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Messaggi - niko

#1561
Citazione di: doxa il 11 Dicembre 2023, 12:17:36 PMNiko ha scritto

Buongiorno Niko, avrei voluto rispondere al tuo post delle 11. 15, perché lo considero farcito dai pregiudizi e non da dati storici. Ma l'ultimo tuo post, con l'affermazione che hai fatto ed ho evidenziato in grassetto, m'induce a rinunciare !



Me ne faro' una ragione...

l'unico pregiudizio e' equiparare fascismo a comunismo, sprattutto in un paese ex-fascista, trascinato in guerra dal fascismo...

L'italia e' antifascista, e non anticomunista, ed e' tale per esperienza storica e Costituzione.

I (nazi)fascisti, quasi fino all'ultimo, e intendo fino all'invasione della Polonia, tollerati, pagati e riveriti dall'anticomunismo borghese, nazionale e internazionale, in tutte le sue forme, la guerra l'hanno iniziata, fatta e persa.

Il vero totalitarismo e' la guerra.

E tornera' anche in occidente.

#1562
Citazione di: anthonyi il 11 Dicembre 2023, 11:21:10 AMQuindi Franco non era un fascista perfetto. Che delusione!  :(


Franco era un simpatico fascista che, avendo gia' dato tutte le sue energie destinali e storiche in una singola guerra, e avendo gia' imposto al "suo" (suo per modo di dire, semmai: fatto suo con uno stupro) popolo il sacrificio massimo, non se l'e' sentita, poi, di farne un'altra.

Anche i fascisti possono essere simpatici. Ma sempre topi di fogna rimangono.

#1563
Il fascismo e' anche culto ed esaltazione sadica della guerra, quindi tra i valori del fascismo io ci metterei:

Dio, patria, famiglia, anticomunismo E GUERRA.

Il fascismo e' un particolarismo perche' la vittoria dell'uno sull'altro non puo' valere come legge universale.

Il fascista e' convinto che la ragione universale comandi a tutti gli uomini (e razze, religioni o nazioni) ugualmente di vincere, di primeggiare, e allora si ribella alla ragione universale, perche' il comando nella sua totalita' e' ineseguibile: se uno vince, l'altro perde.

Il piu' grande servizio che il fascismo fa alla borghesia internazionale non e' manganellare i comunisti e difendere la castita' e i preti, e' fare (o almeno, iniziare...) la guerra.

Il fascismo e' messianico davvero, ma perche' incarna, per conto terzi, il messianesimo della  borghesia (non appariscente) che pretende di superare una crisi, attuale o imminante, ciclica e inevitabile, tramite la guerra e non tramite la rivoluzione.

La borghesia non puo' apparire, quando propone, e di fatto impone, di superare la crisi con la guerra perche' la borghesia deve incarnare e rappresentare l'utopia meravigliosa capitalista, il capitalismo rituale e buono.

Il fascista e' la controfigura del borghese nel suo proporre la guerra come soluzione.

La guerra, agli occhi del fascista e' una ragione di vita. Lui, almeno, la vuole vincere per davvero.

Agli occhi del grande ed alto borghese, la stessa guerra e' lo svuotamento del paesaggio urbano e sociale, intasato da balocchi oggettuali e umani ormai inservibili per la vendita o per la produzione, che vanno percio' destinati al piu' presto alla distruzione.

Un grande sforzo di riconversione, un problema tecnico.

Che necessita dei suoi pupazzi esecutori.

#1564
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2023, 16:14:05 PM@niko

Le letture della storia troppo didascaliche mi lasciano sempre un fondo di insoddisfazione. Il Socrate-Platone finge di sapere cos'è il bene morale, a dispetto del suo mantra da agorà, e su questa finzione alimenterà pure la religione del tarsiota.

Il tradimento dei presocratici, da te enunciato e che condivido, è tradimento di una intellettualmente onesta ricerca della verità, e non è camuffabile da necessità storica o epistemica. È un tradimento tout-court sulla via dei feticci religiosi e secolari. Fino al vitello d'oro capitalistico.

Non c'è volontà di potenza che possa redimere questo feticismo destinato a restare in eterno sotto il segno della tarantola, nella rincorsa a feticci sempre meno eterni e sempre più  squallidi, laddove la frammentazione dello spirito restituisce una paranoica debolezza travestita da forza. Che è il modus ponens - irredimibile - della volontà di potenza tarantolata.



La necessita' storica era che la volonta' di potenza diventasse, da aggressiva, auto-aggressiva. La genesi disciplinare dell'individio autodominato. Che domina se stesso perche' non domina il mondo. La ribbellione contro la forma generica dell'autoderminazione e' l'eterodeterminazione. Che, in assenza di un mondo dato (realmente) eterodeterminante, altro non e' che la determinazione (scissa) del corpo da parte dell'io. Dalla manifestazione, al trattenimento. Dalla forza nella coscienza (paura), alla forza della coscienza (colpa, illusione del libero arbitrio).

Io non cerco la redenzione, dei feticci tarantolati, cerco di capirne, appunto la necessita' storica. Se la storia e' storia di lotta di classe, cerco di capire perche' non ci siamo ancora liberati.







