Il mio problema non è quello rivoluzionario.
Più precisamente seguendo e ringraziando Paul per la sintesi storica, ho infatti detto che la geopolitica è la vera area centrale sul dibattito politico-economico.
Ma il dibattito politico-economico non è seguito nella logica della lotta di classe, bensì come dici anche tu nella descrizione di cosa sta accadendo. In termini colti l'archeologia storica del sapere.
Ma è proprio lì lo mio sconforto.
Certo potrei come sempre ho fatto stare alla periferia nel nuovo evo, addirittura catacombarmi come ho sempre fatto (mi pare e mi pareva l'unico esito sensato).
Ma oggi mi scopro una depressione acuta, sembra non voler passare.
Come dite a parole vostre Iano e Daniele22 il problema è proprio quello relativo al disporre di se stessi in quanto uomini.
Io posso disporre di me stesso in città come in paese, non ci vedo differenza, infatti dispongo in base a coloro che mi sono accanto, e che a parte la mia famiglia, decido di scegliere.
D'altronde una volta vi erano le sedi di partito che facevano grande il partito comunista (ahimè).
Il problema non è nelle dimensioni del menefreghismo, ma del suo albergare nei nostri cuori.
Penso senza ombre di dubbio che riguarda l'imperativo all'obbedienza all'ordine sociale.
Ossia nell'ordine del nome del padre da Freud a Tupinamba, passando per Zizek.
Il gravissimo problema di Zizek, Recalcati etc...etc...è la loro confusione tra la necessità di una risposta all'ordine simbolico, con la sostituzione di un altro ordine simbolico, comunista nel caso di Zizek, cattolico nel caso di Recalcati.
Prendo 2 personaggi che mi stanno a cuore, proprio per dire di come il problema della sostituzione dell'ordine simbolico (oggi liberista, capitalista), non sia mai stato nell'ordine della sostituzione ideologica.
Bensì con quella dell'immaginario.
L'immaginario risponde al nome originario, si conforma in una metamorfosi continua dell'ordine della raccolta degli oggetti fenomenici che vanno a comporre il soggetto.
Il soggetto è tanto più libero quanto si conforma alla PROPRIA e di nessun altro RICERCA DEL SE'.
Il sè essendo non la riflessione dell'io nel sè medesimo, che sarebbe come dire io sono QUESTO soggetto e non un ALTRO, bensì nella multiforme ridefinizione del desiderio personale.
Seguendo Leopardi, ossia una volta capita che la questione è privata e non PUBBLICA, cominciamo a capire l'ORRORE che da sempre, a partire proprio dai Greci, che l'hanno pensato e ricercato, caratterizza la polis, la città, il mondo e il globo.
Ora poichè il vero sè è l'accettazione dell'altro, e non la sua negazione come abbiamo già visto prima.
Va da sè che il problema sia quello del soggetto.
In particola modo prima ancora di parlare del soggetto, l'occidente ha pensato la relazione tra il soggetto e lo stato frattanto costituito dopo un lago di sangue.
La modernità ossia la ricerca razionale delle forme di convivenza tra individuo e stato, ha creduto di trovare risposta definitiva nella forma democratica rappresentativa, grazie alle qualità performanti della scienza, che ha permesso una moltiplicazioni degli oggetti che formano il soggetto, pari a quelle di molti soggetti, riducendo così il gap delle violenze precedenti.
Ma il problema del soggetto in sè, è rimasto.
Infatti io non desidero essere te, bensì desidero una collezione di emozioni e oggetti diversa da te.
Il comunismo è la chiara violazione di tutto quanto conquistato dalla modernità.
Dunque il problema di uno stato Cinese, che impedisce ai propri cittadini la libertà di parola, e che fa guerra commerciale all'occidente, diventa un affare assai serio.
Perchè mette in seria questione la sopravvivenza persino nella periferia dell'impero della possibilità di un pensarsi diverso da quello che invece VIENE RICHIESTO e comandato per affrontare la minaccia cinese.
Ossia per affrontare un mercato compatto e diretto dallo stato servono cittadini cinesi, gente che non ragiona su se stessa ma che ragiona appresso un dio.
Ossia servono schiavi del pensiero: automi.
Dagli un minimo di soldi in più e via che va tutto bene.
E' quello che chiede la sinistra europea, un po di soldi in piu ai poveri.
