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Messaggi - Sariputra

#1591
Tematiche Filosofiche / Re:Realtà e rappresentazione
27 Ottobre 2016, 09:07:43 AM
Mi sembra corretto l'approccio scettico di Sgiombo sulla possibilità di dimostrare empiricamente e logicamente il famoso noumeno. Il fatto poi che Sgiombo non si rassegni alla passività pratica dimostra il salto che fa la mente, bypassando le contraddizioni logiche, rapportandosi "naturalmente" alla Bestia, al gioco del divenire, realtà non concepibile logicamente e aderendovi istintivamente, quindi riconoscendo implicitamente ( come lo riconosco anch'io) un valore superiore dell'intuizione immediata pre-logica, anche se questo poi non viene accettato, ovviamente, dalla forma mentis logica ( e allora si dice che "lo accetto per fede"). 
Un passo interessante:
Ma al livello del "discorso sul mondo", non siamo mai veramente in 
grado di rintracciare delle definizioni che soddisfino il requisito di 
esistere in sé e, al contempo, di "funzionare" nel sistema di relazioni 
che costituisce il mondo. Non siamo cioè capaci di far coesistere le 
conclusioni rigorose della logica formale (se una cosa esiste, allora 
devo poterla definire in modo univoco e completo una volta per tutte) 
con la mia descrizione dell'esperienza quotidiana (tutto è prodotto e 
condizionato). Ogni volta che analizzo il linguaggio con cui 
costruisco la mia descrizione del mondo, scopro che si tratta di uno 
strumento non adeguato, che dovrebbe soddisfare una logica 
inapplicabile al mondo. D'altra parte, però, non posso fare altro che 
ridurre il mondo ad un discorso, e, facendolo, accettare 
implicitamente il fatto che le regole di tale discorso non 
permetterebbero la loro applicazione al tipo di fenomeno che devo 
descrivere (il mondo in quanto legge di produzione condizionata).

Giacomo Foglietta
La pragmatica in Nagarjuna.
Dal giudizio di esistenza all'assenza di giudizio.

P.S. A Villa Sariputra  è arrivato il vino novello. Il vigneto ha prodotto ancora dell'ottimo prosecco. Siete tutti invitati virtualmente all'assaggio. In concreto assaggerò io a nome vostro... ;D
#1592
Citazione di: karmelomale il 26 Ottobre 2016, 01:43:32 AM
Citazione di: Sariputra il 25 Ottobre 2016, 23:53:01 PM@ karmelomale Non capisco l'accostamento che fai tra società fondata su un ipotetico amore privo di egoismo ( o società disinteressata) e società povera materialmente
Quella che tu delinei è una società che non è mai esistita a questo mondo e mai esisterà allo stato attuale delle cose, perché implicherebbe la modificazione del DNA umano. Forse con l'eugenetica ci si arriverà un giorno. Avremo degli uomini santi OGM, perfettamente inseriti in un progetto collettivo, altamente burocratizzato e centralizzato, tutti miranti al bene comune, tutti pensanti allo stesso modo, simili in tutto alle formiche di un formicaio o alle api di un alveare. Uomini che non si permetterebbero mai di avere un'iniziativa che non sia condivisa e messa ai voti, semplici meccanismi di un ingranaggio. Un conto è immaginare che una simile società sia possibile, e un altro è realizzarla. Ci hanno provato in più parti del mondo, in diversi climi, fra diversi popoli: esperimenti di ingegneria socio-economica tutti falliti. Le utopie sociali sono i peggiori nemici dell'uomo perché astraggono completamente dal reale funzionamento dell'economia, dalle interazioni sociali degli individui e dalla conoscenza della psiche umana (soprattuto da questa). Astraggono ed ipnotizzano, perché le utopie sono belle da contemplare con la mente nella loro perfezione, e sono davvero troppo belle per non tentare di realizzarle, costi quel che costi. La Cina ha smesso di far la fame quando si è volta al capitalismo anema e core ("non importa se il gatto è bianco o è nero, basta che acchiappi il topo", diceva saggiamente Deng Xiaoping; e si è visto che il topo lo acchiappa assai meglio il capitalismo che non il comunismo). Oggi loro vengono qui da noi ad acquistare aziende e hanno cominciato a sviluppare una classe media che spende e spande. Chiedete ai cinesi se si stava meglio ai tempi del "Grande balzo in avanti": l'egoismo, la voglia di emergere, di conquistare, di consumare, di apparire, sono tutti "vizi"socialmente utili, che producono sviluppo e benessere collettivo: piaccia o no bisogna farsene una ragione. Lo so che è "triste", ma è così. Io sono un figlio di Machiavelli: dura lex, sed ita lex. Non nego che su piccola scala, ma veramente su scala molto ridotta, e fra gente entusiasta e volontariamente (non per costrizione dall'alto!) impegnata in simili progetti si siano potute avere delle collettività ben funzionanti secondo principi di condivisione, ecc. Penso a certe comunità monastiche medievali o più di recente ai kibbutz dei primi coloni israeliani. Ma su grande scala queste cose si sono rivelate impossibili e deleterie.

