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Messaggi - iano

#1636
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 20:09:47 PM
Citazione di: pandizucchero il 27 Luglio 2024, 15:29:23 PMNon esiste alcuna verità umana al di fuori dell' esperienza umana.
Secondo me ne esistono molte altre ma solo pochissimi esseri umani sono in grado di coglierne qualche aspetto.
Quando lo fanno,meglio stiano zitti perchè ogni cosa può essere usata contro di loro in ogni momento e senza preavviso.
Anche secondo me non esiste altra verità.
Quelle che chiami ''verità accessibili a pochi'', essendo altre verità dunque non esistono.
Però è vero che, uscendo dall'abitudine, e il ''pochi'' è appunto da riferire a quelli che lo fanno, basta porre maggior attenzione a ciò che vediamo, perchè diversamente ci appaia, ed è anche vero che se su quell'abitudine i tuoi simili si sono seduti, potrebbero non gradire che tu gli tolga la sedia sotto il c..o.  ;D


#1637
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 19:47:56 PM
Citazione di: Ipazia il 27 Luglio 2024, 19:23:20 PML'odore è una verità assoluta nel contesto citato. Una delle infinite verità assolute nei loro contesti dati. Se si ragiona in plurale e si delimita rigorosamente il contesto, le verità, di cui è costituita la scienza, svolgono la loro funzione veridicamente.

Il plurale elimina l'empasse che congela le metafisiche dell'Uno nel discorso sulla verità, vista l'impossibilità di giungere ad un accordo tra tutte le forze e le ragioni in gioco.
Sicuramente la cosa funziona,  a patto di rinunciare alle pretese di universalità.
Però dobbiamo coniare un nuovo termine, quello di ''verità relativa'', perchè se ciò che conta come credo sia la condivisione, è certamente  più agevole ottenerla in un ambito ristretto, purché l'operazione non si riduca a rinchiudersi in un ambito ristretto pur di salvare la verità.
Di fatto poi questa ''verità relativa'' sarebbe ciò che io chiamo prodotto della nostra interazione con la realtà, che necessariamente avviene sempre dentro un ristretto ambito.
Non è che dunque diciamo diversamente la stessa cosa?
#1638
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 18:59:24 PM
Citazione di: Alberto Knox il 27 Luglio 2024, 14:18:20 PMIn un certo senso ho tracciato i confini del foglio di carta tramite i miei giudizi?
Sarebbe per me meglio tacere, visto che Kant non lo conosco, però non taccio.
Il foglio con i suoi confini geometrici è un prodotto della tua interazione con la realtà.
Quindi se tu cambi, a parità di realtà, la tua determinazione potrebbe cambiare.
Non c'è una verità a valle per noi finché la determinazione dipende da noi, se noi possiamo cambiare.
Ma esiste un altro me?
Si, perchè se ammetto che la tecnologia possa fare parte di me, l'altro me è fatto da quegli strumenti di rilevamento della realtà aggiuntivi che decido di usare.
Posso però aggiungere e togliere questi strumenti ricomponendomi solo nella misura in cui ho coscienza di usarli, per cui ad esempio non posso decidere aprendo gli occhi di non vedere quello che vedo perchè c'è una parte di me su cui non ho il controllo cosciente.
Quindi un foglio con i confini è altrettanto ''reale'' di un foglio percepito senza confini, secondo chi lo percepisce, per cui l'unica verità che mi sento di supporre è che la realtà stia dietro alle nostre relative percezioni.
Percepisco  la realtà e quindi la realtà è, tanto quanto io lo sono, volendo aggiornare l'affermazione di Cartesio, che conosco un pelo più di Kant.
E alla fine quanto c'è di me nel foglio, con o senza confini, e quanto c'è di realtà?
Questa mi pare sia l'unica domanda che abbia senso porsi, andando oltre il solipsismo cartesiano, e non credo sia possibile dare una risposta, perchè ognuno potrà affermare senza tema di essere smentito che la geometria di cui sono fatti i confini del foglio stia dentro di noi, quanto che stia fuori di noi.

