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Messaggi - bobmax

#1666
Citazione di: iano il 31 Agosto 2021, 19:12:32 PM
Mi spiace che tu perda tempo a cercare cioè  che già hai, da sempre.
Non c'è mai stata nessuna rottura fra noi e la natura.
Nessun peccato, nessun male, nessuna cacciata dal paradiso.
Nel paradiso ci sei già.Goditelo

Iano, se questo è quello che credi, buon per te. Sei nel Nirvana.

Per me è invece solo una speranza, una fede nell'impossibile.

Sì, può essere come tu dici. Ma occorrerebbe mostrare perché. Cioè cosa allora il mondo è, in cosa consiste per davvero l'esserci.
E qui arriviamo ancora al Nulla...

Solo un'ultima osservazione.
Ciò che affermi è per te Verità?
#1667
Citazione di: ricercatore il 31 Agosto 2021, 15:24:29 PM
"Io sono colui che sono" è una risposta molto strana che Dio da a Mosè.
come a dire, sono qualcosa che trascende tutte le possibili categorie umane, compresa l'idea che Dio è un'illusione.
il secondo comandamento è forse un ribadire questo concetto: non è possibile fare immagine alcuna di Dio, perché Dio non è inscatolabile in nessuna etichetta.
è la porta del Mistero, la Fede nell'Impossibile.

Tuttavia non vi è in questa frase la coincidenza degli opposti?

Tu e l'altro.
Io e colui...

Se la pronunci come espressione del tuo pensiero, se sei proprio tu a pensare: "Io sono colui che sono!", cosa avverti?
#1668
@Iano
Apprezzo questo tuo modo spontaneo di inoltrarti nel mondo. Questo cercare di evadere dalle gabbie che costantemente crea il pensiero razionale.
Così come la convinzione che nessuna "verità" conosciuta possa mai essere la Verità!

Tuttavia non condivido l'idea che, visto che nessuno conosce la Verità, allora possiamo tranquillamente fare a meno dei pensieri che altri, nella storia, hanno sviluppato.
E soprattutto, considero indispensabile la fede nella Verità.
Se manca, è impossibile qualsiasi effettivo dialogo.

Ignorare il pensiero di chi è venuto prima non è inessenziale. Perché pur non essendo Verità, questo pensiero è una componente fondamentale della nostra ricerca. Costituisce le spalle dei giganti sui cui noi possiamo salire.

Certo, su quali spalle sta a noi deciderlo, ma farne a meno è una presunzione che non porta da nessuna parte.
Noi possiamo fare forse un gradino, non tutta la scala.

Certamente il pensiero, nel momento stesso in cui è formulato, ha già una perdita di profondità.
Il pensiero, infatti, o è determinato o non è.
E per determinare applica necessariamente delle categorie, che altro non sono che delle semplificazioni, delle generalizzazioni.

Ma questa perdita è inevitabile. E pure necessaria, perché solo limitando possiamo diventare consapevoli di qualcosa.

Cercare invece, come tu fai, di saltare a piè pari sia il limite del pensiero determinato sia i suggerimenti che ci giungono dal passato, non è forse una manifestazione di volontà di potenza?

Certamente occorre andare oltre la razionalità. Proprio in quanto la conoscenza razionale non può che essere parziale, incompleta, e perciò in sostanza non vera.
Ma con tremore e timore...

La pretesa di semplificare a prescindere, non è forse essa stessa semplicistica?
Non è forse auto contraddittorio affermare qualcosa, dire qualsiasi cosa, negando la Verità?
#1669
Citazione di: ricercatore il 30 Agosto 2021, 12:25:20 PM
"Io sono colui che sono" è forse l'invito a "essere", a prendere su di sé la propria Croce e percorrere tutto il viaggio.

Sì, può essere inteso come un invito a "essere".

Tuttavia sono convinto che dica ben di più.
Cioè che vada oltre l'invito.

E' la risposta ad ogni male, ad ogni sofferenza, ad ogni ingiustizia.
E' l'Etica che trova la sua pace.

E' la conclusione dell'eterna lotta tra essere e non essere.

"Io sono colui che sono!"

E' ciò che è. Diceva Plotino.

