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Messaggi - Jacopus

#1546
Viator. La tassonomia serve per classificare gli organismi biologici e sulla base di quella classificazione comprendere i meccanismi biologici e la loro evoluzione. Quindi possono anche non interessarti ma sono comunque fondamentali. Il pensiero umano è fondato sulla capacità di discernimento e di distinzione.
Inoltre un individuo singolo ha regole di sviluppo diverse da un individuo che vive in colonie e definire una colonia "individuo" è errato.
#1547
Viator. In realtà non è proprio così. In primo luogo perchè esistono forme di vita che possono vivere soltanto in colonie di più individui come l'anthozoa e quindi non ha senso parlare di individui. In secondo luogo tu parli di vivente che è cosa diversa da "animale". Il regno degli "animalia" è caratterizzato da: eterotrofia, ovvero necessità di sintetizzare il nutrimento attraverso cellule organiche e dalla presenza di cellule eucariote e dalla suddivisione specialistica dei tessuti. Questo è il regno degli "animalia", dall'uomo all'insetto. Poi ci sono altri regni ovvero, plantae, fungi (che sono eterotrofi e non autotrofi e quindi non possono essere plantae, ma non hanno specializzazione dei tessuti e quindi non sono animalia), Bacteria (che sono procarioti e quindi non sono eucarioti), Archaea (che sono bacteria molto antichi, che vivono in condizioni proibitive, in assenza di ossigeno). E poi ci sono altri regni piuttosto discussi, protista, chromista e ovviamente anche il regno dei virus, che sono forme di vita al limite, non avendo metabolismo proprio. Essere animato quindi non è riconducibile all'anima, nel linguaggio tassonomico da Linneo in poi, ma ad uno specifico regno delle forme viventi, che non racchiude però tutti gli esseri viventi che esistono nel mondo.E comunque la tua definizione di essere animato è valida, tranne che per i virus, ma volevo solo illustrare la differenziazione dei regni, non essendo più utilizzabile quella classica, di Linneo, di regno animale, vegetale e minerale.
#1548
Atomista e Viator. In realtà la differenza fra noi e le termiti è solo quantitativa. Il nostro potere, derivante dall'acquisizione della "tecnica", è molto più grande e quindi la nostra capacità distruttiva è tale che l'ecosistema non è in grado di ricostruire e rigenerare ciò che distruggiamo per ottenere energia, mentre quello che fanno tutte le termiti e le formiche del mondo, viene rigenerato probabilmente in poche ore.
#1549
Sull'anima non mi pronuncio, ma se con anima intendiamo la capacità di provare emozioni ed elaborare di conseguenza dei sentimenti, che vanno oltre le capacità cognitivo/razionali, è innegabile che anche gli animali superiori (uccelli e mammiferi e probabilmente anche altre specie come i polipi) siano dotati di questo bagaglio esperenziale, che non è originato da funzioni "spirituali" ma da concrete esigenze di sopravvivenza. La paura, la rabbia, il disgusto, la gioia e la sorpresa, tanto per citare le più comuni, sono sensazioni che aumentano la fitness dell'organismo e le sue possibilità di sopravvivenza. Rispetto a queste emozioni comuni, quello che davvero distingue l'uomo è la capacità di riflettere su di esse e di educarle attraverso l'interazione fra modelli cognitivi/razionali e modelli emotivo/sentimentali e, successivamente, attraverso la storia culturale, per cui la gelosia sarà inevitabilmente associata ad Otello e la nostalgia a Ulisse. Funzione che è la diretta conseguenza di un cervello abnorme, che questo sì, non ha eguali sul pianeta terra, in termini di complessità e anche di corrispondente consumo di energia (il 15-20 per cento di ciò che mangiamo serve a mantenere in vita il cervello, nonostante il suo peso sia il 2 per cento del peso del corpo umano).
#1550
Tematiche Spirituali / Re:Fuga dalla libertà
11 Ottobre 2021, 17:23:05 PM
CitazioneNè il turismo spaziale nè l'assunzione di colle rappresentano la soddisfazione di un bisogno !.


Ma infatti, Viator, si parlava di desideri e non di bisogni. Il desiderio è un sentimento umano e culturale. Il bisogno afferisce più alla riproduzione biologica dell'uomo, nelle modalità più confortevoli possibili.