#1565
Citazione di: PhyroSphera il 09 Dicembre 2023, 12:46:25 PMIn questa tua lunga esposizione tu mostri una cosmologia monoteista che non è di tutti i cristiani. San Tommaso per esempio pensava che non c'è un inizio nella creazione e che la Causa Prima non è la Causa Iniziale ma è invece fuori dal tempo.
Molti che interpretano la Teoria della Relatività assolutisticamente pensano ad un istante zero inizio del tempo; ma le interpretazioni più rigorose riferiscono questo istante soltanto a una parte dell'universo. La gnosi che afferma la creazione del Demiurgo e che non pensa ciò sia una illusione si riferisce a un istante zero, dato che se il Demiurgo sarebbe fuori dal tempo sarebbe Dio stesso, non un dio falso. Allora si tratterebbe di considerare un mondo prima del nostro, il mondo del Demiurgo, e che questo avesse dato origine a una drammatica evenienza con la sua (relativa) creazione... Nella Bibbia prima del cielo e della terra è posta la creazione della Sapienza, tramite essa quella di cielo e terra e il resto... Accordando gnosi e Bibbia, si farebbe corrispondere la Caduta di Lucifero, la ribellione degli angeli (gli angeli ribelli, il diavolo) alla creazione del Demiurgo, e quest'ultima in realtà sarebbe solamente l'invenzione di una alternativa a Dio, il mondo dei ribelli, mondo dunque non inteso come cosmo né come universo ma come il generarsi di una situazione. La gnosi originaria secondo me proponeva di affrontare il problema ritornando a comprendere il vero Dio, capendo che il Demiurgo non è il vero Creatore, che il nostro mondo non è stato creato da un ente diverso da Dio, e agli gnostici bastava questa 'conoscenza', non negando la Creazione affermata dai cristiani... Ma fattesi le circostanze più estreme, diventava necessario riporre fiducia in Dio, e quelli che invece pretesero di ottenere lo stesso soltanto 'conoscendoLo' caddero in fraintendimenti, incontrando l'opposizione cristiana e la critica pagana (Plotino); perché pensavano all'universo come una beffa e alla materia come un male, senza addebitare i problemi a una situazione e incautamente abbandonandosi del tutto alla mondanità o rifiutandola del tutto, illusi di avere ancora misteriose intuizioni.

Mauro Pastore


Nel cristianesimo, il tempo e' lineare perche' e' escatologico, perche' ha un senso e perche' procede verso il bene.

Dio crea il tempo, e il tempo e' un bene, quindi e' un tempo direzionalmente "orientato": va dal male (bene minore), verso il bene (bene sommo).

Ora, la mia riflessione, personalmente, e' che mentre creare un futuro infinito e' un atto necessario, da parte di Dio, per accogliere l'immortalita' delle anime e degli esseri spirituali (se il premio per i giusti e' una perennita' di gioia questo presuppone un futuro infinito, e pure la punizione dei dannati, che' una perennita' di sofferenza) creare un passato infinito e' inutile (sovrabbondante in senso negativo) e anzi controproducente: la caduta e' un evento, e, se c'e' infinito tempo prima della caduta, allora la redenzione, la ripresa dalla caduta e il ritorno in stato di grazia dell'uomo, non puo' eguagliare e superare lo stato edenico, di pre-caduta, in valore (etico, gnoseologico ed eudaimonistico) e quindi non puo' avvalorare il significato provvidenziale e progressivo del tempo.

Ma anche se cosi' non fosse, e se Dio avesse creato un passato infinito per motivi ignoti, la creazione dell'uomo all'interno di un mondo (preesistente) e' un evento, quindi l'uomo, creatura animicamente e fisicamente perenne (i morti risorgeranno...), ma creata, non puo' che ragionare come se il suo (personale) futuro fosse infinito e il suo (personale) passato finito, se vuole ragionare correttamente, e prendere se stesso ad oggetto, correttamente. 

La redenzione, cioe' la verita' del reversibile, significa che il passato, cioe' l'irreversibile, ovvero, in senso moderno: l'entropico, e' "finito", e' un passato finito, in entrambi i possibili sensi: 

* sia e' "finito", cioe' non e' infinito, e dunque, per quanto immenso sembri, non vale nulla in senso etico e di scelta del bene maggiore rispetto al futuro, 

* sia e'/sara' "finito", terminato, esaurito, all'atto presente della redenzione, che significa la partecipazione umana alla gloria di Dio, quindi lo stato esistenziale in cui la volonta' umana/divina non ha piu' oggetti (tecnicamente) indispinibili ad essa, cioe' non contempla piu' il passato.

Il passato non e' Dio e Dio puo' cambiare il passato, e quando l'uomo sara' nella gloria di dio, potra' pure lui, cambiare il passato.

Ma io sono un ateo, nelle religioni vedo solo posizioni cangianti dell'io nel tempo e volonta' di potenza.

Per negare sia che il passato sia finito in senso cosmico o assoluto, sia che la creazione umana dato il cosmo, sia pure infinito in ogni direzione del tempo, sia un evento, cioe' un inizio realativo e soggettivo, da cui quello che ho detto sulla condizione umana cristiana comunque segue, dovresti essere nella gnosi, cioe' pensare che l'oggetto (vero) della creazione sia solo l'uomo spirituale, la luce degli occhi, da cui la percezione (falsamente) materiale del mondo, e del proprio stesso corpo, segue. Ma una creazione solamente spirituale, dal punto di vista del tempo, cioe' dell'uomo solo spirituale, che sappia di essere tale o no, e' un increato.

