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Messaggi - daniele22

#1741
Jacopus, se l'uomo sta evolvendo nel senso etico-morale non è certo grazie alla scienza. Se dà  invece alcuni timidi segnali di essere sul punto di fare un piccolo passo evolutivo mi sembra di vederlo in questi ultimi 8 9 mesi di pandemia che ci stiamo slurpando già da un bel po'. Sembra che siamo cotti al punto giusto. Sarà la famosa angoscia citata dal tedesco Heidegger? E' un'angoscia collettiva però, non dell'individuo. Sarà che non ci aspettavamo i limiti della medicina? Poveretta, in fondo è come sparare sull'ambulanza, dato che la medicina non è nè la fisica nè la chimica. Facile sparare al giorno d'oggi. Pensa pure quel che credi Jacopus, basta che ci credi onestamente
#1742
Citazione di: Jacopus il 24 Giugno 2021, 00:18:30 AM
Concordo con Lou. Il metodo scientifico moderno è stata una delle molle del cambiamento epocale dal medio evo all'epoca moderna. Affermare che oggi si viva come allora non so a quale logica o traccia storica faccia riferimento. La vita media era più corta. Oltre ad una ristretta cerchia di benestanti (nobili ed alti prelati), il resto della popolazione era analfabeta e lavorava dal mattino alla sera. Tutti erano preda delle più assurde superstizioni. Se un nobile commetteva reati anche molto gravi come la violenza sessuale aveva il diritto di farsi sostituire nella esecuzione della pena da un suo servo. Se la violenza riguardava una sua contadina non veniva neppure iniziata l'azione penale. Esisteva la servitù della gleba e le corporazioni, pertanto il figlio di un cameriere avrebbe potuto fare solo il cameriere o il bandito. Se un comune cittadino (che allora veniva definito "suddito") si rifiutava di partecipare alla funzione religiosa del suo paese subiva punizioni corporali che andavano dalla gogna alla fustigazione. Le donne non avevano diritto di parola nelle cose pubbliche e di certo non potevano accedere ad alcun tipo di professione. I bambini iniziavano a lavorare a 5-6 anni, appena avevano la forza di fare qualcosa. La giustizia era delegata solo alla divinità e all'aldilà. La giustizia terrena era esercitata in modo giurisdizionale, ovvero i nobili giudicavano i nobili, il chierici giudicavano i chierici, i commercianti giuidicavano i commercianti e così via. Non esisteva alcuna possibilità di discussione critica. La Chiesa dominava le coscienze e il dibattito pubblico. I partecipanti a questo forum, se fossero vissuti nel Medio Evo, sarebbero stati tutti sottoposti a punizioni molto pesanti per quello che hanno scritto su questo forum, spesso per il solo e semplice fatto di aver scritto e di non essersi limitati ad essere "servi". Questo era il Medio Evo. Ah, dimenticavo, non esisteva acqua corrente e il bagno spesso era in comune con molti caseggiati o si facevano i bisogni per strada. Non esistevano le fognature e si poteva essere uccisi per un mancato inchino. La scienza fu uno dei più potenti grimaldelli per scardinare quel mondo.


Ciao a tutti. Alcune cose che dici esistono pure ora Jacopus e in ogni caso hai dimenticato il ferro da stiro. Detto ciò spiego meglio quel che intendo.
In qualunque società di oggi e di ieri in cui ti occorra di nascere accadono delle cose. Da quando nasci, ma forse già da prima, fino a una certa età tu ti imbevi in un ambiente che, fino a una certa età appunto, costituisce di fatto a tua insaputa quello che per te è normale. Quello è dunque lo stato delle cose che tu, da una certa età in avanti potrai anche criticare in varia misura e verso varie istituzioni. Lo farai sicuramente confrontandolo con il tuo intendere la normalità o anormalità svelata da qualcuno. Ma per quel che riguarda il mondo della vita, la tua sfera emotiva non ne risulterebbe tanto lesa più di quanto venga lesa oggi di fronte alle nostre critiche linguistiche e fattuali verso la nostra società. Per questo motivo mi sento legittimato a dire che suona un po' arbitraria l'affermazione che oggi si viva meglio di una volta. Il presente è solo un passato trasfigurato
#1743
Tematiche Filosofiche / Lo starec Zosima
23 Giugno 2021, 23:07:56 PM
Citazione di: baylham il 23 Giugno 2021, 22:38:03 PM
Che cosa significa essere "colpevole", quale sarebbe la "comune colpa universale", da che cosa dovrebbe "redimersi" l'uomo?
La tradizionale, perversa, concezione del peccato originale, da cui, indipendentemente dall'ateismo, mi sento totalmente estraneo.


