Citazione di: Jean il 18 Marzo 2017, 20:24:54 PM
g- ... allora, perché mi trovo qui, interrogato, per giunta?
Vp- ... interrogato, che parola grossa... diciamo che stiamo approfondendo la sua posizione...
g- la mia posizione... in merito a cosa?
Vp- in merito alle sue azioni...
g- azioni? Che cosa avrei commesso di cui render spiegazione?
Vp- è intervenuto dove non aveva titolo per farlo... disturbando, nel migliore dei casi... e forse tentando di sabotare, non l'avessimo fermata, il naturale prosieguo degli eventi...
g- s'ho disturbato me ne dispiace, in quanto al titolo non era richiesto e le porte erano aperte. Sabotaggio del naturale prosieguo degli eventi... che significa?
Vp- gli eventi condurranno ad una conclusione, che è uno degli scopi del consesso in cui è intervenuto...
g- anche il mio intervento poteva arricchire la discussione, no?
Vp- ... non aveva titolo, doveva esimersi, limitandosi ad osservare.
g- come s'acquisisce codesto titolo?
Vp- non è cosa semplice, con lo studio, l'interesse e la dedizione... ma alfine, ciò che più conta, è che si venga riconosciuti dai propri pari... c'è un ordine ed una gerarchia nelle cose...
g- cioè le cose non son come appaiono... è dunque quest'ordine, questa gerarchia sottostante ad esse che in realtà le muove... come un treno su un binario..?
Vp- ... comincia a comprendere... si è accostato a quel treno standosene sulla sua auto... non va bene, chi meritatamente vi alloggia – perché il viaggio è assai lungo – ha profuso energie, tempo e qualcos'altro di importante... avrà pure un valore tutto ciò, non crede?
g- di sicuro... ed anche non si fa nulla per nulla, un qualche riconoscimento si deve pur ricevere... ma, se permette, che sarà mai una piccola distrazione dovuta al mio affiancarmi al treno in corsa con la mia macchinina... che avrebbe potuto regger il ritmo solo per un po', giusto il tempo d'arrivar alla successiva stazione... mi par sproporzionato l'esser per questo costretto a codesto interrogatorio..!
Vp-... atteggiamento potenzialmente anarcoide... richiedere che le regole abbiano un'elasticità che non possono avere, altrimenti che regole sono?
Un piccolo foro in una diga tenderà ad allargarsi... la regola, nel caso, è d'intervenire prontamente.
g- ... mi scusi, ma non si può tener conto di quel che avevo da dire? Intendo che quel poco, quel nulla... poteva esser inerente all'argomento, esser in tema e...
Vp- ... ma lei non lo conosce l'argomento, ne ha colto degli accenni, saltando qui e là... vuol confrontarsi con la preparazione di chi l'ha sviscerato, alfine comprendendolo e facendolo proprio?
g- vero, ho solo colto qualche accenno... diciamo l'un per mille... in confronto a... quanto?
Vp- vuol metterla in numero? Per alcuni anche il 70, 80 per cento... ma potrebbe anche esser di più... si rende conto?
g- mi rendo conto... ma ritengo alcuno possa dire d'aver colto il 100 per cento...
Vp- se qualcuno lo proclamasse... lei come potrebbe confutarlo, con i suoi inadatti strumenti e le più che limitate conoscenze?
g- oh, non lo confuterei... lascerei tal compito a chi appunto le possiede... dal mio direi che c'è un al di là del 100 per cento...
Vp-... di cui gli esperti, gente che vi ha dedicato parte della loro preziosa esistenza non si son accorti... e cosa ci sarebbe mai al di là di un argomento e di tutto quel che contiene e se ne è detto...
g- ... e se ne dirà, vede, questo è un al di là, in un momento che non è adesso...
Vp-... e perciò inutilizzabile, come non esistesse...
g- vero, al momento inutilizzabile ... ma quel che è solo in potenza accampa una sorta di diritto futuro che lo renderà necessario per giungere ad un'ipotetica conclusione...
Vp- non c'è alcun obbligo e fretta d'arrivare ad una conclusione, che si paleserà quando l'argomento avrà rivelato ogni suo aspetto...
g- appunto... magari il mio intervento, ancorché non in linea... o in binario col treno dell'indagine, potrebbe fornire qualche dettaglio, seppur marginale...
Vp-... ad esempio, sentiamo...
g- ecco, vede com'è facile... non c'era bisogno di codesto interrogatorio...
