Ciao Claudia K.
Giusto a titolo di cortesia, anche se mi ero riproposto di non farlo, risponderò molto sinteticamente alle tue estemporanee osservazioni; le quali, peraltro, non sono affatto tutte da disprezzare!
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Innanzittutto facendoti presente che, a parte l'"autopsia psicologica" effettuata da "psichiatri qualificati", che hanno suffragato l'ipotesi della "psicosi persecutoria delirante" (e tu non sei certo una psichiatra) e le "testimonianze di numerose persone circa le precarie condizioni mentali di Elena Ceste" negli ultimi tempi, nel suo caso si sono COMUNQUE "oggettivamente" manifestati:
a)
Sia due dei "sintomi precursori" tipici di una "psicosi persecutoria delirante"; e, cioè, la classica "disorganizzazione espressiva", associata a "dolori alla testa"; testimoniata dalla sorella Marilena il giorno prima della sua sparizione.
Ed invero la circostanza che la "disorganizzazione espressiva", da sola, possa essere sintomo anche di altri tipi di malattia mentale (come tu scrivi), è senz'altro possibile; però diviene sintomo specifico di una "psicosi persecutoria delirante", quando sia associata a "dolori alla testa" che il soggetto non riesce a descrivere adeguatamente (come nel caso ben descritto da Marilena Ceste).
b)
Sia uno dei "sintomi concomitanti" tipici di una "psicosi persecutoria delirante"; e, cioè, il classico "denudamento P.U." ("Paradoxical Undressing"), che è una tra le anomalie classiche del comportamento psicotico, descritto nel DSM- 5 ("Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders number five"):
- testimoniato dalla vicina R.Rava il giorno stesso della sua sparizione;
- e poi confermato dal rinvenimento del suo corpo completamente nudo.
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Per cui, il "combinato disposto" dei "due sintomi precursori" tipici di una "psicosi persecutoria delirante", assieme al "sintomo concomitante del denudamento" tipico anch'esso di una "psicosi persecutoria delirante", lascia chiaramente desumere, quantomeno probabilisticamente, che Elena Ceste sia caduta vittima, appunto, di una "psicosi persecutoria delirante", e non di un'altra meno grave forma di scompenso mentale.
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Peraltro, in qualsiasi manuale psichiatrico, potrai leggere che "I soggetti in preda al delirio psicotico possono mettere in atto comportamenti imprevedibili di tipo grossolanamente disorganizzato, ovvero condotte strane con carattere d'impulso, immotivate, irrazionali, inutili, insensate, assurde, tra queste si riscontrano fughe senza meta, "denudamento", suicidio e delitti senza scopo (Ugo Cerletti, Scritti sull'elettroshock, Roberta Passione, Franco Angeli Editore)".
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Hai ragione quando scrivi che la "disorganizzazione espressiva" può riguardare qualunque umano e psico-sanissimo che sia reduce da uno "stress di notevole portata" (un terremotato, un naufrago, uno che si è trovato involontario spettatore di una scena turpe e violenta, uno che si è trovato tra i pochissimi ad essere scampati ad una strage, ecc.)", però non mi risulta affatto che, parlando con la sorella il giorno primo della sua sparizione, Elena Ceste fosse reduce da un PTSD (Post Traumatic Stress Disorder) dovuto ad un terremoto, ad un naufragio o ad una eruzione vulcanica o cose simili.
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Cioè tu confondi le mele (PTSD) con le pere (PPD).
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Così come cerchi di "rivoltare la frittata", quando, dopo aver ammesso che due eventuali "sintomi precursori" di una possibile PPD, in effetti c'erano stati il giorno prima (in quanto testimoniati dalla sorella), poi, però, sostieni che essi non avevano nessun senso, essendo rimasti "isolati"; ed infatti, secondo te, il "denudamento spontaneo", che era conseguente ai due chiarissimi "sintomi precursori" del giorno prima, "non sarebbe provato da nulla".