Di pagare con uno sputo quelli che lavorano, ad esempio. Potrei tirar fuori vagonate di colpe comuni. E di rinculo prendo quelli che si disinteressano tranquillamente di tali fatti. Ma dove vivi Baylham?
#1744
Citazione di: Lou il 23 Giugno 2021, 18:34:01 PM
Citazione di: daniele22 il 23 Giugno 2021, 17:55:32 PM
Citazione di: Lou il 23 Giugno 2021, 16:11:35 PM
Direi che l'idea di una una ricerca e scientifica pura, disinteressata e neutrale senza alcuna commistione con il potere e fini da esso perseguiti (per fare un esempio banale, la ricerca scientifica applicata a fini militari) più che minare il rapporto tra scienza e verità (definendo e circoscrivendo l'ultimo termine: per la scienza applicata intendo vero ciò che funziona), ha messo di fronte la comunità scientifica  alla consapevolezza di non rappresentare quella innocenza che possa preservarla da essere anch'essa un prodotto sociale ed essere immersa ed essere chiamata a rispondere, o per lo meno a riflettere, anche sul fronte etico delle proprie azioni, a mio parere ovviamente. E questa assunzione di responsabilità contribuirebbe in grande misura a renderla maggiormente libera.
Detto ciò trovo necessario esprimere un aspetto fondamentale della scienza che affianca la critica sopra esposta: il contributo apportato da essa rispetto all'emancipazione e liberazione da superstizioni, credenze e ideologie e proprio al principio di autorità che hai menzionato, grazie allo sviluppo di conoscenze e saperi che si sono rivelati preziosi per una maggior consapevolezza di noi stessi, rappresenta un fatto innegabile.


Ciao Lou, il tuo discorso non fa una grinza fino al secondo paragrafo.
Detto ciò, non mi sembra che la scienza abbia contribuito a qualche emancipazione nell'essere umano. La maggior parte delle violenze contro le donne avviene tra le mura domestiche. I partiti vorrebbero farci capire che non è giusto prendersela con gli ebrei, con i negri o gli albanesi ... che non bisogna fidarsi dei cinesi etc. etc. La storia non ci ha insegnato nulla se non a raccontarla secolo dopo secolo. Alla fine sono gli storici i migliori filosofi che sempre ci ammoniscono con le loro ricerche. Prendiamo però una scienza che a noi è molto cara: la medicina. Qualsiasi medico ti dirà che se stai bene mentalmente il corpo ne trarrà beneficio. Pochi si azzarderanno però ad andare oltre tale affermazione. Allora io dico che quando la scienza filosofica si renderà conto che siamo un branco di solipsisti, pensando invece di essere altra cosa, forse la scienza medica cercherà con più convinzione delle eventuali correlazioni tra squilibri psichici e patologie (Big pharma o chi per essi permettendo)
La strada è assai lunga, tuttavia daniele22, faccio un esempio spicciolo terra a terra, non è oggi che quando ho il ciclo mestruale devo rinchiudermi ( o esser rinchiusa ) in una capanna e considerami "impura", cosa mai significhi e agli occhi di chi? Sai la scienza è una opportunità di libertà, la conoscenza apre mondi inediti.


Per Diana, un'altra donna! Non sapevo fossi tale, forse per un mio pregiudizio infondato. La tua storia mi ricorda quella di achille e la tartaruga, tal che la donna non raggiunge mai l'uomo. Forse può darsi che sia l'uomo a non raggiungere la donna e per questo la sottomette. Perché mai non dovrebbero stare alla pari? La risposta più sensata me la diede un mio amico ancora quand'eravamo adolescenti. Nove volte su dieci lui mi metteva sotto giocando alla lotta e ogni volta mi apostrofava che essere più forti conta non poco. Cosa in parte vera giacché fuori dal gioco conta più la cattiveria che la forza fisica, anche se quest'ultima non è da sottovalutarsi. Gli è comunque che io non sono certo un violentatore, per la tranquillità di voi donne che leggete. Per me, e parlo da uomo, l'essere impura di una volta rimane oggi nel non essere retribuita come un maschio, tanto per dirne una tra chissà quante ne avreste voi da dire. Ma senza esagerare però.
La tua storia mi ricorda inoltre quelli che dicono che oggi si vive meglio di una volta. A questi dico che la koiné di tempi passati più che nella lingua bisogna cercarla nei comportamenti di allora, perché è lì che si giustificano comportamenti comuni che all'oggi risultano inconcepibili e che potrebbero invece farci dire che oggi si vive come allora.
Ma il tuo discorso cominciava dicendo che la strada è assai lunga. Immaginando che tu non abbia scorrazzato molto tra i vari Topic, a cosa ti riferisci dicendo di una strada assai lunga?

