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Messaggi - Sariputra

#1681
Attualità / Re:Voglio una pistola
22 Settembre 2016, 16:47:57 PM
Credo che il sentimento prevalente nelle persone che si trovano ad assistere ad una scena di violenza come questa sia la paura. Cosa fare in simili frangenti, per cercar di aiutare il malcapitato, vittima di un'aggressione, senza mettere a rischio anche la propria vita e quella di chi ci sta intorno? Un' astuzia a volte aiuta. Si dovrebbe tentar di far scendere la tensione rabbiosa degli aggressori con frasi che manifestano, fintamente, una forma di "comprensione" per quella che loro sentono come un'offesa: "Ok...ok...ragazzi, ne ha avuto abbastanza, ha imparato la lezione ", oppure: "Basta ragazzi, così lo amazzate, non vale la pena, ormai ha capito la lezione". Questo perchè il primo obiettivo non è quello di ripristinare uno stato di legalità , ma bensì quello di salvare la vita alla vittima. Una volta , quand'ero molto più giovane, ha funzionato con due balordi che, a Padova, stavano picchiando un barbone. Dopo un paio di "Fatti i .... tuoi!" , vedendomi innocuo e privo di aggressività nei loro confronti, se ne sono andati.  Appena spariti ho chiamato la polizia e l'ambulanza ma, appena mi sono girato...la vittima se l'era squagliata...
Non dico che possa funzionare sempre ma si può provare. Dipende anche molto se non ci sono armi da fuoco o coltelli di mezzo. Altrimenti è meglio essere molto cauti. Morire in due non ha molto senso...

P.S. Il problema non è tanto l'indifferenza , ma il narcisismo. Penso che parecchi, sull'autobus, abbiano ripreso la scena con il loro smartphone , facendosi magari un bel selfie, per poi postarla sul loro profilo nel Libro delle Facce...
#1682
Tematiche Filosofiche / Re:Imparare ad imparare.
21 Settembre 2016, 15:00:39 PM
Si deve NECESSARIAMENTE avere un'idea del mondo che si sta osservando? Il mondo degli uomini è sostanzialmente illogico, irrazionale, come si  può valutarlo con la logica, se non per stabilire che è illogico?  ???
Se , per esempio, incontri in treno una giovane aggraziata fanciulla sconosciuta che ti sorride, che fai ? Ti metti a valutare quali processi logici devi utilizzare per  confrontarti con lei ? E' il metodo più sicuro per arrivare in stazione e vederla sparire all'orizzonte. Non conviene, con spontaneità, ricambiare il sorriso e magari offrile una caramella gommosa all'anice?...
Scherzo ovviamente :D
#1683
Tematiche Spirituali / Re:Diavolo
21 Settembre 2016, 10:34:26 AM
Citazione di: Duc in altum! il 21 Settembre 2016, 10:12:08 AM** scritto da Sariputra:
CitazioneIl diavolo è un essere assai sfortunato. Se non fosse così derelitto perché la gente, apostrofando un escluso, un reietto della società digitale, lo definisce un "povero diavolo"?
Certamente, ma per chi ci crede, ancora più iellato è chi viene apostrofato (in lingua napoletana): "nu povero Ddio"!, cosa ben differente da "na povera Maronn"!. Nel primo caso non c'è bisogno di essere un reietto, o un escluso, anzi si usa specialmente per chi, saccente o facoltoso o addinerato, non si rende conto della propria insolente spocchia, per esempio chi usa il: "...lei non sa chi sono io..." (nu povero Ddio!); nel secondo la locuzione è usata per indicare una persona contro la quale qualcuno ha fatto qualcosa di male.

