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Messaggi - green demetr

#1681
Tematiche Filosofiche / Morale, moralismo e valore
18 Giugno 2021, 12:51:43 PM
Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2021, 10:16:58 AM
Citazione di: green demetr il 15 Giugno 2021, 03:42:38 AM
Caro studente incontrerai persone che tenteranno di fare della vita una unità di misura, e non un valore.
Ti prego credi nella spiritualità e se proprio devi nella moralità.

Se la vita è il massimo valore di ogni vivente, il tempo antropologico, chiamiamolo Aiòn, per distinguerlo dal tempo della scienza e di produzione Chronos, è la sua unità di misura di valore infinito. Protagora non intendeva certo sminuire l'attività mensurale elevando l'uomo (anthropos) a unità di misura di tutte le cose. L'importante è mettersi d'accordo sul metro e su ciò che viene misurato.

L'attività di misura è relata pure all'ambito morale che è il luogo d'elezione della vita spirituale. Al binomio spirito-morale corrisponde spiritualità-moralità (o eticità). Non vedo pertanto metro diverso per misurare i due ambiti, ponendo lo spirito qualche palmo più lungo della morale. Probabilmente è questione di fondamenti, e qui rimando la palla a Green (... lo spirito - detto dai moderni: psiche - è presupposto della morale...)

Morale e moralista (inteso come atteggiamento etico/morale) vedo invece ben contrapposti a moralismo e moralistico in quanto la prima coppia non ha patrimoni - materiali e/o spirituali - da difendere, la seconda sì. E spesso lo fa con inaudita ferocia.

Per quanto risuoni il monito di Antigone sulle "leggi non scritte – non si sa quando siano state introdotte, perché non da oggi, non da ieri, ma da sempre regolano la vita dell'uomo" esso appartiene ad un mondo antico che già all'epoca era in dura contesa con la legge degli stati emergenti sempre più insensibili a quei fondamenti. Che spazio rimane ad una morale che non decada in moralismo o vuoto conformismo ? Che ágrapta nómima, fondamenti normativi, possiamo noi in- ed e-vocare ?


4 ore di lavoro buttate via....
devo veramente lavorare offline.


Mi perdonerai studente, ma il fato ci si mette contro.
Ti avevo fatto un lungo vademecum per capire la profondità delle cose sottese a questo scritto.
Sarà per la prossima volta, devo mettermi in testa un piano d'azione più sicuro




Ipazia si siamo d'accordo, avevo spiegato del perchè distinguo spirito e virtù, in breve per una questione narrativa, sennò sembra che diciamo le stesse cose del Papa...
Ma vabbè.
Si certo virtù e spirito alla maniera greca sono la stessa cosa.


La risposta circa Antigone: è proprio in antigone.


Dobbiamo tutti tornare ad essere antigone, ossia dobbiamo tutti tornare ad una dimensione edipica, ossia del desiderio, se vogliamo avere un padre migliore.
Quel padre che è oggi il cristianesimo.
Cristianesimo che unisce religione e politica come perfetta ancella del potere militare dell'occidente.
Fino ad allora è come dici tu, amaramente certo.


Ma una cosa per volta. Intanto che il discorso di Antigone sia di tutti e non solo delle femministe.
D'altronde il corpo di Ettore va ridato al padre, persino Achille, il funesto Achille lo fece.
La ferocia va combattuta con la civiltà del greco, e non con le note sul registro dei soldatini repubblicani.


Sono triste, avevo argomentato meglio. Ma di base l'impellenza della risposta alla tua domanda era quella da parte mia.



Mi riservo di riscrivere quello che avevo scritto in quelle 4 ore, l'argomento è importante, è lo studente deve capire tutti i discorsi sottesi, per una piena comprensione quantomeno dell'area di riflessione a cui ci riferiamo.


In altro giorno da destinarsi. Dipende anche se ci sono altre discussioni interessanti nel forum. Sperare è sempre lecito  :D
#1682
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
18 Giugno 2021, 10:26:34 AM
Citazione di: niko il 16 Giugno 2021, 13:31:50 PM

Ipazia ha scritto:

-----------------------------

"Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico."

----------------------------

Per me c'è una bella differenza tra "subire il fascino dell'autonomia del politico" e fare il politico, in termini di conflitto di interessi tra quello che ci si può aspettare da un filosofo e quello che ci si aspetta da un politico, insomma non riesco proprio a vedere il filosofo-politico di pura "discendenza" marxiana come un parlamentare o un deputato dei giorni nostri, o comunque dei brevi tempi che ho visto in età della ragione in vita, sarò poco illuminato o troppo giovane io, era questo il senso del mio discorso.[/size]

L'autonomia del politico che poteva affascinare Negri e Cacciari ai tempi loro, allora, a dirla tutta, sta all' "autonomia del politico" che può affascinare oggi personaggi come Fusaro, beh, sta come, per non essere volgari, l'oro sta al bronzo nella simbologia usata da Platone ecco, senza nemmeno passare per la mediazione dell'argento.

Vabbè stai criticando il suo "far soldi" a spese della massa ignorante.
Però questo si riduce ad un attacco personale. E poi tutti fanno soldi a spese della massa ignorante.
Sarebbe più interessante che cercassi di capire quali sono le cose che veramente ti danno fastidio a livello politico, non trovi?

#1683
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
18 Giugno 2021, 10:21:36 AM
Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2021, 07:59:17 AM
Citazione di: viator il 15 Giugno 2021, 12:52:54 PM
Salve green demetr. Citandoti : ".......Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato).

Ecco la tragedia ecologica del mondo : gli illuminati sono troppo pochi ma - soprattutto - essi non riescono ad illuminare.........................perciò la luce dovrà continuare a venir prodotta da mostruose centrali alimentate a combustibile fossile !!. Saluti e buone ferie, sperando solo che la non-produttività di un sano e prolungato periodo feriale sia accompagnata da una corrispondente riduzione delle abitudine energivore (Mica andrai in ferie in automobile con condizionamento........per raggiungere un qualche ambiente dotato di condizionatore d'aria etc. etc., spero !).
Illuminarsi, lavarsi, climatizzarsi e cucinare coi pannelli solari e filosofare macinando chilometri in bicicletta verso mete a km poco sopra zero è forse la soluzione corretta ?

Essere filosofi nel 2021 implica un rapporto privilegiato con la modernità, capace di comprendere i deliri del suo essere post. Le antiche distinzioni sono nei manuali che, anche Green ammette, bisogna conoscere e subito dopo lasciare. Chronos accorcia i suoi tempi e spezzetta con un furore sarcastico che Eraclito, se da qualche parte assiste, chissà quanto se la gode. Aiòn resta chiuso nella fortezza di qualche illuminato che sa ancora gustare l'arte di vivere. Kairòs è in frenetica attività, ma limita l'intelletto ai pupari. Per i pupi è solo riflesso condizionato di un filo che pure le Parche disdegnano.

