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Messaggi - PhyroSphera

#166
Citazione di: iano il 29 Gennaio 2025, 03:37:09 AMSarebbe un pò come voler spiegare a uno studente la matematica senza usar parole, non essendo la matematica fatta di parole.
Le parole sono la metamatematica che danno un significato alla matematica.
Ma non è esattamente la matematica ad aver bisogno di parole, ma  noi, e in analogia i fatti senza una spiegazione sono lettera morta, di cui non resterebbe alcuna memoria, memoria che tramite noi diventa di fatti nuovi concausa.

La matematica non è il matema e perciò ha bisogna di parole.

MAURO PASTORE
#167
Citazione di: iano il 29 Gennaio 2025, 02:55:52 AMMa se i fatti restano fatti, comunque li si produca, i metafatti, o metafisica che dir si voglia, è solo roba nostra.
A voler dare il primato ai fatti, oppure alla metafisica come fa Mauro Pastore, non si fa il bene ne degli uni ne dell'altra.
I fatti da soli possono ben continuare nella loro dinamica per inerzia, beninteso, ma senza metafisica, che in senso riduttivo è una spiegazione di fatti, siamo noi a non andare da nessuna parte.
Non è bello che tu mi nomini per fare illazioni. Io non sono un sostenitore del primato della metafisica.
Voialtri dovreste evitare tanta eloquenza se unita a superficialità e stizza.

MAURO PASTORE
#168
Citazione di: iano il 29 Gennaio 2025, 02:07:48 AMA sentir te sembra che siamo restati ai tempi di Aristotele.
Prova anche con qualche autore  moderno.
Potresti trovare interessante l'evoluzione nelle spiegazioni del moto dei corpi che nel frattempo ci sono state.
Nessuno descrive oggi più il moto dei corpi  come letteralmente spinti da forza propria, se non per una inerzia nei modi di dire.
Con ciò non voglio dire, in accordo con te, che ci siamo avvicinati di più alla verità sul moto dei corpi, ma essendosi invece la scienza sempre più allontanata dalla pretesa di dire la verità, questo non è più un problema per gli scienziati.
Quindi se tu credi che solo la filosofia possa condurci alla verità, non devi vedere più la scienza come una pericolosa concorrente.
Anche qui mi pare quindi che tu sia rimasto molto indietro.
La scienza da questo campo di ricerca si è tirata del tutto fuori, lasciandolo libero a filosofi, teologi, e a chiunque altro abbia voglia di cimentarsi.
Mi sembri come quei giapponesi abbandonati in un isola del pacifico che non sapevano che la guerra era finita.



Sei tu arretrato. La forza propria è il contenuto delle descrizioni scientifiche fisiologiche del moto dei corpi biologici, per il quale lo scienziato fisico compone solo corrispondenze inspiegabili.
Se tu decidi di smettere di fare da bastian contrario e nemico alla vera filosofia, alzandoti dalla sedia dove stai per replicare con astio ai messaggi di "PyhroSphera"... il fisico non può capire come mai potevi restarci anche; e i suoi calcoli - mai precisi, solo dati raccolti senza dinamica che si spiega - non sarebbero dato scientifico reale. Aristotele? In ogni caso tu confondi epistemologia e scienza.
La stima di limitatezza che il filosofo assegna alla scienza riguarda lo statuto di ogni scienza. Non si scappa, non scientificamente ma epistemologicamente. Tu sei nella situazione di un tragico pendolare: cattiva chiesa - ufficio col capo sfruttatore. Passi dal tentare sostituzioni della filosofia alla scienza alle sostituzioni della scienza alla filosofia. Ma la teoria scientifica appare mero linguaggio, ad esempio al sedicente medico mentre non ammette di essere un tecnico e la filosofia appare scienza in senso proprio al prete che gioca a trasformare la Sapienza in sapere.
Io non sono come quei giapponesi che immagini; tu invece assomigli a chi è finito in un nido di serpenti senza saperlo e i serpenti sono i tuoi errori accaniti.

Inoltre non si ragiona sulle metafore e similitudini come fai tu. E' indisciplina, mancato rispetto per l'intelligenza del discorso. Definendo la luce che si allontana, non facevo il fisico, ma dicevo di realtà sfuggente, non a disposizione della scienza. Non fare magie coi lettori sprovveduti.