Accidenti!...mi dispiace...allora la tua bocca ha preso proprio il sopravvento!  ::)
Se mi dici che il capitalismo è la risposta alla miseria umana e spirituale dell'uomo...beh!...che cosa vuoi che aggiunga?
Tra l'altro non hai proprio inteso, mi pare, il senso di quello che ho scritto...che non parlava di comunismo, collettivismo, capitalismo, ismo...
Voleva essere una riflessione sulla possibilità del bene e della giustizia, mentre , da sempre, si sceglie socialmente e personalmente l'ingiustizia.
Tant'è...
L'utopia, seppur irrealizzabile, è uno sprone verso...
Abdicare  al capitalismo e al consumismo, e ritenerlo bene comune, inteso come bene, come progetto che non sia solamente allargare la bocca e la panza, senza intuire il dirupo verso cui ci sta trascinando mi sembra molto, molto...diciamo molto... ecco! ;D
Essere seduti dentro un carro che appare meraviglioso, pieno di ninnoli e lucette, con la panza piena, ma senza un misero finestrino per guardare che sta correndo verso il baratro è una patetica  illusione dell'uomo. Ma a molti, a quasi tutti, sembra bastare....

P.S. E' vero che avrei potuto formulare più correttamente la domanda al genio della lampada in questa maniera:
     Sarà mai possibile costruire una società fondata sull'amore privo di egoismo, quindi sulla giustizia?
Namaste :)

II° P.S.  Sgiombo...il saluto buddhista ( ma usato in mezza Asia) "Namaste" ha così tanti significati che ci vorrebbe un trattato per spiegarli tutti. Quello che preferisco è: "La dignità che è in me riconosce la dignità che è in te".