Inoltre credo che ormai conosci il mio pensiero. Per quanto attratto da Marx, ho sempre avuto la massima avversione per i regimi comunisti reali, perchè come noti anche tu, si impose un potere autoritario e per di più anche diseguale. Ma non ho alcuna remora ad affermare che il capitalismo attuale è altrettanto disdicevole, anche se mi permette di criticarlo apertamente (e magari di creare attraverso le critiche, nuovi flussi di denaro, come insegna Hollywood). Ho difficoltà a "scendere in campo". Non mi riconosco in verità rivelate e pragmaticamente ho l'attitudine a guardare cosa fanno gli  "uomini" e non cosa "predicano".


Sul fatto che il capitalismo abbia fatto sparire i bisogni, può essere vero per circa uno/due miliardi di esseri umani, considerando fra i bisogni, essere nutriti, potersi vestire, avere una casa di proprietà allacciata ai servizi principali (acqua, riscaldamento, luce) e non doversi preoccupare della propria esistenza di giorno in giorno. Invece rispetto ai desideri, il capitalismo è una vera e propria macchina desiderante, che riesce a mascherare la propria irrazionalità puntando sull'infantilismo degli associati. Basti pensare al mondo dell'automobile per avere esempi a bizzeffe di quante assurdità ci propongono e di come riusciamo, nel nostro complesso di consumatori, a desiderarle.
#1551
Tematiche Spirituali / Fuga dalla libertà
11 Ottobre 2021, 14:08:46 PM
Una discussione interessante. Mi soffermo solo sull'equazione proposta da Niko, ovvero sofferenza=differimento fra desiderio e realtà, felicità = corrispondenza fra desiderio e realtà. Ne ha già scritto Freud e sulla sua scia Melanie Klein. Cresciamo e maturiamo per la prima volta quando il desiderio del latte materno deve essere ritardato, perché il seno (l'oggetto in termini psicoanalitici) ha altro da fare ( tipo accudire un fratello o preparare la cena o andare in bagno). Attendere per vedere soddisfatto un bisogno e costruire le basi affinché quel bisogno sia soddisfatto, a livello storico, è stata la molla iniziale del capitalismo e della borghesia ( ma per Freud è un dato antropologico, mi prendo solo la libertà di interpretare storicamente una teoria psicoanalitica). Quello stesso capitalismo e quella stessa borghesia, che dopo una metamorfosi durata 50-100 anni, ora non matura più, perché la soddisfazione "deve" essere immediata. In questo pretende di essere libera e allo stesso tempo frammentata in mille bisogni, uno per ogni individuo, perché solo così la "grande macchina" può continuare a produrre e rifornire gli ingranaggi (cioè noi) delle parti di ricambio. Un desiderio di libertà così vasto da divenire una catena che ci sottomette tutti, dai turisti spaziali fini agli assuntori di colla.
#1552
C'era una volta un sistema economico che fu colpito da diversi tipi di malanni e di problemi, ma arrivarono dottori e gran pensatori monetari che gli dissero: "questi malanni saranno una opportunità, inventeremo il recovery fund, il sostegno alle banche, la ricapitalizzazione, dalla sanità verranno nuovi profitti e le nuove classi medie, dopo questo stop, riprenderanno a consumare e a far salire la curva del Dow Jones." Per rendere realistico tutto ciò, questi esperti iniziarono a promuovere slogan e a tifare per lo sviluppo e la crescita del PIL, possibilmente a due zeri. La ripresa dell'occupazione, la ricchezza e il ritorno a quella normalità da tutti agognata sembravano dietro l'angolo e tutti si apprestavano a partecipare alla "Grande Festa di Fine Pandemia" a cui sarebbe seguita "La grande Festa della crescita illimitata del PIL".
Un bambino però, che si chiamava Giorgio Parisi, a cui diedero un microfono per sbaglio, dichiarò: "la crescita economica  del PIL è inconpatibile con la lotta al cambiamento climatico".
"La crescita economica del PIL è incompatibile con la lotta al cambiamento climatico", iniziò a mormorare la gente accorsa per la festa. Il sistema economico rabbrividì, perchè sapeva che il bambino aveva ragione, ma pensò "ormai devo restare fino alla fine". E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani facevano di tutto per reggere quella crescita del PIL che sarebbe stata anche la loro condanna.