MAURO PASTORE
#169
Citazione di: Jacopus il 09 Gennaio 2025, 09:28:39 AMMario Pastore, si aggiorni. Ciò che lei riferisce rispetto alla teoria evoluzionistica è  quello che si teorizzava cento anni fa. Nessuno parla più di anelli mancanti, visto che la teoria evoluzionistica non deve giustificare una evoluzione verso livelli sempre maggiori di complessità ed intelligenza. Questo è ciò che ci fa credere il nostro narcisismo. Comunque capisco l'attacco. È probabilmente la ferita narcisistica più grave fatta all'uomo. Pensarci della stessa qualità di tutti gli altri esseri viventi è spiacevole per chi crede di essere fatto di una sostanza diversa e più nobile. Comunque si dia pace. L'evoluzionismo al momento, ha la stessa evidenza teorica del gravitazionismo o dell'orbita della terra intorno al sole ( che poi è la stessa cosa).

Io di questo argomento ne discussi già e confutai in altra discussione.
Si aggiorni lei. Ipocrisia linguistica a parte dei folli sostenitori dell'uomo-scimmia, il dato dell'anello mancante è stato confermato e gli evoluzionisti avevano dovuto ammettere che c'era una difformità tra dati scientifici e la loro interpretazione totalitaristica della evoluzione, quindi si sono dati con maggior impegno a disegnare ovvietà inesistenti oltre che a scommettere su semplici plausibilità, facendosi nemici della speculazione filosofica.
I dati sono sempre più precisi: non c'è stato un divenire, tantomeno continuo, bestia-uomo.
La vera teoria del gene egoista non è quella degli evoluzionisti ma dei genetisti. I primi la usano per ribaltare linguaggi, un affare disonesto cioè.

MAURO PASTORE
#171
L'alterità è stata una categoria necessaria alla cultura del Ventesimo Secolo e lo è ancora adesso, ma è circondata da incomprensioni e falsificazioni.
La teologia della crisi con Karl Barth ne fece la via per affermare ancora Dio e Cristo, senza confondere quest'ultimo col mondo. Già Kierkegaard ne aveva usato per affermare la non partecipazione del Singolo, solo davanti a Dio, alla ossessione del proprio diretto circondario e al non-riconoscimento della Folla.
Con E. Lévinas l'Altro è quello che divide, che torna a dividere, di nuovo pagani da ebrei, ma senza mentire. Derrida lo vedeva nelle giuste recriminazioni del debole, che identificava con Gesù di Nazareth crocifisso.
La teologia cristiana è giunta a considerare il Totalmente altro una espressione etica non metafisica per Dio, che è ancor più radicalmente differente e proprio per questo può esser più vicino di quanto si creda; mentre il Pensiero Debole (anche col suo massimo teorico Gianni Vattimo) spesso è andato fuori contesto venendo meno dalla distinzione monoteismo/panteismo.
La politica cosa fa, cultura e politica assieme come sono schierate?
Qui di sèguito un mio messaggio, di protesta (già pubblicato altrove), contro una disastrosa dichiarazione pubblica di L. Segre rilasciata ieri 28 gennaio 2025, all'indomani del cosiddetto Giorno della memoria:

| Giornata della memoria, L. Segre, senatrice a vita, raccomanda: studiare storia e geografia e non attaccarsi al telefonino, "accoglienza, all'altro - accoglienza", qualunque sia il colore, religione, etnia, nazionalità.

 Parole rivolte ad altri contesti oltre il suo e che sono irrealizzabili o proprio immorali. Non è il prossimo, ma l'altro... e l'altro può essere anche un assassino intruso.
 Quanti intrusi hanno ucciso, negli Stati, nelle società, civiltà, tra selvaggi, primitivi? La senatrice sa che ci sono anche nazionalismi fanatici non solo le glorie nazionali, intrusioni e sopraffazioni etniche non solo convivenze meravigliose, intolleranze religiose non solo scambi e dialoghi, razzismo non solo orgoglio razziale, ma non considera che l'accoglienza può essere un'arma a doppio taglio. Può essere proprio la causa stessa dei mali denunciati.
 