Posso affermare che ciò che vedo è, solo nella misura in cui non controllo il processo della mia  interazione con la realtà, e posso affermare che ciò che vedo è vero, nella misura in cui non posso sperimentare interazioni alternative, ed è quello che di fatto abbiamo affermato in un era ''before scienze'' per citare Brian Eno, che conosco ancora meglio di Cartesio.

https://open.spotify.com/intl-it/album/6lU1MDxi3TqhKnYNQm555u?si=vs8aKw3GSfWKtqc3X-aMJQ
#1639
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 18:38:08 PM
Citazione di: daniele22 il 27 Luglio 2024, 17:54:16 PMNella mia visione, come spesso ripetuto, la conoscenza non parte dai sensi.
Mi pare ci sia stato qualcuno che lo abbia ipotizzato, ma non ricordo chi (forse Aristotele?).  Però ormai nessuno accetta più questa ipotesi.
Quindi forse volevi dire un altra cosa.
#1640
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 18:31:25 PM
Citazione di: Ipazia il 27 Luglio 2024, 18:16:08 PMCi sta a fare per salvarci la pelle.

E non è nemmeno "formattazione" peculiare dell'homo sedicente sapiens: un cucciolo che confondesse l'odore della madre con quello di un predatore sarebbe un cucciolo morto.

La natura insegna la verità. Per nulla apparente, ma integralisticamente e drammaticamente reale.
Posso essere d'accordo, ma non sull' ''integralisticamente''.
Al cucciolo è sufficiente rilevare quanto basta.
Cioè, seppure esistesse una verità, basterebbe all'uso conoscerne una parte ,non foss'altro che per una questione di sostenibilità, avendo la conoscenza un costo.
Se anche conoscessimo l'intera verità non perciò spareremmo a una mosca con un cannone, solo perchè è vero che in tal modo la uccidiamo.
#1641
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
27 Luglio 2024, 12:58:36 PM
Citazione di: pandizucchero il 27 Luglio 2024, 11:00:56 AMSu questo pianeta l'unica verità è che la verità è latitante.
Perfino questa frase potrebbe essere non vera o vera a metà,e ciò conferma proprio il fatto che la verità è latitante
Allora siccome io odio i paradossi, dico:"su questo pianeta l'unica verità sta nel dire che, PROBABILMENTE, la verità è latitante e quindi non se ne vede neppure l'ombra!"
Gli unici che cercano di formattare uomini e cose proponendo/imponendo verità sono soltanto dei burattini e dei burattinai la cui baracca terrena fa acqua da tutte le parti!

Però il concetto di verità è formattato in tutti noi.
Perchè? Che ci sta a fare?
Di sicuro dietro ad esso non vi è  un complotto.
Quindi quale altra spiegazione possiamo trovare?
#1642
Varie / Re: Rastislav e l'enigma del cucchiaio
26 Luglio 2024, 14:47:01 PM
Una palla.
#1643
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
26 Luglio 2024, 14:05:35 PM
Citazione di: Koba II il 26 Luglio 2024, 09:04:46 AMQuando ci occupiamo di caso, necessità, libertà, divenire, tempo, etc., facciamo il tentativo di articolare un discorso propriamente filosofico, preliminare nel senso di generale e antecedente allo studio specifico delle diverse discipline.
Non è corretto dire che questo discorso sia a priori, perché ovviamente si basa anche sulla nostra esperienza del mondo.
E in esso, quando parliamo di natura, certo ciò che esprimiamo non è il risultato di qualche definizione distaccata dalla realtà, ma l'amalgama di riflessioni su ciò che di essa ha pensato la tradizione e ciò che è riuscito a catturare il nostro sguardo, la nostra esperienza specifica.
In questo senso intendevo dire che solo da una chiarificazione generale di tipo teoretico si può poi per esempio articolare un discorso etico che risulti essere "fondato", nel senso di più consapevole, di più profondo, diciamo così.

