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Messaggi - ricercatore

#166
Citazione di: Phil il 30 Agosto 2021, 15:06:13 PM
Se ci fosse poi una terza fase, quella della maturità adulta, in cui serve uno sguardo trasversale e tendenzialmente imparziale che contestualizza, socialmente e storicamente, il senso del proprio agire e le "verità" del proprio mondo, fase caratterizzata dalla riflessione (dopo istruzione ed educazione)?

la fase della RIFLESSIONE, dove l'Uomo osserva se stesso: mette i suoi vissuti tutti su un tavolo, come un mazzo di carte sparpagliate. li analizza e da essi trae delle conclusioni, la morale della sua storia, frammenti che lo avvicinano alla sua Verità.

quei frammenti di Verità che poi avrà il desiderio (dovere?) di trasmettere, in una fase ancora successiva, quella del GENITORE (inteso non necessariamente in senso biologico)
#167
Citazione di: bobmax il 30 Agosto 2021, 19:27:00 PM
Sì, può essere inteso come un invito a "essere".

Tuttavia sono convinto che dica ben di più.
Cioè che vada oltre l'invito.

E' la risposta ad ogni male, ad ogni sofferenza, ad ogni ingiustizia.
E' l'Etica che trova la sua pace.

E' la conclusione dell'eterna lotta tra essere e non essere.

"Io sono colui che sono!"

E' ciò che è. Diceva Plotino.

"Io sono colui che sono" è una risposta molto strana che Dio da a Mosè.
come a dire, sono qualcosa che trascende tutte le possibili categorie umane, compresa l'idea che Dio è un'illusione.
il secondo comandamento è forse un ribadire questo concetto: non è possibile fare immagine alcuna di Dio, perché Dio non è inscatolabile in nessuna etichetta.
è la porta del Mistero, la Fede nell'Impossibile.
#168
@ipazia
credo che nella vita di una persona siano necessari entrambi gli aspetti.

quando si è bambini serve l'aspetto "dogmatico", il Dio del Vecchio Testamento: il bambino molto piccolo ha bisogno di "etichette" chiare (bene-male, buono-cattivo,...), confini definiti, stabili e sicuri dove svilupparsi e crescere.
questo processo è l'ISTRUZIONE, far entrare il bambino all'interno della Civilità, guidandolo per mano e "sopprimendo" (con moderazione) i suoi istinti più animaleschi.

quando si entra nella fase più adulta, in adolescenza, serve cambiare approccio, andare sull'approccio "ellenico", oltre i confini dei Dogmi, io direi anche il Dio del Nuovo Testamento (inteso senza riferimenti al Cattolicesimo).
serve trasmettere l'idea che la persona deve scoprire cosa c'è dentro di lui. il suo pensiero critico si deve sviluppare, deve capire che l'obiettivo della sua vita non è obbedire alle regole ma dare alla luce sé stesso.
questo processo è l'EDUCAZIONE, nel senso di "tirare fuori".

il mondo "vero" non ha bisogno di individui che ubbidiscono o si sottomettono a qualcosa, ma di individui vivi, generativi, fecondi.
il mondo "falso" ha bisogno dell'esatto contrario.
#169
@bobmax
grazie per avermi spiegato il tuo pensiero: credo anche io che il racconto della Genesi parli del nostro "risveglio" e del profondo disagio in cui questo risveglio ci ha gettato.
la parola "nichilismo" l'avevo associata più a un qualcosa di successivo nella nostra storia, ma effettivamente fa parte di quel senso di smarrimento, confusione e ansietà che l'auto-consapevolezza ha comportato.

credo che uno degli obiettivi nella nostra vita personale sia guardare in faccia questo disagio: per farlo però, serve una forza interiore incredibile.
è più semplice "stordirsi" (con droghe più o meno legali, più o meno leggere) o sottomettersi a qualche "padrone" (Dio, Patria, Ideale, Causa) così da evitare il problema.

c'è però quella "vocina", nascosta in fondo allo stordimento o alla sottomissione, che non si riesce a zittire.
quella vocina è un appello.
quei pochi coraggiosi che la seguono, dovranno perdersi nella Selva Oscura e affrontare la visione di tutti i gironi dell'Inferno.
ma solo così potranno risalire e raggiungere la vetta del Paradiso.

"Io sono colui che sono" è forse l'invito a "essere", a prendere su di sé la propria Croce e percorrere tutto il viaggio.
#170
@Ipazia @anthonyi
guardando le nostre vite personali, non possiamo dire di essere "figli" delle storie che abbiamo ascoltato durante la nostra crescita?
se avessimo ascoltato altre storie, altre fiabe, altri racconti, altre narrazioni, saremmo persone totalmente diverse.
secondo me pertanto, la cultura conservata nei libri condiziona moltissimo lo spirito dei popoli.
soprattutto i libri sacri: penetrano talmente tanto nel profondo (grazie al loro linguaggio più "mitologico", vicino al "sogno") che sono in grado di formarci, di guidarci e di plasmare il nostro carattere.
e lo fanno anche tutti i libri che leggiamo da adulti: se questo vale per noi singoli, vale anche per la nostra comunità e la nostra civiltà.
le storie non sono "solo storie", sono fondamentali: ecco perché C.S.Lewis disse "Un giorno sarai grande abbastanza da ricominciare a leggere le favole"