III° P.S. Buttate nel cesso Machiavelli!  8)
#1593
@ karmelomale

Non capisco l'accostamento che fai tra società fondata su un ipotetico amore privo di egoismo ( o società disinteressata) e società povera materialmente. La povertà materiale non è figlia dell'amore non egoico, ma del suo opposto, ossia dell'egoismo. In una società non egoica i beni materiali verrebbero equalmente suddivisi, così che tutti ne possano beneficiare. Le scoperte scientifiche ( attuate per amore non egoico) sarebbero a disposizione di tutti e non solo dei benestanti del mondo ( in particolare le scoperte in campo medico con farmaci per tutti e non solo per chi se li può permettere). Le risorse non verrebbero utilizzate per creare armi di distruzione e di violenza, ma per rendere fertili le terre, per esempio. Non ci sarebbe bisogno di social network per comunicare ( o appositi forum di filosofia...)in quanto le persone, abbandonata la paura, comunicherebbero con tutti quelli che si fanno prossimi, discutendo del perché le anatre volano in formazione a freccia, nelle piazze o sotto lunghi pergolati di vite ( da cui trarre un buon vinello e alla sera far baldoria amorevolmente, e disinteressatamente con tutti...). Non ci sarebbe bisogno di chiese e di templi, e nemmeno di sedi di partito. Concordemente le persone si radunerebbero per discutere e concordemente si scioglierebbero. Non ci sarebbe bisogno di leggi, se non quella della quantità massima di vinello che si può trangugiare ( onde evitare che, ubriachi fradici, si scivoli nelle contese e nelle dispute, accecati dall'alcool...). L'amore privo di egoismo sarebbe fondamento dei limiti necessari affinchè possa realizzarsi l'amore dell'altro. Osservando il fluire rapido di tutte le cose ,e amandolo, perché questo permette ad altri esseri di godere di questo amore privo di egoismo, si opererebbe per amor proprio e di conseguenza per il bene dell'altro; si opererebbe per amore dell'altro e di conseguenza per il proprio bene. E' perché siamo diventati tutti cinici che non crediamo più in questa possibilità. Perchè siamo tutti dei disperati, che finiamo per ritenere che, in fondo in fondo, sia giusto vivere così come viviamo. NON E' GIUSTO VIVERE COSI'.
Il dramma dell'uomo è che, pur sapendo che non è giusto, preferisce e sceglie di vivere per l'ingiustizia e non per la Giustizia. Per la rovina dell'altro, non accorgendosi che la rovina dell'altro trascinerà anche lui nella rovina. Io penso che ci sia un fondamento etico nell'esistenza ( l'altra sponda...cit. buddhista del Sari arrabbiato), lontano da ogni idea con cui vorrebbe impossessarsene l'uomo, e che questo fondamento non farà sconti alla nostra malvagità ( e al nostro amore interessato...). Noi stessi saremo causa della nostra rovina, per una bocca troppo larga e insaziabile. La "cavalletta" vive...siamo noi!

Riesci a vedere la BELLEZZA di un simile mondo ? Se riesci a vederla vuol dire che si può realizzare!  Se non riesci a vederla è perché la tua bocca ha ormai preso il sopravvento... :)

P.S: Naturalmente tutte le fantasie utopistiche di cui sopra possono avverarsi solo se il genio della lampada risponde SI' alla mia domanda.
Siccome però non vi è alcun genio ...rimane un'esercizio letterario per definire un mondo migliore ( e ci vuole poco...).  :'(
#1594
Citazione di: Apeiron il 25 Ottobre 2016, 13:45:03 PMDomanda: è veramente una vita ben spesa la vita alla ricerca del "valore etico"? Se il genio risponde sì: ok allora dovremmo tutti impegnarci per trovare una vita di "valore". Ad esempio "ricercare l'amore universale di Dio", "impegnarsi a realizzare il Nirvana"... Se il genio risponde no: si cade nel nichilismo e filosofi come Nietzsche e Cioran hanno vinto... Spero vivamente che il genio risponda "sì".
Citazione di: Sariputra il 24 Ottobre 2016, 09:04:19 AMIo formulerei questa domanda al genio della lampada: Genio esiste l'amore privo di qualsiasi forma di egoismo? Se risponde SI' ...non c'é alcun bisogno di sapere se esiste Dio, l'aldilà, la morale, ecc. Se risponde NO...qualunque Dio, aldilà, morale ecc. sarebbe insignificante.
Non capisco l'utilità della domanda e soprattutto la conclusione della risposta per il "sì". Potrebbe essere come nel caso cristiano che l'unico modo per raggiungere questo amore è "affidarsi" a Dio. Chiaramente per un buddista (ad esempio) l'esistenza di Dio è irrilevante ma l'esistenza di una morale NO.
Namaste Apeiron
Intendo la domanda da porre al genio in questo modo:

Se esiste l'amore privo di qualunque egoismo non necessitiamo di trovare alcun Dio amorevole che ce lo doni. Una vita fondata su di un amore privo di qualunque forma di egoismo non necessita di alcuna morale data da una divinità o da una società, in quanto la morale è autofondata rettamente nell'amore privo di egoismo. La morale diventa moto interno all'amore e non imposizione esterna.