Che Dio sia un Uno trascendente, un motore immobile aristotelico oppure uno spirito personale e personalistico che vuole e crea solo lo spirito, se vuole e crea solo lo spirito siamo nella gnosi. E se e' un motore immobile o un Uno, siamo comunque nell'increato, gnostico, o filosofico di altra natura che sia.

Il cristianesimo e' un pensiero della creazione. Materiale. Di esseri (anche) materialmente immortali. Che giocano una partita la cui posta in gioco e' la perennita' e non l'eternita'. Una partita per il corretto superamento della morte. In cui la nascita non e' in discussione. O meglio la nascita e' cio' che rende la perennita' per cui si lotta un fatto individuale. E quindi un sistema sopravvalutativo del futuro rispetto al passato. 



#1566
Rispondendo ad Ipazia@, e riprendendo il discorso in generale:

La morte non e', la medicina della vita.

Il gallo ad Asclepio, lo dobbiamo perche' beviamo del veleno, non perche' non lo beviamo.

Per questo Socrate doveva ritornare in Platone, nel personaggio del Socrate platonico. Per ritornare, almeno una seconda volta, a fingere la sua ultima finzione. Per ritornare a dire, catarticamente, da personaggio, quello che non e' possibile dire (eppure fu detto...) da uomo. Cioe' che la morte, sia la medicina della vita.

Perche' il Socrate originario, anche prescindendo un momento dalla realta' del dialogo, dalla sua difficilmente ricostruibile parola, proprio dal punto di vista della voce, dal punto di vista della vita, ha mentito, e ha sbagliato.

Ha sbagliato del punto di vista delle ragioni della forza: si e' fatto uccidere.

Il platonismo nasce dal fallimento, del proggetto politico socratico. Fallimento di un uomo, mortale, davanti alla morte.

Ed esprime un tentativo di armarsi, quantomeno tecnicamente e politicamente, (la scrittura era un'arma) per non fallire mai piu' da quel punto di vista, per non farsi mai piu' uccidere, o meglio, per non farsi mai piu' costringere al suicidio.

In quanto avvelenatore della vita in se' stesso, in quanto insinuatore del dubbio sul valore della vita, in quanto non disertore e non fuggitivo laddove avrebbe pututo salvare il suo corpo, Socrate non ha insegnato il vero, non e' morto in pace. Non ha completato il suo ciclo. O meglio, non ha completato il trascendimento volontario del suo ciclo in un altro, uguale e diverso ciclo. Proprio come lo Zaratustra originario, il vecchio profeta, del bene e del male.

Cosi' (non) parlo' Zaratustra.

L'avvento di un fantasma, uguale e diverso dal vivo che fu, che catalizza le ragioni dei suoi assassini. Non nel senso di una "banale" accusa (io, Platone, travestito da fantasma, di Socrate, vi accuso perche' voi mi avete ucciso: io faccio, io continuo, io dico, io simulo, il fatasma! E dunque un epigono...), ma di una chiamata radicale all'assunsione di responsabita' (io sono qui, sotto la luce della luna, io taccio, mi mostro, e nel mio tacere vi accuso, vi accuso, perche', evidentemente, voi non mi avete ucciso, abbastanza: aiutatemi a trapassare, io sono, un fantasma! E dunque un maestro, vero, quindi presente nella verita' del suo aver sbagliato, non certo nella sua pretesa di aver insegnato, il vero).

La filosofia, proprio per continuare ad esistere in quanto filosofia, dopo Socrate, proprio come fu per il sacro e per la religione in occidente, dopo Gesu', dovettero piegarsi almeno in parte alle ragioni dei teicidi, e dei socraticidi, cioe' alle ragioni di tutti, di ognuno e di nessuno, della comunita' umana e politica in generale, che ha bisogno delle sue grandi e piccole illusioni egoiche ed egotiche, dei suoi tradimenti e delle sue tradizioni, per vivere e per continuare a vivere.

Il vero scandalo, e' che, in entrambi i casi, la condanna era giusta. Ovvero che anche la forza ha le sue ragioni. E che, senza tradizioni e senza tradimenti, non si vive: la comunita' non puo', continuare a vivere. E che, per continuare l'opera degli "innocenti" uccisi, dalla violenza "folle", della comunita',  bisogna integrare nella persuasione le ragioni della forza. O senno' si verra' ancora, uccisi, e ancora, e ancora, all'infinito...

La filosofia che ritorna armata di mito, armata di veleno, armata di gramigna. La vicenda dell'avvelenamento della volonta' di potenza e' interna, alla volonta' di potenza. Si tratta di creare individui autodominati, quadri intermedi, volonta' fungibili.

Gente che dica, da personaggio, quello che non e' possibile dire da uomo.

Gli uomini che non domineranno realmente il mondo ai fini della loro gioia, domineranno loro stessi. Vorranno quello che vuole un altro.

I san Paolo e i Platone che ricorrono. Non facendo dei loro maestri dei feticci, ma cercando di superarne gli errori. Che tali sono, errori, appunto, dal punto di vista della forza.



