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Messaggi - green demetr

#1636
Citazione di: viator il 17 Ottobre 2021, 13:29:20 PM
Citazione di: green demetr il 17 Ottobre 2021, 12:09:06 PM
In effetti non si capisce se si parla di lavoro retribuito (Sub specie capitale) o di lavoro nobilitante.
Infatti si dice che il lavoro nobiliti.
E cosa c'è di più nobile dell'arte, che riesce addirittura a renderci migliori, con uno spazio e un orizzonte del pensiero più vasto di quella a cui eravamo prima consegnati?
Comunque sia ogni lavoro intellettuale è un lavoro.
E' una produzione, un portare avanti.
O forse la domanda è relativa alla merceologia? allora ho sbagliato topic


Salve green. Esiste una sola definizione di LAVORO, che poi gli aggettivi più fantasioni potranno agghindare cultualmente, filosoficamente, spiritualmente.


LAVORO = attività avente lo scopo di soddisfare dei bisogni o delle necessità. Evidentemente tu vivi troppo nelle nuvole, al punto di essere intervenuto su questo argomento senza nepppure aver letto il mio post di apertura che introduceva appunto ciò.

Naturalmente tu ed altri potreste non essere d'accordo e chiamare LAVORO lo scrivere in rima (buttando poi via i fogli) l'assumere droga (per qualcuno si tratta di una personale "necessità" vitale, non di una facoltà!).

Il problema si sposta sui termini "bisogno" e "necessità", il cui significato e distinzione rispetto a "dovere", "piacere", "facoltà", "costrizione", "hobby", "diritto", "impegno", "fatica", "lucro", "etica", "morale", "sfruttamento", "nobilitazione", "virtù", "bene", "libertà"...................ed alcune altre decine..............................il cui significato e distinzione, dicevo, dovrebbe risultare chiaro (ed estraneo al concetto in sè di LAVORO) sin dall ottenuta licenza di scuola elementare...............mentre invece permane confuso anche alla maggioranza dei nostri lettori.

Capirai che non posso, non voglio e persino non riuscirei a farmi carico della spiegazione (mia soggettiva) di tutti i termini che possono venir ERRATAMENTE tirati in ballo quando si parli di LAVORO ! Salutoni.

P.S. : Il motto "Il lavoro nobilita l'uomo" è stato inventato dagli stessi che proclamavano che "la virtù conduce al Paradiso". Si trattava di personaggi che mai avevano lavorato e che per ciò stesso vivevano in Paradiso da vivi.


:D  definiscimi allora attività, bisogno e necessità, visto che verità della parola lavoro è una sola!!
Non buttarmi addosso il tuo odio perchè io un panino al giorno lo riesco a mangiare. E guarda caso riesco anche a pensare dopo aver mangiato il panino.
Dove penso io, il lavoro può voler dire mille cose, e appunto come dici tu, una sola, se nella testa altrui si è dentro a dei percorsi già tracciati.
Dunque secondo te il lavoro artistico non porta alla soddisfazione di un bisogno?
Mi fa ridere perchè solo in Italia si parla di bisogni. Nel mondo si parla di desideri.
Frutto particolare di un comunismo locale casereccio che non riesce nemmeno ad allacciarsi le stringhe da solo. Se uno esiste di fatto i suoi bisogni di sussistenza (bisogne e necessità) sono già garantiti.
Dunque che apre bocca a fare???? per dire che gli artisti devono lavorare in fabbrica come tutti???
Perchè il pensiero debosciato di fondo è questo.
No grazie amico in fabbrica io non ci lavoro, sopratutto per essere trattato come un verme schifoso.
Tieniti per te la tua morale da schiavo! Quando poi vorrai dialogare umanamente io sono qua.
Sinceramente questi sono tempi disgraziati per farci la lotta a vicenda. Grazie.
(e rileggiamoci tocqueville che diceva di come l'invidia delle classi subalterne avrebbe ingenerato una corsa alla classe immediatamente succesiva,ossia alla guerra tra disereredati in cerca del panino e gli stonzi che il panino ce l'hanno. Bravi continuaiamo così a ragionare come uomini dell'800!!!!

#1637
Citazione di: JE il 17 Ottobre 2021, 14:59:19 PM
spero di prendere tempo piu avanti per rispondere a modo, comunque mi limito a notare:


Non c'é mai stato nessun precedente storico in cui chi ha votato e sostenuto la segregazione altrui sia passato alla storia come meno di meschino.


Se il vaccino funziona e hai paura del covid, assumere il vaccino dovrebbe prevenirti dal recare disturbo sulle scelte altrui.


Le storie che i "complottisti" sparavano a proposito del laboratorio di wuhan (provenienza) e paghette dai reparti americani erano fondate e sono ora documentate.


Non c'é assolutamente nessun "consenso" all'interno del campo medico ed é uno dei campi con piu reticenti alla vaccinazione (se non assolutamente contro), oltre al fatto che migliaia di medici non sono d'accordo/presentano conclusioni in opposizione. Chi si informa in tv o sui giornali vede sente e legge quello che solo una parte voglia che, per cui non c'é nessun possibile confronto intellettuale tra le parti.


Tra i video "leakati" ad esempio di project veritas si vede che anche all'interno delle case che producono i vaccini c'é malizia nella vendita e anche nel marketing.


I cosiddetti fact-checker sono la cosa meno indipendente al mondo dopo un neonato.


Pfizer ha pagato la piu grande multa per tentativi di corruzione nella storia medica, moderna e JJ hanno avuto vicende simili.


Le case di produzione sono indennizzate per qualsiasi eventualita negativa il loro prodotto causi, si legge di gente che ha preso il vaccino x lavorare, ha avuto grossi problemi, é stata licenziata o messa senza paga e ora non sa come fare. Belle garanzie


La pandemia covid é arrivata subito dopo il siddetto even 201, dove Gates e compagni hanno giocato a "cosa succede se arriva una pandemia globale". Gates, che gioca a fare il filantropo, é forse l'uomo che piu guadagna dai vaccini grazie ai suoi investimenti.


Ed ultimo, a proposito del grande reset, il libro di Klaus anal swhab é stato trovato sulle scrivanie di quasi tutti i leader/presidenti di occidente in questa o quella foto, e tutti negano di averlo presente quando inquisiti. (a volte sono stati anche svergognati in parlamento per questo, es. olanda, dove il presidente ha risposto di non conoscerlo, salvo che il parlamentare inquisitore aveva a sua disposizione una mail del presidente indirizzata a schwab dove si complimentava per il libro).


Potrei scrivere per un giorno intero ma credo basti.


Ma no fai bene a scrivere. Come inizio penso vada più che bene.