Se non-esiste un amore privo di qualunque forma di egoismo cosa potrebbe donarci di autentico una divinità o una società? Tutto sarebbe insignificante in senso ultimo, privo di significazione, come afferrare vento con le mani.
#1595
Citazione di: karmelomale il 25 Ottobre 2016, 09:57:58 AM
Citazione di: Sariputra il 25 Ottobre 2016, 09:18:04 AME in questa domanda, caro Karmelomale, riveli tutta la relativizzazione del pensiero moderno. Ti preoccupi se, andando in default l'Italia, i tuoi risparmi, investiti magari in Btp del Tesoro, diventerebbero carta straccia? Tutto qua? Acquista subito dei Bund tedeschi e mettiti al riparo! Non serve alcun genio della lampada per questo.
Sì, lo confesso, sono un moderno. Quello che mi preoccupa di un default è che lo stato italiano saprebbe benissimo dove prendere i soldi per salvare la baracca: dalle nostre tasche. E in quel caso non c'è Bund che tenga. Ricordo che un mio amico nel 2011, nel clou della crisi greca e dello spread a 500 e fischia andò in Thailandia a comprarsi delle pietre preziose da nascondere. Oro e pietre preziose da nascondere allo stato famelico sono gli unici veri rimedi in caso di default.

E commise un grave errore, agendo irrazionalmente. Io invece, quatto quatto, me ne uscii da Villa Sariputra, andai in banca e acquistai 20.000 euro di titoli greci a trent'anni (step up) alla quotazione di 51 e ghignando sordidamente per l'ignobile speculazione fatta sulla pelle dei  poveri mangiatori di pecorino con olive, mi ritrovai, il mese seguente e dopo l'arrivo della terribile Troka sul Partenone, con gli stessi titoli quotati a 72. Passai ovviamente per la riscossione. Non è cosa di cui vantarsi...ma dà l'idea del perché bisogna mantenere i nervi saldi.
Un default dell'Italia è praticamente impossibile. I due terzi del nostro debito è in mano ad investitori stranieri. Il nostro default manderebbe in default altri stati e fondi sovrani. Pensi che lo accetterebbero? No, ci tengono per le... e lo sanno molto bene! E dal dolore che proviamo in quelle parti...lo sappiamo molto bene pure noi!  ;D ;D
#1596
Citazione di: karmelomale il 25 Ottobre 2016, 08:53:58 AMEffettivamente, come dice Eutidemo, la prima cosa che viene in mente è di chiedere qualcosa su Dio e dintorni. Ma basta pensarci un attimo e si capisce subito che non si ricaverebbe niente, e forse si farebbe pure qualche danno ingente in caso di risposte che ponessero fine ad ogni prospettiva escatologica (anche se è molto probabile che Dio lo si salverebbe in corner, dicendo che il genio è in realtà una manifestazione di Satana, oppure che è una tentazione voluta da Dio stesso per mettere alla prova la fede degli uomini. Insomma, il rimedio si troverebbe sempre). Anche se la risposta fosse "sì", non per questo atei ed agnostici si darebbero per vinti, dato che la loro negazione o il loro scetticismo riguarda il dio trascendente, antropomorfo, "umano, troppo umano" delle religioni e non già un ipotetico dio immanente alla Spinoza. Potrebbe benissimo essere anche il dio di Aristotele, che non ha nulla di sentimentale, nulla di paterno, che non si adira col suo popolo ribelle, che non promette premi né castighi. Certo, se la domanda fosse molto circostanziata (per es.: "Gesù è il dio fatto uomo?", si potrebbe far fuori una religione, oppure avverarne una e cancellare in un colpo solo tutte le altre (pericolosissimo!). No. Cos'altro si potrebbe chiedere? Se esiste la vita dopo la morte? Io temo che un "no" farebbe disperare molta gente che sopporta la vita solo perché ha la speranza di guadagnarne una migliore in un altro mondo. È una domanda socialmente e psicologicamente pericolosa. Meglio evitarla. Forse avrebbe più senso limitarsi a qualcosa di più terra-terra, di più utilizzabile nell'immediato o nel futuro. Io per esempio gli chiederei se l'Italia andrà in default nei prossimi 30 anni.

