Ciao Claudia K.

Circa le tue considerazioni, osservo quanto segue:
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1)
L'omicida che si "inventasse" la storia che la moglie era delirante ed è fuggita nuda, certamente sarebbe un omicida "idiota" (non certo "furbissimo"); per cui, secondo me, uno che racconta una cosa del genere, sta quasi certamente dicendola verità.
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2)
Inoltre che motivo ci sarebbe stato di inventarsi una storia del genere, quando il marito avrebbe potuto benissimo far sparire definitivamente il corpo della moglie, in altri modi molto più sicuri; ad esempio, seppellendolo in una foresta lontana chilometri da casa sua, oppure gettandolo in un lago o in un fiume o in mare incatenato?
E' noto, infatti, che, in assenza del cadavere della presunta vittima, l'accusa di omicidio risulta estremamente ardua; ed infatti, il mancato ritrovamento del cadavere non impedisce la formazione della prova, però l'"evento morte" deve essere provato mediante indizi gravi, precisi e concordanti (di solito molto difficili da trovare).
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3)
Quanto al fatto che i vestiti di cui si era spogliata la poverina, che Michele Buoninconti dice di aver "trovato" in giardino, erano freschi di bucato e, secondo una "perizia", mai indossati dalla poverina, osservo quanto segue:
a)
Nell'eventualità che, di mattina, dei vestiti freschi di bucato vengono tolti poco dopo essere stati indossati, non è sufficiente che una "perizia" attesti su di essi l'assenza di DNA della vittima, ma è necessario anche un "esperimento giudiziale" ai sensi dell'art.218 CPP; il quale si rende necessario ogni qual volta si debba accertare se un fatto sia, o possa essere, avvenuto in un determinato modo.
L'esperimento consiste nella riproduzione, per quanto è possibile, della situazione in cui il fatto si afferma o si ritiene essere avvenuto e nella ripetizione delle modalità di svolgimento del fatto stesso; per cui, nel caso di specie, per almeno due o tre volte, occorreva far indossare dei vestiti appena lavati a due o tre agenti del RIS, e poi farglieli togliere dopo un certo periodo di tempo, al fine di verificare se c'era stata o meno la possibilità il rilascio del loro DNA, o, comunque, per riconoscere in altro modo se erano stati indossati o meno (pieghe ecc.).
Cosa che non mi risulta sia stata fatta, per cui, a mio avviso, la sola perizia non può assolutamente dimostrare che tali indumenti non siano mai stati indossati.
b)
In ogni caso, ammesso e non concesso che Michele Buoninconti abbia voluto "inscenare" una "finta psicosi" della moglie:
- perchè mai ha raccontato di aver "trovato" in giardino i suoi vestiti, e di averli raccolti per rivestirla se la trovava;
- quando invece sarebbe stato molto più logico, al fine della "sceneggiata", depositarli in giardino e farli trovare lì direttamente dalla polizia.
Secondo me, questo induce a pensare che Michele Buoninconti dica la verità.
c)
Secondo la testimonianza del vicino di casa R.R. (di cui, però, non sono riuscito a trovare il nome ed il cognome completi), Elena Ceste si allontanò da casa sua non appena Michele Buoninconti e i bambini andarono via in macchina; ed R.R. dichiarò anche che, mentre si allontanava da casa, la vide pure mentre cominciava a spogliarsi e denudarsi.
Se questo è vero, non c'è dubbio che Michele Buoninconti dica la verità.
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4)
Quanto al fatto che le ricerche in zona Rio Mersa le avesse coordinate PROPRIO LUI, può essere vero nei primi giorni; ma, per i successivi nove mesi, poichè Michele Buoninconti era stato iscritto nel "Registro degli indagati", è ovvio che le ricerche in zona Rio Mersa le ha coordinate il PM e le ha eseguite la polizia.
Senza contare, se veramente il corpo fosse stato allo scoperto fuori dalla conduttura, i possibili ritrovamenti casuali da parte di bambini giocherelloni, vecchietti col cane, e coppiette infrattate.
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5)
Quanto a quale razza di "tracce" vuoi trovare sull'epidermide di un cadavere che è stato esposto alla qualunque, PER NOVE MESI e attraversando in quello status ben quattro stagioni, ti faccio presente che, se l'autopsia è riuscita a trovare le "tracce" di una morte per "asfissia", mi sembra logico che avrebbe dovuto trovarne anche le cause, se Elena Ceste fosse morta "strozzata" o "strangolata".
In ogni caso non esiste alcuna traccia che Elena Ceste sia stata uccisa, nè dal marito, nè da parte di altri; per cui dare per scontato che è stata uccisa, solo perchè è "possibile" che a suo tempo sia stata "soffocata", non costituisce un ragionamento valido.
Ed infatti è altrettanto "possibile", e, secondo me, molto più "probabile", che sia morta "asfissiata" nella conduttura in cui si era rifugiata in preda ad una delle sue ricorrenti "crisi psicotiche persecutorie"; come è capitato in molti casi analoghi al suo.
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Un saluto!

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