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Messaggi - green demetr

#1621
Perchè Nietzche è il mio maestro?


Perchè non lo raggiungo mai, perchè nonostante mi sforzi poi non riesco ad agire, e non agendo, non posso capirlo fino in fondo, posso solo pretendere di capirlo, ma chi non agisce poi non capisce.

Detto di questa trave nell'occhio possiamo procedere, ogni aforisma è un macigno, e ogni macigno forma una montagna da dover sollevare.
Non è facile perchè richiede una forza intellettuale impari.
Sinceramente a parte me, non vedo nessuno che abbia anche solo cominciato a capire di che cavolo parla il nostro.

Tanto vale lasciarne un segno. Una traccia.

Bene rileggiamolo insieme!!! forse lo capisco, forse lo capisco. >:(
#1622
Perchè Hegel e non Kant.
Questo domande che ci facevamo al bar dell'università di Milano, fra gli sguardi increduli delle bariste.
Ma come non ripetono la lezioncina, come facevano alla tavolata poco distante da noi 2?
Eravamo in 5 siamo rimasti in 2.
Ora sono rimasto solo soletto. Come al solito.
Hegel si, Kant no.
Kant molto bene, ma no.

Il fatto è che l'imperativo categorico, mi pare proprio un cascame del più ampio problema del suo carattere ossessivo.

Hegel sì, perchè sebbene lo critichi, è comunque sulla scia di Kant.
Certo chiama Ragione quello che Kant chiama intelletto, e chiama Intelletto quello che Kant chiama ragione.

Sinceramente sono d'accordo con Hegel, la ratio, come dice la radice latina, è la capacitò di divisione, una qualità più che una sostanza dell'uomo.
Ma a bocce ferme, stanno dicendo la stessa cosa.
Ossia che la qualità fondamentale dell'essere uomini è proprio il fatto di venire da categorie apriori.
E che la Ragione o l'Intelletto sono la parte fondante e fondamentale dell'essere filosofi, essere filosofi che è una questione morale naturalmente.
Noi non siamo filosofi, noi lo diventiamo, cosi raccontava la sfinge ai suoi ricercatori.
Ma la sfinge va comprensa non guardata. Non ci si guarda allo specchio, se no, si finisce impietriti, e si diventa dei somari e non dei filosofi.
Così non si guarda in volto la Sfinge, la si comprende.
E così è il domandare, il domandare va domandato.
La biblioteca non serve a niente se non la si domanda.
Credere ciecamente nella biblioteca è rimanere impietriti dalla sfinge.
E il domandare che si domanda, richiede il pensiero che si pensa.
E il pensiero pensante è la FILOSOFIA. Pensiero di pensiero.
Pensiero al quadrato.

La fenomenologia è il massimo prolegomena a questo pensante.
(mi pare) Io non l'ho mai letta (tutta).

Leggiamola insieme!!  8)
#1623
al lavoro!


E dunque la bibbia che inizia con la lettera B, è la lettera che indica il figlio che noi siamo, BA.

Bereshit Bara, così inizia e c'è già tanto ma proprio tanto da dire.

Poichè Ba è il figlio, cosa ne è del padre?

Il padre celeste, che sta nei cieli è nella lettera A.

Ab significa padre.

Infatti non è bereshit, bensì (a)bereshit.

Per ricordarselo gli ebrei fanno iniziare la genesi, che in ebraico si chiama bereshit, ossia la saggezza (con la genesi non c'entra assolutamente un beneamato niente) con il numero 2.

Che ne è della pagina numero 1?
Se cominciamo a capire è dentro la lettera A, che non compare a sua volta nel manoscritto.

Nella prima pagina vi è scritto già tutto quello che c'è da sapere su Dio.

Ossia niente. O meglio se cominciamo a capire, c'è scritto proprio la lettera A.

Dunque DIO è A.

Ossia noi lo comprendiamo a partire da B quale noi siamo, cioè figli.

E cioè A lo comprendiamo solo come AB

cioè la A che non c'è la comprendiamo solo a partire da noi stessi, ossia come B.

Infatti BA vuol dire figlio.
e Ba che medita sull'assenza di A, chiama A, AB ossia padre.

Ancora meglio, come AVO.
Infatti arriva anche in italiano (a)B
Diventa avi, ossia sta scritto.
"I nostri avi raccontanto che"
anche con
"i nosti padri raccontano che"

Ab è la relazione fondamentale che regola la morale dell'amore.
Il rispetto del figlio verso il figlio che veniva prima di lui, ossia la tradizione, ossia la storia.

La bibbia inizia subito con qualcosa che rompe con la visione estatica dei popoli precedenti ad essa.

La bibbia comincia con la parola Storia, LA STORIA DEI NOSTRI AVI, LA STORIA DEI NOSTRI NONNI.

E in particolare la STORIA si racconta, ha un nome.

E questo nome è anche la sua massima aspirazione.

Che la storia sia ricordata!!!!

Questo sta scritto nella prima parola della bibbia.
la lettera B.
Ma la lettera B sta al talmud (il libro per il popolo), come  la parola che lo contraddistingue come esigenza morale.
Ossia benedizione.
La lettera B è  anche la lettera del BENE.
Che cosa è bene? fare gloria a DIO.
Ossia ricordare ai nostri figli della nostra storia!
Ossia ricorda o figlio che DIO è nascosto, e che noi siamo i suoi depositari.
La storia di Dio, è la storia degli uomini.
B sta per parola benedetta. La parola benedetta è DIO.
Ma la parola che dice del BENE, è la parola che non sa a cosa si riferisce.
Il bene è dunque sconosciuto.
E noi conosciamo solo le nostra azioni che si conformano al dettato non pronuncerai parola su di ME, DIO TUO, PADRE TUO.

Il fantasma del padre, è DIO.
Cosi ragiona Freud, e così si spiega l'intera nostra esistenza.
Infatti passiamo la vita a vendicare il nome di DIO.
Quando la profezia diceva esattamente il contrario.
Il fantasma del padre, dalla Bibbia ad Amleto, passando per Edipo.
E' la tanatologia, è satana, è il simbolico.
Obbedire alla legge di un padre che non esiste.

Per questo il padre si è nascosto.
Senza padre, nessun fantasma.

Come diceva Carmelo Bene, uno che aveva capito, nessuno è padre a nessuno.

La parola esiste solo come figlio di DIO.

La parola da ascoltare non è quella del fantasma ma quello dell'assenza del fantasma, dell'assenza della paura.

E' la parola della verità è quella della comunità degli amici.

Ossia la comunità dei figli.

Dei ricercatori spirituali, dei ricercatori del senso dell'assenza di D-o.

Questo senso è DIO, ossia è il BENE.

E dove porta questo senso della vita, della nostra vita?

Ce lo dice la BIBBIA naturalmente.

così sta scritto: " in verità vi dico che gli dei sono morti e che il viaggio verso la salvezza è iniziato, così i maledetti, gli uomini, così i benedetti, ossia gli angeli"

Questa salvezza in ebraico ha un nome si chiama ISRAEL.
Israele è la comunità dei ricercatori della salvezza.

Ossia è la comunità dei ricercatori spirituali, di chi fa uno sforzo per comprendere il peso della frase "DIO è morto!"
Ossia è il pensiero comunitario, se volete è gesù.

La comprensione reciproca è il presupposto morale, per cui la salvezza verrà a darsi.