Vp- ... e dunque?
g- al dunque vi son molti modi d'affrontar le questioni. Li rispetto tutti, perché il modo è la persona che lo esprime.
Non potrei aver altro modo che il mio o sarei qualcun altro.
Ma i modi, a volte o spesso, confliggono con le regole, come nel caso dell'argomento di cui stiamo discutendo senza tuttavia affrontarlo, perché quello sarà il modo di qualcun altro, non il mio.
Vp-... su, non ci giri attorno... dov'è la sostanza?
g- bene, nel mio modo son del tutto certo che non possiederò mai gli strumenti adatti e le conoscenze complete... lo dichiaro, nel caso non si fosse ancor capito, permettendomi di far osservare che alcuno giungerà mai ad averne il 100 per cento.
Se vi fossero due individui che arrivassero a tal traguardo il loro accordo potrebbe esser completo e, la formulassero, anche la conclusione.
Ma sfortunatamente o meno, si tende a quel traguardo senza mai poterlo raggiungere, come la lepre con la tartaruga.
A causa di ciò anche le conclusioni in via di formazione differiranno, quel che si dice differenti punti di vista, almeno su taluni aspetti.
Vp- ... il cammino della conoscenza, le par poco?
g- affatto, ho detto che rispetto ogni modo, questo a maggior ragione perché mi permette di dir qualcosa... tuttavia si potrebbe, parzialmente ed occasionalmente, tentar approcci differenti...
Vp- ... vede codesto questo binario dov'è collocato anche il suo inconsistente intervento?
Questo è ferro, acciaio... sostanza... ed ha un suo peso, o crede che i pesi di tutte le cose devono essere nuovamente determinati?
g- capisco, si continua da dove ci si trova, procedendo lungo il binario... giusto?
Vp- del tutto... glielo ripeto, il cammino della conoscenza.
g- che non metto in dubbio... pure da quella conoscenza qualcuno, l'argomento del nostro dialogo, ha tratto una visione diversa... al suo tempo l'accenno per un diverso percorso che...
Vp-... è divenuto il binario dove far avanzare il treno che ci ospita, per fortuna...
g- ...già, avere una prospettiva è confortante... dal punto di vista dell'indagine, intendo. Non l'avessimo?
Vp- ... dovrebbe ripartir da zero, sconfortante, no?
g- ... per quell'uomo dell'argomento non fu così, seguì l'improbabile binario che gli apparve nella sabbia... senza preoccuparsi di dove l'avrebbe condotto...
Vp- fu coraggioso, non crede?
g- certo, fu più che coraggioso, chi abbia la visione d'un binario ha il dovere di realizzarlo, secondo le sue possibilità...
Vp- e secondo lei... cosa c'è al termine del binario, quale stazione?
g- beh, che altro se non la libertà?
Vp- giusto, la libertà...
g- ... potremmo non accorgerci d'averla raggiunta?
Vp- visto che non la conosciamo... potrebbe essere... e allora che cos'è il sigillo della raggiunta libertà?
g- quell'uomo ha risposto: non provare più vergogna davanti a te stesso.
Vp- ... par semplice, quasi una conclusione... conosce la vita di quell'uomo, come la malattia (difficilmente dovuta alla sifilide, come affrettatamente ritenuto) l'abbia prematuramente minato... un destino, il suo, che par quasi una condanna per aver osato...
g- già, ha osato ascoltar dentro di sé: Cosa dice la tua coscienza?
Vp- ... devi diventare quello che sei.
g- ... ci vuol coraggio, è da pochi... ma, in piccola scala, si può provare...
Vp-... mmmh... magari anche disturbando..?
g- il disturbo è un modo diverso di vedere le cose... non crede che quell'uomo sarebbe d'accordo?
Un cordiale saluto
Jean
Caro jean,
penso che hai colto, nei punti che hai evidenziato in grassetto, in fondo quello che cercava e voleva essere Nietzsche:semplicemente se stesso.
Forse il titolo della discussione , che è bello, cambierei ".....il suo diritto al presente", perchè Nietzsche ci parla dell'occasione del dover essere, del volere e potere di essere, di non perdere l'occasione che l'esistenza possa e debba essere, la congiunzione e non la divergenza fra l'essere se stessi dentro l'esistenza.
Penso che solo Heidegger, magari a suo modo, giusto o sbagliato, ne abbia capito il profondo significato, quando infatti e lo dice già il titolo "Essere e tempo" cerca il pro-getto, dentro l'orizzonte temporale della nostra esistenza.