Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Sariputra

#1741
@ Gibran
Visto che insisti nel sostenere che gli altri non rispondono direttamente alle tue domande e sperando che anche tu compia lo sforzo di capire le opinioni altrui e non pretendere solo che gli altri capiscano le tue mi accingo a rispondere sinteticamente ai quesiti:
1)Siete in grado di capire le mie argomentazioni che richiedono un'intelligenza media, nulla di eccezionale ;D? Sì, sono in grado di capirle e penso proprio di averle capite, nonostante sia tardo di comprendonio.
2) Condividete le mie opinioni nonostante le vostre difficoltà intellettive , che mi deludono assai? No, non le condivido, anche se ci sono spunti che trovo interessanti ma non ho la forza di avviarne una discussione con te...la mia autostima potrebbe risentirne.
3) Credete possibile una pura intuizione solamente legata all'osservazione e svincolata da qualsiasi riferimento culturale, libro, tradizione, condizionamento, ecc.? Sì lo credo possibile, ma solo dopo che si è coltivata la virtù , la meditazione e la sapienza. Prima l'intuizione si risolve nella contemplazione del proprio ombelico...ed è estremamente pericoloso  prendere per veri i giochi e le sensazioni interiori della mente. Lo so perchè ci sono passato...
4) Possibile che non riusciate a concepire nulla di vostro che non sia quello che avete letto nei libri o che vi è stato insegnato? Sì, riesco a concepire qualcosa di mio e solamente mio, anche se più facilmente in forma letteraria che non speculativa. Per creare qualcosa di mio mi servo anche della bontà del pensiero degli altri. Come un abile cuoco usa alimenti vari, raccolti ora qui ora là, li amalgama in modo personale e poi crea il suo, personale, piatto, così la mia mente si serve di tutto quello che incontra e l'amalgama per ottenere un composto personale.
5) Non capite che la definizione di una cosa è solo una convenzione? Sì, capisco anche questo nonostante il tuo scetticismo, ma se io dico cane  e tu pensi al gatto come potremo aver qualsiasi tipo di comunicazione tra di noi? Le definizioni date dal linguaggio sono indispensabili per qualsiasi ragionamento. Ma so perfettamente che la definizione che ne da la mente non è la cosa in sè.
6) Non capite che solo quando avrete una pura intuizione spirituale personale potrete cogliere, estrapolando e spigolando nei testi sacri quello che corrisponde alla propria intuizione spirituale, la differenza tra una religione "vera" e una bislacca? La pura intuizione spirituale non ha nulla a che fare con il termine e l'organizzazione chiamata "religione". Questa presuppone che ci sia una struttura organizzativa, dei riti comuni, dei dogmi comuni, dei testi sacri comuni. Altrimenti non è possibile chiamarla religione ma solo "pura intuizione spirituale PERSONALE" fermo restando  il punto 3, attenzione al proprio ombelico!!
7)E' la religione diversa, separata dalla vita? LA religione è separata dalla vita quando si riduce all'aspetto organizzativo ritualistico, dogmatico, ecc. Quando la religione è motivo di cambiamento del proprio approccio all'esistenza e influenza il comportamento, diventa azione e quindi vita stessa.
8)Quindi l'Islam, che per me è solo organizzazione, rituale , tradizione, ecc., non dimostra di essere una religione falsa? No , non è falsa perchè rientra in tutte le definizioni possibili di religione e anche se tu non condividi alcuna definizione non conosciamo altri metodi oggettivi, non fondati cioè sul criterio della pura intuizione spirituale PERSONALE, per definire necessariamente quell'insieme di cose ed esperienze umane. Ritorna il punto 5, se io dico Islam ho bisogna che tu capisca cosa intendo con questo per poter comunicare con te.
10)Vi rifugiate nei libri perchè avete paura della vita e vi danno sicurezza? No non mi rifugio nei libri, li amo solamente, perchè posso imparare da gente molto più intelligente di me e soprattutto dalle esperienze degli altri perchè, Gibran, "nessun uomo è un'isola". Non mi danno sicurezze e non placano alcuna paura.
11) E qual'è l' insegnamento del Buddha se non liberarsi dai condizionamenti ? L'insegnamento del Buddha sono le 4 Nobili verita e il santo Ottuplice sentiero e l'insegnamento sulle  triplici radici di ogni male. Sbagli se pensi che l'Insegnamento sia avulso dalla realtà e dai condizionamenti dell'epoca. La tecnica meditativa fondata sulla consapevolezza del respiro ( anapanasati) e mutuata pari pari dallo Yoga. L'organizzazione del primo Sangha  è del tutto uguale a quella di molti altri maestri anacoreti e non del tempo. Nè Yeoshwa , né il Buddha storico sono pensabili al di fuori del contesto storico, politico e religioso in cui vissero. Le due vie e i due insegnamenti sono profondamente diversi.
12) Non è la vita stessa l'unico libro che dobbiamo saper leggere ?  Rispondo:Perchè questa dicotomia tra libro e vita? Non fa parte ANCHE un libro della nostra esperienza di vita? Basta non attaccarcisi...
Se non avessimo dei libri staremmo qui a parlare di Buddha o di Yeoshwa? Anche solo per confutare eventualmente il loro insegnamento?
13) Riesci ad osservarti di prima mano senza il condizionamento delle religioni organizzate che sono false? Sì, ci riesco anche troppo, che tu ci creda oppure no, non è un mio problema...
14) Su Kayyam, visto che i pareri sono discordi, cosa farai ? Prenderari quello che ti piace in base ai tuoi condizionamenti ::) ? No, non mi pongo nemmeno il problema, mi leggerò le sue quartine comodamente seduto e con un bicchiere di buon prosecco di Valdobbiadene in mano, gustandomi l'armonia dei versi e la profondità dei concetti.
Sono stato sufficientemente duro e diretto, come piace a te? Però che fatica ragazzi.... :P :P :P  
Se hai altre domande aspetta qualche giorno che devo riprendermi...
Ho io una piccola domanda per te? Come mai ritieni che la tua personale intuizione spirituale sia giusta e che gli altri, non particolarmente dotati d'intelletto, siano tutti nell'errore? Il tuo intelletto fa da benchmark di riferimento per caso? :D
Con immutata e...affannosa simpatia
Sari ( ma puoi chiamarmi Upatissa se preferisci...)
#1742
@Gibran