Questo è dato per motivi storici, dalle continue guerre a cui le tribù del mediterraneo venivano sottoposte da parte degli imperi da babilonia fino a roma, e ad oltranza ancora oggi dall'Egitto, dall'arabia, per non parlare della questione drammatica della questione palestinese, ossia delle guerre interne fra le tribù fin dall'antichità.

In questo senso Israele è necessariamente l'alleanza fra le tribù.
Le 12 tribù poi diventate sette.

Come dice lo zohar in ouverture, israele è il calice della rosa.

Ossia è ciò che permette la rosa, ossia la ricerca spirituale.

Vi è nella bibbia una forte consapevolezza, delle forze telluriche della guerra, e delle sue conseguenze terribili, ossia la maledizione degli uomini, il seguire il male piuttosto che il bene.

Inseguire gli Dei piuttosto che il bene.

Ascoltare gli dei (il vitello d'oro) e non gli avi, che hanno sperimentato la maledizione della guerra.

Senza pace, niente ricerca.

Shalom è il saluto propizio per la futura Israele.

La bibbia non è per niente facile, perchè parla della maledizione, piuttosto che della benedizione.

Ma la benedizione è proprio la capacità di parlare della maledizione.

La parola, la storia e i suoi insegnamenti, sono l'unica etica richiesta.

La B iniziale, contiene già tutto questo.

Il figlio si occupa dei futuri figli, egli insomma impare ad essere un buon padre.

Una intera nazione si dedica a questo, eppure la maledizione permane.

Questo è solo per dire come il viaggio sia ancor lungo e di come e di quanto dobbiamo imparare da coloro che più di tutti si sono posti il problema di questa doppia relazione, di questo doppio legame.

E per chi pensa a DIO senza gli uomini, e per chi pensa gli uomini senza DIO, vi è solo maledizione.

Direi che questo è il significato del corno isrele, lo shofar, indica SVEGLIATI ISRAELE.

Dobbiamo svegliarci tutti e anche alla svelta.

O forse la profezia indica proprio il sonno a cui la maledizione ci ha già condannati tutti.

E infatti prima o poi moriremo tutti.

Lo sentite anche voi il rintocco della campana?


Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli.

(g.ungaretti)


Ognuno sta solo sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

(quasimodo)


Chi, s'io gridassi, mi udrebbe
dalle celesti gerarchie degli Angeli?
E se, d'un tratto, un Angelo
contro il suo cuore mi stringesse, certo
io svanirei di quella forza immensa
in Lui racchiusa.
Ché il Bello è solamente
la prima nota del Tremendo. E dato
di sostenerlo e di ammirarlo è a noi,
solo perché non cura di annientarci.
... E gli Angeli appartengono al Tremendo.
Per ciò, io mi raffreno e chiudo in gola
l'appello di un singhiozzo tenebroso.
A chi, gridar soccorso? Non agli Angeli.
Agli uomini? Neppure. E gli animali
sagacemente fiutano
che perigliosa a noi scorre la vita
in questo mondo d'inventati sensi.
Un albero ci resta, sul pendío,
da rivedere in ogni giorno. E resta
anche la strada che facemmo ieri:
la fedeltà viziata a un'abitudine,
che si compiacque d'indugiar fra noi;
e rimaneva; e non se n'è partita.
E la notte, la notte, allor che il vento,
tutto ricolmo dei siderei spazii,
il vólto ci consuma, oh non attende
ella, anelata, i cuori solitarii;
e li delude, poi, soavemente?
Forse, agli Amanti è piú benigna e lieve!
Ahimè! Non fanno che celarsi – stretti –
a vicenda, il destino...
E ancóra non lo sai? Via dalle braccia,
scaglia il tuo vuoto. Aggiungilo agli spazii
che respiriamo... E avvertiran gli uccelli
il dilatato ètere d'attorno
con piú gioioso volo.

   È vero, sí... Le primavere, al mondo,
avean sete di te. Talune stelle
si struggevan, lassú, che tu le udissi.
E t'investiva, a volte,
un'onda dall'ocèano del Remoto;
e, se passavi, dal balcone schiuso
un violino abbandonava tutte
le sue musiche a te.
Questa, la tua missione. E, per adempierla,
ti bastavan le forze? O non piuttosto
era un orgasmo in te, come se tutto
ti annunziasse un'amante?
E dove, in te, sarebbe stato spazio
per ospitarla,
in questo eterno pullularti dentro
di estranee immense idee,
che vengono e rivanno;
ed anche a notte, hanno dimora in te?
Ma canta, se la nostalgia ti accora,
canta le Amanti.
Ché, lungi ancor dall'essere immortale,
è il loro molto celebrato ardore.
Cantale, sí, le tristi Abbandonate,
che tu sempre invidiavi: e ti pareano
tanto amorose piú, di quelle altre
dal ricambiato amore.
E di cantarle, non cessare! Innova
la non mai colma lode!
Pensa: l'Eroe non è compiuto mai
d'essere al mondo.
Anche la morte, è a lui
pretesto per rivivere immortale
dopo l'estrema nascita.
Ma la Natura dentro il grembo esausto
riprende in sé le Amanti abbandonate,
come se non avesse piú la forza
di dar vita al prodigio un'altra volta.
Hai tu già sciolto un adeguato canto
alla memoria di Gaspara Stampa,
perché, deserta dall'amato, adesso,
una fanciulla, estatica all'esempio,
dentro si strugga di adeguarsi a lei?
Non debbono recare anche piú frutti,
queste pene defunte, a noi viventi?
Non è venuto il tempo,
che, amando, noi si giunga a liberarci
dell'adorato oggetto, in un fremente
impeto di vittoria,
come la freccia che, raccolta e tesa
entro il suo scocco, supera la corda?
Inerzia, è nulla. E solo il Moto, è tutto.

   Voci! Voci!... Mio cuore, e tu pervieni
ad ascoltare, come i Santi solo
sanno ascoltare.
L'immenso appello li scagliava in alto;
ma rimanean con le ginocchia a terra:
irreali impassibili profondi;
ed eran solo in quell'ascolto solo.
... Alla voce di Dio, non reggeresti.
Ma il soffio ascolta del messaggio eterno,
che si crea dal silenzio: e che ti giunge
da quei morti precoci.
Oh sempre che varcasti, a Roma o a Napoli,
la soglia di una chiesa, non parlava
un placido linguaggio, a te, quel loro
funereo destino?
O iscritto in una stele, ti si ergeva
innanzi, come là sovra la lapide
apparsa in te, Santa Maria Formosa.
Che vogliono da me? Ch'io con leggiero
tócco dissolva la parvenza ingiusta
di quella sorte, che talvolta ancóra
il loro etèreo moto un poco attarda?

   È strano, certo,
non abitare piú su questa terra;
non compier piú le usanze apprese appena;
né piú legare il senso
del divenire umano
alle rose e alle cose, onde ciascuna
aveva una sua voce di promessa;
non esser piú ciò ch'eravamo chiusi
nell'infinita angoscia delle mani;
e abbandonar finanche il proprio nome
come un balocco infranto.
È strano, certo,
non piú desiderare desiderii
desiderati tanto;
veder questa compagine, disciolta,
volitare per spazii sterminati...
Essere morti, è una fatica dura.
Un ímprobo ricupero di forze,
per avvertire un po' d'eternità.
Ma i vivi, tutti aberrano, − segnando
troppo profondo il solco fra i due Regni.
Gli Angeli (è fama...) ignorano talvolta
se vanno fra i viventi o i trapassati.
Ogni progenie, la fiumana eterna
travolge via con sé per ambo i Regni;
e, con lo scroscio suo,
ne sommerge il clamore in questo o in quello.