 Esempio: se la civiltà teutonica non avesse accolto incautamente le masse di ebrei orientali ma li avrebbe solo accettati cercando di costruire una convivenza diversa da un tentativo di un unico popolo, non sarebbe mai nato il dissidio sociale sfociato poi nella intolleranza antigiudaica; e se si fossero mantenute le distanze religiose questo dissidio si sarebbe potuto evitare; e una volta accaduto era assurdo voler organizzare una convivenza senza tener conto delle differenze razziali, che, fosse puro caso e coincidenza, spesso c'erano davvero ed estreme: accogliere tutti significava ammetterli in tutte le attività, secondo diritto, senza tener conto delle diverse capacità legate alle diversità di razza, ed era disastroso e creava insofferenze in ambienti basati ancora del tutto su capacità particolari. Culturalmente: come organizzare una istruzione tedesca, se moltitudini non volevano integrarsi e pretendevano una istruzione internazionale, non europea? E come fare, in queste condizioni, a difendere la vita nazionale, visto che gli Stati Nazionali risalgono perlopiù soltanto al Secolo XIX e non era giusto abortirli?
 Accogliere tutti in tutto? Come fare a difendere nazioni, conservare etnie, continuare con la propria religione, vivere la propria appartenenza razziale? E' impossibile.
 
 Accogliere indistintamente crea una confusione, poi fusione e infine morte, implica contrarietà non solo a volontà innocenti ma pure a bisogni ineludibili, forti e necessari. Tranne che non si voglia essere criminali - come lo furono Stalin e gli stalinisti - bisogna dare un grande no all'appello alla indistinta e generica accoglienza all'altro... che non è il prossimo!
 Non si scorge nel discorso di Segre la traccia dell'etica del monoteismo, neanche di quello ebraico, e neppure della morale pagana e politeista... ma il segno dell'ateismo prepotente che non intende i problemi e si pone contro il modo per risolverli.
 Attualmente le sinistre politiche in maggioranza agiscono per un meticciato che è un destino indesiderato o impossibile per svariate moltitudini che hanno bisogno di altro che una unica grande chimerica società mondiale dove si ignorano le differenze. Una nazione dimidiata, incapace poi di sussistere? La vergogna delle proprie caratteristiche razziali? L'ignoranza religiosa, finanche smarrendo la nozione di "prossimo"? L'impossibilità di seguire la propria destinazione etnica? Quale società, civiltà, cultura, così? Infatti l'accoglienza generica all'altro genera claustrofobia e penuria.
 Si vogliono dare lezioni di storia e geografia, con questo mandato liberticida e dissennato, di accogliere sempre e senza distinzioni?
 Invece di proporsi tanto sacralmente, imitando la funerea freddezza di "Stalin", la Segre potrebbe imparare dalla storia sovietica che Stalingrado ebbe un significato, di nome e di fatto, per l'Unione Sovietica, proprio liberando le energie dei singoli, non delle masse. Lo potrebbe, non fosse che proprio l'accoglienza che Segre vanta fece invadere le culture dagli impostori e alterare i libri di storia.
 
 E che dire delle contestazioni del Quarto Mondo, che l'intellettualità filàntropa legata a Marx (e Stalin) ancora ignora volontariamente? Il Quarto Mondo non vuole aiuti, ovvero non vuole che si cancelli la vita selvaggia o primitiva e le civiltà direttamente in contatto con esse... non vuole essere accolto, ma sopravvivere e vivere, anche accanto se non separatamente.
 Non solo questo mondo, anche altri, non hanno bisogno dell'appello all'accoglienza, devono rifiutarlo per durare come vogliono; e una senatrice, per essere realmente tale, non deve fare cattiva demagogia, offendendo tutti quanti in volontà di serietà, protagonisti, coinvolti, non coinvolti, estranei alla Shoah.|


 
 
MAURO PASTORE
#172
Citazione di: Visechi il 28 Gennaio 2025, 16:55:22 PML'area del mistero e del trascendente si contrae sempre più, man mano che la scienza progredisce, questa si assottiglia in maniera proporzionale. Tuttavia, ancora oggi resta uno spazio non occupato, privo del perché sia così. Resta tutto ciò che la scienza non è riuscita ancora a de-finire, a de-limitare. C'è ancora spazio per i perché, forse è il come che smette di essere un mistero, ma il perché ancora oggi reclama il suo spazio.

Se si pone la cosa come illuminazione e allargamento indefinito delle conoscenze scientifiche, allora c'è da consultare un vero parere scientifico:
La scienza psicologica afferma che la indagine scientifica è realizzata a partire dall'inconscio nella coscienza. Quest'ultima è come un fascio di luce che illumina una zona in mezzo al buio e si sposta sempre: dopo la zona X, la Y, restando la X al buio, quindi la Z con la Y al buio... e ogni volta che ritorna il buio accade qualcosa di ignoto. Anche dopo la Z, ritorna la X, ma i contenuti non sono gli stessi.
Esempio: la gravitazione ai tempi di Archimede non era la stessa dei nostri giorni, pur essendo essa tale, gravitazione.
Per tale ragione il progresso scientifico non è un assommarsi che riduce la percentuale di ignoto.