Non si finisce mai d'imparare!!... ;D
#1684
Tematiche Spirituali / Re:Diavolo
20 Settembre 2016, 23:57:09 PM
Il diavolo è un essere assai sfortunato. Se non fosse così derelitto perché la gente, apostrofando un escluso, un reietto della società digitale, lo definisce un "povero diavolo"? E , in verità, chi è più calunniato, più odiato, più maltrattato del satanasso? E tutto questo per quale colpa tremenda? Solo per aver invitato una ignuda fanciulla a gustare un albero misterioso ? La ragazza non aspettava altro che il momento giusto per farlo, al massimo si può rimproverare al poveraccio di aver dato una spintarella, un incentivo in più, roba di poco conto. Lasciando da parte il dubbio che forse il giovanotto doveva obbedire ad un ordine, quel tipo di ordini che si danno e non si danno allo stesso tempo, chi mai di noi è riuscito a distogliere , nella propria vita, una donna dall'obiettivo che si era prefissata? E doveva farlo un povero diavolo per caso? La donna gli si è avvicinata di sua spontanea volontà, lo ha cercato si può quasi dire. Il calunniato se ne stava tranquillo e beato a scaldarsi, tutto arrotolato su un bel ramo , con la linguetta biforcuta che sibilava a gustarsi la dolce brezza che arrivava dai due fiumi che circondavano il giardino, quando gli si è parata innanzi la procace fanciulla. Di cosa credete sia fatto il satanasso? Di legno forse? Vorrei vedere quei moralisti che adesso gli imputano tutti i male del mondo se non avrebbero invitato la leggiadra e assai scosciata ragazza a servirsi senza riguardo dell'albero. Avrebbero fatto esattamente come il cornuto , intuendo all'istante l'esito futuro di quel generoso suggerimento... Il diavolaccio , già all'epoca di questa specie di misfatto per il quale è stato ingiustamente esiliato, senza regolare processo, senza nessuno che lo difendesse e ne prendesse a cuore le vere motivazioni del gesto, soffriva di un profondo stato di depressione a cagione del suo aspetto. Immaginatevi un luogo pieno di creature svolazzanti, belle, irradianti luce e poi...voi che dovete strisciare e mangiar topi o ranocchi, sempre infreddoliti e in cerca di un pò di tepore. Quando poi vedi gli altri mandati a far da custodi a bei neonati paffutelli...mentre a te, rimasto solo come sempre, ti mandano a far la guardia ad un albero pieno di conoscenza ( cosa c'è di più mortalmente noioso della conoscenza?...) è chiaro che un sentimento di profondo abbattimento ti assale. "Venuto male! Venuto male! " lo canzonava quel bullo di Gabriele, con gli altri dietro  a ridere con quell'espressione angelica sui volti, che lo faceva indignare e poi incollerire. Proprio loro che dovevano esser buoni con lui, così sfortunato, lo pigliavano sempre in giro e questo , come succede agli angeli che si arrabbiano, lo faceva puzzare di zolfo in continuazione, odore che tentava inutilmente di nascondere utilizzando deodoranti spray dedicati. Gli effetti collaterali dell'uso continuo di queste sostanze gli procuravano un arrossamento della pelle del corpo e delle ali e un ispessimento delle ossa frontali , a mò di...cornetti. Per questo, per non sentirsi sempre addosso quel tanfo, preferiva trasformarsi in biscia e starsene solo, in disparte. Non è da compatire un essere così miserabile? Si chiedeva sempre perché era toccato a lui, e se lo chiede ancora, un simile destino. Venuto male per via di un momentaneo e improvviso impegno del capo che si era così dimenticato di completarlo ben bene come gli altri fratelli celesti, era diventato il perfetto capro espiatorio per tutti i malvagi, cattivi e lazzaroni del mondo. Quante donne, nel segreto dei confessionali, dopo aver bellamente trasgredito al sesto comandamento, con grande soddisfazione, si sono giustificate con l'ignobile frase calunniatoria "Non volevo ( e qui di solito spuntava una lacrimuccia...), sono stata tentata dal diavolo!". Quanti santi uomini si prendevano vigorosamente a nerbate sulla schiena per aver ceduto alla lussuria o alla gola, anche loro, inveendo ingiustamente contro il nostro e addebitandogli ogni colpa? E lui, che aveva sempre freddo, non riusciva , e non riesce, a trovare un cantuccio confortevole, un pò di teporino, un focolare che gli ricordi la bellezza perduta. E dentro la fanciulla no!...E dentro il prete non si può!...E in casa o in chiesa neppure!...Ma cosa volete da me? Piagnucola il senza fissa dimora . Vi ho dato quella dritta che vi ha fatto ricchi , grassi e crapuloni e mi trattate tutti così male! E' veramente un'ingiustizia, un sopruso, una diavoleria...
#1685
Citazione di: Phil il 20 Settembre 2016, 15:50:16 PM
Citazione di: maral il 20 Settembre 2016, 14:14:37 PMProva a pensare, ancora una volta, ad un bambino o a chi non ha studiato numeri: parlerà di "tanto" e "poco" (o almeno avrà questi due concetti se non parla) riferendosi ad una distinzione base fra, ad esempio, ciò che non è sufficiente a sfamarlo e ciò che invece non riesce a finire di mangiare... poi qualcuno gli insegna i numeri e lui, finalmente, può quantificare, dicendo "voglio 10 biscotti, né uno, né 100..." ;D

i bambini piccoli, alla scuola materna, imparano i numeri per comparazione di diverse lunghezze. Si usano infatti mattoncini colorati ( regoli?) per evidenziare le differenze. C'è il quadratino base che equivale al numero 1. I piccoli sommano i vari quadratini e poi l'insegnante fa imparare a memoria che , mettendo insieme cinque piccoli quadratini da 1, si ottiene il numero cinque. L'apprendimento è visivo.  L'intelligenza innata è quella di percepire la diversità visiva tra "corto" e "lungo". La base dell'apprendimento dei numeri sta nella prima differenziazione tra ciò che si tocca ( uno) e poi la differenza sensitiva del toccare se stesso (due). Le due sensazioni che il bimbo piccolissimo prova sono diverse. La matematica nasce dal senso del tatto.