   Ma non hanno di noi bisogno piú
quei morti d'una morte prematura...
Placidamente,
ci si divezza dalla terra: come
ci si divezza dal materno seno,
quando sia l'ora.
Ma noi viventi, noi, che ci nutriamo
di tanti inesauribili misteri;
e a cui sovente, su da un lutto, balza
il progredir beato;
potremmo, noi, senza quei morti, esistere?
Non è leggenda vana,
che un dí si ardimentò la prima Musica
a penetrar dentro la dura pietra
nel compianto di Lino; e che per entro
quello spazio atterrito, ormai deserto
dal Semidio precocemente estinto,
l'ètere scosso, per la prima volta,
oscillava nel palpito di suono,
che ancóra ci travolge e ci consola.

Rainer Maria Rilke

(Traduzione di Vincenzo Errante)

da "Elegie di Duino (1922)" in "Rainer Maria Rilke, Liriche scelte e tradotte da Vincenzo Errante", Sansoni, 1941
#1624
In risposta

Qua non si tratta di affermare o meno l'esistenza di Dio.

Tanto quale sia la relazione che interpassa tra l'uomo e D-o.

Agostino e Girolamo credono in una visione simbolica e pertanto mortale della Parola.
Tommaso mi confonde, da amici mi pare che intendesse l'ulteriorità dell' "esistenza di Dio", ma per quel (molto poco) che ho letto, mi pare sia un ontologo, e anche piuttosto noioso.
Il suo simbolismo è addirittura un imperativo fastidiosissimo.
S.Bernardo mi sarebbe piaciuto approfondirlo, sopratutto nella sua dimensione gnostica nemmeno troppo celata. Ma anche la gnosi dovrebbe, prima o poi, confrontarsi con le sua tanatologia esasperata.
Ekhart ragionava sul silenzio di Dio, quindi era molto vicino al cambio di paradigma Dio con D-o, purtroppo quel poco che ho letto mi ha confermato che la sua pretesa teologia negativa è invece una teologia con tutte le sue problematiche e contraddizioni che valgono anche per quelli sopradetti (come può un uomo essere Dio? come può Dio creare dal niente? etc...)
Taulero e da Kempis(mai sentito prima) mi mancano.
Bohme richiederebbe una lettura importante in quanto sta alle spalle del pensiero Hegeliano, e quindi ci dovrebbero essere degli elementi essenziali su D-o.
Per gli stralci che ho letto, non mi sembra però.
Swedemborg lo adoro, adoro la pazzia, il delirio, in quanto non penso sia mai veramente tali, sopratutto se riguardano la letterarietà, qua rappresentata dal suo massimo esponente.
Mi sarebbe piaciuto, ma non l'ho mai letto, se non l'ouverture del suo Inferno, poema criptico e che avrebbe richiesto la mia intelligenza in modo totale.
Io credo che lui intenda benissimo quello di cui si andrà a parlare (nelle intenzioni).
Lorber e company, intendo tutte quelle correnti che partono dalla rivelazione di una sola persona, a me paiono scrittura automatica, nessuna interpolazione intellettuale, e perciò, se mai avessero un senso, e molto spesso non ce l'hanno (puro moralismo estremizzato dal complesso edipico non risolto), dovrebbero essere riletti facendo noi da interpolazione (ma nella gnosi l'interpolazione non è ammessa, perciò chissenefrega credessero quello che vogliono).


Per quanto riguarda la filosofia, perennemente chiamata in causa da tutti, solo per farne un esercizio di critica, quando è solo buffonaggine, lasciamola stare.
Inoltre la filosofia, se fatta bene, tratta proprio di queste stesse cose, Agostino e Tommaso erano infatti filosofi.

La Voce che si ascolta, è esattamente Dio, non Dio, ma la Voce.
Non DIO che parla, ma la stessa VOCE.

Ossia la parola di DiO (di CRISTO, di SWEDEMBORG etc)
Ossia la PAROLA di dio.
Ossia D-o.
Dire Dio e dire la parola è la stessa medesima cosa.

Il punto è che il pensiero giudaico va molto oltre tutto ciò, in quanto non è il rapporto tra io e d-o, ossia sulla relazione tra la mia parola e la "sua", ovvero dell'eterna contraddizione tra ciò che dico e ciò che sento.
Va ben oltre, perchè questa contraddizione interna al soggetto che noi siamo, va poi messa in relazione alla contradizione che l'altro è (esattamente come per ciascuno).
E sopratutto al destino che l'altro inferisce rispetto a ciò che noi siamo. Ossia al fatto che l'altro è la parte della mia parola che vuole impedirmi di parlare.
Ossia che la contraddizione dell'altro, è interiorizzata come mia parola dell'ALTRO.
Ossia come paura dell'altro (e delle sue contraddizioni).
Ossia la paura che l'altro mi tolga la parola.
Ma poichè la mia paura dell'altro ce l'ha anche l'altro, allora le nostre paure, mia e del mio prossimo, diventano una paura presupposta, e pre-esistente alle nostre parole, di noi bambini del futuro.
Ossia diventa ALTRO rispetto all'altro che impedisce la parola e che contraddice la parola che viene suggerita dalla voce dell'unico vero altro, ossia della verità, che l'altro non è nient'altro della voce che sento, e che da sempre è contraddetta dalle paure complessive di ciascuno di noi.
E poichè noi parliamo costantemente di altro rispetto a D-o, ecco che nasce l'esigenza di una saggezza, che tenti di parlare di D-o senza mai più contraddirsi.
Senza cioè cadere nelle mani della PAURA collettiva, dei totem e dei tabù, che noi chiamiamo per comodità DIO.

Ma DIO non esiste in quanto paura, la verità risiede altrove.

Richiede un salto di qualità del discorso, da propositivo ad allegorico.

Ecco che il libro dei libri è tutto ciò-

E per questo che in ouverture sta scritto:

Gli dei sono morti (si sono allontanati).

Bizzarro che la traduzione dell'orrore cristiano traduca:

Dio creò (??????????????????)

Un errore di dimensioni ciclopiche un top-down clamoroso.

Ma andremo con ordine più in là (tanto è da un anno che sono fermo sui due abissi di cui più tardi parleremo, ah si la versione cei dice altro, ma ricordiamoci che io sto parlando letterariarmente, non letteralmente come il fedele è invece tenuto a fare, o non fare, visto che il papa ha detto che la bibbia non conta niente, conta solo il vangelo, perciò lasciatemi in pace, grazie).

La dimensione dell'ascolto della verità, ossia di stessi è la stessa che coinvolge la filosofia più alta, quella metafisica, fin dalle sue origini greche.

Ma la differenza tra la Grecia e l'area semitica, è di quelle epocali.

La filosofia e il suo linguaggio, non potevano nascere nell'asia minore.

Il motivo sebbene semplice è di quelli che cambiano completamente il nostro modo di pensare (o almeno dovrebbero).

Il linguaggio greco per esprimere un oggetto usava una e una sola parola. La scienza che è l'esito di questo sforzo di sottrazione greco dalla approssimazione semitica va inteso a fondo.

In realtà quella che per il greco doveva apparire approssimazione era invece il suo tesoro più nascosto.

