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Messaggi - bobmax

#1576
@Aspirante Filosofo58

Le tue due ipotesi dovresti fonderle in una sola.

Dio infinitamente buono = Caos

Perché supporre questa coincidenza degli opposti?

Perché sono incompatibili solo apparentemente...

Che invece coincidano lo si può cogliere cambiando radicalmente prospettiva.
Cioè partendo, invece che dal conosciuto, da ciò che conta veramente.

E cosa conta davvero in questa vita?
Non è forse l'amore?
Che non si è neppure sicuri che esista per davvero, ma ciò nonostante, la sua assenza non getta ogni cosa nell'insignificanza?

E l'amore ha un senso?
O non ha invece alcuna motivazione che non se stesso?

L'amore non è forse manifestazione dello stesso Caos?

Sì, incominciare a considerare questa ipotesi implica uno stravolgimento della nostra visione del mondo e di noi stessi.

Chi sono io allora?

Non sono forse il figlio del Caos?

E rimango figlio finché ci sono, per poi tornare a essere mio padre.

Fra le tante fonti possono essere utili due pensatori attuali.
Eckhart Tolle ("Il potere di adesso") e Tony Parsons ("The open secret - Tutto ciò che è")
Presenti anche su YouTube.
#1577
Grazie Ivo per il tuo impegno!


Questo sito è una rara oasi che dona la preziosa possibilità di riflettere.
#1578
Tematiche Filosofiche / L'infinito non c'è
03 Gennaio 2022, 09:56:32 AM
In effetti è diffuso il convincimento che il pensiero consista in una costruzione.

Ossia che la mente utilizzi i concetti a mo' di mattoni, e ponendoli uno sull'altro costruisca il pensiero.

Ma questo convincimento è errato.

Non vi è infatti alcuna costruzione.
Perché il pensiero è un flusso continuo, una comunicazione.

Per pensare, devo sdoppiarmi, in modo da comunicare tra me e me. E in questa comunicazione non vi è nulla di fisso, nessuna idea finita.
È invece un divenire incessante.

Dove la mente è una e bina!

Meraviglia del pensiero.
Che si manifesta volando sul nulla.
#1579
Tematiche Filosofiche / L'infinito non c'è
02 Gennaio 2022, 22:58:41 PM
L'infinito è un concetto necessario. Questa necessità deriva dal corrispondente concetto di finito.
Senza l'infinito, infatti, il finito richiederebbe come controparte... il nulla.

Ma il nulla è inaccettabile per il pensiero razionale, per cui il finito deve necessariamente riproporsi ogni volta, senza fine...
Ecco l'infinito!

È tuttavia a mio avviso interessante notare come pure il finito, a volerlo indagare davvero, altro non sia che a sua volta infinito.
Nel senso, che se non voglio arrendermi accettando la presenza del nulla, devo necessariamente presupporre che quel punto di transizione che determina il finito esista senz'altro, sebbene raggiungibile soltanto... all'infinito.

Così l'infinito è ineliminabile.
Indispensabile protagonista di ogni nostra elucubrazione.

E pur tuttavia allo stesso tempo non c'è.
Non è "cosa".
È presente solo in potenza.

Se ci fosse davvero, potrebbe allora essere preso.
Ma si può prendere solo il finito.
Almeno illudersi di poterlo prendere, cercando però di non pensare quanto sia in realtà infinito...

L'infinito non c'è.

Ma la nostra è l'epoca del nichilismo.
Per il quale nulla ha valore.
E questo convincimento nasce proprio dal credere di aver compreso!
Di conoscere perciò pure l'infinito!
Di possederlo!

Paradossalmente, più è forte il convincimento della realtà dell'esserci e più nulla ha in definitiva valore.

Ma l'infinito non c'è.
E questo suo non esserci annuncia il Nulla origine di ogni cosa.

È proprio il Nulla dell'esserci a donare valore a tutta l'esistenza.
#1580
La domanda dà per scontato il significato di "esistenza". Cioè presuppone che "essere" e "esistere" siano equivalenti.

Ma questo presupposto è errato.

Di modo che la domanda stessa, sulla esistenza o meno di Dio, non può avere alcuna possibile risposta.

In quanto Dio è l'Essere.

Mentre l'esistenza solo rimanda all'essere, ma non lo è.

Si potrebbe allora chiedersi se Dio sia oppure non sia.

Ma questo è un non pensiero. Ossia un pensiero che nega se stesso nel momento in cui viene formulato.
Perché ogni cosa può esistere come non esistere.
Ma questa stessa "possibilità" necessariamente è.
L'Essere è ciò che rende possibile o meno l'esistenza.

