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Messaggi - Eutidemo

#1576
Un tempo i borseggiatori rubavano "definitivamente" le banconote del vostro portafoglio (di solito con tutto il portafoglio); ma adesso, quelli più abili e sofisticati, non si interessano neanche più alle banconote, ma si limitano a sottrarre "temporaneamente" soltanto le vostre "carte di pagamento".
Dopodichè le rimettono al loro posto nel portafoglio, in modo tale che voi neanche vi accorgiate di essere state borseggiati.
***
Poi, a seconda del tipo di carta, prima di "restituirvela", nascostamente:
a)
O prendono nota:
- del numero della carta;
- della data di scadenza;
- del codice di sicurezza (3 cifre sul retro);
- del vostro nome e cognome;
per poterli poi utilizzare per effettuare acquisti su INTERNET.
b)
Oppure, se sono, più evoluti, la "clonano" addirittura.
***

***
Al riguardo:
1)
Per limitare il rischio del borseggio, almeno sui mezzi pubblici, conviene non fidarsi soltanto della "zip" di chiusura, ma è meglio:
- tenere la borsetta stretta sul petto, o, quantomeno, appesa davanti a sè (mai dietro o di lato);
- annodare una sciarpa o un "foulard" attorno alla borsetta.
2)
Per accorgersi di un eventuale "furto provvisorio", anche se non manca niente, bisogna insospettirsi subito:
- se troviamo aperta la zip della borsetta che avevamo lasciato chiusa;
- se troviamo aperto il portafoglio che avevamo chiuso. 
***
I borseggiatori più abili ed esperti, richiudono sempre entrambi, ma quelli meno abili ed esperti non vogliono perdere tempo nè correre il rischio di venire scoperti proprio all'ultimo momento; quindi lasciano aperti sia lo zip della borsetta che la chiusura del portafoglio (come ho fatto io nel mio videoclip).
***
State allertate/i!
***
#1577
                       ULTIMO COROLLARIO
Volevo chiuderla qui, ma mi vedo costretto ad aggiungere questo corollario, perchè, finalmente, sono riuscito a venire in possesso della "mappa satellitare" della zona di "campagna urbanizzata" del Rio Mersa in cui è stato ritrovato, insepolto, il cadavere di Elena Ceste, ben nove mesi dopo la sua scomparsa.
***
Alle ricerche di Elena Ceste parteciparono CENTINAIA di Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia Locale, e volontari della Protezione Civile; e la sede del coordinamento delle ricerche non fu mai a casa di Michele Buoninconti, né fu mai lui a capo del Coordinamento stesso (così come venne "falsamente" riportato su alcuni organi di stampa ed in alcune balorde trasmissioni televisive).
***
Alla ricerca si è proceduto a in modo capillare, ed in base ai protocolli previsti, in una zona di "campagna urbanizzata"; per cui, se "veramente" il cadavere si fosse trovato laddove è stato rinvenuto nove mesi dopo,  Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia Locale, e volontari della Protezione Civile lo avrebbero SICURAMENTE trovato nel giro di due o tre giorni.
***
Io non sono, nè sono mai stato, un Carabiniere, un Agente di Publica Sicurezza, un Vigile del Fuoco o un Volontario della Protezione Civile, nè, per fortuna, sono mai andato a caccia di cadaveri; però, il secolo scorso, partecipai ad una campagna di addestramento la  quale consisteva nella ricerca di un (finto) cecchino "mimetizzato" nella immensa "Riserva Presidenziale di Castel Porziano".
***
In tal caso:
a)
L'area di ricerca era limitata a circa un quinto dell'intera riserva (che è sterminata), ma era circa venti volte più vasta di quella della della zona di "campagna urbanizzata" del Rio Mersa.
b)
A batterla eravamo in TRENTA; quindi molti meno delle CENTINAIA di Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia Locale, e volontari della Protezione Civile che hanno battuto la zona di "campagna urbanizzata" del Rio Mersa.
c)
La "Riserva Presidenziale di Castel Porziano" è un'area molto più selvaggia della zona di "campagna urbanizzata" del Rio Mersa; ed è completamente "disabitata", come una vera e propria "foresta".
d)
Il (finto) cecchino che dovevamo cercare era vivo e vegeto, ben "mimetizzato", ed esperto nell'arte di nascondersi.
***
Seguendo i "protocolli" del caso, teoricamente lo avremmo dovuto trovare entro tre giorni, ma ci mettemmo una settimana perchè quel tipo era veramente in gamba!
***
Ciò premesso, "dopo aver visto la mappa del Rio Mersa", mi sento di escludere nel modo più categorico (almeno a livello probabilistico) che CENTINAIA di Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia Locale, e volontari della Protezione Civile non siano riusciti a trovare un cadavere non mimetizzato e abbandonato insepolto; anche se si fosse trovato in mezzo ai cespugli ed alla boscaglia più fitta di una zona, che, comunque, è altamente urbanizzata.
***
In ogni caso, visto che si tratta di una zona di "campagna urbanizzata", ritengo altamente improbabile che, in ben NOVE MESI, non sia stato ritrovato casualmente da nessun abitante dei paraggi (o dei loro cani).
***
Per cui, secondo me, i casi possibili (o quantomeno i più probabili) sono soltanto due:
- o l'assassino ha conservato per nove mesi il cadavere nudo di Elena Ceste in un luogo diverso da quello del Rio Mersa, e poi, non si sa per quale motivo, lo ha portato lì e deposto nel ruscello trascorsi i nove mesi;
- oppure dopo aver cominciato a denudarsi nel suo giardino (sotto gli occhi di R.R.), Elena Ceste, in preda ad una "crisi psicotica persecutoria", analogamente a quanto fatto da altri malati mentali come lei, si è andata ad infilare completamente nuda nel buco nascosto più disponibile nei paraggi (cioè il condotto da cui fuoriesce il Rio Mersa, e da cui è stata espulsa 8 o 9 mesi dopo)
***
Ovviamente, nessuno si è infilato nel tubo per cercarla, in quanto si pensava:
- o ad un semplice allontamento da casa;
- o ad un suicidio;
- o ad un omicidio.
Ed in nessuno dei tre casi era neanche lontanamente ipotizzabile che il suo corpo si potesse trovare all'interno dell'asfittica conduttura!
***
Dopo essere riuscito a venire in possesso della "mappa satellitare" della zona di "campagna urbanizzata" del Rio Mersa in cui è stato ritrovato, allo scoperto, il cadavere di Elena Ceste, non mi sono potuto esimere dal presente corollario.
***
Ma, per carità, finiamola qui, altrimenti questo cessa di diventare un THREAD e diventa una OSSESSIONE.
***
Io, almeno, la chiudo qui, e ringrazio tutti i partecipanti per le loro interessantissime ed acute considerazioni, benchè in dissonanza con le mie.
***
Un saluto a tutti! :)
***
#1578
Ciao Claudia K. :)
Le mie (giuste o sbagliate che siano) sono delle "deduzioni logiche" di carattere "probabilistico" che consistono nel dedurre razionalmente  i "fatti ignoti" più probabili, dai "fatti noti" a nostra disposizione (la vicina che vede Elena denudarsi all'aperto in pieno inverno, la testimonianza della sorella e di altri familiari sulle sue precarie condizioni mentali, gli orari dei tabulati telefonici, il fatto che il cadavere  sia stato trovato solo dopo nove mesi, ma senza tracce di violenza fisica, la conduttura che nessuno aveva mai esplorato ecc.ecc.ecc.ecc.ecc.).
Ma nessuna di tali "deduzioni" tu ti sei data la pena di confutare "logicamente" in modo specifico, per cui ormai rinuncio ad aspettarmi che tu lo faccia.