Fusaro, come Negri e Cacciari nel loro tempo andato, subisce il fascino dell'autonomia del politico. Errore che costò non poche traversie anche al padre spirituale della specie: il venerabile Platone. Che pare, venne venduto pure come schiavo. Nulla osta che Kairòs lo assista anche se la vedo più difficile che scoprire l'origine di sarscov2 o la verità su Pinelli, piazza Fontana e Ustica.

Il disdegno delle Parche per le ultime vicende umane ha concesso una canna di ossigeno anche a chi solo tre anni fa doveva redimere il belpaese dai suoi mali atavici e oggi si trova a burattinare al comando di un plenipotenziario della spectre finanziaria globale che a bacchetta comanda (nomine enti pubblici e authority, recovery fund) pure un altro che evidentemente gli attributi politici li ha solo di fronte agli straccioni sul canotto.

Tempi duri anche per la filosofia della prassi in questa postmodernità in cui l'unico spirito aleggiante è quello del Capitale. Ovvero un'assenza di spirito per definizione. Quindi Givone ha visto giusto (come sulla "metafisica della peste"). L'unica filosofia attuale è il nulla. L'inattuale, caro Friedrich, può attendere. Del resto l'avevi previsto: 200 anni. Senza sconto. A noi il calice dell'"ultimo uomo". Da bere fino in fondo con lo spirito di Seneca. Eterno ritorno dell'antico. E poi c'è chi dice: a cosa serve la filosofia ?

Come già detto sopra, Fusaro sa benissimo che la politica non va da sola.

E' proprio nella filosofia della storia, che lui sta cercando i capi fila del nodo in cui ci siamo avvilupati.

Non essendo percorribile la strada militare, non rimane che quella che cerchi di sviluppare quelle possibilità che la storia offre sempre ad un intero popolo, proprio nella dimensione agonistica col l'avanzare del nulla.


E beviamoci questo calice cara Ipazia.

Io ritengo che la filosofia si fa anche in punto di morte, come un lavoro.
Come Mozart che compone il suo capolavoro mentre sta morendo.

E' così! che il pensiero si spenga perendo!! come ci augurava Nietzche!!!
8)

Morte come introiezione del grande Altro, come da citazione post sopra, non solo come morte fisica, quella è più banale. 8)
#1684
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
18 Giugno 2021, 10:05:57 AM
Citazione di: Kobayashi il 15 Giugno 2021, 15:45:07 PM
La filosofia cerca di esorcizzare il nulla (così come la letteratura la parte tossica dell'emotività umana), e in questo si vede costretta a costruire continui percorsi di verità che però sembrano durare sempre meno.
Il fatto che i testi filosofici mantengano almeno in parte la struttura retorica di una rivelazione, il fatto che si abbia una propensione per l'oscurità dello stile, la teatralità che in Heidegger per esempio raggiunge livelli demenziali, il gusto di ribaltare continuamente la visione consueta delle cose, ebbene tutto questo fa parte dei mezzi di cui a volte il filosofo abusa, mezzi però indispensabili a ricreare la magia del possesso della verità.
L'illusione riuscita è che non ci sia più il nulla, il vuoto di senso, la violenza, la crudeltà pura e semplice, il disfacimento della morte, ma una storia profonda abbastanza da incatenarci ad essa.
Poi però come il protagonista di un racconto di Dazai Osamu ("Il suono del martello") veniamo raggiunti dal suono banale del mondo che cancella l'incanto e ci riporta alla realtà, ogni volta più stanchi della volta precedente...




L'uso smodato di neologismi di Heidegger però va ascritto al suo tentativo di far capire la sua filosofia.
Oggi come oggi è impossibile parlare di metafisica senza riferisti a gesù.
Quanti testi di laureandi si sono spesi per questo impossibile connubio tra filosofia e religione.
La filosofia guarda in faccia il nulla, è il cristianesimo che lo esorcizza.


Certo che il vuoto ci distrugge, sopratutto quando questo è riempito dell'orrore, e del terrore del quotidiano.
E io la penso come  te, intendo dire proprio il semplice rumore dei muratori che mi stanno fracassando la testa sotto casa mia!!!!


E' proprio così siamo sempre più stanchi.
Questa è la filosofia, guardare le cose per come stanno.


cit quara di copertina di società della stanchezza di  Byung-Chul Han , nottempo edizioni
"
Rivisitando alcune categorie classiche del pensiero novecentesco, il lavoro di Byung-Chul Han si focalizza con particolare attenzione sul disagio dell'individuo tardo-moderno nella società odierna, caratterizzata dalla prestazione, dalla competizione e, soprattutto, dall'appiattimento delle contraddizioni e dal venir meno della negatività. Le analisi sviluppate nei saggi qui raccolti mettono in luce, nello specifico, come l'ossessione dell'iperattività e la tendenza sempre piú forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica. Tali espressioni di malessere e di "stanchezza" vengono interpretate come ovvia conseguenza dell'incapacità del soggetto di sostenere i ritmi dell'iperproduzione postcapitalistica in un contesto in cui non esiste piú un modello sociale imposto dall'Esterno, dall'Altro, ma è anzi il soggetto stesso ad averlo introiettato.
"

Secondo te il filosofo esorcizza o fa analisi?
Credo sia tutta qua la questione mai risolta fra di noi.

Ciao!
#1685
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
18 Giugno 2021, 09:55:34 AM
Citazione di: niko il 15 Giugno 2021, 13:39:03 PM
Storia del nulla è di Givone non di Torno, comunque io non sono abbastanza "illuminato" da considerare alcuni "minori" come filosofi, tipo il signor Fusaro, che dice sempre le stesse cose e tira acqua al suo mulino non solo editoriale ma anche politico, come si fa a considerare (ai giorni nostri e nel nostro paese) uno che è in politica o aspira ad entrarci in tempi brevi come filosofo?


Non lo dico solo come cosa perché mi sta antipatico Fusaro, vale ad esempio anche per Negri e in alcuni momenti della sua carriera anche per Cacciari, come fa uno che sta in politica e prende stipendi ed emolumenti come politico, visto anche come è marcia e corrotta la politica italiana, a dirsi contemporaneamente anche filosofo? non c'è (palese e plateale) conflitto di interessi?


Mi viene in mente che i filosofi della Grecia classica, Platone, Aristotele, i sofisti, consigliavano e istruivano i politici e la classe politica, coltivavano l'arte della persuasione scritta e orale, avevano a volte grandi progetti politici in mente e nel cuore (Platone) ma non si rendevano mai ridicoli e, allo stesso tempo, vulnerabili, facendo politica e coltivando ambizioni di governo in prima persona, erano, o almeno ambivano ad essere, dei consiglieri della politica, non dei politici.


Poi ok, da Marx in poi possiamo parlare di filosofia della prassi, e di nobilitazione della figura del politico-filosofo, ma "filosofia della prassi" nel 2020 vuol dire per forza fare il politico strapagato e pieno di privilegi a vita e oltre vita? Che magari piazza i suoi parenti in posizioni strategiche? Non mi fate parlare oltre, và...


Il buon Fusaro lo sto seguendo.


Anzitutto bisogna distinguere la sua figura di intellettuale, da quella di teoretico della politica.


