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Messaggi - Eutidemo

#1621
Storia / Re: Le ultime parole di Giulio Cesare
09 Giugno 2023, 06:11:34 AM
Ciao Niko :)
E' vero, è una nota battuta che girava anche ai tempi del mio liceo.
Il termine "figlio di mignotta", deriva dalla classificazione burocratica dei neonati abbandonati anonimamente dalle madri negli orfanotrofi: "filius m.(atris) ignotae".
Vista l'abbreviazione della "m." di "matris", ben presto la definizione suonò "filius mignotae"; da cui l'italianizzato "figlio di mignotta".
Un saluto! :)
#1622
Attualità / Re: Il crollo della diga di Kakhovka
09 Giugno 2023, 05:56:00 AM
Ciao  Socrate78. :)
A mio parere:
- dire che la guerra è la cosa più "orrenda", "atroce", e "mostruosa",  che possa verificarsi tra due nazioni, è senz'altro VERISSIMO!
- ma che la "guerra" sia un "crimine" in se stessa, è senz'altro SBAGLIATISSIMO!
***
E lo è:
- sia sotto il profilo "logico";
- sia sotto il profilo "etico";
- sia sotto il profilo "giuridico";
- sia sotto il profilo "sintattico".
***
Ed infatti il termine "GUERRA" non identifica l'"AZIONE" di una singola parte (che può considerarsi una "azione criminale" o meno, come qualsiasi altra "condotta unilaterale"), bensì l'"INTERAZIONE" di due parti distinte e contrapposte, delle quali, quasi sempre:
- una delle due sta commettendo un "CRIMINE" di "AGGRESSIONE" nei confronti dell'altra;
- l'altra, invece, si limita semplicemente a resistere ed a reagire militarmente all'aggressione, esercitando il suo diritto di "DIFESA", che non costituisce affatto un "CRIMINE", bensì un "DIRITTO" universalmente riconosciuto dal diritto internazionale, dal diritto delle genti e dal buon senso.
"Vim vi repellere licet!" ("E' lecito reagire con violenza alla violenza").
***
Pertanto, fermo restando che la guerra è la cosa più "orrenda", "atroce", e "mostruosa",  che possa verificarsi tra due nazioni, sono d'accordo con te nel considerare un "CRIMINE" l'aggressione militare russa, mentre considero un "DIRITTO" (e un dovere) la resistenza militare ucraina all'invasione, ed il suo tentativo di recuperare il territorio sottrattole con la forza delle armi.
***
Hai anche pienamente ragione nel sostenere che i singoli "crimini di guerra" sono solo un surplus di crimine nel crimine stesso perpetrato dall'"aggressore"; ma è l'obiettivo stesso della "guerra di aggressione" ad essere criminale a priori, perché comporta per logica spietata la conquista militare di territori altrui, spacciata per "vittoria".
***
Però occorre tenere presente che eventuali "crimini di guerra" possono essere commessi anche da singoli esponenti delle forze armate dello Stato che resiste all'aggressione; come, ad esempio, nel caso dei dieci prigionieri di guerra russi, che, si dice, siano stati uccisi dai soldati ucraini.
Se tale accusa da parte di Mosca dovesse venire dimostrata davanti al Tribunale Penale Internazionale, non c'è dubbio che i soldati ucraini che hanno commesso tale esecrabile delitto, dovranno essere senz'altro esemplarmente puniti.
***
Un saluto! :)
***
#1623
Attualità / Re: Il crollo della diga di Kakhovka
08 Giugno 2023, 16:58:44 PM
Ciao Niko. :)
Io spero con tutto il cuore che nessuno, nè Russo nè Ucraino, sia stato così schifosamente "bastardo" da far saltare dolosamente la diga, mettendo a repentaglio la vita di migliaia di persone innocenti; ed invero l'ipotesi dell'incidente non è affatto da escludere a priori.
Però, quello che scrive Inverno, e che io ignoravo, qualche sospetto sui Russi lo lascia indubbiamente intravedere; sempre che corrisponda a verità.
Lo stesso dicasi per le giuste considerazioni di Anthony
***
Quanto al fatto che le armi degli alleati occidentali vengono fornite all'Ucraina col tacito accordo che esse vengano usate solo per ricacciare i russi dal loro territorio, ti faccio notare che la Crimea non è affatto "territorio russo", bensì è senz'altro "territorio ucraino"; così come riconosciuto dal diritto internazionale e dall'ONU, alla faccia delle pretestuose pretese di Putin.
La Russia  ha occupato la Crimea  abusivamente ed illegalmente con le armi e con referendum illegittimi e fasulli; mentre, nell'unico referendum valido e legittimo tenutosi in Crimea nel 1991, il 54% della popolazione votò per aderire all'Ucraina.
***
Purtroppo, però, temo  che tu abbia ragione circa il fatto che gli Ucraini molto difficilmente riusciranno a riprendersi la Crimea "manu militari"; ed infatti, anche se i Russi hanno torto marcio ad occupare tale territorio, e andrebbero cacciati via da lì a calci in culo, ritengo che siano troppo forti per esserne scacciati via con la forza delle armi.
***
Però non si sa mai!
***
Un saluto! :)
***
#1624
Attualità / Re: Il crollo della diga di Kakhovka
08 Giugno 2023, 12:35:09 PM
Ciao Inverno. :)
Le tue ulteriori informazioni (che io ignoravo), mi sembrano molto significative; e, se effettivamente corrispondono a verità, fanno senz'altro pendere la bilancia delle probabilità verso la mia terza ipotesi.
Anche considerando che Putin è uno spietato e sanguinario "criminale di guerra"; per cui, se gli conviene, non credo che si farebbe certo scrupoli a far saltare una diga, anche a prezzo di provocare migliaia di morti (compresi i suoi stessi "sudditi").
***
Un saluto! :)
***
#1625
Attualità / Il crollo della diga di Kakhovka
08 Giugno 2023, 11:41:01 AM
Il crollo della diga di Kakhovka verificatosi nella notte del 6 giugno 2023, nei pressi di  Kherson, sul fiume Dnepr, in Ucraina, potrebbe essere stato provocato da:
- un incidente;
- un sabotaggio ucraino;
- un sabotaggio russo.
***
Al riguardo occorre considerare quanto segue:
.
1)
IPOTESI DELL' INCIDENTE
Le immagini satellitari dei giorni scorsi mostrano la presenza di evidenti segni di danneggiamento strutturale della diga; i quali si sono aggravati a partire dal 2 giugno a causa delle recenti piogge e dell'aumento anomalo del livello dell'acqua nel bacino idrico.
Almeno per ora, peraltro, mancano "indizi circostanziali" di un intervento doloso a carico dell'una o dell'altra parte in conflitto; per cui, l'unico elemento indiziario che ci resta, è quello del "cui prodest".