Inoltre: il trascendente è anche ascendente, cioè sfugge (e il linguaggio interpreta il mondo, non è una semplice indicazione). Altra similitudine: una luce che si allontana sempre di più per forza propria. In tal caso la scienza considera solo dei confini. E' la filosofia che mostra la natura sfuggente della Realtà Ultima... ma solo per chi voglia pensarci invece che rifugiarsi in poche cose e negare l'altrui sguardo verso il Mistero.


MAURO PASTORE
#173
Citazione di: niko il 10 Gennaio 2025, 23:20:38 PMEcco, occupati di filo-sofia, e lascia perdere la scienza, di cui palesemente non ne sai una mazza...


Ti trovi davanti un linguaggio simbolico, con delle personificazioni, e per te è palese che c'è ignoranza della scienza. E gli studi di scienza psicologica sui simbolismi? L'antropologia culturale? La morfologia della fiaba? La sociologia della religione? I simboli studiati dagli etnologi?

E perché poi quell' "ecco", se io ho avevo espresso il passaggio dalla filo-sofia alla filosofia? Insomma voialtri siete innamorati della simbologia occulta e agite per una distruzione o proprio cancellazione culturale, ma come la si mette con la Conservazione dei Beni Culturali, che può essere anche con scienza, con la lealtà sociale, il rispetto per l'istruzione ricevuta in scuole e licei, per Paese e nazione, civiltà presenti e relative necessità?
Dietro a Marx e al panteismo di marca cinese, vorreste far palesare altra cultura e simbologia?... ma come si parlerebbe e scriverebbe e si studierebbe nel frattempo? Non vi sentite traditori di Dante, Tasso, ma anche degli sforzi direttamente politici per una lingua italiana e cultura europea? Occhieggiate al latinorum? eppure la nostra lingua è neolatina e il vostro rifiuto non si spiega in termini di revanscismi vetero-cattolici.
Abbiate etica sufficiente per dichiararvi e dichiarare il minimo, senza offendere più.


MAURO PASTORE
#174
Citazione di: PhyroSphera il 28 Gennaio 2025, 00:12:13 AMCosì la Treccani online:è
" Studio delle culture umane, delle loro forme e dei loro processi di trasformazione. Oggetto specifico dell'e., come dell'antropologia culturale (➔ antropologia), sono tecniche, costumi, credenze, forme della vita sociale, politica, religiosa, economica ecc., studiati sulla base di ricerche etnografiche. "
(Link: https://www.treccani.it/enciclopedia/etnologia/ )




Si badi che l'unica scienza a interessarsi specificamente e direttamente di forme è la morfologia. Anche di questa, come dell'etnologia, è purtroppo diffusa la negazione della sua indipendenza, associandola variamente a tante scienze diverse con puntuali confusioni. In linguaggio proprio, derivato dal greco antico, l'oggetto di studio del morfologo è dicibile morphè (analogamente a psyché), ma è diffuso il prefisso 'morfo-', non l'italianizzazione sull'esempio di quella 'psiche'. In verità l'uso degli accenti nelle dirette derivazioni dal greco è sconsigliabile se non ci si vuol implicare in linguistica e glottologia, nella fattispecie etimologia o etimi - potrebbe accadere ennesima confusione, proprio di quelle che ho lamentato. Per tale ragione ho usato nel mio primo messaggio ethnos, senza accento.
Non essendo in uso la dizione 'morfe', di solito per indicare verbalmente e profanamente l'oggetto di studio della morfologia si impiega, in senso differente, la parola "forma", anche al plurale "forme".

MAURO PASTORE
#175
Ho migliorato ed ampliato le espressioni del testo del mio precedente messaggio, senza contraddirne nulla.

MAURO PASTORE
#176
Noto dei registri estranei a quelli etnologici, troppo prepotenti in questa discussione.
Nel messaggio di apertura spiccano geografia e sociologia ma anche politica. Così il registro etnico sfugge.

Innanzitutto l'àmbito, quello storico, non consente molto, se non valutazione di testimonianze da prender per buone, senza scienza né filosofia a far da sonda e giudice. C'è la nascita della etnologia scientifica in epoca moderna e la storia della scienza etnologica, ma questa può anche allontanare dalle testimonianze e comunque le vela e non è neutrale. Si salva perché è in presa e fa presa diretta, ma non per contar storie.

