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Messaggi - Jacopus

#166
Attualità / Re: Individualismo
07 Marzo 2025, 17:30:12 PM
Ma infatti io non punterei il dito contro la cultura occidentale ma contro quella sua declinazione che si chiama capitalismo. Capitalismo che è stato ben temperato nel corso di secoli da altri valori che lo mitigavano. Lo spartiacque fu il tatcherismo, sintetizzato nel formidabile slogan: non esistono società ma individui (e le loro famiglie). Quello che ho aggiunto fra parentesi di solito si salta citando il motto, ma il concetto è comunque perverso, poiché ci si può aspettare un aiuto solo dalle proprie famiglie. Bye bye stato sociale, bye bye fiscalizzazione della ricchezza, bye bye ricerca di posizioni iniziali uguali (e poi vinca il migliore). Il messaggio dell'individuo superiore alla collettività è un mantra che segue la società occidentale da sempre, ma ora ha superato un livello tale da mettere a rischio la stessa vita associata. Purtroppo in questa corsa insensata i paesi orientali stanno recuperando in fretta il gap e le culture tradizionali non hanno alcuna possibilità di condizionare le attuali dinamiche sociali.
#167
Su carta. Più per abitudine che altro. Anche se "una casa è casa solo se ci sono una collezione di libri ed una collezione di varietà di tè" (Tolkien).
#168
Attualità / Re: Monaco 1938-2025
26 Febbraio 2025, 20:55:50 PM
Citazione di: Pio il 26 Febbraio 2025, 14:29:00 PMNon è una novità il voltagabbana degli Usa: hanno mollato il Vietnam del sud, hanno di fatto mollato l'irak all' Isis , hanno mollato gli afghani ai talebani, la Libia alle tribù . Adesso sembra che tocchi all'Ucraina. E questo indipendentemente dal colore dell'amministrazione del momento. In pratica gli Usa vivono ancora della rendita di credibilità data dalla liberazione dal nazifascimo.
Anche qui mi trovo molto d'accordo. I cambiamenti storici del resto non sono mai immediati ed anzi c'è un respiro lungo della storia come raccontava Braudel, che giunge a ipotizzare il nostro condizionamento culturale ancora a partire dal lontano impero romano. In questo caso basti pensare che Bush senior combattè nella seconda guerra mondiale e fu presidente nel 1988-92. Poi nei successivi 20-30 anni, l'apparato del potere passò ai figli, che avevano un certo ricordo della guerra mondiale, pur non avendola combattuta. Oggi ci sono al potere i membri di una classe che ha una cognizione solo libresca della seconda guerra mondiale. Insieme a questo allontanamento emotivo, si sono innestati altri meccanismi come l' esasperazione dell'individualismo, il tracollo della classe media e l'involuzione dei sistemi formativi, tutti processi fra di loro collegati.
#169
Attualità / Re: Monaco 1938-2025
26 Febbraio 2025, 13:11:06 PM
Citazione di: InVerno il 26 Febbraio 2025, 12:25:52 PMSe c'era un buon argomento in questi tre anni di guerra che mi avrebbe messo in difficoltà riguardo al supporto della causa ucraina era quello che gli americani li avrebbero sedotti e poi abbandonati, nessuno l'ha tirato fuori ma era certamente un argomento sensibile da diversi punti di vista. Certo, con "abbandonati" non avrei mai immaginato gli avrebbero chiesto riparazioni più esose di quante ne furono chieste alla Germania dopo la prima guerra mondiale, posto che questa sia la reale magnitudo dell'abbandono e non siano "strategie comunicative" come molti sostengono. Chiaramente questo punto del conflitto era inevitabile, evitabile era come sta venendo fuori.