Le mie fonti sono quelle di "sinistra in rete" per quanto riguarda la sinistra e dunque italiane. e di il "grande ladro" per quelle che riguardano l'america (e quindi il mondo) e riguarda il pensiero neo-con (quindi sono da sviscerare dalla loro componente anti-comunista).
Fusaro o Byoblu (sinistra e destra) mi sembrano siano indietro di almeno un anno rispetto alle notizie, la sinistra le deve ancora ricevere per dir la verità (e le nega come se fossero sciocchezze), ma se si concentra solo sul day-by-day denunciando i pensieri astratti, come antistorici, e mal indirizzanti...sinceramente c'è da fare un grosso lavoro di taglia e incolla, e di integrazione sopratutto!
L'integrazione la ottengo tramite la geopolitica di LIMES che ha appena varato un canale youtube.
Rischiamo la miopia intellettuale (e parlo sempre della sinistra, che ne soffre da lunghissimo tempo) sennò.


Anzitutto è inutile demonizzare Shwob, il grande reset è un progetto pubblico e finanziato da grosse corporazioni americane.
Che Gates sia il finanziatore delle lobby non deve incidere con il giudizio intellettuale.
Se parlano di guerra ci sarà un motivo, o è solo un colorato modo di dire?
Su wuhan aveva già fatto il punto LIMES a marzo, la questione è politica, negare una cosa del genere significa poi ascoltare (oggi a settembre 2021) la protesta di scienziati che si sentono avviliti nel vedere che anche in un caso grave di pandemia come questo, le autorità (cinesi, ma secondo i ben informati del grande ladro anche americane e francesi) hanno secretato le cartelle di quello che si stava facendo in quel luogo. 
Dunque non abbiamo in mano niente caro Je. Possiamo con buon senso riflettere sulla questione piuttosto, ossia che gli stati hanno preso quella opacità delle forme giuridiche, che permette loro di selezionare la verità da proporre al proprio elettorato. Il panottico è questo.
Il punto è che vi sono persone che fanno un grande giornalismo (non importa quali idee permettano loro di farlo), e ci danno libertà (per ora) di pensare a quali siano e se ci siano quelle forme di co-optazione e dettatura (che evidentemente la geopolitica mobilita).
Come giustamente Freccero invita a fare basta ascoltare quello che dicono loro stessi.
Francamente io non ho la pazienza di ascoltare per filo e per segno quello che hanno da dire questi think tank del potere, mi fido delle capacità giornalistica del "grande ladro", che poi vi siano dei fact cheker a sinistra, pure è utile a farsi ulteriori nuove idee.
Naturalmente a monte del fatto che vi sono ideologie contrastanti che si stanno affrontando con argomentazioni poco utili al caso di un cambiamento generazionale come quello che stiamo vivendo, e lo stiamo vivendo perchè ce lo stanno dicendo (siamo già dentro alle strutture delle neuroscienze).


Insomma di cose da dire ce ne sono a iosa. Bizzarro che nessuno le dica.


(per quanto riguarda il fatto che big pharma cerchi l'utile, è acqua calda. Siamo pur sempre all'interno del mondo capitalista, se tu noti a questa cosa nessuno fa caso.
Il vero punto nodale è l'alleanza fra lo stato e i privati. Stando all'ordine del giorno leggevo questa estate come warren buff fosse entusiasta del progetto Gates, ossia di rendere ONG la questione finanziaria.
E d'altronde, mentre cercavo dove sta singapore (leader della bio-tech), ho trovato un articolo di come la Cina abbia nel 2017 abbia bloccato la presenza delle ONG in territorio cinese.


Il nuovo umanitarismo è la carta vincente della co-optazione, un disegno lucido e potente di come si fa politica.
La parola d'ordine oltre a quella di resposabilità (sempre dei poveri e mai dei richhi) sarà dunque di etica green, etica sociale, etica del prossimo (a patto che rispetti le regole).
Il soft power è la carta dell'occidente che sfida quello dell'infiltrazione di capitali cinesi in america e in europa (sopratutto in italia, che è quella messa peggio).
Gates è il paladino, è il potere che ha bisogno di nascondere il proprio odio verso l'umanità, come già spiegava Nietzche in umano troppo umano.
Adesso ha pubblicato un libro per i tipi della nave di Teseo dove tenta di convincere come il capitalismo sia  l'arma vincente della lotta del bene contro il male.
Vi è cioè oltre al panottico dello stato che si conforma al potere bio-tech, la sostanza intellettuale, che poi è quella che maggiormente mi dà da pensare: ossia ma questo idealismo che divide i buoni dai cattivi che forme giuridiche avrà?
Diciamo che l'Italia sta facendo da apripista, come già si sapeva da tempo, ossia dalla caduta di Berlusconi in poi (dai governi tecnici ai governi politici che diventano tecnici, un passaggio che la sinistra sembra approvare, con mio grande rammarico, oddio non che prima fosse una festa, era già un grande rammarico prima!!! 8) ) è solo che quando è troppo è troppo.(vediamo anche noi di usare queste frasi autospieganti, che non spiegano proprio un bel niente, tanto l'andazzo è quello)
#1638
Citazione di: JE il 17 Ottobre 2021, 15:04:15 PM
Va anche detto però che il pensiero ebreo contemporaneo (e per molto tempo addietro) é stato molto più basato sul Talmud che non che sulla Tanak, e che al suo interno si sono evolute alcune delle scuole di pensiero più moralmente decadenti mai viste (sabbatanismo e frankismo), per cui non cercherei nel giudaismo contemporaneo risposte utili sulle chiavi della Tanak, che pure tengo in grande stima.