#1567
Citazione di: anthonyi il 09 Dicembre 2023, 10:11:56 AMAnch'io, e visto che si tratta di ecologisti io avrei in mente un lavoro molto ecologico, pulire letame animale, bovino, equino, suino o avicolo che sia.


Anche io, anche e soprattutto per gli incendiatori di Reichstag.

Colpiscono i simboli della nostra appartenenza, della nostra cultura. 

E con le loro inconcepibili azioni, ci fanno perdere ancora piu' tempo nel traffico.

Molto opportuno, ribadirlo in questa sede.

#1568
Citazione di: doxa il 09 Dicembre 2023, 05:16:35 AMBob ha scritto


Buongiorno Bob, constato che la tua ideologia politica ti evita la serenità di giudizio e ti fa "gridare" (scrivendo in maiuscolo) contro la violenza, che tu consideri fascista, come se quella comunista staliniana fosse stata un "pranzo di gala".
Nera o rossa per me pari sono.

Io voglio la "violenza di Stato", questa non ha o non dovrebbe avere colore.

Tornando agli eco-vandali....

Ti sembra normale che questi  nel momento in cui imbrattano i monumenti od occupano strade a scorrimento veloce ci  siano sempre gli operatori con le telecamere a riprendere la scena ?

Non ti viene il dubbio (la certezza) che quei mascalzoni informino le testate televisive delle loro azioni e queste,  subito pronte, mandino gli operatori ?

Tutto fa spettacolo....

I responsabili delle testate giornalistiche sono correi, ma non vengono multati, come minimo. 

Gli eco-vandali debbono pagare i danni che compiono, debbono essere arrestati.

Sono un fautore dei lavori forzati per chi commette determinati reati.  ??? ::)



Eh certo, perche' di fatto, a livello di esperienza storica, lo sanno tutti, che l'Italia e' stata insanguinata, oppressa per venti anni e trascinata in guerra dalla dittatura COMUNISTA.

Al di la' del dibattito sul nichilismo, almeno la decenza di riconoscere che la (buona, vecchia) conoscenza, se non (post/nichilisticamente?) anche la fede, si fonda(no) sull'esperienza.

Senno', siamo a Larussa. E a tutti quegli annoiati immemori che un bel giorno lo votarono cosi'... tanto per provare qualcosa di "nuovo".
Sotto il sole.

Quegli annoiati immemori, russi certo non erano.

Al massimo, delusi da un precedente partito (italiano) ufficiale, del vaffanculo e della moralita'.

E quindi, meglio La Russia che Larussa.


#1569
Platone e' sorto perche' Socrate e' stato ammazzato...

Platone, in fondo, e' solo il fantasma di Socrate che ritorna:

* armato della scrittura,

* armato della consapevolezza della nacessita' di unire la "forza" alla "sapienza".

* armato di un livello iniziatico nel comunicare in grado di definire una cerchia di discepoli ben precisa.

Ritorna, armato di queste tre "armi", di questi tre nuovi elementi, che sembrano essere propri del fantasma e non della persona originale, per non essere mai piu' sconfitto, per non essere mai piu' ammazzato. Volonta' di potenza della filosofia. Che e' volonta' di verita'. Ovvero il gallo, che tutti noi dobbiamo ad Asclepio. Ovvero l'impossibilita', di sostenere pubblicamente valori antitragici e antivitali. Ovvero il movente, dell'intera comunita' degli assassini. Ovvero il motivo, per cui Socrate e' stato ammazzato.

In superfice, questo fantasma critica le opinioni degli atomisti e critica la scrittura, in profondita', trae le estreme conseguenze di un modo di pensare definitivamente alfabetico. Migliore omaggio a Leucippo e Democrito in realta', non avrebbe mai potuto fare. La (nuova) scrittura, proprio perche' fallisce nell'essere imitazione della vita, e del dialogo, e dell'oralita', si libera di ogni epigrafia e di ogni continuita' con la precedente umana traccia: riesce, nell'essere imitazione della parola. Atopica, acronica e inopportuna e' questa nuova scrittura deterritorializzata, proprio come lo e' il personaggio di Socrate. Una scrittura, una nuova modalita' compositiva e posizionale, che non e' piu' scritta, sul mondo, ma e' essa stessa, il mondo.

Io, Platone, sono la verita'...

In superfice, questo fantasma critica il pensiero culturalmente egemone di Esiodo e Omero, in profondita, rende astratto, e dunque universale, un pensiero della decadenza che valuta il passato migliore del presente, e la memoria, luogo di vita,  migliore del futuro, luogo di morte. Si sta preparando a rendere l'epica una metafisica, a renderla esportabile.

Il tradimento, del discepolo Platone, non e' verso il maestro Socrate, e' verso il razionalismo dei preplatonici/presocratici. Quello che si va preparando e' una sorta di mistica della ragione, in cui la ragione non accompagna la vita, ma la sostituisce. Non divide, le parti del mondo per distinguerle e nominarle, ma divide il soggetto, il vivente, dal mondo.

Socrate, il morto innocente, il capro espiatorio, poteva rivivere solo nelle "ragioni", per modo di dire, dei suoi assassini, che sono nient'altro che (il gallo ad Asclepio...) le ragioni della forza; solo accogliendole, parzialmente, e rovesciandole. In un certo senso: proiettandole, rendendole esplicite. C'e' sempre, qualcuno che vuole completare con la forza un discorso iniziato solo per amore. Per questo, il Socrate platonico e' un Socrate che alcuni hanno potuto definire come un Socrate potenziato, gerarchico, inquietante.