Checchè ne pensino i conservatori saliti sul carro di Trump che ora non riescono a spiegarsi le sparate del citrullo arancione, c'è un errore di calcolo fondamentale, tipico dei nazionalisti che pensano di avercelo sempre duro. La posizione che gli USA si sono ritagliati nell'ultimo secolo ha poco a che fare con loro potenza militare, ma molto a che fare con la loro stabilità e capacità di generare fiducia. I sovranisti sono convinti, e per questo penso che Trump non stia per niente facendo finta, che il potere che uno stato esercita è uguale alla sua capacità di randellare a destra e manca e intimorire gli altri, rendersi imprevedibili e fare leva sulle debolezze altrui. Questa "Art of the deal" su cui Trump ha scritto un libro potrà pure funzionare nelle agenzie immobiliari, ma non funziona con gli stati.

A questo punto i cinesi diventano a tutti gli effetti un partner più stabile e capace di generare fiducia di quanto siano capaci gli americani, stanno mettendosi in una posizione di vantaggio sul prossimo conflitto di Taiwan, facendo esattamente niente se non aspettare sulla riva del fiume, o come si ride su internet "The art of doing nothing" il famoso libro mai scritto da Xi.
Sottoscrivo tutto. Il problema è relativo al fatto che la maggioranza degli americani non ha chiaro come funziona il potere e condivide la visione primitiva di Trump. Un gran peccato perché il mondo sarà molto meno occidentale in futuro se continua questa decadenza, che è decadenza culturale ed economica insieme.
#170
Attualità / Re: Monaco 1938-2025
22 Febbraio 2025, 21:56:25 PM
Inoltre di fronte all'impossibilità di tener fede al "sogno americano", a causa dei limiti fisici della natura, che sta reagendo in molti modi a quel sogno (pandemie, cambiamenti climatici, crisi economiche, crisi demografiche, crisi culturali, tutte che si aggravano reciprocamente), la soluzione che non mette in discussione le attuali ingiustizie mondiali è proprio la scelta autoritaria, che accontenta le masse, sguinzagliando i suoi istinti più bassi contro altre masse, ancor meno tutelate in una guerra fra poveri, che permette ai veri responsabili di farla franca.
#171
Attualità / Re: Monaco 1938-2025
22 Febbraio 2025, 21:48:48 PM
Sono paragoni piuttosto azzardati. Le condizioni storiche sono differenti. Ed anche i ruoli. Monaco 38 servì a legittimare lo smembramento della Cecoslovacchia, con la mediazione dell'Italia. Ora si smembra l'Ucraina con la mediazione degli USA, i quali fino a qualche mese fa erano avversari dichiarati di una parte in causa. Inoltre se il controllo politico-sociale di Putin è simile a quello di un dittatore fascista quello di Trump non è (ancora) a quei livelli. Mi auguro che gli USA ritrovino la ragione il prima possibile, ma sono aperti tutti gli scenari. Penso però che mentre "Putin dittatore" segue la stessa tradizione politica dei grandi totalitarismi del XX secolo, "Trump dittatore" è qualcosa di nuovo, poiché il suo potere si fonda molto più su un potere extra/governativo, ovvero sul potere della lobbies industriali-finanziarie, che tendono a gestire direttamente il potere senza alcuna intermediazione statale. Non è più lo Stato la rappresentazione del potere "oltredemocratico", ma la Corporation, o meglio, il cerchio magico dei CEO, che controllano media, intelligenza artificiale, comunicazioni satellitari. Il cosiddetto MAGA è solo uno specchietto per le allodole. Questo potere non è ultra nazionalista, o se lo è, lo è solo in modo manipolatorio. Il vero fine è quello di costruire un potere che tuteli una minoranza di mega/ricchi, in preda a pericolosi deliri di onnipotenza.