Infatti in quell'area, un oggetto non va inteso con una sola parola, ma con l'intero mondo di oggetti ad esso irrelato.

E dunque se Ba è figlio, Ab è il padre.

La relazione fondamentale del pensiero semitico, ossia quella patriarcale, è legata al pensiero profondo che si riflette nel senso delle sue lettere per indicare quel mondo.

In italiano padre e figlio sono totalmente irrelati come parole.

La lingua ebraica è il testamento più alto a cui una civiltà sia arrivata, infatti è il progressivo arricchimento delle relazioni che compongono il mondo delle cose spirituali, ossia dei legami tra me e te.

Cosa ci unisce? quale teoria, somma di oggetti ci rendono tali da poter credere uno nell'altro.

La bibbia è questo testamento di altissimo amore.

Una cosa che nasce dal popolo ebraico, che si scopre debitore verso tutte le popolazioni del mondo.

In quanto esso nasce dalla progressiva comprensione dei popoli mediterranei, semitici e financo indiani.

Dalla comprensione del loro alfabeto, e dal significato delle radici.
Le radici della parola sono tutto.
Ogni filosofo lo sa, o dovrebbe saperlo.
Tanto più ogni ricercatore spirituale.

La bibbia è quel tesoro inarrivabile per tensione spirituale, a cui ognuno di noi è tenuto a stare alla sua altezza di visione.

E' per questo che il cristianesimo come diceva Nietzche è l'orrore al suo stato massimo.

Nietzche alla fine della sua esperienza intellettuale, troppo tardi anche per lui, (come per me) capì l'altezza a cui si poneva quell'opera.

Naturalmente Nietzche essendo a quelle altezze dello spirito, ancora oggi ineguagliate, poteva benissimo vedere le vallate più splendide.

Deve essere stato meraviglioso contemplare quella vallata di amore e comprensione che è la bibbia.

Vederlo nel suo dispiegamento più alto, e non verso il basso, come ahimè il popolino degenerato continua a fare.

La Bibbia va intesa nel suo senso letterario. Più in alto siamo e più chiaramente intendiamo a quali ulteriori altezze quel pensiero era arrivato.

Nel pensiero occidentale, la cabala è stato quello strumento che ha portato tanti intellettuali a intravedere la grandezza di tale pensiero.

Perennemente offuscato nella sua gloria dai potenti di tutto il mondo.
#1625
Citazione di: Ipazia il 21 Novembre 2021, 11:32:06 AM
Per chi ha già dato. Largo ad intelligenze ed energie giovani. Saranno mica tutti gretini ?!?


:D :D


Nel frattempo mi sento già catacombato. Spero per i giovanastri del futuro.


Credo che la guerra informatica sia già iniziata da tempo, non trovi?


Va bene le mie energie si sono sciolte al vento, lascio ai posteri la prosecuzione del 3d.


Evidentemente più che 3d vita natural durante, era energia natural durante...ed ero già in riserva  :D


sorry guys





#1626
@bobmax


certamente se dio esistesse, allora sarebbe semplice e pura essenza.


Ma dio non esiste, questo è il pensiero rivoluzionario giudaico.


D'altronde se dio fosse pura essenza come farebbe a darci la tavola delle leggi?
E come faremmo a parlare di Dio se Dio fosse solo essenza?
E' chiaro che Dio esiste in quanto sta nel regno dei cieli come gesù ha detto al popolino.


Ma qui non si tratta di fare filosofia, Il logos è pensiero pensante, pura esistenza della pura essenza, pensiero di pensiero.
Nè di fare catechismo, rispetta la madre e il padre rispetta il prossimo etc...etc...


Qua si tratta di capire la rivoluzione e i segreti per raggiungere la santità ossia la saggezza.

#1627
Tematiche Spirituali / Yogananda sì o no?
16 Novembre 2021, 04:16:27 AM
A proposito dei Guna, la lettura di Patanjali è obbligatoria, se no, non si capisce nulla dello yoga.


Allora era difficile poterne usurfruire, in realtà esiste la traduzione italiana molto ostica, consiglio di leggere i libri del mio maestro carlo patrian, che ne effettua una lettura a prova di popolano, molto chiaro e sintetico a che mi ricordo.


Patanjali è obbligatorio, serve veramente un aiuto nelle traduzioni, purtroppo con sanscritto se la cavano pochi.


Sinceramente è da decenni che non lo prendo più in mano. Chissà a che punto siamo con la situazione.


per dire che quando parlano di energia e cose sottili si rifanno al mondo indiano di patanjali, tutti ma proprio tutti.





#1628
Tematiche Spirituali / Yogananda sì o no?
16 Novembre 2021, 04:07:47 AM
Delle cose che ha fatto in vita non consone, non ne ho sentito mai parlare.


Forse si riferiscono a quando ha impedito di morire ad una giovane donna, fin quando lei ha supplicato il maestro di lasciarla andare via, solo allora yogananda capi di aver fatto un errore.
Una volta che Dio ha scelto che dobbiamo morire, se qualcuno con la forza dell'amore cosmico, tarda la sua dipartita, rende quell'anima sommamente infelice, perchè questo mondo non appartiene più a lei, e dunque il soggetto è infelice sommamente.


l'unico errore di yogananda è stato un eccesso di amore. ???




se sai qualcosa dimmelo pure, leggo ancora di lui nonostante tutto.
#1629
Tematiche Spirituali / Yogananda sì o no?
16 Novembre 2021, 03:58:55 AM
Ciao io sono stato un discepolo devoto del maestro dagli 8 ai 16 anni, anno in cui scopro disgraziatamente la filosofia occidentale.


Nei momenti bui mi rivolgo sempre a lui.


L'autobiografia era stata affidata a yogananda, dal suo maestro veggente, fin dalla nascita yogananda sapeva che sarebbe stato colui che avrebbe unito i 2 mondi, quello occidentale e quello orientale.


Il suo destino già fissato dagli astri, si è poi puntualmente verificato, l'autobiografia è servita come traino per quel tempo.


Oggi naturalmente ha fatto il suo tempo.


Rimane fra i libri più letti al mondo, letto da miserabili come il fondatore di apple, che ha ridotto alla schiavitù migliaia di messicani per i suoi tornaconti schifosi, e che però lo ha fornito dotato del libro di yogananda a gratis nel suo coso tablet.
Oggi lo hanno tolto, il messicano caso mai lo legga.


Io NON l'ho letto, ho letto i suoi libricini azzurri sulla meditazione, e la guarigione scientifica.
Sopratutto ho letto l'eterna ricerca dell'uomo. Oggi quello non lo riesco più a leggere.
I libricini azzurri invece sono ancora oggi la cosa più preziosa della mia vita.


Non ti abbattere se dunque non apprezzi la autobiografia, essa era nata per introdurre lo yoga in occidente. Dunque il suo valore spirituale è stato ampiamente superato.
Oggi tutti sanno cosa è lo Yoga.


Lui riteneva che sarebbe rimasto il suo libro su gesù.


In vita non era un avatar ma al momento della morte è entrato nella benedizione cosmica.


Meditare su di lui, significa richiamare la sua presenza astrale, per lungo tempo mi ha accompagnato, fino ai miei vent'anni dove ho ceduto sulla vita materiale.


Ananda l'ho conosciuto solo dopo.


Praticamente era l'uomo a suo dire dietro i libricini azzurri che sono un concentrato sublime di poesia. Infatti come ti dicevo solo quelli io leggo.
Dunque Ananda capisce l'importanza della poesia, a scapito della SFR, che invece si concentra sull'insegnamento.