***
Le tue, invece, (giuste o sbagliate che siano) sono solo delle "congetture logiche" di carattere "possibilistico", ma senza nessun riscontro indiziario e deduttivo.
Ed infatti è possibilissimo:
- che Michele, un pompiere allenatissimo, abbia tramortito la moglie colta di sorpresa tra bagno e camera da letto, e poi, dopo averla colpita con due ceffoni, l'abbia finita soffocandola col cuscino sul letto nuziale o sul pavimento;
- che Michele, abbia finito la moglie soffocandola col cuscino direttamente sul letto nuziale, e poi l'abbia spogliata;
- che Michele, abbia finito la moglie soffocandola col cuscino mentre si faceva il bagno nuda nella vasca; 
ecc. ecc.
Ma si tratta di mere illazioni "possibilistiche" senza alcun riscontro indiziario; e che non sono sostenute da nessuna "deduzione logica" di carattere "probabilistico", la quale consiste nel dedurre razionalmente  i "fatti ignoti" più probabili, dai "fatti noti" a nostra disposizione (la vicina che vede Elena denudarsi all'aperto in pieno inverno, la testimonianza della sorella e di altri familiari sulle sue precarie condizioni mentali, gli orari dei tabulati telefonici, il fatto che il cadavere sia stato trovato solo dopo nove mesi ma senza tracce di violenza fisica, la conduttura che nessuno aveva mai esplorato ecc.ecc.ecc.ecc. ecc.).
***
Sussistono invero numerosi "elementi indiziari" che sostengono la mia ipotesi come senz'altro molto più "probabile" della tua dal punto di vista "logico investigativo"; ma, poichè tu al riguardo, insisti nel volerli ignorare, è inutile che io te li riproponga qui.
***
La mia ricostruzione segue i criteri ed i metodi universalmente riconosciuti a livello internazionale come gli unici validi dal punto di vista "tecnico-investigativo" (*); ma intendiamoci, questo non significa affatto che io abbia ragione, perchè, non di rado, anche seguendo i "metodi giusti" e ragionando correttamente dal punto di vista "tecnico-investigativo" si perviene ad una "conclusione completamente sbagliata".
Come è possibilissimo che sia la mia!
Anche tenendo conto che io non ho avuto accesso al fascicolo processuale, contenente le motivazioni delle sentenze e le perizie allegate.
***
Per cui contentiamoci di essere d'accordo sulla conclusione della vicenda, e smettiamola di perdere entrambi tempo.
Ed infatti io avevo scritto testualmente: "Dopo essermi informato meglio su <<chi era>> davvero Michele Buoninconti, pur continuando a ritenerlo assolutamente innocente dell'omicidio "materiale" della moglie, tutto sommato non escluderei affatto che lui possa esserne ritenuto il responsabile "morale"; ed infatti, almeno se è vero quello che si racconta di lui, non si può affatto escludere che l'indubbia "psicosi persecutoria delirante" della moglie (attestata da numerose attendibili testimonianze, e che l'ha condotta alla morte)  sia stata provocata dal vessatorio, oppressivo, dispotico, persecutorio, tirannico, opprimente e  molesto comportamento del marito. Ed è stato forse questo ad influenzare i giudici nell'emettere la sentenza di condanna. Per cui, in fondo, anche se per i "motivi sbagliati", forse è "giusto" pure secondo me che Michele Buoninconti sia finito in galera."
***
.
***
Un saluto! :)
***
.
(*)
#1579
Ciao Claudia K :)
Riguardo alle tue ultime considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Riguardo al fatto"...che Elena Ceste era una persona TROPPO timorata di Dio per cadere preda di una psicosi persecutoria delirante", sono felicissimo di prendere atto, grazie alla tua spiegazione, che io avevo capito esattamente il contrario di quanto intendevi tu; ed infatti mi sembrava davvero strano che tu potessi cadere nella fallacia di una simile  assurda "logica parrocchiale".
Ed invero, sebbene riguardo alla vicenda di Elena Ceste non siamo minimamente d'accordo, tuttavia, dai tuoi interventi, mi sei sembrata sempre una persona molto colta, acuta ed intelligente; per cui avrei dovuto capire che non avresti mai potuto sostenere una "balordaggine" del genere.
Di conseguenza mi scuso sinceramente per l'equivoco! :(
***
.
2)
Una volta chiarito l'equivoco, sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che i complessi religiosi di Elena Ceste, sommati alle vessazioni di un "marito-orco", ed al peso della vita domestica, abbiano potuto provocarle una "crisi di carattere psichico".
***
Però non siamo affatto d'accordo sulla natura di tale crisi!
***
Ed infatti:
- secondo te sarebbe stata "soltanto" una semplice "crisi depressiva da stress", che non l'avrebbe mai spinta a spogliarsi nuda in inverno e ad andarsi a ficcare in un asfittico condotto di scarico;
- secondo me (e il parere di esperti psichiatri basatisi su attendibili testimonianze), invece, sembra molto più probabile che i sintomi fossero quelli di una "psicosi persecutoria delirante".
Tanto è vero che, non di rado, i complessi religiosi, sommati alle vessazioni di un "marito-orco", ed al peso della vita domestica, hanno appunto provocato proprio delle "psicosi persecutorie deliranti"; le quali, spesso, hanno provocato la morte del malato, inducendolo a rifugiarsi nudo in luoghi assurdi e spesso letali, quali:
- camini;
- pozzi:
- sepolcri
- fogne
ecc.
***
.
3)
A sostegno di tale assunto, oltre al parere dei consulenti psichiatrici basatisi su attendibili testimonianze, concorrono un fatto "pressochè certo", ed uno "logicamente desumibile" dalle circostanze:
a)
Il fatto "pressochè certo", in quanto non smentito da "esperimenti giudiziali", è che la vicina R.R. vide Elena Ceste  "cominciare a denudarsi" nel suo giardino in pieno inverno; comportamento, questo, incompatibile con un semplice "esaurimento nervoso", e che invece è tipico delle "psicosi persecutorie deliranti".
b)
Il fatto, invece, "logicamente desumibile" dalle circostanze, è che per nove mesi non sia stato ritrovato il corpo nel Rio Mersa nè nei dintorni; per cui è logico che Elena Ceste, dopo essersi "denudata", abbia completato il suo "rito psicotico persecutorio delirante", rifugiandosi nel primo "buco" a sua disposizione, che era a due o tre minuti da casa, e che poi, dopo nove mesi, il suo corpo semidecomposto sia fuoriuscito dalla tubazione con la corrente.
***
Inoltre, la morte per "asfissia" confermerebbe tale ipotesi:
- sia perchè  la morte per "asfissia" sarebbe stata pressochè inevitabile nel  budello in cui si era cacciata;
-  sia perchè  sul suo corpo non sono state trovate tracce di violenza fisica ("strangolamento" "strozzamento" o altro).
E' vero che, considerato lo stato di decomposizione del cadavere sarebbe stato difficile trovarle, ma da questo non si può certo concludere che ci fossero necessariamente prima che il corpo si decomponesse; l'unico fatto certo è che sui resti di Elena Ceste non sono state riscontrate tracce di violenza fisica.
Punto!
***
.
4)
Quanto ai BEN TRE GRADI di Giudizi Togati e collegiali, non sarebbe la prima volta che la Cassazione prende solenni cantonate; ed infatti la "verità processuale" non ha niente a che vedere con la "verità reale", ma è solo un tentativo di avvicinarcisi il più possibile.
Cosa che, purtroppo, non sempre accade, in quanto, come dicevano i Romani: "Res iudicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis, naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat" ("La cosa giudicata cambia il bianco in nero, crea un punto di partenza, eguaglia le cose quadrate a quelle rotonde, trasforma i vincoli di sangue naturali e cambia il falso in vero").