Anziche' farne un martire, anziche' negarne la morte, Platone, il suo discepolo che tanto lo ha amato, ha preferito prendere atto che il suo proggetto, il proggetto civile e civico di Socrate, in quanto proggetto politico, e' fallito, davanti alla morte, per la mancanza della forza. Della tecnica, dell'organizzazione e della forza.

Che le due cose, negazione folle della morte, e proggetto di continuazione di quello che fu (solo) amorevole persuasione con la forza, si potessero conciliare, e pure fin troppo bene, poteva venire in mente solo a San Paolo. Che il suo maestro, putativo, probabilmente non altrettanto lo amava. O almeno, non altrettanto lo amava nella sua verita'.


#1570
Citazione di: InVerno il 07 Dicembre 2023, 08:15:59 AMHo contestualizzato il "sionismo" al sessimo, poco dopo ti ho portato l'esempio di un neologismo platealmente sessista che ha vinto premi ed è finito nelle bocche di capi di stato, il sionismo è dato dal fatto che il sessismo femminista non solo non viene censurato, ma viene celebrato. Cosa che, alla stragrande maggioranza degli uomini, possiamo dirlo, non interessa una ceppa di niente, così come essere chiamati "dentisto", essendo sprovvisti di "coscienza di classe" e avendo scelto "bruti" alla proposta di Ulisse, rimaniamo io e pochi altri ad essere "sensibili", perchè l'ipocrisia offende l'intelligenza e consegna la verità a chi saprà dire che il re è nudo. Il razzismo non è nato con Mengele, ma con l'idea che esistessero "interessi di razza", al prevaricare dell'indentità di gruppo su quella individuale ponendo enfasi su correlazioni anche su causazioni ed essenzializzando la sociologia in categorie stagne in eterno conflitto.

Si è responsabili di esagerare, la storia pare lo insegni chiaramente, compresa di rivoluzioni e controrivoluzioni. Il pedagogismo di sinistra dove il popolo bue "legga o si impicchi" di solito manda il conto a casa, come il pedagogismo di destra del "mercato vi insegnerà", mettersi contro la propria stessa popolazione oltre ad essere una strategia elettorale miope (si vede mi pare) è pure a rischio di ondate di ritorno. Tuttavia sei tu ad aver inferito che è quello che mi preoccupa. La teoria patriarcale di per se è e sta diventando sempre più una "commedia neologistica" destinata ad anfratti della società poco interessanti, è l'antropologia e l'epistemologia che la sottende a rischiare di non essere estemporanea, questo mi preoccupa. Sono ancora esterrefatto che i tentativi di Terence Phil (che ora sorride defilato a mangiare fagioli e salsiccie lasciandomi in mezzo al saloon :D ) di far notare il nocciolo tautologico di certe posizioni siano stati fallimentari. Qui si gioca col pongo del fascismo.


@baylham. Dal punto di vista del diritto è probabile che molte conquiste siano quasi irreversibili, purtroppo il diritto è abbastanza scarso nel quantificare i fenomeni sociali (che è la critica all'approccio legalistico verso i diritti delle minoranze). Non ci sarà nessuna legge nuova a ridurre i diritti delle donne in Russia, ma ci saranno migliaia di veterani amputati e traumatizzati che tornano a casa e fracassano le mogli di botte, il benessere di uomini e donne è molto più reciprocamente interdipendente di quanto non lo sia quello tra un individuo e il suo genere di appartenenza. La morte di una ragazza è un danno per la sua comunità di appartenza, di uomini e donne, non per il suo "genere", e la stragrande maggioranza dei padri di quella comunità ha nel massimo interesse che le proprie figlie non facciano la stessa fine. Questo ed altro, nella teoria del patriarcato, è praticamente irrazionalizzabile, la società non è un centro sadomaso.



Si e' responsabili, di non aver esagerato abbastanza.

Qui si gioca col pongo della realta'.

E l'identita', si costruisce a partire dalla relazione, non il contrario, perche' sarebbe impossibile.

Quindi se certe "indentita' " hanno la coda di paglia e prendono subito fuoco, e' perche' la relazione non va bene, e' squilibrata.

Il ritorno all'equilibrio non e' un ritorno all'omogeneita', e' una alternanza al potere.

Perche' l'equilibrio e' nel tempo, e la storia non finisce bene.

#1571
Secondo me la gnosi non e' fede ma conoscenza, perche' mette al centro l'oggetto della coscienza e della memoria: il passato.

Il discorso della gnosi e':

La conoscenza salva = il passato salva.

Del passato, in senso antropologico e antropomorfico, infatti, si puo' avere conoscenza.

Il discorso dei tre monoteismi, soprattutto di quello cristiano e' un discorso che afferma:

La fede salva = il futuro salva.

Nel futuro, in senso antropologico e antropomorfico, si puo' avere fede, e, di esso, ben poca conoscenza.

Solo spiragli, scampoli, di "conoscenza" del futuro si possono avere, e ricadenti in fondo, nella nostra aspettativa psicologica, e dunque, ancora, memorica, che esso, il futuro, sia entro certi limiti uguale al passato e non aperto al totalmente e inconcepibilmente nuovo, come nella lezione di Hume.

