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Messaggi - bobmax

#1621
Tematiche Filosofiche / Essere e determinismo.
13 Ottobre 2021, 14:17:13 PM
Ciao JE

Sì, anch'io la pensavo come te.
Ma poi la vita mi ha condotto là dove la logica trova il proprio limite.
Senza però che oltre quel limite vi sia la non-logica, tutt'altro. Come tu stesso dici, soltanto non vi è più questa nostra logica razionale.

Il tuo ragionamento non fa una piega.
Però, appunto... è un ragionamento.

Che si fonda necessariamente sulla separazione.
Ossia sulla negazione.
Su quel A = A che nega tutto ciò che A non è.

Però qui abbiamo la Negazione della negazione...

Impresa impossibile, forse.
Che coinvolge me stesso, in prima e unica persona.
Perché tutto, in definitiva, dipende da me.
Non vi è nulla a cui possa aggrapparmi, perché "Vero".

Sta a me, solo a me, far sì che il Bene sia.
Con amore e tremore.

Come capitò a Plotino, che infine non poté esimersi dall'azzardarsi ad affermare: l'Uno è il Bene!

Ti auguro ogni bene, figlio unigenito.
#1622
Scienza e Tecnologia / casa intelligente: si o no?
13 Ottobre 2021, 13:56:33 PM
Ciao JE

Sarà che appartengo a entrambe le categorie, degli ingegneri e dei programmatori, e che la stampante che utilizzo ha più o meno quella età... pur non possedendo una pistola nutro gli stessi sentimenti.
#1623
Tematiche Filosofiche / Essere e determinismo.
13 Ottobre 2021, 09:50:18 AM
@JE

Concordo.

La logica del Nulla non è forse l'Amore?
Che chiede proprio di non esistere più?

Attraverso la compassione, probabilmente la più alta espressione d'amore, che conduce alla morte dell'io.

"Amor che move il sole e l'altre stelle"
#1624
Non vi è nulla che non derivi da altro da sé.
Ogni cosa, ogni fenomeno e quindi ogni istinto esiste perché causato da altro.

Gli istinti non possono che essere generati dalla razionalità, che generazione dopo generazione apprende il comportamento migliore da adottare in certe situazioni.
Il comportamento "migliore", ossia più efficace, viene sedimentato diventando istinto.
Gli istinti sono perciò frutto di apprendimento.

Essendo la razionalità lo stesso tessuto del cosmo, è presente ovunque, anche se in misura differenziata.

Nell'uomo pare essere oggi particolarmente presente. Probabilmente a causa delle corde vocali e delle mani prensili con il pollice opponibile.
Casualità che hanno favorito lo sviluppo della nostra razionalità, che non è però affatto nostra esclusiva.

Si potrebbe pensare che la scelta migliore sia valutata tale da un qual "supervisore". Ossia una mente che valuta quale comportamento razionale sia più efficace e meriti perciò di diventare istinto.
Ma ciò sarebbe a mio parere assurdo.

Semplicemente ogni istinto è il comportamento che meglio si è dimostrato efficace nelle nuove situazioni. Ed è la sola sua stessa efficacia che ne ha permesso la trasmissione alle successive generazioni, che vi sono state per suo merito.

Cioè l'istinto è frutto di una eredità che deriva dalla combinazione del caso e della necessità.

Nell'identico modo con cui un virus permane attraverso le proprie mutazioni. Senza che vi sia dietro alcuna valutazione nel merito.
#1625
Tematiche Spirituali / Fuga dalla libertà
04 Ottobre 2021, 14:54:30 PM
La libertà non è un fine, ma un mezzo.
Forse è l'unico autentico mezzo di cui disponiamo.

E in quanto puro mezzo... in realtà non esiste.

Ovvero, esiste nel momento in cui effettuo una scelta, ma solo come necessaria apertura affinché la scelta si compia. Ed io ne sia perciò responsabile.
Non perché io avrei potuto scegliere davvero diversamente...

Io, sono io proprio per questa supposta possibilità, che però non esiste.

La libertà è infatti incompatibile con la natura.

La pesantezza della libertà deriva dal fine per cui essa è un mezzo.

È il fine che è tanto difficile da raggiungere.
E questo fine è Dio.

Analizzando questa benedetta e supposta libertà, mi ritrovo a domandarmi quando sono davvero libero...

E allora potrei giungere alla conclusione che in effetti sono libero quando scelgo ciò che voglio in quanto lo devo perché questo sono.

Cioè libertà è la coincidenza di volere, dovere ed essere!