Ananda lamenta che Yogananda abbia sbagliato a dare testamento della sua memoria non a lui, che meglio lo aveva capito ma alla donna a capo della SFR.


La SFR è arrivata a Milano, ho avuto modo di visionare il capo spirituale di SFR.


Sono d'accordo con Yogananda, il quale evidentemente capiva, che nel futuro, cioè oggi, ci sarebbe stato bisogno di un anima non tanto abile intellettualmente ma quanto nel raccogliere i cuori della gente.
Yogananda sapeva benissimo che la sua eredità si sarebbe divisa fra cultori, e per evitare guai ha scelto la via del cuore.


Ananda dunque sbaglia, a mio parere, ma non è certo in questione la sua illuminazione, che sprigiona dalla sua attitudine luminosa al mondo.


Però Yogananda sapeva che sarebbe venuto il male, e  probabilmente sia Ananada che San Francesco, forse non bastano più neppure in un posto santo come Assisi.


Avendo Yogananda dato capo della comunità non Assisi, ma di nuovo Benares e l'India.


Come sappiamo il male sta attaccando con tutti i mezzi possibili l'INDIA, noi dobbiamo pregare affinchè la SFR non CADA.


Così è il compito etico affidato dal SANTO.


Personalmente l'eredità di Yogananda ossia questo specie di ibrido fra IL CRISTO e YOGANANDA, messi alla stessa stregua, dubito che mai attaccherà in ITALIA.


D'altronde la battaglia sta avvenendo nei cieli, mentre noi stiamo solo qua a fare danni, e a dare potere ai demoni, i devas, che sono ghiotti delle indiane e della loro bellezza cosmica.


Questo per dare un pò i contorni molto esoterici della dottrina di yogananda.


Ora mi pare che il tuo dubbio fosse relativo agli insegnamenti di yogananda, li trovi in inglese, nella loro interezza, circa 5000 pagine  ???


Yogananda ha impostato un percorso interno per raggiungere il livello di maestro.
Si impone soprattutto una ferrea disciplina dei sensi, almeno nei primi passi.
Una volta ottenuta, ossia una volta spalancate le porte del silenzio, cosa che a me era risultata estremamente facile, ma oggi non saprei, però deve essere l'effetto del karma, agendo nel mondo ho perso i cancelli del silenzio.
Una volta fatto silenzio nel tuo cervello, è ora di raggiungere il mare della beatitudine.
Percorso di difficoltà estrema, a cui non penso i maestri siano MAI arrivati, ma facciamo finta di niente, diciamo che ognuno fa quel che può che sia ANANDA o la LADY.
Diciamo che ti posso accompagnare fino al quinto livello, ossia la meditazione profonda.
Non sono mai riuscito però a superare il muro dei 15 minuti, e di norma si attestava agli 8 minuti.
Per ottenere il sesto grado, come minimo bisogna arrivare ad un ora, per poi manipolare i guna di energia per entrare negli oltremondi, e per uscire da essi, ogni oltremondo è abitato da demoni, quindi serve una guida spirituale, morto yogananda, non esistono più guide.Esistono gente che dice di essere la guida, che dicono che è yogananda che li ha mandanti...tutte balle spaziali.


No i veri maestri sono solo a Benares, se hai i soldi potresti provare a vedere se quelli sono veri, ma visti i costi, forse non ne vale la pena.


Direi invece di stare ai dettami di Yogananda, innanzitutto fare la pulizia del fisico e mentale  tutti i giorni, chiedersi prima di andare a dormire, tutte le sere, se quello che hai fatto durante il giorno corrisponde a verità e giustizia.(una volta annotati tutti i propri errori andare a dormire, ed effettuare la pulizia del corpo e della mente tutte le mattine dopo) Saltare un giorno equivale ad un disastro in più a livello planetario.
Yogananda consigliava la posizione del sole, io usava quella dell'albero, vedi un po quale funziona meglio per te.


Effettuata la toilette quotidiana (mentale e fisica) si poteva poi tornare ai propri lavori e o studi.


Ma interessante è invece la premonizione che l'occidente avrebbe fallito, e che l'unica arma contro il male sarebbe stata quella della preghiera.


Che sia rivolta a Gesù o a lui è la medesima cosa, in quanto entrambi esseri spiritici.


La filosofia dell'occidente oggi è la bhakti, io eseguo quando posso, ossia quando le forze mi mancano, l'hare krsna.
In teoria andrebbe ogni giorno fatta.
Ammetto di non farlo.




Ora la LADY è lo strumento più alto con cui farlo. E' venuta a Milano a battezzare il santuario, ma la sua presenza cosmica, è infinitamente superiore, a quella dei preti messi li in sua vece, bensi con la sua benedizione.




Dunque se il tuo intento è più spirituale ti consiglio di pregare a milano seguendo, se invece è meramente pratico, assisi va più che bene, d'altronde puoi chiedere a san francesco di aiutare il bene anche dalle chiese che ci sono li.


Ananda essendo più intellettuale è una garanzia dei metodi usati in preghiera e meditazione.
Forse era più semplice la domanda ;)




con devozione ciao!




PS


certo è triste vedere come gli eredi litighino su cose materiali, e non pensino invece all'obiettivo comune....ma va bè siamo uomini.


se ha scelto la LADY è per via del suo cuore cosmico.
In ananda vedo la luce, ma non vedo il cuore cosmico.
Nella Lady non vedo la luce, ma vedo il cuore cosmico.


E a questo tempo serve il cuore cosmico piu che mai! Ananda non si avvilisca e continui nella strada che meglio lo contraddistingue.
Le vie del signore sono infinite e infinite è la sua grazia.



#1630
Si come la definiva Hume.


Oggi si usano le categorie di Kant, ossia lo spazio indicizza, poi perfezionato da Cartesio, xyz, l'oggetto che cosi diventa una operazione matematica.


Aggiungiamo il tempo, ed ecco che emerge il moto continuo, l'unità di misura della direzione delle forze.


Discontinue o meno, è solo una operazione matematica.


Quindi io concordo con Hume io so di essere io solo perchè quello davanti a me dopo se ne va, e  a volte ritorna.


Hume aveva un sacco di intuizioni geniali sulla percezione. Quanto mi manca!
#1631
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
16 Novembre 2021, 02:52:49 AM
Citazione di: Kobayashi il 15 Novembre 2021, 10:41:24 AM
Citazione di: Alexander il 15 Novembre 2021, 09:16:02 AM
Il problema fondamentale è la mancanza di fiducia nelle istituzioni.

Sfiducia nelle istituzioni ma anche esperienza concreta del controllo sempre più pressante delle condotte dei cittadini.
Se uniamo il processo politico di transizione dalla democrazia a forme miste (plutocrazie, oligarchie etc.) a quello tecnologico dei colossi hi tech che si basa sulla conoscenza del singolo utente (per ora "solo" dei gusti, delle preferenze, delle visioni di vita, dedotti dalle interazioni con internet, ma fra poco, con gli oggetti che ci circondano sempre connessi alla rete, anche degli aspetti più minuti della nostra vita quotidiana – esempio, un frigo che ci avverte di acquistare il latte che sta finendo, o, ancora più futuribile, che fa direttamente lui l'acquisto online scavalcando lo stesso proprietario; e poi naturalmente messaggi di consigli su cambi di alimentazione, ristoranti vegani etc.: ovvero, la trasformazione in profitto di ogni singolo aspetto della nostra vita), ecco se uniamo queste due tendenze ci ritroviamo in uno stato di controllo e accompagnamento docile alle condotte consumistiche o meno che sarà il futuro dei prossimi decenni.
La ribellione no vax può essere vista così come un sintomo grossolano di una minaccia assolutamente reale, il cui presupposto filosofico è l'inadeguatezza generale dell'essere umano e dunque il suo affidamento a sistemi intelligenti capaci di prevenire l'errore umano. Errore umano da cui il mondo dei flussi delle informazioni e delle merci sarà finalmente liberato quando si potrà sostituire definitivamente la persona con delle macchine intelligenti.