#1745
Tematiche Filosofiche / Lo starec Zosima
23 Giugno 2021, 18:29:05 PM
Citazione di: baylham il 23 Giugno 2021, 17:36:52 PM
C'è una morale individuale e collettiva, morale che decide, sceglie di volta in volta che cosa è bene e che cosa è male. Male che si accompagna al bene, come l'amore all'odio: come si può fare del bene se non laddove ci sia del male e viceversa.

Se l'uomo è considerato malvagio fin dalla sua nascita, un peccatore, come suggerisce il testo all'origine di questa discussione, allora io ritengo che sia, dal punto di vista religioso, una bestemmia, dal punto di vista esistenziale e filosofico una madornale sciocchezza, una assurdità appunto.


Perdona Baylham, ma Zosima non dice che l'uomo è malvagio sin dalla nascita, fa solo una constatazione sul presente. Dopo indica pure una via per rendersi conto di qualcosa che lo redimerebbe ... Il bene e il male esistono, e lo sperimentiamo fin dai tempi in cui esiste la vita, data per vera la teoria dell'evoluzione. Infine, ogni volta che ti muovi, o pure se stai fermo, puoi far del male a qualcuno, però non sono certo disposto a vivere chino scopando incessantemente con una scopetta là dove metterò i miei piedi. Insomma, bisognerà pure accettare o valorizzare addirittura anche la morte, ovvero i motivi per cui si possa pure morire
#1746
Citazione di: Lou il 23 Giugno 2021, 16:11:35 PM
Direi che l'idea di una una ricerca e scientifica pura, disinteressata e neutrale senza alcuna commistione con il potere e fini da esso perseguiti (per fare un esempio banale, la ricerca scientifica applicata a fini militari) più che minare il rapporto tra scienza e verità (definendo e circoscrivendo l'ultimo termine: per la scienza applicata intendo vero ciò che funziona), ha messo di fronte la comunità scientifica  alla consapevolezza di non rappresentare quella innocenza che possa preservarla da essere anch'essa un prodotto sociale ed essere immersa ed essere chiamata a rispondere, o per lo meno a riflettere, anche sul fronte etico delle proprie azioni, a mio parere ovviamente. E questa assunzione di responsabilità contribuirebbe in grande misura a renderla maggiormente libera.
Detto ciò trovo necessario esprimere un aspetto fondamentale della scienza che affianca la critica sopra esposta: il contributo apportato da essa rispetto all'emancipazione e liberazione da superstizioni, credenze e ideologie e proprio al principio di autorità che hai menzionato, grazie allo sviluppo di conoscenze e saperi che si sono rivelati preziosi per una maggior consapevolezza di noi stessi, rappresenta un fatto innegabile.


Ciao Lou, il tuo discorso non fa una grinza fino al secondo paragrafo.
Detto ciò, non mi sembra che la scienza abbia contribuito a qualche emancipazione nell'essere umano. La maggior parte delle violenze contro le donne avviene tra le mura domestiche. I partiti vorrebbero farci capire che non è giusto prendersela con gli ebrei, con i negri o gli albanesi ... che non bisogna fidarsi dei cinesi etc. etc. La storia non ci ha insegnato nulla se non a raccontarla secolo dopo secolo. Alla fine sono gli storici i migliori filosofi che sempre ci ammoniscono con le loro ricerche. Prendiamo però una scienza che a noi è molto cara: la medicina. Qualsiasi medico ti dirà che se stai bene mentalmente il corpo ne trarrà beneficio. Pochi si azzarderanno però ad andare oltre tale affermazione. Allora io dico che quando la scienza filosofica si renderà conto che siamo un branco di solipsisti, pensando invece di essere altra cosa, forse la scienza medica cercherà con più convinzione delle eventuali correlazioni tra squilibri psichici e patologie (Big pharma o chi per essi permettendo)
#1747
Tematiche Filosofiche / Lo starec Zosima
23 Giugno 2021, 14:55:29 PM
Citazione di: paul11 il 23 Giugno 2021, 13:39:25 PM
Essendo l'argomento posto nel forum filosofia, lo sviluppo appunto filosoficamente.


