decibel.-
- Abbiamo anche effettuato una accurata ricostruzione dell'accaduto!- aggiunse il comandante del RIS capitano Marco Anselmi - La quale ci ha consentito di appurare che, stando sotto la doccia, è sufficiente il rumore dell'acqua ed una porta chiusa per non sentire minimamente il rumore di quel tipo di sparo in corridoio! Tanto meno si poteva udire tale rumore dalla vicina villetta del maggiore  vice-comandante della Caserma Mario Belli (5), il quale stava lavorando da circa un'ora al suo PC, ascoltando musica nei suoi auricolari. Nè potevano udirlo i quattro tenenti, che stavano chiacchierando a voce alta tra di loro, ad una notevole distanza; e, forse, al momento dello sparo, non erano ancora usciti all'aperto dalla "Sala g. rischi operativa" (4)-
***
- E dall'esame autoptico cosa risulta?- chiese il magistrato.
- Risulta che Rita Licosa è stata uccisa, con un ravvicinato colpo alla nuca, poco prima di essere trovata da Stefano Anselmi e Giovanni Presti- rispose il medico legale Licio Agresti -Quando sono arrivato io il corpo era ancora relativamente caldo; e considerato che un cadavere, in condizioni "standard", perde circa mezzo grado l'ora, secondo me Rita Licosa è morta, sul colpo, poco prima delle nove di sera, se non alle nove esatte.
Ovviamente non posso dire il minuto preciso, visto che nessuno ha sentito lo sparo; ma sicuramente "non prima" di 15/20 minuti prima delle nove, se non alle nove esatte.-
***
- Avete controllato la pallottola omicida e le armi d'ordinanza di Guido Leggeri, di Carlo Colli e di Mario Belli, per vedere quale delle tre poteva aver ucciso la vittima?- chiese allora il procuratore militare.
- Per scrupolo sì, perchè il colonnello ce l'ha ordinato!- rispose, un po' irritato, il comandante del RIS Marco Anselmi - Ma era del tutto inutile, perchè le nostre pistole d'ordinanza sono Berette Parabellum calibro 9 mm; e quindi è "materialmente impossibile" che sparino proiettili calibro .22 pollici! O meglio, per l'esattezza, calibro 0,22 pollici, pari a 5,58 millimetri.
Comunque, visto che ci era stato ordinato, abbiamo verificato, senza ombra di dubbio, dalle "striature" lasciate sulla pallottola dalle "rigature" della canna, che tale pallottola non è stata assolutamente sparata dalle loro armi. Ma è stata solo un'inutile perdita di tempo e di denaro!-
***
- E la prova del "guanto di paraffina"?-
- Adesso si dice STUB- precisò Marco Anselmi - Anche quella l'abbiamo fatta per mero scrupolo, perchè il colonnello ce l'ha ordinato, ma era assolutamente inutile; ed infatti, quel giorno, "tutti" gli ufficiali, i sottufficiali e gli allievi della caserma si erano allenati al poligono, per cui, ovviamente, "tutti", Guido Leggeri e Carlo Colli compresi, sono risultati positivi al "test". Nè poteva essere diversamente! Mario Belli invece è risultato negativo al "test", perchè, avendo il braccio destro ingessato, era esonerato dall'allenamento di tiro-
***
- Be'...- esclamò, cominciando a spazientirsi il procuratore militare - ...a questo punto basta scoprire chi possiede una pistola calibro .22, no?-
- Ha perfettamente ragione, signor procuratore- convenne il colonnello -Ma è qui che sono cominciati i nostri problemi!-
- E perchè mai?- domandò perplesso Giusti.
***
E il vicecomandante del RIS Silvio Conti spiegò:
- A parte l'ovvia perquisizione personale dei possibili sospettati (compreso il maggiore Belli), abbiamo accuratamente perquisito palmo a palmo la vettura dell'amico di Colli, l'abitazione di Leggeri ed anche l'abitazione di Belli:
- sia manualmente;
- sia con uno "detector" di ultima generazione.
