La discussione fra Anthonyi ed Eutidemo, in attualità ha risvegliato un mio pensiero, che girovagava un po' bistrattato, fra i miei archivi neurali. Ovvero, l'eredità dell'impero romano, quello originario di Cesare e Nerone, nella storia occidentale. Alla caduta dell'impero romano d'occidente, Odoacre ebbe la premura di riconsegnare i vessilli imperiale all'imperatore d'Oriente. E quell'impero, destinato a durare per i successivi mille anni, in qualche modo ereditò quell'impero, al punto che i suoi sudditi erano chiamati in Europa, "romei". Con Carlo Magno si apre poi l'altro capitolo della eredità romana, nel cuore della stessa Europa e che dura fino a duecento anni fa. Ma un terzo pretendente della tradizione romana è stato e forse è tuttora la Russia, che attraverso l'adozione del rito Cristiano ortodosso, pretese di acquisire il ruolo dell'impero romano d'Oriente, ovviamente per ottenere l'ambito sbocco al Mediterraneo. Da allora i sovrani russi si chiamarono Czar ovvero "Cesare". Ovviamente il nesso successivo è quello di collegare questi eredi della romanità con un principio, che è alla base di molti processi culturali occidentali, l'universalismo. Universalismo che troviamo nel cristianesimo, sbocciato all'apogeo della pax romana, che ritroviamo nel marxismo, il quale, a disdetta dei suoi teorici, si impiantó per la prima volta proprio nell'arretrato impero degli "czar". E che dire dell'ultimo universalismo, quello dell'Unione Europea, l'ultima grande erede dell'Impero Romano?

). In prima battuta mi viene da dire che la scienza, da Kuhn in poi, è consapevole del fatto che la oggettività scientifica è relativa e che i cambiamenti di paradigma stravolgono le conoscenze. Detto questo non penso che si possa estremizzare questo principio. Tutti i cambiamenti di paradigma del XX secolo dalla relatività alla MQ non hanno sconfessato i principi della fisica gravitazionale che restano validi. Hanno solo approfondito e spiegato fenomeni collaterali. Mi viene in mente la metafora della fotografia. Già i primi dagherrotipi permettevano la visione della realtà ma sono i successivi miglioramenti tecnologici a permettere una visione sempre più accurata, pur mantenendo validi i principi tecnologici originari, almeno come punto di partenza per i passaggi successivi.