Il Talmud è la fonte principale della religione, cioè serve sopratutto a spiegare l'attività di culto.
Non entro nelle diatribe che tale testo ha portato con sè.
E' comunque una elaborazione della tanak, un commentario utile a chi fa una scelta di fede.
Nel Talmud esistono dettati più o meno condivisibili, altri che sono di carattere polemico (e per via di quelli il Talmud a lungo, e tutt'oggi viene additato come testo esecrabile). Io penso che non si possa di tutta un erba un fascio. Oggi nessun ebreo moderato seguirebbe alla lettera certe pratiche. Vi sono invece infinite perle di saggezza in esso.
Ho comprato il trattato delle benedizioni e del capodanno, pensavo meglio, mi è parso una sorta di catechismo popolano, non vi è la ricchezza che mi aspettavo, infatti il Talmud è un trattato sui precetti più che sulla ricerca intellettuale. O meglio la ricerca intellettuale, riguarda i precetti.
Ma i precetti sono solo una modalità di tenere unita una comunità affinchè la sua saggezza millenaria non vada dissipata.
Come diconi i rabbini, chi fa andare avanti la comunità sono quei saggi (i giusti come li chiamano loro) che pensano ben oltre i precetti (anzi spesso contro quelli stessi).
Il talmud è un precettario antico, di cui il rabbinismo contemporaneo, moderato e cinico usa con cautela, saltando le parti meno moderne.
La polemica su tale testo in fin dei conti è tutta cristiana, col suo bisogno vampirico di volersi a tutti i costi distinguere da esso.
Ma come qualsiasi teologo sa, il vangelo senza la bibbia, non si capisce.
Per capire il nuovo patto, bisogna capire prima quale fosse quello precedente, e come mai si è reso necessario questo distacco.
La mia risposta è molto semplice, perchè la parte letterale (quella piatta che si da alle masse ignoranti) parla di un popolo che non è il nostro.
In fin dei conti è Roma che ha deciso (a caso) che quella eresia fosse la nuova religione di stato.
Motivi futili e di nessuna importanza (se non fosse che invece assumono una rilevanza schiacciante in termini politici).
No la politica starà fuori da questo topic, spero almeno  ;)  (ovviamente non sarà così, ma mi rimetto alla posizione qui espressa, a me non interessa, non sono ebreo, non seguo la religione ebraica e non mi voglio convertire, mi basta la mia ateità, almeno fin tanto che è possibile, infatti che si ritorni a forme medievali di teismo non credo sia una possibilità tanto remota visto lo strano connubio che sta avvenendo tra i pensieri religiosi).
#1639
L'anno scorso ho scritto una ventina di pagine nel tentativo di dire che la mia visione non è quella del fedele tanto meno quella dell'autorità ecclesiale.
Dunque la mia è una lettura fantastica, letterale nel senso di letteratura, come se fosse una narrazione, una storia edificante.
In questo senso vengano di buon cuore accettate le cose che si dicono in essa.


Nella tradizione rabbinica del popolo giudaico (tutti tranne i sadducei) si scrive che la Bibbia contiene in sè i segreti del creato, e in essa vi sono tutte le storie passate e future.
Che la mia sia una di queste storie.


La tanak è un libro infinito, redatto con una computazionalità strabiliante, frutto evidente di un lavoro che si perde nel tempo.
E che da quel tempo pre-istorico ha preso le movenze per arrivare alla storia, ossia alla storia della sua umanità.


La bibbia non parla di Dio, lo sanno benissimo tutti i rabbini, poichè di Dio non si può parlare.
Siamo noi cristiani che pensiamo che si possa parlare di Dio solo perchè Gesù ha parlato in quanto Dio.
Il che è vero, esattamente come è vero che è la parola che decide dell'esistenza di Dio.
Se io parlo vuol dire che Dio esiste. Una conquista davvero eccezionale, se si riesce a intenderla.
La Bibbia ci accompagna a capire il senso.
Ma noi parliamo solo di quello che sappiamo e noi non sappiamo assolutamente niente.
La dimensione del sapere è una dimensione comunitaria del dire.
Ma non del dire Dio, perchè Dio non si può dire, bensì del dire dell'uomo, che è la sua manifestazione, l'unica manifestazione.
In questo senso l'animale sta bene che sia sacrificato, ma essendo solo un simbolo quello, oggi abbiamo imparato a non sacrificare neppure l'animale, fino al delirio di credere sacrilegio uccidere l'animale, questo è veramente un andar contro a quanto dice la Bibbia.
Non di sacrificare animali, ma di consacrare il nome di Dio.
Consacrare il nome di Dio vuol dire "dire" il suo nome negli infiniti suoi nomi.
Il primo verso di bereshit (genesi) contiene infatti tutti i nomi di Dio.
Il primo verso di bereshit è cioè infinito e infinite le sue interpretazioni, a riprova, o megli a memoria dei posteri, che Dio ha mille nomi (e dunque non può chiamarsi Dio, nè Yhawè, nè altro),
siamo noi che per tradizione lo chiamiamo Dio, e loro Yawè, ma loro non lo pronunciano proprio per ricordarsi della cosa più importante: e cioè che Dio non esiste.
Esiste invece il suo nome.
HA SHEM, il Nome in italiano, noi diciamo il signore  :D ,  ossia tutti i nomi, anche quelli degli uccelli  e di israele.


E' un pensiero che sfida l'occidente, e lo raggiunge quando la filosofia lo intende nella sua forma più alta, il pensiero di pensiero è DIO.


Pensare significa rendere gloria a Dio, non pensare significa far prevalere il male.
Ma cosa è il male?


E' genesi che ce lo dice: ovvero il male è non essere in israele (la terra promessa in italiano).


Ovvero il male è non pensare, ogni volta che l'uomo pensa non a se stesso ma a qualcos'altro egli compie peccato.
Chiunque non pensi a Dio momento dopo momento fa peccato, è questo che dicono i padri del deserto.
Ossia chiunque non pensi alla comunità degli uomini fa peccato.
Perchè Dio è nel discorso di ciascun uomo, e ogni uomo è lo specchio di DIO.
Uomo e donna, sono Donna e uomo, non cambia di una virgola, essi sono sempre DIO.
La speculazione lo specchio l'altro sono già i temi della Bibbia, l'occidente deve prima fare guerra a se stesso e raggiungere il suo più profondo alterismo rispetto a DIO, ossia lo STATO TOTALITARIO.
Il totalitarismo, il fascismo, sono questi i nemici della Bibbia, in una sola parola ROMA, ossia l'impero, ossia BABILONIA.
Laddove le lingue si confondono, laddove l'altro va compreso, e invece regna il caos in nome della torre che raggiungerà DIO (ma non c'è nessun DIO nella torre dell'impero, nel panottico dell'impero DIO non si vede).


La Bibbia lo vede, netto e chiaro, e il popolo che più di altri è chiamato per ETICA a rispettare il COMANDAMENTO, ossia rispetta il NOME, ossia rispetta l'infinita significazione del nome di DIO ègli è l'uccello egli è il giardino.


Ma questo è solo il preambolo vertiginoso, che già tocca il comunitarsimo nicciano, la parola lacaniana, la fratellanza cristiana. Ma Lacan era un marxiano, e Marx era un ebreo.
La bibbia è il dispiegamento della libertà della fratellanza, e solo in fondo dell'uguaglianza.
Uguale è chi rispetta la parola, non la parola di DIO, ma la parola dell'uomo.
Gesù si fa carne, proprio perchè è nella tradizione ebraica pensare che nellìuomo abita DIO.
Noi siamo abitati dalla BIBBIA.
E' per questo che le sue storie staranno sempre con noi.


Io non l'ho mai letta!! leggiamola insieme!!! 8)
#1640
Apro qui un topic che ci accompagnerà vita natural durante, tutte le curiosità dai siti complottisti (intelligenti) riguardo il grande reset.

A partire naturalmente dal tam tam mediatico intellettuale, un tentativo di rimanere con la mente accesa, un invito a tutto il forum,

dalla quarta di copertina di Fusaro.