***
.
5)
Comunque, circa la tua conclusione, in fondo sono abbastanza d'accordo con te.
Ed infatti, in un mio precedente intervento (che probabilmente ti è sfuggito), io avevo scritto testualmente:
"Dopo essermi informato meglio su <<chi era>> davvero Michele Buoninconti, pur continuando a ritenerlo assolutamente innocente dell'omicidio "materiale" della moglie, tutto sommato non escluderei affatto che lui possa esserne ritenuto il responsabile "morale"; ed infatti, almeno se è vero quello che si racconta di lui, non si può affatto escludere che l'indubbia "psicosi persecutoria delirante" della moglie (attestata da numerose attendibili testimonianze, e che l'ha condotta alla morte)  sia stata provocata dal vessatorio, oppressivo, dispotico, persecutorio, tirannico, opprimente e  molesto comportamento del marito. Ed è stato forse questo ad influenzare i giudici nell'emettere la sentenza di condanna. Per cui, in fondo, anche se per i "motivi sbagliati", forse è "giusto" pure secondo me che Michele Buoninconti sia finito in galera."
***
.
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Un saluto! :)
***
#1580
P.S.
Tratto dagli atti processuali della difesa!
#1581
                                COROLLARIO
I dati estrapolati dai ROS relativi alle celle telefoniche, se analizzati senza pregiudizio e se incrociati con i dati testimoniali, escludono che Buoninconti abbia occultato il cadavere di sua moglie Elena Ceste e di conseguenza che l'abbia uccisa.
Questi dati, infatti, permettono di collocare Buoninconti nell'area del Rio Mersa con certezza scientifica solo alle 9.02.50 e non alle 9.00, come erroneamente sostenuto dalla procura.
***
Il fatto che il giudice del processo di primo grado Roberto Amerio abbia creduto alle conclusioni antiscientifiche del geometra Giuseppe Dezzani lo ha indotto in errore.
Ed infatti il giudice Amerio ha sostenuto a pag. 9 delle motivazioni della sentenza di condanna di Michele Buoninconti che "alle 8.55.04 e 8.57.28 Buoninconti transitava in un'area compresa tra la propria abitazione e la strada statale 231 Asti Alba"; un'affermazione tecnicamente errata, ma che il giudice ha mutuato dalla consulenza del geometra consulente della procura.
***
Ed infatti Buoninconti quella mattina chiamò la vicina Marilena Ceste alle 8.55.04 e i signori Rava alle 8.57.28, in queste due occasioni il suo telefono agganciò la cella servente di casa sua;  solo questo dato è scientificamente certo, per cui è un grave errore affermare che Michele in quei minuti fosse in movimento.
***
Dopo le prime due telefonate delle 8.55.04 e delle 8.57.28, che agganciarono la cella di casa sua, Buoninconti, alle 9.01.48, fece una terza telefonata che agganciò ancora la cella servente casa sua.
***
Michele agganciò la cella del Rio Mersa solo al termine di questa terza telefonata, tale cambiamento di cella è la prova che Buoninconti si mosse dall'area della cella servente casa sua solo dopo le 9.00 in modo da agganciare la cella del Rio Mersa alle 9.02.50, cella che non aveva mai agganciato in precedenza.
***
Secondo le perizie, come ho scritto più volte, si impiegano 2 minuti e 30 secondi per raggiungere il Rio Mersa da casa Buoninconti, un tempo compatibile con uno spostamento posteriore alle 9.00 e in linea con le dichiarazioni di Buoninconti e quelle dei vicini.
***
Buoninconti ha dichiarato di aver lasciato casa sua dopo la telefonata delle 8.57.28 senza risposta ai Rava e di avergli suonato il campanello, di essersi poi diretto verso il Rio Mersa e di aver fatto un breve giro di perlustrazione.
***
Le celle telefoniche lo confermano e lo conferma anche la vicina Marilena Ceste, destinataria della prima telefonata di Buoninconti, quella delle 8.55.04; la quale ha sempre sostenuto di aver visto Michele di fronte a casa Rava circa 5 minuti dopo quella telefonata, quindi intorno alle 9.00.
***
Marilena Ceste ha dichiarato a verbale: "Entro in casa, mi preparo un caffè, ho avviato le pulizie di casa, poco dopo ha suonato il telefono di casa era Michele.... torno alle faccende, ricordo che avevo la tazza del caffè in mano e dalla finestra ho visto Michele che parlava con i comuni vicini famiglia Rava.... rispetto alla telefonata saranno passati poco più di 5 minuti".
***
Si noti che Marilena Ceste ha riferito di essersi preparata un caffè prima della telefonata delle 8.55.04, di aver ricevuto la telefonata e di aver visto Buoninconti davanti a casa Rava intorno alle 9.00; pertanto Michele a quell'ora si trovava nei pressi di casa sua e non intento ad occultare il cadavere di sua moglie nel Rio Mersa, come sostenuto dalla procura.
***
A pag. 6 delle motivazioni dell'Appello, riguardo alla mattina della scomparsa della Ceste, il giudice ha scritto che il vicino di casa della famiglia Ceste Buoninconti, Aldo Rava, aveva riferito agli inquirenti: "verso le 9.05 circa sentivo suonare il campanello di casa con insistenza e sentivo anche suonare il mio telefono di casa". 
Aldo Rava è stato sentito il 6 febbraio 2014, pochi giorni dopo la scomparsa di Elena Ceste, all'epoca non erano ancora noti agli inquirenti i tabulati telefonici relativi al caso, pertanto quel "verso le 9.05 circa" detto dal signor Rava era naturalmente un orario solo approssimativo. 8.57.28 è l'orario esatto della telefonata che si può estrapolare dai tabulati. Quindi è facile intuire che alle 8.57.28 Buoninconti si trovava davanti a casa Rava.
***
L'orario della telefonata, 8.57.28, è un "dato scientifico incontestabile" che purtroppo è stato ignorato da chi ha accusato e da chi ha condannato Buoninconti.
Chi ha accusato e condannato Buoninconti, infatti, ha omesso di controllare dai tabulati l'orario esatto della telefonata ad Aldo Rava e ha invece sempre fatto riferimento all'orario approssimativo ed errato da lui innocentemente fornito.
***
I dati incontestabili dei tabulati telefonici, se incrociati con le testimonianze di Aldo Rava e Marilena Ceste, provano che Buoninconti non può aver occultato il corpo della Ceste in quanto mentre faceva le prime due telefonate (8.55.04 e 8.57.28) si trovava vicino a casa sua e non dove l'ha collocato l'accusa.
***
Michele si diresse verso il Rio Mersa solo dopo la seconda telefonata e non si trattenne in quell'area ma vi transitò soltanto, lo provano le celle telefoniche da lui agganciate, non ebbe quindi il tempo materiale di occultare un corpo.
***
Buoninconti si stava dirigendo verso il Rio Mersa solo durante la telefonata delle 9.01.48, non prima, e lo era anche durante la quarta chiamata, quella delle 9.03.14 che iniziò agganciando la cella del Rio Mersa e terminò alle ore 9.04.16 agganciando la cella di casa sua.
Michele Buoninconti fece pertanto solo una breve ricognizione nell'area del Rio Mersa, il tempo di andare e tornare senza trattenersi, ce lo dicono con certezza scientifica le celle telefoniche.
***
E' chiaro che solo il fatto che un utente agganci due celle diverse durante una chiamata può significare che è in movimento, cosa che accadde a Michele durante la terza e la quarta telefonata ma mai prima.