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Il che è non è affatto vero, perchè, come documentato:
- la vicina R.Rava il giorno stesso della sua sparizione, testimoniò di aver visto Elena Ceste che "cominciava a denudarsi" in giardino (e nessuno ha contestato tale sua testimonianzia giurata);
- successivamente, in effetti, il suo cadavere "completamente denudato" fu trovato riverso nel Rio Mersa (e nessuno ha contestato tale ritrovamento).
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Per cui, almeno secondo la logica e il buon senso, se qualcuno viene visto mentre comincia a spogliarsi, poi sparisce di vista, e, infine, lo si ritrova nudo, mi sembra ovvio che sia stato lui a completare l'opera del suo denudamento, e non un terzo!
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Questa è "logica", non la tua!
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Cioè, come scrivevo ad Anthony, se io vedo mia moglie che comincia a mangiarsi un piatto di pastasciutta mentre mi dirigo verso la doccia, e, poi, una volta finita la doccia ed uscitone fuori, mi accorgo che il piatto è ormai vuoto, non mi ci vuole molto per "dedurre" che mia moglie se la sia mangiata tutta; però, ovviamente, a livello "teorico", non posso certo escludere che, mentre io facevo la doccia, lei l'abbia buttata via, oppure che sia entrato in casa un ladro affamato e se la sia pappata tutta lui, fuggendo prima che io uscissi dalla doccia.
Ma non tutto ciò che è "possibile" è anche egualmente "probabile"; per cui, se vedo qualcuno che "comincia a denudarsi", e poi, alla fine, si trova il suo cadavere "completamente nudo", l'ipotesi più probabile è che sia stato lui a finire di spogliarsi, e non che l'abbia fatto un altro!
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Però, poichè la testimonianza giurata di R.Rava non ti fa comodo, tu fai finta che non esista; e insisti nel dire che il "denudamento spontaneo" NON è provato da NULLA!
Il che è FALSO!
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Viceversa, quello che non è affatto provato, è:
- che il marito abbia ucciso la moglie;
- che l'abbia spogliata, o, comunque, già nuda, l'abbia poi gettata nel Rio Mersa.
Questo sì che NON è provato da NULLA!
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Quanto alla mia ricostruzione di quello che sarebbe stato il comportamento più logico da parte di qualsiasi assassino di buon senso, tu la definisci ILLOGICA su tutta la linea; benchè, "di fatto", e proprio quello che si è verificato in moltissimi casi!
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Ma, purtroppo, temo che il tuo amore per la LOGICA, sia molto mal corrisposto!
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Ed infatti, subito dopo scrivi: "Il pompiere sapeva benissimo che al mattino successivo avrebbe avuto quattro bambini da lavare-vestire-colazionare per mandarli a scuola! E cosa mai avrebbe potuto raccontare ai quattro figlietti al risveglio? Forse che la mamma era sparita dal letto durante la notte?"
Secondo te, invece, è stato molto più tranquillizzante raccontare ai figli: "State sereni, che la mamma non è affatto sparita dal letto durante la notte, ma è semplicemente impazzita stamattina fuggendo nuda nella boscaglia!"
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Neanche io aggiungo "emoticons" irridenti per rispetto della defunta!
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Quanto alla tua ipotesi: "Tornare a casa, accopparla come PREMEDITATO magari all'uscita dalla doccia, prenderla così com'è e ricoverarla nel bagagliaio!", sinceramente, mi pare una ipotesi molto più "illogica" della mia.
Ed infatti è molto più prudente ricoverare un cadavere nel bagagliaio di notte, quando nessun vicino può vederti, e non certo di giorno; tanto più che, almeno stando alle foto, casa Buoninconti non aveva un garage coperto.
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Io il garage coperto ce l'ho, ma se ci ricoverassi la macchina di giorno per pochi minuti, per collocare il cadavere di mia moglie nel bagagliaio e poi subito riuscirne, in base alle testimonianze dei vicini potrei dare adito a sospetti degli inquirenti.
Queste sono cose che si fanno solo di notte!
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Semmai Michele Buoninconti avrebbe potuto nascondere il cadavere della moglie nel bagagliaio della sua auto la notte tra il 17 e il 18, denunciarne la scomparsa il giorno 18, e poi andarlo a scaricare nel Rio Mersa la notte tra il 18 e il 19; ma a quale scopo?