faccio un esempio, non religioso.
noto che la Disney negli ultimi anni, ha fatto uscire dei film dove la donna è molto forte (Frozen, Raya, Rapunzel)
è scomparso il principe azzurro che viene a salvarla quando è in difficoltà, come accadeva in Biancaneve, Cenerentola e La Bella Addormentata nel Bosco; addirittura il principe è spesso un mezzo idiota o, come in Frozen, addirittura il cattivo.
la donna si salva da sola, è forte, coraggiosa ed intraprendente.
sono certo che le bambine di oggi, saranno domani delle donne molto più forti, grazie a queste storie.
#171
@bobmax
potresti spiegarmi meglio il perché l'origine è il nichilismo? e il come viene descritto nella Genesi?

riguardo il linguaggio, dovremmo inventare nuove parole per poter esprimere quello che ancora non siamo in grado di esprimere, o, in alternativa, comunicare con la poesia, con la musica, con l'arte, raggiungendo così quella vetta che non riusciamo a raggiungere con la nostra grammatica.

@anthonyi
fantastico, non lo sapevo!
avere molte "etichette" a disposizione (una grammatica ricca) ci aiuta ad esprimere sicuramente meglio quello che abbiamo dentro, il nostro pensiero... mi viene in mente la neolingua di 1984, usata proprio per ridurre questa facoltà
#172
@iano
penso anche io che sarà così!
Fromm probabilmente si riferiva al pensiero più popolare, che utilizza la parola "scientificamente provato" per intendere qualcosa di "assolutamente certo" (ma ovviamente non è così!)
#173
mi rendo conto che la realtà è davvero complessa ed è quasi impossibile sostenere una tesi del genere: come faceva notare @Ipazia, sono talmente tanti i fattori che possono aver determinato il "successo" della Civilità europea che il discorso sarebbe troppo complicato  :)

rimango comunque dell'idea che il sistema di credenze nel quale si nasce, psicologicamente possa influenzare moltissimo la crescita individuale e quindi collettiva.
(anche nel citato libro di Fromm, l'autore mostra ad esempio come la Riforma protestante sia stata fondamentale per lo sviluppo del capitalismo in Europa: ad esempio solo per citare un altro punto, la "dottrina della predestinazione" creava molta ansia nelle persone, ansia che veniva "sfogata" nell'attività lavorativa ossessiva ed incessante)

@InVerno
in realtà la dottrina cristiana (non protestante) non mi sembra che veda il futuro in maniera così negativa: la Resurrezione rimanda al concetto di rinascita, di risalita, la sofferenza di oggi sarà felicità un domani. ecco il perché avevo ipotizzato un nesso tra "fede" e "fiducia nel futuro", spinto anche dalla citazione di Fromm riportata nel primo messaggio.

riguardo il linguaggio, ho sempre creduto che non possa esistere per noi un qualcosa che non sia esprimibile con la parola: il mio mondo è determinato dalla "grammatica" della mia lingua (ciò non significa ovviamente che non possa esistere altro, ma visto che non ho le parole per dirlo, per me non esiste).
ci può stare oppure è troppo azzardato? (sarebbe una discussione interessante, forse in un altro thread  :) )
#174
@iano: si, probabilmente ho usato "impossibilità" in maniera impropria.

se non interpreto male il tuo pensiero, in sostanza il "credere" è una funzionalità innata del nostro cervello che non dipende dalla Cultura (in questa parola ci metto anche le credenze religiose e filosofiche) nella quale siamo cresciuti
il nostro cervello ricerca continuamente connessioni, tenta di individuare caUSalità nella caSUalità e questo è alla base di ogni credenza.

tuttavia mi rimane un dubbio.
l'Occidente, fondamentalmente cristiano, è stato la culla della Scienza: le maggiori scoperte sono state fatte da uomini e donne appartenenti a questa fetta di mondo.
l'Oriente, che filosoficamente invita a stare nel presente (nel qui ed ora) e non guarda al futuro (addirittura sembra che i Cinesi non abbiano nella loro grammatica il concetto di futuro lontano, ma solo di futuro prossimo e che quindi non siano buoni risparmiatori per questo motivo), è stato teatro di un numero inferiore di scoperte scientifiche.
è anche questo un caso (nel quale cerco inutilmente una spiegazione)? oppure è un'osservazione sensata?
#175
@bobmax questi tuoi pensieri sono meravigliosi.
non sempre riesco a cogliere pienamente il senso, ma ne rimango profondamente affascinato.
#176
Percorsi ed Esperienze / Re:Tre libri.
23 Agosto 2021, 20:52:03 PM
Io direi questi 3

1) "Sapiens" e "Homo deus" di Y.N.Harari
Due letture che mi hanno messo in crisi, dando voce alla parte "atea" che mi abitava e che avevo tenuto repressa per molto tempo

2) "12 rules for life" di J.Peterson
Se le letture di Harari mi avevano messo in crisi, questa di Peterson mi ha aiutato a conciliare la parte "credente" con la parte "atea": un libro pro-religione che si concilia in modo assurdo e convincente con l'evoluzionismo, la storia e, in generale, la scienza.