La ricerca della libertà non ha perciò come obiettivo la stessa libertà, ma il proprio essere.

E sono quando faccio ciò che devo!

Ma se faccio ciò che devo... io non ci sono più.
#1626
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Evasione fiscale
04 Ottobre 2021, 14:15:58 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Ottobre 2021, 13:11:59 PM
Citazione di: bobmax il 04 Ottobre 2021, 12:49:36 PM
Prima di un diritto vi è sempre un dovere.
Di modo che per godere del diritto di vivere in una società che assicura sicurezza, sanità, viabilità e quant'altro... occorre contribuire alle spese.

Tuttavia, la priorità del dovere sul diritto è reciproca.
Cioè pure chi ha la responsabilità di fornire i servizi, per cui è pagato, dovrebbe avere il dovere di darli nel modo il più possibile consono a quanto introitato. E pure questo dovere, dello Stato, viene prima del diritto di riscuotere le tasse.

L'involuzione della cosiddetta sinistra ha portato a privilegiare il diritto rispetto al dovere. Per poi strillare contro l'evasione fiscale.
Ma il diritto di riscuotere le tasse necessità del dovere di non sprecare oltremodo quanto incassato.

Quando si pretende "giustizia" non bisognerebbe prima guardare in casa propria?
Magari alle rendite di posizione di cui si gode, certo legittime, indubbiamente tassate, ma giuste?
Tutto vero! :)
Però, poichè, l'Italia non è attualmente occupata da una potenza straniera che la "taglieggia", in realtà, "lo Stato siamo noi", attraverso gli organi rappresentativi da noi stessi espressi; per cui, se c'è un problema di "ricircolo" della contribuzione fiscale, non possiamo prendercela che con noi stessi!
;)

Certamente siamo noi.
E allora noi... dovremmo smetterla di ripetere slogan come la denuncia dell'evasione fiscale, pur sacrosanta, per incominciare a pretendere giustizia pure sull'altro aspetto, parimenti grave!

Le eccessive prebende di tanti mediocri, che senza pudore alzano alti lai contro l'evasione fiscale, ma si guardano bene dal mettere in discussione i loro introiti a spese dello Stato.
Prebende legittime, certo, ma giuste?

Come fanno a intervenire pubblicamente, discettando di giustizia, personaggi che magari si prendono 600.000 euro l'anno di pensione?
Per il solo merito di aver occupato una qualche poltrona qualche mese prima di pensionarsi?

Ecco, siamo noi, che dovremmo smetterla di ripetere slogan e volere di più!

Ma appunto, occorre fede nella Verità.
#1627
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Evasione fiscale
04 Ottobre 2021, 12:49:36 PM
Prima di un diritto vi è sempre un dovere.
Di modo che per godere del diritto di vivere in una società che assicura sicurezza, sanità, viabilità e quant'altro... occorre contribuire alle spese.

Tuttavia, la priorità del dovere sul diritto è reciproca.
Cioè pure chi ha la responsabilità di fornire i servizi, per cui è pagato, dovrebbe avere il dovere di darli nel modo il più possibile consono a quanto introitato. E pure questo dovere, dello Stato, viene prima del diritto di riscuotere le tasse.

L'involuzione della cosiddetta sinistra ha portato a privilegiare il diritto rispetto al dovere. Per poi strillare contro l'evasione fiscale.
Ma il diritto di riscuotere le tasse necessità del dovere di non sprecare oltremodo quanto incassato.

Quando si pretende "giustizia" non bisognerebbe prima guardare in casa propria?
Magari alle rendite di posizione di cui si gode, certo legittime, indubbiamente tassate, ma giuste?
#1628
Anche in me l'eccessiva gentilezza causa un qual fastidio.

Ritengo dipenda dal fatto che l'altro non mi è mai davvero indifferente. Ho bisogno di conoscerlo, almeno un poco.

Di modo che quando il suo comportamento mi costringe a un prendere o un lasciare, a riconoscere cioè che è proprio una gran brava persona, oppure no, senza possibili vie di mezzo... ecco il disagio!

Devo dar credito a questa gentilezza così marcata, perché esprime ciò che l'altro è davvero, oppure è meglio diffidare, in quanto si tratta solo di una maschera che nasconde altre motivazioni?

Un dubbio che non sempre è facile dissipare.
Perché vi è sempre qualcosa che non torna... ma ciò è sufficiente per pensar male?

Secondo me, non è poi così importante la sincerità o meno di quella gentilezza eccessiva.
Ma le reali motivazioni che inducono questo comportamento.