Ma, purtroppo, non abbiamo trovato assolutamente NIENTE, neanche il bossolo, che è stato fatto sparire insieme alla pistola; il che è un vero peccato, perchè il bossolo ci avrebbe aiutato notevolmente a identificare l'arma, attraverso i segni lasciati su di esso dal "percussore", dall'"espulsore" e dall'"estrattore" (se era un'arma semiautomatica), ovvero dal segno del solo "percussore" (se era un revolver)
(Si noti che il segno del percussore è sul margine superiore del fondello del bossolo, perchè le cartucce calibro .22 sono a "percussione anulare", e non  a "percussione centrale" come le cartucce di calibro superiore)
***
- Cosa intende per "detector" di ultima generazione?- chiese incuriosito il procuratore militare.
- Si tratta di metal-detector  direzionali, che non solo individuano tutti gli oggetti metallici presenti in un ambiente, fino a tre metri di profondità, ma anche la loro dimensione e la loro forma (persino attraverso le pareti, i soffitti e i pavimenti).
Ma noi non ci accontentiamo di questo!-
- Cioè?- chiese il magistrato.
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#1537
Racconti Inediti / La pistola scomparsa!
08 Luglio 2023, 11:51:32 AM
PERSONAGGI
1) Il colonnello comandante della "Caserma Allievi Carabinieri" Fulvio Sarti;
2) Il maggiore  vice-comandante della Caserma Mario Belli;
3) Il capitano Guido Leggeri;
4) La moglie del capitano Guido Leggeri Rita Licosa;
5) Il tenente Carlo Colli;
6) I tenenti Oreste Lione, Paolo Cresti, Stefano Anselmi e Giovanni Presti.
7) Il medico legale Licio Agresti
8 )Il comandante del RIS capitano Marco Anselmi.
9) Il vicecomandante del RIS tenente Silvio Conti
10) Il Procuratore della Repubblica militare italiana Salvio Giusti.
***
PIANTA GENERALE DELLA CASERMA
AREA NORD DELLA CASERMA, IN CUI SI E' VERIFICATO IL DELITTO.
***
POSIZIONI
1) Posizione del capitano Guido Leggeri (sotto la doccia della sua abitazione);
2) Posizione del cadavere della moglie del capitano Guido Leggeri (prona nel corridio della sua abitazione);
3) Posizione del  tenente Carlo Colli in fuga;
4) Posizione dei tenenti Oreste Lione e Paolo Cresti che inseguirono Carlo Colli in fuga, e dei tenenti Stefano Anselmi e Giovanni Presti, che, contemporaneamente, accorsero presso l'abitazione del capitano Guido Leggeri trovando il  cadavere di sua moglie (prona nel corridio della sua abitazione), mentre il capitano era ancora sotto la doccia.
5) Posizione del maggiore  vice-comandante della Caserma Mario Belli.
***
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#1538
Il 30 maggio 2023 alcuni droni UJ-22, realizzati in Ucraina dalla ditta "Ukrjet", hanno colpito degli edifici di Mosca; si tratta di velivoli pilotati da remoto in grado di volare fino a 800 chilometri e di trasportare fino a 15-20 chili di esplosivo.
Ma i danni sono stati scarsamente rilevanti, come quelli del 3 maggio scorso, quando due droni avevano colpito il Cremlino.
***
Secondo me nessuna città (e neanche nessuno sperduto paesello di montagna) dovrebbe mai essere bombardato, per nessun motivo; ma dopo che da più di un anno i Russi stanno bombardando e massacrando Kiev, ci vuole davvero una faccia come quella di Putin (e dei suoi "troll") per lamentarsi che anche gli Ucraini facciano qualche timido tentativo di bombardare Mosca.
#1539
Ciao Anthonyi. :)
Hai perfettamente ragione!
Anzi, non solo gli agenti di polizia e i carabinieri, ma chiunque, a qualsiasi titolo, detenga delle armi da fuoco in casa, è obbligato a detenerle nella massima sicurezza!
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Ed infatti l'art. 20 della legge 18 aprile 1975 n. 110 impone l'obbligo ai possessori a qualsiasi titolo delle armi di cui agli artt. 1 e 2 della stessa legge (armi e munizioni da guerra ed armi e munizioni comuni da sparo) di custodirle con ogni diligenza ai fini della sicurezza pubblica.
***
Ad esempio, nel mio caso, il le tengo tutte scariche, chiuse in due armadi blindati.
