Citazionema chi rappresenta la democrazia (il Potere, l'Autorità, la Gerarchia, i Rappresentanti, il Governo etc. etc.) deve essere lo specchio più o meno perfetto del popolo "democratico".........oppure è meglio che sia in qualche modo diverso dal popolo "democratico" che lo esprime ?.
E' interessante il quesito, Viator, quanto dibattuto fin dall'antichità. Platone, ad esempio, che preferiva l'aristocrazia, non riteneva che i governanti dovessero essere lo specchio dei governati. Per quel che ne penso io (anche se mi fa ridere mettere il mio parere, dopo quello di Platone
) la democrazia è la forma di governo più complessa sinora sperimentata dalle poleis, sia quelle antiche che quelle moderne. Parlare di democrazia inoltre presuppone anche la capacità di individuare le sue varie forme. Non esiste un'unica forma di democrazia ma diverse tipologie, fondate sia su istituzioni politiche e giuridiche specifiche come il presidenzialismo o il parlamentarismo, sia su strutture della società stessa, come l'associazionismo nelle sue varie forme.Molto sinteticamente si può dire che la democrazia si è evoluta fino a cercare di rappresentare l'universalità degli individui e non solo. Ormai la democrazia moderna è associata all'estensione dei diritti, che devono e possono ricomprendere non solo le minoranze, ma anche gli apolidi, i rifugiati, fino agli animali, alle piante e alle generazioni future (Sulle generazioni future è in corso un dibattito affinchè esse siano citate nelle Costituzioni).
Questo processo comporta dei problemi, il principale del quale è un certo abbassamento medio delle qualità, sia dei politici che degli elettori. A forza di voler essere accoglienti e ottenere il consenso, ci si è indirizzati sempre più verso una "volgarizzazione" della politica. Il politico non è più considerato una professione dagli elevati contenuti etici e tecnici, ma un forma di rappresentazione che può essere fatta a turno, come predicava fino a poco tempo fa un ex-comico genovese.
A mio parere il processo dovrebbe essere l'inverso. Proprio perchè la democrazia permette a grandi fette della popolazione di "migliorarsi", questo miglioramento dovrebbe riversarsi sia sui governanti che sui governati. La democrazia, insomma, come palestra per auto-migliorare noi stessi e il mondo. In realtà questo non accade, se non in minima parte. Ma in un mondo ideale, sicuramente, i governanti dovrebbero essere la parte migliore della società. I soggetti da emulare per le loro qualità e il loro senso etico, non certo per il loro successo o per la loro capacità di andare a parlare con qualche emiro arabo.
In sostanza, sì, i governanti anche in democrazia dovrebbero essere migliori dei governati. La distinzione che rende la democrazia tale è però, la possibilità che deve essere sempre lasciata aperta, che i "migliori" possano emergere, grazie alle loro qualità e non per motivi di censo, di clientelismo o di ricatti o per via di discorsi demagogici. I "migliori" in effetti sono davvero tali solo in un contesto in cui gli "elettori" sono in grado di valutare in modo critico l'operato dei governi e possono modificarne l'assetto. Quindi pur in presenza di una differenza inevitabile fra governanti e governati, la democrazia dovrebbe garantire uno sviluppo e un miglioramento dell'intera società, poichè solo in questo modo la democrazia è effettiva e non un simulacro che si officia di tanto in tanto dentro la cabina elettorale.
Porgo le mie scuse ad Eutidemo, ma anche lui ormai avrà capito che restare su un tema, in Italia è difficilissimo, e quindi non fa eccezione neppure questo forum.