"Le classi dominanti hanno approfittato dell'emergenza epidemiologica per accelerare tutti i processi già avviati nella globalizzazione capitalistica: il superamento delle già fragili democrazie parlamentari, la neutralizzazione del dissenso, la riorganizzazione autoritaria dei rapporti di forza, la distruzione programmatica delle classi lavoratrici e dei ceti medi all'ombra dei signori della finanza e dei colossi dell'e-commerce e del web. Per questo Fusaro arriva a parlare di un golpe globale: l'ideologia medico-scientifica (da distinguere dalla scienza vera e propria) ha imposto una gestione del virus all'insegna dello stato di eccezione permanente. La svolta autoritaria di tipo post-nazionale che ne è seguita - e che qualcuno ha definito "Grande Reset" - sembra voler instaurare una nuova normalità, contro cui il filosofo invita a resistere."

Il grande reset è arrivato finalmente anche in Italia, ma nelle teorie complottiste, era già indagato da tempo.

Segnalo già una dicotomia che sta facendo impazzire gli intellettuali isterici (quelli contro che siamo in uno stato di eccezione, tipo il 99 per cento degli intellettuali).
Si parla di autorità (non vista, panottica alle menti altrui), ma in effetti si tratta di soft power come gli analisti dell'associazione americana di palla in cesto, hanno cominciato a definire.

Tanto è dunque è soft power, la strada è quella: si tratta di convincere non di obbligare (salvo naturalmente obbligare).
Naturalmente se la questione medica è ragionevole (ma non discutibile?) lo dovrà essere anche quella della green economy??
La mia è una domanda retorica, ho già testato (rischiando la vita) se la mente della gente è già pronta alle nuove accettazioni (e restrizioni).
Buon lavoro gente!

Insieme andremo a leggere le nuove accettazioni e restrizioni, dimostrando come i complottisti non siano del tutto scemi (tipo quando negano l'esistenza del virus).
Ci confronteremo con il pensiero di sinistra, che già sta mandando strali contro Fusaro e la sua idea (obiettivamente) demodè di un nuovo localismo, sotto il cappello del sovranismo (non vedo come).
No la sinistra crede e inveisce nella necessità della decrescita (mi prendete in giro???? è appena entrato nel mercato produttivo una popolazione come quella cinese) e nella green economy (mi prendete in giro? la green economy aumenterà a dismisura la produzione di servizi!) come se fossero la stessa cosa.
Ma di che stiamo parlando????? Francamente se la lettura di Marx ha partorito simili pensatori topolino e paperino, mi preoccupo veramente tanto.

Insomma la sinistra sta dicendo che niente va bene e dice che dovremo fare quello che già le elites(eh già quali elites? chiedono i giornalisti faziosi, l'ho scritto apposta) stanno facendo.

Si il grande reset è in realtà semplicemente il nuovo green new deal, ossia il rilancio del mondo aziendale tramite co-optazione se non proprio per libera scelta, verso le nuove rivoluzioni digitali, securitarie (implementazione della security informatica e ricollocazione nei cloud delle risorse statistiche, programmative), industriali 4.0 ossia robotica e cibernetica, genetica tramite una ricollocazione delle risorse ( ???) umane tramite cambiamenti di comportamento (programmazione neuroliguistica) e di mentalità (prevenzione del rischio sociale e implementazione dell'umanitarsimo, con nuovo dispiego delle ong).
Il tutto condito con un nuovo patto dell'occidente (degli stati) contro le nuove  potenze del mondo cinese e singaporeano.

Entriamo dunque a bomba del discorso, si sta svolgendo lontano dai nostri occhi una battaglia atlantica fra due colossi che hanno investito nell'hi tech industriale e bio-chimico.

E' una guerra e come tale dovrebbe dare un senso agli occhi di qualunque spettatore dotato di un minimo di intelligenza emotiva.

Quando le guerre sono fatte a colpi di hi-tech, la sfida politica non può che passare per misure draconiane.
E' quello che le teorie complottiste perdono di vista, ma che non gli impedisce di lavorare per noi, e far notare, come questa allenza fra stati e imprese dell'hi-tech, non sia esente da problematiche riguardanti proprio la risistemazione delle democrazie.

Il punto è rispetto e al netto della rimozione del panottico (che è una condizione di chi non vuol vedere e guardare) capire che la questione è complicata, e vasta da affrontare.
Non basta scappare: decrescita, fuga nelle campagne, o nel proprio mondo, che si risolve la questione intellettuale.
Nel mondo capitalistico la necessità di conciliare la sicurezza dagli attacchi (sanitari informatici e finanziari) con le nuove emergenze climatiche, ossia della ricollocazione delle risorse energetiche e produttive, perchè è da tonti pensare che sia solo una questione dell'ambiente in cui viviamo. Greta è un simbolo (e come tale mortifero) che va utilizzato in senso politico (fa parte del puzle dei simboli che ci vengono incontro).

L'intellettualità più avanzata e aggiornata è oggi nelle parole del filosofo Zizek e nel gruppo di psicanalisi brasiliano di Tupinamba, laddove si è già pienamenti consci che oggi fare l'intellettuale significa fare discorsi politici.(finalmente!!!)
Oggi ogni discorso astratto che non tenga conto della politica, e in maggior modo di geopolitica, è un discorso astratto e ridicolo.
Il mondo è cambiato e con lui deve cambiare anche la modalità di risposta della filosofia.
I filosofi della particolarità italiana come è stata chiamata negli states, sono oggi anche i maggiori (e per distacco) filosofi italiani.

Forse non li conosciamo ma dobbiamo conoscerli (cristo non si può essere bypassati dall'america pure un casa nostra) i filosofi sono Agamben, Cacciari, Esposito, Marramao, Sini.
Le tematiche sono lo stato di eccezione come sintomo del nome del basilisco, dell'innominabile, della guerra, del ciò che non deve essere discusso in pubblico in  nome degli interessi privati di chi può decidere della vita e della morte altrui.
(Agamben Cacciari Esposito) del globalismo (Marramao), di critica del pensiero occidentale da un punto di vista esterno allo stesso (Sini).

Sono quelli più citati e colpiti (nello stesso momento), ossia sono negati, stranieri in casa propria....diciamo che l'Italia è esperta nella negazione dei suoi maggiori talenti.
I nomi degli intellettuali cinici e di sinistra che stanno perpetrando questa schifezza sono tanti, troppi.
Si dimettessero dalle loro opinioni personali e cominciassero a fare filosofia all'altezza di questo tempo.
Anche perchè forse il pensiero di sinistra sta per essere sommerso per sempre.
Queste sono le ultime pallottole da spendere signori.
E' inutile dire che bisogna uscire dal capitalismo e poi dire che non si sa come fare...mi pare di un debosciamento e di una pigrizia mentale veramente fuori scala rispetto alla prossimità degli eventi storici.
E gli eventi storici non vanno verso il riconiscimente di classe!!!!
Ancora che si divide tra chi lavora e chi no......
Ma vi siete bevuti il cervello popolo di sinistra?????
Cristo meglio allora le analise dei complottisti (tutti di destra manco a dirlo) che al netto del loro delirio o della loro miopia, portano citazioni di persone influenti, che fanno da strano (no mica tanto! non trovate?) pandàn(pendant) con la situazione attuale.