Interessante al riguardo studiare il lavoro di Stephane Bonnot abate di Condillac , che riteneva valido il principio che tutta la conoscenza  deriva dall'esperienza e la prima esperienza, quella che lui chiamava sentimento fondamentale, è quella del senso del tatto. La radice-base del processo di conoscere. C'è molto di filosofia buddhista in questo ( anche se l'abate Condillac non sarebbe stato sicuramente d'accordo... :) ). 

#1686
Tematiche Culturali e Sociali / La "Buona Scuola"...
20 Settembre 2016, 09:02:24 AM
La bozza di riforma scolastica (l'ennesima...) che si sta preparando e della quale iniziano a circolare i primi rumours (quale governo non vuole lasciare il segno con una riforma scolastica? :( ) sembra la conferma dello spirito del "fuori tutti" che aleggia ormai da anni nelle sedi educative. Queste dovrebbero avere per obiettivo la crescita umana e culturale dei nostri figli e non certo essere semplicemente il luogo di lavoro di svariate centinaia di migliaia di persone. Mi sembra infatti che tutto viene organizzato principalmente per le esigenze di chi insegna e non certo di chi deve imparare. Spulciando un pò il testo della bozza di riforma, incontriamo queste "perle" che dimostrano, a parer mio, la profonda volontà di perseguire l'interesse dell'alunno...
-Abolizione della bocciatura nella scuola primaria (immagino il livello delle masse di bimbi extracomunitari che, inseriti alla belle meglio, si vedono andare avanti magari senza nemmeno conoscere la lingua  italiana o di quei bimbi che manifestano difficoltà di apprendimento che non potranno essere recuperate...).
-Bocciatura solo in casi eccezionali ( ? ) alle medie ( anche qui i lavativi ringraziano...).
-Valutazione con lettere e non più con numeri, dalla A alla D ( fa molto yankee...oh yea!...).
-Semplificazione di tutti gli esami. Al termine della terza media solo due scritti e un colloquio ( proforma , visto che si può bocciare solo per casi eccezionali...). Alla maturità poi gli studenti si dovranno  cimentare con due soli scritti e l'ennesima, famigerata, prova invalsi ( solo chi ha dei figli che frequentano le scuole conosce le qualità delle prove inventate da questo signor Invalsi, il cui nome probabilmente  significa "Incapace-validamente-sistemato": In-val-si  :'( ).
-Al colloquio finale ( ben rifornito di bibite e pasticcini vari...) gli studenti dovranno dar conto dei progetti di alternanza scuola-lavoro dell'ultimo triennio . Ma mentre si può ragionevolmente supporre la  frequenza a scuola , vien da chiedersi quale pseudo-tipo di lavoro potranno perseguire i ragazzi, e dove...visti tutti i problemi assicurativi vari e di sicurezza che esistono in tutti i luoghi di lavoro.
Vi sembra che possa migliorare la qualità dell'insegnamento questa specie di riforma? Forse migliorerà la velocità di completamento degli esami al grido generale: " Sbrighiamoci che fa caldo...e ho prenotato al mare!!"
#1687
Citazione di: Socrate78 il 18 Settembre 2016, 13:49:30 PMSalve, avevo già scritto nel vecchio forum (nel 2014), adesso vorrei proporre questo thread sul rapporto tra la natura e l'uomo, un tema su cui amo riflettere spesso in quanto appassionato di filosofia e di letteratura. A me sembra che la natura, in quanto tale, non sia affatto orientata al bene dell'individuo, ma anzi lo asservisce ad un sistema in cui il singolo è soltanto una mera pedina, un robot che viene usato e poi gettato quando diventa di intralcio al sistema stesso: il ciclo della nascita, crescita e morte obbedisce sostanzialmente a questa logica che però, per l'uomo dotato di consapevolezza razionale, appare fortemente inumana. Infatti filosofi come Schopenhauer e poeti come Leopardi (che riprende in parte Schopenhauer) hanno appunto notato il carattere profondamente inumano del sistema-mondo, che non tiene conto dell'aspirazione dell'individuo alla felicità e alla libertà, ma al contrario sembra andare contro questi valori, poiché la "natura" sembra non farsi scrupolo di provocare calamità naturali, malattie e anche una passione apparentemente positiva come l'amore sembra limitare fortemente la libertà dell'uomo, poiché nella passione amorosa la persona appare come una specie di pedina nelle mani dell'altro, pronta ad assecondare l'altro in troppe cose e quindi condizionata al massimo. Tutto ciò provoca comunque illusione e dolore. Ma c'è dell'altro: il sistema conoscitivo dell'uomo mi sembra molto fallace, poiché tante cose che vengono percepite attraverso i sensi (i colori, i suoni, i sapori) in realtà non esistono concretamente nel mondo esterno, ma sono solo il frutto dell'interpretazione del nostro cervello, ma in definitiva quest'interpretazione è una "menzogna", poiché non corrisponde ad un qualcosa di obiettivo. Ne consegue quindi il carattere relativo e del tutto aleatorio della conoscenza, un cane ad esempio ha una visione del mondo diversa dalla nostra, ma non si può affatto dire che sia sbagliata, semplicemente è differente. Quindi la natura sembra frustrarci anche nel nostro legittimo desiderio di obiettività e verità. Secondo voi la mia analisi è corretta?

