Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2021, 10:16:58 AMCitazione di: green demetr il 15 Giugno 2021, 03:42:38 AM
Caro studente incontrerai persone che tenteranno di fare della vita una unità di misura, e non un valore.
Ti prego credi nella spiritualità e se proprio devi nella moralità.
Se la vita è il massimo valore di ogni vivente, il tempo antropologico, chiamiamolo Aiòn, per distinguerlo dal tempo della scienza e di produzione Chronos, è la sua unità di misura di valore infinito. Protagora non intendeva certo sminuire l'attività mensurale elevando l'uomo (anthropos) a unità di misura di tutte le cose. L'importante è mettersi d'accordo sul metro e su ciò che viene misurato.
L'attività di misura è relata pure all'ambito morale che è il luogo d'elezione della vita spirituale. Al binomio spirito-morale corrisponde spiritualità-moralità (o eticità). Non vedo pertanto metro diverso per misurare i due ambiti, ponendo lo spirito qualche palmo più lungo della morale. Probabilmente è questione di fondamenti, e qui rimando la palla a Green (... lo spirito - detto dai moderni: psiche - è presupposto della morale...)
Morale e moralista (inteso come atteggiamento etico/morale) vedo invece ben contrapposti a moralismo e moralistico in quanto la prima coppia non ha patrimoni - materiali e/o spirituali - da difendere, la seconda sì. E spesso lo fa con inaudita ferocia.
Per quanto risuoni il monito di Antigone sulle "leggi non scritte – non si sa quando siano state introdotte, perché non da oggi, non da ieri, ma da sempre regolano la vita dell'uomo" esso appartiene ad un mondo antico che già all'epoca era in dura contesa con la legge degli stati emergenti sempre più insensibili a quei fondamenti. Che spazio rimane ad una morale che non decada in moralismo o vuoto conformismo ? Che ágrapta nómima, fondamenti normativi, possiamo noi in- ed e-vocare ?
4 ore di lavoro buttate via....
devo veramente lavorare offline.
Mi perdonerai studente, ma il fato ci si mette contro.
Ti avevo fatto un lungo vademecum per capire la profondità delle cose sottese a questo scritto.
Sarà per la prossima volta, devo mettermi in testa un piano d'azione più sicuro
Ipazia si siamo d'accordo, avevo spiegato del perchè distinguo spirito e virtù, in breve per una questione narrativa, sennò sembra che diciamo le stesse cose del Papa...
Ma vabbè.
Si certo virtù e spirito alla maniera greca sono la stessa cosa.
La risposta circa Antigone: è proprio in antigone.
Dobbiamo tutti tornare ad essere antigone, ossia dobbiamo tutti tornare ad una dimensione edipica, ossia del desiderio, se vogliamo avere un padre migliore.
Quel padre che è oggi il cristianesimo.
Cristianesimo che unisce religione e politica come perfetta ancella del potere militare dell'occidente.
Fino ad allora è come dici tu, amaramente certo.
Ma una cosa per volta. Intanto che il discorso di Antigone sia di tutti e non solo delle femministe.
D'altronde il corpo di Ettore va ridato al padre, persino Achille, il funesto Achille lo fece.
La ferocia va combattuta con la civiltà del greco, e non con le note sul registro dei soldatini repubblicani.
Sono triste, avevo argomentato meglio. Ma di base l'impellenza della risposta alla tua domanda era quella da parte mia.
Mi riservo di riscrivere quello che avevo scritto in quelle 4 ore, l'argomento è importante, è lo studente deve capire tutti i discorsi sottesi, per una piena comprensione quantomeno dell'area di riflessione a cui ci riferiamo.
In altro giorno da destinarsi. Dipende anche se ci sono altre discussioni interessanti nel forum. Sperare è sempre lecito