MA NON E' QUESTO il problema.
Il problema è che la necessità che il popolo segua lo stato, sia di carattere mercantile, e mercenario: fatti loro.
Ma il problema del soggetto è che per avere un soggetto che pensi il suo problema (il vecchio monito della sfinge: conosci te stesso!) c'è bisogno anzitutto dello spazio privato del pensiero.
Io da sempre sono stato di sinistra, perchè mi pareva ovvio che ognuno avesse diritto a quello spazio.
Ma non sapevo, e non potevo saperli se non vivendo (i miei ventanni) che il feticcio delle merci, era un problema serissimo.
Su questo cara Ipazia faccio ammenda se non sono stato chiaro, è chiaro che il maggior teorico del soggetto come feticcio, è proprio Marx.
Quando faccio riferimento a Zizek e Tupinamba, mi riferisco certo a quel filone di pensiero che ragiona contemporaneamente sia sul soggetto che sul rapporto soggetto stato.
In questo senso è una ricerca per filosofi, solo i filosofi tra di loro possono districarsi tra tale matassa di pensiero.
Solo il filosofo che ha confidenza con l'originario, con i concetti di desiderio, di merce-feticcio, di etica intra-personale, si può delineare la speranza verso un mondo migliore.
E' per questo che la periferia dell'impero andava bene.
Ma oggi in questione è persino lo spazio della periferia.
Dunque il problema è come rimanere fedeli a se stessi, fedeli al fare filosofia.
Quando vedi gente come Recalcati e Galimberti attaccare Cacciari in nome di un bene comune, io rabbrividisco.
Il libero pensiero va lasciato SEMPRE, soprattutto come già fatto da Cacciari e Agamben, quando si distingue la questione medica da quella politico-sociale ( e quindi anche dalla questione della politica di casa caro Recalcati! ma che mi combini? cosa attacchi a fare Cacciari? ho capito che telemaco si è perso, ma così stai invitando cerbero).
E' quando vedo cose agghiaccianti come queste, soprattutto da persone che personalmente sapevo avessero gravissimi problemi con il loro apparato simbolico rappresentativo, ma che ora scaricano le loro personalissime idiosincrasie politiche (e quindi simboliche) verso lo spazio della libera critica, a partire da posizione che apparentemente sono simile a quelle di Cacciari e Agamben (me evidentemente non lo sono mai state), che capisco come quello spazio "alla periferia dell'evo (dell'impero dico io) sia in gravissimo pericolo.
Persone che vivevano ai margini apparentemente in armonia tra loro ora scattano con denti da topo ferocissimi (vedi sempre l'utopia del topo del mi primo post).
Gente che con l'apparato imperiale non dovrebbe avere niente a che fare cadono come moscerini spiaccicati sul parebrezza simbolico del loro essere soggetti cinici dalla velocità del cambiamento (e siamo ancora con le marce basse).
Il cinismo delle persone come in un incubo già scritto da Heidegger e Severino che ragionano su Nietzche comincia il suo lugubre rintocco di campane a funebre memoria di loro stessi.
Chi suona la campana? sono gli stessi pretoni di questo mondo invasato, che crede ancora in DIO.
E io sto sempre peggio caro Paul e Ipazia e Iano e Daniele22.
Non è questione del moderno, non è questione del post-moderno, non è nemmeno delle politiche del panottikon.
Quelle sono semplicemente il cibo intellettuale di cui si ciba il mio io (chiamolo così, anche se non esiste in quanto tale, solo per distinguerlo dal soggetto, forse possiamo parlare nei termini della vecchia metafisica del sè).
Insomma cari amici c'è molta confusione tra quello che è il problema politico, quello che è il problema ideologico e quello che è invece il problema globale strutturale che certo contiene le problematiche precedenti, che d'altonde molto liberamente si sono seguite su questo 3d.
E su cui non ho ben capito.
Certo a buon senso come dice Paul la quarta rivoluzione industriale è necessaria.
Certo il liberalismo di Inverno fa bene a porre accento sul problema della gestione di questa rivoluzione.
Certo a buon senso hanno ragione chi vede la forbice ricchi poveri come una conseguenza dell'appropriazione privata di pochi.
Certo ha ragione Ipazia con la lotta di classe e la redistribuzione dei redditi.