3) "Uscire dalla paura" di Krishnananda e Amana
Libro molto introspettivo e profondo, per capire se stessi e le proprie ferite. Serve anche a capire gli altri e può essere utile per migliorare le proprie relazioni
#177
@anthonyi: quello che dici è esatto.
una parte di me sicuramente vuol placare l'ansietà che scaturisce nel contatto con il Mistero, con l'Ignoto, lo Sconosciuto, il Divino: razionalizzando il tutto, si mette un po' a tacere questo disagio illudendoci di rinchiudere il Mistero in una scatola.

un altra parte di me tuttavia ha bisogno di conciliare la dissonanza tra l'educazione religiosa ricevuta nel mio contesto familiare e quei pochi studi effettuati finora che riguardano le varie scienze (evoluzionismo, antropologia, psicologia, storia).
al momento mi resta difficile credere che i testi sacri parlino di Dio, credo che invece parlino dell'Uomo, delle Verità e dei Valori che è riuscito a dedurre in anni e anni di osservazioni, di tentativi falliti, di tentativi riusciti: contengono una saggezza preziosissima ed unica, costata molti anni e anche molto sangue.
con questo non mi sento di escludere l'esistenza di Dio, la mia ricerca prosegue e mai finirà  ;)
#178
@bobmax ora mi è più chiaro il tuo pensiero, grazie per la precisazione


mi resta comunque il dubbio originale: quando anche l'ultimo Dio cadrà, resisterà ancora nella mente degli Uomini quella Fede in qualcosa di impossibile?
oppure l'uomo sarà intrappolato nella "gabbia del solo possibile" perché non crederà più che ci sia qualcosa oltre le Colonne d'Ercole?
perderemo questa capacità?
#179
ciao @anthonyi, in realtà la via del Bene non è la via del buonismo: è la via del confronto, del dialogo e se necessario anche del conflitto (civile).
se io quell'offesa fatta dal vicino "me la tengo", in realtà sto solo accumulando risentimento, che un giorno esploderà: infatti è solo Dio (se c'è) che perdona, l'Uomo non ce la fa, necessita di risolvere la questione facendo giustizia in modo simbolico (e civile).

riprendendo l'esempio, se io uccido il mio vicino, il figlio del vicino (o il suo fratello) tenterà di uccidere me per vendicarsi: allora mio figlio (o mio fratello), tenterà di uccidere il mio assassino, e così via, come nelle (ancora purtroppo attuali) narrazioni di mafia. questo porta disordine nelle comunità, sofferenza, dolore e sfiducia nel futuro.
la via del Male soddisfa nel breve termine, è la via dell'espediente, apparentemente la più facile.
è la via che si sceglie per tamponare i problemi con dei palliativi, è la polvere sotto al tappeto: facile veloce ed, apparentemente funzionante. un giorno però, da quella polvere sotto al tappeto sbucherà fuori un Drago pronto a divorarti: o lo si sconfigge con la Spada di Verità (come narrano le fiabe) oppure vincerà lui.

riguardo il secondo punto, non riesco a conciliare la teoria dell'evoluzionismo (eravamo scimmie, poi, molto gradualmente, siamo divenuti uomini) con la stesura dei libri sacri.
la teoria che ho riportato l'ho sentita dal prof. Jordan Peterson e mi sembra sinceramente la più convincente tra tutte quelle che ho ascoltato.
quando eravamo uomini primitivi, ci siamo tramandati storie, da generazione in generazione: queste storie contenevano delle verità, dalle osservazioni fatte in molti anni sono state tratte delle morali che indicavano certi comportamenti come giusti (convenienti per una buona vita) o come sbagliati (non convenienti per una buona vita).
durante la trasmissione di queste storie, come accade sempre, i fatti si sono ingigantiti: una buona idea avuta da un Vecchio Saggio di un villaggio si trasforma in "Dio che parla al Profeta e che gli dice di fare o non fare una certa cosa".
#180
@bobmax
nell'idea che mi ero fatto, alcune grandi scoperte della Scienza sono state guidate da uno spirito "folle" che ha spinto lo Scienziato a credere che c'era qualcosa di possibile nell'impossibile, a vedere qualcosa di concreto dove altri invece non vedevano nulla.
questa attitudine alla ricerca e all'esplorazione dell'ignoto, la vedevo simile allo spirito che anima il Mistico, l'Uomo che cerca Dio (non l'Uomo "superstizioso" che utilizza Dio proprio per zittire i suoi dubbi)
chiaramente poi lo Scienziato deve raccogliere quella follia e con razionalità deve riportarla sui binari del metodo scientifico

quindi, nonostante l'apparente contrasto tra Scienza e Fede, in realtà le vedo più alleate che rivali