Stavo leggendo la prefazione alla storia dell'idealismo tedesco di Marx, fatto dal nostro.
Se vuoi capire la sua sottigliezza filosofica devi partire da lì.


Il buon Preve vedeva nel ragazzo un futuro possibile di grande filosofo.
Teniamo conto che è molto giovane, si inizia a essere filosofi a quarant'anni.




Per quanto riguarda la politica, trovo più triste l'integrazione al potere di Cacciari (cosa che fa a pugni, come al solito, con la sua filosofia più avanzata),  che la spirale di complottismo in cui si sta facendo risucchiare Fusaro.
Che comunque si è accollato un bel peso.
Nemmeno io sopporto i suoi attacchi all'omofilia, come se la famiglia debba essere l'unico modus vivendi.
(io direi di lasciare la libertà di scelta).
Egli sa benissimo che per andare al potere serve anche un strategia militare.
Lo ha anche stigmatizzato in occasione della separazione del suo partito.
Che per inciso significa, che la sua è una chimera di dimensioni gigantesche. :D
Deve ancora imparare molto di se stesso, di tutte gli inciampi psicologici che sottendono la sua utopia.
Certo in questo momento è difficile dargli credito, ma ripeto dividiamo il politico dall'intellettuale, che è poi il motivo per cui uno lo segue, in campo filosofico.
Ma d'altronde quando i maestri scompaiono (ricordo che l'"ultimo" di loro, ovvero, Severino ci ha lasciati poco tempo fa, lasciando l'intero mondo intellettuale in un oscurità, da cui non si riprenderà mai più) cosa vi aspettavate???  :D


accontentiamoci di quello che c'è gente!

#1686
Tematiche Spirituali / L'uomo Gesù di Nazaret
18 Giugno 2021, 09:36:57 AM
Citazione di: Kobayashi il 15 Giugno 2021, 10:40:52 AM
Gesù è l'anti-Adamo: mentre Adamo, alla prima apparizione della suggestione del male (l'unico vero mistero del mondo) si sente perduto, nudo, e cerca la propria salvezza impossessandosi della potenza di Dio, Gesù mostra invece che la salvezza è abbandono fiducioso in Dio e liberazione dallo sforzo estenuante di conservare la propria vita, le proprie risorse, il proprio nome.
Solo perdendo se stessi si produrranno frutti.
Sotto i riti, le morali, le parole edificanti, si rischia di ritrovarsi con... un fico secco.

Gesù mostra una nuova immagine di Dio. Incarnandola fino alle estreme conseguenze si può dire che sia tutt'uno con Dio, che lui e il Padre siano lo stesso.
La disputa sulla sua natura è questione teologica e quindi politica e riguarda la storia del dominio della Chiesa, la comprensione della nuova immagine di Dio è invece una questione spirituale e quindi riguarda la vita concreta dei suoi discepoli.


Ma queste sono menzogne.
Le traduzioni sono completamente false.
L'antico testamento parla di ben altro che di Adamo.
E' un testo impervio, che solo in pochi, fra cui me, possono capirlo fino in fondo.


Per quanto riguarda la follia di pensare Gesù come Dio, non capisco Koba, non sono morti abbastanza martiri dell'intellettualità?


Eppure è chiaro, basta leggere tutti i testi che riguardano gesù, anche quelli ebraici, vedi l'incredibile mole di lavoro che ancora attende un intellettuale capace di capirne il senso.
Il richiamo ai rabbini al lavoro lavoro intellettuale sono caduti nel vuoto.
L'area di Sahed una volta culla di quell'incredibile terra di saggi che è Israele, è oggi vittima della stesso processo di  mondanizzazione del mondo.
Si portrebbe parlare anche di esiliazione di qualsiasi dissidenza intellettuale, questo non avvenne nemmeno nei periodi più bui di Israele.
Oggi di quell'enorme lascito che sono i manoscritti di Qumran, se ne occupano i filologi, e noi sappiamo quanto questo sia sbagliato.


Eppure è chiaro, il maestro (gesù) non aveva un nome. non lo troviamo proprio scritto in nessuna delle testimonianze. !!!! una cosa che solo io ho notato in tutti questi secoli!!!!


Cosa vuol dire caro Koba?


Che egli non era un semplice dissidente dell'ebraismo!!! (Cosa che intellettualmente è la cosa più onesta che si possa dire)


Egli era un maestro riconosciuto di un altra religione. 8)


Il pasticcio senza senso di unire vecchio e nuovo testamento sta ad indicare cosa vuol dire lasciare nelle mani del sentimento religioso, qualcosa di immensamente più grande.  ::)


Joshua (il maestro vuol dire) era il sacerdote di Melchisedec.


Una massoneria antecedente agli ebrei, fatta di illuminati che accolsero gli ebrei.


Questa massoneria, è parte integrale delle vecchie religioni. Essi sapevano, li hanno aspettati per secoli prima ancora che Atlantide sprofondasse nel suo orgoglio.
Un popolo intero che guidasse il tempo degli uomini.
Il popolo eletto, era stato eletto proprio dai gesù, dai maestri.
Ad esso era stato affidato il tempo della pace nel mondo.
Ed essi diedero al mondo le leggi scritte, le leggi orali, e le leggi sovrasensibili. (tanak, talmud, zohar).
L'unico popolo che le ha accolte lo sappiamo è stato il popolo italiano.
Dante è il mistico che salverà chi lo seguirà.
Il cane mistico è lui 8) [size=78%].[/size]




Io credo senza ombra di dubbio che il fico secco, è proprio l'anno 2021-2022  8)


Qualcosa è andato storto. La chiesa è ormai qualcosa di aberrante oltre ogni possibile immaginazione.


I suoi insegnamenti di debolezza, viltà e astio, hanno raggiunto il loro apice. E' proprio impossibile oggi vivere ancora amico mio. Serve un nuovo mistico che apra le strade del mondo di nuovo.
(ho litigato con gli amici di Steiner...poteva essere, non lo so, manca lo studio di questa gente, che sapeva chi fosse il cristo).
Il corpo cosmico sacrificato a quello terreno.




Alcuni rabbini sefarditi hanno già capito che questo sarà l'anno finale prima che il mashiak, ossia gesù torni alle porte di Roma, per spazzare via il Mondo.


Per capire fino in fondo queste cose, serve una forte presenza di spirito.


Mentre il cristiano si sbarella con gli acidi, e non pensa, l'ebreo errante, studia sui testi, perchè i buoni dai cattivi saranno riconosciuti proprio da quello. ???


Tutti coloro che staranno studiando la Bibbia saranno i salvi, gli altri saranno i morti. ???


Così è detto da lungo lungo tempo. 8)


Se ti interessa anche gli avventisti (del settimo giornio) stanno preparandosi per l'avvento del Cristo imminente.


Questo papato sarà l'ultimo, figlio di indicibili orrori quali tutti siamo chiamati ad aprire gli occhi.


Altro che abbandonarsi alla reverie!!!


TI VOGLIO BENE SALVATI AMICO.