Se anche questa gentilezza è strumentale, ma usata per ricevere affetto, per paura della solitudine, per timidezza... che importanza ha se non è genuina?

Diverso il caso in cui la gentilezza fosse usata come inganno per far calare le mie difese.
Allora l'irritazione avrebbe tutta la sua ragion d'essere.
Ma anche in questo caso, una volta scoperto l'inganno mi ritrovo davanti l'ingannatore.
Donde nasce costui? Cosa lo ha portato ad essere così?

E allora, forse, se sono proprio fortunato, può nascere in me la compassione.
#1629
Tematiche Filosofiche / Re:Essere e determinismo.
22 Settembre 2021, 10:47:11 AM
Non vi è alcuna dimostrazione dell'effettiva esistenza della legge di causa-effetto.

D'altronde neppure potrebbe esservi una tale dimostrazione, essendo questa stessa legge indispensabile per dare un senso razionale ad ogni fenomeno.

La legge di causa-effetto è perciò necessaria, perché escludendola saremmo perduti, in balìa della follia.

Ma questa necessità è assoluta? Cioè, l'esistenza è fondata esclusivamente sulla legge di causa-effetto, che ne esaurisce ogni possibile senso, oppure vi può essere un altro "senso" che prescinde dal pensiero logico-razionale?

Se proviamo a cambiare la prospettiva con cui osserviamo il mondo, passando dal presupposto razionale e quello etico, la legge di causa-effetto è ancora necessaria?

Se l'assoluto è il Bene, questa legge perderebbe necessariamente la propria assolutezza.
Rimarrebbe indispensabile per il pensiero razionale, ma non assoluta.

Si potrebbe allora sospettare che è il Bene a generare questa legge, come atto d'amore.

Amore, che è l'unica autentica libertà. Quindi è lo stesso Caos, che genera il cosmo.

Così come quando sogno, creo eventi donando loro un senso attraverso la necessità, allo stesso modo, se il Bene è, questa esistenza non è che il sogno del Caos.
#1630
Tematiche Filosofiche / Re:Il tempo "percepito"
21 Settembre 2021, 13:55:46 PM
Citazione di: Eutidemo il 21 Settembre 2021, 13:13:39 PM
Citazione di: bobmax il 21 Settembre 2021, 13:01:58 PM
Constatare che il passato e il futuro non ci sono, non è una mia percezione soggettiva, ma il risultato di un mio ragionamento.

Perché ciò che percepisco soggettivamente... è proprio il passato e il futuro!

Se non ho in mente alcun passato e nessuna aspettativa di futuro, sono io a non esserci. La situazione in cui mi trovo non ha alcun significato.

Solo quando un barlume di passato appare alla mia coscienza, allora inizio a esserci.

Essendoci, osservando questo mio passato e aspettando un futuro, allora, e solo allora, posso incominciare a osservare che in effetti questo passato e questo futuro in realtà non ci sono...
Ma è un'osservazione successiva, non originaria.

Originariamente, quando ancora non compare il passato e il futuro, io sono nulla.
Il fuoco passato e il fuoco futuro non mi bruciano, quindi si tratta solo di una mia idea senza alcun riscontro reale ;)
Appunto, un ragionamento.
Che si basa, è possibile, solo sulla base del passato.

Non è una percezione.
#1631
Tematiche Filosofiche / Il tempo "percepito"
21 Settembre 2021, 13:01:58 PM
Constatare che il passato e il futuro non ci sono, non è una mia percezione soggettiva, ma il risultato di un mio ragionamento.

Perché ciò che percepisco soggettivamente... è proprio il passato e il futuro!

Se non ho in mente alcun passato e nessuna aspettativa di futuro, sono io a non esserci. La situazione in cui mi trovo non ha alcun significato.

Solo quando un barlume di passato appare alla mia coscienza, allora inizio a esserci.

Essendoci, osservando questo mio passato e aspettando un futuro, allora, e solo allora, posso incominciare a osservare che in effetti questo passato e questo futuro in realtà non ci sono...
Ma è un'osservazione successiva, non originaria.

Originariamente, quando ancora non compare il passato e il futuro, io sono nulla.
#1632
Citazione di: ricercatore il 16 Settembre 2021, 10:51:21 AM
il fatto è che anche gli stessi ragionamenti sul concetto di psiche e di spirito, provengono dalla nostra mente.
perciò è impossibile avere un'osservazione obiettiva: non possiamo astrarci dalla realtà, essendo noi parte di essa.