L'etica dunque non viene da sè, e in particolare non nasce con l'invenzione della scrittura, a partire dalla quale possiamo solo considerarne la storia, ma se non sappiamo come è venuta, come facciamo a completare, perfezionandolo, un percorso che ci è quasi del tutto ignoto?
Di fatto voler mettere mano all'etica significa quindi rifondarla in un modo che possa risultare condivisibile.
L'unico esempio che abbiamo di cose condivisibili, cioè non tali in quanto vengano da se, come condivise di fatto, ma come risultati della ricerca lo abbiamo in campo scientifico.
Dobbiamo quindi rifondare la nuova etica  sulla scienza, o su quale altra istituzione che garantisca pari condivisibilità di risultati, posto che a ciò non è adatta la filosofia?
Possiamo caricare la scienza di ogni nostro problema, per accusarla poi che si prende carico di cose che stanno fuori della sua competenza?
Quando Ipazia parla di un etica che sorge in modo naturale, a cui pur possiamo aver dato contributi dimostrabili in quanto riscontrabili nella storia della filosofia, l'etica pur sempre resta nel dominio delle cose che ci appaiono venire da se, cioè della metafisica per come la intendo io.
la metafisica al pari dell'etica sorge dalla natura, ma non sappiamo come, ne sappiamo bene quindi come fare proseguire questo percorso, o come in alternativa eventualmente interromperlo.
A un certo punto ci appaiono evidenti le metafisiche che fondano la fisica, e potendole perciò negare, su questa negazione fondiamo la nuova fisica.
Un operazione parallela con l'etica, avendo a che fare con esseri viventi non si può fare allo stesso modo.
Dovremo quindi accettare giocoforza un etica che continui in parte a venire da sè, perchè sorge da una natura ben più complessa da quella cui la fisica fa riferimento.
Limitare solo a tal difficile compito la filosofia, rinunciando al controllo epistemico sulla fisica, come ben di Ipazia, compito più facilmente riconducibile al dominio della coscienza, significherebbe impoverirla senza motivo.
Se poi uno vuole occuparsi in modo esclusivo di etica è libero di farlo, ma senza venire adire che siccome ciò egli predilige, allora ciò equivale in modo esclusivo fare filosofia, come se dovesse giustificare la sua libera e legittima scelta.
Personalmente non mi occupo di etica, forse anche per vigliaccheria, perchè ben intravedo i pericoli che ciò comporta.
Vigliaccheria nel senso che, se dovessi veramente dire come la penso io sulla questione, mettendo al primo posto l'onestà intellettuale, direi cose che l'esperienza fatta da Galilei mi suggerisce di tacere.
Infatti ciò che possiamo dire dell'etica, in base alla breve storiografia che ne possediamo, è che essa non è più inestricabilmente legata alla fisica, per cui mi posso occupare solo di quella, del controllo epistemico richiamato da  Ipazia, senza più correre pericolo alcuno.
Non posso poi escludere che indirettamente tale lavoro non abbia  influenza sul divenire dell'etica, non avendo piena contezza del percorso col quale essa sembra giungere a noi, come fosse altro da noi, ma che riguarda invece strettamente noi, e siccome noi diveniamo dovremo rassegnarci a pari destino per l'etica.
Chi a ciò non si rassegna negherà che l'essere vivente sia libero, perchè solo così, riducendolo a materia, potrà sperare in un etica che valga come una legge fisica.
#1644
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
25 Luglio 2024, 19:38:40 PM
E' possibile parteggiare per un primato della filosofia aut della scienza, solo se non si vede come le due cose siano intimamente connesse.
Se la conoscenza condiziona il fare, una conoscenza condivisa è la premessa di un etica come comportamento condivisibile.
Non è possibile espellere completamente la metafisica dalla fisica, ma ogni volta che la si individua lo si deve fare, e non per assestargli il colpo di grazia definitivo , ma per fare un salto nella nostra visione del mondo, la quale resterà comunque legata in modo inscindibile ad una metafisica.
la vera metafisica però non è quella che dichiarano i filosofi, ma quella che agisce in incognito, e perciò innegabile come lo è una verità indicibile.
Allo stesso tempo il compito dei filosofi è quello di sistematizzare il sapere attuale in modo chiaro, perchè solo ciò permetterà di negarlo, superandolo.
Non è un caso che certi filosofi insuperati abbiano lasciato a metà questo processo chiarificatore.
Altri sedicenti filosofi giocano invece volutamente sporco, difendendo il primato della filosofia dietro una cortina fumogena.
Ma questo non è amore del sapere, ma amore dell'amore del sapere, cioè della filosofia, una amore che crea pregiudizi al sapere.
Il sapere è per me una sfida contro noi stessi, una lotta continua fra ciò che eravamo e ciò che saremo.
Per innescare il cambiamento occorre svelare la metafisica che ci sostiene per superarla, ma dopo aver fatto ciò se stiamo ancora in piedi è perchè una nuova metafisica è venuta in nostro soccorso senza far clamore, e sarà la nostra nuova verità, finché resterà nascosta.
Mettere l'accento sull'etica in modo prioritario significa voler arrivare alla fine del processo, per un ansia verso il bene, mettendolo all'inizio, di modo che questo inizio non potendosi reggere su nulla, dovrà reggersi da solo divenendo un assoluto.
Il problema è che ogni assoluto, nella misura in cui viene dichiarato, potrà essere perciò negato, e perciò sarà sempre la verità di pochi, per quanto tanti.
Ciò che ci fà uguali è la verità che sentiamo, ma che non sappiamo dire.
Ciò che ci divide è la verità una volta dichiarata.
il nostro mondo è fatto ancora di evidenze e di ovvietà, ma come facciamo a far finta di non sapere che molti di nostri mondi si sono estinti con le loro ovvietà?
Mi pare che in ciò ci sia una malafede, che pure umanamente comprendo.
#1645
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
25 Luglio 2024, 14:19:32 PM
Citazione di: Alberto Knox il 25 Luglio 2024, 10:48:21 AMdaltronde se non passiamo attraverso l'uomo per conoscere il mondo da dove dobbiamo passare? dire che dobbiamo passare attraverso la scienza equivale a dire passare attraverso l'uomo. Perchè la scienza è una costruzione umana.