La chiave degli armadi blindati la conservo nella cassaforte delle munizioni.
La chiave della cassaforte delle munizioni la porto sempre con me.
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Però, come ben chiarito dalle circolari del Ministero dell'Interno e dalla conforme Giurisprudenza, "l'obbligo di massima diligenza e sicurezza nella conservazione delle armi va considerato sempre in senso relativo"; "; cioè, in relazione alla situazione concreta in cui esse devono essere conservate.
***
Tale obbligo, infatti, riguarda precipuamente la coabitazione:
- con persone prive del "porto d'armi";
- soprattutto se si tratta di bambini, o di persone che non siano perfettamente capaci di intendere e di volere.
***
Se, invece, la coabitazione è con persone munite anch'esse del porto d'armi, soprattutto se appartenenti anch'esse alle forze armate o di polizia, tale obbligo, quando sono  entrambe sole nel loro domicilio, non sussiste minimamente; tale obbligo sussiste solo quando sono presenti altre persone oltre a loro, ovvero quando escono dal loro domicilio "fuori servizio", lasciando le loro armi abbandonate in casa (nel qual caso devono osservare le cautele da me descritte).
***
Pertanto, nel caso di Licia Gioia e di Francesco Ferrari, essendo entrambi in casa da soli, era perfettamente lecito e ovvio che si togliessero entrambi le armi dalla cintura, e che le deponessero lì dove capitava; il che è quanto accade in tutti i casi simili, conformemente alla legge ed al buon senso.
Quindi l'uno poteva senz'altro avere accesso all'arma dell'altra, e viceversa.
Questo è poco ma sicuro! 8)
***
Per cui la congettura n° 2) della criminologa Ursula Franco e cioè che : "La soluzione del caso è nell'arma. L'arma da cui sono partiti i colpi era la pistola in dotazione al maresciallo Gioia, non quella in dotazione al Ferrari, pertanto si può logicamente inferire che sia stata proprio la Gioia a tirar fuori la pistola e a puntarsela alla testa", secondo me, è assolutamente priva del benchè minimo fondamento logico, ed infatti nessun poliziotto è così balordo da tenersi la pistola alla cintura in casa (da ora di cena, fino a dopo la mezzanotte).
Pertanto, se Francesco Ferrari voleva simulare il suicidio della moglie, era ovvio che avrebbe usato la pistola a lei appartenente; alla quale, essendo entrambi in casa "in ciabatte", aveva SICURAMENTE il più libero ed incondizionato accesso.
***
.
***
Grazie per l'intervento, ed un saluto! :)
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#1540
Ciao ClaudiaK :)
Ma scherzi?
Non te ne voglio minimamente se tu non intendi partecipare al "thread" riguardante la morte di Licia Gioia; ci mancherebbe altro!
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Però mi sarebbe interessato un tuo parere, perchè il caso di Licia Gioia e di Francesco Ferrari è esattamente l'opposto di quello di Elena Ceste e Michele Buoniconti: ed infatti la morte di Licia Gioia è stata classificata come "suicidio", mentre invece, secondo me, è il marito che l'ha "assassinata", architettando poi un piano diabolico per crearsi un alibi (non a caso è un ispettore di polizia).
***
Il quale piano, almeno per ora, ha funzionato alla perfezione, perchè Francesco Ferrari  è stato assolto sia in primo che in secondo grado!
***
Ma come io non tollero l'idea di un imputato condannato ingiustamente , allo stesso modo non tollero l'idea di un colpevole ingiustamente assolto.
***
Però se a te la vicenda non interessa, non avendola mai seguita, non sei minimamente tenuta a partecipare al "thread" riguardante la morte di Licia Gioia; ti garantisco che non sono certo così sciocco da prendermela per una cosa del genere. ;)
***
Ti chiedo soltanto (sempre se vuoi), di leggere il TOPIC; dopodichè puoi effettuare un intervento, oppure astenerti del tutto dall'intervenire.
Come preferisci!