Certo sono posizioni contrastanti.
Sapendo di come la Cina è diventata grande, ossia a colpi di espropriazione delle proprietà private, io sto sempre più a destra, certo rimanendo nella sinistra.
La lotta di classe è quella dei ricchi contro i poveri, come dice Freccero, e l'hanno pure vinta.
Certo la possibilità di riprendere a riorganizzarsi dal basso è sempre presente, e rimarrà come utopia ancora ed ancora.
Francamente però cara Ipazia bisogna indicare come, sennò ha ragione (eccome se ne ha) Paul quando dice he Zizek parla e basta, ma di proposte non ne ha mai dato una. (come ho già detto è ovvio in quanto il suo apparato simbolico, di fatto coincide con quello del potere, non a caso il suo ultimo libro è un inno allo stato delle cose, e la direzione sebbene sottolineata in maniera corretta come perniciossisima è poi anacquata dalla solita mancanza di proposte).
Intendo dire che non esiste alcuna calamità naturale, il clima cambia come cambia il deserto.
Il fatto di renderla calamitatosa è solo l'arma delle elites per farci stare zitti e buoni.
La Greta che ho rivalutato, in quanto può leggere decine di libri in un giorno e ricordarseli tutti a memoria, al netto del suo stato di ordine simbolico, ovviamente usato dalle elites (questo si), ha invece fatto notare come il pac20 non ha risolto nulla, e che le cose non si risolvono a colpi burocratici ma con un drastico cambiamento dello stile di vita (evidentemente ha scelto anche per noi).
Per quel che mi riguarda all'epoca seguii un corso di harvard sul cambiamento climatico, che metteva in luce come i dati fossero tutti sbagliati.
Dunque non c'è nessuna emergenza, ma solo il bisogno di eliminare i concorrenti a mangiare la torta.
La società non ha alcuna intenzione di virare su fonti alternative ma rimarrà su carbone e acciaio.
La green economy non esiste, esiste invece il capitalista più grosso che si mangia quello più piccolo.
Ripeto il problema non è quello ambientale, ma quello delle risorse pubbliche che verranno tolte a noi mortali, non in nome della scienza, anche se la scienza verrà messa in ballo, ma della volontà di potenza che il ricco ha sul povero e sui Nietzche ha già scritto pagine psicologiche importantissime.
Ricordiamoci semplicemente che il potere vuole potere.
Dunque aborro chiunque mi venga a parlare di sovrapopolazione (2/3 del globo sono in acqua, la maggior parte della terra è deserta, basta prendere il mappamondo di sera in una di quelle foto delle nasa per renderci come il nostro pianeta è poco abitato) di problemi di alimentazione di "non possiamo permettercelo"etc...etc...(già li sento notte e giorno i giornali sui futuri insensati ordini dell'impero) è solo un cane dell'impero.
Per essere sincero io gli insetti non li mangio.
Per quanto rigurda il commercio marittimo (al di là della defaiance piratesca ah ah) sono d'accordo.
Per fare il punto brevemente, la Cina sta costruendo isole artificiali nel mare di Cina, ed è sulla buona strada per arrivare in Italia definitivamente (basi militari incluse).
Infatti dispone di un esercito di fanteria virtualmente infinito.
L'isola di Sri Lanka come so per diretta testimonianza di amici, è già nelle loro mani, l'isola è completamente nelle mani dei militari, la gente è felice perchè finalmente hanno delle strade.....
Certo nessuno può fare più politica (comunismo cino-russo).
Insomma il soggetto borghese quale noi siamo, mentre continua come un demente a pensare che la crisi finirà (ah ah ah), sta per essere sbranato vivo.
Ma credo che in fin dei conti a molti, moltissimi piacerà.
I vari Recalcati e Galimberti (due autori che seguo nonostante tutto) saranno molto felici di dover dire solo sciocchezze, pur di campare (in quel caso che dovrei seguire a fare? a fare che?).
Come diceva Carmelo Bene, lo vogliamo dare un panino agli italiani?
No io non parlo di panini, mi sono rotto le scatole, di combattere per dare il panino a gente che non solo depensa ma è portata pure per natura, la cara vecchia natura, a volere SEMPRE il male degli altri, ad ogni istante ad ogni occasione.