Non possiamo, io, Phil, Paul e altri non definire l'Islam una religione se vogliamo mantenere la definizione corretta attuale del termine.
Cito Treccani:
Complesso di sentimenti, credenze e riti che legano un individuo o gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità, oppure il complesso dei dogmi, dei precetti, dei riti che costituiscono un dato culto religioso.
Il termine deriva da latino e si ritiene abbia il significato di rilegare, ricomporre con riferimento   al valore vincolante del complesso degli obblighi da rispettare e dei divieti sacrali.
Quindi non riesco a capire la tua obiezione. Proviamo ad analizzare:
L'Islam lega insieme un gruppo umano ( un miliardo e seicento milioni di persone ) ad un complesso di riti e credenze e sentimenti ( accettati o inculcati da altri non cambia , non è motivo di discussione del termine) con ciò che ritiene sacro ( il Corano) ? E' del tutto evidente.
L'Islam forma un complesso di dogmi, precetti e riti ( nota che non viene fatto un giudizio di valore su questo. Semplicemente riti, precetti e dogmi di qualsiasi tipo possano essere, anche i più assurdi) che lo costituiscono in un dato culto religioso? Ancora, è del tutto evidente.
Quindi, il fatto che tu non la consideri una religione, è un tuo giudizio personale ma che non può essere assunto a paradigma di quello che significa il termine religione.
Tu sostieni che una "vera" religione debba nascere da un'autentica fonte d'intuizione spirituale e citi Cristo, Buddha e pochi altri.  Ma poi, giustamente, osservi che anche nel loro caso non possiamo essere certi della loro reale e pura intuizione spirituale in quanto i testi sacri redatti svariati o centinaia di anni dopo  contengono molto anche della personale interpretazione degli autori di questi testi stessi.
Quindi torniamo al punto e a capo. Ossia: qual'è una "vera" religione , se non abbiamo certezze su nulla?
Un buon criterio, suggerito da Yeoshwa stesso, è quello di giudicare un albero dai frutti che da. Il problema però è che molte religioni hanno una storia lunghissima, che percorre i secoli, e hanno alternato costantemente frutti buoni e altri cattivi. E' inutile nascondersi che la storia del Cristianesimo è piena di frutti bacati, così come quella dell'Islam , dell'Ebraismo e, in misura molto minore, delle religioni indo-cinesi. Bisogna qui notare che , anche durante le epoche più buie della loro storia, tutte le religio hanno saputo far maturare frutti eccezionali accanto alla marea di bacati. Durante i secoli bui del Cristianesimo sorge la possente figura spirituale di un  Francesco d'Assisi. Nello stesso periodo l'Islam aggressivo partoriva la figura di Abd al-Qadir al-Gilani, considerato il padre del Sufismo.
Quindi  il preoccuparsi della verità o meno delle "rivelazioni" di un Cristo o di un Muhammad è un falso problema. La domanda che io e te, uomini attuali, dovremmo porci è questa: C'è qualcosa , nella vita, nell'insegnamento e nella testimonianza dei frutti buoni che ogni religio ha prodotto dal suo albero che può aiutarmi ad essere migliore, un frutto buono e fecondo di bontà sopra questa Terra piena di sofferenza? Buddha stesso, con le sue ultime parole (anche qui riportate e non sappiamo, nè potremo mai sapere, se dette veramente...) invita a seguire l'insegnamento e non la figura umana del fondatore. Una religio  è come un corpo vivente, composto da tutti quelli che aderiscono all'insieme dei suoi precetti, riti,ecc. e , proprio come un corpo vivente, si trasforma in continuazione e vive periodi di salute o di malattia. Inutile nascondersi che l'Islam vive un periodo di grande malattia ma questo non cancella il fatto, e ne sono convinto, che anche oggi frutti buoni e altamenti spirituali, nascosti ai più, vivano e crescano sui suoi rami. Se anche un solo muslim vivesse la sua vita  senza odio, egoismo e illusione e si attenesse ai precetti, riti e dogmi della sua particolare religione, sarebbe sufficiente per affermare che quella religione può produrre del bene. Il problema è sempre quello: l'incapicità del credente, che spesso lo è solo per tradizione e cultura, di approfondire, studiare, imparare, riflettere , intuire con il proprio cuore quello che c'è di vero nel Corano, nella Bibbia, nel Talmud, ecc. Solo il cuore sa e sente ciò che è vero e ciò che è da leggere, rispettare e rigettare come interpretazione fuorviante degli uomini. Questo richiede un grande impegno e vedo nello sprofondare dell'Islam nel fondamentalismo soprattutto la terribile ignoranza in cui masse giovanili vivono in quei paesi. Molti dei terroristi che fanno stragi uccidendosi hanno letto sì o no una decina di pagine del Corano,ben scelte dagli istigatori, e null'altro della loro religione.
Che l'Islam tenda ad una maggiore rigidità rispetto ad altre religioni è dovuto al fatto che quei popoli non hanno vissuto le trasformazioni sociali che hanno mutato la società "Cristocentrica" occidentale
passata attraverso l'Umanesimo e l'Illuminismo e dal fatto che la loro cultura, in un certo senso, nasce con l'Islam. Mentre la cristianità si sviluppa sulla radice di una cultura greco-romana che la influenza, la modifica e ne attenua ( anche solo per periodi ) la rigidità dogmatica.
Su Khayyam ti riporto , per chiarire e approfondire, dato lo spessore a tutto tondo del personaggio, alcune valutazioni tratte dall'introduzione di Alessandro Bausani alle sue famose quartine:
Le teorie sul significato delle quartine  khayyamiane si potrebbero ridurre sostanzialmente a tre. La prima è espressa con parole di pia esecrazione dallo sheikh Nagn-od-Din Razi detto Dayè, autore dell'opera mistica Mersad-ol-ebad (L'osservatorio dei servi di Dio): "...ma quegli infelici filosofi e materialisti che sono staccati dalle benedizioni divine brancolano nella stupefazione e nell'errore, insieme a un CERTO DOTTO, famoso tra loro per la sua sapienza e talento, la sua sagacia e la sua dottrina. Costui è Omar Khayyam. Per farsi un'idea della sua estrema svergognatezza e corruzione basta leggere i seguenti versi...( e seguono le quartine citate).
L'altra è quella di al-Qifti (1248) nella sua tarikh al-hokama ( Storia dei filosofi) e che considerava Kkayyam proprio il contrario , cioè un mistico: " I sufi ( mistici musulmani) hanno preso il senso esteriore  di parte delle sue poesie e l'hanno adattato al loro sistema, facendone oggetto di discussione e di meditazione nelle loro conventicole...".
Uno dei più radicali sostenitori  del senso mistico delle quartine in Europa fu il Nicolas...
Tieni presente che Omar Khayyam veniva chiamato, con reverenza e rispetto, imam. Non si può certo limitare il suo genio ad un giudizio affrettato e sommario.

E , dato che l'ho già citato in precedenza, riporto un breve passo di Tierno Bokar Salif che mi sembra interessante per capire il significato, per un credente musulmano, della tradizione:

La tradizione, come punto di partenza, dev'essere così solida nello spirito di chi si mette in cammino da permettergli, in caso d'urto, caduta od errore, di ritornare sui suoi passi e di prendere un nuovo slancio. Essa è il punto d'ormeggio e di riferimento che permette di conoscere la propria identità e di avanzare coraggiosamente su strade nuove e lontane senza perdere l'equilibrio e il senso di sé.
La cieca imitazione degli altri ( il taglid si insinua dappertutto...), anziché farci diventare come loro, ci fa solo dimenticare noi stessi. Come dice il proverbio: "Un pezzo di legno ha un bel galleggiare sull'acqua, ma non diventa un caimano".
#1743
Citazione di: paul11 il 22 Agosto 2016, 01:32:23 AMSariputra, è la ragione il valore aggiunto umano e il fatto che abbia una coscienza. Se poi come dice G.Gaber che forse non è un gran filosof ma dice una cosa giusta "... la coscienza è come l'organo sessuale, o da la vita o fa pisciare", ovvero come l'uomo utilizza la sua coscienza e conoscenza è sua volontà e responsabilità . Ho molto rispetto per la cultura orientale, ma Buddah e il nirvana a mio parere sono fortemente contraddittori. Aiutano come esercizio spirituale, ma sono contraddittori.non risolvono per restare in argomento la problematica della morte nella razionalità

C'è un bell'articolo su Focus.it che riguarda gli ultimi esperimenti sul grado di coscienza di sè che diverse specie animali manifestano. Alcuni ricercatori, nel 2012,  si sono riuniti per stendere la "Dichiarazione di Cambridge" sulla coscienza negli animali , portando tutte le prove in possesso. E'chiaro che non si tratta di un livello di consapevolezza simile all'uomo, ma anche il loro livello di ragione è inferiore. La differenza , avanzando negli studi, sembra più di quantità che di qualità. Interessante questo punto, a mio parere:

[font=Georgia, 'Times New Roman', Times, serif]Ma alcuni benefici sono stati ipotizzati. Per esempio, molti animali che dimostrano di avere coscienza di sé e degli altri appartengono a specie dalla vita sociale molto complessa: le scimmie antropomorfe, i corvidi come gazze e cornacchie, i delfini e gli elefanti. Gli scienziati sottolineano come le specie che hanno superato il test dello specchio mostrano empatia e aiutano i membri del gruppo. Avere coscienza di sé permetterebbe di formare comunità più unite, dominando chi non è in grado di gestire i rapporti sociali e collaborando per ottenere cibo e potere.[/font]

[font=Georgia, 'Times New Roman', Times, serif]Questo per riflettere sul fatto che l'idea  che abbiamo dell'essere umano, come unico che possa ragionare, essere consapevole e provare emozioni e dell'animale come puro istinto, via via sta perdendo consistenza, appartiene forse più al passato della speculazione metafisica sull'uomo.[/font]
[font=Georgia, 'Times New Roman', Times, serif]Cercando di vedere la vita come un tutt'uno, comprendendo quindi anche ragione e consapevolezza in questo tutt'uno, porta inevitabilmente, ovviamente a mio giudizio,  a non porre una cosi' netta demarcazione, come mi sembra fai tu, tra essere e divenire, con l'essere "totalmente altro" all'impermanenza di tutti i fenomeni. Se tutto è un'unica cosa, perchè ragione e coscienza, che vanno insieme, sono estranei a questo?[/font]
[font=Georgia, 'Times New Roman', Times, serif]Questa posizione mi sembra più contraddittoria di quella che tu imputi all'insegnamento buddhista sul Nirvana, che si sforza di vedere l'unità dei fenomeni mentali e fisici, riconducibili ad un unico processo impermanente. E' chiaro che si tratta anche di un problema di "sentimento" che ci fa preferire una teoria piuttosto che un'altra. Chi percepisce la vita come qualcosa di sostanzialmente piacevole, tenderà a mio parere ad una visione sostanziale dell'esistenza e  del suo sentire personale. Chi viceversa la sente come uno stato doloroso, credo che  si sentirà più attratto dall'idea dell'impermanenza di tutti i fenomeni, quindi anche del suo sentire personale, trovando proprio nel divenire una via d'uscita, d'estinzione ( Nirvana) dalla sua sofferenza. Il Nirvana  NON E' il nulla, anche se questa è l'idea più comune che ne abbiamo in Occidente, significa proprio "Estinzione del dolore". Non si può nemmeno pensarlo come interno all'essere o esterno all'essere ma , come dirà Nagarjuna, la forma che appare al nostro intelletto è questo Vuoto ( vuoto-di-esistenza-permanente). La ragione formula idee, che tu chiami assoluti, e che riguardano la forma del divenire.[/font]