La ricetta non è il complottismo e le sue paure piccolo borghesi, bensì il sintomo della telepatia come affermazione della PAURA più radicale, quella che spingeva Primo Levi a chiedersi se fosse ancora un uomo, o non un animale da cavia.

E non sto dicendo che la storia si ripete, sennò i professori si arrabbiano!!!
E' ovvio che la situazione è diversa, ma i sintomi sono uguali.
Certi soggetti sono più difficili da co-optare, vuoi per poca elasticità mentale, vuoi per paure recondite, non ha importanza perchè sono la cartina tornasole del nuovo stato dell'umanità.
Invece di capire gli ultimi della terra, ci si avvelena e ci si azzanna tramite processi ben studiati da john b.calhoun nella sua "mouse utopia" (grazie complottisti della scoperta).
I topi si azzannano tra di loro (fase uno, discrimazione, addirittura filosofo contro filosofo, per fare l'esempio di prima), fino a temere l'altro, e rimanere IMMOBILI (fase due cancellazione della dissidenza, e prodromi della società comunista).
Il comunismo come nelle peggiori delle  distopie è l'orizzonte necessario (e non voluto) per far fronte ad un orizzonte ancora più disumano come quello cinese.
Se non vi è dissidenza non vi è nemmeno progresso.
Il progresso non è lo sviluppo.
Senza dissidenza nessuna possibilità di comunità, che è l'esercizio costante di ampliamento degli orizzonti dove ognuno aggiunge qualcosa all'orizzonte dell'umano, e non lo sottrae.
Una dimensione ecumenica forse, ma se togliamo il suo lato teologico, è la dimensione più nobile della democrazia rappresentativa.
Oggi questo non è più possibile per via dei fattori geo-politici e produttivi che radono al suolo la nostra percezione identitaria.
Questo non deve essere il blocco, perchè di questo si tratta, su cui il pensiero insiste fino a diventare ossessione, è invece l'uso costante della parola (dissidente), l'unico a rendere possibile lo spazio dell'opinione, del lavoro intellettuale e artistico, financo scientifico del futuro.
Io ammiro non solo chi resiste a tutto ciò, ma anche che non ha rinunciato al suo ruolo critico di intellettuale.
Per ora la barca è in piedi, ma i pericoli sono tanti e vanno elencati tutti.
Il depensamento (quello che ho coltivato tutta la vita, come tutti temo) è oggi un lusso, che non possiamo più permetterci, pena la fine dell'intellettualità, della critica e dell'arte.
Non che questo serva!
Nietzche, Heidegger, Severino hanno parlato chiaro, il destino dell'occidente (e dell'oriente che ne viene fagocitato) è quello del suo immolamento al Dio gnostico, al Dio teologico e teleologico,al Dio del bene e del male.
Ci vorrebbe un Dio ebraico, che fermi la mano, ossia quel Dio che si chiama Israele, ossia erranza unita, insieme.
La terra promessa, la terra degli angeli è ancora di là da venire, e forse abbiamo la disgrazia, di vederla persa per sempre.
AVE MORITURI TE SALUTANT  :D 8)
#1641
In effetti non si capisce se si parla di lavoro retribuito (Sub specie capitale) o di lavoro nobilitante.
Infatti si dice che il lavoro nobiliti.
E cosa c'è di più nobile dell'arte, che riesce addirittura a renderci migliori, con uno spazio e un orizzonte del pensiero più vasto di quella a cui eravamo prima consegnati?
Comunque sia ogni lavoro intellettuale è un lavoro.
E' una produzione, un portare avanti.
O forse la domanda è relativa alla merceologia? allora ho sbagliato topic
#1642
La domanda sarebbe nella tematica sociale e culturale.
Ma se la cultura e la società sono indicizzazioni del potere top-down, così la domamda suonerà di volta in volta diversa, secondo le mansioni e le produzioni.
Già, ma rimane qualcosa di comune, non di comunitario.
A parere del vostro ma anche di Zizek, si va verso un mondo global-capitalista, ossia comunista secondo il modello cinese.
Questo significa che la coperazione sarà la co-optazione, che il lavoro sarà sinonimo di autorizzazione alla vita.
Ovvero un ridisegno del diritto locale a favore di uno universale.
Non sono sicuro che la vecchia domanda ideologica e che continua a sussitere in questi tempi post-ideologici abbia alcun senso rispetto all'idea originale comunitaria, democratica, di cui è figlia la nostra costituzione.
Un'idea che nasceva dopo uno scontro armato.
E già dopo un guerra (...) si formava una nuova ideologia, che ha prodotto nell'arco di un decennio 50-70, un nuovo status simbolico, dove il lavoro era la base dell'esser riconosciuti.
Eppure il simbolico è sempre una dimensione della morte, in questo caso della morte dell'umano, la vita non puà ridursi al mero lavoro.
Questa dimensione del lavoro coercitivo esploitata facilmente dal capitalismo edonista, continua a permanere nelle menti arrocate dei vecchi comunisti.
Ora ritenere quella domanda valida, quando non lo è già più da almeno un cinquantennio, nel tempo post-umano o trans-umano, in una parola nel tempo del post-apocalittico, fa sorridere.
Quello che Lacan intuì nella sua profezia che il tempo futuro sarà il tempo del lavoro, come libertà, è il tempo del lavoro nel campo di concentramento (la libetà di essere schiavi come già è apparso nei vostri interventi precedenti).
Nel campo di concentramento tutti lavorano, i dottori sono il top e gli intellettuali sono il down (prontamente gassati prima ancora del campo di concentramento).
Ma dobbiamo forse rileggerci "se questo è un uomo" di primo levi nevvero?
L'intellettuale non entra nel campo di concentramento, ma parla del campo di concentramento.
Del lavoro coatto, del comunismo a venire.
Un progetto ambizioso e studiato evidentemente a tavolino, basta tenere la mente accesa.
D'altronde Bill Gates ha avuto l'idea e ne ha parlato cinque anni fa, il futuro sarà il futuro del medium, della cooptazione tramite nicchie informatiche.
Le aziende e le persone diventeranno virtuali, proprio per reggere la bolla finanziaria anch'essa virtuale.
In un processo che ha un orizzonte globale così vasto come la green economy, la possibilità di produzione infinita (in quanto virtuale, santo Dio, non è così difficile da capire popolo della sinistra!!!) diventa pura realtà.
Cosa non cambia rispetto al post-idealismo a cui i vecchi comunisti non si sono MAI arresi (demenza?), non cambia il concetto intellettuale, che la mente viene delocalizzata e facilmente pre-determinata.
Sinceramente non credo affatto che l'ebreo Marx intendesse il lavoro (lavoro intellettuale) un semplice razionalismo, dove centro del discorso sono i concetti di uguaglianza e libertà (dando per scontata la fraternità, per gli ebrei il kibbutz è norma).
E allora problemi come quelli dell'assembramento, verranno debellati definitivamente, perchè la realtà, non è più la realtà, la realtà è solo quella virtuale.
Basta non parlarne come nel caso degli attuali scioperi di Trieste.
La vecchia politica esibizionista e buffonesca, continuerà a parlare di più opportunità e più lavoro per tutti.
E non ci si accorge che simili buffonate non sono più adatte ai tempi ( o pensano veramente di entrare tutti nel grande carro dei vincitori???? o sono scemi semplicemente).
Basta vedere all'america dove la vera battaglia si sta consumando.
Trump non serve più. Quello che poteva essere un sintomo di un cambiamento dei costumi, e che la sinistra poteva usare per metabolizzare il suo immobilismo, non è servito a nulla.
La sinistra non è riuscita a canalizzare un sintomo lento come quello di Trump, figuriamoci come potrà riusciere a canalizzare i nuovi sintomi, che vanno alla velocità della luce: accettazione passiva (quando va bene) e attiva di tutti i dettati del top-down.
Ossia autorizzazione alla sopravvivenza via telematica.
Per quanto voglia bene a questo forum, i miei orizzonti erano altri.
E la mia parola sarà l'ultimo baluardo, esattamente come nella vicenda Agamben-Cacciari.
L'isteria di massa non è più accettabile.
La parola deve tornare a echeggiare come parola di vita.
Costi pure la morte.
Chi non vuole ascoltare non ascolti, e non ci scocci!(ovviamente pia illusione, il pensiero unico ha raggiunto livelli telepatici di contingenza prossima, ne ho avuto modo di constatarne l'esistenza di persona, cristo santo!! è una roba che mi ha ghiacciato le vene).
Lo sapevo che erano tristi tempi, bè sta diventando (è già diventato?) qualcosa di molto peggio.
Per carità amici rimaniamo legati alla terra!!
basta voli pindarici etico-morali!!
#1643
Tematiche Spirituali / C’ERANO UN VOLTA I GIGANTI
17 Ottobre 2021, 10:03:15 AM
Citazione di: iano il 17 Ottobre 2021, 01:17:22 AM
In fondo è passato solo qualche migliaio di anni, e noi siamo sempre quegli uomini, a parte un po' di nuove tecnologie in più in aggiunta a quelle del fuoco e della scrittura. Quindi certamente c'è nel testo in oggetto una saggezza "a noi attinente", e in generale in tutti quei testi antichi che non per caso sono ancora fra noi.
Ho scarsa o nulla conoscenza della Bibbia, se non per quella parte della genesi a tutti più o meno nota, e già li mi pare che si dica molto su chi siamo noi , a saper leggere fra le righe, perché poi mi pare che con un testo altro non si possa fare. Cosa è davvero una interpretazione letterale infatti, riferendosi a qualunque scritto?
È davvero una cosa possibile e in che senso?
Se ha un senso direi che è comunque inversamente proporzionale al tempo passato, perché noi siamo sempre gli stessi, ma i linguaggi cambiano, e se fatichiamo a interpretare quelli attuali , figuriamoci quelli passati.
L'importanza di testi antichi come la Bibbia io la porrei sul fatto che in questi è riportata nero su bianco una memoria orale la cui tradizione viene interrotta  dall'invenzione stessa della scrittura, e cioè  i racconti che si facevano attorno all'altra scoperta, il fuoco.