Se esiste il peccato è perché esiste il male. E sembra che il male sia connaturato nell'uomo, come individui, come stirpe, generazione, come storia che si ripete e si perpetua.
Quindi è il male ontologicamente sussistente? Sembrerebbe di sì, poiché le leggi, comandamenti religiosi, o leggi laiche negli Stati, tentano di regolare ciò che è insito nella natura umana.


Se si accetta la possibilità che esista il male, scaturisce l'esigenza morale del suo contraltare, il bene.


Negare l'ontologia del male porta conseguentemente  all'eliminazione della morale e quindi al pensare che lo "stato di natura" oserei dire la condizione "edenica" primordiale, dimentichi il peccato e la colpa. Quindi ,qualunque forma e sostanza umana che si realizzi, concretizzi,  ad esempio nell'egoismo e altruismo, nell'uccidere o nel gesto di misericordia, sarebbe accettato "al di là del bene e del male"......e nessuno sarebbe colpevole. Cadrebbe il concetto di giustizia.
L'amore sarebbe non la condizione salvifica contro il male, ma solo una, come tante, delle manifestazioni comportamentali umane...uno stato d'animo quanto quello di fare un torto ad un proprio simile. E allora sorgerebbero contraddizoni ben più potenti di quelle sostenute dal senso morale e di giustizia.


A mio parere ,oggi, nel nostro tempo, viviamo in entrambe le visioni, quella morale e quella a-morale e infatti la giustizia è in crisi ...e non solo la giustizia.


Ciao Paul11, volevo fare qualche nota al tuo discorso.


Secondo Paragrafo: Tu dici che sembrerebbe di sì, poichè le leggi tentano di regolare ciò che è insito nella natura umana.
Dico io che sembra l'esatto contrario di quel che si pretende dalle leggi della fisica ad esempio. Come dire che la legge pone un controverso all'universo originando il diverso.


Quarto paragrafo: .... pensare che la condizione "edenica" dimentichi il peccato e la colpa.
Bene, dico io, ma la responsabilità? Se il peccato e la colpa possono essere cancellati dall'oggi al domani, sai che casino succederebbe se si cancellasse da domani la responsabilità (senza contare che in tale casino ci si trova già)?
La responsabilità rinvia di fatto ad uno stato che regoli la responsabilità. Qual è la forma stato che più si avvicina alla condizione edenica? Infine, se sono i nostri problemi preoccupazioni a formare il mondo, è possibile che con l'andar del tempo un giorno possa pure cadere la necessità (l'esigenza) della responsabilità? Così come sono state costruite, le cose, se lo riteniamo opportuno possiamo anche giocare a smontarle
#1748
Tematiche Filosofiche / Lo starec Zosima
23 Giugno 2021, 09:36:54 AM
Ho predato qualche donna, e loro si son fatte predare, o è il contrario? Chi può dirlo? Ho anche versato qualche lacrima, ma non vi ho pensato.
La vita è assurda fintanto che uno specula sul senso della vita. Pensar troppo non fa bene, soprattutto perchè gli esiti del nostro pensare raramente tengono conto della stima o disistima che nutriamo verso noi stessi. Ma a guardar bene poche sono le persone che si disistimano sinceramente ... i più di fatto recitano, laddove tutti, nel nostro intimo più profondo sinceramente si stimano. Signori, son finite le epoche delle misurazioni pubbliche. Una dialettica costruttiva, a questo punto, può solo darsi nel discutere delle proprie esperienze personali qualora lo si voglia fare
#1749
Tematiche Filosofiche / Re:Lo starec Zosima
22 Giugno 2021, 22:40:40 PM
Citazione di: Jacopus il 21 Giugno 2021, 23:17:08 PM
"Perchè dovete sapere, miei cari, che ciascuno di noi è senza dubbio colpevole per tutti e di tutto sulla terra, non solo per la comune colpa universale, ma individualmente ognuno per tutti gli uomini e per ogni uomo sulla terra." Solo quando sarà raggiunta questa consapevolezza "ciascuno di voi avrà la forza di conquistare il mondo con l'amore e di lavare i peccati del mondo con le proprie lacrime".