[font=Georgia, 'Times New Roman', Times, serif]Scusa l'inserimento di vari font. Effetto perverso del copia e incolla del brano trovato su Focus...a cui non so rimediare se non riscrivendo il tutto. Ma l'è longo.... :P :P  [/font]
#1744
Citazione di: acquario69 il 22 Agosto 2016, 00:49:49 AMma ben venga la fine di questa nostra "civiltà"..che lo sia stata non ci sono dubbi,ma ora e' scomparsa,annientata,finita..the end! e del resto mi sembra la cosa più logica,oltreché meritata. e allora di cosa ci si meraviglia se: siamo praticamente svuotati di senso la famiglia non ce più,al suo posto si stanno già affermando delle mostruosità,coppie di omosessuali,procreazione artificiale e altre perversioni similari siamo tutti rincoglioniti dalle applicazioni tecnologiche l'individualismo e l'egoismo regna incontrastato. viviamo in ambienti snaturati,respiriamo agenti inquinanti,il denaro e' l'unica cosa che conta...eccetera eccetera eccetera. e allora ben vengano nel frattempo questi mussulmani a distruggere tutto questo schifo ad ogni modo era già tutto predetto da migliaia di anni (e non solo per noi)....ah pero alle favole col finale cattivo non ci crede nessuno...del resto il credo e' stato già bandito dai già ristrettissimi orizzonti mentali,strano pero perché tutto queste vicende si stanno puntualmente verificando e possono essere anche riscontrate nei testi sacri di tutte le "ex" civiltà'

Caro acquario
Sei un pò drastico ma ti confesso che spesso anch'io, piuttosto depresso e sconfortato da quello che vedo intorno a me,  finisco quasi per pensare che l'eventuale avvento della cultura musulmana in Europa potrebbe rivelarsi  un'ancora di salvezza per i nostri cuori malati. Potremmo forse ritrovare una parvenza di forza anche solo per resistere interiormente agli anni di oscurantismo che si preannunciano.
E' una speranza flebile, lo so...ma chissà. Forse dal fango in cui siamo caduti potrebbe nascere un bel fiore....( poetico ma poco plausibile mi dirai. Piccoli sogni fanno bene però...)
Poi, se vogliamo dirla tutta, ci potremmo pure guadagnare dal punto di vista estetico: ho visto una foto di belle ragazze arabe con il velo ( non il burga), avevano occhi molto belli, seducenti direi...poi, vicino, c'era l'immagine di due omaccioni sul quintale, calvi e barbuti, che si baciavano appassionatamente in bocca, slinguazzandosi di gran gusto :o...mi sono detto:" Sari...sei proprio sicuro di stare dalla parte giusta?"... :( :( :( 
Con tutto il rispetto per le diversità, che è dovuto, però anche l'occhio vuole la sua parte... ;D ...No se pò 'ste robe....
#1745
Citazione di: verdeidea il 21 Agosto 2016, 23:19:17 PMOddio che pena...che orrore leggere le vostre risposte. Posso capire che vi cagate già sotto, ma tanto i muslim, se li lasci fare, arrivano pure ad insudiciare le bellezze paesaggistiche di quell'isola lontana... Ah, povera Italia!... ... di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie ma bordello.

Allora che facciamo...passiamo alle armi? Annientamento totale ? Nuclearizzazione dell'intero Medioriente e Africa Settentrionale? Abbiamo capito che odi i musulmani, che non consideri la loro una religione, che per te il loro Profeta è un impostore ( per dirla con un eufemismo...) ma , concretamente, che proposte avanzi per la messa in sicurezza di questi "trogloditi" ? 
Tra l'altro, non per farti un rilievo, ma osservo che usi sempre il tono , anche un pò volgare se mi permetti, che spesso si può leggere su quelle specie di insultori che sono i commenti alle notizie dei vari quotidiani online. Logos è un forum di discussioni, anche animate o animatissime, ma sempre tra amici. Cerchiamo di approfondire i temi, nei nostri limiti, che vedo tu disprezzi, senza spirito di prevaricazione.
Non siamo noi le vittime di tutto questo odio che serpeggia nella società. Lo diventiamo quando anche il nostro cuore aderisce  all'odio che dichiara di avversare.
Sei sicura che sia il luogo più giusto per discutere, per te, in questo momento? Sembra che cerchi volutamente lo scontro, anche verbale, piuttosto che il confronto amichevole...
Non è che siamo quattro vecchi patinati  ( come penso ti immagini e fai capire...) che si perdono nello "spaccare in quattro un capello". Non credi che tutto quello che hai scritto lo abbiamo già pensato anche noi e forse abbiamo cercato di andare un poco oltre? Riflettere non è una competizione sportiva per dimostrare chi ha il cervello più grosso. Riflettere serve per crescere...e crescendo si capisce che non la si può sempre aver vinta, come quando giocavamo da bambini nei cortili. Nessuno vince o perde niente discutendo AMICHEVOLMENTE insieme....
Scusami se sembra che ti faccia la morale ma ti invito a rileggerti i tuoi interventi e vedrai anche tu che rispondi sempre con toni aggressivi a chi toni aggressivi non usa verso di te...
#1746
Citazione di: verdeidea il 21 Agosto 2016, 19:19:44 PMCitazione da donquixote:[b[/b] Ahahahahaha... Sì sì, è un'altra cosa. Si va a cercare la pappa pronta altrove finché la si trova, almeno le briciole della pappa. Citazione da Sariputra: "Gli islamici se ne vanno dalle loro terre sotto la spinta delle guerre settarie e confessionali e si tarsferiscono nei nostri territori. Noi, sotto la spinta della disoccupazione e della mancanza di prospettive ci trasferiamo in altri...E' sempre stato così nella storia." NON è stato sempre così nella storia.. fa comodo pensarlo.... :) Ecco la contraddizione del pensiero debole... Quelli se ne vanno dalle loro terre sotto la spinta di guerre settarie confessionali... o/e di desiderio di conquista, poi oltre ad aver approfittato di tutto ciò che possono razziare qui da noi, vi trasferiranno anche le loro guerre settare, confessionali e tribali e tutti i loro squallori. Se, come tu dici, sono a contatto con la nostra "cultura decadente", se è cosi decadente, come potrà mutare (si intende in meglio, in maniera civile) la loro? Non sono neppure come i barbari che provenivano dal Nord che nonostante la rozzezza avevano la capacità di apprezzare la nostra cultura ed assimilarla. I nuovi invasori no. Penso che non ci vorranno duecento anni, ma forse duemila anni, se nel frattempo non si saranno estinti. Piuttosto sono quei poveracci che cercano disperatamente di riempire il "loro" vuoto ( che è molto più grande del nostro) ed il divario che ci divide, sia culturale, morale, etico, religioso, artistico ed economico, pensando di farsi spazio imponendosi con l'UNICO mezzo che possiedono per gridare al mondo che esistono: con l'islamismo, che diventa perciò sempre più esteriore, appariscente, invadente e folkloristico. Purtroppo però non è solo folklore, è arretratezza e povertà culturale. Li stiamo ingannando ancora una volta...