La gnosi, soprattutto, tende verso l'increato e il tempo si "conclude", escatologicamente, in essa, con un ritorno degli spirituali/esistenti alla verita'  dell'increato, quindi siamo in una struttura temporale in cui (ancora) lo sfondo del soggetto/natura e' di tipo greco classico: sempre era, sempre e', e potenzialmente sempre sara; appunto, il giorno increato della Gnosi. In-creato da chi? in-creato Da un Dio causa mundi aristotelico o da uno emanatore, che comunque non conosce o non esercita il potere della creazione, che viene rifiutata e attribuita al demiurgo, malvagio e/o illusorio. Il cosmo "vero", cioe' spirituale, della gnosi e' increato. Fuor di metafora, la posizione temporale dello gnostico, fisicamente mortale (allo gnostico, a differenza che al cristiano,  nessuno, ha promesso di risorgere in corpo), e gettato "heideggerianamente" in un cosmo dal passato infinito in vista di un suo essere-per-la-morte, e' una posizione, intendo, una posizione temporale, che implica di risiedere in un (qualsiasi) presente avendo alle spalle un passato illimitato/infinito e, davanti, come meta dei propri passi, un futuro limitato/finito. Questa posizione, e questo e' il punto centrale della mia personale interpretazione della gnosi, e' il contrario esatto delle psicogonie, cosmogonie e angelogonie propriamente cristiane, in cui la rottura di simmetria temporale che determina la "posizione" del credente e' opposta, perche e' una prospettiva che si apre e' su un passato limitato/finito con un futuro illimitato/infinito.

Infatti, presso l'increato il passato e' (per definizione) infinito mentre il futuro puo', almeno potenzialmente e virtualmente essere finito; invece, presso il creato il passato e' (per definizione) finito (c'e' un punto zero del tempo, che, appunto, non c'e' invece nella gnosi) e il futuro puo', almeno virtualmente (a Dio piacendo...) essere infinito.

E il credente di uno dei tre monoteismi abita, o meglio VUOLE abitare, presso il creato. Vuole, psicologicamente per se' il punto zero del tempo. Lo gnostico abita, o meglio VUOLE abitare, presso l'increato. Non vuole, psicologicamente per se' il punto zero del tempo.

L'infinito e' l'immaggine di Dio, e se l'infinito, (l'infinito temporale, la direzione di una perennita') riposa alternativamente o nel passato o nel futuro, anche l'immaggine di Dio, riposa alternativamente o nel passato o nel futuro.

E si comprende perche' nell'un caso, di essa si puo' avere fede, nell'altro, di essa si puo' avere conoscenza. E' perche' del passato, si puo' avere conoscenza, del futuro, (solo) fede.

L'iperuranio e' un luogo di pre-nascita. Il paradiso e' un luogo di post-morte. Ma sono uguali, si potrebbe dire, perche' ne' della prenascita ne della post morte, abbiamo coscienza e conoscenza. E invece no. Non sono uguali per niente. Perche' l'iperuranio istaura con noi un rapporto memorico (lo schiavo di Menone, e mille altri esempi, platonici, possibili); il paradiso, il Regno, un rapporto di profezia e di attesa (Mose' che non entra in terrasanta e Cristo che ci entra, e mille altri esempi, biblici, possibili). La memoria, e' del passato, l'attesa, e' del futuro. La prenascita e la postmorte non sono uguali. Di mezzo c'e' la gloria dell'uomo a dividerle.

Ma il passato, e' anche il luogo dell'irreversibile. Il futuro, (infinito) che, "estendendosi" sempre piu' nella fede di chi crede in esso, nullifica il passato (finito), e' un'immaggine di redenzione. Il male esiste, fa male ma si puo' andare oltre esso, ci si puo' redimere. Mentre Il passato (infinito) che, estendendosi sempre piu', nella conoscenza di chi lo conosce e sempre meglio lo conosce, fino a giungere a una teoresi totale, al toglimento di ogni profetica cecita', nullifica il futuro (finito) e' un'immaggine piu' realistica, pessimistica e terrificante in cui la caduta, la colpa, se e', e' definitiva, e, semmai qualcuno si salva, si salva solo chi non (mai) cade (chi non mai ha colpe). Del male, qui deve essere detta l'inesistenza o l'inefficacia, perche' non puo' essere detta la redenzione.