E, cioè, a quale delle due parti sarebbe "eventualmente" convenuta di più una azione così "ignobile", "vile" e "scellerata"; la quale sta mettendo a rischio la vita (oltre che le sostanze) di più di 40.000 persone.
.
2)
IPOTESI DEL DANNEGGIAMENTO DOLOSO DA PARTE DEGLI UCRAINI.
Al riguardo:
a)
Il crollo della diga ha provocato l'inondazione di vaste aree del territorio, sia dal lato controllato ancora dagli ucraini, sulla sponda destra del Dnepr, ma, "soprattutto", su quella sinistra, occupata dai russi; questa, infatti, era la situazione rilevata dal satellite alle 10:00 del 7 giugno 2023, con la segnalazione dei principali punti in cui l'acqua del fiume è fuoriuscita dai sui margini.
b)
Inoltre la Crimea, occupata dai russi nel 2014, è priva di fonti d'acqua locali e dipende soprattutto da quelle provenienti dall'area di Nova Kakhovka; per cui l'Ucraina avrebbe potuto abbattere la diga di Kakhovka per compromettere l'approvvigionamento idrico della Crimea.
.
3)
IPOTESI DEL DANNEGGIAMENTO DOLOSO DA PARTE DEI RUSSI.
Al riguardo:
a)
La strada sopra la diga di Kakhovka costituiva un'ottimo passaggio per l'avanzata delle truppe ucraine alla riconquista della Crimea; per cui, essendo stata comunque preventivamente minata la struttura dai Russi (su questo ci sono pochi dubbi), questi potrebbero averla fatta saltare appositamente in anticipo per impedire un eventuale transito stradale agli Ucraini in avanzata.
b)
Come è noto (almeno in ambiente militare), la controffensiva ucraina era stata procrastinata soprattutto per il protrarsi, quest'anno, della "Rasputica"; un fenomeno che si verifica, in modo particolare, in Ucraina, Russia e Bielorussia a causa dello scarso drenaggio dei terreni argillosi sottostanti, il quale provoca una quantità di fango tale da frenare l'avanzata di qualsiasi armata corazzata e motorizzata (ed anche appiedata).
***
Ed invero, il "Generale Fango" (insieme al "Generale Inverno" e al "Generale Distanza"), ha più volte fermato le avanzate -e le ritirate-, in territorio russo.
Ad esempio, il "Generale Fango":
- salvò la città russa di Novgorod dalla conquista e dal saccheggio durante l'invasione mongola del XIII secolo;
- rallentò l'avanzata di Napoleone nel 1812;
- frenò l'avanzata tedesca durante la battaglia di Mosca (da ottobre 1941 a gennaio 1942).
- ed in molti altri casi ancora (compresa l'avanzata dei carri russi verso Kiev l'anno scorso).
***
Ormai, però, essendo quasi arrivata l'estate, la "Rasputica" era ormai "agli sgoccioli"; per cui non è inverosimile che i russi abbiano fatto saltare le mine piazzate dentro la struttura della diga, per rendere pressochè impossibile, almeno per parecchio tempo, l'avanzata degli Ucraini alla riconquista della Crimea. Un po' come fecero gli Olandesi per fermare i tedeschi, aprendo tutte le loro dighe.
Anche se, per tornare al punto 1), non è escluso che ciò possa essere accaduto per mero errore (i Russi sono molto in gamba, ma anche un po' sbadati)
***
.
***
Potete scegliere l'ipotesi che preferite; anche se io mi auguro con tutto il cuore che si tratti dell'ipotesi n.1) (pur non essendone molto convinto).
***
#1627
Storia / Re: Le ultime parole di Giulio Cesare
05 Giugno 2023, 12:11:16 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 05 Giugno 2023, 08:32:27 AMForse mi sono espresso male: non dannazione nel senso di anima dannata per l'eternità. Avrei dovuto scrivere: memoria infangata. Se si fosse tolto la vita, Giulio Cesare non sarebbe stato ricordato come un grande imperatore. Questo lo preoccupava. Appena ho tempo cerco il libro...
Ho capito. :)
Poi, quando hai trovato il libro, oltre a segnalarmene il titolo, fotografami pure il passo in questione; è un argomento che mi interessa, e tale versione mi giunge nuova!
Grazie!  :)
#1628
Storia / Re: Le ultime parole di Giulio Cesare
05 Giugno 2023, 07:17:25 AM
Ciao Aspirante Filosofo58. :)
E' vero che Giulio Cesare soffriva di una grave forma di epilessia, che lo tormentava in continuazione, ma non pensò mai a togliersi la vita per tale motivo; altrimenti lo avrebbe fatto ben prima, e non proprio quando aveva raggiunto il potere supremo (a cui ambiva da anni).
***
Comunque, togliersi la vita da solo, non sarebbe affatto equivalso per lui alla "dannazione eterna", perchè, secondo il modo di pensare dell'epoca, questa sarebbe sembrata un'idea davvero "bizzarra"; ed infatti gli antichi Romani non avevano alcuna preclusione riguardo al suicidio, che consideravano lecito in qualsiasi occasione, e, in determinate occasioni, addirittura doveroso (vedi Catone l'Uticense).
Furono solo i Cristiani a considerarlo, per la prima volta nella storia, un "peccato"!
***
Comunque Cesare venne trucidato da oltre venti persone, a seguito di una congiura, e non dal solo Bruto (a titolo di cortesia personale)!
***
Ci sono molte teorie riguardo al motivo per il quale Cesare, qualche tempo prima della sua morte, rinunciò a farsi proteggere dalla sua guardia personale di guerrieri ispanici.
***
Le principali sono le seguenti:
a)
Dopo la sua vittoria ormai definitiva, avendo perdonato tutti i suoi più acerrimi nemici, facendo loro grazia della vita e non punendoli in alcun altro modo (a differenza di Mario e di Silla), Cesare si era ormai convinto di aver pacificato gli animi; per cui credeva di non aver più bisogno di protezione.
b)
Propagandisticamente, riteneva che andare in giro senza guardie del corpo armate fosse una dimostrazione, nello stesso tempo:
- del fatto che lui non era un tiranno;
- che godeva dell'unanime favore popolare (anche se non di quello dei patrizi).
c)
Cesare era un fatalista, per cui pensava che nessuna guardia del corpo sarebbe mai  stata sufficiente a salvare la vita a chi era destinato comunque a morire per decreto del Destino.
***
Personalmente, non saprei quale di tali teorie preferire; però, secondo me, c'è del vero in tutte e tre.
