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Messaggi - Jacopus

#1576
Percorsi ed Esperienze / La Grotta
14 Settembre 2021, 22:05:27 PM
Inverno. Torniamo sempre a Marx. Ma servirebbe un Marx senza il mito dell'elettricità e delle dighe che hanno desertificato vaste aree della ex Unione Sovietica, ovvero senza i miti di Elon Musk, che finora sembra siano acclamati, anche se per ragioni differenti, sia dai radical-chic di Las Vegas che dalla classe media emergente di Canton.
In tutto il mondo le contraddizioni del modello capitalistico sono scaricate sulla natura e sul sogno "dei figli che staranno meglio dei padri". In realtà non c'è alcun futuro su un pianeta terra che raddoppia nell'arco di pochi decenni i giorni con temperature medie superiori ai 50 gradi.
Poi c'è una seconda soluzione più capital-friendly: provare a riprendersi quei 110 miliardi di evasione fiscale annuale. Questo però presuppone un capitalismo avanzato e non il cross- over Usa/Marocco che vige in Italia.
#1577
Bobmax. È vero la guarigione psichica implica spesso una perdita che non è in grado di capire chi non è mai stato male psichicamente. In realtà però il pensiero razionale su questa perdita si è interrogato molto. La psicoanalisi in primo luogo e le ricerche neuroscientifiche oggi. Detto molto sinteticamente quel senso di perdita deriva dal trauma. Aver rielaborato il trauma, averlo digerito è positivo ma lascia aperta la ferita del come sarebbe stato senza quella ferita. In altri casi rivivere il trauma è spesso una strategia illusoria per credere di riuscirlo a controllare. Se il trauma viene superato, quella strategia per quanto disfunzionale non potrà più essere usata con la stessa forza e se ne sentirà nostalgia.
#1578
Inverno  :D . In effetti aggiungerei una terza classe, ancora più infima degli emigrati, gli zingari, i veri iloti del nomadismo umano. E poi ovviamente, altra categoria di difficile classificazione, gli ebrei, che hanno fatto dell'ubiquità un'arte, una letteratura  e una economia.
#1579
Scienza e Tecnologia / Cultura Vs Biologia
12 Settembre 2021, 09:37:52 AM
Per Iano . Inverno, a mio parere tocca un altro versante del problema, ovvero come questo spostamento della forza di incidere sul nostro comportamento dalla biologia alla cultura abbia arrecato e stia arrecando gravi danni all'ambiente. Non credo che questo sia un dettaglio. Per il resto del tuo discorso, concordo. Il nodo della questione in fondo è: "abbiamo aperto il vaso di Pandora, abbiamo accettato il dono del fuoco da Prometeo, abbiamo mangiato la mela della conoscenza del bene e del male ma siamo sufficientemente adeguati per reggere questo peso? Oppure hanno ragione i nostalgici, che nel nome della preservazione dell'ambiente (leggi pianeta terra) invocano il ritorno ad una ipotetica età dell'oro, comprensiva di caccia alle streghe e ius primae noctis?"
#1580
Scienza e Tecnologia / Cultura Vs Biologia
11 Settembre 2021, 21:06:38 PM
buonasera a voi.


Citazioneil mio parere è che è errato contrapporre la biologia alla cultura

In realtà non c'è contrapposizione. Nell'articolo si parla di bilanciamento fra le due dimensioni, che potremmo chiamare anche "condizionamenti" del comportamento umano. Da un lato c'è la nuda biologia, dall'altro la cultura. Il bilanciamento nelle altre specie animali è del tutto sproporzionato verso la dimensione biologica, anche se ormai sono noti gli apprendimenti culturali di molte specie, soprattutto fra i mammiferi. Un altro esempio è dato dai linguaggi delle balene, che possono riconoscere gli appartenenti di un certo branco sulla base dei loro richiami, quindi diversi per ogni branco.