Ecco che lo gnostico vuole non soffrire in assoluto. Vuole contemplare il passato come luogo della
non-sofferenza, della non-caduta e nient'altro. L'unica strada del suo non soffrire, e' il non aver sofferto mai. Il cristiano vuole aver sofferto in passato in modo esaustivo e completo per non soffrire (mai) piu' in futuro. Vuole la croce. Il compimento vicario di una legge che lo condanna/condannerebbe. Accetta che la sofferenza stia confinata nel passato, purche' essa non debordi mai piu' nel presente e nel futuro. L'uno, lo gnostico, vuole l'irreversibile di un bene (eterno), l'altro, il cristiano, l'irreversibile di una trasformazione verso il bene, da un certo punto del tempo in poi. Vuole l'irreversibilita' di un attimo, eterno, che divida il bene dal male, e poi attraversarlo, quell'attimo. Il modo, in cui entrambi pensano di far lavorare l'irreversibile a loro favore, cambia. E, se la storia dell'uomo e' storia di accettazione eroica e stoica della realta' e del non-senso di una sofferenza totalizzante, tra i due e' piu' maturo, e' piu' avanti, e' piu' "progredito", e intendo progredito verso un pessimismo realista a cui l'uomo moderno dovra' arrivare (accettazione della Necessita'), e quindi piu' nichilista, il cristiano. Il cristiano vuole essere un resuscitato, e' una figura di uomo che ha (finalmente) accettato di soffrire immensamente e senza senso quantomeno nel passato e nella memoria. Anche se non certo altrettanto nell'attesa e nel futuro. Lo gnostico, lo ripeto ancora, tornando al mio concetto chiave, vuole essere uno spirito increato, cioe' vuole non aver sofferto mai. Vuole la salvezza finanche nella memoria, cioe' non vuole nessuna redenzione, perche' nessuna redenzione gli basta. Vuole essere nell'iperuranio. Non esser mai nato, o non esser ancora nato, a questo mondo di sofferenza, e non gli basterebbe mai di essere nel paradiso, cioe' aver affrontato la morte, e con essa la soffetenza, e averla superata.

Per questo lo gnostico orientativamnte ci sputa sopra, o peggio, sulla croce. E' il bambino che non solo non accetta di soffrire nel futuro, ma nemmeno accetterebbe (mai) il compromesso di aver qui e ora sofferto definitivamente in passato, fino al punto di essersi, della sofferenza liberato. Anche con meta' della totalita' temporale liberata, anche con la promessa cristica che nel suo avverarsi porta, a una (sola) meta' di totalita' temporale liberata, al tempo del bene e del male diviso da un attimo e alla possibilita' individuale e collettiva di attraversare, questo attimo, egli, lo gnostico, identificandosi con il cosmo, essendo tutti gli attimi, sapendo di non poter realmente attraversare nessun "attimo" in nessuna "sequela", di nessun "portatore di croce" non accetterebbe mai di restare con l'altra meta', la meta' passata, la meta' rimasta dietro l'attimo, sofferente. E ne ha ben donde, perche' nella sua concezione la meta' temporale passata, che resta sofferente ha in generale piu' importanza e piu' vastita', della meta' temporale futura, che insoddisfacentemente, grazie alla croce, si "libererebbe", dal male. Di nuovo, il discrimine tra i due e' l'increato, e quindi il passato infinito, irredimibile. Il cristiano accetta il compromesso, fa la scommessa, perche' crede che la meta' temporale futura, posta dopo un qualsiasi attimo/definitivo, valga di piu', e all'infinito annienti quella passata, come un granello di sabbia nell'oceano.
Il cristiano crede che Il futuro cresca, mentre il passato ha un punto zero, quindi non cresce altrettanto in direzione opposta. Se in questo strano, e non solo "lineare", ma direi anche "fragile" tempo, in cui crede di vivere il cristiano, succede qualcosa di definitivo, qualcosa di assolutamente nuovo sotto il sole, ad esempio l'avvento del Cristo, quel qualcosa ha in se' intrinsceamente il destino di "accumulare" futuro fino a rendere il passato irrilevante. Per questo, vale la pena di credere in quel qualcosa, anche se non lo si vede. Anche se attualmente il rapporto tra il tempo del bene e quello del male e', aime', infinitesimizzante al contrario rispetto a come all'infinito esso sara', e a come secondo giustizia esso sara'... e la meta' temporale del male e' l'oceano, e quella del bene il granello di sabbia; perche' l'annuncio, l'annuncio cristico, e' recente, perche' il seme non ha ancora potuto crescere. Non ha ancora avuto il tempo, di crescere, e soverchiare un solo relativamente grande residuo, o resto, di tempo irredento.


#1572
Attualità / Re: Il nuovo kippur
06 Dicembre 2023, 23:04:39 PM
Citazione di: green demetr il 06 Dicembre 2023, 21:59:06 PMCome fai a ignorare che gli arabi sono in nuce tutti terroristi (basta leggere il loro testo)?



E gli italiani tutti suonatori di mandolino...

Ma poi non era pure la tua amata bibbia, a dire di sterminare, massacrare, umiliare e bruciare tutti gli idolatri, i politeisti e gli infedeli al Dio di Israele in generale ogni due righe circa?

Pari pari al Corano?

Ma certo, alla bibbia/antico testamento quando dice di ammazzare donne e bambini perche' hanno un'altra religione rispetto a quella che piace a Yave' si concede l'interpretazione allegorica e spirituale (sia mai che in certi punti essa dicesse di ammazzare donne e bambini per davvero), quando invece di ammazzare omoni adulti lo comanda e lo dice il Corano, allora li' l'antislamico medio, che magari dorme con la bibbia sul comodino pretende che l'interpretazione sia letterale...

Ma ci sara' mai un limite alla malafede?

#1573
Sei stato tu a parlare di "sionismo femminile" e "stato suprematista" per invertire il ruolo tra carnefici e vittime...

Quindi, una certa idea di equivalenza tra diritti delle donne rivendicati in questi ultimi tempi in risposta ai femminicidi e matriarcato ce l'hai in testa pure tu.