***
Un saluto! :)
***
#1629
Storia / Re: Le ultime parole di Giulio Cesare
05 Giugno 2023, 06:57:52 AM
Ciao Pensarbene. :)
Cesare venne ucciso per due motivi:
1)
I congiurati temevano che Cesare volesse diventare un "monarca", anche se poco tempo prima aveva rifiutato la corona offertagli da Marco Antonio; sia le prime due volte (quando gli venne posta prima ai piedi e poi sulle ginocchia), sia la terza volta, gettandola stizzito tra la folla, dopo che Antonio gliela pose sul capo.
Ma i Romani detestavano la sola parola di "re", per il ricordo degli abusi di Tarquinio il Superbo; per cui i più accesi repubblicani tra di loro non volevano correre neanche lontanamente tale rischio!
2)
Inoltre Cesare era il capo dei "populares", per cui era detestato dalla fazione "aristocratica"; alla quale, infatti, appartenevano tutti i congiurati.
***
Un saluto! :)
***
#1630
Ciao Anthony. :)
Se gli errori commessi dagli inquirenti dell'epoca possano essere o meno considerati dolosi, lo stabiliranno in questi giorni i giudici di Genova; decidendo se rinviare o meno a giudizio i loro colleghi di Siena.
Un saluto! :)
#1631
In questi giorni, a Genova, stanno venendo interrogati in qualità di "indagati"  i tre pubblici ministeri di Siena, Aldo Natalini, Nicola Marino e Antonino Nastasi, per "falso ideologico e omissione di sopralluogo" in relazione al presunto suicidio di David Rossi, il "capo della comunicazione" della banca "Monte dei Paschi di Siena".
***
Si tratta dei tre PM che avevano in carico il fascicolo sulla morte di David Rossi, il quale era "volato" (o meglio, era "precipitato a piombo") dalla finestra al terzo piano  del suo ufficio nella sede del Monte dei Paschi  il 6 marzo 2013.
***
I tre tre PM in questione sono imputati di "mancata verbalizzazione" sia della perquisizione locale dell'Ufficio del defunto, sia dell'ispezione informatica del suo PC, sia dei sequestri avvenuti in tali occasioni, al terzo piano della sede MPS; tra l'altro, i tre magistrati, sono entrati nell'ufficio di Rossi prima che la polizia scientifica potesse effettuare i rilievi e le fotografie del caso, e, in tale occasione, hanno spostato oggetti e mobili, alterando così la scena di un possibile crimine.
***
L'accusa ai tre magistrati è di "falso in atto pubblico fedifacente" (art.476 CP); il quale tipo di imputazione ha permesso, fortunatamente di interrompere la prescrizione del reato, che, altrimenti, si sarebbe verificata inesorabilmente il 7 marzo 2023, dieci anni dopo i fatti secondo quello che prevede la legge.
***
La morte di David Rossi si verificò due settimane dopo la visita della Guardia di Finanza, che aveva messo nei guai il presidente e il direttore generale della banca, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, per le vicende legate all'acquisizione di Anton Veneta.
David Rossi, che non aveva avuto alcuna parte diretta in tale scabrosa vicenda, ma che era il "capo della comunicazione", stava per essere interrogato anche lui al riguardo; ma, poichè i morti non parlano, tale interrogatorio non è mai avvenuto.
***
All'epoca il caso venne archiviato come "suicidio", in base a numerose perizie, e, in particolare, ad una ricostruzione dell'accaduto da parte del Tenente Colonnello dei Carabinieri Davide Zavattaro; il quale, a tal fine, ha fatto "uscire" dalla stessa finestra un pompiere, all'uopo adeguatamente i"mbracato".
***
Il pompiere gli ha chiesto: "Cosa dovrei fare?"
E Zavattaro gli ha detto "Lei pensi che è una persona che vuole <<uscire>> da questa finestra!"
"Per fare cosa?", gli ha chiesto perplesso il pompiere.
E Zavattaro gli ha risposto "Non importa...lei vuole <<uscire>> e basta!"
***
Sempre Zavattaro, ha poi spiegato che il pompiere ha fatto le manovre che ci si aspetta che faccia una persona che <<esca>> da una finestra.
***
Ora, a mio parere, le manovre che ci si aspetta che faccia una persona che <<esca da una finestra>> (per calarsi giù in qualche modo), sono completamente diverse dalle manovre che ci si aspetta che faccia una persona che <<si butta da una finestra>> (per suicidarsi).
***
Ed infatti
a)
Se qualcuno <<esce>> da una finestra per calarsi giù in qualche modo, come anche a me è capitato qualche volta (dal primo piano), esce di spalle e si tiene aggrappato con le mani al davanzale, in modo tale che i piedi siano più vicino possibile al suolo, al fine di "accorciare il salto".
Come, appunto, fa il pompiere nella ricostruzione "diretta" dal Colonnello Zavattaro.
b)
Se, invece, qualcuno <<si butta > da una finestra per suicidarsi, in genere, almeno secondo le statistiche, si siede sul davanzale (o lo scavalca), slanciandosi poi in avanti, frontalmente, per evitare di strisciare dolorosamente contro il muro durante la caduta; ed infatti il suo scopo è quello di morire di colpo schiacciandosi al suolo, non certo quello di farsi "sbrindellare" dai cornicioni mentre precipita.
***
Ora, come è risultato dalla simulazione al computer, invece di lanciarsi fuori dalla finestra come avrebbe fatto se avesse voluto realmente suicidarsi (b), sembra come se Davide Rossi avesse voluto calarsi fuori dalla finestra per scendere in strada (a); il che, ovviamente, è impensabile, perchè era al terzo piano dell'edificio.
Guardando, quindi, con attenzione il seguente video, a me sembra che Davide Rossi sia stato trascinato a forza fuori della finestra; però, poichè non voleva morire, si è aggrappato disperatamente alla sbarra di protezione del davanzale per evitare di cadere.
Ma, almeno secondo me, qualcuno, da dentro, gli ha fatto perdere "a forza" la presa facendolo precipitare a piombo parallelamente ed a poca distanza dal muro; cosa che nei suicidi non accade pressochè mai!
***
La seguente è la ripresa della caduta in strada effettuata da una videocamera di sorveglianza; ma la visione è sconsigliata se si è particolarmente "sensibili" alle scene violente.
***
Poichè dalle impronte sulla sbarra di protezione della finestra risultano chiaramente le impronte digitali di "aggrappamento" di David Rossi, nonchè tracce sul muro che indicano come lui abbia cercato di di risalire dentro puntellandosi con le gambe, il Colonnello Zavattaro, non potendo negare tali evidenze  circostanziali, le ammette senza discutere; però giustifica tali evidenze, supponendo che, dopo essere "uscito" dalla finestra, calandosi giù "per suicidarsi", poi "ci abbia ripensato", tentando di risalire dentro.
***
Poichè nessuno era presente alla scena (salvo, probabilmente, gli assassini), tutte le ipotesi sono consentite; però, sinceramente, alcune mi sembrano più plausibili, altre molto meno!