Insomma questa è la battaglia reale che sottende i gesti libertari dei no vax, anche se in loro agisce a livello inconscio. Il che li porta a fraintendere completamente questa presenza perturbante e a semplificarla con le argomentazioni infantili, regressive, che tutti quanti noi abbiamo dovuto sorbire in questo anno e mezzo.




Concordo, d'altronde la metafisica del virus, ammesso che ne esista una, sarebbe proprio la sclerotizzazione della nevrosi verso dimensioni schizoidi sempre più gravi fino alle distopie asimoviane che credono che la macchina sostituisca l'uomo.

La critica a questa metafisica (l'ennesima che sostituisce il Dio ascondito ad uno in  presenza) va comunque letta a mio parere facendo un balzo di concetto e di senso rispetto a tutto quanto stiamo vivendo ( o meglio subendo).
E se il virus fosse un arma, e se si fosse già iniziato una guerra?
E d'altronde proprio di guerra l'anno scorso si parlava.
Oggi nella fase due (visto che quella la chiamavano fase uno), si raccolgono le macerie.
Una umanità in permanente stato infiammatorio, frutto di guerre strategiche, ma guai a dire che lo siano veramente perchè ne verrebbe fuori una questione militare, chi ha usato cosa, e contro chi? Questione burocratiche che farebbero saltare il banco (dove siedono america e cina, cioè lo stesso tavolo, ma non è ovvio?) . Quindi per carità, ci allineiamo, la guerra che fa la  NATURA, verso una umanità perennemente in stato infiammatorio, che confida a mo di pecora o cavia tanto oggi è uguale, sia il mandato che il mandante (in effetti come dice Agamben che sia Natura o altro, che importa? gli effetti sono gli stessi).
Sperando di non finirci noi in questa spirale di malattie auto-immuni (fattori endogeni come i virus, e esogeni come le polveri sottili), ma tanto che ce lo diciamo a fare, ci siamo già dentro.
La prevenzione a cosa serve? direi a niente, a buon senso, seguendo proprio la curva della guerra. Se la natura ha deciso di colpirci o in un modo o nell'altro lo farà.
Ma fin tanto che siamo vivi, e certo seccherebbe morire di mano vaccinale, ma tant'è l'ordine paterno va rispettato, e io intendo proprio quello verso gli avi i nostri cari fantasmi, non certo quello di Bill Gates, o della Natura (due matrigne che mi sono indifferenti).
Al di là del  seccante motivo di morire o per mano di vaccino, a breve, o per mano di agente a lunga gittata, ma forse non poi cosi lunga.
Ecco al di là del morire.
Morire morire...il che è un tutto dire.(ovvero un dire niente)

Al di là del morire rimane un pò di tempo per il vivere.
Vivere di parola, poichè la parola resta e rimmarrà sempre l'unico strumento disponibile a che noi si veda la verità.
E dunque se la natura ci priva della verità sia esso pangolino o scarafaggio del madagascar o di acireale. Che verità resta?

Resta o se ne va?

Se ne va insieme a cosa, a chi?
E dunque dove è Dio per voi?
E dunque dove sono gli angeli per noi?

Dove sono le promesse?

Dove è Dio mentre una bambina veniva gassata davanti alla madre?

Si direbbe che proprio non c'è.

Ecco che la critica della morte, ossia l'obbedienza all'ordine divino, diventa il nuovo orizzonte di senso, mentre siamo in vita. Fin tanto che siamo in vita.
Comincia ad avere senso l'ottuso ottimismo della Hillesum nel campo di concentramento.

Ma qualcosa nei pressi del deserto del Safed qualcuno l'aveva scritto, forse tramandato, forse è a Siviglia, forse lo leggeremo, forse un giorno in lingua originale.
Non io, non noi, in lingua originale, forse qualcosina si leggerà in traduzione.

Il destino legato ad una traduzione un pò poco, ma sempre meglio del niente che ormai mi sta spaccando la testa, e non se ne vuole andare, il vigliacco.

La critica alla metafisica richiede ben altro.
#1632
"Sulle strategie di liberazione, nessun libretto precompilato. Mutano le classi e pure le loro lotte, seguendo la numerazione delle rivoluzioni economiche dei dominanti." cit Ipazia.

Non ho capito. E comunque ci fossero delle strategie!

Pensavo fosse un lavoro snello, e invece gli articoli della sinistra in rete sono tantissimiiiii.

Mi piacerebbe trovare un modo di raccoglieri gli stimoli in maniera produttiva e riproporli qui, hai qualche idea Ipazia?

Il lavoro è però tanto. Forse a Dicembre che come al solito Novembre è un mese lugubre per me.
#1633
Il mio problema non è quello rivoluzionario.

Più precisamente seguendo e ringraziando Paul per la sintesi storica, ho infatti detto che la geopolitica è la vera area centrale sul dibattito politico-economico.

Ma il dibattito politico-economico non è seguito nella logica della lotta di classe, bensì come dici anche tu nella descrizione di cosa sta accadendo. In termini colti l'archeologia storica del sapere.

Ma è proprio lì lo mio sconforto.

Certo potrei come sempre ho fatto stare alla periferia nel nuovo evo, addirittura catacombarmi come ho sempre fatto (mi pare e mi pareva l'unico esito sensato).

Ma oggi mi scopro una depressione acuta, sembra non voler passare.

Come dite a parole vostre Iano e Daniele22 il problema è proprio quello relativo al disporre di se stessi in quanto uomini.

Io posso disporre di me stesso in città come in paese, non ci vedo differenza, infatti dispongo in base a coloro che mi sono accanto, e che a parte la mia famiglia, decido di scegliere.

D'altronde una volta vi erano le sedi di partito che facevano grande il partito comunista (ahimè).

Il problema non è nelle dimensioni del menefreghismo, ma del suo albergare nei nostri cuori.
Penso senza ombre di dubbio che riguarda l'imperativo all'obbedienza all'ordine sociale.
Ossia nell'ordine del nome del padre da Freud a Tupinamba, passando per Zizek.