#1687
Percorsi ed Esperienze / Astrologia - Almanacco 2021
15 Giugno 2021, 04:20:42 AM
Si lo so, dovevamo vederci a Maggio, ma sono stato beccato dalla pandemia.
Diciamo che mi ha sbrindellato in mille pezzi diversi, ora sono un patch-work. :D


Diciamo anche che c'è stata la prima di 4 eclissi nefaste previste per quest'anno.


Corredata dalla nefanda correlazione dei pianeti retrogradi tutti INSIEME.


Indice di indicibile tragedie future a breve per l'umanità.


Evviva!!! :D


Il 2024 diventa sempre più un miraggio.
#1688
Tematiche Spirituali / C’ERANO UN VOLTA I GIGANTI
15 Giugno 2021, 04:13:05 AM
Ma perchè Caino è visto come un simbolo che rappresenta l'inquinamento e il gigante no?   :D
#1689
Tematiche Spirituali / L'uomo Gesù di Nazaret
15 Giugno 2021, 04:08:20 AM
C'è l'uomo Joshua, che indubitabilmente ha fatto proselitismo, ma poi c'è anche chi ne ha scritto.
E ne hanno scritto in tanti e in diverse angolazioni.


Siccome però la mamma chiesa ha scelto per noi, e che dice sono solo 4 quelli a cui dare ascolto: a quelli si affida la sciura Maria.


Evidentemente per la sciura Maria Gesù aveva fame e siccome il fico non aveva ficora allra l'ha seccato, indispettito.
E' stata una prova di forza del Dio. Una pura flessione di muscoli.


E' questo che intendevi doxa?  :D



#1690
Faccio anch'io la profezia: "FUGGITE SCIOCCHI!!!" cit mastro Gandalf il grigio.
#1691
Tematiche Filosofiche / Un'umile teoria
15 Giugno 2021, 03:42:38 AM
La pretesa di sistema è la chiara mancanza di onestà intellettuale.
Così già insegnava Nietzche.
Cosa ci sarebbe da guardare con disincanto? ci sarebbe invece da pensare a cosa sia l'onestà intellettuale.


Caro studente incontrerai persone che tenteranno di fare della vita una unità di misura, e non un valore.
Ti prego credi nella spiritualità e se proprio devi nella moralità.
#1692
Citazione di: daniele22 il 23 Maggio 2021, 17:35:22 PM
Buon pomeriggio. Azzardo una critica alla storia della filosofia. A mio giudizio tutto andò bene fino a Parmenide. Dopo di lui arrivò Platone. Senz'altro fu Parmenide a porre la questione dell'essere, ma io mi chiedo come mai i filosofi si siano tuffati in una bimillenaria speculazione circa l'essere senza sapere su cosa si fondasse il linguaggio. In effetti sul Cratilo di Platone vi è un dialogo sul significato delle parole, ma dopo averne letto qualche parte mi era sembrata farraginosa la dissertazione di Socrate . Del resto anche nel Menone mi era sembrata del tutto arbitraria la spiegazione su come lo schiavo apprendesse la geometria, tanto che fu messa in crisi da Leibnitz in maniera non del tutto esauriente. Mi chiedo dunque se il problema riguardante il fondamento del linguaggio fosse inattuale. E mi chiedo come mai possa essere, almeno in parte, ancora inattuale tale problematica.


Caro studente, a volte incontriamo persone rapsodiche, persone che non sono in grado di portare ad unità il discorso.
Sono la maggior parte delle persone, come ti ho già spiegato, nel post di risposta a Ipazia (https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-santa-trinita-della-filosofia-essere-avere-divenire/) la prima cosa che devi ricordarti è che gli adulti parlano un discorso non loro, pieno di veleno e astio. Questo veleno e questo astio parlano per loro.
Non ci è dato sapere quali esperienze influenzino i nostri interlocutori, a meno che siano loro a rivelarcele.
Non è questo il caso.
Certo possiamo nel caso siano persone amiche cercare fra le righe, di capire l'origine del disagio. Ma anzitutto dobbiamo ammetterlo.
Difficilmente però le perone si fanno aiutare, questa è un altra cosa che devi imparare.
Insistere è un errore.
Rispondo perchè a volte si trovano elementi di curiosità che ci aiutano nella ricerca del Vero.
Purtroppo non è questo il caso.
Comunque allenatevi cercando di trovare una unità del discorso come ha tentato di fare il filosofo Paul, per conto mio risponderò semplicemente alla domanda di base.
Naturalmente serve sempre il consiglio di Ipazia, ossia di leggere il manuale di filosofia.

Anzitutto dovete dividere il discorso di Daniele22

Troviamo come abbiamo fatto nel post precedente di Ipazia, le parole chiavi. Cercherete poi nei post successivi le disambiguazioni, sempre perchè dovete esercitarvi.
Lo lascio a voi.

Allora troviamo la parola Essere disambiguata dalla parola questione.
Daniele22 si sta riferendo a Heidegger che come il manuale vi insegna pose l'attenzione su discorso dell' Essere come questione (non risolta) della grecità. Sappiamo che in Grecia prese nome di Metafisica (in realtà metafisica è un termine contenitore che contiene molte più questioni).

Troviamo poi la parola fondamento e linguaggio.

L'autore ci domanda come mai la questione del fondamento del linguaggio fosse per l'antichità Greca inattuale, e come mai (secondo lui) la questione è ancora oggi inattuale.

Sotto il termine inattuale, in realtà Daniele22, intende dire che la filosofia è in errore a non avere messo la questione del fondamento del linguaggio, piuttosto che su quello dell'Essere.

Fa il grave errore però di non capire che il linguaggio è figlio della metafisica.
Questo errore è stato codificato dalla filosofia debole di Vattimo.
Ossia che la metafisica è figlia del linguaggio cosa che lo stesso Vattimo dice di aver ereditato da Pareyson.
Ma in Vattimo non esiste il concetto di fondamento.
La domanda sul fondamento del linguaggio è una idea errata di Saussurre, che crede che i linguaggi nazionali sono il frutto di una pre-coscienza destinale a cui ogni popolo è destinata.

Ma è proprio la stessa linguistica inaugurata da Saussurre a indicare di come invece la struttura del linguaggio sia un evento storico e non metafisico.
Basta andare a rileggersi il fenomeno delle lingue indoeuropee.
Dei prestiti sintagmatici e fonetici. Per non parlare dei nostri dialetti, e della loro continua, anche oggi evolventesi metamorfosi.

Certamente la domanda filosofica è significativa, come mai un termine come mamma è presente in tutte le lingue del mondo (tranne che in giappone dove è okasa)?
E' indubbio che esiste una affinità di sentimenti tra parola e significato.

Ma la filosofia non può parlare di fondamento.
Infatti è impossibile conoscere il momento in cui per la prima volta l'uomo unì la parola e il suo significato.
Questa cosa semplicemente avvenne e da allora è in continua metamorfosi.
Naturalmente la scienza su questa cosa cerca tutt'ora delle risposte, e non le ha che io ne sappia.
Ma il punto è che non è il fondamento.
il Fondamento è colui che quella voce ha emesso.
Quando il neonato urla nella notte, stiamo parlando di ben altro che il linguaggio.
In fin dei conti il linguaggio è solo una trappola, nel migliore dei casi solo uno strumento.