***
A parte quanto sopra, secondo me, ci sono anche altri vari elementi che non fanno proprio pensare ad un suicidio.
Ad esempio, i seguenti:
.
1)
Nella stessa videocamera che ha ripreso la caduta, si vede apparire per un secondo un uomo che si affaccia nel vicolo per guardare il corpo di di David Rossi; che era immobile e sembrava già morto, mentre invece era ancora vivo. Comunica qualcosa al telefono, e poi sparisce subito.
Chi era?
.
2)
In un'altra videocamera di sorveglianza, la n°8, si vedono due persone allontanarsi dall'uscita di piazza dell'Abbadia dopo che Rossi era già precipitato dalla finestra: la direzione di MPS ha sempre negato che a quell'ora ci fosse personale in servizio, ma è stata smentita dalla seguente videoripresa (che, a suo tempo, era stata occultata).
.
3)
Per quanto riguarda l'orologio di David Rossi, che ha dato luogo a molte controversie, rilevo quanto segue:
a)
Dal seguente fotogramma, anche se non molto nitido, si vede abbastanza chiaramente che, quando è caduto, David Rossi non aveva più nessun orologio al polso sinistro; il quale, forse, era andato perduto nella colluttazione nel suo ufficio.
Tanto più che, come dice il suo stesso nome, "EXPANDER", il suo orologio era di dimensioni decisamente "spropositate"; per cui, secondo me, si sarebbe notato comunque nel fotogramma.
b)
Dalla dinamica della caduta, poichè la vittima ha disteso a terra il suo braccio sinistro, "dopo" l'impatto del suo corpo al suolo (gambe e deretano), il suo orologio, che era robusto ed "antishock", se lo avesse avuto al polso non si sarebbe dovuto rompere così facilmente; perdendo persino il cinturino, trovato poi molto distante dalla cassa.
c)
In effetti, dopo circa un quarto d'ora che David Rossi era precipitato "a piombo" (non certo come un suicida), si vede precipitare "a piombo" anche un altro oggetto alla sua "destra"; la definizione è troppo scarsa per identificarlo, ma è  delle esatte dimensioni del suo orologio.
Il Colonnello Zavattaro sostiene che potrebbe anche trattarsi di una "macchiolina" del video, un "punto" di disturbo; però, se si osserva bene, si vede chiaramente che, dopo essere precipitato, l'oggetto (sia pure di difficile identificazione), ci appare chiaramente in terra nel punto della strada verso cui si stava si stava dirigendo nella sua caduta.
d)
L'orologio di David Rossi, in effetti, si è trovato all'incirca in quel punto, dove non avrebbe mai potuto trovarsi se gli si fosse sfilato dal polso nella sua caduta.
e)
Inoltre, come rilevato dalla perizia autoptica, "...la lesione sul polso sinistro di David Rossi ha caratteristiche poco compatibili con un trauma dovuto ad all'impatto al suolo del polso, suggerendo piuttosto l'intervento di una azione di trazione dell'orologio dall'avambraccio verso la mano, compatibile con un afferramento, seguito da un trascinamento o da una sospensione."
f)
Tuttavia il GUP, per archiviare l'evento come suicidio, obiettò che: "...questa non è tuttavia l'unica eziologia plausibile, potendosi <<immaginare>> che l'orologio o il cinturino, si siano in qualche modo agganciati ad una sporgenza (forse della finestra o del davanzale), con analoga azione di trazione. Neppure dalle caratteristiche di questa lesione è quindi possibile dedurre attendibilmente- l'intervento di terzi."
Al riguardo osservo che:
- il gup si è affidato alla sua immaginazione, ma, come poi è stato accertato, non esisteva di fatto alcuna "sporgenza" (nè della finestra nè del davanzale), che avrebbe potuto provocare una analoga azione di trazione sul polso della vittima;
- comunque, in tal caso, l'orologio sarebbe precipitato insieme alla vittima o poco dopo, ma non certo dopo circa un quarto d'ora.
g)
Per cui, a mio parere, è evidente che David Rossi perse il suo orologio durante la colluttazione, mentre cercavano di trascinarlo verso la finestra; gli assassini, che, secondo me, erano almeno in due (perchè è il minimo indispensabile per "defenestrare" qualcuno), si accorsero soltanto mentre lo facevano precipitare che non aveva più l'orologio.
Allora, dopo una frettolosa ricerca, una volta trovatolo in qualche angolo dell'ufficio, non potendo certo scendere in strada per rimetterglielo al polso, lo gettarono dalla finestra in direzione del suo corpo; il che avvenne dopo circa un quarto d'ora, come la videocamera testimonia.
.
4)
Dalla perizia autoptica è risultato che David Rossi ha quasi sicuramente avuto una colluttazione con degli aggressori, prima di essere "defenestrato"; ed infatti, come si nota chiaramente dal video, nel cadere la sua faccia non aveva neanche sfiorato il manto stradale, mentre invece sono state rilevate "ferite da colluttazione frontale" sul suo volto.
In particolare, dal reperto autoptico, è risultato quanto segue:
- al numero 1, una lesività alla bozza frontale di destra;
- al numero 3, delle lesività "eteroinferte" agli zigomi;
- ai numeri 4,5 e 6 ulteriori aree escoriative sul dorso del naso.
Mentre, come accertato, David Rossi non ha mai urtato il volto durante l'impatto al suolo.
.
5)
La mail che Rossi avrebbe inviato all'ex amministratore delegato di MPS, Fabrizio Viola, per annunciare il suo gesto disperato ("Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!"), secondo accertamenti effettuati dalla polizia postale, è il frutto di un grossolano falso; ed infatti,  la mail, datata 4 marzo, in realtà è stata scritta il 7 marzo, il giorno dopo la sua morte.
.
6)
Nell'ultima chiamata alla moglie Antonella, alle ore 19.02, David Rossi non parla come qualcuno che sta per suicidarsi, ma dice: "Alle 19.30 vengo a casa così ti faccio l'iniezione. Ho già comprato tutto il necessario. Prima però passo a prendere le polpette che ho ordinato per cena. A dopo!"
Non mi sembra proprio la telefonata di qualcuno che, dopo qualche minuto, si butta dalla finestra.
.
***
Premesso quanto sopra, e considerati i molti punti controversi ed altri numerosi elementi (pro e contro l'ipotesi suicidiaria), che non ho avuto qui il tempo di esaminare, non mi azzardo assolutamente a trarre conclusioni di carattere categorico; anche considerando che non ho avuto accesso al fascicolo processuale ed ai suoi allegati.
Però, salvo errori e/o omissioni, ritengo di dover cautamente  propendere per l'ipotesi dell'omicidio.