La domanda fondamentale riguardo a Dio non riguarda perciò il suo essere. Essendo Dio l'Essere stesso: Dio è.

Riguarda piuttosto il Bene.
Dio è il Bene?

Ma non nel senso che "esista" da qualche parte il Bene assoluto!
Bensì se il Bene assoluto è.
Ossia se Essere = Bene.

Non è perciò un qualcosa la cui esistenza o meno determina il bene oppure no.
È l'Uno che è in gioco!

Di modo che sono chiamato in causa direttamente. Che il Bene sia, dipende solo da me.

Afferrato questo, posso ben costatare come io sia il figlio unigenito.
#1581
Grazie Iano, anch'io constato che solo con il confronto con l'altro può nascere in me una nuova idea.


Tuttavia la Verità viene "prima" di qualsiasi idea.


La Verità non esiste, la Verità è.
#1582
Iano, dato un qualsiasi intervallo, i numeri reali sono di più dei numeri naturali.
Questo di più è potenzialmente infinito.
Bene!
Su questa base possiamo procedere.
Con gli infinitesimi e tutto il resto.

Ma lasciamo stare l'infinito con la pretesa di trattarlo come una cosa!
È questo il gravissimo errore.

Perché se no, ci ritroviamo a concludere, per esempio, che i numeri interi pari sono tanti quanti sono i numeri interi... Una assurdità!

L'infinito non è qualcosa.
#1583
Eutidemo, il tuo trovarti d'accordo con Bertrand Russell lo avrei dato per scontato.
La tua visione pragmatica della realtà appare in ogni tuo intervento.
Sebbene mi pare tu senta una qual attrazione per la Trascendenza. Frenata però proprio da questo, diciamo così, empirismo.

Difatti le aree della matematica non hanno "sostanziali" differenze tra loro.
Proprio in quanto tutte sono matematica.

E la matematica altro non è che negazione.
La matematica è infatti espressione dello stesso pensiero razionale, che è fondato su quel unico principio: il principio di identità.
A = A
Che è l'essenza della negazione.

Ma essendo l'Uno negazione della negazione, il pensiero razionale, e quindi la matematica, non hanno alcuna Verità.

#1584
Citazione di: iano il 27 Dicembre 2021, 14:38:58 PM
Si è dimostrata l'attualità dell'infinito, ma a costo di moltiplicarne i tipi.

Iano, è avvenuto proprio il contrario.
È il dare per scontata l'attualizzazione dell'infinito che ha permesso di dimostrare l'esistenza di più ordini di infinito.

Perciò una dimostrazione che si regge sulla presunta, e assurda, possibilità di elaborare all'infinito.
Andata e ritorno all'infinito e questo una infinità di volte!
Mentre l'infinito è sempre e solo in potenza, cioè limite irraggiungibile.
#1585
Sì, Eutidemo, nell'uso comune del termine con matematica si intende aritmetica.
Tuttavia la matematica è molto più ampia e include la geometria, l'algebra, la statistica, e tanto altro.
Aree diverse, che tuttavia sono fondate sulla stessa modalità di astrazione matematica.

Bertrand Russell era molto simpatico, ironico, pragmatico, ma pessimo filosofo.

Il dare per scontato che vi siano differenze sostanziali, tra due cose qualsiasi del mondo, è la fonte di ogni male.
#1586
Ciao Eutidemo
La geometria è parte della matematica.
Di modo che il punto, prima ancora che geometrico è matematico.

Non penso proprio che l'astrazione razionale sia una nostra peculiarità. Probabilmente in noi umani la razionalità si è sviluppata maggiormente, a causa delle nostre corde vocali e mani prensili con il pollice opponibile, ma perché mai dovrebbe essere una nostra esclusiva?

Il pensiero razionale è indispensabile per il nostro inoltrarci nel mondo.
Ma non è fonte di Verità.

È lo strumento per chiarire il mondo e noi stessi. Senza di esso saremmo perduti.
Ma di per se stesso non aggiunge nulla, e ciò che chiarisce è il deserto. Attraversando il quale possiamo infine tornare a casa.

Ciò che conta, infatti, non ha nulla a che fare con la razionalità.

PS
L'uno viene dopo il due.
Non può esservi alcun concetto del 1 senza che prima vi sia consapevolezza del molteplice.
Allo stesso modo, prima si ha consapevolezza dello spazio, poi, eventualmente del concetto di piano o di retta.
#1587
Ciao Viator,
direi che il punto esiste come concetto, ma non fisicamente.