#1670
Citazione di: anthonyi il 26 Agosto 2021, 21:59:27 PM
Ma come bobmax, tu non vuoi indagare le motivazioni dei suicidi però poi supponi subdolamente ci sia qualcosa dietro. La struttura logica che ti ho presentato è semplice, non ha nulla di nascosto, è chiaro che difendendo il valore della vita si difende anche la propria, che male c'è. Chi si vaccina tutela la sua vita, e quella degli altri, naturalmente non sempre è così semplice.
Non vi è nulla di nascosto in quello che dici, stai tranquillo.

Dandomi del subdolo dimostri l'inutilità del confronto.

Che non si ripeterà in alcuna altra occasione.


#1671
Anthonyi,
se la vita è il fine supremo, anche la propria vita lo è.
Di modo che l'egoismo c'entra eccome!

Almeno che sia la vita degli altri il bene supremo, non la propria.

Ma in questo caso, è davvero la vita in se stessa il valore più importante o non vi è invece qualcos'altro che fa sì che la vita degli altri vada difesa?

E non è questo "qualcos'altro" che vale davvero?

#1672
No Anthonyi,
la vita è un mezzo, una occasione, non un fine in se stessa.
È l'occasione per diventare te stesso.

E per non cogliere l'occasione non vi è nulla di meglio che intendere la vita il fine!

Vivere nonostante tutto, vivere a prescindere dal male, dalla ingiustizia, e quindi scegliere opportunamente, privilegiando sempre la propria vita, così preziosa, unica!

Se non è nichilismo questo...

Riguardo al suicidio...
Sono convinto che occorra fare un passo indietro. Giudicarlo egoistico o folle è inopportuno.
Perché di fronte al suicidio, sulle sue motivazioni possiamo solo tacere.
Siamo di fronte alle profondità insondabili dell'essere umano.

Ogni ipotesi può essere solo una intromissione. Ma non perché il suicida ha rinunciato al valore supremo!
Semplicemente per questo rifiuto dell'occasione che è la vita.
#1673
Citazione di: anthonyi il 26 Agosto 2021, 10:22:21 AM
E il valore della vita è il più importante di tutti.

Questa tua affermazione andrebbe secondo me approfondita.

Davvero la vita è il valore supremo?

Perché se così è allora la Giustizia, il Bene, sono valori relativi.
In quanto ciò che conta è la vita, prima di tutto!

E quindi chi rischia o sacrifica la propria vita per la Giustizia è allora un povero illuso. Perché rinuncia al bene primario per uno secondario.

Non vi è in tutto questo una forzatura?

Secondo me questa tua affermazione risente anch'essa dello stravolgimento nichilistico.

Nessuno è immune dal nichilismo, perché è il compagno inseparabile della razionalità. Solo che ultimamente la sua pervasività sta crescendo a dismisura.

Certamente il nichilismo si manifesta in modalità differenti, e magari pure come cupio dissolvi o con ragionamenti freddi e vuoti. Ma pure la difesa a oltranza della vita non deriva proprio dall'angoscia esistenziale?
#1674
@Ricercatore

L'eccezionale sviluppo della razionalità nell'uomo, probabilmente dovuto alle mani prensili con il pollice opponibile e le corde vocali, ha comportato la nostra uscita dalla inconsapevolezza animale, ma ha avuto pure il suo rovescio della medaglia.

Questo rovescio è il nichilismo, ossia il convincimento che nulla ha in definitiva valore.

Perché la razionalità si fonda su due  "verità" date per assolute:

1) La realtà è molteplice e abita il presente.
2) Questa realtà è soggetta al divenire.

Questa divisione, sia spaziale sia temporale, permette alla razionalità
di operare.
Tuttavia è pure all'origine del nichilismo.

La Genesi descrive magistralmente l'avvento della razionalità e del suo effetto su l'uomo: l'uscita dal paradiso terrestre della inconsapevolezza.

È sufficiente intendere la voce di Dio come l'interiorità dell'uomo e tutto torna.

Con lo sviluppo della razionalità si accresce specularmente il nichilismo.

Ma sempre nella Bibbia vi è pure la risposta al nichilismo.
Nell'Esodo quando Dio si presenta: "Io sono colui che sono!"

L'Uno è il superamento del nichilismo.
#1675
La vita è senz'altro un valore. Se non altro in quanto apertura alle possibilità che giungono dal futuro.