***
#1632
Storia / Le ultime parole di Giulio Cesare
03 Giugno 2023, 05:47:18 AM
Svetonio racconta che Cesare: "...ita tribus et viginti plagis confossus est uno modo ad primum ictum gemitu sine voce edito; etsi tradiderunt quidam Marco Bruto irruenti dixisse: <<kai su teknon>>" (Vita divi Iuli 83)
Cioè: "...così fu trafitto da ventitré  pugnalate, con un solo gemito emesso dopo il primo colpo; secondo alcuni, però, avrebbe gridato a Marco Bruto, che si precipitava contro di  lui: «Anche tu, figlio?>>"
***
Ma perchè Svetonio, scrivendo tutto il resto del testo in "latino", riporta le ultime parole di Cesare in "greco", scrivendo "kai su teknon", e non "et tu fili"?
***
Così scrivendo Svetonio, mi sembra evidente che, almeno secondo alcuni testimoni, le ultime parole di Cesare, rivolte a Bruto, siano state effettivamente in "greco", e non in "latino".
***
Ed invero, le "élite " romane parlavano correntemente sia in latino che in greco, soprattutto nelle dotte disquisizioni di filosofia e di letteratura; così come noi usiamo correntemente l'inglese, soprattutto nei dibattiti scientifici ed economici.
Però mi sembra davvero strano che, in punto di morte, soprattutto se accoltellato, qualcuno si rivolga ad un suo connazionale in una lingua che è comunque straniera, invece che nell'idioma natìo!
***
Pertanto, secondo me, i casi potrebbero essere due:
1)
O non è vero che le ultime parole di Cesare sono state pronunciate in "greco", per cui i testimoni si sono sbagliati o se lo sono inventato.
2)
Oppure è vero che le ultime parole di Cesare sono state effettivamente pronunciate in "greco", ma allora, a mio parere, dovevano necessariamente avere un "significato allusivo".
Cioè:
a)
O Cesare si riferiva allusivamente ad un famoso passo di qualche tragedia greca, ormai sparita, o ad un famoso episodio storico greco a noi ormai sconosciuto,  in cui un padre si rivolgeva al figlio assassino con  le parole "kai su teknon"; un po' come si dice che abbia reagito il comandante italiano di Giarabub, all'intimazione di resa degli inglesi, gridando loro "Merde!!!", non in italiano, ma nel francese di Cambronne.
b)
Oppure Cesare, molto più probabilmente, si riferiva allusivamente ad un episodio personale intercorso tra lui e Bruto, nel quale, discutendo in greco, lui si era rivolto a Bruto con quelle esatte parole; noi non sapremo mai in quali circostanze e con quale significato, ma Bruto sicuramente sì!
***
Ovviamente, le mie sono soltanto congetture, prive di qualsiasi riscontro!
***
#1633
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
02 Giugno 2023, 11:37:39 AM
CAPITOLO QUARTO
Il giorno successivo erano tutti di nuovo davanti al portellone, ora chiuso, del "caveau".
- Lo apra, per cortesia!- chiese a Bauer il commissario Gruber, che indossava guanti di lattice e portava con sè una borsa di tela chiusa.
Bauer obbedì, mentre la scatola nera registrava l'orario di apertura, ed Elsa Gruber entrò nel "caveau" da sola, dirigendosi verso il piedistallo vuoto dove un tempo si trovava l'"Himmlisches Juwel"; poi, estrattolo dalla borsa, ci posò sopra un finto gioiello, delle sue stesse dimensioni e del suo stesso peso, innescando, così, il meccanismo di allarme e chiusura.
***
- Ora io asporterò il gioiello, e, quindi, il portellone dovrebbe chiudersi facendo suonare l'allarme, giusto?-
- Giusto!- le rispose Heinrich Wassen, il  comandante del GSG 9.
Poi, rivolta ad Emil Adam: - Lei, Emil, non appena il portellone si sarà chiuso, tolga la corrente elettrica per almeno cinque minuti; poi la reinserisca, in modo tale che, subito dopo, Bauer sia in grado di aprire di nuovo il "caveau"-
- Va bene, commissario!- assentì  Adam.
***
Elsa Gruber afferrò il finto gioiello, e il portellone, come per magia, si chiuse in un decimo di secondo tra lo scoppiettìo rumoroso del "semtex" e il frastuono della sirena d'allarme, mentre la scatola nera registrava l'orario di chiusura; subito dopo Emil Adam tolse la corrente dal quadro all'ingresso dell'appartamento, per cui l'androne rimase illuminato solo dalla luce del sole che entrava dalle finestre.
Il portellone, come Adam aveva spiegato al commissario il giorno prima, restò tranquillamente chiuso senza far scattare nessun allarme.
***
Dopo cinque minuti Adam reinserì la corrente, e Bauer aprì di nuovo il portellone con la sua chiave elettronica, mentre la scatola nera registrava l'orario della sua ulteriore apertura,  borbottando che stava sprecando un sacco di "semtex", perchè avrebbe dovuto di nuovo sostituire le cariche.
L'enorme portellone ruotò sui suoi cardini verso l'esterno, ma il gioiello non era più sul suo piedistallo; e di Elsa Bauer nessuna traccia...a parte la sua borsa posata in terra!
***
Wassen scavalcò la soglia del "caveau", è  ruotò lentamente, a 180 gradi, il "rilevatore di presenze", e poi annunciò: -Qui dentro non c'è assolutamente anima viva!-
Poi ordinò ai suoi uomini di entrare e di perquisire palmo a palmo tutto il "caveau", coadiuvati dai tecnici della polizia scientifica; ma non trovarono nè il commissario nè il gioiello, solo la borsa di tela di Elsa Gruber, completamente vuota.
***
- Va bene, Commisario!- esclamò alla fine Wassen -Mi arrendo! Si può sapere dove diamine si è cacciata? Su, venga fuori!-
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Non aveva ancora finito di parlare, che la parete posteriore del portellone sussultò; poi si spalancò,  e ne sbucò fuori Elsa Gruber, con un respiratore collegato ad una bomboletta contenente "ossigeno ad alta concentrazione" sul volto, e  sorreggendo a due mani la piastra d'acciaio al carbonio con una "ventosa elettrica ad alta potenza".
***
- "Et voilà le jeux sont fait!" esclamò sorridendo, dopo aver posato la piastra a terra, ed essersi tolta la maschera.
Quindi estrasse di tasca il finto gioiello!
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- Adesso ci vorrà spiegare, spero!- sbottò esterrefatto Bauer.
- Certamente!- sorrise Elsa Gruber, indicando il vano posteriore dell'enorme portellone.
- Come vedete, il portellone è talmente "profondo", che, nella parte posteriore, si è facilmente potuto ricavare uno spazio che potesse contenere una persona ben rannicchiata.
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Il pannello di "acciaio al carbonio", che protegge la parte posteriore, è spesso 20 millimetri, come quello di un carro armato, ma ha una chiusura "ad adesione" simile a quella del retro di un orologio.