#1553
Tematiche Culturali e Sociali / Evasione fiscale
04 Ottobre 2021, 21:43:35 PM
Risposta ad Anthonyi. Il fatto che uno stato paga ed alcune imprese pagano, non toglie di mezzo la realtà che una grandissima fetta del mondo imprenditoriale non paga ed è paradossalmente quella più ricca. Una situazione che vi è sempre stata ma che sta ora diventando insopportabile. A me personalmente dei soldi non mi frega molto. Ho quello che mi serve per fare la mia vita, senza  dover sottostare a nessun padrone. Come Tolkien penso che ad una bella casa, per essere tale, bastino una collezione di libri e una di tè. Lo sottolineo perchè ho sempre accettato come benefico un mondo dove esistono persone più ricche, perchè non siamo tutti uguali, c'è chi è più attivo, chi si sveglia alle cinque di ogni santo giorno ed ha diritto di guadagnare di più di una persona pigra (il discorso sarebbe lungo, ma semplifichiamo). Il "tutti uguali" non mi ha mai convinto.
Ma a tutto c'è un limite e qui il limite è stato sforato da tempo. Se accettiamo il concetto di "sempre più" e di "senza limite", perchè dovremmo limitare l'attività imprenditoriale? L'imposizione fiscale è, a tutti gli effetti, un limite ma è anche il senso concreto di un patto sociale, poichè esistono le persone più sveglie e meritevoli, ma la loro meritorietà dipende da tanti fattori, compresa la società dove sono vissute. Di questi tempi credo che sia tangibile la fragilità di questo patto sociale, di come siamo diventati tutti dei "free riders" o di come desidereremmo esserlo.
Non so come si può risolvere il problema ma provo, quando penso o parlo o scrivo di queste cose, un senso di profonda ingiustizia.
#1554
Tematiche Culturali e Sociali / Evasione fiscale
03 Ottobre 2021, 21:15:54 PM
Se non avessimo gli occhi foderati di prosciutto (di montagna, ancora più impenetrabile, secondo il dotto Eutidemo  :D ), invece di scendere in piazza per non vaccinarci o per altri motivi inconcludenti, dovremmo scendere in piazza per pretendere che tutti coloro che non pagano le tasse vengano trattati da criminali, come effettivamente sono, con l'aggravante che spesso sono persone che navigano letteralmente nell'oro, come Paperon de Paperoni.
Anche in questo caso credo che entri in gioco la nostra struttura mentale più arcaica, che non riesce a comprendere fino in fondo la necessità di pagare servizi collettivi come gli ospedali, i vigili del fuoco, la polizia, l'istruzione, perchè sono il risultato di una storia e di una civilizzazione di poche migliaia di anni, mentre quello che si ottiene con le proprie forze deriva dalla nostra natura predatrice, che ha milioni di anni di storia biologica. La nostra struttura arcaica di solito condivide anche i proventi dei propri sforzi ma lo fa nell'ambito del proprio "clan", esattamente come centinaia di migliaia di anni fa, e non può far altro che considerare anche gli esattori fiscali come gli appartenenti ad un clan avversario. Razionalizzare la necessità di una fiscalità è un compito neocorticale, molto più difficile da accettare.
Tutto questo discorso a monte di ogni discorso politico, sull'efficienza o inefficienza, sugli sprechi della pubblica amministrazione o del contesto delinquenziale. Anche questi aspetti ovviamente incidono, ma, ancora una volta, emergono dei tratti antropologicamente molto radicati dentro di noi, che possono funzionare finchè la storia ci ha separati in bande, in città-stato, in signorie e infine in Stati. Ma oggi che tutto il mondo è interconnesso, questa visione da clan si scontra con una realtà che invece ha bisogno di una coesione collettiva per affrontare problemi che sono globali, che non si possono più scaricare nel mondo colonizzato e neppure nella natura. Eppure, ancora una volta, per ragioni più emotive che razionali, si attaccano obiettivi periferici o addirittura che farebbero i nostri interessi umani: neppure della maggioranza dell'umanità, secondo la classica visione marxista, ma gli interessi di tutti, visto che le cedole sub-prime o altre sofisticate manovre finanziarie, non sono commestibili.


A partire da questa struttura antropologica, hanno buon gioco tutte le ideologie antifiscali che nascono dal basso, ma che hanno un loro motore centrale all'apice del potere delle corporations, che sono esattamente la rappresentazione più vicina al Male nel nostro tempo. Un Male incorporeo, dislocato ovunque e da nessuna parte, che sviluppa sistemi cibernetici per controllare il flusso del potere socio-economico, ma che conosce anche la nostra parte più antica, che di solito è quella che ci fa agire (chi pensa di usare la propria razionalità per agire in buona parte si illude e comunque si tratta di una minoranza molto piccola della popolazione complessiva).