Dostoevskij fa dire queste parole al monaco Zosima, che è steso sul letto, in articulo mortis. Vi lascio riflettere su questa frase senza alcun commento, almeno per ora.


Ciao a tutti. E' evidente che qui ci si trova di fronte ad un atto di accusa. Che naturalmente condivido. Però una correzione la metterei: non di conquistare il mondo, bensì di conquistare se stessi. Che senso ha star qui a discutere sull'assurdità della vita, sulla responsabilità, o sui sensi di colpa? Ma mi faccia il piacereeee!!
#1750
Citazione di: paul11 il 09 Giugno 2021, 11:15:06 AM
Citazioni di Daniele22
....la componente razionale del significato, mentre nel secondo caso ha agito di più la componente affettiva (altamente emotiva in questo caso specifico). Il significato non può separare queste due componenti facendo finta di nulla. Questa unità a mio giudizio rappresenta, è, il "quanto" dell'unità della conoscenza".

Io, al contrario, penso che noi non possiamo vedere le cose se non quando queste abbiano un significato.



Tale significato, personale e linguisticamente anche più o meno collettivo, non risponde però ad un'esigenza rivolta verso un progresso umano, o alla ricerca di una presunta verità universale delle cose, bensì alle esigenze di benessere di ciascun nostro singolo corpo.

Da qui inizia il post di Paul11 in grassetto
Penso che tu intenda dire che la scrittura non esaurisce ciò che è l'intento dello scrivente, in quanto appunto l'intento le motivazioni e direi persino gli scopi appartengono alla sfera affettiva, emotiva, L'autore quindi se focalizza la sua scrittura su una determinata argomentazione è perché, almeno per lui, sorge da un focalizzazione, significazione su quell'argomento che ha trovato, che vive, come importante.
Non intendevo quel che tu pensi, anche se è vero quel che dici. Come dici, personalmente ho focalizzato, mosso da esigenza, l'attenzione sulla lingua e ne è uscito un breve dialogo in 5000 parole.
E' vero. Sono pienamente d'accordo. Più volte si è scritto nel forum che la componente interiore umana,  è quella che in fondo davanti all'orizzonte del mondo coglie significazioni in particolari che lo scuotono. Nella modernità indicherei Nietzsche ed Heidegger coloro che forse più di tutti hanno cercato l'autenticità umana. Se hanno fallito, ..... in fondo falliamo tutti . Hai anche colto il problema linguistico, che infatti è in entrambi gli autori. Nietzsche oltre a trattati è soprattutto importante per la scrittura per aforismi. Nietzsche è un anti intellettuale, nel senso che la parola per lui non deve essere fredda, semplicemente descrittiva, segue un canone più poetico narrativo e quindi fortemente evocativo di ciò che è umano nell'uomo. Heidegger, seppur con un diverso, ma non troppo, punto di vista rispetto a Nietzsche (Nietzsche in realtà ha influito moltissimo in Heidegger, come per fare un altro  esempio in Adorno, ma ve ne sarebbero altri...), cerca l'autenticità umana nell'esistenza, nell'orizzonte temporale della vita umana. Inventa letteralmente un proprio "slang" filosofico, con termini nuovi, spesso quasi intraducibili dal tedesco all'italiano o comunque "italianizzati" come il dasein in "esser-ci". Adatto che il suo linguaggio rimane filosofico ,non utilizza come ad esempio in Nietzsche l'aforisma, gli diventa ancor più difficile recepire linguisticamente ciò che vorrebbe, desidererebbe argomentare, trattare. Lui stesso ammetterà che la poesia e l'arte potrebbero meglio svolgere le tematiche da lui espresse, tant'è che "Essere e tempo" rimane un lavoro incompiuto.