Non è pesantissimo, in quanto, mentre la piastra frontale di acciaio al carbonio , del diametro di circa un metro e mezzo, è spessa 210 millimetri per evitare eventuali tentativi di effrazione con gli esplosivi, quella posteriore è  una piastra rotonda del diametro di circa un metro e trenta, spessa "solo" 20 millimetri, e pesa circa 10 kilogrammi, per cui si sorreggerebbe benissimo anche se soltanto inserita nella cerniera che lo circonda.
Ma il pannello è tenuto bloccato anche da questo affare qua dentro,  per cui sembra saldato con la fiamma ossidrica!-
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Ed indicò a tutti un elettromagnete all'interno del vano posteriore del portellone posteriore, dentro la "nicchia" in cui si era nascosta; il quale era dotato un normale interruttore di corrente, con un meccanismo di temporizzazione, per disinserirlo da dentro per poter uscire, ma poi riattivarlo automaticamente "a tempo", dopo essere usciti, ed aver rimesso a posto la chiusura.
Cosa che Elsa Gruber fece subito, sollevando la piastra con la ventosa elettrica, dopo averla trasferita dal lato interno a quello esterno, e rimettendola al suo posto.
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La piastra si inserì facilmente nella sua cerniera, con un leggero scatto; e, dopo qualche minuto, se nè udì un altro più forte che la bloccò definitivamente, quando il "timer" terminò il suo corso, e l'elettromagnete, che era collegato alla rete elettrica dell'appartamento, tornò in funzione.
Elsa Gruber, dimostrativamente, tirò la ventosa con tutte le sue forze, puntallandosi con in piedi; ma ormai la piastra d'acciaio, bloccata dall'elettromagnete, era diventata più inamovibile e salda di una roccia.
Per cui spense la la ventosa elettrica e la rimise nella sua borsa, insieme al finto gioiello e al respiratore.
***
- Quindi il ladro, dopo aver costretto Bellmer ad aprire il "caveau" e ad entrare assieme a lui, lo ha ucciso in prossimità del piedistallo simulandone il suicidio, e poi si è impadronito del gioiello; per cui il portellone si è chiuso di colpo, ed è scattato l'allarme, sia qui, che nella sede del GSG -9.- continuò a spiegare Elsa Gruber.
Come a suo tempo rilevò Adam, la scatola nera del portellone e il memorizzatore della chiave di Bellmer ci garantiscono che, dopo la sua ultima apertura per entrare e commettere il furto, il portellone si è chiuso automaticamente e non si più riaperto fino a che non è arrivato Bauer con il GSG 9; è questo che ci ha fatto impazzire, perchè, secondo la logica (e la fisica), quando Bauer ha aperto il portellone, il ladro ed il gioiello dovevano per forza essere ancora lì dentro!
Ed infatti erano ancora lì!-
- Come sarebbe a dire!- esclamò Bauer.
***
Allora Elsa Gruber riprese a spiegare: - Il "ladro-assassino" è rimasto chiuso all'interno del "caveau", ma, evidentemente, aveva un complice all'esterno, che ha tolto la corrente dal quadro elettrico in fondo al corridoio; in tal modo, senza che scattassero ulteriori allarmi (perchè il portellone era ormai chiuso), l'elettromagnete, che era collegato alla rete elettrica dell'appartamento, ha smesso di funzionare, per cui lui il ladro, o meglio l'assassino, ha potuto facilmente asportare la parete posteriore del portellone con una ventosa come la mia.
Poi, con il gioiello in tasca, si è nascosto nella nicchia, ed ha rimesso al suo posto la chiusura con la ventosa,  facendola stavolta aderire con la ventosa nella sua parte interna; fatto ciò, ha avvisato il complice, il quale ha quindi reinserito la corrente ed è fuggito via, prima che arrivasse sul posto il GSG 9.-
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- Quindi, quando siamo arrivati noi, il ladro era nascosto dentro il portellone, con un respiratore come il suo!- esclamò esterrefatto Heinrich Wassen.
- Esatto!- confermò allargando la braccia Elsa Gruber!
***
- E quando io sono entrato, ed ho scannerizzato con il "rilevatore di presenze" se ci fosse qualcuno (vivo) all'interno del "caveau", l'apparecchio mi ha dato ovviamente esito negativo; ed infatti, dopo aver aperto il portellone, il ladro ed il gioiello erano ormai "fuori" del perimetro del "caveau"!-
***
- Già!- commentò Emil Adam- Ma siamo rimasti ingannati anche noi della polizia scientifica, in quanto, la notte del delitto, avevamo esaminato solo l'interno del "caveau"; e, il giorno dopo, con il portellone ben "tappato" dal magnete nella sua corazza "posteriore", noi ci siamo concentrati soprattutto sulla sua parte "anteriore" ed i suoi moduli elettronici. Perchè, solitamente, una cassaforte viene forzata "dal di fuori" e non "dal di dentro"!-
***
- Non si preoccupi, Adam- lo rassicurò Elsa Gruber -Il piano dei rapinatori era davvero ben congegnato!
Quella notte ce ne siamo andati tutti via tranquilli, lasciando quattro uomini di guardia all'entrata dell'edificio; ed infatti,  avendolo perquisito tutto palmo a palmo, eravamo certi che esso fosse vuoto, e che, quindi, il contenuto del "caveau" fosse al sicuri anche con il portellone aperto.
Noi non potevamo chiuderlo, modificando la sua posizione al momento del delitto, prima di aver completato tutti il controlli dell'intero "caveau" il mattino successivo; questo è il protocollo di tutte le polizie del mondo, per quanto riguarda lo "scenario del delitto".
***
Quindi, il "ladro-assassino" nascosto nel portellone, non appena è stato sicuro che ce ne eravamo andati via tutti, è uscito fuori dal suo nascondiglio ruotando l'"interruttore timer" dell'elettromagnete situato all'interno della nicchia; poi ha rimesso al suo posto la piastra di chiusura, aiutandosi con una ventosa ad alta potenza, simile  a quella che ho usato io.
Dopo pochi secondi, il "temporizzatore" ha riattivato l'elettromagnete, il quale ha saldato di nuovo la chiusura posteriore nel suo stato abituale; per cui, il giorno dopo, anche se avessimo provato ad aprirla o a forzarla, non ci saremmo riusciti se non usando una lancia termica per tagliarne i bordi.
Cosa che non credo sarebbe riuscita gradita al signor Bauer!-
Il quale fece una smorfia di assenso!
***
- Una volta uscito dal portellone, il "ladro-assassino" si è nascosto in uno dei bagni dell'edificio, reinserendo la batteria nel suo cellulare; così, quando la mattina seguente è stato convocato qui per telefono, dopo aver atteso per un congruo periodo di tempo, è uscito dalla "toilette" e si è presentato qui "fresco fresco", come se venisse da casa sua (con il respiratore, la ventosa ed il gioiello nella sua borsa da lavoro, che nessuno aveva motivo di perquisire).