Inquadrerei il problema di prendere alla lettera la Bibbia più in generale riferendola ad ogni teso.
Nella tradizione della trasmissione orale certamente ognuno aggiungeva del suo, ma personalmente sono convinto che se la lettura di un testo non abbia come conseguenza una nostra aggiunta interpretativa di troppo, allora quella lettura è servita a ben poco.


Nei testi scritti in generale vi è della saggezza, ma in nessuno vi è la saggezza, e resto sempre sorpreso dal fatto che qualcuno creda possa esistere un testo del genere e che l'unico problema consista solo nel potervi davvero accedere interpretandolo "correttamente". È come se il senso del magico non abbia mai smesso di accompagnarsi ai segni, come se i millenni passati non ci avessero cambiati.
Come insegna mastro Nietzche, l'uomo continua ad aggiungere colori alla sua tavolozza.
Ma rispetto all'antichità abbiamo perso completamente il senso del vivere.
La vita non c'entra molto con la tecnologia che la trasmette, dunque sono problemi separati, qui non mi addentro.
Ti chiedi se possa esistere un senso letterale: certo sopratutto se si vuole difendere una vulgata, un dogma, un dettato.
Ma penso che in realtà volessi dire, e concordo, che ogni testo ha un senso letterario, ossia disponibile ad aggiunte e ripensamenti.
La Bibbia ha un senso che è il deposito e l'eredità di un pensiero profondo che riguarda l'uomo.
Dunque la Bibbia è il libro che parla dell'uomo, della sua anima non del suo corpo diremmo con parole cristiane diverse rispetto a quelle giudaiche che invece parlano del mistero e del viaggio.
Non è importante la tradizione semantica a cui apparteniamo l'importante è saperla rendere viva di nuovo, renderla anima e corpo. Questa tradizione punta allo spirito in senso cristiano, e alla shekinà in senso ebraico.
Ma lo spirito e la shekinà sono solo elementi magici, all'interno del corpo, la nefesh ebraica, inteso come popolo, inteso come israele, inteso come erranza.
In fin dei conti il cristianesimo ha la possibilità di farlo con la sua tradizione e il suo massimo esponente eretico che poi è Dante (e il suo viaggio inter e ultra-mondano).
Insomma il sedimento come alludi anche tu, si è stratificato sempre più.
Ma abbiamo smesso di pensare.
Per questo voglio lo stesso azzardare a parlarne pubblicamente, sopratutto in un momento storico, dove la sopravvivenza conta sempre di più e il pensiero prima marginalizzato e reso impotente, oggi rischia di venir sfrattato senza dire niente.
No! è tutta l'estate che penso, suvvia buon Green armati di un minimo di coraggio, e spara le ultime cartucce di parola rimaste in questo tristo tempo di lebbrosi.
#1644
Tematiche Spirituali / C’ERANO UN VOLTA I GIGANTI
15 Ottobre 2021, 09:35:55 AM
Devo dire che a parte il problema giganti (ma ce ne sarebbero a iosa di esempi simili) quello che mi colpisce in negativo delle discussioni su questi temi religiosi-fantastici è l'incredibile confusione tra dogmi della contemporaneità (genetica) e convinzioni della piattezza della Bibbia.
A con ciò intendo dire che a mio parere si fa un torto di peso universale interpretare la Bibbia nel suo senso letterale.