E' dal fare che traiamo la conoscenza, la quale poi condizionerà il nostro fare.
E' il fare che attraverso la mediazione del sapere diventa, causa che agisce senza limiti di tempo.
L'uomo è fatto anche di questo sapere, e quando esso cambia, cambia l'uomo, o viceversa.
Il sapere è il frutto del nostro agire nella realtà, per cui riguarda noi quanto la realtà.
E' uno schemino tanto semplice da risultare deludente.





#1646
Nessuna domesticazione.
Se da un lato c'è un eccedenza di riso e dall'altra di pensieri il baratto si può fare.
#1647
Anch'io ho tanti lavori da fare, rispose, ma medito di ritirarmi anch'io su una montagna, appena andrò in pensione.  :D
La donna allora chiese del riso.
Eccolo disse l'uomo, l'ho portato apposta per te.
Perchè l'hai portato apposta per me, chiese l'eremita?
Perchè fra tutti gli animali per i quali lavori ci sono anch'io, l'uomo.
#1648
Tematiche Filosofiche / Re: Maledetta mela
24 Luglio 2024, 18:10:14 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Luglio 2024, 17:49:15 PML'energia solare (irraggiamento) agisce a distanza, quindi la cosa non è così astrusa ed era nota ai fisici. Molto più astruse le associazioni astrologiche e alchemiche. Associare l'energia gravitazionale alle prosaiche masse dei corpi ha ben poco di magico. È un'intuizione squisitamente fisica che non ricorre a forze occulte.
L'energia non agisce. Sono le forze ad agire.
Una forza che agisca a distanza prima di Newton era impensabile, perchè si aveva solo esperienze di forze che agiscono per contatto.
Intuire che esistono forze che agiscono a distanza e scoprire la forza di gravità, praticamente è la stessa cosa, e a Galilei per scoprire la legge di gravità mancava solo questa intuizione, più un pò di matematica adatta,e non dovrebbe sfuggire la sospetta contemporaneità della matematica scoperta in modo indipendente e insieme a ciò che poi và a descrivere.