Pertanto è "errato" ciò che ha sostenuto l'accusa ovvero che Buoninconti si stesse già dirigendo al Rio Mersa tra le 8.55.04 e le 8.57.28 .
***
Ed è quindi  "errato", secondo me, che  Buoninconti si trovi in galera, solo perchè i giudici hanno confuso gli orari (oltre ad ignorare numerosi altri indizi a suo discarico).
***
Non è un gioco!
***
#1582
Ciao Anthonyi.
Purtroppo ora non ora ho più tempo per risponderti adeguatamente; però, avendo comunque letto quello che hai scritto, non ci trovo niente di nuovo.
Ed invero:
.
1)
R.R. testimoniò che vide Elena Ceste mentre "cominciava a denudarsi" in giardino, in pieno inverno, poi dice che "si allontanò", e, quindi, non ebbe modo di vederla completamente nuda; a me sembra che basti ed avanzi, perchè il cancello poteva essere fuori vista dalla posizione di R.R.!
Solo una persona impazzita "comincia a denudarsi" in giardino, in pieno inverno!
.
2)
Quanto al corpo di Elena Ceste, posto che sia stata uccisa dal marito:
- se non voleva farlo ritrovare, sarebbe stato molto più logico non lasciare  il corpo della moglie a due minuti e mezzo da casa sua tra la vegetazione di un torrentello alto 20 cm., oppure in una tubazione dalla quale prima o poi sarebbe stato spinto fuori dalla corrente, ma lo avrebbe messo nel bagagliaio della macchina, e sarebbe andato a seppellirlo in una lontana foresta o a gettarlo in un "vero" fiume, avvolto in catene, a chilometri di distanza;
- se, invece, voleva farlo ritrovare nudo per imbastire la sceneggiata della "psicosi persecutoria delirante" (che invece era autentica, secondo attendibili testimonianze), sarebbe stato molto più logico lasciare  il corpo della moglie in un luogo in cui fosse molto più visibile, magari in un prato invece che tra la vegetazione di un torrentello, e, anzi, far finta di averlo ritrovato lui.
Non ti pare?
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1583
Ciao Claudia K :)
In ordine alle tue ulteriori considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi "Io "eludo" quel che trovo risibile. Semplice, no?"
Se così fosse io avrei dovuto eludere anche la grottesca e ridicola tesi dello "strip-tease" di Michele, riportata da Anthony; ed invece io ho considerato anche quella, per dimostrarne l'inconsistenza.
E' troppo comodo dire che si "elude" ciò che è "risibile"; quando invece, il motivo reale, è che non si sa che cosa "replicare".
.
2)
Poi tu scrivi: "Mi piace ragionare (tanto), ma insomma...non è che abbia tutto 'sto tempo da riempire".
Lo stesso vale per me, che, oltre agli interventi sul FORUM, devo scrivere dieci volte tanto per motivi vari e inderogabili, che non posso certo eludere; i quali non sto qui a descrivere, per ragioni di "privacy".
.
3)
Poi tu scrivi: "In pratica e nello specifico : il caso Ceste lo seguii come tanti italiani attraverso un "Chi l'ha visto?" che conta una Redazione e Conduzione di massima Professionalità."
Della cui "professionalità giornalistica" non dubito affatto;  ma della cui "professionalità giuridica e criminologica", almeno in qualche caso, mi sembra lecito dubitare (anche considerando alcuni degli "esperti" che convocano).
Diffido molto dei "processi mediatici"!
.
4)
Poi tu scrivi: "Già mi perplime assai l'idea che si voglia contestare una Sentenza definitiva ...basandosi su paccianate da web in (inevitabile) contro-tendenza (che è proprio Il Classico delle -scusami - Puttanate)".
Al riguardo, però, tu dimentichi che, più volte, io ho chiaramente precisato che, non potendo visionare il fascicolo del processo, le mie erano soltanto delle "ipotesi"; basate sui dati più attendibili e non contestati da me trovati su INTERNET, nonchè sulla LOGICA.
In ogni caso tieni presente che anche le sentenze definitive della Cassazione sono soggette a "revisione"; ed infatti Buoninconti ha incaricato la Falco, società di investigazione privata, affinché potesse compiere delle indagini difensive a sostegno della sua versione e chiedere così la "revisione del processo".
.
5)
Poi tu scrivi che Elena Ceste era "una persona TROPPO timorata di Dio" per cadere preda di una "psicosi persecutoria delirante" (la quale, purtroppo, e molto meno rara di quanto si pensi); il che dimostra che la tua è una "logica" di tipo "parrocchiale", in quando il "timor di Dio" non ci certo può evitare nè le malattie "fisiche" nè quelle "mentali".
Che vanno tutte accettate con rassegnazione cristiana!
Se anche io avessi voluto eludere le considerazioni "risibili", al riguardo mi sarei anche potuto risparmiare di rispondere a tale tua "considerazione".
.
6)
Se tu trovi ASSURDA l'ipotesi della "psicosi persecutoria delirante", io trovo invece ASSURDA la tua assolutamente "disinformata" convinzione; ed infatti  si tratta di un "malanno cerebrale" che può capitare a CHIUNQUE, in QUALUNQUE situazione (facendo le corna, anche a me e a te).
Sono state 728.338, in Italia,  le persone che hanno avuto "gravi scompensi mentali" nel corso del 2020; di vario genere, ma non certo semplici "crisi di panico".
.
7)
Il paragone con gli alieni, quello sì che lo eludo; perchè è davvero troppo "risibile" per stare a perderci tempo.
.
8 )
Poi tu concludi: "E' che bypasso SPIEGANDO perchè rifiuto quel che mi sembra un gioco (neanche particolarmente etico, perdonami) su quelle che sono vicende di VITA E MORTE veri di altre Persone, che non stanno qui a "giocare" con noi.".
Be', perdonami, ma a me girano proprio i contrappesi:
- quando vedo condannare qualcuno che ritengo innocente;
- quando vedo assolvere qualcuno che ritengo colpevole.
Ho visto accadere cose del genere troppo spesso, per astenermi dall'esprimere le mie idee al riguardo, sui FORUM e altrove; ti garantisco che per me non è affatto un "gioco", ma lo sento come un vero e proprio "impegno morale".
Il che, ovviamente, non significa affatto che le mie ipotesi debbano essere per forza quelle giuste; ci mancherebbe altro!
***
.
***
Un saluto :)
***
#1584
Ciao Claudia K :)
In ordine alle tue prime considerazioni, osservo quanto segue:
.
1)
Tu scrivi: "La Ceste é stata ritrovata durante un'attività di pulizia della vegetazione del torrente che occulta va il cadavere. E' quindi perfettamente plausibile che tale occultamento sia stato sufficiente a impedirne il ritrovamento nei 9 mesi precedenti senza che il corpo fosse infilato nel tubo."
Però questo non spiega:
a)
Per quale motivo il marito avrebbe gettato il corpo proprio lì.
La cosa non avrebbe avuto alcun senso, in quanto:
- se non voleva farlo ritrovare, sarebbe stato molto più logico non lasciare  il corpo della moglie a due minuti e mezzo da casa sua tra la vegetazione di un torrentello alto 20 cm., ma lo avrebbe messo nel bagagliaio della macchina, e sarebbe andato a seppellirlo in una lontana foresta o a gettarlo in un "vero" fiume, avvolto in catene, a chilometri di distanza;
- se, invece, voleva farlo ritrovare nudo per imbastire la sceneggiata della "psicosi persecutoria delirante" (che invece era autentica, secondo attendibili testimonianze), sarebbe stato molto più logico lasciare  il corpo della moglie in un luogo in cui fosse molto più visibile, magari in un prato invece che tra la vegetazione di un torrentello, e, anzi, far finta di averlo ritrovato lui.
b)
La vegetazione del torrentello che occultava  il cadavere, visto che non si trovava di un fiume sperduto nell'Amazzonia, non avrebbe impedito in alcun modo alla polizia e ai cani poliziotto di ritrovarlo in ben nove mesi di ricerche; senza contare, se veramente il corpo fosse stato nel fiumiciattolo, i possibili ritrovamenti casuali da parte di bambini giocherelloni, vecchietti col cane, e coppiette infrattate.