Penso che dovremmo sempre porre l'Uomo al centro della riflessione. E' per l'appunto l'uomo che percepisce come inumana la natura e di conserva la propria vita. E' evidente che la natura non prova alcun tipo di sentimento verso la sue creature. Segue semplicemente le cause e le condizioni che la pongono in essere. E' proprio l'esperienza di questa "indifferenza" che spinge Leopardi a sentirla come malevole. Infatti il non-interessarsi del destino dei suoi "figli" è assolutamente equiparabile ad uno stato di malevolenza. Se, per fare un esempio banale, una madre si disinteressa del soffrire dei suoi figli come potremmo definirla? Chiaro che la natura non è colpevole di nulla in quanto soggetta a leggi che la governano e da cui non può prescindere o deviare, ma questo toglie all'uomo qualsiasi referente nella ricerca di una "salvezza" dal proprio soffrire. E' l'esperienza della solitudine esistenziale e dell'angoscia. Leopardi si sentiva tradito dalla natura in quanto, come esteta, la idealizzava, ne dava forma e sostanza, stabiliva cioè una relazione. La sentiva lontana  e indifferente perchè, in primis, l' "Amava".  Non credo ci possano essere dubbi su questo profondo sentimento del genio poetico verso la natura come sede del Bello. Tanto più struggente diventava la sofferenza, quanto più questo profondissimo trasporto veniva deriso dall'amata, sempre lontana, sempre oltre l'umano sentire. E , quanto più si allontanava dal suo tentativo di abbraccio, tanto più splendeva di una beffarda Bellezza, irragiungibile, paurosa.
L'essere umano cerca sempre, per sua natura, la relazione, gli appare impossibile che non possa trovarla in qualcosa di cui si sente parte, che lo costituisce. Allora idealizza, si crea l'entità con cui vuole relazionarsi, entità ideale da amare o da odiare o di cui essere indifferente, ma sempre come presenza viva. "La natura è matrigna" assume un senso in questa necessità di relazione profonda.
La scienza fatica a dare risposte all'uomo perchè non riesce a creare relazioni che abbiano significato per il sentimento umano. Lo stesso problema presenta la filosofia con le sue ipotesi, teorie logiche o astrazioni concettuali, che , seppur perfette nel loro svolgimento razionale, mancano di capacità di parola al nucleo interno, disperato, dell'uomo, che chiama sempre alla relazione profonda con il sentito.
Questo nucleo è , essenzialmente, sofferenza e paura.
#1688
Percorsi ed Esperienze / Re:Ho fatto un sogno ….
18 Settembre 2016, 11:33:40 AM
Se la sensazione del tempo  che percepiamo non fosse lineare ma bensì circolare e, ipotizzando per assurdo, ci fosse in noi una sorta di comunicazione profonda di coscienza collettiva, non sarebbe possibile avere la sensazione di "sognare prima" qualcosa che in realtà abbiamo "sognato dopo"? Siccome i ricordi mutano spesso posizione nella nostra mente potremmo anche ricordarci, erroneamente, di aver sognato prima che il fatto sia avvenuto, quando in realtà lo abbiamo fatto dopo o, più probabilmente,nella notte stessa dopo l'avvenuto.
Sono semplici ipotesi, s'intende...
Per quanto riguarda il sogno in generale, mi sembra di scorgere in esso una sorta di "valvola di sfogo" per i desideri che sopprimiamo nello stato di veglia, perchè giudicati dall'Ego come moralmente inaccettabili. Tipico, nei maschi, il sogno di far l'amore con qualcuna che , seppur diversa fisicamente, dà la sensazione di essere la propria madre. Il sogno rivela anche che, inconsciamente, viviamo un'altra realtà, non dominata dal controllo del pensiero cosciente. E...a proposito di far l'amore...ricordo di aver, una volta, sognato di farlo con una cara amica di cui mai e poi mai, nello stato di veglia, avevo provato attrazione fisica. Ricordandomi poi, per filo e per segno ( caratteristica tipica di chi ha praticato la meditazione di consapevolezza...sigh!), tutti i particolari dell'amplesso, nel momento che ho reincontrato casualmente l'amica, non potevo vincere una sensazione di imbarazzo, quasi di vergogna, non riuscendo a guardarla negli occhi... :-[ :-[ :-[ Come se il fatto fosse avvenuto "realmente".