Capisco la tua determinazione ma, concretamente, come proporresti di fermare l'"invasione"? Con le buone non li convinci quindi...bisogna usare la forza! Saresti dell'idea , come deterrente, di mitragliare un pò di barconi carichi di musulmani ( probabilmente un 10% anche di moderati...) con le mitragliatrici delle nostre corvette, fare qualche centinaio di morti senza guardare in faccia se ci sono anche donne e bambini e sperare che questo , come probabilmente avverrebbe, spaventi tutti gli altri a provarci?  Probabilmente funzionerebbe per un pò. Bisogna poi che anche alla frontiera greca e bulgara lavorino di mitraglia, se no arrivano da quella parte. Questo avrebbe come conseguenza un'insurrezione da parte di quelli che già ci sono( i familiari di quelli che abbiamo mitragliato). Mettiamo che la sediamo nel sangue, con migliaia di morti . Quelli che restano, perchè ormai sono più del 10% dell'intera popolazione europea, non darebbero inizio ad una guerriglia continua, ad attentati costanti, ecc.? Perchè ho come l'impressione che il tuo pensiero non possa risolversi, parlandoci chiaramente come piace a te, nella guerra , che diverrebbe civile visto il numero di seguaci del Profeta che ci sono in circolazione? 
Rimpatriarli effettivamente? Sarebbe una buona idea ma mancano i mezzi. Abbiamo tre corvette in tutto e poi...sbarcano e si reimbarcano... Siccome il sottoscritto è un tipo pacifico e non intende sparare o sgozzare nessuno...si informa con lungimiranza sulle bellezze paesaggistiche di quell'isola lontana. Lascio volentieri la pugna ( anche perchè non ho più l'età e la salute per queste attività marziali) ai baldanzosi come te , con i migliori auguri di riuscire a sbrogliare l'impossibile matassa, basta che non si risolva con il classico "Armiamoci e...partite!" :D
#1747
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 19:58:38 PMSariputra, a te risulta che le piante, gli animali e i minerali cerchino il nirvana? Perchè l'uomo sì, Prova a risponderti, perchè tutto altrimenti non avrebbe senso Phil, la tua identità nel momento in cui cellule muoiono e altre nascono, mentre invecchi cambia? Sei sicuro che il cervello corrisponda alla mente e di conseguenza ad una coscienza? Per forza Heidegger sarebbe contrario, quell'essere diventa il dasein dell'esser-ci ed entra nell'orizzonte temporale, vive per la morte. Davintro, francamente non ti pensavo così. ma come, ad ogni dimensione, ad ogni sistema costruisco leggi logiche diverse? ma questo non lo compie quasi(perchè a volte lo fa)nemmeno la scienza moderna che vive di accomodamenti Allora la verità cos'è? Un' indagine opinionista per alzata di mano? Siamo al relativismo Se da fastidio la fede, allora risolvete il problema logico dell'identità al netto di ogni fede.

Assolutamente no! Non mi da fastidio nessuna fede, a patto che non venga imposta agli altri, né mai mi ha dato fastidio, anzi. Sono un appassionato di qualunque forma religiosa autentica. La ricerca nobilita l'uomo, è la vera forma di "divinità" che c'è in noi. Sulla questione che mi chiedi : "perchè solo l'uomo cerca il Nirvana e non animali, vegetali,ecc." direi che è un necessario sviluppo della sua formidabile intelligenza ( formidabile in senso relativo...) posta di fronte all'evidenza del suo divenire e della propria transitorietà. D'altronde non è la consapevolezza della morte che sta alla base del sorgere della filosofia e delle religioni? In più, nell'accezione che ne da la filosofia buddhista, è soprattutto l'evidenza alla ragione dell'onnipervadenza della condizione dolorosa ( proprio perchè impermanente) in cui versa la vita, solo che il Dharma di Buddha non assolutizza la ragione e nemmeno la coscienza , viste come aggregati che sono destinati, come tutti gli aggregati materiali e mentali, all'impermanenza e quindi alla dissoluzione e ricomposizione. Essendo tutto composto e in perenne mutamento non si pone il problema se l'identità è fissa ed eterna o transitoria e impermanente, la risposta è insita nella legge stessa della produzione condizionata ( paticcasammupada). E' chiaro che questo è contrario alle fondamente stesse della visione che hanno della persona le religioni monoteistiche che , ripeto, rispetto e cerco di approfondire, nei miei limiti, anch'io.
#1748
Citazione di: Phil il 21 Agosto 2016, 16:18:25 PM
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 14:48:29 PMPhil, allora dimmi quale paradigma rispetta l'identità logica senza entrare in contraddizione. Tutto inizia da quel "se è, allora non può anche non essere" .Costruisci una razionalità che rispetti questo principio logico diversa da quella che ho prospettato e ti ringrazierei
L'identità logica non è solo quella della logica atemporale del A=A, in cui un ente ha la sua identità. Possiamo declinarla in un modo temporale in cui nell'istante di tempo T1, A1(vivo)=A1(vivo), mentre nel tempo T2, A2(morto)=A2(morto), ovviamente presupponendo la definizione degli stati "vivo" e "morto" (che credo siano rilevabili piuttosto oggettivamente). Pensa anche a come si alternano lo stato acceso/spento nei circuiti o nel codice binario... non vedo la reale contraddizione. Se a questa semplicità del passaggio dallo stato A1(vivo) allo stato A2(morto), aggiungiamo l'anima, lo spirito, la trascendenza, etc. immettiamo elementi che sono razionalmente da dimostrare (e avrai già capito che non sono certo la persona più adatta ;) ).
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 14:48:29 PMAdesso argomenta l'alternativa in modo logico-razionale
La prospettiva della morte come semplice spegnimento, non è razionale? Come già ho osservato: è razionale per le piante e per gli animali, ma non lo è per l'uomo? Solo perchè noi siamo "religiosi", "scienziati", "filosofi", "amanti della vita", etc. non accettiamo di buon grado lo spegnerci, ma il nostro non accettarlo non ha nulla a che fare con il suo irrimediabile accadere (attenzione a non scambiare "il triste" con "l'irrazionale"!). C'è anche un'anima che continua a vivere e torna al divino e pone problemi speculativi? La prima supposizione da indagare è quella dell'anima; io partirei da lì per un'indagine, prima di rivolgerla subito ai problemi di "secondo livello" che ne derivano...
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 14:48:29 PMla razionalità è la fede [...] la razionalità è l'espressione dei momenti logico-razionali
Qui vedo un cortocircuito, se non concettuale, almeno lessicale... salvo restare trincerati nella visione teologico-metafisica medievale che lega ad un circolo vizioso il "credere" e l'"intelligere" (e non lo dico in modo dispregiativo: come ogni sistema dogmatico, ha una sua logica interna in cui si può stare anche comodi...).
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 14:48:29 PMse la vita è, non può di colpo sparire; se la morte è, allora prima dov'era?
Questo assunto è legato ad una visione statica della vita: "la vita è" e siamo disposti ad ammettere che si espanda (come il numero di abitanti della terra), ma non che in questo processo diminuisca anche in parte (con la morte)? Questione di opinioni, ma non certo di razionalità... Per me, esser vivi è una condizione, la vita non è, accade (Heidegger forse direbbe che si rischia di confondere l'essere-dell'-ente con l'Essere...) "Se la morte è, allora prima dov'era?"(cit.) Idem: la morte non è, accade. Se, rimasto senza carburante, ti chiedessi: "se il vuoto del serbatoio dell'auto è, dov'era prima (mentre l'auto camminava)?" probabilmente mi metteresti una camicia un po' stretta, bianca, e mi porteresti in un istituto ;D
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 14:48:29 PMIl dasein heideggeriano è l'anima
Non sono sicuro, ma credo che lui non sottoscriverebbe questa tua affermazione (interpretazione?). P.s. Nello specifico, sul rapporto fra Heidegger, la metafisica occidentale e la prospettiva orientale, mi permetto questa lunga citazione: "In quanto Zwiefalt, reciproco implicarsi di essere ed ente ("traduzione" heideggeriana della parmenidea identità di pensiero ed essere), il movimento ontologico può essere "detto" dal logos, dal linguaggio. Anzi, sussiste sempre e solo in quanto logos. È il pensiero, infatti, che accoglie la differenza fra essere ed ente (non si dà essere, se non in quanto presenza al pensiero) e il modo in cui l'accoglie è quello del linguaggio. È questo il senso dell'espressione heideggeriana: linguaggio come dimora dell'essere: non c'è verità (a-letheia), se non nel logos. Il vuoto orientale, invece, è inversione di presenza in assenza, "co-incidenza" che nessun linguaggio può accogliere. [...] Lo sprofondare del linguaggio nell'insensato com-porta l'apparire della verità. Perciò il pensiero orientale si congeda da ogni linguaggio, nei cui confronti opera un movimento inverso rispetto a quello heideggeriano: non più in-cammino-verso, ma in-cammino-via-da. Se verità e realtà co-incidono, infatti, non c'è più bisogno di un "luogo" in cui accogliere la differenza e il vuoto, diversamente dall'essere, può apparire solo fuori da ogni logos. Pensiero ed essere non si co-appartengono, ma co-incidono, uomo e mondo cessano di essere due, sia pure nella reciproca transpropriazione in cui Heidegger li intende, per diventare lo stesso, senza tuttavia alcuna fusione di tipo mistico. Il pensiero che perde la parola, infatti, non si consegna all'oscuramento della confusione, ma a una diversa illuminazione, quella che gli garantisce il corpo, trasformato in corporeità pensante. Al rapporto "ermeneutico" con l'essere si sostituisce il rapporto "somatico" con il nulla, che viene sentito, visto, percepito. Mentre Heidegger, nel silenzio degli enti, ascolta la voce dell'essere, l'Oriente, nel tacere di ogni linguaggio, vede la co-incidenza di sé e mondo nel vuoto che entrambi sono." [Tratto da un saggio, diviso in due parti: https://giulianoantonello.wordpress.com/2016/06/01/heidegger-e-il-giapponese-1/ https://giulianoantonello.wordpress.com/2016/06/02/heidegger-e-il-giapponese-2/]