Per cui non è affatto "plausibile" che l'occultamento della vegetazione (di tipo "italico" e non certo "amazzonico") sia stato sufficiente a impedirne il ritrovamento nei 9 mesi precedenti senza che il corpo si fosse infilato nella conduttura da cui scaturiva la piccola marana; anzi, direi che la cosa è estremamente "improbabile", se non pressochè  "impossibile".
***
.
2)
Poi tu scrivi: "Oltretutto io non capisco perché il fatto che il cadavere fosse nel tubo implicherebbe che ci fosse entrato da vivo, é possibilissimo che l'assassino lo abbia spinto dentro il tubo da fuori."
Anche questo non avrebbe avuto alcun senso, in quanto:
a)
Non ci voleva un genio per capire che, prima o poi, a seguito delle decomposizione, il cadavere sarebbe fuoriuscito nel Rio Mersa; dove sarebbe stato ritrovato, come, appunto, è accaduto.
Per cui, se veramente il marito avesse voluto occultare per sempre il cadavere della moglie, lo avrebbe messo nel bagagliaio della macchina, e sarebbe andato a seppellirlo in una lontana foresta o a gettarlo in un "vero" fiume, avvolto in catene, a chilometri di distanza, oppure lo avrebbe squagliato nell'acido.
b)
Per spingere il cadavere nella conduttura, abbastanza in fondo perchè non fosse visto da fuori, il marito ci si sarebbe dovuto inoltrare anche lui; il che, oltre ad essere molto difficile, se non quasi impossibile, avrebbe comportato:
-anche per lui il rischio di morire asfissiato dai miasmi;
- di doverne riuscire fuori completamente zuppo e maleodorante, col rischio di insospettire chiunque avesse occasionalmente incontrato successivamente, prima di riuscire a fare la doccia e a cambiarsi.
Per cui non è affatto "plausibile" che sia stato il marito a spingerla lì dentro; mentre invece, visto il suo tipo di scompenso mentale, è molto più "plausibile" che Elena Ceste ci si fosse ficcata da sola.
Ed infatti, la <<psicosi persecutoria delirante>>, comporta notoriamente impulsi che spingono i soggetti a cercare di nascondersi in posti assurdi e spesso letali, quali:
- camini;
- pozzi:
- sepolcri
ecc.
Ricordo personalmente il caso di un soldato impazzito, che si era nascosto dentro il loculo di un obitorio; venne salvato per un pelo, mezzo assiderato.
***
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3)
Poi tu scrivi: "La testimonianza di R.R. dice di aver visto qualcuno che si toglieva dei vestiti, che sembrava la Ceste, ma non dice di aver visto la stessa persona uscire dal cancello e allontanarsi."
Sei tu che ti inventi le cose, in quanto, almeno se è corretto quanto riferito della testimonianza di R.R., Elena  Ceste <<SI ALLONTANO'>> (ovviamente dalla sua casa), non appena Michele e i bambini se ne andarono; lo provano la testimonianza della stessa R.R., che la vide mentre <<COMINCIAVA A DENUDARSI>>.
Il che significa che R.R. non disse affatto di aver visto qualcuno che le "sembrava" essere Elena Ceste, ma disse di aver visto proprio lei; mentre si denudava allontanandosi da casa propria.
Almeno io l'ho capita così!
Però, al riguardo, bisognerebbe leggere il testo originale della sua testimonianza; altrimenti, sia io che te, non possiamo basarci su altro che su quanto riferito da INTERNET e dalla stampa (e non è detto che sia corretto).
***
.
4)
Infine tu scrivi: "Poi una curiosità, eutidemo, quali sono gli indizi che io ti avrei fornito che hanno rafforzato la tua convinzione dell'innocenza del buoni conti?"
Mi hanno convinto:
- tutte le cose che hai scritto (comprese le ultime), perchè mi hanno indotto a riflettere sull'assurdità e la "paralogicità" dei presunti argomenti a sostegno della colpevolezza di Buoninconti (e, se ci rifletti bene, dovresti rendere anche tu della loro inconsistenza, e, spesso, contraddittorietà);
- tutte le cose che tu "non" hai scritto, ignorando alcuni importanti indizi favorevoli Buoninconti, come quelli che si evincono dagli orari (e che sono stati grossolanamente equivocati in sede di giudizio) 
***
.
***
Un saluto! :)
***
#1585
Ciao Claudia K :)
Tu, sicuramente non lo fai apposta, e, forse, neanche te ne accorgi, ma non fai altro che "eludere" le mie argomentazioni senza minimamente formulare nessuna perspicua e pertinente controdeduzione al riguardo; inoltre, non sapendo che cosa eccepire logicamente ai miei "reali" ragionamenti, tu li "distorci"; facendomi quindi dire cose che non ho mai detto, e che ti riesce così più facile smontare.
Ed invero:
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1)
Io non ho mai "dato per scontato" un presupposto che - INVECE - non è assolutamente "provato", e cioè che la poverina si fosse spontaneamente  rintanata in quel microtunnel, ma l'ho semplicemente "dedotto" da vari significativi indizi circostanziali.
Ed infatti, giuridicamente, non esistono soltanto "prove materiali", ma anche "prove logiche"; il che si verifica quando il "fatto ignoto" (cioè, dove diamine era stato per 9 mesi il corpo?), può desumersi logicamente dai "fatti noti" a nostra conoscenza.
***
Vale a dire:
a)
E' un "fatto" che il cadavere non è stato trovato dalla polizia in pochi giorni, o scoperto casualmente da qualcuno dopo qualche settimana in una zona relativamente circoscritta vicino alla sua abitazione; il che non si spiega in alcun modo, se non deducendo che Elena Ceste si era nascosta, da sè, nell'unico posto che non venne mai esplorato in quella zona, perchè tutti pensavano, giustamente, che nessun omicida avrebbe mai potuta infilarcela, nè che ci si sarebbe mai suicidata.
b)
E' un "fatto" noto che in casi di "psicosi persecutoria" come la sua (ben testimoniata), le persone si nascondono in posti assurdi e spesso letali, quali:
- camini;
- pozzi:
- sepolcri
ecc.
Ricordo personalmente il caso di un soldato impazzito, che si era nascosto dentro il loculo di un obitorio; venne salvato per un pelo, mezzo assiderato.
Per cui è perfettamente "logico" dedurre che Elena Ceste si sia andata a nascondere in quella "asfittica" conduttura; il che è "tipico" delle "psicosi persecutorie deliranti" come la sua.
c)
E' un "fatto" noto che in casi di "psicosi delirante persecutoria" come la sua (ben testimoniata), le persone tendono a "spogliarsi nude", così come attestato da numerosi psichiatri (e come ha visto con i suoi occhi la vicina R.R.).
d)
E' un "fatto" noto, infine, che l'"asfissia" può risultare dall'esposizione prolungata a un'atmosfera contenente una concentrazione di ossigeno troppo bassa; esattamente come nella "conduttura" da cui sgorga il Rio Mersa.
Per cui è perfettamente "logico" dedurre che Elena Ceste si sia andata a nascondere proprio in quella "asfittica" conduttura; il che è "tipico" delle "psicosi persecutorie deliranti" come la sua.