I Greci queste cose le sapevano. Era ovvio che il fondamento è quello che garantisce un forma, una forma di pensiero.

E ciò che garantisce non può che essere che ciò che salva la forma, ossia la possibilità di essere forma, ed è appunto l'essere come essente.

Non l'essente come qualcosa, perchè quel qualcosa è già forma, che i greci con grande sagacia chiamarono ente.
Ente ed essente sono due concetti diametralmente opposti, l'errore dell'occidente è quello di pensarli uniti.
Ossia di dimenticare la domanda sull'essere ossia sull'essente prima che sia forma.
Potremmo dire chiaramente come sussistente, o sostrato come lo definì Aristotele.
Questo sussistente diverrà poi la cosa in sè kantiana.
Che non sono le cose in sè, come Vattimo confondeva.
Il fondamento è dunque la salvezza dalle forme, e dalla loro inevitabile morte.
Salvezza ed Essere hanno la radice del suono "s".

Quindi i Greci intendevano anche quello, il linguaggio non era il fondamento, ma aveva eccome a che fare con fondamento.

Quindi non solo il linguaggio non era inattuale allora, ma direi che ne avessero una consapevolezza infinitamente maggiore, che nella modernità, del legame tra fondamento e linguaggio. Tutto il contrario di quello che pensa Daniele22, che infatti poi rapsodizza, senza che io ne abbia colto il centro di impellenza maggiore. E che di certo non è di ordine filosofico.

Giovane studente, è proprio con il linguaggio greco che dovrai avere a che fare.
Buono studio (pure a me visto che dovremo affrontarlo insieme ;) )
#1693
Arriviamo infine all'ultima frase che ci consegna il messaggio, tutt'altro che scontato, e che richiederebbe la soluzione delle analisi sottese (che non conosco) lungamente premesse da Ipazia.

cit: "l divenire, col suo demoniaco daimon Chronos, porrà essenze e accidenti in contrasto e ricomposizione perenni, nell'ordine del tempo, come ci rammenta Anassimandro, secondo le leggi della dialettica umana; e naturale, senza indulgere troppo con le analogie che pure vi sono, ma del tutto sprovviste di intenzionalità."

Qua vi sono parole complesse come "Daimon", eredità mai capita dalla filosofia moderna, e parole moderne come "intenzionalità" (dovete studiara dal manuale Husserl) , che richiedono tutt'altra lettura rispetto alla cecità rispetto alla filosofia antica, della stessa modernità (pensiero della modernità, da Cartesio ad oggi).

L'analisi di Ipazia come vedete prevede autori che non cita, ma di cui il filosofo è tenuto a sapere.
Ma di fatto ne fa a meno di quei filosofi, proponendo sul tavolo della discussione tematiche a volte troppo vaste, come la tematica della modernità, a tematiche che possono interessare anche un analitico, come le teorie dell'accidenti.
Ossia le teorie delle forme, della mente, delle neuroscienze etc....

Ipazia le da per scontate, sia perchè ne ha parlato in interventi precedenti, sia perchè pone una discussione alla maniera moderna, laddove le persone non hanno più tempo di leggere.
Figuriamo di dividere, non esprimere pregiudizio, riunire e analizzare, come invece all'uomo ETICO è RICHIESTO necessariamente.
"Necessariamente" caro giovane studente perchè sennò esprimerai concetti "non tuoi" presi come se fosse un pezzo unico (e già non sai distinguere tutte le varie divisioni dentro un discorso altrui che prendi senza pensarci sopra!).
Monoliti pieni di pregiudizi, che sono tutt'uno con il "discorso unico" di cui forse tramite i social stai imparando a conoscere, ma non a ri-conoscere (ossia ad analizzare) come ad un filosofo è richiesto.

E dunque sta a noi se liquidare il suo dono con un "non capisco" oppure sommariamente, come farò ora anch'io, rispondendo alla stessa forma breve a cui lei ci ha indirizzato.

Cara Ipazia.
certamente il daimon decide della forma, soprattutto della forma di pensiero, a cui il destino occidentale sembra voglia privarci, proprio all'interno di quel Chronos, il divoratore del tempo e delle carni umane.
Ma forse dovremmo meglio riferirci al tempo dell'AION, alla qualità del tempo, e non alla sua quantità, da sempre fatta a pezzi, divorata, infatti ciò che l'intenzionalità del moderno vuole non è proprio la nostra carne (te lo pongo come seria domanda), il tempo dello spirito è finito.

E il giovane studente a cui mi riferisco semplicemente non esiste più, gli hanno strappato l'anima.
Penso che costituirò una nuova fantasmatica (l'ennesima), perchè di spettri che si aggirino per l'Europa oggi c'è più bisogno che mai.
#1694
cit Ipazia "Fin dal suo nascere il pensiero metafisico ha concentrato l'attenzione su questi tre stati del reale. Eleggendo fin da subito la sua predilezione per l'essere, posto ad essenza degli (ess)enti in una girandola onto-logica autorefenziale il cui demiurgo fu tal Parmenide, venerato da Platone, che ne propagherà il Verbo, universalizzato infine dalla religione cristiana. Sull'essere questo forum ha visto discussioni di tutti i colori e non mi dilungherò oltre, sapendo che ne vedrà di nuovi in questa, se ci sarà."

Buona sera caro studente di filosofia.
Ho deciso di aiutarti, non so se esiti ancora, forse un giorno esisterai.

Anzitutto quando si legge un testo, per poterne fare una analisi, che è l'obiettivo minimo per un filosofo, bisogna utilizzare degli strumenti. Per ora non concentrarti su cosa sia una analisi, perchè quella la otterrai col tempo e seguendo la tua strada. Sappi fin da ora che sarà una questione peculiare, ossia sarà la tua strada, forse troverai amici nella tua strada, te lo auguro, io non ho trovato mai nessuno. Oramai sono vent'anni che ho gettato la spugna. Ma si sà in tempi difficili siamo chiamati a risposte e decisioni difficili. Si tratta di vivere nel terrore. Il che è impossibile.

Eppure la filosofia è riuscita proprio in quello, nei suoi esponenti più importanti ha gettato il cuore   oltre l'ostacolo, sono persone quelle che hanno pensato DA SOLE piene di terrore e incertezze.

E' un impresa disperata. Non l'ho mai seguita. Eppure oggi eccoci qui a percorrerla.
Provo un senso di pietà infinita per te. Lo faccio per un milite ignoto. 
Da morto quale sono a morto quale tu sei (non so nemmeno se esisti).

L'autore principale è Nietzche. Egli stesso procede proprio in questo modo, parla a fantasmi del futuro, quali noi CI SIAMO INVERATI per LUI.

