Citazione di: iano il 23 Settembre 2024, 10:48:29 AMCertamente, perchè non abbiamo altro modo di imparare se non dai nostri errori, e la scienza non fà eccezione.In realtà io non parlo di quarta dimensione, bensì di quinta. La quarta dimensione, considerato che le prime tre sono relative allo spazio, è relativa al tempo; la quinta, invece è fuori dal tempo e dallo spazio e non sottostà alla materia e a tutto ciò che essa comporta.
E' un errore quindi dare troppo credito alla scienza, per cui, se pure la scienza parla di quinta dimensione, non è il caso di fare preparativi per trasferircisi.
Ma allora perchè la scienza così incautamente ne parla?
Ne parlano i matematici, i quali però non hanno nessuna pretesa di dire verità che possano essere trasferite ipso facto fuori dall'ambito di loro pertinenza , e che però succede a volte che possano utilmente applicarsi alla realtà, come ad esempio la quarta dimensione nel caso della relatività di Einstein.
Dunque possiamo perciò affermare che almeno la quarta dimensione esista anche fuori dall'ambito matematico, nella realtà?
I matematici costruiscono spazi ad N dimensioni, dove N sta per qualunque numero naturale, per cui non c'è un limite teorico alle dimensioni di uno spazio matematico.
Paradossalmente il fatto che noi almeno tre dimensioni le percepiamo diventa un problema, perchè a causa di ciò per noi esistono solo le dimensioni che percepiamo, e la quarta dimensione, per quanto la ammettiamo, non percependola, resta per noi problematica.
Ma come funziona esattamente la nostra percezione, quando ad esempio percepiamo un mondo a tre dimensioni?
E perchè sono proprio tre, e non 4,5, o anche solo 2?
Se la realtà avesse effettivamente tre dimensioni , ma noi per un nostro difetto ne percepissimo sol tre, riusciremmo a viverci ancora, nonostante questo difetto percettivo?