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Messaggi - Eutidemo

#1741
Le parole in questione costituiscono il famoso "Quadrato Sator", che, ormai da millenni, affascina tutti gli enigmisti; la sua particolarità, è che si può leggere in tutti i sensi, da destra a sinistra, da sinistra a destra, dall'alto in basso e dal basso in alto.
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Esso appare per la prima volta, almeno archeologicamente, a Pompei, inciso nella scanalatura di una colonna della Grande Palestra accanto all'Anfiteatro di Pompei; e, quindi, tale graffito è di sicuro contemporaneo o precedente il 79 d.c.
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Successivamente, esso apparve in moltissimi altri luoghi (solitamente religiosi):
- su una lapide esterna alla chiesa di San Lorenzo, a Rochemaure;
-  nel duomo di Sant'Orsa, ad Aosta ;
-  presso Castel Meraccio, a Bolzano;
-  nella pieve di San Giovanni, in provincia di Cremona;
- nella chiesa di San Michele, in provincia di Verona;
- nella chiesa di "Santa Maria in Plebis Flexiae", ad Ancona;
-  nel duomo di Santa Maria Assunta, a Siena;
- nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma.
ecc.ecc.
Ma si trova incastonato anche nelle mura di antiche case private, su incunaboli, libri, monili e soprammobili.
Insomma, un po' dappertutto!
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Cosa significa(va)?
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Per capire il senso una frase, per prima cosa occorre ovviamente comprendere il significato delle parole che la compongono.
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LE PAROLE
Nel caso in esame, quattro parole hanno un significato ben noto:
1) SATOR = seminatore, contratto,  al nominativo (quindi è senz'altro il soggetto della frase).
2) OPERA = opera, lavoro, attività ecc., che potrebbe essere tanto al nominativo, quanto al dativo o all'ablativo (che è senz'altro il più probabile).
3) TENET = tiene, mantiene e simili, alla terza persona singolare dell'indicativo del verbo tenere.
4) ROTAS = ruote, all'accusativo plurale.
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Una parola, invece, ha un significato alquanto oscuro:
5) AREPO (?)
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Però, considerato il soggetto della frase (il seminatore), "arepo" potrebbe avere affinità con:
a) "arepennis", sostantivo maschile latino, che indicava una misura agraria corrispondente a mezzo iugero.
b) "ἅρπη" (arpe),  sostantivo maschile greco, che indicava  l'attrezzo che oggi si chiama "roncola".
c) "arepos"  sostantivo maschile celtico, che indicava  una sorta di "aratro a ruote" in uso nei pressi di Lione.
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LA FRASE
Le cinque parole di cui sopra, compongono una "frase palindromica"; la quale, cioè, letta in senso inverso, mantiene immutato il suo significato (quale che esso sia).
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Ma la cosa ancora più singolare, è che tale "frase palindromica" è composta:
a)
Da una sola "parola palindromica", pure lei, la quale,  letta in senso inverso mantiene immutato il suo significato:
TENET.
Inoltre tale "parola palindromica" è al centro del quadrato, e ha la forma di una "croce".
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b)
Da altre quattro parole che non sono "palindromiche", in quanto, lette in senso inverso :
- non mantengono immutato il loro significato;
- però ne assumeno un altro, diverso ma di senso compiuto (a parte il misterioso "arepo").
SATOR - ROTAS
OPERA - AREPO
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Inoltre, utilizzando in altro modo tutte le lettere contenute nella frase, esse possono essere ordinate in modo da formare una croce con la parola PATERNOSTER; però avanzano due A e due O che possono essere interpretate come Alfa e Omega, simboli di inizio e fine.
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Ma, ammesso e non concesso che chi ha concepito la frase abbia pensato "anche" a tale "anagramma", resta comunque da capire il suo significato "in piano"; che sempre "in codice" è.
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IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE E DELLA FRASE
In circa due millenni, sono stati ipotizzati i significati più diversi della frase in questione; che ritengo inutile elencare qui, sia perchè sono troppi, sia perchè, volendo, è facilissimo rintracciarli tutti su INTERNET.
Però, prima di prospettare la mia personale "ipotesi", occorre considerare due questioni preliminari.
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1)
La prima domanda da porsi è se si tratti di una "produzione cristiana" o meno; alla quale non è molto facile rispondere.