Phil...alla fine, la "Verità" è solo un problema di linguaggio?... :)
#1749
Citazione di: paul11 il 21 Agosto 2016, 14:48:29 PMPhil, allora dimmi quale paradigma rispetta l'identità logica senza entrare in contraddizione. Tutto inizia da quel "se è, allora non può anche non essere" .Costruisci una razionalità che rispetti questo principio logico diversa da quella che ho prospettato e ti ringrazierei. Stai rispondendo in maniera da "simpatia" culturale con quella orientale: va bene, Adesso argomenta l'alternativa in modo logico-razionale. Non hai capito: la razionalità è la fede e non la scienza moderna, se non hai capito questo stai interpretando tutto il mio discorso alla rovescia confondendo scienza moderna e scienza religiosa-metafisica. laddove la razionalità è l'espressione dei momenti logico-razionali, diversamente non ragioniamo andiamo a simpatie "di pelle e di stomaco". Detto in altra maniera: se la vita è, non può di colpo sparire; se la morte è, allora prima dov'era? Allora se la morte è già nell'orizzonte della vita ,la vita è solo il momento contraddittorio dell'essere che è lo spirito e la vita torna al momento originario, allo spirito,al momento identitario. Il dasein heideggeriano è l'anima, il cordone ombelicale fra spirito e corpo,quell'autocoscienza che deve fare esperienza nella vita e raccoglierne i sgnificati. Ma Haidegger togliendo la trascendentalità risolve nell'orizzonte della morte la vita, l'essere nel tempo, rimanendo dentro la contraddizione.

Ma perchè non si può accettare la contraddizione di una vita che si manifesta morendo attimo per attimo? Non lo si accetta perchè si assume come sostanziale quella che chiami autocoscienza e che per me è la sensazione di pensare. E' il pensiero che ci differenzia e questo nasce e muore nel cervello. Dove sta il battito del cuore quando il cuore muore? E' contraddittorio pensare che l'autocoscienza sopravviva alla corruzione della mente. Lo si può sostenere assumendo, per fede, che questa autocoscienza sia sostanziale, eterna, immutabile per l'appunto. Non ci sono prove al mondo che la coscienza individuale, la sensazione interiore di "sto pensando " sopravviva alla fine della mente. La morte poi non è il nulla, è trasformazione. Se vediamo la vita, non come compartimenti stagni (spirito-materia, essere-nonessere) ma come un tutt'uno in perenne mutamento in cui vita e morte sono entrambi aspetti di questo cambiare, dove sta la contraddizione? E' proprio nel superamento dell'idea di sostanzialità che si risolvono le contraddizioni. Se la vita è un tutt'uno, la mia morte individuale non ha alcun significato per l'insieme. Tra l'altro non ci accorgiamo di quante cose muoiono in noi proprio mentre viviamo; quante cose, attimo per attimo, vengono, si svolgono e passano, spesso senza che ne siamo consapevoli ( perchè non coltiviamo i fondamenti della presenza mentale). Quanti sentimenti muoiono in noi? Quanti ricordi svaniscono per sempre? Dov'è il bimbo che eravamo ? Dove sono i sogni che avevamo? Dovrai sempre aver bisogno di una fede metafisica per sostenere che tutto quello che se ne è andato, che è Passato, sia sempre vivente in te e che sopravviverà alla corruzione, alla trasformazione nella morte fisica. E' vero che ci forma, che non potremmo essere così se non fossimo stati colà, ma il rapporto è come quello tra seme e albero ormai caduto, che marcisce nel sottobosco. Dov'è il seme? Solo quando vedremo che seme , albero vivo e vegeto e albero coperto di funghi sono la stessa cosa e sono fluido Cambiamento risolveremo la contraddizione che tu evidenzi.
#1750
Citazione di: verdeidea il 21 Agosto 2016, 01:55:30 AMCitazione da Duc in altum: "Da tempo sostengo che se la religione islamica concedesse la libertà di scelta di culto ai propri fedeli (così come lo tollerano le altre professioni di fede), cesserebbe d'esistere nel tempo di tre generazioni" Condivido! E aggiungo che siamo noi stessi occidentali a dar loro spago ed incoraggiarli a manifestarsi anche negli aspetti più beceri e sciocchi dell'islam. In questo modo loro pensano solo di avere ragione, non capiscono che si tratta invece di semplice diplomazia, di opportunismo, quieto vivere, nostra superficialità e disonestà intellettuale. Citazione da Sariputra: "E quanto può durare un cristianesimo ormai esangue e secolarizzato, fatto di chiese semivuote e fedeli che sono fedeli solo a se stessi, davanti all'impeto barbuto e velato di genti molto più "fedeli" al loro credo? Più o meno il tempo che durarono i decadenti, oziosi e rimbecilliti latini di fronte alla baldanza di altri barbuti "barbarici"? Mah... Io intanto mi sto informando sull'Isola Merdionale della Nuova Zelanda, visto mai... " Ma che pena, ragazzi, forse mi sbaglio, ma leggo rassegnazione tra le righe dei vostri commenti. No, i maomettani potranno vincere non perché le chiese sono vuote, se è per quello sono vuote pure le moschee che fanno costruire incoscientemente nelle nostre città (sono frequentate dai più radicalizzati e futuri terroristi). Però giorni fa leggevo che sono in aumento i cristiani nel mondo e le conversioni dall'islam al cristianesimo. http://www.iltimone.org/32056,News.html Il problema è che non siamo più consapevoli del nostro valore, del grande patrimonio umano e culturale che anche il cristianesimo ha offerto all'Europa e al mondo intero. In fondo anche Maometto copiò dal cristianesimo e trasse importanti spunti dalla figura di Gesù per il suo libro. Il problema è che non siamo più disposti a lottare, perché siamo svuotati dei valori fondanti che motivano all'azione, perché ci siamo impigriti, rattrappiti, senza più orgoglio né coraggio né dignità perché non abbiamo più una chiara identità sociale, non abbiamo più il senso del nostro territorio (identità territoriale) , perchè il materialismo, il relativismo e la politica cosiddetta progressista ci hanno annientato, annichilito; allora di fronte ad abomini come l'islam rimaniamo inermi e preferiamo continuare a vivere indisturbati interessandoci delle partite di calcio, giocando su facebook, chattando a destra e a manca in cerca di avventure, e con mille altre sciocchezze che ci consentono di non pensare, tanto domani è un altro giorno... Prendiamo per esempio i giovani, cosa sono capaci di fare per lottare per il proprio futuro? NIENTE. Al massimo vanno all'estero, scappano scappano scappano. Si fugge e si scappa da tutto, come conigli impauriti, e non si affronta più nulla. Siamo già morti dentro, in preda ad una sorta di autolesionismo. E lo si evince anche dai troppi commenti negativi (più che critiche sono commenti di disprezzo) verso tutto ciò che riguarda la nostra cultura, la nostra storia, la nostra religione, mentre al contempo, vi è una forzata e insistente sopravvalutazione di altre culture, dell'islam... nonostante tutto e sempre e prima di tutto. Non so cosa ci vedete nell'islam e perché cercate di giustificarlo sempre, caparbiamente... All'ultimo minuto arriva sempre qualcuno che lo rivaluta con qualche intervento magari trito e ritrito. Cos'è, cupio dissolvi?

Non è che si scappa da tutto Verdeidea...ci si trasferisce...il che è un'altra cosa :). Gli islamici se ne vanno dalle loro terre sotto la spinta delle guerre settarie e confessionali e si tarsferiscono nei nostri territori. Noi, sotto la spinta della disoccupazione e della mancanza di prospettive ci trasferiamo in altri...E' sempre stato così nella storia. E' tutto un andare e venire su e giù per il pianeta. Un 'Europa musulmana in futuro? Possibile, forse anche probabile. Al contatto continuo con la nostra cultura decadente però muterà anche l'islam, magari ci vorranno duecento anni, ma così sarà e allora avremo un nuovo monoteismo ancora più idealizzato...chi può saperlo? Loro vanno a riempire il vuoto lasciato dall'assenza dei nostri valori , che si sono dissolti nel vuoto, nel consumismo più becero, nella mancanza di senso, Ti ricordi la profezia di Nostradamus? "Crolla l'Occidente e dall' Oriente orde di fanatici...". Io non credo a queste cose ma...magari per caso,  sembra ci stia pigliando...
Sono d'accordo con il Don, se vuoi combattere questa cosa credi che molti ti seguirebbero? Quando anche quello che dovrebbe essere il massimo tutore delle nostre tradizioni dà l'impressioni di non crederci veramente? Auguri...
#1751
Citazione di: donquixote il 20 Agosto 2016, 21:04:53 PM
Citazione di: Duc in altum! il 20 Agosto 2016, 19:26:27 PMDa tempo sostengo che se la religione islamica concedesse la libertà di scelta di culto ai propri fedeli (così come lo tollerano le altre professioni di fede), cesserebbe d'esistere nel tempo di tre generazioni.
Sono d'accordo (anche se credo che i tempi saranno più lunghi), ed è esattamente quel che è successo al Cristianesimo da quando, col Vaticano II, ha affermato il diritto di ognuno di professare la religione che desidera. In Francia, Belgio e Olanda stanno attualmente vendendo centinaia di chiese perchè non più frequentate, e saranno trasformate in moschee, abitazioni di lusso, negozi, hotel di charme, ristoranti e discoteche.