E in questa domanda, caro Karmelomale, riveli tutta la relativizzazione del pensiero moderno. Ti preoccupi se, andando in default l'Italia, i tuoi risparmi, investiti magari in Btp del Tesoro, diventerebbero carta straccia? Tutto qua? Acquista subito dei Bund tedeschi e mettiti al riparo! Non serve alcun genio della lampada per questo.
L'altro giorno mio fratello imprenditore è arrivato tutto trafelato a Villa Sariputra. Che succede? Gli ho chiesto. "Non si può andar avanti così". In che senso? "Troppe tasse da pagare, non ce la faccio più, e poi ho l'assicurazione di quattro macchine da pagare 'sto mese ( la sua, quella della moglie, e una a testa per i due figli, più la moto)". Bene, gli ho detto, vendi un'auto e paga le tasse. "Sei matto? Vuoi che mi riduca a vivere come te? ( accompagnato da una tremenda bestemmia...) che per risparmiare quattro soldi hai verniciato tutti gli infissi da solo, in maniera schifosa! No...deve cascare il governo, che non combina niente e ci sfrutta per pagare tutti quei negri che arrivano. Voterò Salvini ( noto intellettuale e filosofo padano...)...basta...fora tuti!!"
Al "fora tuti!" se ne è uscito anche il genio della lampada e...non è più rientrato! :'(
#1597
Io formulerei questa domanda al genio della lampada:
Genio
esiste l'amore privo di qualsiasi forma di egoismo?

Se risponde SI' ...non c'é alcun bisogno di sapere se esiste Dio, l'aldilà, la morale, ecc.
Se risponde NO...qualunque Dio, aldilà, morale ecc. sarebbe insignificante.
#1598
Tematiche Spirituali / Re:Parusia
23 Ottobre 2016, 11:25:18 AM
Citazione di: altamarea il 23 Ottobre 2016, 07:09:14 AMLa difficile discussione tra logos e fanatismo religioso m'induce ad accomiatarmi dal topic perché non conduce ad una mediazione accettabile dai due schieramenti formati da duc – giona e da jsebastianB – Altamarea. La contrapposizione ideologica si trascina dall'antichità. Mi riferisco al tentativo di dialogo tra il cristiano Ottavio ed il pagano Cecilio, con giudice della controversia Marco Minucio Felice. Ma penso anche all'attuale film "Lo studente", diretto dal regista russo Kirill Serebrennikov. Quest'opera cinematografica è titolata in Italia "Parola di Dio". Ne consiglio la visione a Duc e a Giona. E' un'opera cinematografica mediocre ma interessante. Se Freedom come moderatore lo permette ne faccio una breve recensione, che può cancellare. La vicenda è ambientata a Kaliningrad, una città russa fra Polonia e Lituania. In passato si chiamava Königsberg, ed era città della Prussia dove nacque, visse ed è sepolto il filosofo Immanuel Kant. Il giovane studente Veniamin, chiamato brevemente Venja, ha la madre coinvolta dalla crisi esistenziale, lui stesso ha problemi nei primi approcci sessuali e si rifugia nella religione. E' un adolescente polemico e ribelle, non pretende più libertà ed equità, ma vorrebbe imporre nell'ambito scolastico le regole coercitive contenute nella Bibbia, perciò si scontra con i compagni del liceo e l'insegnante di biologia, razionalista ed atea. Veniamin chiede che nell'ora di educazione fisica le studentesse non partecipino alle lezioni di nuoto in bikini ma col costume intero (perché non col burkini ?); protesta contro l'educazione sessuale libertaria ed anti-concezionale impartita da Elena, la docente di biologia, la quale insegna anche l'evoluzionismo, mentre lui, seguace del creazionismo divino, afferma che l'evoluzionismo è una teoria non provata e dovrebbe essere affiancata al creazionismo. Sono queste ed altre osservazioni che il giovane protagonista in piena crisi mistica muove a chi gli sta intorno, citando a memoria i passi più cruenti della Bibbia e tentando di imporre anche ai suoi compagni di scuola la sua ortodossia estrema. L'unica voce che gli si contrappone è quella di Elena, ma come si può rispondere con la sola Ragione a chi nutre una Fede cieca? La scienza e la laicità non sono sufficienti per osteggiare ed isolare il fanatismo religioso. Solo Elena accetta il confronto con lui in un duello dialettico che evidenzia lo scontro tra scienza e religione, la diatriba tra dogma e conoscenza, mentre i compagni di scuola lo isolano e lo deridono. Lui, imperterrito, segue la "parola del Signore" e diventa portavoce di un fanatismo religioso che trae forza dai versi della Bibbia e che si esplica attraverso la meticolosa citazione del testo sacro.