Ma siamo sicuri che non sia avvenuto "realmente"? Posso essere certo che l'amica quella stessa notte, nello stesso continuum psichico, non abbia sognato anche lei l'amplesso con il Sari?...
Anche perchè, in occasione dell'incontro, avevo , oltre l'imbarazzo, la strana sensazione che , anche lei, fosse...un pò diversa nei miei riguardi. Solo proiezioni della mia mente morbosamente fantasiosa? Forse sì, decisamente sì...anche se.... ;) avrei forse dovuto chiederglielo? Un serio ricercatore delle verità non avrebbe dovuto farlo?...Il rischio però mi era chiaro, due sole erano le possibilità : o lei non mi avrebbe più rivolto la parola, fine di un'amicizia, o...saremmo finiti veramente a letto assieme! Magari per scoprire che, tutto il sognato, diventava ( come nel vostro caso sulle torri e sugli aerei in fiamme)... realtà.

P.s. "Siamo uomini che sognano di esser farfalle, o invece siamo farfalle che sognano d'esser uomini?"
#1689
Alcuni mesi fa i giornali riportavano la notizia che la famosa "Laguna del mort" di Eraclea chiudeva il proprio spazio ai naturisti ( i famosi nudisti, quei signori e signore di tutte le età che amano prendere il sole in costume adamitico fingendo che sia perfettamente normale e naturale...). L'area diventerà un'oasi naturale interdetta al turismo e che si potrà visitare solo con guide idonee.
Subito mi è balenata nella mente, quasi come un lampo, la curiosa associazione con la cacciata della prima coppia nudista dall'Eden. Con la fantasia ho immaginato una lunga teoria di personaggi improbabili abbandonare l'isola , attraversando a guado, con la bassa marea, il breve tratto che la divide dalla costa. Al posto di enorme foglie di fico , poste a coprire le parti più sensibili, immaginavo piccoli sdraio , asciugamani malconci, contenitori refrigeranti piazzati a mò di improvvisate mutande. Le teste un pò basse, quasi un'improvvisa forma di timidezza, a scrutare le guardie pubbliche che provvedevano a rendere esecutiva l'ordinanza di sgombero. Turisti divertiti che osservavano la scena dalla spiaggia vicinissima, pungolati nelle riflessioni critiche dalle improponibili panze e sederi flaccidi che i novelli Adamo ed Eva nascondevano a malapena. Mamme che , con le mani, coprivano il viso ai figli piccoli, con un'aria di disgustosa riprovazione, che celava la curiosa attrattiva che esercitava la spassosa scenetta...
Questa notizia però mi  ha riportato alla memoria...come faccio a raccontarlo?...un'incresciosa vicenda di cui sono stato involontario protagonista proprio su questo famoso ( per gli altri all'epoca...) isolotto veneto. Dovete sapere che , un bel sabato di svariati anni fa, abbiamo deciso di concederci una giornata di salutare aria iodata proprio in quel di Eraclea Mare. Caricata la Maserati (sigh... 8) ), pieni di frizzante euforia , siamo partiti , innocenti e ignari come fanciulli, per la nota località turistica. All'arrivo, dopo le consuete difficoltà per trovar parcheggio al "bolide", ci siamo incamminati , famigliola al completo, carichi come somari sardi di ogni necessità (ombrellone portatile compreso) verso la spiaggia. Ad un certo punto, seguendo il flusso della gente , ho notato che alcuni deviavano verso la pineta per uno stretto sentiero. Incuriosito...adesso capirete i guai che può procurare un carattere curioso...mi sono tentato  a seguirli, convinto che il seguire quelli che apparivano più conoscitori delle bellezze del posto, ci avrebbe sicuramente giovato. Quale essere inadeguato non avrebbe commesso questo errore fatale ? Quale ingenuità non sarebbe stata catturata dall'idea di esser più furbi degli altri?
Ad un certo punto, allo sbucare dalla pineta, ci si è parato davanti un tratto di mare che ci separava da un 'isola. Un grosso punto di domanda, simile a quelli che si disegnano sopra le teste nei fumetti, è spuntato sopra i nostri cappellini. E adesso?...Ma ecco!...trovata la soluzione. La bassa marea permetteva di guadare lo spazio d'acqua. I  "furboni" che stavo seguendo appresso, visibilmente pratici del luogo, già sprofondavano sino alle cosce nell'acqua salata, formando una fila che procedeva lenta. Dopo un breve attimo di consultazione, rinfrancati dalla presenza degli altri, ci siamo decisi alla traversata. Caricata la figlia sulle spalle, con la mamma al seguito, anche lei , a mò di africana, con le necessità sopra la testa, ci siamo aggregati alla fila, in verità pure piuttosto divertiti...