Il problema sta nell'incontro fra ciò che noi definiamo razionale, come logico, e irrazionale, come sfera affettiva. A mio parere forse è l'unica strada filosoficamente possible oggi, la via d'uscita dall'attuale impaludamento cultural filosofico ,sapendo che è difficilmente praticabile, perché bisogna essere una "via di mezzo" fra poeti e filosofi, con capacità da una parte di forte evocazione dello spirito umano, del suo disagio e difficoltà che incontra nella vita, e dall'altra la capacità di sistematizzare questa profonda interiorità umana dentro uno schema comunicabile, che sappia arrivare al lettore. Ecco in questo ,se ciascuno forse a loro modo, Nietzsche ed Heidegger ,rappresentano il tentativo di trovare in fondo "un mondo più umano".

Mi sembra quindi che avalli l'idea della duplice componente nell'unità di conoscenza. Un'analogia: C'è un detto di Gesù narrato nel vangelo di Tommaso che termina con una domanda: Quando sarete nella luce, cosa farete? Un giorno eravate uno e diventaste due. Ma quando diventerete due, cosa farete?
Quindi più che dire che abbiano "fallito", io direi che val la pena capire il loro "bel naufragio"........e proseguire il viaggio se il nostro intento è cogliere i significati autentici della vita.


Ciao Paul11, giungo solo oggi a rispondere. Se a qualcuno va di capire il loro bel naufragio lo faccia pure. Se qualcuno volesse impegnarsi a pianificare una strategia d'uscita da questa palude in cui ci si trova ancor meglio. Per come la penso la prassi migliore è nel movimento democratico verso l'anarchia. Se n'è discusso e sembra rimasto in sospeso (Filosofia dell'anarchia): le leggi non si fanno, ma si tolgono. Il senso della vita se lo cerchi ciascuno in base ai suoi talenti. Vi sono dei servizi da tenere in piedi, ma queste sono solo sciocchezze



#1751
Citazione di: iano il 19 Giugno 2021, 09:28:25 AM
Il punto è che studiare il greco per studiare la filosofia, come esorta a fare Green, non senza ragioni, scoraggia chi, non potendo/ volendolo fare, nondimeno vorrebbe filosofare perché a ciò lo spinge la sua natura.


..... etc ..... etc .....

Come scrive Maurizio Ferraris nella "Repubbilca" di giovedì, 17 giugno in una critica ad Heidegger:

Tra varianti e vaccini il virus forse se ne va'.
Quello che sono certo non se ne andrà, almeno a breve, è un assunto di fondo, l'idea che siamo padroni della natura e schiavi della tecnica.
È ovviamente vero il contrario ,il virus,  in quanto natura, ci ha messo in ginocchio, il vaccino, in quanto tecnica, ci offre una tregua. E allora perché neghiamo l'evidenza?


E allora, buttiamo via Hiedgeer?


Per quel poco che ne so' è uno che ha cambiato idea nel corso della sua vita.
E questo devono fare i filosofi.Questo significa essere filosofi, perché se cambi idea allora vuol dire che pensi.


Iano, se devi studiare un autore che scrive in una lingua straniera, sarebbe opportuno che tu ti impadronisca della sua lingua. Certo sarebbe che una lingua straniera di tempi che furono apre pure ad ulteriori problematiche. E' vero che esistono traduzioni, ma ciò implica mettere in mezzo tra te e l'autore un intermediario con tutto quel che ciò implica, tanto più che anche se leggi un testo in italiano a volte devi comunque tradurlo (vedi ciò che accade nei nostri post che abbisognano spesso di chiarimenti). Per fare filosofia puoi cmq farlo in italiano senza necessità di conoscere altre lingue.


Per quel che riguarda Ferraris non ho letto il suo articolo, per leggere il quale bisogna sganciare soldi che a mio vedere son solo soldi buttati al vento. Non conosco il pensiero di Ferraris, ma non sono d'accordo sul fatto che l'uomo sia schiavo della tecnica. L'uomo è in realtà succube dei suoi piaceri e delle sue paure. La tecnica e i prodotti tecnologici lo aiutano a cambiare le forme delle sue necessità, ma questi nuovi giocattoli nulla cambiano circa la sua sudditanza. Forse era questo che intendeva dire Husserl nell'opera incompiuta "la crisi delle scienze europee", cioè che la scienza non aiutava affatto l'essere umano nelle sue problematiche esistenziali. Per dire quello che ha detto Ferraris l'altro ieri, poteva dirlo benissimo tempo fa a fronte di un bel terremoto. Heidegger non lo butto via, ma ho già messo in evidenza un suo errore in questo Topic.