Ed infatti l'ingresso dell'edificio, ormai, non era più sorvegliato, per cui nessuno poteva immaginare che lui era già dentro, e non era arrivato, da fuori, soltanto la mattina!-
***
- Mi sembra che la sua ricostruzione sia valida, Commissario- convenne Wassen - Anche perchè non vedo nessun'altra plausibile ipotesi alternativa. E secondo lei chi sarebbe il "ladro-assassino", ammesso che, a questo punto, ci sia ancora bisogno di chiederlo?-
- Ha ragione, capitano, non c'è neanche bisogno di chiederlo: non può essere stato altro che l'ingegnere che ha progettato e personalmente montato il portellone, installandoci dentro l'elettromagnete. Il quale non aveva alcuna ragione di essere lì dentro, se non in previsione di un furto premeditato scientificamente da molto tempo!- è puntò il dito verso Karl Weiss,  progettista e tecnico specializzato della GTA.
- Poi ci dirà chi erano i suoi complici, e dove ha nascosto il gioiello rubato!-
Weiss non disse una parola, mentre gli mettevano le manette, e il commissario gli recitava l'usuale "Miranda warning": - Lei ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale. Ha diritto a un avvocato durante l'interrogatorio. Se non può permettersi un avvocato, gliene sarà assegnato uno d'ufficio-
***
Mentre due agenti portavano via Weiss in manette, Emil Adam chiese al Commissario: - Mi dica una cosa: ma come le è venuto in mente che, per l'omicidio ed il furto, era stato usato un simile macchinoso sistema?-
***
- Be', entrando la prima volta nel "caveau", per non inciampare nel gradino, mi ero appoggiata al portellone; che mi era sembrato terribilmente pesante.-
Al che Wassen interloquì dicendo: -Infatti ricordo che, quella notte, il portellone si aprì molto lentamente, cigolando sui suoi cardini; per cui, tra me e me, mi dissi che era veloce a chiudersi, ma, evidentemente, non altrettanto ad aprirsi.-
***
- Il giorno dopo, invece, sempre appoggiandomici per entrare, mi sembrò che fosse molto più leggero- continuò la sua spiegazione Elsa Gruber - La cosa mi lasciò al quanto perplessa, ma, sul momento, non gli diedi particolare importanza. Non mi passò neanche per la testa che, mentre la notte precedente c'era nascosto dentro un uomo, il giorno dopo, invece, era ormai vuoto!-
***
Poi, però, ragionando al riguardo, riflettei che, la notte del "furto-omicidio", il "ladro assassino" doveva per forza essere ancora dentro il "caveau" insieme al gioiello, quando è arrivato il GSG 9: ed infatti Bauer, Busch e Adam, basandosi sulle registrazioni della "scatola nera" e del "chip di memoria" della chiave di Bellmer, me lo avevano spiegato e rispiegato fino alla noia.
Le "aperture" e le "chiusure" del portellone, a prescindere da quelle regolari e da quelle provocate dall'asportazione del gioiello dal suo piedistallo, non lasciavano adito ad ipotesi alternative!
***
Quando, invece, Bauer ha aperto il "caveau", lui e il gioiello non erano più all'interno del "caveau"; per cui ho vagamente intuito che doveva essere stata per forza la manovra di apertura del portellone ad aver fatto "fuoriuscire" in qualche modo il "ladro assassino" dal perimetro del "caveau".
***
Ed infatti, quando il portellone è aperto, viene a trovarsi "fuori" del perimetro del "caveau"; così come lo abbiamo lasciato noi, incustodito, tutta la notte, per non alterare la "scena del crimine" fino al giorno dopo.
Tanto eravamo tranquilli, perchè c'erano quattro GSG 9 a presidio dell'unica entrata di un edificio vuoto!
Così, quando ce ne siamo andati, il ladro-assassino, è uscito dal portellone ed è andato a nascondersi in un bagno.
In fondo è un metodo non molto diverso o più "macchinoso" di quello usato da Ulisse; solo che Ulisse si è nascosto nel Cavallo per "entrare" dentro  Troia nonostante le sentinelle alle porte, mentre il nostro furfante si è nascosto nel "Cavallo" per "uscirne"!-
Ma nessuno rise alla battuta!
                                            FINE
#1634
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
02 Giugno 2023, 06:21:58 AM
Ciao Bobmax ;)
Mi dispiace, ma questa volta devo darti un 4--, poichè le tue ulteriori argomentazioni non tengono conto dei "fatti",  così come sono stati chiaramente esposti nel mio racconto.
***
Ed infatti:
.
1)
Tu ti ostini a trascurare il "fatto" che, come avevo scritto, "Quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari""; per cui, a qualsiasi ora Bellmer abbia fatto entrare nel "caveu" il suo complice, il tuo calcolo degli orari è completamente "sballato" per quanto concerne il momento in cui lo avrebbe fatto uscire.
Ed invero, come chiaramente si evince dal mio racconto, il portellone è stato aperto soltanto "PRIMA" dell'asportazione del gioiello dalla sua base, e non certo "DOPO", per far fuggire il ladro; ed infatti il portellone era stato aperto per l'ultima volta con la chiave di Bellmer prima che suonasse l'allarme, e non certo dopo che l'allarme era suonato.
Altrimenti la "polizei" tedesca sarebbe stata composta da idioti, che non sapevano leggere le registrazioni della scatola nera :D !
.
2)
Inoltre, mi spieghi in che cosa diamine sarebbe consistito il mistero del "caveau", se, dalle registrazioni della "scatola nera" del portellone, fosse risultato che il portellone era stato aperto "DOPO" l'asportazione del gioiello; e, cioè "DOPO"  che era suonato l'allarme al GSG 9 a seguito dell'asportazione del gioiello?
In tal caso sarebbe stato ovvio che il ladro se n'era andato via, a porta aperta, con il gioiello in tasca!
Ed invece, come chiaramente si evince dal mio racconto, dalle registrazioni della "scatola nera" del portellone, è risultato che questo era stato aperto soltanto "PRIMA" dell'asportazione del gioiello, e, cioè "PRIMA"  che suonasse l'allarme al GSG 9; dopodichè si era chiuso e non si era aperto più!
.
3)
Il problema, infatti, consiste proprio in quello che tu ti ostini a voler ignorare, e, cioè, che l'ultima volta che il portellone si era aperto, il gioiello era ancora al suo posto; dopo che, invece, è stato asportato, il primo ad aprirlo di nuovo è stato soltanto Bauer, il direttore della Banca. E' questo che "ha mandato ai matti" gli inquirenti!
La "scatola nera" non mente!
.