Coscienza di classe??? si cominciamo con la coscienza che siamo un popolo che se può fare del male, lo fa.
A proposito del la mia libertà finisce dove inizia la tua.
Veramente è la costituzione che lo decide.
Perchè chi decide quale sia la mia libertà e quella tua?
La tua non-vita vale la mia?
La mia non-vita vale la tua?
Chi decide?
Oggi decidono le guardie, bè non ancora, anche se i fatti di cronaca in tale senso sono sempre più numerosi, non ancora la norma (e per certo lo è a sri lanka, dove prima si facevano la guerra, ed era un problema, ma ora non si fa più la guerra, tutti zitti e buoni).
Dunque a chiunque tiri in ballo questo falso monito, non rispondo. Ormai le questione civili sono tutte false.
(non mi rompete è ovvio che sono questioni civili, ma quando se uno dice una cosa, l'amico o preteso tale, galimberti vs cacciari, recalcati vs cacciari, sragiona additanto motivi e concetti di tutt'altra area tematica da quella che si suppone abbiamo capito di cosa cavolo stiamo parlando, e invece no, nessuno capisce più niente, e si tira fuori subito la pistola, metaforicamente parlando, mi raccomando).
Ma non solo per via del fatto che il mio male è il tuo bene, come nella anti-politica dei politicanti di ogni risma e condizione sia ricchi che poveri, di oggi.
Ma addirittura si vengono a diventare tutti filosofi senza aver capito NULLA dico NULLA di cosa sia la filosofia.
Insomma la confusione ordinata di questo forum è nulla rispetto al delirio la fuori.
Sapevo che sarebbe finita cosi anche in casa, e cosi è stato.
Mi chiedo se la gente si sta rendendo conto della a cui si sono auto-demandati, pur di rispettare il luogo comune.
Mi guarda intorno, direi di no.
Va bene per ora i risparmi ci sono, passatemi un panino.
Vedo di resistere nella catacombe, ma poi lo vedi un salto qui lo si fa sempre.
Ps tranquilli abbiamo ancora tempo...forse....
Più precisamente seguendo e ringraziando Paul per la sintesi storica, ho infatti detto che la geopolitica è la vera area centrale sul dibattito politico-economico.
Ma il dibattito politico-economico non è seguito nella logica della lotta di classe, bensì come dici anche tu nella descrizione di cosa sta accadendo. In termini colti l'archeologia storica del sapere.
Ma è proprio lì lo mio sconforto.
Certo potrei come sempre ho fatto stare alla periferia nel nuovo evo, addirittura catacombarmi come ho sempre fatto (mi pare e mi pareva l'unico esito sensato).
Ma oggi mi scopro una depressione acuta, sembra non voler passare.
Come dite a parole vostre Iano e Daniele22 il problema è proprio quello relativo al disporre di se stessi in quanto uomini.
Io posso disporre di me stesso in città come in paese, non ci vedo differenza, infatti dispongo in base a coloro che mi sono accanto, e che a parte la mia famiglia, decido di scegliere.
D'altronde una volta vi erano le sedi di partito che facevano grande il partito comunista (ahimè).
Il problema non è nelle dimensioni del menefreghismo, ma del suo albergare nei nostri cuori.
Penso senza ombre di dubbio che riguarda l'imperativo all'obbedienza all'ordine sociale.
Ossia nell'ordine del nome del padre da Freud a Tupinamba, passando per Zizek.
Il gravissimo problema di Zizek, Recalcati etc...etc...è la loro confusione tra la necessità di una risposta all'ordine simbolico, con la sostituzione di un altro ordine simbolico, comunista nel caso di Zizek, cattolico nel caso di Recalcati.
Prendo 2 personaggi che mi stanno a cuore, proprio per dire di come il problema della sostituzione dell'ordine simbolico (oggi liberista, capitalista), non sia mai stato nell'ordine della sostituzione ideologica.
Bensì con quella dell'immaginario.
L'immaginario risponde al nome originario, si conforma in una metamorfosi continua dell'ordine della raccolta degli oggetti fenomenici che vanno a comporre il soggetto.
Il soggetto è tanto più libero quanto si conforma alla PROPRIA e di nessun altro RICERCA DEL SE'.
Il sè essendo non la riflessione dell'io nel sè medesimo, che sarebbe come dire io sono QUESTO soggetto e non un ALTRO, bensì nella multiforme ridefinizione del desiderio personale.