#172
Citazione di: Pio il 18 Febbraio 2025, 14:22:02 PM
La mela verde e la mela rossa hanno una differenza evidente ai sensi. Per colui che non si ciba della mela possono sembrare uguali solo perché non interessano e quindi non attraggono la sua attenzione. Ma per colui che se ne ciba è molto importante distinguere la mela rossa da quella verde ( per nutrirsene, per il raccolto,ecc). Penso che la paura del diverso sia ancestrale: è probabile che distinguere una tribù dall'altra in base ai colori, ai tratti somatici , ecc, fosse essenziale per la sicurezza ai primordi dell'umanità. È noi siamo ancora in parte condizionati da queste distinzioni. Quando il diverso entra a far parte del tuo cerchio ( il migrante che diventa tuo vicino, e poi tuo amico e poi parte della tua quotidianità) questa paura più che passare si "sposta": il ladro slavo , il musulmano barbuto, ecc. Non credo sia facile sbarazzarsi di queste paure che fanno parte di noi. Non funziona semplicemente imponendolo dall'alto, da un piedistallo illuminato. Certo, la cultura è fondamentale, ma non può far tutto. "Indovina chi viene a cena", vecchio film cult con S. Tracy mostra con ironia come il pregiudizio e le paure siano radicate anche in chi se ne dichiara privo.

Esatto Pio. Questo fantasma del nemico, del diverso ce lo portiamo appresso a causa delle decine di migliaia di anni in cui eravamo divisi in piccole tribù che qualche volta collaboravano e altre volte si spaccavano la testa. Fatto sta che o ammettiamo che siamo sempre quelli o invece ci sforziamo di pensarci in un cammino che ci permette di "pensarci altrimenti", e in questo pensarci altrimenti giocoforza dobbiamo superare questo ridicolo considerare:

Citazione"gli europei non hanno tanta necessità di arginare la natura come invece gli africani, non hanno tanta raffinatezza e distanza come gli asiatici e nuovo e nuovissimo mondo ripetono più o meno diversamente. "
Ma cosa significa? Che l'africano geneticamente deve arginare la natura, mentre l'europeo ha un codice genetico che non la deve arginare? A parte il fatto che si tratta di una pura farneticazione, ma ci si rende conto che da queste differenze nasce la violenza etnica? Io non sono raffinato quanto un asiatico, che fra i suoi cromosomi ha evidentemente anche quello della raffinatezza.
Nessuno pensa che questo viraggio verso l'etnicità ha solo il compito di sviare l'attenzione da ben altri problemi, ovvero dal diktat individualista del capitalismo imperante? Se vedi che conta solo il denaro, il successo, il potere e tu non hai nulla di tutto ciò ed anzi sei colpevolizzato perchè non sei riuscito nell'impresa, allora non resta che lo spirito etnico, pensarti differente e magari leggermente superiore. Ma anche se non ti pensassi superiore, questa diversità etnica (che non ha alcuna base fisiologica) a cosa serve realmente? Di nuovo a fissare dei confini fra società, mentre le merci non ne hanno più da qualche secolo. Una forma di alienazione che viene addirittura perseguita ed osannata. Che miracoli che riesce a fare il capitalismo. Le merci sono più libere delle persone, che in ciò diventano oggetti, strumenti al servizio delle merci, le quali godono di diritti soggettivi ed oggettivi ben più rilevanti della stragrande maggioranze della popolazione umana. E in tutto ciò si straparla di differenze, come se quelle differenze potessero compensare le profonde ingiustizie del mondo attuale. In questo io vedo il pericolo di parlare di differenze etniche. Che è un pericolo politico.
Dal punto di vista genetico, invece non esiste alcuna differenza, ovvero le differenze genetiche fra me e un samoano è dell'1 per cento, così come fra un Samoano e un pigmeo. Se si aggiunge a ciò il fatto che il nostro cervello è plastico e fatto per imparare, ne consegue che un Samoano educato a New York sarà un newyorchese e un newyorchese educato a Samoa sarà un samoano, con tanti saluti all'etnicità. Ammesso che con etnicità si voglia dire qualcosa di fisiologico. Se invece si fa riferimento all'imprinting culturale del vivere in un certo ambiente o anche solo all'uso di una particolare lingua che modella i nostri comportamenti e le nostre visioni del mondo, ciò è innegabile, così come è innegabile però che dobbiamo essere in grado nel XXI secolo ad ibridare i nostri modi di pensare, appunto a pensarci altrimenti e non a difendere una identità ristretta o a pensare alla famosa e ridicola "sostituzione etnica". Qui la sola sostituzione che avviene è quella fra valori di solidarietà ed egoismo feroce. Quindi quando sento parlare di differenza etnica mi si rizzano giustamente i capelli, perchè è l'anticamera di ogni pensiero deumanizzante. Se invece vogliamo pensare la diversità come talenti diversi e doti diverse, ben venga questo elogio della diversità, a patto che non nasconda alcun baco di dominio. Purtroppo la storia ci insegna invece che dalla diversità etnica nasce sempre una volontà di potenza e di separazione dominanti/dominati.