4)
Inoltre, nell'esaminare il "chip di memoria" della chiave di Bellmer, è ovviamente risultato che lui ha aperto il portellone solo PRIMA che avvenisse il furto; dopo che questo era avvenuto, attivando l'allarme alla centrale del GSG 9, la chiave di Bellmer non ha più riaperto nessun portellone (a prescindere che fosse dentro o fuori il caveau).
il "chip di memoria" della chiave di Bellmer non mente!
.
5)
Basterebbe quanto sopra a destituire di fondamento la tua ipotesi, in quanto assolutamente "controfattuale" e "anticronologica".
Comunque, per considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), togliere la corrente per far chiudere il portellone non avrebbe avuto  alcun senso; ed infatti non è assolutamente vero che, in questo modo, si sarebbe subito pensato alla chiusura dovuta alla asportazione del diamante.
Ed infatti, in tal caso, la "scatola nera" del portellone avrebbe registrato "due" chiusure:
- una immediatamente dopo l'asportazione del gioiello;
- un'altra qualche minuto dopo.
La "scatola nera" non mente!
.
6)
Comunque, sempre per voler considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), quanto al fatto che il vicedirettore poteva essere entrato per uno stratagemma del complice, come per esempio il fingere di essere svenuto a terra, questo sarebbe stato senz'altro "possibile".
Però, come tu mi insegni: "Ab esse ad posse valet, sed a posse ad esse non valet consequentia!"
.
7)
Poi, sempre per voler considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), quanto al fatto che "il complice poteva benissimo sapere dell'effetto della mancanza di corrente, poichè molti ne erano a conoscenza", vorrei proprio sapere dove lo hai trovato scritto nel mio racconto.
.
8 )
Infine, sempre per voler considerare anche le altre tue ipotesi (conseguenti alla tua cronologicamente insostenibile ipotesi di base), quanto al fatto che "l'accesso al caveau nei giorni precedenti del vicedirettore poteva benissimo essere di routine. Perché no?"
Ed io ti rispondo "Perché sì?"
***
.
***
Per concludere, secondo me, il problema sta nel fatto che tu vuoi "riscrivere" il mio racconto, nel modo più consono a sostenere la tua tesi; ma questo non è ovviamente possibile.
Il finale è libero, perchè il mio non è un indovinello; ma il racconto che precede il finale no!
***
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***
Un saluto! :)
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#1635
Racconti Inediti / Re: Il delitto del "caveau".
01 Giugno 2023, 17:59:35 PM
Ciao Bobmax
Tieni sempre presente che tutti i miei riferimenti riguardavano la "notte del delitto" e non e non l'intero "mese" o l'intero "anno" in corso:
Per cui, in ordine alle tue -pur acute- osservazioni, rilevo quanto segue:
.
1)
Io avevo scritto che "La chiave elettronica di Bellmer ha un "chip" interno con una memoria inalterabile, dalla quale risulta che, <<quella notte>>, lui l'ha usata una volta sola per aprire il portellone, e non due"; ma non non ho affatto scritto che <<nelle notti e nei giorni precedenti>> la memoria del "chip" non memorizzava le aperture.
Le memorizzava sempre, fino a saturazione del suo disco fisso (3 anni circa).
Per cui, se il vicedirettore, in assenza di altri funzionari, avesse aperto il "caveau", senza una "ragione ufficiale"  uno, due, o anche tre giorni prima (per introdurre il suo complice), la cosa sarebbe stata rilevata e controllata dalla polizia nell'esaminare il "chip" di memoria; ma non è risultato niente del genere, altrimenti, la polizia ne avrebbe tenuto conto, magari facendo la tua stessa ipotesi.
Ed io lo avrei riferito.
.
2)
Inoltre, come avevo scritto: "Quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; e, quella notte, sono stati memorizzati solo due "codici" di apertura: prima quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bellmer, e poi quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bauer."
Ma non non ho affatto scritto che <<nelle notti e nei giorni precedenti>> la "scatola nera" non registrava gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; li registrava sempre, fino a saturazione del suo disco fisso (5 anni circa).
Per cui, se il vicedirettore, in assenza di altri funzionari, avesse aperto il "caveau", senza una "ragione ufficiale",  uno, due, o anche tre giorni prima (per introdurre il suo complice), la cosa sarebbe stata rilevata e controllata dalla polizia nell'esaminare la "scatola nera" del portellone; ma non è risultato niente del genere, altrimenti, la polizia ne avrebbe tenuto conto facendo la tua stessa ipotesi, ed io lo avrei riferito.
.
3)
Infine, comunque, stando alla tua ipotesi alternativa, Bellmer "non aveva alcun motivo" di entrare anche lui nel "caveau", ma avrebbe ovviamente atteso che il complice uscisse con il diamante; per cui non sarebbe mai stato trovato ucciso vicino al piedistallo, bensì nell'"androne" fuori del "caveau", dal suo complice in fuga.
.
4)
Infine, tu scrivi: "Scatta l'allarme. Il vicedirettore apre con la chiave ed entra. Il complice lo uccide in prossimità del piedistallo. Poi se ne esce e toglie la corrente, il portellone si chiude, e poi rimette la corrente."
Però non consideri quanto segue:
a)
Innanzittutto il complice non poteva sapere che, togliendo la corrente, il portellone si sarebbe richiuso automaticamente; nè Bellmer aveva alcuna ragione di renderlo edotto della cosa, non essendo tale informazione necessaria per l'effettuazione del loro piano originario.
b)
Anche se -per pura ipotesi- il complice lo avesse saputo, perchè mai avrebbe dovuto far richiudere automaticamente il portellone togliendo la corrente elettrica?
Ed infatti non aveva alcun motivo di fare una cosa del genere; ormai si era impossessato del gioiello e l'unica cosa che poteva interessarlo era di squagliarsela il prima possibile, lasciando il portellone aperto così com'era.
c)
Infine, anche se gli fosse venuto il "ghiribizzo" di far richiudere automaticamente il portellone togliendo la corrente elettrica (cosa che non poteva sapere), perchè mai, poi, avrebbe dovuto reinserirla?
Per evitare che Bauer facesse la fatica di riattivare lui la corrente, per poter aprire il portellone?
Non ha molto senso!
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Secondo me, quindi, soprattutto i punti 3) e 4), rendono davvero difficile considerare molto plausibile la tua ipotesi alternativa; che, comunque, ritengo decisamente migliore della prima, e, comunque, molto acuta, argomentata e intelligente.
Per cui mi dispiace, ma non abbasserò il tuo voto; un bel 9 tondo te lo meriti senz'altro.
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Un saluto, e, per adesso, buonanotte (vado a cena fuori) :)
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P.S.
Comunque grazie per forzarmi ad esercitare le mie arrugginite meningi; ne hanno proprio bisogno! ;)
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