Sempre che non sia morta per "asfissia" ma per "assideramento", come qualcuno sostiene; il che è pure possibile.
***
Ma tu hai completamente ignorato tali mie "argomentazioni deduttive", asserendo che io davo per "scontato" che Elena Ceste si fosse nascosta nella tubazione; il che è assolutamente falso.
.
2)
Poi tu scrivi che sarebbe stata: "...una manifestazione di una deriva psicotica di rarissima severità...e certamente tale da non poter essere diagnosticata post mortem con la sola disponibilità di un cadavere e di pochissimi testimoni"; ma anche in questo caso ignori, "per tua comodità", quanto io ho documentato al riguardo con atti ufficiali.
Ed infatti, a parte la diagnosi dello psichiatra Elvezio Pirfo, nell'Ordinanza del giudice Marson, a pag 49/51, riguardo allo stato psichico di Elena in relazione a ciò che "lei stessa" aveva confidato a numerosi parenti ed amici, si legge: "Lo scompenso qualificato dai consulenti psicologi e psichiatri della procura come di tipo <<psicotico proiettivo delirante>> veniva notato da <<tutti>> i suoi interlocutori; in quanto si era presentata come una crisi psicotica con <<proiezioni e diffusi spunti deliranti...>>".
Tra le tante testimonianze in tal senso, particolarmente significativa è quella della sorella (che, si presume, le volesse bene), la quale ha riferito agli inquirenti di aver parlato con Elena la mattina del 23 gennaio, giorno precedente alla scomparsa, e che la stessa le aveva detto ""di avere problemi alla testa", tant'è che "io chiedevo se si trattasse di mal di testa od altro e lei non riusciva a spiegarsi. Sembrava volesse dire qualcosa ma non riusciva ad esprimersi bene verbalmente" (cioè "farfugliava", come in caso di ictus cerebrale). Quello appena descritto, che, purtroppo, anche io ho potuto constatare in un mio conoscente, è uno "stato pre-delirante", definito "WAHNSTIMMUNG".
In quei 'problemi alla testa' descritti dalla Ceste alla sorella, l'incapacità 'di spiegarsi' e di 'esprimersi bene' si può identificare il germoglio della crisi psicotica che la colpì poche ore dopo, e che la condusse alla morte.
.
3)
Poi tu scrivi "questa poverina non era in cura presso nessuno specialista della psiche nè presso nessun centro di igiene mentale o servizio pubblico, e non è mai risultato che abbia preso neanche le mitiche "cinque gocce di Xanax" a cui molti fanno ricorso (senza particolari angosce) come i nostri nonni ricorrevano alle Pastiglie balsamiche Valda"; ma lo XANAX appartiene alla categoria dei derivati benzodiazepinici, che è indicato nel trattamento del disturbo da "attacchi di panico" con o senza agorafobia, ma non ha niente a che vedere con le "psicosi persecutorie deliranti".
Sarebbe come voler curare il cancro con l'aspirina!
Tu ti ostini a non voler capire che una "crisi psicotica delirante" è un fenomeno molto più grave ed eziologicamente diverso rispetto ad una "crisi di panico" o di un "collasso nevrotico" o "depressivo"; si tratta di cose completamente diverse, come lo sono il "raffreddore" e la "stitichezza" (dice scherzando mia figlia, che è psichiatra).
Le  "crisi psicotica delirante" non le segue la ASL!
.
4)
Quanto ai "vestiti freschi di bucato", anche in questo caso tu scantoni per la tangente con un astuto "fin de non recevoir"; cioè fai finta di non aver letto quello che io ho scritto al riguardo, perchè non sai cosa ribattere.
Ed infatti, per la terza volta ti ripeto che, se qualcuno indossa dei vestiti appena lavati, e, poi, poco dopo, se li toglie, è molto difficile poter dimostrare "scientificamente" che non sono mai stati indossati; in ogni caso non basta una perizia che rilevi l'assenza del DNA della vittima.
Per poter dimostrare scientificamente una cosa del genere, infatti, doveva essere eseguita non solo una "perizia" sugli indumenti della vittima, ma anche un cosiddetto "esperimento giudiziale" ai sensi dell'art.218 CPP; il quale si rende necessario ogni qual volta si debba accertare se un fatto sia, o possa essere, avvenuto in un determinato modo.
L'esperimento consiste nella riproduzione, per quanto è possibile, della situazione in cui il fatto si afferma o si ritiene essere avvenuto e nella ripetizione delle modalità di svolgimento del fatto stesso; per cui, nel caso di specie, per almeno due o tre volte, occorreva far indossare dei vestiti appena lavati a due o tre agenti del RIS, e poi farglieli togliere dopo un certo numero di minuti, al fine di verificare se c'era stato o meno il tempo per il rilascio del loro DNA.
Ma tale esperimento non è stato mai fatto, per cui, la "perizia", da sola, vale poco o niente.
.
5)
Poi tu scrivi: "l'ipotesi più verosimile e LOGICA sia quella che il buoni-conti , quella mattina, sia tornato a casa per risolvere la pratica! Facile che possa averla trovata appena uscita dalla doccia e abbia preso a discutere e questionare, e che per qualche ingenuità di troppo da parte di lei...sia seguita l'esecuzione, molto facilmente...proprio per soffocamento col cuscino...".
Ecco, vedi, questa sì che è pura immaginazione circa un fatto "ignoto"; ed infatti tu non hai alcun elemento "noto" da cui dedurre tale congettura, come, invece, ho fatto io nel caso del nascondimento nella conduttura.
***
È stata invece ignorata dalla procura e da tutti i giudici che si sono occupati di questo caso la "prova regina della estraneità ai fatti dell'indagato".
Ed infatti, proprio nei minuti in cui la procura ritiene che fosse al Rio Mersa a occultare il corpo di sua moglie, Michele Buoninconti si trovava di fronte al cancello della casa del vicino A.R; circostanza, questa, inequivocabilmente suffragata dai dati estrapolabili dai tabulati telefonici e dalle testimonianze dei vicini.
Soprattutto quella dello stesso A.R., che colloca Michele sotto casa sua alle 8.57.28; ovvero nel momento in cui sentì suonare sia il suo telefono fisso che il suo campanello di casa.
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6)
Poi tu scrivi: "Ma sempre certo resta che il cadavere della poveretta fosse lì, dove prima non era stato trovato ma, guarda tu il caso,  le battute di ricerca lungo quel Rio erano guidate proprio dal <buoniconti>. "
Quanto al fatto che le ricerche in zona Rio Mersa le avesse coordinate PROPRIO LUI, può essere vero nei primi due o tre giorni; ma, per i successivi <<NOVE MESI>>, poichè Michele Buoninconti era stato iscritto nel "Registro degli indagati", è ovvio che le ricerche in zona Rio Mersa le ha coordinate il PM e le ha eseguite soltanto la polizia, la quale il cadavere della moglie lo avrebbe trovato al massimo dopo qualche settimana.
Senza contare, se veramente il corpo fosse stato allo scoperto fuori dalla conduttura per ben <<NOVE MESI>> , i possibili ritrovamenti casuali sarebbero avvenuti da parte di bambini giocherelloni, vecchietti col cane, e coppiette infrattate.
Ma questo non è avvenuto, per cui Elena Ceste non poteva che essersi nascosta nella conduttura (tra l'altro tipico nascondiglio per uno psicotico)!
Questo lo dice non soltanto la logica, ma il semplice buon senso!
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7)
Poi tu scrivi; "E certissimo resta che lì O ci arrivò da già cadavere nel bagagliaio del marito (molto verosimile) OPPURE (assai inverosimile) ci arrivò da sola, in preda a una crisi psicotica di gravità da manuale, della quale però NON esiste alcuna traccia concreta nè in psicofarmaci da lei assunti e nè da "testimonianze" che vadano oltre il marito e la famiglia di lei (in tutto e per tutto rivelatasi ingenua quanto lei)."