La scommessa di homo sapiens è stata, per una serie straordinaria di coincidenze, di spostare il peso dell'incidenza comportamentale da un piatto della bilancia (genetica) all'altro (cultura). Questa è la tesi che ho linkato, che mi trova sostanzialmente d'accordo. L'esempio di "homo homini lupus" è, appunto solo un esempio. Sono d'accordo che lo sforzo è quello di controllarlo se eventualmente fosse un connotato genetico (ma non credo), proprio in virtù delle nostre doti culturali, ma quello che volevo sottolineare è un'altra dinamica sottesa a questa teoria. Ovvero che con il passare del tempo, se la cultura continuerà ad avere una incidenza così rilevante sui nostri comportamenti, dovremo sentirci sempre più responsabili di come agiamo, senza poter dare più giustificazioni pseudo-naturalistiche ai nostri condizionamenti comportamentali. Si tratterebbe in questo caso di una rivoluzione del comportamento umano davvero straordinaria. E non è un caso che, in realtà sia già iniziata. Perlomeno nel nostro piccolo mondo europeo. Infatti non si comprende bene perchè, se la nostra natura biologica è predatoria e aggressiva, in Europa i livelli statistici dell'omicidio sono passati da 80/100 ogni centomila abitanti-anno, del medioevo a 0.5/1 ogni 100.000 abitanti-anno del XXI secolo. Ovvero, per capire meglio, in una città come Genova, ammesso che la popolazione sia la stessa, nel medioevo avvenivano 500 omicidi all'anno, quasi due al giorno, mentre oggi ne avvengono, mediamente, 6 (ma all'anno).
#1581
Scienza e Tecnologia / Cultura Vs Biologia
11 Settembre 2021, 19:58:37 PM
In un recente articolo, Thimoty Waring e Zachary Wood esprimono delle idee a proposito dell'interazione fra cultura e biologia nell'evoluzione della specie umana che mi sembrano molto stimolanti. In breve, essi considerano che si sta sviluppando sempre più velocemente una tendenza per cui la nostra specie si evolverà sempre di più attraverso "istruzioni" culturali, piuttosto che attraverso "istruzioni" genetiche. L'articolo si intitola in modo significativo: long-term gene-culture coevolution and the human evolutionary transition. In sostanza non siamo l'unica specie che deve bilanciare aspetti culturali e aspetti genetici. Anche i lupi apprendono culturalmente la caccia di gruppo, ad esempio e gli scimpanzè apprendono l'uso di bastoncini per mangiare le formiche dentro i formicai. Ma homo sapiens è l'unica specie che sta ponendo l'espressione genica su un piano secondario, rispetto all'espressione culturale. Ovvero il nostro comportamento, il nostro agire, le nostre credenze saranno sempre più condizionate e prodotte dall'interazione culturale, piuttosto che da quella biologica, che avviene sostanzialmente con l'accoppiamento e la trasmissione del codice genetico di generazione in generazione. In qualche modo queste ricerche dovrebbero farci ripensare ai tanti concetti che sembrano saldi e irreversibili nella nostra struttura comportamentale, come il tanto citato "homo homini lupus". In realtà è la trasmissione culturale di quel concetto a renderlo reale e operativo nella società umana e non la sua ipotetica sottostante realtà genetica.


Per chi volesse approfondire lascio il link:


https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2021.0538
#1582
Premetto subito che sono favorevole al vaccino. Che abbia effetti tossici è una scoperta degna di Lapalisse. Ma questa verve "vaccinista" è comunque anch'essa tossica. Visti i già alti livelli di copertura, invocare ora termini come " li staneremo" rivolti ai no-vax non è degno di chi ha incarichi amministrativi. Si dovrebbe proseguire in una campagna di persuasione, che mi sembra abbia dato buoni frutti. L'obbligatorietà è uno strumento autoritario e proto fascista. Mi piacerebbe, e capisco di poter essere accusato di benaltrismo, che la stessa passione luterana fosse posta al servizio dei morti sui luoghi di lavoro, ad esempio o sull'evasione fiscale da record. Vaccinerei molto volentieri gli evasori fiscali con qualche anno di carcere come accade in USA.