E il suo stesso concetto non è originario, ma deriva a sua volta dal principio di identità.
Il punto infatti è necessario per soddisfare il principio di identità quando lo si applica al mondo fisico.

Perché un qualunque oggetto deve necessariamente avere dimensioni determinate.
In caso contrario avremmo una miriade di oggetti tra loro equivalenti, al posto di quell'unico oggetto.

Anche se noi non siamo in grado di misurarle esattamente, diamo quindi per scontato che queste dimensioni siano determinate. E non fluttuanti.
Perciò abbiamo bisogno del punto che le determini univocamente.

Solo che... il punto, esistendo solo idealmente, in realtà non determina univocamente un bel niente!

Con buona pace del principio di identità.
A non è mai A.
#1588
La matematica è forse l'ambito che più di ogni altro mostra l'influsso del nichilismo nella scienza.

Difatti il nichilismo deriva direttamente dal pensiero razionale, ne è l'effetto sgradito ma inevitabile.
E la matematica è probabilmente la più autentica espressione del pensiero razionale.
Un pensiero che seppur nato dalla osservazione del mondo fisico, se ne è man mano distaccato, fino a muoversi autonomamente. Costruendo un mondo a sé.

Un mondo che si è rivelato utile, nell'agire nel mondo fisico, ma che viene ormai creduto a sua volta "reale". Quando non è altro che astrazione.

L'utilità viene così confusa con la verità.

Ci si immagina, per esempio, che esista per davvero un mondo dei numeri!
Abitati cioè dagli infiniti numeri. Che se ne stanno lì, aspettando che qualcuno li pensi...
Mentre un numero esiste solo nel pensiero che lo pensa. Se non è pensato non esiste assolutamente!

La matematica tratta solo concetti. E questi concetti hanno tutta la loro realtà nel mondo fisico a cui si riferiscono.
Se dico: "4 mele", la realtà è tutta nelle mele.
Se tolgo la parola "mele" il 4 che resta non ha alcuna realtà.

Ciò vale per qualsiasi concetto matematico.
Quindi anche per il punto, la retta, il piano...
Non esistono, se non nel pensiero.

Ma il nichilismo se ne è appropriato. E così ormai si crede nella loro esistenza.

Di credere che l'infinito esista davvero!
E di poterlo usare, come cosa tra le cose...

Così la filosofia viene messa da parte come assurdo vaneggiamento.
E si perde l'incommensurabile mistero dell'esistenza.
#1589
Attualità / BUON NATALE A TUTTI!
26 Dicembre 2021, 12:00:12 PM
Nella ricerca della Verità, la religione rappresenta una insostituibile fonte d'ispirazione.

Così come è una sconfitta l'afferrare una "verità" rivelata e renderla assoluta, allo stesso modo è una caduta lo snobbare il sacro a prescindere, senza affrontarne la possibile insita verità.

Dio è nascosto. È Nulla.
Ma ogni cosa, ogni evento, pensiero, emozione rimandano a questo Nulla.

Anche il Natale, con la sua promessa di salvezza.
Ignorarlo, vuol dire non cogliere l'essenza di ciò che ci circonda.

E ciò che ci circonda è Dio.

Infatti ci sei solo tu e Dio.
Finché ci sei.

E quando non ci sei più, non c'è neppure Dio.
#1590
Tematiche Spirituali / Re:Etica nel regno animale
24 Dicembre 2021, 14:53:19 PM
Citazione di: ricercatore il 24 Dicembre 2021, 09:44:26 AM
si è vero. essere "arrivati" a tenere in mano la Verità significa essere morti (spiritualmente/psicologicamente).

tuttavia riguardo la "sete" e quella sensazione di irrequietezza credo che possa essere, se non placata, perlomeno accettata.

mi piacerebbe arrivare a questo, prima di morire fisicamente  :)

Ma cosa significa "accettare"?

Non significa forse fare un passo indietro?

Ma in che senso fare un passo indietro? Visto che riguarda me stesso, questo mio stesso sentire, bramare, volere...

Accettare significa quindi rinunciare a me stesso. Lasciar andare questo mio io.

In modo che tutto pure continui come prima.
Perciò accettare questa mia sete inappagata, questa mia stessa volontà.
Ma senza però esserci, in quanto io.

Quindi, sì, morire. Morire a me stesso.

Senza bisogno della morte del corpo.
Ciò che conta infatti è la morte dell'anima.