Ogni estremo ,Altamarea, mette sempre in moto l'estremo opposto. L'estremo lassismo morale ed etico della nostra civiltà secolarizzata e imbevuta di nichilismo e relativismo porta , e porterà in misura sempre maggiore, alla violenta reazione dell'estremo opposto che , piano piano, diventa simbolo di ribellione , di rivolta verso l'ordine costituito.  Infatti la figura del giovane , di cui parli nella descrizione, appare quella di un ribelle, di uno che si oppone. Morte le ideologie politiche, la sete di rivolta trova il canale del fanatismo religioso. Il fanatico nazista o "socialista reale" era forse più tollerante del musulmano fondamentalista e fanatico? Osserviamo pure come l'intolleranza verso il pensiero opposto si manifesta pure nel pensiero "laico" e "illuminato". Si va dall'emarginazione alla derisione, all'isolamento sociale di tutto ciò che è "diverso", spingendo verso l'estremo del fanatismo tutta quella massa di umanità che disperatamente cerca di fondare la propria esistenza su valori che non siano quelli che l'ordine tecnologico impone al mondo, e da cui si sente respinta, ghettizzata. Osserviamo il proliferare di barbe talebane sul viso di quasi tutti i giovani occidentali che inconsciamente subiscono il fascino dell'estremo opposto. E' un primo segnale che, un certo modo di apparire, viene accettato come simbolo di rivolta, si lega alla moda, diviene lentamente parte di noi.  Ogni cosa che non è in armonia crea divisione e conflitto. Inconsciamente abbiamo bisogno di ordine e un pensiero forte, totalizzante, appare come necessità di ordine , prima in noi, e poi, di conseguenza, nell'ordine sociale.
Una società vive anche dell'equilibrio di forze contrapposte e il cambiamento di un equilibrio genera la reazione dell'opposto.
Anche nel piccolo del nostro forum simili contrapposizioni si evidenziano. Anche nel ribattere con "sufficienza" alle posizioni che appaiono come "fondamentaliste" di Giona, per esempio, o di Duc per altri versi, lascia intravvedere questo complesso di superiorità del pensiero laico, che certo non giova per capire le motivazioni profonde che spingono le persone a cercare qualcosa che almeno "appaia" come vero, come sostanziale. Senza radici un albero non sta in piedi e, al primo vento impetuoso, viene divelto, spazzato via. La nostra società, priva di valori umani e etici, non sta in piedi perchè incapace di soddisfare il bisogno profondo dell'uomo, ossia la Giustizia. In questa profonda ingiustizia sociale sta tutto il fallimento del pensiero "laico" e "illuminato" occidentale e  che spinge masse emarginate a credere che l'instaurare un ordine basato sulla stretta osservanza di una fede totalizzante ne sia l'antidoto. C'è anche una profonda disperazione in questa falsa speranza. E' ormai il di-sperare che la modernità sia in grado di risolvere i problemi che ci attanagliano: problemi economici, politici, umani e di fratellanza sociale. Tutto è stato bruciato e adesso si comincia a capire che le ceneri non scaldano.

