Citazione di: bobmax il 25 Giugno 2021, 21:07:45 PM
@Daniele22
La consapevolezza del male in me stesso, del mio essere in colpa, non deriva da un ragionamento. Perché il male e il bene non sono il risultato di un pensiero razionale.
Questa consapevolezza è frutto della mia evoluzione, ed è uno schiaffo inaspettato che mi costringe a guardarmi.
Nel momento in cui mi ritrovo colpevole, posso trovare delle scuse e tirare avanti come prima ignorando la cosa, oppure... prenderne atto: io sono quello!
Dipende tutto dalla mia fede nella Verità.
Se ormai bramo la Verità allora non posso più far finta di niente.
La mia colpa se ne sta incastonata in quell'istante che fu, e non posso farci più nulla.
Il male, qualsiasi male, diventa allora assolutamente inaccettabile.
L'esito è allora inevitabile: la mia condanna all'inferno.
L'inferno è luogo senza speranza. Sono condannato in eterno.
E sono io stesso a condannarmi, perché così è giusto!
Attenzione però.
Prima di diventare consapevole del male in me, ero perduto.
Nel senso che invece che essere, ero un non essere.
Non è che non andando all'inferno allora vai in paradiso.
Semplicemente, finché non vai all'inferno non sei.
Sei solo vuoto meccanismo.
La colpa ti strappa dal non essere e ti fa essere.
E sei, proprio in quanto colpevole!
È impossibile fuggire dall'inferno, per la semplice ragione che sei tu stesso, il tuo autentico essere, a condannarti.
Vorresti forse tornare a quando non eri?
Davvero vorresti tornare a non essere?
Non puoi, tu stesso non lo consenti
Dio ora è certo, ma infinitamente lontano.
Impossibile raggiungerlo.
Ma per Dio tutto è possibile.
Col senno di poi potrebbe assomigliare a un passo di Delitto e castigo