***
Sempre cordialmente, un saluto da parte di quel "rompiballe" di Eutidemo! :)
***
#1541
"Morire, dormire...e nient'altro; e con quel sonno porre fine alle angosce del cuore e ai mille affanni naturali, che, ahimè, sono retaggio della carne. E' una cosa da desiderare ardentemente" (Shakespeare, Amleto, Atto III, Scena Ia)
"Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita." (Shakespeare, La Tempesta, atto IV, scena Ia)
#1542
Ciao ClaudiaK :)
In totale cordialità anch'io, sono d'accordo con te che è meglio farla finita qui.
***
Ed infatti:
- per me non è stato affatto un "passatempo" dimostrare, in un pubblico FORUM, come ho fatto anche altrove, che una persona (colpevole o meno che essa sia), è stata "condannata ingiustamente",  affinchè un simile obbrobrio non si ripeta più;
- tuttavia, anche se io sono molto veloce a scrivere, ed ho la capacità di scrivere in contemporanea su due PC (ovviamente alternandoli), ritengo scorretto trascinare un THREAD all'infinito, trascurando il resto.
***
Comunque non ritengo affatto frustrante lo sforzo fatto, in quanto ho trovato molto "proficuo" e "soddisfacente":
- che il 90% delle mie considerazioni non siano state minimamente contraddette, e, quindi, implicitamente accettate:
- che il residuo 10% delle mie considerazioni siano state invece  contraddette, ma in modo così palesemente "fallace",  "pretestuoso", "cavilloso", e "preconcetto", da confermarle in modo "eclatante" (tipo lo "strip tease" del marito al posto della moglie, o della moglie che "si denuda togliendosi il cappotto" mentre entra in casa).
***
Ad ogni modo, riguardo alle tue ultime considerazioni, le ritengo anch'esse molto utili a suffragare ulteriormente la mia tesi, e, quindi, non posso sottacerle, osservando, al riguardo, quanto segue:
.
1)
Tu scrivi che: "...il Rio Mersa non è "dietro o davanti o di lato a casa ex Ceste", ma non precisi se è "sotto" o "sopra"! ;D
Scherzi a parte, è ovvio che la "distanza" non è stata calcolata "dal Rio Mersa alla casa Ceste-Buoninconti", bensì "dal punto del Rio Mersa in cui è stato ritrovato il cadavere, alla casa Ceste-Buoninconti".
E, in ogni caso, non rileva minimamente la "distanza" in se stessa, bensì il "tempo" che occorreva per percorrerla; il quale è stato accuratamente riscontrato dai "periti giudiziari" dell'"accusa" con un apposito un "esperimento giudiziale" ex art.218 CPP, dal quale è risultato che da casa Buoninconti-Ceste al luogo del ritrovamento dei resti della Ceste si impiegano esattamente 2 minuti e 30 secondi; oppure, passando per la discoteca, 1 minuto e 30 secondi.
***
.
2)
Poi tu scrivi: "Di sicuro resta che qualunque percorso che collega il Rio Mersa alla ex casa Ceste passa necessariamente attraverso strade CON edifici abitati"
Al riguardo, occorre tenere presente che:
a)
Buona parte del percorso per raggiungere il Rio Mersa, come risulta dai rilevi satellitari, era ovviamente in piena "campagna", "sterpaglia" e "boscaglia", e non "su strada"; e, di certo, lì era molto improbabile che qualcuno abbia potuto vedere Elena Ceste nuda (in uno o due minuti).
b)
L'altra parte del percorso per raggiungere il Rio Mersa, come pure risulta dai rilevi satellitari, era costituito da strade periferiche, (alcune solo sterrate), contornate da "rarissimi edifici"; e, quindi, anche da lì era molto improbabile che qualcuno abbia potuto vedere Elena Ceste nuda (in uno o due minuti).
(Non so a cosa si riferiscano le linee colorate in rosso, giallo e azzurro nella fotografia satellitare; però mi pare di capire, anche se non ne sono sicuro, che si riferiscano alle perlustrazioni fatte nei primi tre giorni di ricerche)
***
.
3)
Poi tu scrivi: "E se poi fosse stato percorso da una donna nuda e scalza tra le 8.30 e le 9.00 di mattina...è semplicemente IMPENSABILE che nessuno l'abbia notata."
Il che, invece, se guardi senza preconcetti la fotografia satellitare della zona è invece PENSABILISSIMO.
***
.
4)
Poi tu scrivi: "Senza contare che il TUO "minuto" di percorrenza resti del tutto assurdo in  riferimento ad una persona che debba fare anche solo UN km a piedi scalzi."
Al riguardo ti faccio presente:
a)
Che non è affatto il "MIO minuto", bensì il frutto di un riscontro effettuato sul posto dai "periti giudiziari" dell'"accusa" con un apposito un "esperimento giudiziale" ex art.218 CPP; dal quale è risultato che da casa Buoninconti-Ceste al luogo del ritrovamento dei resti della Ceste ci si impiegano:
- esattamente 2 minuti e 30 secondi;
- oppure, passando per la discoteca, 1 minuto e 30 secondi.
b)
Che una persona in preda ad una "psicosi persecutoria delirante", non sente nè il "freddo" nè "il dolore alla pianta dei piedi"; per cui, semmai, Elena Ceste può averci messo ancor meno tempo di quello calcolato dai "periti giudiziari" dell'"accusa" per raggiungere il Rio Mersa, facendo il percorso correndo.
***
.
5)
Quanto all'articolo da te linkato, è "FUFFA" allo stato puro; per cui, avendone già smontate tutte le congetture nei miei precedenti interventi, non sto qui a perdere tempo a commentarlo.
***
.
***
Un saluto! :)
***
.
P.S.
Quanto al tuo augurio "ad majora", sempre che la cosa non ti dispiaccia, gradirei molto di conoscere il tuo parere sulla morte di Licia Gioia, da me trattato nel seguente topic.
.
#1543
AVVERTENZA
Ci sono degli accorgimenti che spesso vengono trascurati anche dai criminali più avveduti; in particolare un "dettaglio", che, quindi, è molto meglio non ricordare qui, perchè molti di loro sono stati catturati proprio grazie a quello. ;)
#1544
Ciao Claudia K. :)
Scusami se avevo dimenticato di prendere in considerazione una tua molto perspicua osservazione; la quale, per giunta, rispetto alle altre, era l'unica veramente "logica", "acuta" ed "intelligente".
Cioè degna di te! ;)
***
Ed infatti, seguendo il mio troppo sintetico schema dell'"uxoricida perfetto", Buoninconti "avrebbe corso il rischio che uno o più dei QUATTRO bambini avrebbe potuto svegliarsi e cercare i genitori per una qualunque paturnia infanitile e, non trovando nessuno nel lettone di mamma e papà ...avrebbero potuto generare un CASINO senza limiti e confini, che avrebbe inchiodato LUI all'istante."
***
Su questo hai perfettamente ragione, e ti ringrazio di avermelo ricordato! :)
***
Ed infatti, per una eccessiva sintesi dovuta alla fretta,  avevo sorvolato sul punto "e)" del capitolo "IL PERFETTO UXORICIDA", tratto dalle  "REGOLE DEL DELITTO PERFETTO" il quale, invece, è pure molto importante:
e)
La sera prima della notte programmata per l'omicidio, l'"uxoricida perfetto", durante la cena, avrà cura di drogare adeguatamente con del potente sonnifero le bevande ed i cibi dei propri familiari.
In tal modo:
- la vittima designata potrà essere soffocata più facilmente senza cercare di opporre alcuna resistenza (e lasciare pericolosi segni di unghiate sulle braccia dell'assassino);
- non ci sarà nessun rischio che i bambini cerchino i genitori durante la notte per motivi vari.
***
E, volendo starci a perdere tempo, ci sarebbero anche altri "ovvi" accorgimenti da tenere ben presenti; ai quali penserebbe qualsiasi omicida ben organizzato prima di uccidere la moglie anche senza ricorrere alle "REGOLE DEL DELITTO PERFETTO" !
***
Ad esempio:
f)
Trasportare il cadavere avvolto in una tela di plastica, in modo tale da non contaminare il bagagliaio della propria vettura.
g)
Scegliere, possibilmente, una notte senza luna.
h)
Effettuare un sopralluogo accurato sul luogo dove il cadavere dovrà essere seppellito (non dimenticando la pala), o dove dovrà essere fatto sprofondare in acque molto profonde appesantito da apposite catene (non dimenticando le catene).
i)
Scegliere un luogo lontano da casa.
l)
Non lasciare mai il cadavere insepolto o in acque basse.
ecc. ecc.
***
.
***
Ma, ovviamente, certe cose le davo per scontate, perchè non è questa la sezione dei "RACCONTI INEDITI"; quindi non potevo nè posso dilungarmi più di tanto al riguardo.
Anche perchè, trattandosi di accorgimenti effettivamente usati da molti assassini mai condannati per "insufficienza di prove", non volevo fornire troppe pericolose "dritte" ad altri potenziali omicidi domestici!
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1545
Ciao Claudia K. :)
Circa le tue (quasi) nuove considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi che "le testimonianze di tutti i Rava, sono cambiate una quantità di volte in corso di indagini ".
Però non dici quali in che senso, quindi è come se tu non dicessi assolutamente "niente"!
***
Tuttavia, se tu mi dimostri che R.Rava, dopo aver testimoniato sotto giuramento di aver visto Elena Ceste "che cominciava a denudarsi in giardino", ha poi cambiato versione, testimoniando "no, scusate, mi sono sbagliata, l'ho vista soltanto togliersi il cappotto mentre rientrava in casa", allora ti potrei anche dare ragione.
***
Se non puoi dimostrarlo, invece, allora "te tocca stacce": R.Rava, ha testimoniato sotto giuramento di aver visto Elena Ceste "che cominciava a denudarsi in giardino".
Punto!
.
2)
Poi tu ritieni "psichiatricamente" impossibile: "...il fatto che che uno stress cronico possa condurre a quello che anticamente si definiva "esaurimento nervoso" CHE COMUNQUE INDICAVA UNA NEVROSI INDOTTA E GIAMMAI UNA PSICOSI".
Ti prego di farmi una fotografia della tua "LAUREA IN PSICHIATRIA".
Neanche io sono "laureato in psichiatria", però, riguardo al caso di Elena Ceste, non ho letto nessuna dichiarazione di "psichiatri laureati" i quali abbiano pubblicamente dichiarato che è "psichiatricamente impossibile" il fatto che che uno "stress cronico" possa condurre ad una "crisi persecutoria delirante"; tuttavia, se tu ne hai trovata qualcuna, ti prego di "linkarmela".
Altrimenti le tue "disinformate" opinioni in campo psichiatrico, è meglio che tu te le tenga per te; visto che non hanno alcun valore dimostrativo (nè meramente "argomentativo")!
.
3)
Però su una cosa sono perfettamente d'accordo con te, sempre con rispetto ma senza ipocrisie: e, cioè, che sono ben lieto che la mia logica non abbia nessun tratto d'unione con la tua, almeno su questo caso che sembra avvincere particolarmente anche te.
.
4)
Quanto alle "affabulazioni", invece, tu mi batti alla grande!
Ti faccio comunque notare che Logli è finito in galera non perchè ha seguito la prassi da me descritta, bensì perchè nella sua vettura sono stati trovati dei fazzoletti sporchi del sangue della sua vittima; cosa che, invece, nel caso Buoninconti sarebbe stato impossibile. E poi, se non ricordo male, nel suo caso c'erano anche dei "supertestimoni" a carico!
Come al solito, tu confondi le pere con le mele.
.
5)
Quanto a raccontare ai figli che la mamma era sparita dal letto durante la notte, prendo atto che, secondo te, sarebbe stato molto più "delicato" raccontare ai figli: "State sereni, che la mamma non è affatto sparita dal letto durante la notte, ma è semplicemente impazzita stamattina fuggendo nuda nella boscaglia!"
.
6)
Non è affatto un segreto che la casa di Elena Ceste si trovava in  San Pancrazio, nella frazione di Santa Margherita a Costigliole d'Asti; quindi chiunque, su INTERNET, può constare che quanto scrivi è solo frutto del tuo travisamento "dialettico" dell'accaduto.
Ed infatti:
a)
E' vero che, come tu scrivi, che quella casa non ha nessun confinante sul lato sinistro, e, quindi su quel lato di ampio cortile Michele Buoninconti non poteva essere visto da nessuno mentre metteva il cadavere della moglie nel bagagliaio; però solo un cretino avrebbe fatto quell'operazione in pieno giorno, perchè poteva essere visto dagli altri lati e dalla strada.
Non esistono mica solo i vicini "abilitati per legge" a fare da testimoni; qualunque passante occasionale avrebbe potuto assistere alla scena, per cui è ovvio che un'operazione del genere sarebbe stato molto più prudente farla di notte.
Ma ormai abbiamo accertato che, almeno su questo caso, la mia logica non ha nessun tratto d'unione con la tua.
b)
Quanto al fatto che la vicina R.Rava ha testimoniato di aver visto Elena Ceste "cominciare a denudarsi nel suo giardino":
- io senz'altro non avrei voltato la la testa, ma, anzi, avrei preso il binocolo continuando a guardare il più possibile;
- però è perfettamente comprensibile che la vicina R.Rava, essendo dello stesso sesso della spogliarellista, abbia voltato "pudicamente" la testa per evitare di vedere la vicina "completamente denudata" (come avrei fatto io se a spogliarsi fosse stato il mio vicino).
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Per cui, che l'abbia vista o meno uscire da quel cancello, non ha alcuna rilevanza.
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Quello che invece conta, è che:
- R.Rava ha testimoniato sotto giuramento di aver visto Elena Ceste che "cominciava a denudarsi nel suo giardino" (il che non significa "togliersi semplicemente il cappotto");
- non mi risulta che abbia mai "ritrattato" tale sua testimonianza giurata.
E tanto bastava (e avanzava), secondo me, per far assolvere Michele Buoninconti; senza contare gli altri indizi a suo favore, che tu ti ostini ad ignorare.
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7)
Quanto al fatto che, secondo te: "La casa-casale ex Ceste si trova  a due CHILOMETRI  (e non a "a due minuti") dal punto del Rio Mersa in cui fu ritrovato il cadavere", non sapevo che tu, oltre ad essere "psichiatra", fossi pure una "perita giudiziaria".
Ed invero, secondo i riscontri circostanziali dei "periti giudiziari" dell'"accusa", che hanno effettuato al riguardo un "esperimento giudiziale" ex art.218 CPP, da casa Buoninconti-Ceste al luogo del ritrovamento dei resti della Ceste si impiegano esattamente 2 minuti e 30 secondi; oppure, passando per la discoteca, 1 minuto e 30 secondi.
Lo dice l'"accusa" (dopo averlo sperimentato), mica io!
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Per cui, in un lasso di tempo così breve, è "possibilissimo", se non addirittura molto "probabile" che nessuno abbia visto passare la Ceste; soprattutto se è transitata per la discoteca, in 1 minuto e 30 secondi.
In fondo quella è una zona di "campagna urbanizzata", e non un "centro cittadino"!
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Comunque, nei casi di "psicosi persecutoria delirante", è documentalmente dimostrato che le persone riescono a camminare completamente nude per tratti molto più lunghi ed in zone molto più gelide, senza minimamente avvertire la sensazione di freddo per parecchio tempo; poi, però, ovviamente cominciano a sentirlo, ma, essendo troppo tardi, muoiono comunque per "assideramento" (come, molto probabilmente, è accaduto anche ad Elena Ceste).
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In questo caso, quindi, più che della tua "illogicità", si tratta più che altro della tua "disinformazione".
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Un saluto! :)
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P.S.
Ed ora che sono stato così cortese da rispondere ancora una volta alle tue ulteriori "argomentazioni",  mi aspetto che tu sia così gentile da cominciare finalmente a rispondere in modo specifico almeno ai "quattro argomenti" del mio primo "post" (con i relativi sottoelenchi), che, finora, hai completamente ignorato.
Cioè:
1) L'ambito legittimo di un'autopsia;
2) Le possibili "alternative" all'ipotesi dell' "asfissia";
3) Le possibili "alternative" all'ipotesi dell' "asfissia omicidiaria";
4) il "DIVIETO DEL PRAESUMPTO DE PRAESUMPTO".
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Se non lo fai, questa volta do definitivamente per scontato che sei d'accordo con me, e che non hai niente da eccepire al riguardo: ed infatti, "chi tace acconsente"! ;)
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Per cui, in ogni caso, ti ringrazio vivamente! :)
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