P.S. Nella nostra "sufficienza" si nasconde una grossa dose di paura. Perché noi percepiamo che dietro al pensiero fanatico, intollerante, antistorico si manifesta una "forza". Forza violenta, criminale, assassina,ma sempre forza che interroga la nostra fragilità interiore, il nostro vuoto ( o assenza di vera forza). Per questo siamo spaventati. Cosa sappiamo opporre a questa forza? Forse il nostro ultimo modello di IPhone? Il nostro ultimo, gigantesco, SUV?...
#1599
Citazione di: DrEvol il 22 Ottobre 2016, 23:30:51 PM
Citazione di: cvc il 22 Ottobre 2016, 19:43:41 PM"Distrutti i valori che hanno guidato la civiltà per millenni, non ce ne sono altri con cui sostituirli. Perché quei valori non sono il frutto della pura arbitrarietà, ma sono ciò che è emerso dall'uomo data la sua struttura fisica e mentale. La dimostrazione è che per quanto la tecnologia abbia cambiato il mondo, i valori dell'uomo sono sempre quelli. La corruzione, l'odio, l'ingiustizia, la violenza, l'inganno, c'erano ai tempi più antichi e venivano percepiti allo stesso modo: anche 2000/3000/10.000 anni fa gli uomini si innamoravano, di risentivano, si disprezzavano, ma anche solidarizzavano e collaboravano come adesso. Cambiano gli apparati, ma non lo stato d'animo di fondo." Concordo con CVC

Concordo anch'io con Cvc.
Non c'è sostanzialmente nulla di nuovo sotto il sole. L'uomo è sempre lo stesso essere fondamentalmente semplice e violento ( la specie di gran lunga più violenta apparsa sul pianeta), solo il suo pensiero è estremamente complesso ma, purtroppo, non altrettanto profondo...
( come mi disse una volta un vecchio contadino: "Complessità non fa sempre rima con profondità").
#1600
Tematiche Filosofiche / Re:Realtà e rappresentazione
22 Ottobre 2016, 14:27:14 PM
@ Apeiron
Sono d'accordo con te. E' impossibile liberarsi totalmente dalle rappresentazioni, pena il liberarsi di "noi stessi". Però è possibile aver consapevolezza che le rappresentazioni sono rappresentazioni. E questo è "saggezza" (  scusate la parola desueta, fuori moda, così poco...filosofica. Cercherò di usarla il meno possibile...).
"Noi stessi" siamo la nostra rappresentazione; siamo la rappresentazione che di noi si fanno gli altri; siamo la rappresentazione che noi e gli altri facciamo di noi; siamo la rappresentazione che costruiamo su di noi confrontandola con la rappresentazione che abbiamo costruito sugli altri e siamo costruiti dalla rappresentazione che gli altri hanno costruito su di noi...
La nostra rappresentazione si riflette su molteplici specchi , posti su piani diversi, in gran parte inconsci e impersonali. Non c'è in definitiva un "noi stessi" ma solo infinite rappresentazioni di noi rimandate distorte di specchio in specchio. La consapevolezza dell'illusione rappresentativa non è "in noi", a mio parere. E' "qualcos'altro"...
#1601
Presentazione nuovi iscritti / Re:presentazione
21 Ottobre 2016, 23:04:33 PM
Ciao Mchicapp
Io invece ho un fisico laureato in malanni, uso uno sharp EL-233S per far di conto e insegno alle mie anatre a rientrar nel recinto alla sera... ;D
Come vedi abbiamo un sacco di cose in comune!!
Benvenuta !
#1602
Percorsi ed Esperienze / Re:Crisi esistenziale
21 Ottobre 2016, 15:41:43 PM
Preciso che gli interventi di Duc si riferiscono allo scritto del giovane filosofo Apeiron. Va bene che il gelataio ti ci ha mandato Duc...ma era per così dire, non dovevi prenderlo alla lettera  ;D ;D ;D
#1603
Seguire la ragione è definire i limiti della stessa. La conoscenza che si ferma ai limiti dell'inconoscibile è la più alta.
#1604
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
20 Ottobre 2016, 11:40:21 AM
La nebbia può penetrare dall'esterno e giungere fino a te; può invaderti. Così pensava Sari mentre fissava la nebbia, quella che scendeva dal Monte, dalla finestra della sua biblioteca. Poiché era sera e sul mondo stava calando l'oscurità questa nebbia lo spaventava così come l'altra nebbia, quella interna, che non invadeva, ma si allungava, si muoveva e riempiva le parti vuote del suo corpo. Di solito la seconda nebbia veniva chiamata solitudine..