Oggi sappiamo che nessuna forza agisce per contatto, perchè due palle da biliardo si respingono prima ancora di toccarsi per la forza respingente elettrica.
Il contatto inoltre presupponeva che una palla da biliardo avesse una superficie precisamente geometrica, essendo che si credeva che la geometria di Euclide non era una descrizione della realtà, ma la realtà stessa delle cose (E' un esempio di quella confusione cui spesso faccio riferimento, quando assimiliamo la realtà alle sue descrizioni) e oggi sappiamo che non è così.
Capire che una palla da biliardo non ha un preciso confine potrebbe aiutarci a digerire una particella che non ha posizione, tanto per fare l'esempio di una altra magia.
Il problema è che nel senso comune una palla da biliardo, se non è perfetta sfera, poco ci manca.
Cioè il senso comune è rimasto ingabbiato nella filosofia platonica.
Ed ecco quale dovrebbe essere la vera funzione della filosofia, sapere uscire dalle gabbie che lei stessa crea.
#1649
Tematiche Filosofiche / Re: Maledetta mela
24 Luglio 2024, 17:39:01 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Luglio 2024, 07:50:44 AMO probabilmente il fatto che essendo un fisico aveva i neuroni sintonizzati su certi ragionamenti. L'accelerazione di gravità era nota fin dai tempi di Galileo, bastava ragionarci sopra. Limitandosi, come fece Newton, in maniera totalmente antialchimistica, all'essenziale quantificabile, senza fingere ipotesi, come alchimisti, astrologi, teisti e immaginifici vari, solitamente fanno.
Ti sbagli, solo uno che aveva confidenza con le astrusità  alchemiche poteva avere una mente allenata a proporre astrusaggini come niente fosse, tipo una forza di gravità che agisca a distanza, e non per contatto, cosa che ai suoi contemporanei privi di quell'allenamento mentale, sembrava magia.
Se la teoria non ha avuto difficoltà ad essere accettata è perchè era possibile comunque ipotizzare un etere che mediasse la forza, riportandola nei canoni accettati di una forza che si trasmettesse per contatto.
Soltanto dopo si è dimostrato che l'etere non esiste.
In tal modo di fatto si evoluto il concetto di forza.
Come hai ben detto la storia della gravità la conoscevamo già di fatto con Galilei.
Mancavano solo la matematica giusta inventata da Leibnitz e in modo indipendente dallo stesso Newton, e mancava ancor un ''mentecatto'' che riuscisse a immaginarsi una azione a distanza, e quello è stato solo Newton

Gli scritti alchemici di Newton sono un acquisizione recente, avendoli la storiografia occultati.
Qui il complotto c'è stato veramente ed è stato perpetrato dai positivisti, a maggior gloria della scienza.
Da questo piedistallo oggi la scienza è scesa ed è un bene per tutti.

La scienza è fatta ancora di tante ''magie'', anche se pudicamente le si chiama ipotesi ad hoc.
#1650
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
24 Luglio 2024, 17:03:27 PM
Citazione di: Koba II il 24 Luglio 2024, 09:28:42 AMSe io decidessi di recuperare terreno studiando la tradizione alchemica arriverei sì ad un sapere, ma tale sapere sarebbe sempre inferiore al loro, non solo dal punto di vista dell'efficacia.
Se non lo è solo dal punto di vista dell'efficacia allora hai sbagliato esempio.
L'episteme è il manuale del fabbro, che il fabbro non legge, per cui se tu vorresti imparare la sua arte non ti resterebbe che osservarlo lavorare, perchè egli, ignaro del manuale, non saprebbe spiegartela  a parole.
Paradossalmente il fabbro potrebbe spiegarti come è fatto invece il cosmo, ma te lo spiegherebbe in termini di mantici incudini e martelli, perchè il fabbro il manuale di metallurgia ce l'ha nascosto dentro, e lavora dentro di lui come una verità.
La doxa è la materia di cui è fatto l'episteme.
La scienza nasce dalla ricchezza di opinioni.
La scienza cerca la condivisione a valle, e seppur con grande travaglio ci riesce.
La verità invece vince facile ponendo la condivisione a monte.
La scienza è soggettività portate a soluzione, cioè a intersoggettività.
La verità, se pure fosse posseduta da tutti gli uomini, rimane intersoggettività, a meno di non trascendere la loro natura equiparandola a quella di Dio.