Perchè mai recitare la parte del povero marito della pazza..scampanellando a tutti i vicini affinchè fosse chiaro che lui la stesse accoratamente cercando, quando lei era ancora nel suo bagagliaio, per poi aspettare la sera o la notte dopo andarlo a scaricare nel Rio Mersa.
E' una cosa che non ha alcun senso!
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Per cui insisto nel dire che, senza stare ad inventarsi senza motivo la storia della "pazza" (se non era vera), Michele Buoninconti, se fosse stato davvero l'assassino, avrebbe fatto molto meglio:
a)
A soffocare la moglie di notte, con un cuscino, nel suo letto matrimoniale.
b)
A caricarne nottetempo il corpo nel bagagliaio della sua macchina, senza alcuna necessità di spogliarlo, stando attento a non fare rumore e a non svegliare nessuno.
c)
A caricare nel bagagliaio della sua macchina anche la valigia e la borsetta della moglie, con tutti i suoi effetti personali.
d)
Ad allontanarsi in macchina a centinaia di chilometri dalla sua casa, per seppellirne il corpo e la valigia "six feet under" in una solitaria foresta, o gettarlo in un fiume o in un lago appesantito da pietre.
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Infine, per concludere, tu scrivi: "Il condannato è uno che LAVORAVA nelle Forze dell'Ordine e sapeva BENISSIMO che NESSUNA VERIFICA sarebbe stata fatta in casa sua o sulla sua auto PRIMA della denuncia di scomparsa! "
Ed infatti è verissimo che Michele Buoninconti (come anche io e te), sapeva benissimo che NESSUNA VERIFICA sarebbe stata fatta in casa sua o sulla sua auto PRIMA della denuncia di scomparsa; però tu dimentichi alcune cose importanti che lui certamente sapeva.
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E, cioè, che, se avesse nascosto il cadavere della moglie nel suo bagagliaio per troppo tempo, lo avrebbe potuto "contaminare" con il suo DNA; per cui, DOPO la denuncia di scomparsa, la polizia scientifica si sarebbe probabilmente accorta che aveva nascosto il cadavere della moglie nel suo bagagliaio.
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Anzi, per dirla tutta:
- mentre è "possibilissimo" che una persona non rilasci il suo DNA su dei vestiti appena indossati, almeno se non si gratta in continuazione e non suda come un maiale;
- è invece "probabilissimo" che un cadavere "nudo" rilasci il suo DNA sulla "moquette" di un bagagliaio, anche se ci si trova solo per pochi minuti, qualora il movimento della macchina lo faccia "sfregare" e "strusciare" in continuazione sulla "moquette" stessa.
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Per cui, visto che la polizia scientifica non ha trovato alcuna traccia del DNA di Elena Ceste nel bagagliaio della vettura di Michele Buoninconti, questo è senz'altro un "indizio" a suo favore; però non è certo una "prova" atta a scagionarlo, perchè Michele Buoninconti potrebbe aver trasportato il cadavere della moglie avvolto in un "cellophane".
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Per questo io non escludo affatto la "possibilità" di un omicidio da parte del marito, ma sostengo solo che:
- è molto poco "probabile"
- anche se fosse stato "probabile" non c'erano assolutamente indizi sufficienti per poterlo condannarlo ai sensi dell'art.533 CPP!
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Un saluto!
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P.S.
Ed ora che sono stato così cortese da rispondere al tuo intervento, mi aspetto che tu sia così gentile da cominciare finalmente a rispondere in modo specifico almeno ai "quattro punti" del mio primo "post" (con i relativi sottoelenchi), che, finora, hai completamente ignorato.
Cioè:
1) L'ambito legittimo di un'autopsia;
2) Le possibili "alternative" all'ipotesi dell' "asfissia";
3) Le possibili "alternative" all'ipotesi dell' "asfissia omicidiaria";
4) il "DIVIETO DEL PRAESUMPTO DE PRAESUMPTO".
Grazie!


non avevo mai espresso questo concetto (solo per mia indole e mio mood dialogico) , ma non posso che associarmi e sottoscriverlo, in implicito ed immutato rispetto verso Eutidemo.