#173
Legge 13-10-1975 n. 654. DL 26 aprile 1993 n. 122.
#174
Phyrosphera scrisse:
CitazioneLe differenze non si possono superare
Le differenze genetiche tra bianchi, neri o altre differenze fisiche sono irrilevanti in homo sapiens ed eventualmente le differenze comportamentali sono riferibili alla loro storia culturale. Ovvio che chi ha in casa una biblioteca, sarà mediamente più curioso intellettualmente di chi vive in un ghetto di zingari. Ma non esiste una predisposizione razziale, semplicemente perché non esistono razze umane. Homo sapiens è stato sempre così mobile nella sua storia da aver sempre mescolato i suoi geni. Hanno fatto studi dai quali risultavano geneticamente più simili soggetti lontani come giapponesi e brasiliani rispetto a due vicini di casa italiani (digitare Barbujani su YouTube). Se insisterai con queste scemenze chiudo la discussione, visto che stai anche violando la legge.
#175
Anthony non sono così preparato in geopolitica come in altri campi. Però da quel poco di storia che conosco, gli USA promuovono (come sta nell'ordine delle cose) una politica egemonica, che si rifà alla tradizione romana, degli Stati confederati (gli USA stessi sono una confederazione). Ma Roma non era certo un dominatore cortese, come ogni dominatore del resto. Abbiamo perso una guerra grazie ai fascisti ed è normale che ora siamo subordinati agli USA. Ma dall'altra parte c'è un dominatore molto più feroce e quindi fra due mali scelgo il minore, anche se l'optimum sarebbe avere un autonomia militare in quanto Europa. In questa politica egemonica rientrano anche le politiche antirusse, che servono ad un triplo scopo. Creare un nemico per gestire il malcontento interno, indebolire un avversario (per quanto già sufficientemente debole) e indebolire con una guerra alle porte l'Europa stessa, che al di là del fatto che sia un alleato, è anche un competitore rispetto alle risorse economiche e allo sviluppo tecnologico.
#176
Sulla Crimea bisognerebbe però precisare che:
1) è una regione di cultura russa da secoli. Fu regalata alla Ucraina da Krushiov negli anni '50 dello scorso secolo.
2) Non conosco i particolari ma l'Ucraina non ha mai concesso i vasti poteri di autonomia che avrebbe dovuto concedere come fece l'Italia con il sud Tirolo. E l'Ucraina non ha come stato confinante una quieta e piccola Austria.
3) A parti inverse sarei curioso di vedere come reagirebbero gli USA se in Messico si insediasse un governo ostile.
#177
Citazione di: anthonyi il 16 Febbraio 2025, 03:02:26 AMPer cui la tua posizione, jacopus, é perfettamente in linea con la posizione della propaganda filoputiniana.
Sapresti farmi un esempio, jacopus, di un fatto storico che dimostri queste "provocazioni".
Che nel mandato Biden vi fosse l'intenzione di provocare la Russia per scaricare all'esterno i problemi interni non lo invento io. Puoi fare una ricerca su internet e trovare risultati in questo senso. Trump ora fa un gioco contrario per differenziarsi ma il movente è sempre lo stesso: scaricare all'esterno le profonde contraddizioni del sistema sociale statunitense, nel quale non ti puoi permettere di ammalarti se sei povero (ad esempio) e dove gli slogan per una crescita infinita hanno finito la loro carica. Detto questo, ripeto per l'ennesima volta, Putin è un satrapo asiatico al quale preferisco perfino Trump, ma questo non significa che Trump o gli Stati Uniti siano lo stato della "Bontà". Perseguono i loro interessi egemonici e lo stanno facendo ora a carte scoperte, visto che l'elettorato di Trump non è certo in grado di comprendere giochi politici sofisticati.