Sto studiando anche io la Bibbia e il suo universo di contorno (trovando risposte più sensate nel rabbinismo che nei pretoni), e devo dire che infine sono molto deluso dal livello infimo della discussione.


Sinceramente mi sono accorto anche dell'incredibile muro d'odio che circonda la discussione su questi argomenti.


Qualcosa che va al di là della semplice politica cattolica.  C'è veramente qualcosa di marcio che si è depositato come scoria tossica nei secoli.


Sono tra l'altro sconvolto dalla reticenza rabbinica, o dal suo allinearsi alla politica cattolica, non saprei come sennò spiegare la profonda ignoranza della loro stessa lingua.


L'ebraico non nasce in Siria, recentissimi studi stanno sempre più mettendo in evidenza come vi siano delle similitudini fortissime tra l'alfabeto fenico e quello dell'antico ebraico.


E' all'interno di quella saggezza, che a sua volta proviene dalla notte dei tempi, che si trovano le risposte più alte.


Me ne sto convincendo sempre di più, non tanto per l'evidenza della storia delle lingue semitiche, quanto invece per quella sacca semantica a cui attinge quell'intera zona geografica, che poi è la culla della futura civiltà occidentale.


Vi è una tale saggezza in essa che meriterebbe e merita di fatto, l'intero studio vita natural durante.


Ora che Adam fosse un angelo è piuttosto evidente. Ma cosa significa essere un angelo? (e di conseguenza un gigante etc..etc..?)


Manca la fantasia non tanto nella narrazione delle storiografie fantastiche, a cui uno può o meno aderire, quanto la fantasia per immaginarsi quale fosse quella saggezza quel senso che la letteratura ci indica e che abbiamo completamente perso.


Certo qualcosa di quel tempo aureo rimane ancora, persino le pessime traduzioni occidentali su cui Voltaire ha ironizzato così acutamente, non sono riuscite a debellare completamente quel luogo dell'antico sapere (e interrogare).


E allora ragioneremo insieme di queste sacche semantiche. Forse è il tempo.
#1645
Tematiche Filosofiche / Re:Il tempo "percepito"
27 Settembre 2021, 22:31:27 PM
Citazione di: iano il 23 Settembre 2021, 23:20:40 PM

Eppure è come se avessero un loro "io" che c'è lì fa' individuare , come quando incontriamo un amico dopo tanti anni, trasformato, eppure è proprio lui, senza dubbio.

Oddio Iano  è proprio la posizione di Husserl! Io però lo chiamo il "delirio di Husserl".
Infatti se è vero che l'oggetto si dà misteriosamente a noi, è anche vero che questo mistero è nel soggetto che noi non siamo, è proprio la nostra spiritualità che è in ballo, cioè è l'io spirituale che percepisce e non il soggetto percepente, e l'oggetto che volontariamente si fa percepire in una sola parola l'intenzionalità (husserliana).
Soggetto (sintesi positiva) e l'oggetto (sintesi passiva) che si incontrano dietro l'oggetto, prima ancora che lo percepiamo direttamente, lo immaginiamo cioè.
In queste regioni dello stratificato, come lo avete chiamato, risiede ancora molta filosofia ontologia a venire. Bravi.
Io rimango invece al mio quadrato che sono un soggetto in un tempo determinato.
;)
#1646
Tematiche Filosofiche / Re:La metafisica del numero.
27 Settembre 2021, 22:15:54 PM
Citazione di: Ipazia il 27 Settembre 2021, 15:40:55 PM
Infine la cabala dei simboli, arte prediletta di tutti gli incantatori.


Direi soprattutto, Pitagora è il mago fra tutti i maghi. Il faro nell'oscurità, l'erede greco massimo dell'intera tradizione misterica egizia e indiana (lui che già conoscenva l'orfismo)
Il suo Uroboro (la triade, la trinità) ha inghiottito l'occidente, altro che Galileo!  :D
#1647
Citazione di: Ipazia il 27 Settembre 2021, 09:12:20 AM
Questione di punti di vista. Ovviamente di classe visto che ci siamo ancora totalmente sommersi.

Se c'è un punto in cui Marx la fa troppo facile - col senno di poi - è ritenere lo scontro finale tra capitale manifatturiero e proletariato industriale la fine della (prei)storia. Già la generazione successiva di marxisti, Lenin incluso, si rese conto dell'importanza crescente di quella merce particolare che è il denaro: la merce della finanza. È lí la carta attualmente vincente del capitalismo, capace, come da analisi classica su imperialismo e trustificazione (globalismo nella grammatica politico-economica attuale), di disgregare, parcellizzandola fino alla dimensione individuale (l'antico proletario diventa imprenditore di se stesso a bilancio di potere effettivo sotto zero), la composizione strategica dell'avversario di classe.

Dopo il denaro, il virtuale, il transumano variamente inoculato. E il capitale si reinventa un'altra vita. L'avversario ? Chissà !


Ciao Ipazia, intanto questo gruppo di studio su Marx si deve proprio fare, spero parteciperai.
Mi sto ancora abituando al fetido di Milano, pazientate.


Ma ecco a proposito del denaro, ma non è questo legato alla sua (di Marx) teoria del valore?
Non penso che possa mancare una considerazione finanziaria in Marx, certo le banche oggi hanno raffinati strumenti di investimento, ma non penso che non esistessero delle forme simile già all'epoca.


Certo il punto è quello di dare valore al denaro e non alla vita. Ma su questo la civiltà giudaica ha ragionato a lungo, bizzarro che le si attribuisca il contrario di quello che vanno dicendo da secoli.
E' il vitello d'oro il reo, non il sacro (e il folle).
La legge si applica proprio alla compensazione finanziaria, a dire che la società ragionando del denaro, applica la punizione togliendo il denaro.
Invece nella nostra società cristiana vige il contradditorio rispetto ai suoi valori, ossia esalta la punizione (ma Gesù non perdonava?). Nessuna cordialità nessuna civiltà.
Penso che in Marx, l'ebreo Marx, possa esserci questo e tanto altro.


Purtroppo voler appiattire Marx alle necessità di questo tempo (triste e in direzione della disperazione) non conviene, mi sembra più utile almeno in questi ultimi tempi, dove lo spazio per il commento politico c'è ancora, riferirsi alla politica in maniera classica e asettica (commista a qualche passione certo  8) )

#1648
Citazione di: anthonyi il 27 Settembre 2021, 07:09:54 AM
Le funzioni direttive in una società sono essenziali, una società priva di quelli che tu definisci "oppressori", Ipazia, non é mai esistita, non esiste oggi, e non esisterà mai.