Tra l'altro le continue esortazioni di papa Francesco all'accoglienza, anche se condivisibili sul piano umanitario e coerenti con l'insegnamento di Cristo, sono puro autolesionismo se viste con gli occhi disincantati e cinici del critico, visto che il 99,9 % dei nuovi arrivi sono musulmani e notoriamente poco inclini alla conversione al cristianesimo. Come se un imprenditore tessile si battesse con tutte le sue forze per il diritto  degli imprenditori tessili cinesi  ad aprire in ogni paesino della propria nazione, anche il più sperduto, nuove industrie tessili. Dal punto di vista storico quanti anni, o mesi, può durare un simile ingenuo , onesto e generoso imprenditore, davanti alla concorrenza , prima di chiuder bottega? E quanto può durare un cristianesimo ormai esangue e secolarizzato, fatto di chiese semivuote e fedeli che sono fedeli solo a se stessi, davanti all'impeto barbuto e velato di genti molto più "fedeli" al loro credo?  Più o meno il tempo che durarono i decadenti, oziosi e rimbecilliti latini di fronte alla baldanza di altri barbuti "barbarici"? Mah... Io intanto mi sto informando sull'Isola Merdionale della Nuova Zelanda, visto mai... ;D ;D ;D 8)
#1752
E'sempre molto difficile fare un'analisi storica sommaria di un periodo così complesso come quello delle crociate. Le crociate iniziarono nel 1096 con la cosiddetta "crociata dei pezzenti". Furono praticamente annientati al primo scontro con l'esercito turco selgiuchide. Il pretesto per scatenare le crociate fu dato dalla conquista di Gerusalemme proprio da parte dei selgiuchidi e il loro progressivo espandersi nei territori arabi e bizantini. I turchi, di origine mongola e fede islamica, praticamente misero fine all'egemonia araba sul medioriente.
L'Occidente cristiano , impoveritosi soprattutto nelle campagne, dove masse rurali numerose vivevano nell'indigenza,  allettato dall'opportunità di espandersi nelle regioni siriane e palestinesi ma, soprattutto, non bisogna dimenticarlo, nell'Oriente ortodosso ( le zone balcaniche e slave furono pesantemente saccheggiate e depredate dal passaggio dei crociati) rispose alla chiamata d'aiuto di Bisanzio minacciata.
La prima vera crociata , fatta da cavalieri e feudatari cristiani bene armati, riusci a conquistare Edessa, Tripoli e Gerusalemme. I massacri compiti in queste due ultime città furono spaventosi.
I bizantini, scossi dalle notizie sugli orrori perpetrati dai crociati, si dissociaro presto dalle loro imprese, anche perchè, nel loro passaggio, avevano saccheggiato anche delle città cristiane.
Nei territori conquistati venne instaurato un sistema feudale simile a quello europeo.  Molti studiosi sostengono che il vero obiettivo del papato (in particolare di Innocenzo III, periodo nel quale il potere temporale dei papi raggiunse l'apogeo) fosse indebolire e poi annettere gran parte dei territori ortodossi e riportare i scismatici sotto il controllo di Roma. La Quarta crociata , rinunciando al suo obiettivo dichiarato di Gerusalemme, programmato con la conquista dell'Egitto e successivo attacco su Gerusalemme ( rincuorati anche dalla notizia della morte del grande Saladino), dopo la partenza con la flotta veneziana, venne proprio da Venezia ( che aveva ottimi rapporti commerciali con i musulmani d'Egitto) dirottata contro la nemica Bisanzio. Dopo varie vicende i crociati presero la città e la saccheggiarono orrendamente. Le crudeltà compiute contro fratelli cristiani , ma ortodossi, macchiarono d'infamia per sempre le gesta dei crociati. Si è stimato che i morti  cristiani sotto la lama dei crociati furono più numerosi di quelli musulmani e non è difficile stabilirlo dato che , queste masse variegate, che si muovevano da Ovest a Est in cerca di territori, ricchezze e remissione dei peccati, per sostenersi nell'avanzata e procurarsi viveri, donne da violentare per la marmaglia e denaro, non potevano far altro che infierire e approffitare delle popolazioni ortodosse dei Balcani.
Le crociate coprirono un periodo di tre secoli e portarono a diversi risultati.
Il dominio delle rotte commerciali nel Mediterraneo passò all'Occidente e in particolare alle potenze marittime italiane ( Venezia e Genova in particolare).
Venne per sempre distrutto qualsiasi sentimento di fratellanza tra cattolici e ortodossi, con l'apertura del declino di Bisanzio, che verrà poi preso dai turchi.
Iniziò il declino del sistema feudale, impoveritosi con le spese militari e con poche contropartite.
L'affermazione di una nuova classe borghese e mercantile ostile ai feudatari.
Enormi masse popolari, impoveritesi senza aver nulla in cambio, daranno l'inizio alle proteste che porteranno alle eresie, in cerca dell'uguaglianza evangelica.
Insomma un periodo veramente complesso ma oltremodo interessante. 
La vostra animata discussione mi ha spinto a rispolvere vecchi libri di storia e rivivere queste gesta che, a ben vedere, poco ebbero di epico e molto da dimenticare.
Difficile da stabilire chi per primo diede inizio alle efferatezze. All'epoca nelle città cristiane si raccontava, rabbrividendo, delle atrocità compiute dei musulmani. Nelle città e sotto le tende nel deserto, i musulmani  si narravano, impauriti, della crudeltà dei guerrieri con la croce. Fu un'epoca oscura che si basava sulla violenza e sulla legge del più forte.
Dal mio punto di vista non può essere assolto nessuno dei contendenti. Le motivazioni iniziali furono difensive, presto però divennero offensive e di conquista. Viceversa , per i turchi, si trattò di passare dall'offensiva alla difensiva. Nessuno dei due ne uscì con una "bella immagine".
Non so se Muhammad, il Profeta, scrisse veramente il Corano. Penso che venne aiutato da diversi eruditi arabi dell'epoca.  Questo libro, il Corano, oltre ad un'infinità di norme contiene però anche spunti di altissima intuizione filosofico-spirituale e molti sheikh suoi successori furono veri uomini di spiritualità. E' una grande religio (rileggere, ripercorrere...) che vive un'involuzione terribile, ma che ha dato anche grandi figure. Invito a leggere Il Saggio di Bandiagara sulla vita e il pensiero di Tierno Bokar Salif. E poi...come  si fa  a dire che non è una religione qualcosa che ha ispirato il sommo, l'inarrivabile poeta, mistico e ubriacone Omar Kayyam?...
#1753
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
18 Agosto 2016, 18:30:42 PM
Sono stanco di vedere questa pioggia! Quasi ogni giorno , verso le due del pomeriggio, li vedo arrivare. All'inizio sembrano solo cumuli di nebbia bianca all'orizzonte, poi, man mano che avanzano, si ingrigiscono , per oscurare infine tutto il cielo. La gente allora se ne va dalla spiaggia, con i papà che scrutano preoccupati in alto e le mamme che trascinano nella sabbia passeggini stracarichi di merende non consumate. Anche i pochi avventori del bar , chi bofonchiando, chi brontolando, si alzano , vengono alla cassa  e se ne escono. Raramente qualcuno si ferma a scambiare quattro chiacchere. Così me ne sto seduto all'ingresso, osservando il mare che scurisce seguendo il colore del cielo...Poi inizia , dapprima lenta, poi furiosa, la solita pioggia. Vania ridendo e bagnandosi tutta...ma lei ama inzupparsi di pioggia...trascina i pochi tavolini al coperto, chiude le sedie e le ammucchia, rigorosamente, appoggiandole al muro.
Osservando ad ovest, proprio nel punto dove il mare si frange sui rompiflutti con fragore sempre maggiore, quattro figure avanzano sotto la pioggia...
La figura davanti, alta e robusta, mi sembra di riconoscerla, ha un non so che di familiare...le altre tre non distinguo ancora se sono maschi oppure femmine...