#1583
Tematiche Filosofiche / Eudaimonia
10 Settembre 2021, 10:01:56 AM
Breve divvertissement sul termine Eudaimonia, che significa ricerca del bene, del bello, e in senso più esteso della giustizia etica e morale. L'aspetto etimologico singolare è il seguente: la parola è composta da Eu (buono-bello) e da Daimon, (demone-sorte-destino). La lingua greca, e quindi la cultura greca classica sembra dirci che c'è una sorte, un destino che in qualche modo, come ogni destino, non è controllabile dal singolo. E questa "visione del mondo" è replicata dal concetto di Ananke, ovvero del super-Dio astratto, cui devono piegarsi anche gli Dei dell'Olimpo. 

Eppure, allo stesso tempo, la filosofia classica ci trasmette continuamente il bisogno da parte del singolo di cercare l'eudaimonia, di sforzarsi in un esercizio quotidiano a praticarla, come se quel destino non fosse del tutto già scritto ma che risulta, in fondo dall'interazione fra Noi e il Mondo. Una tensione resa immortale da Ulisse, l'eroe per eccellenza della narrattiva Occidentale.
#1584
Grazie per la citazione Bobmax. In effetti non si potrebbe dire meglio. Molti studi recenti di neuroscienze sono proprio all'insegna di quanto scrive La Rochefocauld. C'è una certa verve pessimistica di stampo Leopardiano  ma viene descritta molto bene la plasticità del comportamento umano e la sua duttilità, un po' locomotiva e un po' bufalo, tanto per citare una canzone di De Gregori. Il loco-bufalo in effetti è l'immagine migliore per rappresentare l'uomo, con una parte che inevitabilmente va su dei binari e l'altra che "scarta di lato". Su quella parte che scarta di lato dobbiamo applicarci per migliorare noi stessi e gli altri, come insegnava la migliore delle tradizioni filosofiche, prima di essere inglobata dalle Accademie.
#1585
Per Viator. Il tuo esempio è il classico esempio di chi vuol legalizzare il rapporto schiavo-padrone. Tranquillo sei in folta compagnia. In realtà l'egoismo non è un tratto indelebile della struttura genetica umana. Chi racconta una favola del genere fa solo ideologia (piuttosto scadente). Homo sapiens ha sicuramente dei tratti egoistici inevitabili, se si vuole riprodurre la specie ( la prova è il comportamento egoistico delle madri a favore dei figli) tutti gli essere viventi, sono in questo senso egoisti. Ma tra Shakespeare e le prove paleo/archeologiche e antropologiche, direi che homo sapiens finora ha dimostrato di essere molto duttile, dall'egoismo più riprovevole a forme di altruismo disinteressato ed "idiota". Anche tu sei la prova di quanto sto scrivendo, in merito alle tue idee e convinzioni. Saluti.
#1586
Quindi la realtà dell'amore nella nostra interpretazione del mondo implica l'Uno. Bene, e pertanto che si fa? Nella vita concreta di tutti i giorni cosa si fa affinchè il nostro comportamento sia adeguato e coerente a questa interpretazione del mondo, che implica l'esistenza dell'amore autentico come atto di fede, che a sua volta presuppone l'Uno?
#1587
Per Bobomax e Socrate. Sarà come dite voi ma questo amore assoluto, oltre ad essere difficilmente esperibile, a me fa un pò paura, e non credo di essere un narcisista. L'amore e l'amicizia di chi collabora non lo definirei narcisista. Faccio un esempio. Se sono un contadino e il mio vicino mi chiede l'acqua del pozzo ed io gliela offro gratis, mi aspetto che in futuro io gli possa chiedere quella splendida sega che mi potrebbe servire per tagliare quel vecchio faggio. Non è amore assoluto ma semplicemente condivisione dei beni. E' possibile che da quegli scambi nascano dei discorsi ed io ed il mio vicino scopriamo di avere degli interessi in comune. Nel corso dei lunghi inverni infatti ci piace da matti vedere le vecchie serie televisive, tipo i Jefferson. Finisce che ci invitiamo reciprocamente a cena e ci scambiamo informazioni sugli attori e sui registi. Se tutto va bene, finirà che ci vorremmo un pò di bene e cercheremo di aiutarci reciprocamente, non solo perchè ci conviene, ma anche perchè ci siamo conosciuti e ci siamo apprezzati.