Mentre procedevo, un pò ansimante, sorridevo rivedendomi nella scena dell'Esodo, con gli Ebrei che attraversavano il Mar Rosso al seguito di Mosè...
Ah...Mosè...Mosè!! Dov'eri Mosè? Ché l'isola davanti, tutto era, fuorchè il Sinai...
Arrivati alla meta, sdraiati su di una spiaggetta, ammiravamo la bellezza del luogo. Come essere inadeguato provavo... una sensazione di profondo orgoglio. Questa volta mi era andata bene...finalmente avevo seguito la giusta intuizione. Di diritto ero entrato nel novero dei furbi...Ah, che pace interiore! Che senso di virile sicurezza! Che sguardo compiaciuto posava la mia donna su di me! Che soddisfazione nel sentir mia figlia dirmi "Bravo papà"...
L'isola, dovete sapere, è un autentico gioiello naturalistico, si possono vedere aironi cinerini, germani reali, fischioni e moriglioni e innumerevoli altre specie di volatili stanziali e migratori.
Solo che...beh!...tra i volatili migratori... dovevamo presto scoprire, a nostre spese, la presenza sull'immacolato spazio strappato al mare, ricoperto da una fitta vegetazione, dominata da alti pini marittimi, di una specie di volatili assai curiosi che...non ci aspettavamo certo di vederci comparire, senza timore e senza paura, davanti...
Al grido di "Papà, un uomo nudo!" , mentre balzavo in piedi e mi paravo davanti alle mie donne per proteggerle, mi sembrava di sprofondare velocemente nella sabbia, mentre brandivo l'ombrellone goffamente. Al successivo "Papà, tanti uomini nudi!" le mie fragili certezze di aver trovato la vie dell'adeguatezza al mondo crollavano miseramente. E mentre la mia donna posava uno sguardo, diventato improvvisamente riprovevole, su di me, tutto intento a roteare l'ombrellone per difenderci dallo stormo di volatili sghignazzanti ( se non avete mai visto in vita vostra un uccello che sghignazza...beh...dovevate visitare la Laguna del mort!), ci tuffavamo nella selva per fuggire all'orrore di quella vista.
Non so per quante ore siamo restati acquattati nel folto della vegetazione, sgranocchiando senza far rumore la merenda che avevamo trascinato sul novello Eden. Ogni tanto facevo capolino per seguire l'evolvere della situazione. In queste furtive esplorazione, quasi come un comandante inadeguato di sottomarino che fa emergere il periscopio, si potevano forse solo scorgere le lenti dei miei occhiali che saettavano a destra e a manca...
Dovete sapere che i volatili maschi quasi sempre si accompagnano ai volatili femmine. Nessuna specie sfugge a questa imperiosa legge di natura. Anche sull'isola vigeva questa regola e così potevo vedere passeggiare amabilmente ambedue le varianti. E' triste dover ammettere che, pure nella tragicità comica della scena, il mio sguardo si posava con più indulgenza verso la seconda apparizione, mentre la prima, e più terribile, spingeva la mia mente verso quel processo innato di comparazione a cui nessun maschio sa sfuggire...
Perchè non siamo subito fuggiti dall'orribile scena, voi dite?...Volevamo fuggire...giuro che volevamo ma...dovevamo attraversare un tratto allo scoperto, noi ben coperti, non so se mi spiego...ed era imbarazzante essere così coperti in quel luogo. Era proprio "fuori luogo".  Mi sembrava quasi che quelle persone si potessero offendere nel vederci così avvinghiati ai nostri colorati vestiti estivi...Temevo inconsciamente che si sarebbero prodigati nell'aiutarci a liberarcene...per compassione, senz'altro, verso esseri così poco adeguati...
E poi avevo con me le mie donne. Non potevo sopportare l'idea che vedessero ancora quella scena...
Poi non avevo fatto i conti con la marea che , alzandosi, rendeva impossibile riattraversare lo specchio d'acqua che ci separava dalla salvezza...
Calate le ombre della notte, con i volatili ormai rientrati nei loro nidi e la marea che pian piano si ritirava...furtivamente siamo sortiti dall'improvvisato riparo e siamo riusciti a ripassare il Mar Rosso...e, mentre la Luna impassibile ( anche se mi pareva che un leggero sorriso di scherno ne increspasse il viso dorato) illuminava la scena...mai l'abbraccio del Faraone ci è parso più dolce!
#1690
Attualità / Re:sulla giovane suicida di Napoli
15 Settembre 2016, 16:13:31 PM
Citazione di: acquario69 il 15 Settembre 2016, 14:20:56 PM
Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 14:00:09 PMAcquario ha scritto:
Citazioneper una volta sono d'accordo con sgiombo sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla
Anche questa proposizione non mi è chiara. Mi sembra che tutti i mass media ne stanno parlando da due giorni come di un caso eclatante che ha indotto una ragazza al suicidio. Un fatto che fa o dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani incoscienti, che con i loro comportamenti non sanno il male che fanno. A loro basta irridere e giudicare il "capro espiatorio".
ritengo più semplicemente che certe analisi,(e questo a prescindere dalla ragazza in questione) non andrebbero fatte solo a senso unico o da un solo lato della medaglia.

Mi sembra che, più che "sistema del nulla", si vada verso un sistema totalmente narcisistico. Si è continuamente incoraggiati ad esporre la propria vita. Vedo gente dappertutto che continua a fotografarsi in tutte le posizioni e poi rimirarsi, spedendo il tutto agli amici virtuali e non. Questo è estremamente funzionale al "sistema business" mondiale. Osserva come tutti i social ti invitano a pubblicare le tue foto, facendoti capire che più ti esponi più verrai apprezzato. E' chiaro che, più guardi il tuo ombelico, meno guardi il mondo... :( . Ovviamente, meno guardi il mondo,  meno ti verrà l'idea e la tentazione di cambiarlo!...
Non conoscendo , nessuno di noi, e nemmeno gli autorevoli commentatori sulle Tv o sui giornali, cosa veramente passava per la testa della giovane, e qual'era il suo dolore abbiamo pochi elementi per dare un giudizio. Non ho seguito fino in fondo la vicenda ma, solo in via intuitiva, ho molte perplessità che quel video in rete sia la vera causa del suicidio. C'era, secondo me, un male più profondo di cui, la libera volontà di filmarsi in certi momenti e condividerli con altri, è possibile sintomo. E' quel senso di straniamento di cui parlavo in altra sezione. Il sentirsi estranei anche a sé stessi. Il non riconoscere la differenza tra noi e la nostra immagine virtuale.
#1691
Citazione di: Riccardo il 15 Settembre 2016, 01:21:08 AMIo non odio gli altri, io odio il fatto che tutto si basi sulla fortuna. E' un odio concettuale, non rivolto verso qualcuno in particolare.

Si tratta quindi di un "odio concettuale" verso il mondo che ritieni dominato dalla fortuna.
Ma questo odio concettuale verso il mondo lo proveresti se invece tu fossi "ricco, bello e teneramente amato"?
#1692
Citazione di: Riccardo il 15 Settembre 2016, 00:50:34 AMMa infatti, come hai ben detto, il desiderio sprona a migliorare. Ma quando uno è spronato a migliorare qualcosa che non può essere migliorato (il proprio corpo, il proprio passato, la propria condizione sociale, per rimanere attinenti ai miei esempi), cosa rimane? Frustrazione. La frustrazione genera fastidio e il fastidio prolungato genera insofferenza, che alla lunga genera odio. E' ovvio che io odio, non potrei fare altrimenti. Le cose che desidero cambiare non sono cambiabili. PS: desiderare di avere una famiglia che ti ami non c'entra nulla con il farsi una propria famiglia. Tra l'altro, avere vissuto l'eperienza familiare come un trauma ti assicuro che spegne parecchio il desiderio di farsene una.

Ma non è il desiderio di cose che non puoi cambiare che ti sprona a migliorare. Questo desiderio ti sprona solo ad odiare sempre di più te stesso e gli altri. Il desiderio è come un coltello: se lo usi bene è molto utile, se lo usi male può anche uccidere. Bisogna anche stare attenti  a non godere inconsciamente del fatto di reputarsi sfortunati. In fin dei conti consolida la nostra identità, no ? 
Il paragone della famiglia serve per evidenziare che sta a noi il voler superare questa condizione d'odio. Un vecchio proverbio dgli indiani d'America recita:
Prima di giudicare qualcuno (in questo caso quello che ritieni più fortunato di te) cammina almeno tre lune nei suoi mocassini. Ossia... tu conosci la tua sofferenza, ma non quella degli altri.
Se però, invece di un consiglio, cerchi una conferma alla validità delle tue pretese di essere giustificato ad odiare gli altri, mi dispiace...non posso seguirti su questa strada.
#1693
Citazione di: Riccardo il 14 Settembre 2016, 22:54:03 PM
Citazione di: Sariputra il 14 Settembre 2016, 22:45:57 PMMa la tua felicità consiste solo nel possedere le cose?
Non stai tenendo a mente ciò che ho detto. Le mie mancanze sono il voler avere un altro corpo, il voler avere una famiglia che mi ami, il voler avere l'accettazione da parte del prossimo e il volere avere la libertà. Non sono "cose" da possedere, ma desideri emotivi. "Cose" sono un DVD, una bicicletta, un telefono etc... Non capisco perchè dici che voglio possedere cose.

Ma le desideri come fossero cose! Dimentichi che, per definizione, l'invidia è un sentimento di astiosa irritazione . Il desiderio può essere uno sprone potente a migliorare o un vortice che, per l'appunto va ad alimentare l'odio che proviamo per quelli che riteniamo più fortunati di noi. Può essere produttivo passare la vita in uno stato di astiosa ( odiosa) irritazione verso gli altri? E visto che il mutamento delle cose è solo in parte in tuo potere ( non puoi cambiare , se non in minima parte, il tuo corpo. Non puoi cambiare la tua famiglia, ma provare un desiderio sano di costruirne una tua , diversa e che sappia amare. Non puoi pretendere che gli altri ti amino quando il primo che ti odia sei te stesso). La vita è cambiamento e proprio per questo c'è in noi la possibilità di cercare le radici del bene o scegliere, come sembra tuo desiderio, di seguire quelle del male che trovano nel sentimento astioso dell'invidia una triste fusione tra le tre più profonde radici della sofferenza che portiamo in noi: l'avidità, l'odio e l'illusione.
Se ci rifletti vedrai che l'invidia le contiene tutte e tre.
Il mutamento avviene sia che si tenda verso quello che non si ha, sia che non si tenda e ci si accontenti. Il volere si scontra sempre con il potere. E , amaramente, scopriamo, tutti noi, che il nostro volere è sempre più grande del nostro potere. Quindi mi azzardo, anche se so che non sei d'accordo , a ribaltare il tuo enunciato:
Chi vive e comprende il mutamento, non può provare invidia.
#1694
Citazione di: Riccardo il 14 Settembre 2016, 22:31:52 PM
Citazione di: Sariputra il 14 Settembre 2016, 01:55:25 AMNon sei offensivo , è una domanda lecita. Ma il non attaccamento alle cose non ha nulla a che fare con l'apatia. Al contrario apre un campo enorme di possibilità d'agire. Solo che sarà un agire autentico, privo di illusioni. E non significa nemmeno non voler niente. Per esempio, domani vorrei poter finire di verniciare gli infissi di Villa Sariputra. Ma, nel caso non dovessi farcela, non ne proverei frustrazione. Non è un "non far niente". Si fa tutto quello che va fatto, semplicemente senza attaccarcisi sopra... Se vedo una bella auto osservo il mio desiderio di possederla. Vedo come sorge questo desiderio e lo lascio andare per la sua strada... Pensa a tutte le cose che magari hai avuto nella tua vita finora e che...non son riuscite a farti felice. Si passa tutta la vita sperando che altre lo possano fare. E poi altre ancora e altre ancora. La felicità è sempre più in là. Irragiungibile. L'attaccamento è paragonato ad un fuoco che brucia senza sosta. Pensi che il gesto di ritrarre la mano sia poco saggio ?
Capisco quello che dici, ma è come un cane che si morde la coda. Se non posso essere felice per quello che ho, poichè lo dò per scontato, e non posso essere felice per quello che non ho, poichè mi è impossibile averlo, allora l'unica cosa che mi resta è l'infelicità.

Ma la tua felicità consiste solo nel possedere le cose?
#1695
Tematiche Spirituali / Re:Ma Dio...è buono o cattivo?
14 Settembre 2016, 16:51:16 PM
Riecheggiandomi  nella mente le parole di Jean a riguardo dei due mondi incomunicabili, o che paiono tali: Il mondo della certezza , della fede e quello dell'incertezza, dell'incredulità, riporto un passo del papa emerito Ratzinger che invece tenta una sintesi, quasi un profondo bisogno di comunicare tra loro che hanno queste due realtà, al di là di ogni dogmatismo: 

E' la struttura fondamentale del destino umano poter trovare la dimensione definitiva dell'esistenza unicamente in questa interminabile rivalità fra dubbio e fede, fra tentazione e certezza. E chissà mai che proprio il dubbio, il quale preserva tanto l'uno quanto l'altro dalla chiusura nel proprio isolazionismo, non divenga il luogo della comunicazione. Esso, infatti, impedisce ad ambedue gli interlocutori di barricarsi completamente in se stessi, portando il credente a rompere il ghiaccio col dubbioso e il dubbioso ad aprirsi col credente; per il primo rappresenta una partecipazione al destino dell'incredulo, per il secondo una forma sotto cui la fede resta – nonostante tutto – una provocazione permanente.
Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico 2005