Noto poi della etnologia l'àmbito, secondario, che è stato detto razziologia, ma per così dire sommerso dalla solita prepotente presenza della biologia, con evoluzione e genetica e ambienti. Ebbene la razziologia non è studio biologico, per giunta è solo un settore di studio non precisamente identificabile, del tutto ignoto al fisiologo e proprio alieno al fisico. Per quanto sembra un controsenso verbale, fisicamente la vita sfugge a razionalizzazioni, fisiologicamente esula dal valutare aspetti. Biologicamente si trovano soprattutto specie e generi, e il primo concetto non si identifica, si incontra soltanto col concetto di razza umana, espressione da molti rifiutata o proprio ricusata, purtroppo non sempre per il fatto di trovarla compromessa con altro. L'aspetto dei gruppi umani sarebbe psicologicamente un apparire collettivo, ma le etnie indicano un'esistenza diversa da quella sociale e lo psicologo s'incontra col Sé sociale analizzando i gruppi. La comunanza etnica si manifesta attraverso gli individui non consentendo ritratti psicologici ma psicoetnologici, cioè etnologici! Tutto ciò è sovente ai margini delle verità ufficialmente accettate perché l'etnologia è vissuta perlopiù assieme e in dipendenza dall'antropologia, quindi il più delle volte pensata con la mente del sociologo, con la cosiddetta sociologia fisica generandosi una grande rete, interpretata senza tener conto delle distinzioni tra scienze. Un disastro anticulturale ed antiscientifico, in cui la presenza della paleontologia, della paleografia, scienza e scientificità portate alla riflessione storica, a memorie e ricordi, rischia di diventare la fatale, disastrosa chimera. Anche tali discipline non sono etnologiche!

Con questo quadro davanti, uno direbbe: e l'ethnos dov'è? Quale la specificità della etnologia?

Così la Treccani online:

" Studio delle culture umane, delle loro forme e dei loro processi di trasformazione. Oggetto specifico dell'e., come dell'antropologia culturale (➔ antropologia), sono tecniche, costumi, credenze, forme della vita sociale, politica, religiosa, economica ecc., studiati sulla base di ricerche etnografiche. "
(Link: https://www.treccani.it/enciclopedia/etnologia/ )

La faccio relativamente breve: dato che l'antropologia culturale è solo un corrispettivo, le forme delle "culture umane" studiate dall'etnologo non sono specificamente il vissuto culturale dell'umanità ma pure le cose della cultura, anche un pezzo di legno per fare una statuetta, quindi "forme della vita" significa non solo appartenenti ma pertinenti alla vita. Parimenti e più radicalmente i processi di trasformazione studiati non sono solo e non tanto l'autorealizzazione del Sé (psicologico, anche sociale...) ma anche le realizzazioni esterne al soggetto del Sé ((che diventa oggetto dell'altrui conoscenza restando anche soggetto))... Quindi, restando all'esempio fatto, dal legno si passa a considerare pianta d'origine, ambienti naturali... Alla obiezione: "che?? tutte le scienze e nessuna?", si risponde presto così:
studiando l'ethnos lo studioso se ne riconosce parte, in virtù di cosa esso è e comporta; ed anche perché lo studia.
In altri termini: viviamo in un coinvolgimento etnico perenne e immancabile, per cui facendo esperienza dell'ethnos noi assumiamo nel pensiero "di tutto e di più", quindi anche nella scienza. Si pensi a un imbuto dove entra l'intero liquido di un vasto contenitore: l'oggetto della scienza etnologica però resta l'imbuto. Quindi: guardarsi dalla tuttologia e dal falso bisogno di una fondante addirittura perenne interdisciplinarità.

Capito questo si provi ad approcciarsi a una: storia etnica. Altrimenti la discussione, a causa di sovrapposizioni ignorate o mal interpretate non assommerà a niente. Il filosofo deve inquadrare l'oggetto singolo prima di tutto, senza cadere negli inganni di una inesistente multidisciplinarità di base o di una interdisciplinarità che sia più di un incontro. La filosofia compone quadri scientifici multidisciplinari, non la scienza stessa, a patto di aver chiari gli oggetti singoli.

C'è la politica per mezzo, la quale però non muta nulla, non inventa nulla che possa cambiare tale quadro. Essa può agire in, per, o senza, contro consapevolezza. Se essa allontana il quadro reale, la realtà indicata da questo quadro resta identica. Il coinvolgimento etnico si basa su alcunché di originario, cioè non arbitrario. Come psicologicamente siamo fatti di pensiero, sensazione, intuizione e sentimento, così abbiamo una vita etnica, positivamente o non positivamente vissuta; e la politica non crea, non muta questa sorta di struttura di fondo.



MAURO PASTORE


#177
Citazione di: daniele22 il 26 Gennaio 2025, 09:36:49 AM
"Da una parte c'è la difesa della identità nazionale, dall'altra il progresso sociale. Senza nazioni, senza poteri etnici, il progresso sociale è possibile? Non diventa la società una confusione che fa decadere l'economia, toglie benessere, crea guai, sotto opposta apparenza?"
Questo passaggio mi è del tutto incomprensibile tanto da affermare che sarebbero proprio le identità nazionali, costituitesi su arbitri quantomeno discutibili, a generare confusione e malesseri

Non affermavo una regola assoluta ad esclusione di un'altra regola assoluta.

MAURO PASTORE
#178
Citazione di: green demetr il 27 Gennaio 2025, 15:47:41 PMProbabilmente intendeva popoli
Non intendevo i popoli, neppure li escludevo.

MAURO PASTORE
#179
Citazione di: Visechi il 07 Gennaio 2025, 15:34:04 PMDella serie: "nessuno ci può giudicare..."
C'è anche qualcosa di sensato, che però si sperde nel e fra il marasma di un insieme di insensatezze tese ad affermare un qualcosa che, seppur non detto, traspare.
Brutta cosa l'ideologismo.
C'è afasia in questa risposta.
Se con essa si vuol significare che il mio messaggio è un tentativo di contrastare i giudizi, allora invito a rileggere daccapo, perché non ci siamo proprio.
Inoltre l'ideologismo non c'entra con quanto ho detto io, ma con quanto mi verrebbe opposto.

MAURO PASTORE
#180
Al link seguente la notizia dell'opposizione di una esponente ufficiale della Chiesa Episcopale americana al neopresidente degli USA Trump.
Dalla religiosa appello alla misericordia per gruppi messi fuori légge e colpiti da provvedimenti contrari da Trump; il quale in risposta la definiva "donna stupida e cattiva":

https://www.ildubbio.news/cronache/la-vescova-difende-migranti-e-gay-lira-di-trump-e-una-stupida-dnwfsrf4

Penso che il Presidente lamenti mancanza di rispetto e di attenzione per autentiche ragioni politiche e una disposizione interiore non adeguata per rapportarsi alla fede cristiana.

Penso che mettere Trump sul banco degli imputati semplicemente perché così risulterebbe dalla Bibbia sia un errore, nel quale purtroppo sono incorsi molti cristiani non solo protestanti. Bisognerebbe ammettere che anche la sinistra adotta una ideologia, fuori anch'essa dalle Scritture, dalle quali non si possono trarre ricette magiche. Da una parte c'è la difesa della identità nazionale, dall'altra il progresso sociale. Senza nazioni, senza poteri etnici, il progresso sociale è possibile? Non diventa la società una confusione che fa decadere l'economia, toglie benessere, crea guai, sotto opposta apparenza? Penso che la vescova si è appellata alla pietà ammettendo che Trump opera in base a delle esigenze. In che senso favorire le masse del Terzo Mondo, essere pietosi, è un bene? E se fosse solo un bene apparente? La Bibbia non proibisce i dubbi. Il potere di Gesù non può essere imprigionato in uno slogan, né di destra né di sinistra. Democraticamente e cristianamente bisogna capire il mondo oltre che intendere la Bibbia e scegliere il proprio orientamento senza arrogarsi la certezza del torto altrui e della immancabile ragione propria.

Quel che mi preoccupa del nuovo corso americano non è il particolare antifemminismo di Trump, dato che accanto a uno necessario esiste un femminismo realmente accentratore ed oppressivo che finge una sola situazione e distrugge i risultati di sforzi sociali e culturali sacrosanti oltre che secolari. Sono invece rimasto interdetto dalla decisione di continuare la costruzione del muro al confine tra USA e Messico, pensando io a chi non partecipa direttamente alla vicende umane: le bestie, gli animali. Come passeranno da una parte all'altra? Attraverso i pochi varchi?
La Presidenza accoglie i perseguitati stranieri e gli immigrati regolari; si spera allora sia più larga di stima per gli animali, che in tanta umana confusione sono assai penalizzati... senza con ciò escludere che anche un cane randagio venuto da un'altra terra potrebbe esser fuori posto, anche per i propri eguali... Ma se si vuol partecipare a queste vicende ci vuole tanta cautela, immedesimazione e nonostante tutto umiltà.


MAURO PASTORE