Questo accade. Al massimo, ritengo che si possa essere aperti e cercare di voler bene anche a chi è molto distante dalle nostre abitudini e dalla nostra cultura. Tante volte sui mezzi pubblici effettivamente mi capita di fantasticare su quel ragazzo nero e penso a come si sentirà, se gli parlassi di qualcosa sul bus, magari si sentirebbe "visto", si sentirebbe meno solo e inizierebbe la giornata con uno spirito positivo. Poi non faccio niente, ma credo che questo sia il massimo che possiamo ottenere.
Professare un amore assoluto, come voi fate, ha bisogno di fatti. Mi piacerebbe capire in che modo amate il prossimo in questo modo così assoluto, oltre alle belle parole che scrivete. Se vi va potere amare anche me. Ma mi piacerebbe sapere come pensate di sviluppare questo amore per "me"; non per il prossimo in generale, ma per un "me" fatto di molti difetti, di alito e calzini puzzolenti, di manie assolutamente assurde, di idee ormai radicate e molto diverse dalle vostre, come pensate di amarmi? Se amare è questa dedizione assoluta, aspettatevi anche che vi dica di venire subito nella mia città per offrirmi un pranzo costosissimo e l'acquisto di uno yacht di lusso.
Pensieri a ruota libera, senza intenzione di offendere nessuno, ma tanto per capire come intendete "realizzare" nella vita quotidiana questo vostro desiderio nobile, e lo dico senza ironia ma con il giusto spirito marxista. Bisogna sempre sapere "cosa fare" per concretizzare i pensieri, perchè altrimenti i pensieri sono solo un simulacro.
#1588
Rispetto alla domanda iniziale, direi che, come dice un vecchio adagio, gli amici (e coloro che ti amano davvero) si vedono nel momento del bisogno. Gli altri sono solo conoscenti. Ed è per questo, altro proverbio popolare, che chi trova un amico trova un tesoro.
A proposito dell'amore disinteressato sono più scettico. Ogni amore/amicizia, anche la più disinteressata risponde ad un bisogno connaturato ad homo sapiens, la ricerca della collaborazione fra simili, al punto che l'amico disinteressato in fondo non fa altro che stipulare un contratto, grazie al quale il disinteresse circolerà in un senso o nell'altro a secondo il bisogno. Una visione realistica, che nulla toglie alla generosità di chi si adopera in modo disinteressato, secondo questa modalità.
#1589
Attualità / Il valore di un uomo
04 Settembre 2021, 12:50:44 PM
Inverno. La correlazione fra armi da fuoco, omicidi e segregazione c'è, ovvio, ma non nel senso che tu ritieni, altrimenti dovrebbe essere applicato anche ai maschi, ma nel senso che una cultura maschilista impone il concetto dell'onore che va lavato eventualmente con il sangue. E in questo concetto di onore rientra anche la verginità, onorabilità delle donne del clan. Personalmente solo in Calabria ho visto molte persone sfoggiare sotto la giacca o fra pantaloni e maglietta un'arma da fuoco e dubitavo che fossero appartenenti delle FFOO.