Certamente l'analisi non può essere obiettiva.
Non si può uscire dal sistema, essendone parte.

Ma qui l'analisi non ha come obiettivo la dimostrazione dell'esistenza di qualcosa.
Ma viceversa il contrario, ovvero la messa in discussione di qualcosa.

Ossia mettere in dubbio i presupposti.
Senza la pretesa di stabilire la Verità. Perché in tal caso, se avesse successo, potremmo ancora esserci?

È l'esperienza del limite che deve essere affrontata.
Senza dover dare una risposta, ma mettendo in discussione l'ovvio.

In caso contrario, si confonde ciò che è un puro concetto con la realtà.

Ci si immagina di essere la mente, per esempio. Oppure che il punto esista veramente, così come l'infinito o il finito.
Finendo magari di convincersi, come avviene in un altra discussione, che il nostro universo si espande nel vuoto...
Perché se no...

La razionalità quando diventa Dio è una trappola, tanto rassicurante quanto fuorviante.
#1633
Tematiche Filosofiche / Prima e dopo il BIG BANG!
16 Settembre 2021, 10:10:30 AM
Lo spazio-tempo è il contenitore della realtà fisica.
Realtà la cui molteplicità è permessa dalla separazione spaziale e temporale.

Lo spazio e il tempo non sono nient'altro che questa stessa separazione.
Senza la quale non vi sarebbe il molteplice.

Ma ipotizzare l'esistenza di uno spazio o di un tempo senza separazione di qualcosa è solo una allucinazione.
Perché è il qualcosa che, separandosi da tutto il resto fa essere lo spazio e il tempo.

Questa allucinazione deriva dall'uso improprio della logica.
Cioè dall'utilizzarla al di fuori del suo ambito.
Perché la logica è fondata proprio sulla separazione.
Cioè su quel A = A che separa A da tutto il resto.

Pensare uno spazio vuoto che non separi dei qualcosa è un pensiero che nega se stesso.
Perché lo spazio vuoto è, ed è soltanto, separazione tra dei qualcosa.

Così come supporre la realtà dell'infinito.
Concetto necessario per la logica, ma che non corrisponde ad alcuna realtà fisica.

Sia il finito che l'infinito sono necessari per il pensiero razionale, ma se approfonditi per davvero non possono che svanire.
#1634
Tematiche Filosofiche / Prima e dopo il BIG BANG!
16 Settembre 2021, 09:23:36 AM
Un conto è l'inizio di un qualcosa, ben altro è invece il supporre l'inizio del tempo!

Perché quel qualcosa che inizia a esistere, prima non esisteva.

Ma se è il tempo ad avere un inizio...
Allora la realtà, ciò che è veramente, quindi noi stessi, la nostra essenza, è ancora da sempre là in quell'inizio. Da cui non si è mai allontanata.

Difatti la luce testimonia questa verità.
Per il fotone nessun tempo è mai passato, non vi è alcun tempo!
Il fotone è ancora in quello che per noi è l'istante iniziale e lo spazio un punto.

Per il fotone tutta la storia dell'universo è puro nulla.

Questo nostro mondo non è che il sogno di Dio.
#1635
Per esserci, perché ci sia il mondo, perché ci sia io, la scissione è necessaria.

Così come il mondo appare attraverso la scissione (Big Bang) che non è che un atto d'amore che continuamente si rinnova, così io ci sono, appaio, tramite uno sdoppiamento.

Il pensiero infatti non è un flusso a senso unico, ma un dialogo.
Per pensare devo sdoppiarmi. Solo così può svilupparsi il pensiero, che è un dialogo tra me e me.

Un dialogo che ha come presupposto l'io.
Presupposto necessario per la stessa unità del pensiero.
L'io è quindi sia uno sia bino.

Se tuttavia non vi è pensiero, non vi è neppure un io.

L'io è generato necessariamente dal corpo che ne ha bisogno per agire nel mondo.

Ma in se stesso non esiste, non vi è alcun io.

L'autentico amore di sé, perciò, può essere la conclusione del percorso, non il suo avvio.
Perché se si inizia amandosi, si ama un totem!

Ed è proprio questo amore fasullo a dover essere superato.

Viceversa, si può sperabilmente giungere infine ad amarsi attraverso l'amore per l'altro, quando ciò che si ama è l'Uno.
L'Uno ama se stesso.

Bernardo di Chiaravalle illustra mirabilmente, con i termini della sua epoca, l'evoluzione dell'amore.

Dove si inizia amando se stessi per poi rigettare questo stesso amore perché falso.