Citazione di: Ipazia il 01 Luglio 2021, 22:35:21 PMCitazione di: Kobayashi il 01 Luglio 2021, 18:00:12 PMIl "nichilismo" di Nietzsche è la presa d'atto della fine del falso fondamento religioso, nichilista in quanto negazione dell'immanenza, dello spirito della terra, che è il fondamento reale. La fine di un fondamento farlocco, ma universale, ovviamente comporta " terrore di fronte alla catastrofe sempre imminente della caduta nel niente, della sparizione, della dissoluzione del proprio corpo e di quello di chi ci circonda, della perdita completa del senso della vita." Ma la scelta filosofica sbagliata è l'invenzione dei numi e quindi si tratta davvero di reinventare la filosofia...
Su Preve, come è stato già notato, il punto fondamentale del suo articolo è la valutazione del nichilismo.
Che il nichilismo venga analizzato in riferimento al tempo piuttosto che al divenire della materia, non cambia molto, la cosa che conta è l'espressione del terrore di fronte alla catastrofe sempre imminente della caduta nel niente, della sparizione, della dissoluzione del proprio corpo e di quello di chi ci circonda, della perdita completa del senso della vita.
Quindi la filosofia come rimedio tramite sistemi che vorrebbero isolare un fondamento sottratto al tempo.
Preve però pensa anche che il nichilismo "sia più una rinuncia consapevole ai fondamenti [...] che un tema della perdita dei fondamenti". Questo vuol dire essere straordinariamente ottimisti perché significa che la filosofia, esaurite le correnti post-moderne, ritornerà a lavorare per la costruzione dei fondamenti.
Preve riconosce per esempio la genialità di Nietzsche come diagnostico del nichilismo occidentale, ma d'altra parte considera il nichilismo come il prodotto di una critica culturale, come il frutto di scelte filosofiche "sbagliate", che in fondo sono destinate a esaurirsi da se'.CitazionePreve dichiara in apertura che "per fare filosofia bisogna, innanzitutto, credere nella filosofia e nell'esistenza di un suo oggetto e di un suo metodo specifici". La filosofia contemporanea sembra aver perso questa fede, trattando se stessa come una contingenza storica che ha avuto un inizio materiale specifico e avrà una fine (o forse è già finita...).... recuperando l'antico e il nuovo di una filosofia immanente, come l'epicureismo, l'umanesimo marxista e l'amor fati nicciano, hanno indicato. Si tratta, accogliendo l'esortazione di Nietzsche, di credere nella terra, nella natura da cui tutto è nato. Altro fondamento non v'è.
Mi chiedo se tale fede sia recuperabile.
Buongiorno a tutti, a Kobayashi e Ipazia in particolare.
@Ipazia
Tu parli spesso di lavoro, parli di redenzione del lavoratore dai parassiti, Ma mi piacerebbe sapere a cosa ti riferisci col termine "lavoro", appunto. Io faccio riferimento alla fisica classica, quindi "forza x spostamento". Cosa abbiamo noi esseri umani di diverso dalla legge della fisica classica? Nulla, giacché se stiamo fermi facciamo resistenza (lavoro negativo) e se ci muoviamo compiamo delle azioni e quindi un lavoro. C'è chi costruì chiese e ancora le costruisce, c'è chi fa i computer, c'è chi impone la sua regalità, c'è pure chi truffa, chi ammazza e chi ruba facendo al tempo stesso tutte le altre cose già citate. Poi mi sembra che ci sei anche tu, che releghi straccioni e fuorilegge (zingari, delinquenti abituali mafie comprese, e forse anche lo Stato italiano anche se non lo dici) nel mondo degli esclusi tout court assecondando, pur ammettendo che si tratta di un'etica, il concetto di lavoro come fosse il lavoro stesso un valore, dandogli un valore aggiunto selezionandolo a tuo arbitrio. E ho ben ragione a dirlo perché di fatto tu compi una trattazione morale sul lavoro. Tu non riesci nemmeno ad immaginare che i valori di quella che tu definisci feccia possano essere simili se non uguali ai tuoi. Come già ebbi modo di dire nel topic dedicato alla cattura di Riina, spero che non mi farei scrupolo di ammazzare Brusca se avesse offeso a morte qualcuno dei miei cari, dato che lo stato in base alle sue leggi l'ha rimesso in circolo ... e quindi di compiere un lavoro in quel senso. Non valuto l'assassinio come crimine in sè. Dovrei valutare le sue motivazioni, ma mi è impossibile farlo dato che non posso fidarmi di quel che dice l'imputato, ma devo tener conto di questo fatto che in fondo censura una presunzione di innocenza da parte dell'imputato di fronte a se stesso e al suo crimine. Per questo forse non ti sei votata ad una risposta sulla mia interpretazione della colpa di Raskolnikov e della sua purga. Raskolnikov si è autocondannato in virtù del secondo omicidio, per il quale si sentiva giustamente in colpa, non del primo. Certo dostoevsky lo accenna appena, ma qui sta la sua grandezza
@Kobayashi
Avrei dovuto riprendere l'altro post in cui dici che Preve dice che il nichilismo "sia più una rinuncia consapevole ai fondamenti [...] che un tema della perdita dei fondamenti".
Non conosco certo Preve e non andrò certo a studiarlo, ma sono senz'altro d'accordo con lui. L'uomo è un animale e il suo istinto animalesco non si è perso, come taluni pensano. E' stato dirottato verso l'attenzione alla "fonte della verità", ma anche quest'ultima, come ogni cosa di questo mondo, può essere oggetto di desiderio o di repulsione. Non tutti vogliono sapere la verità (una verità, tra l'altro, non la verità. Da un punto di vista fenomenologico la verità corrisponde ad una attesa di verità). La mia opinione in merito è che vi sono persone che non vogliono sapere certe cose perchè spaventate dal loro atteggiamento troppo falso nei confronti dei propri valori. La falsità si concede a tutti, ma il troppo storpia. Però ora ci sono i mezzi per stanare queste falsità insostenibili, almeno agli occhi delle persone normali. Abbiamo un artista, tra l'altro, all'interno di questo forum, che non sono certo io