#178
La mia posizione sulla Russia è sempre stata la stessa. La Russia è una grande nazione. E' stata negli ultimi decenni provocata dagli USA, che ha usato l'Europa e l'Ucraina come pedine del suo gioco. Ciò non toglie che Putin sia un tiranno, che non ha nulla a che vedere con il marxismo. Che la Russia sia marxista oggi, fa ridere. La Cina si avvicina molto di più a quel modello. Sulla microfisica dei fatti quotidiani, sono molto più significativi di tanti bei discorsi. Sarà perchè ormai sono ligure d'adozione, ma "i discorsi stanno a zero" se poi i comportamenti sono altri. Ricordati che un vero uomo di sinistra deve essere integro in ogni suo comportamento. I fascisti se lo possono permettere di essere incoerenti, violenti, contraddittori, possono tranquillamente dire bianco un giorno e il giorno dopo nero, ma un uomo di sinistra deve essere o deve cercare di essere sempre all'altezza dei suoi ideali, che non sono quelli della prepotenza e della presunzione.
#179
Lo sai che marxista/leninista sei Niko? Sei un marxista/leninista che, quando siamo andati da Inverno ha detto in modo "categorico": "io dormo sotto nel letto a castello e tu dormi sopra, perché io ho problemi a dormire nella cuccetta in alto". Un vero marxista avrebbe domandato anche le mie preferenze. Un piccolo dettaglio nella grande Storia, ma è proprio dalla somma di tutti questi piccoli dettagli che ho imparato a diffidare dei marxisti, della frattura fra loro idee egualitarie (astratte) e il loro comportamento individualista (concreto). A fare bei discorsi geopolitici siamo bravi tutti. Più difficile essere coerenti con quei discorsi nella all-day-life.
#180
Pensare alla psicoanalisi come ad uno strumento di repressione può cogliere una parte del messaggio psicoanalitico, ovvero quello classicamente freudiano, secondo cui il bambino perverso polimorfo va dotato di super-Io. In origine, secondo questa visuale, l'uomo è originariamente egoista e va disciplinato attraverso il senso del limite in modo che non giaccia con la propria madre e non uccida il padre, che simbolicamente rappresentano i limiti del vivere in società. A mio parere questa visione se completata da ciò che la psicoanalisi ha aggiunto in seguito, non ha nulla a che fare con la repressione.Anzi è il suo esatto contrario. Freud paragona spesso la psicoanalisi all'archeologia, ovvero ad un metodo di studio che tende a riscoprire ciò che è nascosto, nella convinzione che parte del nostro vero sè non è quello che mostriamo e che riteniamo sia la nostra identità. In questa ricerca del sommerso si esprime la famosa dichiarazione di F. secondo il quale "non si è piu padroni neppure in casa propria". Che questa logica possa essere usata da abili manipolatori è possibile, come del resto è avvenuto con Tommaso, con Hobbes, con Nietzsche, perfino con Cristo. Ma Freud è in realtà uno degli ultimi figli dell'illuminismo. Vuole rischiarare ciò che è oscuro, ciò che di noi, si appiattisce in cantina. Pensare di avere una modalità esclusivamente liberatoria e solare è un equivoco ancora più pericoloso di chi ammette di avere una natura ambivalente. Solo dalla ammissione dei nostri limiti e delle nostre contraddizioni può iniziare a nascere un mondo meno repressivo. Come puoi intuire in ogni caso, anche lo stesso cristianesimo invia messaggi che accolgono l'ambivalenza umana, ma alla fine c'è un padre che la supera quella ambivalenza e dice "io non sono ambivalente, perché sono oltre la vita e la morte".