Seguendo Leopardi, ossia una volta capita che la questione è privata e non PUBBLICA, cominciamo a capire l'ORRORE che da sempre, a partire proprio dai Greci, che l'hanno pensato e ricercato, caratterizza la polis, la città, il mondo e il globo.
Ora poichè il vero sè è l'accettazione dell'altro, e non la sua negazione come abbiamo già visto prima.
Va da sè che il problema sia quello del soggetto.
In particola modo prima ancora di parlare del soggetto, l'occidente ha pensato la relazione tra il soggetto e lo stato frattanto costituito dopo un lago di sangue.
La modernità ossia la ricerca razionale delle forme di convivenza tra individuo e stato, ha creduto di trovare risposta definitiva nella forma democratica rappresentativa, grazie alle qualità performanti della scienza, che ha permesso una moltiplicazioni degli oggetti che formano il soggetto, pari a quelle di molti soggetti, riducendo così il gap delle violenze precedenti.
Ma il problema del soggetto in sè, è rimasto.
Infatti io non desidero essere te, bensì desidero una collezione di emozioni e oggetti diversa da te.
Il comunismo è la chiara violazione di tutto quanto conquistato dalla modernità.
Dunque il problema di uno stato Cinese, che impedisce ai propri cittadini la libertà di parola, e che fa guerra commerciale all'occidente, diventa un affare assai serio.
Perchè mette in seria questione la sopravvivenza persino nella periferia dell'impero della possibilità di un pensarsi diverso da quello che invece VIENE RICHIESTO e comandato per affrontare la minaccia cinese.
Ossia per affrontare un mercato compatto e diretto dallo stato servono cittadini cinesi, gente che non ragiona su se stessa ma che ragiona appresso un dio.
Ossia servono schiavi del pensiero: automi.
Dagli un minimo di soldi in più e via che va tutto bene.
E' quello che chiede la sinistra europea, un po di soldi in piu ai poveri.
MA NON E' QUESTO il problema.
Il problema è che la necessità che il popolo segua lo stato, sia di carattere mercantile, e mercenario: fatti loro.
Ma il problema del soggetto è che per avere un soggetto che pensi il suo problema (il vecchio monito della sfinge: conosci te stesso!) c'è bisogno anzitutto dello spazio privato del pensiero.
Io da sempre sono stato di sinistra, perchè mi pareva ovvio che ognuno avesse diritto a quello spazio.
Ma non sapevo, e non potevo saperli se non vivendo (i miei ventanni) che il feticcio delle merci, era un problema serissimo.
Su questo cara Ipazia faccio ammenda se non sono stato chiaro, è chiaro che il maggior teorico del soggetto come feticcio, è proprio Marx.
Quando faccio riferimento a Zizek e Tupinamba, mi riferisco certo a quel filone di pensiero che ragiona contemporaneamente sia sul soggetto che sul rapporto soggetto stato.
In questo senso è una ricerca per filosofi, solo i filosofi tra di loro possono districarsi tra tale matassa di pensiero.
Solo il filosofo che ha confidenza con l'originario, con i concetti di desiderio, di merce-feticcio, di etica intra-personale, si può delineare la speranza verso un mondo migliore.
E' per questo che la periferia dell'impero andava bene.
Ma oggi in questione è persino lo spazio della periferia.
Dunque il problema è come rimanere fedeli a se stessi, fedeli al fare filosofia.
Quando vedi gente come Recalcati e Galimberti attaccare Cacciari in nome di un bene comune, io rabbrividisco.
Il libero pensiero va lasciato SEMPRE, soprattutto come già fatto da Cacciari e Agamben, quando si distingue la questione medica da quella politico-sociale ( e quindi anche dalla questione della politica di casa caro Recalcati! ma che mi combini? cosa attacchi a fare Cacciari? ho capito che telemaco si è perso, ma così stai invitando cerbero).
E' quando vedo cose agghiaccianti come queste, soprattutto da persone che personalmente sapevo avessero gravissimi problemi con il loro apparato simbolico rappresentativo, ma che ora scaricano le loro personalissime idiosincrasie politiche (e quindi simboliche) verso lo spazio della libera critica, a partire da posizione che apparentemente sono simile a quelle di Cacciari e Agamben (me evidentemente non lo sono mai state), che capisco come quello spazio "alla periferia dell'evo (dell'impero dico io) sia in gravissimo pericolo.