MARA VISITA IL KRSHNA BAR

Ora sono quasi all'altezza della passerella in plastica che taglia in due la spiaggia e muore davanti al bar...
Quello in testa si ferma , guarda verso di me, mi indica...si muovono insieme lentamente, senza fretta, sicuri...
- Vania...vai a casa adesso!-
-Ma Sari, non ho ancora finito di pulire i...-
-Vania...vai a casa , veloce!-
-Non ti lascio Sari, credi di impaurirmi? Sei il solito buffone...-ma ora Vania li vede avanzare verso di noi.-Chi sono? Li conosci?...-
-Sono vecchi amici...vattene ! Non sto scherzando! Per il tuo bene Vania...-
Ora mi sono alzato e la guardo dall'alto. La guardo come un padre. Non sono più un essere inadeguato ora...anche i miei occhi sono cambiati.
Vania ora ha paura...ha capito, Se ne va piangendo...
Mi sono attorno ora , il vento sembra impazzito e la sabbia mi entra negli occhi, nelle narici, dappertutto.

-Namaste Upatissa- Il  mio amico più alto, il capo, mi si para dinanzi...
-Mara!...E' un pò che non ti si vede.-
-Upatissa, Upatissa...o forse dovrei chiamarti Sariputra adesso? E' così che ti fai chiamare...il figlio di Sari...un nome importante vedo.-
-Sai per campare...poi Upatissa non mi piaceva molto. Non ho mai avuto un gran rapporto con mio padre...-
-Già, lo so...non mi fai vedere il locale? Sei diventato un barista ? Non ti vergogni neanche un pò?-
Ride adesso, una risata che sembra quasi bonaria, sembra...Entriamo, al riparo dal vento e dalla pioggia...
Adesso osservo gli altri tre che si sono seduti a un tavolino. Conosco anche loro...mentre li osservo iniziano a cambiare...sono donne  ora, donne bellissime...sono Tanha, Arati e Raga, le tre figlie di Mara.
Il demone mi mette una mano sulla spalla...
-Upatissa, Upatissa...non ci offri niente da bere? Non hai dell'arsenico, o del cianuro per caso?- sorride e pare una smorfia.
Mentre vado al bancone le tre donne , completamente nude, hanno intrecciato tra loro le braccia sinuose, come serpenti in accoppiamento.
-Upatissa! Segui ancora l'insegnamento di quell'altro, del grande illuso, il tuo sedicente...maestro?!?- Un ghigno di disgusto gli contrae il volto bellissimo -Come si faceva chiamare? Ah...shiiiiii....il Buddha, l'illuminato-
-Ti è scappato per sempre eh...caro Mara?-
Forse non dovevo dirlo ...i suoi occhi ora sono neri come l'abisso e i suoi capelli si stanno rasformando in sottili serpenti dorati. Ma il demone sa controllarsi, è paziente...
-Ho visto che ti diletti a scrivere anche su di me. Mi è piaciuta molto la storiella che hai raccontato . Come l'hai chiamata? Anche il diavolo si sente solo, vero?...Un bel titolo. Devo ammettere che non ci sei andato molto lontano. Si vede che mi conosci bene. Upatissa, Upatissa...che grandi cose avremmo potuto fare insieme da quella volta che te l'ho proposto . Non ti capisco Upatissa...guarda come ti sei ridotto. Scrivi stupidaggini e fai il barista in un locale vecchio e pieno di...- un gesto di disgusto- statue indecenti!-
Adesso osserva con intensità la statua di Krsna con le gopi, la statua della mia Vania. Non riesce ad avvicinarsi, ma il demone lo vorrebbe, lo conosco, lo so quello che vuole...
-Se è per quello scrivo anche di corna...-
Mara ride...ha sempre avuto il senso dell'umorismo, è un tipo ironico perchè è intelligente, intelligente più degli uomini, quasi un dio...
-Che poi, Upatissa, questa storia delle corna che dovrei portare...ma l'hai capita da dove viene?-
-Mah...miti, leggende...non ti fai vedere molto in giro e così la gente lavora di fantasia-
-Mi faccio vedere sempre dagli amici, da quelli che mi sono cari, da quelli che potrei aiutare. Provo molto affetto per i letterati, gli artisti e soprattutto i filosofi. Come li amo , i filosofi!! Sono il mio passatempo e  quello delle mie adorate figliole. A proposito... non sono carine? Come le trovi , Upatissa?-
Le tre figure demoniache ora stanno intrecciando tra loro le lingue, rosse come il sangue. Il vento sembra portare il suono di un bimbo che piange...
-Cosa stai cercando Upatissa? Cosa  che non potrei darti io?-
-La libertà sto cercando. Tu sei libero Mara?-
-La li-ber-tà ! La libertà vuole quest'altro illuso- adesso il tono della voce è cambiato, si è fatto duro- ma la libertà non esiste! Non esiste Upatissa!! Sono forse libero di tornare felice? Sono forse libero di deporre la mia solitudine?-
-Puoi provarci.-
-Credi  che non ci abbia mai provato? Per infiniti cicli del tempo ho provato inutilmente a liberarmi! Non c'è alcuna libertà , lurido seguace del Buddha! Vuoi farmi anche tu la morale come il tuo maestro, o come quell'altro illuso, l' ebreo? Io sono la morale! Non l'hai ancora capito? Io sono la morale! Il mio nome è Morale...-
Improvvisamente si placa, riprende il controllo.
-Upatissa caro...ma dobbiamo sempre litigare noi due, ogni volta che ci incontriamo? Sono venuto per affari. Ho un piccolo piacere da chiederti. Saprò essere generoso. Quando mai non lo sono stato? Non sono come quell'ebreo che predicava mortificazione e sacrificio. Alla malora il sacrificio! La vita  è breve, va vissuta, va goduta Upatissa!-
-E...cosa vorresti Mara?-
-Voglio la statua !-
-No!-
-Upatissa caro..non fare così...cosa può significare per te quella disgustosa opera, fatta male, orribile? Il suo autore deve essere un completo incapace, un deficiente disgustoso, un altro seguace della bontà. Della bontà degli dei. Degli dei maledetti che ci incatenano per l'eternità...di quelli che ti rifiutano la tua amata libertà, che se ne fregano di te Upatissa, che ti lasciano a soffrire in questo verminaio di pianeta.-
-A te non interessa la statua Mara. Tu vuoi profanare l'amore puro che l'ha portata qui dentro. L'amore di una fanciulla che ti è da sempre ostile...-
-Non parlarmi di quella donna, bastardo burattino del Buddha.! Non mi nominare mai quella donna, hai capito? Lei è la causa di tutto il mio dolore! Lei è la mia morte!! Dammi quella statua figlio di quella puttana di Sari o per te è finita!!-
-No Mara . Se io non te la consegno con le mie mani , tu non potrai toccarla in eterno...-
Con un urlo terrificante, che scuote le pareti stesse del Krshna bar, il demone mi è addosso e sento i tavoli rovesciarsi,i vetri alle finestre esplodere, il vento irrompere nel locale frammisto a sabbia e pioggia e urla lamentose di bambini che si perdono lontano, sopra il mare...
I colpi che mi sferra il demone sono terribili. sento le ossa rompersi, il sangue nella bocca e poi...il buio.

IL SORRISO DELLE MIE GOPI

Sari! Sari!
Da una lontananza infinita mi sembra di sentire la voce di Vania. Ho un dolore terribile allo stomaco e al petto. Non riesco quasi a respirare. Il cuore batte veloce.
Sono su di un'autoambulanza. Suono lontano di sirene.
Apro gli occhi per un attimo. Davanti ho il volto tenero di Vania. Mi guarda come può guardare una mamma preoccupata.
-Il locale?- chiedo con un filo di voce. mi sembra di dover sputare sangue...
-Non ti preoccupare! Adesso c'è la polizia. Sembra che fossero una banda di ladri dell'est. Volevano rubare le statue.-
-Le hanno prese ?-
-Hanno fatto un macello. Il bar è distrutto. Le statue del buddha sono tutte a pezzi. Ma non ti preoccupare, siamo assicurati.. Rimettiamo tutto a posto io e la Maddi. Tu pensa solo a non morire Sari...-
Sorride adesso. Come ci si perde nel sorriso della Vania.
-E...la tua Vania? La tua statua?-
-E' ancora al suo posta Sari! Intatta ! E' una cosa da non crederci, tutto distrutto e lei...là, nemmeno sporcata dalla sabbia bagnata! Significa qualcosa Sari, me lo sento! Non può essere casuale! L'hai salvata tu, vero Sari?-
-No Vania...nessuno la può toccare se non ha il cuore puro!-
-E' la statua del nostro amore Sari. L'amore delle tue piccole gopi. L'amore Immortale.-


Nota: Tanha (lett."Bramosia"), Arati ( lett. "Noia"), Raga (lett."Passione").
#1754
Citazione di: Freedom il 17 Agosto 2016, 22:34:32 PMLa morte fa paura perché noi vogliamo vivere, vivere e ancora vivere. E' questione di DNA e non solo di DNA. E cosa è vivere? Vivere è aver coscienza delle cose. E, allo stato attuale, la morte promette l'annientamento dell'io cioè dell'aver coscienza delle cose. A noi non ci turberebbe più di tanto un passaggio di stato. Non so, risvegliarsi in chissà quale consapevolezza e cominciare a pensare: "caspita non sento più il freddo e il caldo." "Non vedo più, non sento ma....non so come mai ma percepisco!" E via così alla scoperta del nuovo stato........ Se viceversa si ipotizza la disintegrazione di ogni nostro stato e si ha il coraggio di spingere la fantasia, il pensiero in profondità, allora si avvertirà una sorta di pazzia. Nel senso della furiosa ribellione a questa ipotesi e della non accettazione di questa possibilità. Per il semplice fatto che siamo destinati alla vita, alla gioia. E per non lasciarvi con la morte nel cuore :P :o 8) ;) vi suggerisco questo argomento di riflessione: se ho sete c'è l'acqua; se ho fame c'è il cibo, se ho bisogno di dormire c'è il sonno, se ho bisogno di eternità.......