Non molto diversa da quella di Socrate.

E sei stato tu a insinuare che, chi difende i diritti di una certa minoranza o di una certa categoria di persone e' "responsabile" della eventuale risposta reazionaria del potere, che potrebbe stringere ancora di piu' la "morsa" dell'ingiustizia e della persecuzione, o addirittura arrivare ad "eliminare" alcune categorie di persone qualora tali rivendicazioni superassero un fantomatico "giusto limite" e disturbassero "troppo" i potenti e i manovratori.

Come dire, i comunisti hanno osato troppo, e allora e' arrivato il nazifascismo...

Oppure: operai e studenti negli anni settanta hanno osato troppo e allora e' arrivata la strategia della tensione, con le bombe nelle piazze...

Ti diro', per me, se il mondo e' ancora lo schifo che e', chi nella storia avrebbe voluto cambiarlo, da Spartaco in poi, ha osato troppo poco.

Questa, la sua unica "responsabilita' ".

#1574
Citazione di: InVerno il 06 Dicembre 2023, 13:05:13 PMPuoi sempre prenderti a letto ciò che la società non ti offre, fai un minchiarimento tutto antropologico e saccente ad una donna, con le tue gambe ben divaricate a mostrare il volume del fallo ed il tono di voce imposto e perentorio, poi ti denudi e le chiedi scusa per i tuoi atteggiamenti patriarcali e per essere stato troppo assertivo nel tono di voce, che non era dovuto ad una tua maggior preparazione ma ad una proiezione della tua attitudine all'omicidio, le chiedi di sculacciarti per te e tutto il tuo genere dall'inizio dei tempi, e io sarò ben felice di scusarmi col tuo sedere al posto del mio.

Io non ho mai sostenuto che si rischia il matriarcato, è stata la mia prima riposta altro che essere d'accordo con Socrate, io penso che si rischi la fogna sociale, e che a seguito della fogna sociale i diritti delle donne saranno i primi ad essere sacrificati, io vedo un peggior futuro per le donne in questo secolo. Per lo stesso motivo penso che le persone transessuali sono in assoluto la categoria più a rischio di finire massacrati in tempi non lontani, e lo dico oggi al massimo dei loro diritti (come era al tempo della repubblica di Weimar). Mi piacerebbe non vivere certi eventi, ma se sarò costretto a sopravviverli vorrei raccontare il controverso ma essenziale ruolo delle persone che si erano incaricati di difendere i diritti di queste persone mentre acceleravano i processi che li avrebbero rimossi.

Quindi la colpa, o se vogliamo la resposabilita', il "fio" e' di chi, essendo donna o nero, parla di diritti e di rivolta, se il maschio bianco occidentale allora si risente, e in risposta ammazza e opprime ancora di piu' del solito tutto cio' che e' diverso da lui?

Dopo quante e quali lotte antirazziste i neri sono da considerarsi loro i veri colpevoli del razzismo della societa', ad esempio amaricana, perche' alimentano la risposta "risentita", e quindi reazionaria, dei bianchi che il potere non lo vogliono mollare?

Nella parabola del novecento, il vero colpevole del nazifascismo e' il comunismo? E questo nella zucca marcia di chi, e perche'?

Quando in generale c'e' un conflitto tra progresso e reazione, da che parte stanno i posapiano?

Da che parte stanno SEMPRE, e con ogni piu' assurda scusa e rivolgimento di frittata i posapiano?

Direi che qui occorre un grosso m(I)nchiarimento, sempre a proposito di lapsus...

#1575
Citazione di: InVerno il 05 Dicembre 2023, 08:20:21 AMLa teoria del patriarcato moderna è stata popolarizzata negli '70 da novelliste americane femministe, e continua curiosamente anche oggi ad essere principalmente nelle bocche di chi scrive romanzi, potremmo anche chiamarla teoria del "maggiordomo collettivo", dove tutti i maggiordomi dei romanzi gialli in realtà collaborano ad una rete segreta di marachelle. Il periodo è particolare perchè coincide con l'abrograzione degli ultimi scampoli legali patriarcali in occidente, un pò come se la teoria dell'apartheid fosse stata popolarizzata il giorno che Mandela è diventato presidente, le ondate precedenti femministe quelle che realmente hanno pareggiato i diritti delle donne, probabilmente manco ne avevano sentito parlare. Rimandarla a Marx farebbe intendere una continuità che non esiste, anche dopo aver letto Marx le donne non se l'erano ancora data. Continuando fuor di metafora, è un pò il "sionismo femminile" che usa il riscatto di colpe storiche per instaurare uno stato suprematista che si comporta come i carnefici da cui scappava.


Ancora qui a parlare?

Direi che qui, con Inverno che sostanzialmente dopo mille post concorda con Socrate, l'apertore originale del topic, il ciclo, diciamo cosi', "maieutico" del dialogo si chiude.

Ma pure io, sostanzialmente concordo con inverno e Socrate.

In modo non sospetto fin da pagina 1.

Ma solo sul piano delle immagginifiche speranze.

Non su quello dei realistici timori.

A me la distopia della grande ed iniqua vendetta delle donne (un'Eurasia matriarcale?) piacerebbe. Ma non la ritengo molto probabile.

Restiamo coi piedi per terra. Un po' tutti.