Persone che vivevano ai margini apparentemente in armonia tra loro ora scattano con denti da topo ferocissimi (vedi sempre l'utopia del topo del mi primo post).
Gente che con l'apparato imperiale non dovrebbe avere niente a che fare cadono come moscerini spiaccicati sul parebrezza simbolico del loro essere soggetti cinici dalla velocità del cambiamento (e siamo ancora con le marce basse).
Il cinismo delle persone come in un incubo già scritto da Heidegger e Severino che ragionano su Nietzche comincia il suo lugubre rintocco di campane a funebre memoria di loro stessi.
Chi suona la campana? sono gli stessi pretoni di questo mondo invasato, che crede ancora in DIO.
E io sto sempre peggio caro Paul e Ipazia e Iano e Daniele22.
Non è questione del moderno, non è questione del post-moderno, non è nemmeno delle politiche del panottikon.
Quelle sono semplicemente il cibo intellettuale di cui si ciba il mio io (chiamolo così, anche se non esiste in quanto tale, solo per distinguerlo dal soggetto, forse possiamo parlare nei termini della vecchia metafisica del sè).
Insomma cari amici c'è molta confusione tra quello che è il problema politico, quello che è il problema ideologico e quello che è invece il problema globale strutturale che certo contiene le problematiche precedenti, che d'altonde molto liberamente si sono seguite su questo 3d.
E su cui non ho ben capito.
Certo a buon senso come dice Paul la quarta rivoluzione industriale è necessaria.
Certo il liberalismo di Inverno fa bene a porre accento sul problema della gestione di questa rivoluzione.
Certo a buon senso hanno ragione chi vede la forbice ricchi poveri come una conseguenza dell'appropriazione privata di pochi.
Certo ha ragione Ipazia con la lotta di classe e la redistribuzione dei redditi.
Certo sono posizioni contrastanti.
Sapendo di come la Cina è diventata grande, ossia a colpi di espropriazione delle proprietà private, io sto sempre più a destra, certo rimanendo nella sinistra.
La lotta di classe è quella dei ricchi contro i poveri, come dice Freccero, e l'hanno pure vinta.
Certo la possibilità di riprendere a riorganizzarsi dal basso è sempre presente, e rimarrà come utopia ancora ed ancora.
Francamente però cara Ipazia bisogna indicare come, sennò ha ragione (eccome se ne ha) Paul quando dice he Zizek parla e basta, ma di proposte non ne ha mai dato una. (come ho già detto è ovvio in quanto il suo apparato simbolico, di fatto coincide con quello del potere, non a caso il suo ultimo libro è un inno allo stato delle cose, e la direzione sebbene sottolineata in maniera corretta come perniciossisima è poi anacquata dalla solita mancanza di proposte).
Intendo dire che non esiste alcuna calamità naturale, il clima cambia come cambia il deserto.
Il fatto di renderla calamitatosa è solo l'arma delle elites per farci stare zitti e buoni.
La Greta che ho rivalutato, in quanto può leggere decine di libri in un giorno e ricordarseli tutti a memoria, al netto del suo stato di ordine simbolico, ovviamente usato dalle elites (questo si), ha invece fatto notare come il pac20 non ha risolto nulla, e che le cose non si risolvono a colpi burocratici ma con un drastico cambiamento dello stile di vita (evidentemente ha scelto anche per noi).
Per quel che mi riguarda all'epoca seguii un corso di harvard sul cambiamento climatico, che metteva in luce come i dati fossero tutti sbagliati.
Dunque non c'è nessuna emergenza, ma solo il bisogno di eliminare i concorrenti a mangiare la torta.
La società non ha alcuna intenzione di virare su fonti alternative ma rimarrà su carbone e acciaio.
La green economy non esiste, esiste invece il capitalista più grosso che si mangia quello più piccolo.
Ripeto il problema non è quello ambientale, ma quello delle risorse pubbliche che verranno tolte a noi mortali, non in nome della scienza, anche se la scienza verrà messa in ballo, ma della volontà di potenza che il ricco ha sul povero e sui Nietzche ha già scritto pagine psicologiche importantissime.