La civiltà può essere il risultato di una guerra è questo che dice Marx, non che la civiltà sia la guerra come erroneamente attribuisci.
Certo la storia è sempre la storia dei vincitori, ma solo nelle scuole, chi volesse può fare benissimo una storia dei perdenti. Dunque anche questo è una scorrettezza da parte tua.
Infine certo che la società è permanentemente scossa dalle sue guerre interne, basta capire tu da che parte stai, e mi pare visto gli errori sopramenzionati, che sembri stare dalla parte degli oppressori, legittimo, ma almeno siamo sinceri.
Aggiungo non necessariamente riferendomi a te : non spacciamo la dissidenza come utopia, visto che l'oppresore dovrà pure opprimere qualcosa di esistente.
Che poi esista nella sua testa malata è solo un altra questione, quella fondamentale, per cui non possiamo dirci ancora in una civiltà felice.
#1649
Citazione di: viator il 26 Settembre 2021, 17:47:57 PM
Salve Green Demetr. Citandoti : "Ma l'essere uomo in quanto razionale tende a ordinare il suo habitat naturale. Tenta cioè di ridurre l'entropia del suo ambiente".

1 Mettiamoci d'accordo : l'uomo tende a mettere "ordine" nella natura in cui vive immerso o tende a farlo all'interno dell'ambiente umano (cioè di ambito soggettivo ed immensamente più ristretto rispetto all'interezza della natura) ??.

2 Anzitutto il concetto di ordine è quanto di più umanamente relativo si possa concepire. Infatti esso rappresenta escogitazione unicamente umana e per di più completamente interpretabile (anche attraverso prassi del tutto opposte tra di loro!).

3 Al di fuori dei nostri crani...................non esiste alcun ordine od ordinamento ! Infatti l'uomo si dà da fare per cercare di diminuire l'entropia derivante dai propri atti ma (poveri beoti che siamo !) ma qualsiasi cosa si faccia è noto che non può che far invece aumentare continuamente la diffusione entropica dell'energia all'interno dell'universo.

4  - Lo saprai benissimo che una delle fonti del surriscaldamento del Pianeta è imputabile alla pazzesca diffusione di ciò che dovrebbe rinfrescare gli ambienti UMANI (condizionatori e frigoriferi), no?.

5 - Curioso come noi si stia assistendo ad una specie di "roulette russa" che abbiamo "scelto" di inaugurare e che non sappiamo se ci farà sue vittime : da una parte cerchiamo di fare in modo - attraverso il "progresso" e "l'ordine umanamente interpretato" - che tutti abbiano da mangiare e che nessuno muoia.....................dall'altra parte non sappiamo sino a quale punto potrà spingerci il nostro egoistico concetto di progresso...................prima di raggiungere il punto di non-ritorno (a noi perfettamente ignoto) oltre il quale gli equilibri del VERO "ORDINE" NATURALE si romperanno AD ESCLISIVO DANNO DEL NOSTRO PRETESO "ORDINE". Salutoni.

1 Io intendo una entropia (della cosidetta) della natura.  A cui l'uomo oppone un ordinamento rispetto al suo habitat, ossia al fine della sua mera sopravvivenza.

2 certamente l'ordinazione è una prassi, e come tale genera guerra internamente ai suoi metodi ed esternamente rispetto alla protezione di tali metodi contro altri.

3 sono d'accordo, infatti le prassi si situano all'interno di processi storici completamente in balia dei processi entropici sia naturali che umani.
Il materialismo storico di Ipazia infatti ragiona all'interno di questo sfondo.
Uno dei problemi fondamentali è invece la negazione dello storicismo.
O lo storicismo inteso come progresso infinito.
Ma già Pasolini spiegava che sviluppo e progresso non sono la stessa cosa.
Naturalmente sarebbe già un buon passo accorgersi della follia delle nostre ideologie stagnanti e idiote. Ma come vedi il problema principale sembra essere invece la posizione post-umana, è già il sintomo di una problematica gigantesca pur la sua base essendo il nulla.

4 La motivazione addotta sarebbero le scorregge delle vacche che distruggono il muro d'ozono. Il problema sarebbe dunque il fatto che ci sono troppe mucche per via di una sovrapopolazione (di carnivori)....e via dicendo su questa china, che porta alla dietistica, e al bio-potere. Ma naturalmente potrebbe benissimo essere i frigoriferi, il petrolio, il carbone, e qualsiasi altra cosa ci voglia venire in  mente da Greta alle ONG. L'importante è creare il panico.

5 si hai di nuovo ragione (al netto del tuo stesso panico) la pretesa di combattere l'entropia con una corsa all'armamento ideologico e tecnologico, non fa altro che aumentare la spinta entropica naturale e umana.

E' questa la spinta nichilistica, che l'angoscia si nutre di un angoscia ancora superiore. La filosofia ( ma anche le altre scienze, intese come conoscenze) deve imparare (da Dante) che bisogna avere coraggio, e convivere con l'angoscia, conscia che questa angoscia la possa mal indirizzare nei suoi ragionamenti e quindi figuriamoci nelle sue analisi.
#1650
Ciao Paul

ogni volta che il concetto di Natura subentra come variabile nei nostri discorsi, le cose si complicano.
Un metafisico sa benissimo che la Natura è un concetto filosofico totalmente immerso nella fenomenologia.
Non esiste perciò la Natura come soggetto, ma solo come oggetto. Nella sottospecie l'insieme inferenziale fenomenologico a cui diamo il nome Natura.
Il punto non è tanto quello, quanto quello dell'utilizzo di questo oggetto, di questo Nome, non tanto nel campo della bio-sfera, quanto in quello dell'info-sfera.
Con la sottile analisi di Francesco Rubino, possiamo dire che mentre dell'info-sfera sappiamo tutto, della bio-sfera non sappiamo niente, ad esempio viene riportato l'esempio del deserto. Cosa è il deserto? Cosa conosciamo dei processi di desertificazione?
Eppure come nota il nostro, siamo pronti a colonizzare Marte  che è un immenso deserto, senza sapere nulla dei nostri deserti.
Dunque è proprio nell'info-sfera che avviene lo scontro politico persino delle condizioni della bio-sfera.
Non avverrà mai il contrario come invece sembri proporre.
Questo giusto per dare un abbrivio al futuro-praticamente presente, della quarta rivoluzione industriale (che è dell'ordine dell'info-sfera, che si occupa della bio-sfera).
Marx è dunque attuale, perché sa benissimo che l'info-sfera è nell'ordine politico della struttura di dominatori-dominati.