Citazione di: niko il 19 Settembre 2023, 11:34:52 AMIn realta', la tradizione marxista mostra una differenza incolmabile tra l'uso precapitalistico e quello capitalistico di merce e denaro.
La struttura antica e feudale e' caratterizzata dalla sequenza merce-denaro-merce, in cui il denaro e' (ancora) un mezzo, e la merce un fine. La struttura capitalista e' caratterizzata dalla sequenza denaro-merce-denaro in cui il denaro assurge a fine, e lo fa riducendo la merce a mediatore e mezzo.
Il contadino, ha la capra (merce), che vende al mercato, per avere i soldi (denaro) con cui comprare la zappa (merce); la figura del mercante professionista, archetipo primordiale del capitalista, ha i soldi (denaro), con cui compra delle zappe (merce), che rivende ad un mercato distante e piu' favorevole rispetto a quello in cui le ha comprate, per avere i soldi, (denaro) piu' soldi di quelli iniziali.
La stabilizzazione di questo sistema, si ha quando il mercante si trasforma in capitalista, ovvero quando il suo guadagno non dipende dall'aver venduto le zappe a un mercato diverso e piu' favorevole, ma dall'aver incorporato del lavoro umano nel prodotto che gli permette di venderlo in condizioni diverse e piu' favorevoli anche allo stesso mercato, ad esempio se e' partito dal possedere bastoni e pezzi di ferro grezzo, ha sfruttato il lavoro di qualcuno per trasformarli in zappe e poi, in tale nuova e piu' desiderabile forma li ha rivenduti.
Le vere " invenzioni" originali e caratterizzanti del capitalismo sono capitale e lavoro; merce e denaro invece rientrano a pieno titolo tra le forme ad esso preesistenti e da esso sovvertite e sussunte.
La "non naturalita' " di merce e denaro e', molto elegantemente mostrata dal loro divenire, parallelo al divenire dell'uomo e dei suoi sistemi sociali ed economici, con le loro divenienti e differenti leggi sistemiche, che differentemente, di volta in volta, organizzano strutturano merce e denaro; se ci sono almeno due modi sequenziali e diversi di usare merce e denaro, merce e denaro NON sono naturali, e NON sono, neanche, riconducibili ad unita'; sono manifesti in almeno due simulacri, di loro stessi, corrispondenti ad almeno due, ambienti sociali umani diversi, i quali entrambi, usano e maneggiano merce e denaro, ed entrambi hanno la potenzialita' di apparire illusivamente naturali ai loro propri abitanti pur senza esserlo, di cui nessuno ha il pregio, o il merito, dell'originalita', perche' sono entrambi, artificiali.
Mentre l'oggettualita' dell'ambiente umano e' prodotta dall'attivira' umana, la sensazione di -falsa- naturalita' di cio' che naturale non e', e' prodotta dall'oblio della natura artificiale di cio' che e' artificiale e oggettualmente prodotto, perche', nel contesto e nell'ambito di cio' che e' artificiale e oggettualmente prodotto, si esiste fin dalla nascita.
Questa, in particolare gli schemi MDM e DMD' è la classica analisi marxiana che si trova nel primo volume del Capitale.
Che ovviamente viene riproposta nei testi di storia, di letteratura e di filosofia data l'importanza storica del movimento comunista. Aggiungendo la teoria del valore lavoro, del plusvalore e dell'acccumulazione originaria del capitale il quadro della teoria economica marxiana è abbastanza completo.
Per me la teoria economica marxiana va relegata ad un capitolo della storia della scienza economica, ma scientificamente è inconsistente, inutile, fuorviante, come gli schemi sopra riportati. Infatti nei testi di economia attuali giustamente non si trova.
La novità del capitalismo è il capitale, alla base della rivoluzione, innovazione continua dei processi di produzione e dei prodotti. Il lavoro salariato si trova in tutti i sistemi economici precapitalistici, eccetto quelli più primitivi. Tutti le caratteristiche, aspetti del capitalismo si trovano in nuce nei sistemi economici precapitalistici.
Per inciso trovo divertente la critica al mercato da parte di chi esalta la libertà dei consumi, del lavoro individuale, dell'esistenza individuale nel paradiso comunista prossimo a venire, secondo il profeta.
Ho definito naturale tutto ciò che è o può diventare reale, esistente; contronatura è quindi soltanto ciò che non può realizzarsi. Con questa definizione di naturale la distinzione naturale artificiale è inutile.