Non esistono altri autori in realtà. La metafisica è Nietzche. Sebbene per Nietzche la metafisica è morta.
E infatti è così. Siamo noi la metafisica. E' il nostro incarnarci come RICERCA. Nel mio caso è spirituale, nel tuo caro studente forse sarà morale, non te lo auguro.
Ovvero la filosofia sei tu stesso caro studente. La filosofia non è qualcosa che si proietta all'esterno, è qualcosa che ci abita. L'abitare è proprio la prerogativa del filosofo. Ragiona sui tuoi sentimenti, e potrai dire con certezza se sei un filosofo, o meno.
Cosa significa abitare, e cosa significa abitare se stessi? e soprattutto cosa è "se stessi"?

Lascia perdere caro studente. Sei troppo giovane non lo puoi capire ancora.

Parlo da una età storica in cui si è preso atto che le persone giovani non sanno più analizzare.
Ma ti assicuro che anche quelle adulte non sanno farlo, alla loro altezza certo. Ovvero in quanto adulti.

Dunque cosa c'è da imparare per primo?

Dovrebbero avertelo imparata a scuola. Ma forse la scuola oggi non è più niente.
Forse per questo siamo così pochi là fuori. Ma ricordo che da ragazzo avevo un grande voglia di sapere. Di conoscere. Immagino che la abbia anche tu?

Cosa è andato storto nel me da ragazzo e nel te oggi (non so se esisti)?

Mancano i maestri. Il coraggio di fare da maestri più che altro.

E allora riprendiamo tutte le lezioni, che sono sempre state quelle dalle elementari alle medie, fino alle superiori.

Il primo strumento è la ragione.
Cosa è la ragione per un filosofo? E' la RATIO, la capacità di dividere le parole altrui in unità di senso.
Cosa è il senso? il senso è ciò che vuole comunicarti quell'autore, ossia colui che hai davanti.
Certo tu vorresti un senso superiore, un andare in fondo alle cose. Lo so, lo ricordo benissimo.
(e se sei un moralista, tu cerchi la bontà nelle parole altrui, ma fin da adesso accorgiti che in  realtà stai cercando la cattiveria nella parole altrui. E' meglio che lo capisci subito, che sei un hater, come quegli haters che tanto disprezzi. Forse non nella loro maniera plateale, ma in una maniera più subdola. che la filosofia ti insegnerà a capire, come funziona e quali debolezze tue usa.
Se pensi di non avere debolezze, sei fuori strada, non sei ancora maturato, stai facendo cattiva filosofia, che è la cosa peggiore che ti possa capitare.
L'uomo è debole, ci vuole un infinita pazienza, e un infinito cuore per poterlo comprendere.
Queste virtù le puoi coltivare, se sei entro i 30 anni. Poi è finita.
Se sei uno studente oltre i 30, devi fare uno sforzo o non mi capirai mai.)

Dunque in cosa consiste quello che vuole dire l'altro?
E' questa la filosofia, in realtà, vorremmo tanto spingerci oltre, ma non si può.
Se prima non abbiamo superato questo primo difficilissimo gradino della comprensione.

Per capire cosa ci dice l'altro, dobbiamo ALLENARCI alla comprensione.
Naturalmente il forum di filosofia è L'UNICA modalità di allenamento.
Certo lo puoi fare con i tuoi amici, te lo auguro.

Quando una persona parla. in realtà stanno parlando in molti per lui.
Questo forse è la cosa più grave da digerire per un filosofo spinto dall'entusiasmo.
La capacità TUA è di DIVIDERE il testo, o le parole che ti stanno rivolgendo.

Andiamo dunque finalmente al testo di Ipazia.

Io l'ho diviso in tre parti. Sto dunque esercitando quello che la filosofia chiama come RAGIONE.
Ragionare significa dividere. Nel linguaggio della filosofia questa cosa è detta elegantemente come distinzione o disambiguazione. E' uno dei lavori più difficili e noiosi.
Di solito questo passaggio è sottaciuto, non eseguito. E' per questo che esistono le domande.
Le domande possono essere anche riguardo l'intendersi sulla disambiguazione di ogni singola parola.
Nessuno lo fa, perchè ciò che ci preme è il contenuto, o meglio quello che noi riteniamo essere il contenuto a cui le frasi della persona che ci sta davanti, ci sta dicendo.
Ed è un errore. Perchè per delle leggi della comunicazione di quello che è il contenuto interno della persona nella comunicazione ci arriva solo al massimo il 20 per cento.
Ho detto al massimo, in realtà del contenuto non ci arriva praticamente niente.
E' questo il terribile errore che stai per commettere, senza un maestro che ti accompagni.
E' molto importante il contenuto perchè una volta ricevuto, quello in termini filosofici si chiama DONO.
Quando imparerai a ricevere i Doni, e non a ignorarli. la tua vita, e la tua filosofia sboccerà d'improvviso. Fino ad allora farai cattiva filosofia.
Non devi perderti d'animo, tutti all'inizio fanno cattiva filosofia, naturalmente questo ha delle conseguenze, e imparerai a convivere con gli errori delle gioventù. Ma quello che diventerai sarà esattamente quello che hai sempre desiderato d'essere, una persona migliore. (sia spiritualmente che moralmente).

La prima parte del discorso (così si chiamano le parole dette dai filosofi) di Ipazia riguarda l'eredità della filosofia antica.
Che nella storia successiva si è codificato chiamarsi metafisica, ma poteva chiamarsi anche pippo.
Ipazia non dice quale sia il contenuto di questa eredità. Lo presuppone.
Da giovane filosofo non puoi capire cosa sta dicendo Ipazia, ti devi armare di pazienza e studiare su un buon manuale di filosofia quali autori sono diventati famosi, e cosa dicevano.
Una volta imparati quei riassuntini (perchè tali sono) dal manuale, prendi il manuale e buttalo via.
Perchè è solo allora che si inizia a camminare con le proprie gambe e mettere in moto i propri pensieri.
Ci aiutano i filosofi, i nostri amici, se non  riusciamo a metterli in moto da soli.
E' per questo che è importante ascoltarli, per vedere quali contenuti in noi echeggiano nell'anima, quali suscitano emozioni, è allora che nasce l'esigenza dell'argomentazione, ossia il fine comune di intendersi su quello che si dice, e il confrontarsi con i contenuti.
Attenzione i contenuti non le persone. Le persone sono molto di più dei contenuti.
Ma voi imparerete a vedere come i contenuti trascinano le persone a scontrarsi.
Questo lo farete anche voi, ed è un errore colossale. Ma è tramite l'errore che ci si impara a conoscersi. Ve lo ripeto ci vuole pazienza allenamento e distinguo, distinguere tra contenuto e persona.

Ipazia non ci dice quale siano i contenuti.
Semplicemente li enuncia per poi idealmente iniziare una discussione.

La prima domanda che dobbiamo farci è se effettivamente sia quello l'obiettivo della persona che sta parlando.
Ci si dimentica spesso che l'uomo mente.
E questa è una cosa che spezza l'entusiasmo.
E' vero, ma il giovane spinto dall'entusiasmo non può demoralizzarsi, questa è un etica.
Nei miei vent'anni l'ho rispettata fino alle sue ultime inevitabili conseguenze.