Il gravissimo problema di Zizek, Recalcati etc...etc...è la loro confusione tra la necessità di una risposta all'ordine simbolico, con la sostituzione di un altro ordine simbolico, comunista nel caso di Zizek, cattolico nel caso di Recalcati.
Prendo 2 personaggi che mi stanno a cuore, proprio per dire di come il problema della sostituzione dell'ordine simbolico (oggi liberista, capitalista), non sia mai stato nell'ordine della sostituzione ideologica.
Bensì con quella dell'immaginario.
L'immaginario risponde al nome originario, si conforma in una metamorfosi continua dell'ordine della raccolta degli oggetti fenomenici che vanno a comporre il soggetto.
Il soggetto è tanto più libero quanto si conforma alla PROPRIA e di nessun altro RICERCA DEL SE'.
Il sè essendo non la riflessione dell'io nel sè medesimo, che sarebbe come dire io sono QUESTO soggetto e non un ALTRO, bensì nella multiforme ridefinizione del desiderio personale.
Seguendo Leopardi, ossia una volta capita che la questione è privata e non PUBBLICA, cominciamo a capire l'ORRORE che da sempre, a partire proprio dai Greci, che l'hanno pensato e ricercato, caratterizza la polis, la città, il mondo e il globo.
Ora poichè il vero sè è l'accettazione dell'altro, e non  la sua negazione come abbiamo già visto prima.
Va da sè che il problema sia quello del soggetto.
In particola modo prima ancora di parlare del soggetto, l'occidente ha pensato la relazione tra il soggetto e lo stato frattanto costituito dopo un lago di sangue.
La modernità ossia la ricerca razionale delle forme di convivenza tra individuo e stato, ha creduto di trovare risposta definitiva nella forma democratica rappresentativa, grazie alle qualità performanti della scienza, che ha permesso una moltiplicazioni degli oggetti che formano il soggetto, pari a quelle di molti soggetti, riducendo così il gap delle violenze precedenti.
Ma il problema del soggetto in sè, è rimasto.
Infatti io non desidero essere te, bensì desidero una collezione di emozioni e oggetti diversa da te.
Il comunismo è la chiara violazione di tutto quanto conquistato dalla modernità.

Dunque il problema di uno stato Cinese, che impedisce ai propri cittadini la libertà di parola, e che fa guerra commerciale all'occidente, diventa un affare assai serio.

Perchè mette in seria questione la sopravvivenza persino nella periferia dell'impero della possibilità di un pensarsi diverso da quello che invece VIENE RICHIESTO e comandato per affrontare la minaccia cinese.

Ossia per affrontare un mercato compatto e diretto dallo stato servono cittadini cinesi, gente che non ragiona su se stessa ma che ragiona appresso un dio.
Ossia servono schiavi del pensiero: automi.
Dagli un minimo di soldi in più e via che va tutto bene.
E' quello che chiede la sinistra europea, un po di soldi in piu ai poveri.

MA NON E' QUESTO il problema.

Il problema è che la necessità che il popolo segua lo stato, sia di carattere mercantile, e mercenario: fatti loro.

Ma il problema del soggetto è che per avere un soggetto che pensi il suo problema (il vecchio monito della sfinge: conosci te stesso!) c'è bisogno anzitutto dello spazio privato del pensiero.

Io da sempre sono stato di sinistra, perchè mi pareva ovvio che ognuno avesse diritto a quello spazio.

Ma non sapevo, e non potevo saperli se non vivendo (i miei ventanni) che il feticcio delle merci, era un problema serissimo.
Su questo cara Ipazia faccio ammenda se non sono stato chiaro, è chiaro che il maggior teorico del soggetto come feticcio, è proprio Marx.

Quando faccio riferimento a Zizek e Tupinamba, mi riferisco certo a quel filone di pensiero che ragiona contemporaneamente sia sul soggetto che sul rapporto soggetto stato.

In questo senso è una ricerca per filosofi, solo i filosofi tra di loro possono districarsi tra tale matassa di pensiero.

Solo il filosofo che ha confidenza con l'originario, con i concetti di desiderio, di merce-feticcio, di etica intra-personale, si può delineare la speranza verso un mondo migliore.

E' per questo che la periferia dell'impero andava bene.
Ma oggi in questione è persino lo spazio della periferia.

Dunque il problema è come rimanere fedeli a se stessi, fedeli al fare filosofia.

Quando vedi gente come Recalcati e Galimberti attaccare Cacciari in nome di un bene comune, io rabbrividisco.

Il libero pensiero va lasciato SEMPRE, soprattutto come già fatto da Cacciari e Agamben, quando si distingue la questione medica da quella politico-sociale ( e quindi anche dalla questione della politica di casa caro Recalcati! ma che mi combini? cosa attacchi a fare Cacciari? ho capito che telemaco si è perso, ma così stai invitando cerbero).

E' quando vedo cose agghiaccianti come queste, soprattutto da persone che personalmente sapevo avessero gravissimi problemi con il loro apparato simbolico rappresentativo, ma che ora scaricano le loro personalissime idiosincrasie politiche (e quindi simboliche) verso lo spazio della libera critica, a partire da posizione che apparentemente sono simile a quelle di Cacciari e Agamben (me evidentemente non lo sono mai state), che capisco come quello spazio "alla periferia dell'evo (dell'impero dico io) sia in gravissimo pericolo.
Persone che vivevano ai margini apparentemente in armonia tra loro ora scattano con denti da topo ferocissimi (vedi sempre l'utopia del topo del mi primo post).
Gente che con l'apparato imperiale non dovrebbe avere niente a che fare cadono come moscerini spiaccicati sul parebrezza simbolico del loro essere soggetti cinici dalla velocità del cambiamento (e siamo ancora con le marce basse).

Il cinismo delle persone come in un incubo già scritto da Heidegger e Severino che ragionano su Nietzche comincia il suo lugubre rintocco di campane a funebre memoria di loro stessi.
Chi suona la campana? sono gli stessi pretoni di questo mondo invasato, che crede ancora in DIO.

E io sto sempre peggio caro Paul e Ipazia e Iano e Daniele22.

Non è questione del moderno, non è questione del post-moderno, non è nemmeno delle politiche del panottikon.

Quelle sono semplicemente il cibo intellettuale di cui si ciba il mio io (chiamolo così, anche se non esiste in quanto tale, solo per distinguerlo dal soggetto, forse possiamo parlare nei termini della vecchia metafisica del sè).

Insomma cari amici c'è molta confusione tra quello che è il problema politico, quello che è il problema ideologico e quello che è invece il problema globale strutturale che certo contiene le problematiche precedenti, che d'altonde molto liberamente si sono seguite su questo 3d.

E su cui non ho ben capito.

Certo a buon senso come dice Paul la quarta rivoluzione industriale è necessaria.
Certo il liberalismo di Inverno fa bene a porre accento sul problema della gestione di questa rivoluzione.
Certo a buon senso hanno ragione chi vede la forbice ricchi poveri come una conseguenza dell'appropriazione privata di pochi.
Certo ha ragione Ipazia con la lotta di classe e la redistribuzione dei redditi.
Certo sono posizioni contrastanti.

Sapendo di come la Cina è diventata grande, ossia a colpi di espropriazione delle proprietà private, io sto sempre più a destra, certo rimanendo nella sinistra.
La lotta di classe è quella dei ricchi contro i poveri, come dice Freccero, e l'hanno pure vinta.
Certo la possibilità di riprendere a riorganizzarsi dal basso è sempre presente, e rimarrà come utopia ancora ed ancora.
Francamente però cara Ipazia bisogna indicare come, sennò ha ragione (eccome se ne ha) Paul quando dice he Zizek parla e basta, ma di proposte non ne ha mai dato una. (come ho già detto è ovvio in quanto il suo apparato simbolico, di fatto coincide con quello del potere, non a caso il suo ultimo libro è un inno allo stato delle cose, e la direzione sebbene sottolineata in maniera corretta come perniciossisima è poi anacquata dalla solita mancanza di proposte).