.Con un mal di testa fuori dal comune, Barney Mayerson si svegliò in una camera da letto sconosciuta di un condominio sconosciuto. Accanto a lui, con le coperte tirate su fino alle spalle, nude e lisce, dormiva una ragazza sconosciuta, che respirava piano con la bocca, i capelli un bianco scompiglio simile a cotone.
( P.K. Dick, "Le tre stimmate di Palmer Eldritch")

Toccandosi il capo Sari provò la sensazione strana che fosse come gonfio. V. era seduta allo scrittoio e stava colorando la nebbia. Pensieri cupi attraversavano come lampi la zucca vuota di Sari...

Nella pioggerella si levano i vapori della sera. D'un tratto si estendono le tenebre opprimenti. Non è da signori amare le sale affollate...

Sari amava, di solito, la propria solitudine. Quella sera di nebbia gli era invece pesante, opprimente sul cuore come un macigno pieno di spigoli.Su di un tavolino lo schermo del computer era fisso sulla foto di un'auto da competizione, gialla. Una nota di colore nella nebbia...
Ricordi...
Nell'aria, in sottofondo, una musica...leggera, leggera come la nebbia.

https://www.youtube.com/watch?v=wLlBGeRPiVc

Dopo aver mandato a letto V., Sari fantasticava col desiderio. Veniva da profondità sconosciute. Ripensava alle sue donne...com'era possibile la purezza se c'era sempre questo ospite ingombrante? Questo peso del cuore? Questo anelito della carne ? Sari desiderava una donna , nel suo letto, per scacciare la nebbia...per non sentire più freddo...

Chi capisce che nella notte è lei sola a esserne conscia? Davanti al cuscino lascia cadere un paio di lacrime...

La spiritualità era una forma sublimata di sensualità? Si chiedeva Sari, pulendo con la manica il vetro della finestra, appannato...Pareva di sì, a volte...
Una donna fatta di nebbia, eterea, con lunghe vesti di nebbia, con capelli raccolti da gocce di brina...con labbra piene di calore...

Le maniche di nebbia fine si arrotolano nel vento; le forcine di giada brillano nella penombra...

La musica stava sfumando ancora. Ora Sari osservava la solitudine  del Monte, con un cappotto di nebbia...
#1605
Riflessioni sull'Arte / Re:Poesie modificate...
19 Ottobre 2016, 23:41:00 PM
Il recinto dei magnoli

D'autunno il monte accoglie
gli ultimi raggi;
voli d'uccelli seguono
i primi stormi.
Bagliore di smeraldo
a tratti sparso s'accende.
La foschia della sera
non ha dove restare.

Dalla volta di luce
all'ora che tramonta il sole,
la voce degli uccelli
si confonde con l'altra, del torrente.
La verde via del ruscello
volge alla lontananza;
gioia della solitudine,
avrai tu mai fine?

Wang Wei e P'ei Ti
da: "Poesie del fiume Wang"
Epoca T'ang ( 600-900 d.C. ca.)


La gabbia delle magnolie

D'autunno il mondo
accoglie gli ultimi raggi del sole;
bagliori di guerre, a tratti,
sparsi s'accendono.
Inseguo con lo sguardo
stormi di uccelli in volo;
in queste sere di foschia
non so dove stare.

Dall'albeggiare grigio
all'ora che tramonta il sole,
gli ultimi canti degli uccelli
si confondono con la voce del torrente.
La verde via della speranza
volge alla lontananza;
malinconica solitudine,
dirai la parola fine?

Sari
da: "Poesie sotto il monte"
Epoca Disperata ( dalla morte di Dio in avanti)