In realtà, invece:
a)
Non esiste alcuna prova concreta che il cadavere di Elena sia stata trasportata nel bagagliaio del marito, in quanto là non si è trovata alcuna traccia del suo DNA; per cui la tua ipotesi non è affatto "verosimile", perchè, a differenza di una persona viva che indossa ma poi si toglie quasi subito dei vestiti appena lavati, un cadavere nudo lascia "sempre" delle tracce in in bagagliaio.
b)
Esiste invece la concreta prova testimoniale, da parte della vicina R.R. che Elena Ceste uscì in giardino cominciando a denudarsi e poi uscì dal cancello allontanandosi da casa sua; per cui questa è semplice "verità", non semplice "verosomiglianza".
Ma tu fai finta di niente, al riguardo!
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                                  CONCLUSIONE
E su queste basi dimmi, gentilmente, tu sei proprio convinta che la "logica" suggerisca di ritenere Michele Buoninconti "sicuramente" responsabile "materiale" dell'omicidio della moglie?
Secondo me, tu, come d'altronde i giudici, siete caduti in un "BIAS"; perchè, piuttosto che cercare di <<CAPIRE>> come sono veramente andate le cose, avete pregiudizialmente voluto <<CREDERE>> che Michele Buoninconti fosse colpevole (perchè, indubbiamente, sotto il profilo morale, le "physique du rôle" del "cattivo") .
Io, invece, che ero partito con l'idea che Michele Buoninconti fosse colpevole dell'omicidio della moglie, perchè lo ritenevo tale sotto l'aspetto morale, cercando di <<CAPIRE>> come erano <<OGGETTIVAMENTE>> andate le cose mi sono convinto sempre di più della sua innocenza; e, questo, anche aiutato dalla circostanza che tu ed Anthony, solitamente sempre molto acuti e razionali, siete riusciti a fornirmi (senza volerlo) ulteriori indizi a favore della sua innocenza.
Fermo restando che la mia è solo una convinzione, e non una certezza!
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Un saluto. :)
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#1586
Ciao Anthony :)
La logica è una sola, il che non toglie che tutti possiamo commettere degli errori nell'applicarla, a cominciare dal sottoscritto; ed infatti, non di rado mi capita di commetterne, ma, quando ciò accade non ho mai alcuna difficoltà ad ammetterlo.
Però occorre che mi si dimostri  razionalmente che ho commesso degli errori, mentre sia tu che Claudia K non ci siete andati nemmeno vicino; anzi, l'evidente fallacia delle vostre argomentazioni, mi hanno convinto ancora di più che Michele Buoninconti è innocente!
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Quanto alle "ipotesi strampalate" che tu mi attribuisci, quella del marito che si traveste da moglie per ingannare la vicina con uno studiato "strip-tease", questa le batte tutte come "balordaggine"! :D
E, comunque sia, in caso di dubbio sulla testimonianza, ciò avrebbe richiesto un "esperimento giudiziale" ai sensi dell'art.218 CPP per verificarla; il quale si rende necessario ogni qual volta si debba accertare se un fatto sia, o possa essere, avvenuto in un determinato modo.
Ma tale "esperimento giudiziale" non è mai stato fatto!
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Ma tu, come anche Claudia K., vi limitate ad ignorare le argomentazioni a cui non sapete come replicare; semplicemente le "eludete"!
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Quanto al fatto che, come tu scrivi, "la sensazione di persecuzione che la Ceste viveva non era segno di squilibrio mentale", tu dimentichi che lei non si sentiva semplicemente "perseguitata" dal marito, bensì soffriva di "psicosi persecutorie deliranti", così come attestato da attendibili testimoni; i quali hanno parlato non di semplici "manifestazioni depressive o nevrotiche" di Elena, ma di vere e proprie reazioni di carattere "delirante" (cioè, "comportamenti da malata mentale").
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Comunque ho trovato su INTERNET delle considerazioni della nota criminologa U.Francio, che:
- in buona parte collimano con le mie (che quindi non sono poi così "strampalate");
- in parte, invece, sono diverse, ma suffragano comunque la tesi dell'innocenza di Buoniconti.
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Leggile attentamente, e riflettici sopra.
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Un saluto! :)
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#1587
Ciao Claudia K. :)
Poichè tu non entri "mai" veramente nella "logica" dei miei ragionamenti, limitandoti a "glissare" sul loro contenuto ed arroccandoti, invece, su un approccio precipuamente "emotivo" e non "razionale" della vicenda, è inutile che io insista a ripetere le mie argomentazioni; tanto più che Michele Buoninconti è stato ormai condannato in via definitiva.
***
Però, dopo essermi informato meglio su "chi era" davvero Michele Buoninconti, pur continuando a ritenerlo assolutamente innocente dell'omicidio "materiale" della moglie, tutto sommato non escluderei affatto che lui possa esserne ritenuto il responsabile "morale"; ed infatti, almeno se è vero quello che si racconta di lui, non si può affatto escludere che l'indubbia "psicosi persecutoria delirante" della moglie (attestata da numerose attendibili testimonianze, e che l'ha condotta alla morte)  sia stata provocata dal vessatorio, oppressivo, dispotico, persecutorio, tirannico, opprimente e  molesto comportamento del marito.
Ed è stato forse questo ad influenzare i giudici nell'emettere la sentenza di condanna.
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Per cui, in fondo, anche se per i "motivi sbagliati", forse è "giusto" pure secondo me che Michele Buoninconti sia finito in galera.
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Un saluto :)
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#1588
Ciao Claudia K. :)
Anche io aborrisco i "femminicidi", ma solo quando (almeno a mio giudizio) sussistono in tal senso indizi gravi, precisi e concordanti; e, nel caso di Michele Buoninconti ed Elena Ceste, quantomeno stando alle notizie in mio possesso, tali indizi non sussistono affatto, anche se lui è stato condannato.
Se, invece, mi vuoi veder sostenere una accusa di "femminicidio", nei confronti di un imputato che, a differenza di Michele Buoninconti, è stato invece assolto, leggi il mio TOPIC su Francesco Ferrari  Licia Gioia.
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Un saluto! :)
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#1589
Ciao Claudia K. :)
Circa le tue considerazioni, osservo quanto segue:
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1)
L'omicida che si "inventasse" la storia che la moglie era delirante ed è fuggita nuda, certamente sarebbe un omicida "idiota" (non certo "furbissimo"); per cui, secondo me, uno che racconta una cosa del genere, sta quasi certamente dicendola verità.
***
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2)
Inoltre che motivo ci sarebbe stato di inventarsi una storia del genere, quando il marito avrebbe potuto benissimo far sparire definitivamente il corpo della moglie, in altri modi molto più sicuri; ad esempio, seppellendolo in una foresta lontana chilometri da casa sua, oppure gettandolo in un lago o in un fiume o in mare incatenato?
E' noto, infatti, che, in assenza del cadavere della presunta vittima, l'accusa di omicidio risulta estremamente ardua; ed infatti, il mancato ritrovamento del cadavere non impedisce la formazione della prova,  però l'"evento morte" deve  essere provato mediante indizi gravi, precisi e concordanti (di solito molto difficili da trovare).