Intendo dire che non esiste alcuna calamità naturale, il clima cambia come cambia il deserto.
Il fatto di renderla calamitatosa è solo l'arma delle elites per farci stare zitti e buoni.
La Greta che ho rivalutato, in quanto può leggere decine di libri in un giorno e ricordarseli tutti a memoria, al netto del suo stato di ordine simbolico, ovviamente usato dalle elites (questo si), ha invece fatto notare come il pac20 non ha risolto nulla, e che le cose non si risolvono a colpi burocratici ma con un drastico cambiamento dello stile di vita (evidentemente ha scelto anche per noi).
Per quel che mi riguarda all'epoca seguii un corso di harvard sul cambiamento climatico, che metteva in luce come i dati fossero tutti sbagliati.
Dunque non c'è nessuna emergenza, ma solo il bisogno di eliminare i concorrenti a mangiare la torta.
La società non ha alcuna intenzione di virare su fonti alternative ma rimarrà su carbone e acciaio.
La green economy non esiste, esiste invece il capitalista più grosso che si mangia quello più piccolo.
Ripeto il problema non è quello ambientale, ma quello delle risorse pubbliche che verranno tolte a noi mortali, non in nome della scienza, anche se la scienza verrà messa in ballo, ma della volontà di potenza che il ricco ha sul povero e sui Nietzche ha già scritto pagine psicologiche importantissime.
Ricordiamoci semplicemente che il potere vuole potere.
Dunque aborro chiunque mi venga a parlare di sovrapopolazione (2/3 del globo sono in acqua, la maggior parte della terra è deserta, basta prendere il mappamondo di sera in una di quelle foto delle nasa per renderci come il nostro pianeta è poco abitato) di problemi di alimentazione di "non possiamo permettercelo"etc...etc...(già li sento notte e giorno i giornali sui futuri insensati ordini dell'impero) è solo un cane dell'impero.
Per essere sincero io gli insetti non li mangio.



Per quanto rigurda il commercio marittimo (al di là della defaiance piratesca ah ah) sono d'accordo.
Per fare il punto brevemente, la Cina sta costruendo isole artificiali nel mare di Cina, ed è sulla buona strada per arrivare in Italia definitivamente (basi militari incluse).
Infatti dispone di un esercito di fanteria virtualmente infinito.
L'isola di Sri Lanka come so per diretta testimonianza di amici, è già nelle loro mani, l'isola è completamente nelle mani dei militari, la gente è felice perchè finalmente hanno delle strade.....
Certo nessuno può fare più politica (comunismo cino-russo).

Insomma il soggetto borghese quale noi siamo, mentre continua come un demente a pensare che la crisi finirà (ah ah ah), sta per essere sbranato vivo.
Ma credo che in fin dei conti a molti, moltissimi piacerà.
I vari Recalcati e Galimberti (due autori che seguo nonostante tutto) saranno molto felici di dover dire solo sciocchezze, pur di campare (in quel caso che dovrei seguire a fare? a fare che?).
Come diceva Carmelo Bene, lo vogliamo dare un panino agli italiani?

No io non parlo di panini, mi sono rotto le scatole, di combattere per dare il panino a gente che non solo depensa ma è portata pure per natura, la cara vecchia natura, a volere SEMPRE il male degli altri, ad ogni istante ad ogni occasione.

Coscienza di classe??? si cominciamo con la coscienza che siamo un popolo che se può fare del male, lo fa.

A proposito del la mia libertà finisce dove inizia la tua.
Veramente è la costituzione che lo decide.
Perchè chi decide quale sia la mia libertà e quella tua?
La tua non-vita vale la mia?
La mia non-vita vale la tua?
Chi decide?
Oggi decidono le guardie, bè non ancora, anche se i fatti di cronaca in tale senso sono sempre più numerosi, non ancora la norma (e per certo lo è a sri lanka, dove prima si facevano la guerra, ed era un problema, ma ora non si fa più la guerra, tutti zitti e buoni).
Dunque a chiunque tiri in ballo questo falso monito, non rispondo. Ormai le questione civili sono tutte false.
(non mi rompete è ovvio che sono questioni civili, ma quando se uno dice una cosa, l'amico o preteso tale, galimberti vs cacciari, recalcati vs cacciari, sragiona additanto motivi e concetti di tutt'altra area tematica da quella che si suppone abbiamo capito di cosa cavolo stiamo parlando, e invece no, nessuno capisce più niente, e si tira fuori subito la pistola, metaforicamente parlando, mi raccomando).
Ma non solo per via del fatto che il mio male è il tuo bene, come nella anti-politica dei politicanti di ogni risma  e condizione sia ricchi che poveri, di oggi.
Ma addirittura si vengono a diventare tutti filosofi senza aver capito NULLA dico NULLA di cosa sia la filosofia.

Insomma la confusione ordinata di questo forum è nulla rispetto al delirio la fuori.

Sapevo che sarebbe finita cosi anche in casa, e cosi è stato.

Mi chiedo se la gente si sta rendendo conto della  a cui si sono auto-demandati, pur di rispettare il luogo comune.

Mi guarda intorno, direi di no.

Va bene per ora i risparmi ci sono, passatemi un panino.

Vedo di resistere nella catacombe, ma poi lo vedi un salto qui lo si fa sempre.

Ps tranquilli abbiamo ancora tempo...forse....
#1634
Citazione di: iano il 17 Ottobre 2021, 17:55:27 PM
I lavoratori possono considerarsi artisti?
Impara l'arte e mettila da parte.
Saggiamente questo proverbio non distingue l'artista dal lavoratore.
Seppure si possa rendere necessaria una distinzione di comodo, resta comunque una forzatura.
L'arte e il lavoro, per come li si intende oggi  sono figli di questa forzatura.




Ma infatti! pure questa forzatura fa parte del solito divide et impera. ;)
#1635
Citazione di: Kephas il 17 Ottobre 2021, 16:38:31 PM



green demetr: "Dio ha mille nomi (e dunque non può chiamarsi Dio, ne Yhawè, ne altro), siamo noi che per tradizione lo chiamiamo Dio, e loro Yhawè, ma loro non lo pronunciano proprio per ricordarsi della cosa più importante: e cioè che Dio non esiste."
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Ma sei proprio sicuro che Dio non ha un Nome?
Cosi ho letto in un'opera spirituale!!
Gli antichi (antica lingua illirica) pronunciavano bensi le vocali fra le consonanti, nella formazione delle parole, ma per un certo senso di riverenza non le scrivevano.
Ma perché non le scrivevano?
Perché le cinque vocali -I E O U A- formavano il Nome di Dio!
Chissà, forse non le scrivevano per riverenza verso il comandamento di non nominare il nome di Dio invano.


Nell'opera spirituale "la scena dei tre giorni" ad una domanda dell'anziano che aveva interloquito col Fanciullo Gesù, sul Suo Nome, Gesù rispose:  "Il Mio Nome è Gesù Emanuele, e lo Spirito Mio si chiama Geova Zebaot"


Possiamo confrontarci col pensiero gnostico cristiano, quando arriveremo al tetragramma infatti il nome di Gesù è correlato strettamente a quello (bravo!). Anch'io mi sono appuntato un paio di cose interessanti. Che Emanule era un alto sacerdote dell'ordine massonico egizio, e del perchè scelse di farsi conoscere come Joshua (Gesù in italiano ma non rende affatto) o comunque sia  del perchè i fedeli lo chiamassero così.
Tu aggiungi pure cose, interessante! Su riflessioni il sito, ci dovrebbero essere altri spunti interessanti.