Che cosa ho imparato? Da solo, ho capito che l'adulto è pieno di amarezza e soprattutto veleno.
Dunque quando parla un adulto il giovane deve sapere che parla per lui anche quell'amarezza e quel veleno che lo distinguono.
Non bisogna abbattersi. Ma fare di quell'amarezza e veleno che già giovani presentivamo come contenuto predominante della società, il motivo della battaglia politica ossia etica.
Quali contenuti hanno portato quell'amarezza e veleno? è questa la domanda da non dimenticarsi MAI.
Il giorno che la dimentichi non sei più un filosofo.

E allora cominciamo a metterci nei panni di Ipazia, che per inciso non conosco personalmente.
Ci sono 4 parole essere avere divenire e poi c'è la parola santo.
Sono avvicinabili? una volta studiato il manuale sarà chiaro come in Grecia la prima cosa  che si fece è distinguere il discorso santo da quello filosofico.

L'amico Viator infatti lo ha notato subito e scrive

" Purtroppo la dissacrazione della Santissima Trinità la priva appunto della sua santità "

Non so se notate ma in questa risposta si trova una controbattuta ironica laddove si parla di dissacrazione. E' corretto il santo e il sacro sono due cose diverse. Fa parte della filosofia superiore a cui dovete con molta pazienza arrivare.

Ma a te studente, deve importare anzitutto il metodo di divisione del contenuto delle parole.

Quello a cui devi arrivare è la capacita di distinguere le parole sacro santo essere avere e divenire.

Devi capire cosa vogliano dire queste parole. All'inizio ne darai una definizione pedissequa da dizionario.
Ma non basta, il dizionario non dice mai del contenuto, ossia dell'intenzione a cui vuole arrivare la persona che ci sta parlando.

E' quello il fine ultimo.

Prima di iniziare con quel qualcuno una dissertazione con quei termini, parole, e potremmo benissimo farlo sia chiaro, dobbiamo prima cioè cercare di capire il FINE del nostro interlocutore.

Per poterlo fare dobbiamo utilizzare la seconda arma dell'arsenale del filosofo, della cassetta d'attrezzi del filosofo professionista.

Ossia la sospensione del giudizio. Cosa oltremodo difficile a cui gli studi superiori sono chiamati ad allenarci, o DA SOLI a imparare.

Dobbiamo prendere atto cioè della nostra capacità di divisione delle parole, fare delle iniziali considerazioni se vogliamo, come quella di capire che quelle parole di inizio siano parole cariche di ironia, piena di veleno.
E aspettare come si evolve la finalità del nostro interlocutore.

La seconda divisione è questa

cit Ipazia
"L'avere è il Figlio minore della metafisica, da intendersi come attributo dell'essere Padre, dal sapore terragno e contingente, che troverà alfine nella borghesia capitalistica la sua rivincita, incarnata nell'essenza metafisica del Capitale e nella proprietà privata sacralizzata. Ma originariamente era un attributo del tutto naturalistico: ogni vivente ha un corpo, organi, sensi, una nascita e una morte."

In questa seconda tranche la domanda che dobbiamo porci è, come continua l'argomentazione di Ipazia?

Se la prima parte era l'enunciazione dei termini con cui si vuole argomentare, ossia i mattoni del discorso.
Ora bisogna costruire la casa da abitare.
Ossia la casa che vuole abitare il nostro interlocutore.

Nella prima parte Ipazia continua con il falso parallelo tra Santità e Filosofia.
Nella seconda dobbiamo separare le parole borghesia capitalista e Capitalismo.

A questo punto bisogna utilizzare lo strumento più importante nella cassetta degli attrezzi del filosofo professionista. L'INTELLETTO.

L'intelletto non è qualcosa che dispone la persona non allenata, molto spesso è una dote naturale, ma anch'essa va affinata tramite l'allenamento.
Non mi sono mai considerato una persona molto intelligente, nella mia vita ho visto geni risolvere complicate domande in pochi ragionamenti.
La vera capacità della filosofia è cioè unire le parole che prima abbiamo diviso, per ottenere una unità di senso.
Ossia appunto come già vi ho detto: capire cosa VERAMENTE vuol dire chi ci sta parlando.
Per questa volta vi aiuto io, ma naturalmente DOVETE PENSARE con la VOSTRA TESTA, provare strade alternative, se non vi bastano gli elementi che avete in mano FARE DOMANDE a chi vi sta davanti PER CAPIRE MEGLIO.
C'è chi lo capisce subito che ci impiega molto tempo. RIPETO mai arrendersi.
I momenti più felici della filosofia sono proprio le conquiste che il VOSTRO pensiero mano a mano capisce, affina e riprende dalle LEZIONI precedenti, che la vita continuamente ci chiama a rispondere, interpretare, capire.

La filosofia antica e medievale non vi aiuta a capire cosa sia la borghesia, e nemmeno quella moderna a capire cosa voglia dire CAPITALE METAFISICO.

Vi aiuta il manuale di STORIA.

La borghesia capitalista, sono quegli individui che recintano il prato comune, si arrogano il diritto di privatezza, e ci costruiscono sopra il capannone, nasce così l'azienda.

Ecco che con uno scarto temporale di secoli Ipazia ci introduce nel mondo di oggi. Ognuno di noi sa oggi cosa sia una azienda.
Una cosa però la capiamo, lei non vuole parlare del mondo antico!!
E' questo che dovete capire.

Ci rimane da capire allora perchè la tematica sia cominciata con quella prima parte, che sopra avevamo diviso da questa seconda che parlava di cose antiche.
La tua domanda caro studente, sarebbe ottimale se sei riuscito a capire che la prima divisione parla di cose antiche e che la seconda divisione parla di cose moderne.
E consiste nel chiedere a TE STESSO, DA SOLO: " cosa c'entra l'antico con il moderno?"
Se ci sei riuscito a fare le divisioni e dopo che hai unito con l'intelletto che vuol dire appunto unire, i due discorsi di Ipazia, sei riuscito a farti la domanda COSA C'ENTRA l'ANTICO col MODERNO, ti devi ritenere soddisfatto. Non strafare. Ipazia è una filosofa ostica. Devi mettere molti mattoncini. E farti altre domande ancora prima di poter pensare di arrivare a capire cosa dice IPAZIA, che è ti ricordo il PRIMO STEP, per diventare filosofo.

Ecco ora ti avventuri in territori sconosciuti, lo puoi fare solo dopo avere interiorizzato il traguardo che ti deve aver messo prima di iniziare.
Allora c'era una domanda cosa c'entra antico e moderno?
Ipazia da brava filosofa chiude infatti con una terza parte.

cit " La contrapposizione tra essere e avere, essenza e accidente, appartiene alla metafisica statica di tipo parmenideo, incapace di dare una visione compiuta del reale. Visione cui porrà rimedio il diabolus in philosophie, Eraclito, col divenire, dall'aroma sulfureo di albero della conoscenza, che nasce già moderno, e con una metafisica di ordine superiore denominata dialettica, che animerà alfine la forma inerte di creta dell'essere parmenideo. Il divenire, col suo demoniaco daimon Chronos, porrà essenze e accidenti in contrasto e ricomposizione perenni, nell'ordine del tempo, come ci rammenta Anassimandro, secondo le leggi della dialettica umana; e naturale, senza indulgere troppo con le analogie che pure vi sono, ma del tutto sprovviste di intenzionalità."

