Daniele 22. Talvolta possiamo agire d'istinto, cioè impulsivamente, ma non lo facciamo sempre. Proprio il mondo con regole orali e scritte è uno dei motivi per cui non lo facciamo sempre. L'altro motivo risiede nella morfologia del nostro cervello, che ha una neocorteccia molto più sviluppata di tutti gli altri animali, compresi quelli più vicini a noi, i primati superiori. E nella neocorteccia vi sono le funzioni dell'autocontrollo, ovvero il "freno a mano" di tutte le impulsività ed istintualità che invece risiedono nelle zone più antiche del cervello, il sistema limbico e il cosiddetto cervello rettiliano. Si tratta di una tripartizione un pò semplicistica, ma rende ancora l'idea di come il cervello umano sia una costruzione stratificata, sviluppatasi in questo modo, nel corso di almeno un milione di anni, a partire dai primati ancestrali, dai quali discendiamo.
Inoltre, neppure gli animali superiori agiscono sempre d'istinto. I cani sono in grado di capire gli ordini che gli vengono dati e si potrebbe disquisire sul significato da dare a questa obbedienza. Altri animali, di solito primati, in condizioni sperimentali, apprendono comportamenti nuovi che non sarebbero comprensibili se ci rifacessimo, per loro, solo all'istinto. Insomma non c'è differenza qualitativa fra noi e gli animali, se pensi che anche il più piccolo moscerino condivide con noi non solo una buona percentuale di dna, ma anche la struttura corporea, il cosiddetto bauplan (infatti è strutturato in modo speculare con al centro una spina dorsale, come noi e a differenza di altri bauplan più remoti, come quello delle seppie o delle meduse). La differenza è quantitativa, nel senso che un cervello più sviluppato, come il nostro, ha permesso di raggiungere degli obiettivi, che, a cascata, ci hanno reso quello che siamo oggi.
Inoltre, neppure gli animali superiori agiscono sempre d'istinto. I cani sono in grado di capire gli ordini che gli vengono dati e si potrebbe disquisire sul significato da dare a questa obbedienza. Altri animali, di solito primati, in condizioni sperimentali, apprendono comportamenti nuovi che non sarebbero comprensibili se ci rifacessimo, per loro, solo all'istinto. Insomma non c'è differenza qualitativa fra noi e gli animali, se pensi che anche il più piccolo moscerino condivide con noi non solo una buona percentuale di dna, ma anche la struttura corporea, il cosiddetto bauplan (infatti è strutturato in modo speculare con al centro una spina dorsale, come noi e a differenza di altri bauplan più remoti, come quello delle seppie o delle meduse). La differenza è quantitativa, nel senso che un cervello più sviluppato, come il nostro, ha permesso di raggiungere degli obiettivi, che, a cascata, ci hanno reso quello che siamo oggi.