Perché già un futuro scontato, uniforme, senza possibilità, non avrebbe molto senso, a mio avviso, di essere vissuto.

Invece il valore della vita è ormai assolutizzato.
Non vi è niente che valga di più!
Almeno questo è il sentire diffuso, che induce il legislatore a glissare sul tema del suicidio.

Ma perché vi è questo sentire?

Secondo me ci si aggrappa alla vita perché pervasi dal nichilismo.

Un nichilismo debole, inconsapevole di se stesso, che non credendo in realtà in alcun valore ingigantisce "valori" strumentalmente pur di non affrontare l'orrore.
Così come fece il fascismo con il suo "Dio, patria, famiglia".

Ma il nichilismo deve essere affrontato, e il riconoscimento che neppure la vita è un valore assoluto è uno dei passaggi necessari.
#1676
Non penso che il linguaggio sia indispensabile perché qualcosa esista per noi.
La consapevolezza dell'esistente viene prima di qualsiasi parola.

La parola è un segno, ma vi sono tante tipologie di segni.
E neppure il segno è necessario affinché si abbia consapevolezza dell'esistente.

È sufficiente che l'esistente appaia emergendo da tutto il resto.

Il segno è invece necessario per sviluppare un pensiero determinato.
È il segno che fissando il rispettivo significato permette la coerenza del pensiero.

La mente si aggrappa al segno mantenendo costante, con uno sforzo ammirevole, la sua unicità di senso.

A = A

Con questa negazione, di tutto quello che non è A, il pensiero diventa possibile.
#1677
@Ricercatore

Ritengo che vi sia una correlazione tra il cristianesimo e lo sviluppo scientifico occidentale.

Ma non in quanto il cristianesimo ne sia stato una causa diretta.

Piuttosto, sia il cristianesimo sia la scienza occidentale hanno in sostanza la medesima origine.
Una origine che in occidente ha trovato terreno più fertile che non in oriente (e qui occorrerebbe comprendere perché).

Questa origine è il nichilismo.

La comparsa del nichilismo è descritta magistralmente nella Genesi.
Ma pure Parmenide denunciava la tentazione di inoltrarci lungo il sentiero della notte.

Secondo Emanuele Severino, l'occidente ha imboccato il sentiero della notte, mentre l'Oriente è rimasto a lungo sul bivio tra il sentiero del giorno e quello della notte, per poi ultimamente seguire l'occidente.

Le religioni, tutte, sono un rimedio inventato per combattere l'angoscia nichilistica.

Ma pure la scienza riceve la sua maggior propulsione dal bisogno derivato dal nichilismo.
#1678
@Ricercatore
Ne sono lieto, è questa la ragione del mio scrivere.

L'esistenza è comunicazione.
Ricerca di noi stessi.
#1679
La confusione, Viator, nasce dalla complessità.

Ma la complessità è reale o solo apparente?

Non sarà che la difficoltà derivi dalla sostanziale semplicità?

Perché non attingere a tutta la nostra fede nella Verità e provare a domandarci, con la massima determinazione:
"Chi sono io?"
#1680
Citazione di: ricercatore il 23 Agosto 2021, 19:54:59 PM
@bobmax ora mi è più chiaro il tuo pensiero, grazie per la precisazione


mi resta comunque il dubbio originale: quando anche l'ultimo Dio cadrà, resisterà ancora nella mente degli Uomini quella Fede in qualcosa di impossibile?
oppure l'uomo sarà intrappolato nella "gabbia del solo possibile" perché non crederà più che ci sia qualcosa oltre le Colonne d'Ercole?
perderemo questa capacità?

L'ultimo Dio sempre cade e ogni volta risorge.

Cade inevitabilmente, perché Dio è insostenibile.

In quanto Essere = Nulla

Sembra di coglierlo, ma non essendo "cosa" si rivela essere nulla.
E allora difficile è non cadere nell'autentico ateismo, l'ateismo mistico. Per il quale il Bene non è!

Questo è il vero ateismo, non quello che nega l'ente Dio, che non è che un gioco di bimbi inconsapevoli.

L'ateismo mistico è la notte oscura di chi non ha neppure l'inferno in cui stare.

Ma il figlio unigenito non può che risollevarsi e riprendere la strada che porta al Padre.
Perché il Padre e il figlio sono Uno.