Ecco studente cerchiamo di capire cosa vuol dire a larghe linee, quale è il contenuto dell'ANALISI di IPAZIA.
Ti stai per la prima volta accingendo ad affrontare una analisi, una cosa che finito il percorso delle superiori, dovrai essere capace di risolvere DA SOLO.
Qui non ci sono più maestri che ti aiutano.
Infatti la risoluzione ad una analisi filosofica, richiede una pari analisi filosofica che TU dovrai essere in grado di maturare.
Ti voglio ricordare che prima di utilizzare l'ANALISI che poi è lo strumento PRINCIPE E RE della filosofia, devi prima avere capito il tuo livello di RAGIONEVOLEZZA (la capacità di dividere) di NEUTRALITA' (la capacità di non dare giudizi, che sarebbero, ricordati sempre PREGIUDIZI, cosa anti-ETICA sia moralmente che spiritualmente, nemico mortale della filosofia e dell'umanità) la capacità di INTELLETTUALITA' (la facoltà per cui UNISCI CIO' che prima hai DIVISO).
TI VOGLIO dire che non siete nemmeno capaci di ragionare (e dunque non so se esisti).
Quindi prenditi il tuo tempo. Prova a vedere se riesci a dividere il discorso in altre parti, e ricordati che se dividi devi trovare un contenuto, e ricordati che il contenuto ti serve solo a capire DOVE vuole ARRIVARE la persona che hai davanti, o l'autore che stai studiando.
ALLENATI ALLENATI ALLENATI.
Naturalmente se sei un universitario di filosofia e ti aspetti ancora maestri...non posso che essere disgustato da te. Ma non per questo smetterò mai di aiutarti.

Dividiamo anzitutto le parole ecco che la parola "essere" non è più semplicemente enunciata, ma viene distinta nella parola essenza.
Devi aver studiato Aristotele e capire prima la distinzione fra forma e materia , cosa che dovresti recuperare con un manuale.
In Aristotele l'essenza è materia.
Ma Ipazia intende invece la forma, infatti parla di accidente(la forma è l'accidente)
In Aristotele non c'è contrapposizione.
Ipazia invece parla di contrapposizione, dunque la sua è già una analisi che parte da una analisi precedente, che dobbiamo capire, in base a quale è il contenuto che vuole comunicarci.
Di cosa ci vuol far dono? e a quale analisi possiamo ipotizzare, che sottenda il contenuto che stiamo cercando di capire insieme.
Se dovessimo intervenire pedantemente riferendoci ad Aristotele non abbiamo capito NIENTE di cosa sia la FILOSOFIA. LA filosofia è sempre DA SOLI. Dovete imparare a ragionare con la vostra testa DA SOLI. E leggere e imparare dagli altri senza giudizi inutili che vi evitano di capire quale sia il dono che gli altri vorrebbero farci partecipi.
Le altre parole sono compiuto  e reale. O meglio un reale compiuto.
Il reale è disambiguato dalla parola compiuto, che di nuovo, sottende un altra analisi precedente a quella che qui si sta facendo.
Il divenire è disambiguato dalla parola moderno, qua l'analisi richiesta è vasta e impossibile da intendere.
Il termine metafisico è disambiguato dalla parola dialettica, qua è necessario conoscere Hegel dal manuale, e presuppone una  terza personale analisi di Ipaiza sottesa in quanto Hegel è coniugato con Eraclito.
la metafisica dialettica è disambiguata ulteriormente dalla parola "anima".

continua nel prossimo post dove parleremo della terza parte, laddove il messaggio di Ipazia si manifesta chiaramente.
#1695
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
14 Giugno 2021, 22:46:18 PM
Citazione di: tiziano gorini il 14 Giugno 2021, 19:12:28 PM
riporto qui un appunto del mio zibaldone:
"Dopo aver scritto "Il professore riluttante" ora dovrei scrivere "Il filosofo riluttante".Ad esempio: ho iniziato a leggere "Storia del nulla" di Torno e dopo qualche pagina irritato ho smesso: quante inutili chiacchiere! La storia del nulla, il nulla della storia, il nulla e il nichilismo, il rimosso dell'essere, ecc. ecc. Non sopporto questo arzigogolino lessicale e argomentativo, la pedanteria del commento, la esibita sottigliezza ermeneutica che infine - mi pare - si perde nella banalità. Io ho cartesianamente bisogno di idee chiare e distinte.Perciò continuo ad essere contemporaneamente attratto e respinto dalla filosofia. Ma il problema è la filosofia o piuttosto i filosofi che fanno "quella" filosofia trasformata è deformata in chiacchiera?Vediamo un po': chi è il filosofo ?Un docente di filosofia è un filosofo? No, è uno che racconta il pensiero dei filosofi, sfoglia l'album di famiglia, fa storia della filosofia. Uno che scrive libri di filosofia è un filosofo? No, Socrate non ha scritto libri ma pare che fosse un filosofo, anzi: il protofilosofo, mentre De Crescenzo ha scritto libri di filosofia ma non è un filosofo, piuttosto un suo mediocre divulgatore. Ovviamente il libro serve al filosofo per esporre il proprio pensiero, ma è ovvio che è appunto il pensiero che deve esserci; talvolta stento a trovarcelo...Filosofo può essere allora chi pensa problemi, non chi commenta o divulga i pensieri problematici degli altri. Ergo: magari il filosofo sedicente è' il membro di una corporazione o di una comunità professionale, ma il vero filosofo è colui che pensa, che conosce il gusto (malinconico) della riflessione, che immagina mondi possibili, che pensa e conosce l'arte di tacere, per dire l'essenziale. Il resto è retorica."
A proposito - e perdonatemi se mi faccio un poco di pubblicità - il libro l'ho scritto e tra un po' sarà pubblicato, col titolo "il filosofo impertinente". Mentre "Il professore riluttante", del 2019, è stata la mia resa dei conti con la scuola, questo è la mia resa dei conti con la filosofia, che ormai guardo con occhio stanco e strabico, sono stufo di tante chiacchiere autoreferenziali, di problemi arzigogolati, di estenuanti discussioni per decidere - tanto per fare un esempio che appassiona l'ontologia - se la nave di Teseo è la nave di Teseo.


p.s certo che è difficile seguire queste vostre conversazioni, sono un continuo zigzagare tra gli argomenti...



Francamente mi fate sempre molto ridere voi analitici, se non capite un cavole della metafisica occidentale, sono problemi vostri, guardate altrove.
Ma ovviamente lo dico sorridendo il fenomeno degli "haters" io l'ho compreso molto molto tempo fa.
E guarda un pò sono proprio gli analitici che non possono capirlo...(il passaggio al fatto che la filosofia analitica sia la filosofia degli haters, è pressochè già scritto nevvero? Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato)