Ciao Bobmax.

In effetti, per quanto riguarda la tua "prima ipotesi":
- quando il vicedirettore usa la sua chiave dall'esterno, per entrare, e poi si chiude dentro con la sua chiave, senza aver ancora asportato il gioiello, potrebbe riaprirlo immediatamente, in qualsiasi momento, con la chiave stessa;
- quando il complice "disinscerisce" la corrente, non succede niente, in quanto il portellone -che era già chiuso- resta chiuso, l'allarme non scatta, e la chiave di Bellmer funziona ancora perfettamente.
- quando il complice "reinserisce" la corrente, non succede lo stesso niente, l'allarme non scatta, e la chiave di Bellmer funziona ancora perfettamente.
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Fin qui non ci sono problemi nella tua "prima" ricostruzione ipotetica!
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Il problema sorge nel momento dell'asportazione del gioiello da suo piedistallo, la quale manovra, tramite un "imput" elettronico:
- rende la chiave elettronica che si trova all'interno del "caveau" inattiva per tre ore;
- e, questo, a prescindere dalla circostanza che il portellone fosse già chiuso o meno in modo regolare, ovvero che esso fosse stato aperto e poi chiuso in conseguenza dell'asportazione del gioiello.
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La tua "ipotesi alternativa", invece (sulla quale prima non mi ero soffermato), mi sembra migliore.
Ed infatti:
- quando sono soltanto loro due, anche in piena notte, Bellmer apre la porta al complice con la sua chiave elettronica;
- il complice entra, e asporta il gioiello, facendo chiudere il portellone, e facendo scattare l'allarme;
- però Bellmer è fuori dal "caveau", per cui l'asportazione del gioiello non "disattiva" la sua chiave per tre ore;
- quindi, Bellmer riapre immediatamente il portellone, consentendo così al complice di uscire con il gioiello in mano.
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Però anche la tua ipotesi alternativa ha i seguenti punti deboli:
1)
Come avevo scritto: "La chiave elettronica di Bellmer ha un "chip" interno con una memoria inalterabile, dalla quale risulta che, quella notte, lui l'ha usata una volta sola per aprire il portellone, e non due."
2)
Inoltre, come avevo scritto: "Quella cassaforte, ha una "scatola nera" che registra gli "orari" e i corrispondenti "codici" di apertura utilizzati per aprirla; e, quella notte, sono stati memorizzati solo due "codici" di apertura: prima quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bellmer, e poi quello della chiave "personalizzata biometricamente" di Bauer."
3)
Infine, comunque, stando alla tua ipotesi alternativa, Bellmer non sarebbe stato trovato ucciso vicino al piedistallo, bensì nell'androne fuori del "caveau", dal suo complice in fuga.
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Però, secondo me, la tua ipotesi alternativa merita almeno 9!
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Un saluto!

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