Eh...caro Freedom, che "siamo destinati alla vita e alla gioia" se lo dice sempre il signor Io, mica lo dice la vita stessa che anzi, mi sembra ci dica tutto il contrario. Il fatto che l'Io non apprezzi per niente l'idea di dover scomparire non è una prova che sicuramente non scomparirà. Il ragazzo, per così dire, " se le suona e se le canta",e lo deve fare di necessità, perchè è proprio convincendosi di questo che si alimenta  e alimenta l'illusoria idea di esistere come una cosa sostanziale e autonoma. La furiosa ribellione che proviamo dimostra solo che il signor Io teme come la peste solo l'idea stessa di scomparire ( e la cosa è perfettamente naturale direi...e assai poco mistica visto che l'energia che alimenta questa ribellione non è altro che la Paura). E per lasciarvi proprio con la morte nel cuore ( anzi nell'Io...) capovolgo la tua riflessione e la metto così:  se ho sete non sempre trovo l'acqua; se ho fame spesso il cibo scarseggia e devo combattere con altri per guadagnarmelo; se ho bisogno di dormire l'insonnia mi agita o i dolori non mi lasciano riposare, se ho bisogno di eternità...c'è il signor Io che mi convince a posticiparla il più possibile  ;D  ;D  ;D  perchè anche il ragazzo è tormentato dai dubbi...
#1755
Citazione di: donquixote il 17 Agosto 2016, 11:20:00 AML'induismo fa la differenza fra atman (l'io eterno, ovvero l' "anima spirituale" individuale di altre religioni) e jivatman che è l'io cosciente ma anche inconscio (la "psiche" come si intende più o meno oggi) e questa differenza è assolutamente sensata e sussistente. l'Io cosciente è la somma delle nostre esperienze, dei nostri desideri, delle nostre passioni e insomma di tutto ciò che viene elencato come origine della sofferenza nella "seconda nobile verità", mentre atman è ciò che individualmente ci ricollega al "Sé" universale (Brahman). Se appare evidente alla coscienza che noi ci riconosciamo attraverso la consapevolezza dell'ego e di tutto ciò che in esso è contenuto e possiamo inoltre indagare la nostra psiche per trovare in essa quanto vi è di inconsapevole, non si può prescindere dal fatto, a quanto pare meno comprensibile, che se possiamo fare tutto ciò è perchè "qualcosa" si occupa di consentircelo. Questo qualcosa è la connessione costante (attraverso l'atman) con ciò che consente la vita dell'universo di cui noi siamo un frammento indivisibile che se si rendesse indipendente da questo non potrebbe semplicemente esistere, e che gli induisti chiamano appunto Brahman. Se dunque Jivatman è sussistente finchè la creatura vive nella dimensione spazio-temporale (ed è quello che ci si occupa di limitare attraverso la consapevolezza conseguita nel percorso del nobile ottuplice sentiero che altro non è che un metodo psicologico come ad esempio lo Yoga), atman sussiste invece eternamente (ovvero al di fuori della dimensione spazio-tempo). Il concetto di anima nel cristianesimo è attualmente assai confuso poichè si è persa da secoli la distinzione fra "anima" e "spirito" che sarebbero gli equivalenti rispettivamente di jivatman e atman, tanto che qualche mistico occidentale parla di "fondo dell'anima" o di "punta dell'anima" per intendere l'atman senza negare la singolarità della stessa.

 Al di là della posizione e differenza fondamentale tra visione atta e anatta dell'esistenza, restando nel tema della discussione, cioè la paura della morte, non ci si può illudere che si sfugga a questa con la credenza in un Sè immortale che, dissolto il suo aspetto empirico di Jiva-atman, si fonde con il brahaman universale. Perchè è proprio la natura di jiva-atman a temere, per se stessa, la fine, o più poeticamente l'oblio, e se indaghiamo in profondità questa paura notiamo come costituisca in parte la natura stessa del jiva-atman, o Sè personale, illusorio,ecc.
La teoria dell'atman viene rifiutata dal Buddha perchè rientra nella concezione erronea della realtà che viene definita eternalismo. Questo consiste nel credere in una sostanza o entità permanente, concepita come identità individuali o molteplici anime, create o meno, oppure come una monistica anima del mondo, o come una divinità di qualsiasi tipo, o una salsa di queste nozioni.

Questo mondo, Kaccana, solitamente dipende da un dualismo: dal credere nell'esistenza o non-esistenza...Evitando questi due estremi, il Perfetto espone la dottrina di mezzo: le formazioni kammiche dipendono dall'ignoranza...Al cessare dell'ignoranza, le formazioni kammiche cessano...
(Samyutta Nikaya, 12:15)

La dualità è tra eternalismo e nichilismo. Tra idea di durata eterna e quella di totale distruzione. Questi due punti di vista, che spesso convivono contradditoriamente in noi, si trovano d'accordo nel presumere qualcosa di fisso, di statico, che può essere permanente ( eternalismo) o impermanente (nichilismo). Questi due estremi peccano nel non vedere la vita come un flusso costante di processi materiali e mentali che si manifestano a causa di condizioni appropriate, un processo che può cessare solo al venir meno di queste condizioni.La meditazione diventa proprio la consapevolezza di questo flusso costante in noi e fuori di noi. Questo pensare in termini di contrapposizione concettuale tre esistenza e inesistenza ha un forte ascendente sull'uomo. Ha molte forti e robuste radici dentro di noi che affondano profondamente nella mente umana. La radice più forte è proprio quella di credere praticamente e teoricamente nell'esistenza del signor Io.. Alla base di tutte le numerose credenze eternalistiche c'è il potentissimo desiderio di preservare e perpetuare la personalità, in versione più o meno raffinata ( grossolana jiva-atman, raffinata atman). Perfino per  le persone che hanno abbandonato il credo eternalistico ,il credere istintivamente all'unicità e all'importanza della propria personalità individuale è ancora così forte che esse ritengono che la morte, ovvero la fine della personalità, significhi un completo annullamento, ossia l'inesistenza. C'è poi la radice del linguaggio che alimenta queste due nozioni di esistenza e inesistenza, che è stettamente legata alla radice principale della credenza nel signor Io. La struttura del linguaggio umano   ( soggetto e predicato, nome e aggettivo) tende a semplificare le frasi affermative e negative per rendere più facile la comunicazione e l'orientamento. Queste semplificazioni hanno esercitato una grande influenza ( molto sottile pure...) sul nostro modo di pensare,  rendendoci predisposti a credere che "l'esistenza di una parola determina l'esistenza della cosa da essa definita" (N.Thera).
E finisco il pistolotto citando ancora ( sperando di non annoiare troppo...)il principe Siddharta:

Una volta che un certo Monaco avvicinò il Beato, gli chiese: "Venerabile Signore, cosa si dovrebbe conoscere e sperimentare, per abbandonare una visione errata, per eliminare ogni falsa idea di un Sé permanente, per superare tutti i processi creati dall'Io? - Bhikkhu, quando si conosce e si sperimenta che ogni contatto visivo dell'occhio con le forme è impermanente, che le sensazioni che sorgono dal contatto visivo sono impermanenti, si capisce l'idea che "Questo è mio", "Questo sono io" deve essere superata, eliminata e abbandonata completamente.

All'obiezione immediata che vien da fare: -Chi è che abbandona l'idea "questo è mio", "Questo sono io"? Che si sottintende osservi tutto il processo ( e qui siam tutti pronti a urlare:"E' l'anima, l'atman eterno...) si dovrebbe, secondo me , rispondere: " Al cessare dell'ignoranza, le formazioni karmiche cessano e appare prajna ( la saggezza o l'intelligenza, la conoscenza).
Ma  stiamo attenti, chè il signor Io, sempre molto presuntuoso, proverà a dirci ancora: "...Psss...psss. ascolta, sono Io la prajna e...sono eterno, o forse no, ma intanto ci sono... ::) ::) ::)