Da ultimo, io penso di pensare anche senza cambiare idea. Se cambio idea la cambio dopo che qualcuno o qualcosa mi ha fatto notare particolari tali che debba cambiare idea
#1752
Edito da Fanucci non è proprio l'ultimo libro che ho letto, ma in ogni caso lo segnalo perché mi è piaciuto.
Kim Philby è senza dubbio la spia per antonomasia e l'autore lo inquadra attraverso dieci capitoli in cui i protagonisti narrano all'interno di un sottoromanzo (ciascun capitolo del libro) la loro relazione con la spia. Appare pure, anche solo con un breve intervento, lo stesso Stalin (operazione certo rischiosa da parte dell'autore che però non ha rischiato molto a conti fatti). Littel infine propone in questo romanzo la sua versione del signor Philby
#1753
Citazione di: green demetr il 18 Giugno 2021, 16:20:10 PM
Citazione di: daniele22 il 23 Maggio 2021, 23:10:37 PM
Non rivela però al mondo i nostri sentimenti o affettività (nel bene e nel male). E pure sono questi che io personalmente vorrei che si rivelassero, giacché son questi a muovere il mondo. Naturalmente non pretendo che ciascuno si confessi pubblicamente, ma che si confessi pubblicamente l'efficenza con cui questi muovono il mondo.


Non penso che le nostre posizioni siano poi così diverse.


Come noto da questo passaggio che avevi scritto in risposta a Iano.


Appunto, come dici anche tu i nostri segni sono legati all'affettività. come l'urlo nel buio è legato alla paura del bambino.


Siamo perfettamente d'accordo, come ho scritto in risposta a Iano, chiedo solo di fare delle distizioni.


Se poni una domanda di vita quotidiana è diverso che porla a livello di filosofia classica.


Sul perchè la filosofia classica ante-litteram si muovesse all'interno dell'autoreferenzialità del linguaggio, è altra cosa dalla tua domanda di senso del vivere.


Da una parte abbiamo una filosofia che si è scostata dalla vita quotidiana in cerca delle verità auto-evidenti.
Hai ragione quello fu il primo passo, ma poi dopo aver diviso la parola da quotidiana ad astratta, ne fece un uso non molto distante da quelle che tu chiedi rispetto al senso del vivere. Certo bisogna seguirlo con impegno.
E' una scelta. Ma non puoi rimproverare a loro una scelta diversa da quella fatta da te.
Le esigenze sono le stesse.

Insomma come dicono gli inglesi: tanto temporale in una tazza di tè.  ;)


Ciao Green, ho riletto anche il tuo intervento in risposta a Iano. Parli di distinzioni da farsi, come esistessero due tipologie di filosofia, o forse ho capito male. Per rispondere a me hai citato un pezzettino piccolo piccolo di un mio intervento. Non hai detto nulla però sul resto della mia critica ad Heidegger. Per me esiste solo una filosofia e non una filosofia classica che si distingue da altre filosofie
#1754
Citazione di: green demetr il 18 Giugno 2021, 16:20:10 PM
Citazione di: daniele22 il 23 Maggio 2021, 23:10:37 PM
Non rivela però al mondo i nostri sentimenti o affettività (nel bene e nel male). E pure sono questi che io personalmente vorrei che si rivelassero, giacché son questi a muovere il mondo. Naturalmente non pretendo che ciascuno si confessi pubblicamente, ma che si confessi pubblicamente l'efficenza con cui questi muovono il mondo.


Non penso che le nostre posizioni siano poi così diverse.


Come noto da questo passaggio che avevi scritto in risposta a Iano.


Appunto, come dici anche tu i nostri segni sono legati all'affettività. come l'urlo nel buio è legato alla paura del bambino.


Siamo perfettamente d'accordo, come ho scritto in risposta a Iano, chiedo solo di fare delle distizioni.


Se poni una domanda di vita quotidiana è diverso che porla a livello di filosofia classica.


Sul perchè la filosofia classica ante-litteram si muovesse all'interno dell'autoreferenzialità del linguaggio, è altra cosa dalla tua domanda di senso del vivere.


Da una parte abbiamo una filosofia che si è scostata dalla vita quotidiana in cerca delle verità auto-evidenti.
Hai ragione quello fu il primo passo, ma poi dopo aver diviso la parola da quotidiana ad astratta, ne fece un uso non molto distante da quelle che tu chiedi rispetto al senso del vivere. Certo bisogna seguirlo con impegno.
E' una scelta. Ma non puoi rimproverare a loro una scelta diversa da quella fatta da te.
Le esigenze sono le stesse.