Ricordiamoci semplicemente che il potere vuole potere.
Dunque aborro chiunque mi venga a parlare di sovrapopolazione (2/3 del globo sono in acqua, la maggior parte della terra è deserta, basta prendere il mappamondo di sera in una di quelle foto delle nasa per renderci come il nostro pianeta è poco abitato) di problemi di alimentazione di "non possiamo permettercelo"etc...etc...(già li sento notte e giorno i giornali sui futuri insensati ordini dell'impero) è solo un cane dell'impero.
Per essere sincero io gli insetti non li mangio.
Per quanto rigurda il commercio marittimo (al di là della defaiance piratesca ah ah) sono d'accordo.
Per fare il punto brevemente, la Cina sta costruendo isole artificiali nel mare di Cina, ed è sulla buona strada per arrivare in Italia definitivamente (basi militari incluse).
Infatti dispone di un esercito di fanteria virtualmente infinito.
L'isola di Sri Lanka come so per diretta testimonianza di amici, è già nelle loro mani, l'isola è completamente nelle mani dei militari, la gente è felice perchè finalmente hanno delle strade.....
Certo nessuno può fare più politica (comunismo cino-russo).
Insomma il soggetto borghese quale noi siamo, mentre continua come un demente a pensare che la crisi finirà (ah ah ah), sta per essere sbranato vivo.
Ma credo che in fin dei conti a molti, moltissimi piacerà.
I vari Recalcati e Galimberti (due autori che seguo nonostante tutto) saranno molto felici di dover dire solo sciocchezze, pur di campare (in quel caso che dovrei seguire a fare? a fare che?).
Come diceva Carmelo Bene, lo vogliamo dare un panino agli italiani?
No io non parlo di panini, mi sono rotto le scatole, di combattere per dare il panino a gente che non solo depensa ma è portata pure per natura, la cara vecchia natura, a volere SEMPRE il male degli altri, ad ogni istante ad ogni occasione.
Coscienza di classe??? si cominciamo con la coscienza che siamo un popolo che se può fare del male, lo fa.
A proposito del la mia libertà finisce dove inizia la tua.
Veramente è la costituzione che lo decide.
Perchè chi decide quale sia la mia libertà e quella tua?
La tua non-vita vale la mia?
La mia non-vita vale la tua?
Chi decide?
Oggi decidono le guardie, bè non ancora, anche se i fatti di cronaca in tale senso sono sempre più numerosi, non ancora la norma (e per certo lo è a sri lanka, dove prima si facevano la guerra, ed era un problema, ma ora non si fa più la guerra, tutti zitti e buoni).
Dunque a chiunque tiri in ballo questo falso monito, non rispondo. Ormai le questione civili sono tutte false.
(non mi rompete è ovvio che sono questioni civili, ma quando se uno dice una cosa, l'amico o preteso tale, galimberti vs cacciari, recalcati vs cacciari, sragiona additanto motivi e concetti di tutt'altra area tematica da quella che si suppone abbiamo capito di cosa cavolo stiamo parlando, e invece no, nessuno capisce più niente, e si tira fuori subito la pistola, metaforicamente parlando, mi raccomando).
Ma non solo per via del fatto che il mio male è il tuo bene, come nella anti-politica dei politicanti di ogni risma e condizione sia ricchi che poveri, di oggi.
Ma addirittura si vengono a diventare tutti filosofi senza aver capito NULLA dico NULLA di cosa sia la filosofia.
Insomma la confusione ordinata di questo forum è nulla rispetto al delirio la fuori.
Sapevo che sarebbe finita cosi anche in casa, e cosi è stato.
Mi chiedo se la gente si sta rendendo conto della a cui si sono auto-demandati, pur di rispettare il luogo comune.
Mi guarda intorno, direi di no.
Va bene per ora i risparmi ci sono, passatemi un panino.
Vedo di resistere nella catacombe, ma poi lo vedi un salto qui lo si fa sempre.
Ps tranquilli abbiamo ancora tempo...forse....

definiscimi allora attività, bisogno e necessità, visto che verità della parola lavoro è una sola!!
per dire che gli artisti devono lavorare in fabbrica come tutti???
) è solo che quando è troppo è troppo.(vediamo anche noi di usare queste frasi autospieganti, che non spiegano proprio un bel niente, tanto l'andazzo è quello)