A proposito delle istanze radical chic, che propongono il politicamente corretto a spese delle vere lotte di classe, hai perfettamente ragione. Il partito radicale o il vecchio partito repubblicano sono l'espressione politica in Italia di questa visione. Due considerazioni in proposito. La prima. Molte forze conservatrici in Italia sono così arretrate da non prendere in considerazione questa opzione come "arma di distrazione di massa", perché non vi è stato un passaggio verso una borghesia responsabile e consapevole. La maggioranza dei ceti conservatori sono portatori di una cultura fortemente materialista, barocca, priva di una visione a lungo termine ed esemplarmente rappresentabile attraverso la mitica figura del marchese del Grillo. Giungere ad una visione di uguaglianza almeno formale, come nelle società realmente occidentali è troppo. E questo si riflette in svariati campi e più genericamente nella mentalità mafiosa dell'italiano medio, che non guarda all'interesse generale, alle conseguenze delle proprie azioni, ma pensa esclusivamente alla familia e ai suoi clientes.
Seconda considerazione. Da parte mia, lungi da voler affrontare un discorso di diritti civili per sviare l'attenzione su altri diritti ben più cogenti. A differenza di alcuni pseudo-marxisti, credo che le condizioni di vita che gli occidentali hanno instillato nel globo siano ingiuste e intollerabili. È pur vero che per modificare l'attuale stato di cose servirebbero movimenti di massa che non ci sono e pertanto mi limito a predicare, sperando che la parità di diritti e il superamento di visioni tradizionaliste possa anche condizionare positivamente la lotta per i diritti materiali, anche se su questo secondo fronte, visto l'andazzo generale, sono ancora più pessimista che rispetto al miglioramento della condizione della donna nella nostra società. In ogni caso, in entrambe le situazioni si tocca il portafoglio di qualcuno e si giustifica la situazione sulla base delle più colorite e disparate teorie biologiche, sociali, storiche, religiose e chi più ne ha, più ne metta.
#1590
Attualità / Il valore di un uomo
04 Settembre 2021, 10:19:07 AM
Inverno wrote:  "ma nel resto del mondo il concetto di patriarcato circola e cambia le società."

E meno male mi vien da dire, Inverno, anche se non credo che in India, dove vive un quinto della popolazione mondiale, le teorie antipatriarcali abbiano un nutrito seguito e a quanto mi risulta anche in Nigeria gli antipatriarcalisti fanno una vita grama. In realtà, questa discussione a me fa capire come, in Italia, siamo molto più vicini al Medio-oriente che all'Europa. Infatti, presumo che questo forum sia abitato da soggetti informati, mediamente di un livello culturale alto, che leggono, che hanno viaggiato, eppure nonostante questo, le voci che mettono in dubbio il patriarcato come forma di dominio dell'uomo sulla donna, replicato per diversi secoli, sono molteplici, mentre quelle che tendono a suffragare quella visione sono poche (ma combattive). Si ipotizzano rivoluzioni che porteranno a successive catastrofi, si teorizzano rovesciamenti di potere, dove la donna, finalmente potrà esercitare la sua vendetta su uomini inermi e schiavizzati. Mah! Davvero non vi siete mai incontrati con situazioni di dominio uomo-donna, secondo stili patriarcali? Proprio ieri, parlando con una donna di 50 anni, vecchia amica di famiglia, mi raccontava (per l'ennesima volta) come aveva voluto fermamente venire ad abitare al Nord, perchè in Calabria le donne devono stare chiuse in casa se non hanno un fidanzato e si parlava di quanto accadeva 30-35 anni fa, non il millennio scorso. Personalmente con mia moglie ho avuto sempre un rapporto di collaborazione e di reciproco rispetto. Se c'è da spostare un armadio lo sposto io, che diamine, ma lei ad esempio ha uno stipendio più alto del mio, ma questo non mi fa sentire un cretino e neppure un orgoglioso marito di una donna in carriera. Siamo due esseri umani che condividono nel tempo, l'avventura della vita, collaborando e condividendone la fatica. Penso che questo approccio sia importante, perchè è lo stesso che hanno appreso i miei figli e che mi auguro porteranno avanti quando formeranno la loro famiglia. La democrazia e la reciprocità sono molto più interconnesse con i rapporti familiari piuttosto che leggi e costituzioni.