Insomma come dicono gli inglesi: tanto temporale in una tazza di tè.  ;)


Penso proprio che sia così. Aspettiamo
#1755
Citazione di: green demetr il 18 Giugno 2021, 16:30:41 PM
Citazione di: daniele22 il 18 Giugno 2021, 15:48:25 PM
Citazione di: green demetr il 18 Giugno 2021, 13:04:47 PM
Citazione di: daniele22 il 18 Giugno 2021, 09:24:36 AM
جهد (gihad) in arabo richiama al concetto di guerra. Guerra santa? Alcuni filosofi islamici sostengono che lo sforzarsi verso Dio debba intendersi come sforzo verso Dio da intraprendersi non attraverso lo schiantarsi del martire addosso alle twin towers, bensì come sforzo diretto verso se stessi finalizzato alla comprensione di Dio.


Ad oggi sembra che la normalità umana sia propensa a realizzare il proprio piacere e la propria vita. Uno stesso piacere, in un certo senso fuori norma, viene altresì realizzato attraverso il masochismo o il suicidio. Non vi sarebbe nulla di certo, per quel che riguarda il futuro, che l'attuale status normale possa diventare quello fuori norma di oggi.


La prassi che io proporrei sarebbe semplice data l'attuale maggioranza relativa al paragrafo di cui sopra. "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". Per attuare ciò bisogna però compiere la guerra santa contro noi stessi. Ovverosia, liberarsi del più grosso pregiudizio (motivo di odio) che ciascuno serba dentro di sè. Ovverosia, saltare la roggia che sembra un Rio delle Amazzoni. Auspicherei infine di riportare tutto nell'ambito della simpatia e antipatia.
Il senso per me sarebbe: io non sono un antifascista, semplicemente non sono un fascista.





Tutte le religioni prescrivono un azione militante, proprio per distogliere il discorso da se stessi.
L'amore per il prossimo, distoglie l'attenzione al proprio prossimo.


La dimensione spirituale è invece quella greca dove l'altro per la prima volta compare, oppure quella giudaica.
Non vi sono altre strade.
Le altre spiritualità sono solo disimpegno verso se stessi e quindi verso gli altri.
Amore è una parola troppo ampia, per essere vera.
Si ama sempre qualcosa mai un altro generico.


A parte che non ho mai nominato la parola amore nel mio post, bensì ho usato solo la parola odio. Ti ricordo inoltre che quelli che chiamano "haters", si rivolgono pure a delle idee (chiaro è che le idee vengono professate da gruppi di individui). Per quel che riguarda poi la spiritualità ebrea vorrei chiedere qualcosa in proposito ai palestinesi. Ricordati Green che l'offesa non è quella che si fa, ma quella che si riceve. Per favore, se vuoi rispondere, riportati alla prima metà del secolo scorso


E ma appunto la questione arabo-palestinese, è una questione solo per l'occidente, la ci si ammazza per davvero.
Cosa c'entra con quello di cui stiamo parlando?


Io sto dicendo che la supposta comunione con  Dio, è sempre a carico di un non riconoscimento dell'altro.


Perchè non esiste una religione tra pari? Fra uomo e uomo? Perchè metterci sempre dentro Dio?


E poi perchè Dio ce l'ha sempre con gli altri? Andiamo il giochetto è fin troppo facile da leggere.


Lo spirito non c'entra niente. E allora alleniamoci a trasformare le religioni in una pace perpetua.


Caro Green, grazie per esserti espresso in termini a me più limpidi. Dato il tuo intervento, con me spalanchi una porta aperta. In post precedenti ho dichiarato che io sono dio consapevolmente. Ma tale condizione di essere dio, vale per tutti se lo vogliono. Lo spirito, il mio spirito, dal mio punto di vista è sinonimo di "quello che penso in ragione di intelletto e sentimenti". Le varie religioni (quelle almeno che riservano una liturgia direzionata da specialisti nei confronti dell'oltre vita) che pervadono il pianeta intero sono le rappresentanti di un Dio che sta fuori di noi là da qualche parte. Se uno ci crede dovrà comportarsi di conseguenza. Voglio vedere come farà a riconoscerlo se non sperimentando la sua prepotenza