Ho riletto quest'ultima frase e mi è subito apparsa come "complottista", eppure pur accettando la possibilità che mi possa sbagliare non vedo altre interpretazioni possibili, e che la misura sia colma, lo dimostrano anche le parole di un emiro importante del Sultanato delle Corporations come Draghi, che sottolinea la necessità di aiutare le classi più disagiate per evitare il conflitto sociale. Conflitto sociale proprio dietro l'angolo, ma che spesso prende di mira obiettivi del tutto sbagliati.


"L'alienazione scorre potente nella nostra famiglia" avrebbe detto il Maestro Yoda se potesse trasferirsi dal mondo di "Star Wars" al nostro.


https://espresso.repubblica.it/dossier/pandora-papers/2021/10/03/news/pandora_papers_paradisi_fiscali_inchiesta-320244718/?ref=RHTP-BH-I320563538-P1-S1-T1
#1555
Alcune considerazioni a ruota libera su un tema interessante (cercherò di non essere troppo gentile, ma non vorrei neppure mandarti a quel paese :D ).
La mia impostazione mentale, le mie letture, insomma la mia storia, compresa quella professionale, mi ha persuaso che la gentilezza si apprende e fa parte delle caratteristiche di una certa società. Ad esempio è leggendaria la schiettezza e la chiusura, al limite della maleducazione, dei liguri. E' un tratto molto diffuso e pertanto credo che dipenda dalla storia della Liguria. Eppure, quando sono approdato in questa lingua di terra, proveniente dal Veneto, ho subito notato come dietro questa chiusura vi fosse comunque una diffusa tolleranza per i diversi, per i "drop-out", magari aiutati senza tante manfrine e facce compassionevoli, ma perchè si deve fare. Vi è nella mentalità ligure, qualcosa di mazziniano, che unisce teoria e pratica e questo impedisce che la gentilezza sia solo di facciata, da sepolcri imbiancati. Vi sono anche quelli, ovviamente, ma in misura minore rispetto ad altri parti dell'Italia. Poi vi sono altre differenze interessanti fra Veneto e Liguria, ma andrei "fuori tema".
Convengo con te che che le persone artificialmente gentili sono stucchevoli, ma sembra da quello che scrivi, che parti sempre dal pregiudizio che la persona gentile che hai di fronte, sia un ipocrita e un manipolatore. Talvolta è così, altre volte no. Comportarsi con educazione, in ogni caso, è stata la chiave per l'abbassamento straordinario della violenza in Europa a partire dai manuali sul galateo, del tardo rinascimento in poi (in proposito si può leggere un meraviglioso saggio di Norbert Elias, La civilità delle buone maniere). Oggi magari ci alteriamo se qualcuno urla per strada o è sgarbato. Cinquecento anni fa poteva facilmente finire con una coltellata nel petto. Quindi, per finire, ben venga anche un pò di ipocrisia, se questa ci permette di non accoltellarci per strada, nella speranza che il nostro spirito gentile sia il più vero possibile. Per fare questo serve però esercizio, empatia, non giudicare gli altri e dirsi, come fai tu, che anche le persone "cattive" hanno bisogno di comprensione. Paradossalmente con questa tua affermazione hai sottolineato la tua profonda gentilezza.
#1556
Sul tema degli ultimi post, sono in perfetta sintonia con quanto dichiarato da Ipazia. L'uomo è un essere morale attraverso la sua storia culturale, che è divenuta predominante riapetto alla base biologica, pur esistente. L'uomo è responsabile della morale e della sua storia. La scienza, la natura o la metafisica sono solo legittimazioni di comodo.
A proposito del principio fondamentale dell'entropia, avrei da dire che oltre ad essere in una dimensione estranea alla morale, è pure non esclusiva del mondo fisico, considerato che, ad esempio, il big bang è un plateale fenomeno di sintropia.
#1557
Alexander. Sono sostanzialmente d'accordo con quello che scrivi. L'unica divergenza riguarda la certezza del fascismo che non tornerà piu. Non è così sicuro. Certamente se dovessero tornare governi autoritari non avrebbero quella forma e quelle istituzioni. Anche il recente ritorno dei talebani è una risposta politica, per quanto repellente, alla politica avida e violenta dell'Occidente, in quel caso equamente condivisa con l'Occidente atipico rappresentato dalla ex Unione Sovietica.
Platonicamente, credo che delle buone istituzioni nascano da una buona educazione dei cittadini. Meno platonicamente credo che questo processo debba riguardare tutti e non solo gli aristoioi.
#1558
Rischiamo di andare fuori tema, Alexander, ma credo che siamo giunti ad un crocevia importante della storia. Il capitalismo sta per finire le armi al suo arco. A breve non potrà più giocare al "salto della quaglia", facendo credere che gli ultimi grazie a "sudore e lacrime" possono diventare i primi. Competizione, individualismo, consumismo, libertà di parola. Su questi valori ha fondato il suo potere negli ultimi 75 anni ed è andata bene finché ha potuto scaricare sulla natura le sue contraddizioni, non permettendole di ricostruire le sue risorse. Ora la natura esige di essere ascoltata ma non attraverso la voce di una Greta qualunque ma attraverso pandemie, inondazioni, desertificazione, difficoltà di approvvigionamento di beni primari come cibo e acqua. Chi regge il timone può continuare a diffondere la buona novella del progresso e della ricerca scientifica come antidoto alla ricerca scientifica, ma se le risorse scarseggeranno seriamente dubito che vogliano condividerle, se non hanno condiviso neppure la torta grossa, quando c'era. Ecco allora che sono pronte altre soluzioni, come l'uomo forte possibilmente abbinato ad una profonda destrutturazione dello stato sociale a partire dall'istruzione, concepita non più come strumento critico dell'esistente ma come ausilio tecnico alle professioni.
#1559
In realtà Vaccarin è un ibrido, un cross-over, perché raccoglie pezzi di storia di oggi e di ieri. Già indossare una divisa storica per rievocare il passato sottolinea la spettacolarizzazione del nostro tempo ed anche la sua ambiguità. Questo soggetto non sarebbe mai in grado di investire talmente tanto su di sè fino al punto di dichiarare esplicitamente il suo ideale nazista. Gioca su un terreno ambiguo, rievocazione, giochi di ruolo, feste goliardiche con l'intento di raccogliere voti fra  doppiopetti ed emarginati che pensano a un riscatto grazie all'uomo forte (che però non c'è e non potrà esserci, perché basterebbe guardare in TV un esagitato come Mussolini per ridere di gusto per mezz'ora.)
Però è anche vero che la tendenza del capitalismo attuale non fa altro che aumentare le sacche di risentimento e in assenza di valori credibili a sinistra, le voci autoritarie riprendono fiato. Sul fatto che siano valori ormai lontani nel tempo, non ne sono così sicuro. C'è dentro ognuno di noi un impulso molto arcaico verso "l'uomo forte" che non è altro che la trasposizione del padre forte della nostra infanzia, ai nostri occhi di allora un semi-Dio. In ciò vi è una differenza fondamentale fra fascismo e comunismo, perché il primo si origina da un desiderio ancestrale e regressivo, mentre il comunismo è un sofisticato processo di emancipazione dell'umanità. Al di là dei risultati storici a cui ha condotto (dovuti in parte proprio per il riemergere di impulsi da "uomo forte", anche nei regimi comunisti).
#1560
Condivido quello che ha scritto Anthonyi e aggiungo che se a farlo è un politico, l'atto è ancora più grave perché non riguarda più l'uomo singolo (presumibilmente stupido) ma la funzione che ricopre. Su queste cose non si scherza. Le Ss erano un corpo militare, dietro il quale vi era una ideologia aberrante e violenta. Ciò non toglie che anche Hitler era talvolta simpatico e vi sono foto dove abbraccia dei bambini. Lui stesso probabilmente si considerava buono e protettivo.
Ovviamente comprendo anche la critica di Alexander, ma si tratta di un altro e diverso problema. Distinguerei il conservatorismo anche violento degli uomini in doppio petto, da queste manifestazioni di orgoglio di destra che tendono a minare alla radice i valori democratici. Che poi siano pagliacciate, anche questo è in parte vero. La cosa triste è che questi personaggi tendono a indossare questi panni per tenere i piedi in più scarpe a fini elettorali, per poi piagnucolare che "era tutto uno scherzo". Sono solo l'ennesimo esempio di una classe politica modesta.