***
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3)
Quanto al fatto che i vestiti di cui si era spogliata la poverina, che Michele Buoninconti  dice di aver  "trovato" in giardino, erano freschi di bucato e, secondo una "perizia", mai indossati dalla poverina, osservo quanto segue:
a)
Nell'eventualità che, di mattina, dei vestiti freschi di bucato vengono tolti poco dopo essere stati indossati, non è sufficiente che una "perizia" attesti su di essi l'assenza di DNA della vittima, ma è necessario anche un "esperimento giudiziale" ai sensi dell'art.218 CPP; il quale si rende necessario ogni qual volta si debba accertare se un fatto sia, o possa essere, avvenuto in un determinato modo.
L'esperimento consiste nella riproduzione, per quanto è possibile, della situazione in cui il fatto si afferma o si ritiene essere avvenuto e nella ripetizione delle modalità di svolgimento del fatto stesso; per cui, nel caso di specie, per almeno due o tre volte, occorreva far indossare dei vestiti appena lavati a due o tre agenti del RIS, e poi farglieli togliere dopo un certo periodo di tempo, al fine di verificare se c'era stata o meno la possibilità il rilascio del loro DNA, o, comunque, per riconoscere in altro modo se erano stati indossati o meno (pieghe ecc.).
Cosa che non mi risulta sia stata fatta, per cui, a mio avviso, la sola perizia non può assolutamente dimostrare che tali indumenti non siano mai stati indossati.
b)
In ogni caso, ammesso e non concesso che Michele Buoninconti abbia voluto "inscenare" una "finta psicosi" della moglie:
- perchè mai  ha raccontato di aver  "trovato" in giardino i suoi vestiti, e di averli raccolti per rivestirla se la trovava;
- quando invece sarebbe stato molto più logico, al fine della "sceneggiata", depositarli in giardino e farli trovare lì direttamente dalla polizia.
Secondo me, questo induce a pensare che Michele Buoninconti dica la verità.
c)
Secondo la testimonianza del vicino di casa R.R. (di cui, però, non sono riuscito a trovare il nome ed il cognome completi), Elena Ceste si allontanò da casa sua non appena Michele Buoninconti e i bambini andarono via in macchina; ed R.R.  dichiarò anche che, mentre si allontanava da casa, la vide pure mentre cominciava a spogliarsi e denudarsi.
Se questo è vero, non c'è dubbio che Michele Buoninconti dica la verità.
***
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4)
Quanto al fatto che le ricerche in zona Rio Mersa le avesse coordinate PROPRIO LUI, può essere vero nei primi giorni; ma, per i successivi nove mesi, poichè Michele Buoninconti era stato iscritto nel "Registro degli indagati", è ovvio che le ricerche in zona Rio Mersa le ha coordinate il PM e le ha eseguite la polizia.
Senza contare, se veramente il corpo fosse stato allo scoperto fuori dalla conduttura, i possibili ritrovamenti casuali da parte di bambini giocherelloni, vecchietti col cane, e coppiette infrattate.
.
5)
Quanto a quale razza di "tracce" vuoi trovare sull'epidermide di un cadavere che è stato esposto alla qualunque, PER NOVE MESI  e attraversando in quello status ben quattro stagioni, ti faccio presente che, se l'autopsia è riuscita a trovare le "tracce" di una morte per "asfissia", mi sembra logico che avrebbe dovuto trovarne anche le cause, se Elena Ceste fosse morta "strozzata" o "strangolata".
In ogni caso non esiste alcuna traccia che Elena Ceste sia stata uccisa, nè dal marito, nè da parte di altri; per cui dare per scontato che è stata uccisa, solo perchè è "possibile" che a suo tempo  sia stata "soffocata", non costituisce un ragionamento valido.
Ed infatti è altrettanto "possibile", e, secondo me, molto più "probabile", che sia morta "asfissiata" nella conduttura in cui si era rifugiata in preda ad una delle sue ricorrenti "crisi psicotiche persecutorie"; come è capitato in molti casi analoghi al suo.
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Un saluto! :)
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#1590
Ciao Anthony. :)
Come ho scritto più volte, non avendo avuto modo di leggere nè la sentenza nè le sue allegate perizie, non ritengo di poter asserire quasi "niente" con assoluta sicurezza.
Però mi sento di poter asserire con assoluta sicurezza quanto segue:
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1)
O non  esiste nessun testimone attendibile che ha visto Elena Ceste allontanarsi da casa sua mentre si denudava; cosa possibilissima, viste le balle che si raccontano sui media (TV e INTERNET).
.
2)
Oppure effettivamente esiste un  testimone attendibile che ha visto Elena Ceste allontanarsi da casa sua mentre si denudava; ed allora è impensabile che tale testimonianza sia stata messa in discussione, perché si "supponeva" che Michele Buoninconti avesse fatto finta di essere la moglie per crearsi un alibi, perché in quel momento l'aveva già uccisa.
***
.
***
Solo un perfetto imbecille può aver sostenuto una cosa del genere in TV, per cui mi piacerebbe conoscerne il nome, per poterglielo comunicare direttamente per e-mail.
***
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***
Ed infatti
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a)
Persino un "ipovedente" riuscirebbe a distinguere lo "strip tease" del proprio vicino dallo lo "strip tease" di sua moglie, anche se costui avesse indossato in suoi abiti e fosse stato di spalle; ed infatti, anche di spalle, è facilissimo distinguere un uomo da una donna (soprattutto se si tratta di persone conosciute personalmente, come i vicini di casa), dai seguenti dettagli:
- l'acconciatura dei capelli;
- l'altezza;
- le spalle;
- i fianchi;
- i movimenti.
.
b)
Ammesso e non concesso che i giudici abbiano avuto qualche dubbio in proposito, non si sarebbero certo limitati a fare delle "fantasiose" supposizioni, ma, secondo legge, avrebbero "doverosamente" ordinato un  "esperimento giudiziale" ai sensi dell'art.218 CPP; il quale si rende necessario ogni qual volta si debba accertare se un fatto sia, o possa essere, avvenuto in un determinato modo.
L'esperimento consiste nella riproduzione, per quanto è possibile, della situazione in cui il fatto si afferma o si ritiene essere avvenuto e nella ripetizione delle modalità di svolgimento del fatto stesso; per cui, nel caso di specie, in caso di dubbio, Michele Buoninconti vestito con gli stessi abiti della moglie visti dalla vicina, avrebbe dovuto ripetere le stesse operazioni del presunto "strip tease" a lui attribuito, onde verificare se dalla stessa posizione e nelle stesse condizioni, la vicina si sarebbe potuta confondere o meno.
***
.
***
Mi fa piacere che tu, personalmente creda che "una verifica del genere si sarebbe POTUTA fare"; ma, se veramente esisteva una testimonianza a "discarico" di tale tipo, ti garantisco che, giuridicamente, "una verifica del genere si sarebbe DOVUTA fare", prima di condannare un innocente.
***
Ignoro se i giudici abbiano o meno ordinato un "esperimento giudiziale" di tal genere; ma, se non l'hanno fatto, tale fantasiosa ipotesi dello "strip-tease" maritale, doveva considerarsi proceduralmente "esclusa" come ipotesi processuale, e la testimonianza doveva essere giudizialmente accettata così come era stata resa dalla testimone R.R.
E, in tal caso, Michele Buoninconti sarebbe stato senz'altro da assolvere.
***
Per cui ribadisco quanto ho scritto all'inizio:
- o non  esiste nessun testimone attendibile che ha visto Elena Ceste allontanarsi da casa sua mentre si denudava, e si tratta solo di una delle tante le balle che si raccontano sui media (TV e INTERNET).
- oppure effettivamente esiste un  testimone attendibile che ha visto Elena Ceste allontanarsi da casa sua mentre si denudava, ed allora Michele Buoninconti sarebbe stato senz'altro da assolvere (salvo che da un esperimento giudiziale fosse risultato che la testimone poteva aver confuso il marito con la moglie).
***
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***
Un saluto! :)
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