Al riguardo, come ho già scritto, il SATOR appare per la prima volta, almeno archeologicamente, a Pompei; e, quindi, tale graffito è di sicuro contemporaneo o precedente il 79 d.c.
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Ma a Pompei, per l'epoca, non sono "documentate" comunità cristiane, per cui molti dubitano che possa trattarsi di un "simbolo" di riconoscimento cristiano; ed infatti, all'epoca, i cristiani si trovavano, in gran quantità, soprattutto a Roma.
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Occorre però considerare che la prima persecuzione dei cristiani "romani" ci fu durante il regno di Nerone, dopo l'incendio della città avvenuto nel 64 d.c.; per cui moltissimi cristiani fuggirono da Roma, per rifugiarsi in altre città.
Come noto, infatti, lo stesso San Pietro se la stava squagliando in direzione sud, sulla via Appia, proprio in direzione di Pompei; e, se tornò indietro, fu solo perchè gli apparve Gesù, a cui chiese: "Domine, quo vadis?Signore, dove vai?»), e gli fu risposto, con tono di rimprovero: "Romam, ut iterum crucifigar"a Roma, per essere ancora crocifisso»)
Per cui, secondo me, "sicuramente" tra il 64 e il 79 d.c. molti cristiani andarono a nascondersi "anche" a Pompei; e proprio perchè si nascondevano, ovviamente, di loro non si trova "documentazione" in tale epoca.
Salvo, appunto, qualche "iscrizione criptica" come quella qui in commento.
Ed infatti, con tale espediente, così come oggi alcuni "storiografi moderni", così pure anche la "polizia pompeiana" aveva qualche difficoltà a riconoscere il "quadrato sator" come indizio di una presenza cristiana in città.
E proprio per tale motivo i cristiani di Pompei ricorsero, secondo me, a tale enigmatico "escamotage"; che solo loro potevano "riconoscere".
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2)
La seconda domanda da porsi è "come mai" l'ideatore del SATOR ha usato una parola come "AREPO"; che, sicuramente, non era una parola latina d'uso comune, come, invece, SATOR (contrazione corrente di SEMINATOR), OPERA, TENET e ROTAS.
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Secondo me, la spiegazione più plausibile è la seguente: il "quadrato sator" era davvero "molto" difficile da realizzare, per cui il suo ingegnoso ideatore ha dovuto "forzare" un po' almeno uno dei cinque termine utilizzati (arepo), per poter ottenere nel contempo:
- che ogni parola potesse essere letta al contrario (opera compresa);
- un senso compiuto della frase.
Per non parlare anche dell'ipotetico anagramma "paternoster alfa e omega".
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Inoltre, secondo me, ha dovuto forzare un po' anche la declinazione di tale parola; la quale, molto probabilmente, era straniera.
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Ne consegue che, se lui ha "forzato" il termine, anche noi posteri siamo costretti ad ipotesi altrettanto "forzate"; come sono tutte quelle in circolazione.
Compresa la mia!
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LA MIA PERSONALE INTERPRETAZIONE (per quello che piò valere)
A mio parere, l'"AREPO" era l'"arepos"  sostantivo maschile celtico, che indicava  una sorta di "aratro a ruote" in uso nei pressi di Lione; non declinato (in quanto parola straniera) e usato in senso "genitivo".
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Per cui il senso della frase, a mio parere, dovrebbe essere, più o meno, in libera traduzione, il seguente:
"Il seminatore (sator), con la sua opera (opera), mantiene in direzione (tenet) le ruote (rotas) dell'aratro (arepo)".
Ed infatti, sia in latino sia in italiano, il verbo "tenere" si usa anche nel senso di "tenere una direzione", "tenere una rotta" (rotas).
Ad esempio, io "tengo per l'Ucraina!"
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Se è così, il riferimento evangelico, che solo i cristiani conoscevano, è chiaro:
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"Ecco, il seminatore uscì a seminare.  Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo,  ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò.  Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono.  Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno." (Mt 13)
-----------------------------------------------
Per cui il "quadrato sator", secondo me, era una "avvertimento in cifra" a stare molto attenti nella predicazione cristiana, cioè nel "seminare la parola evangelica";  ed infatti chi ascoltava poteva essere un "infiltrato", ovvero qualcuno che, pur non essendo una spia, andava subito a denunciare all'autorità il predicatore, ovvero ancora qualcuno che lo ascoltava e gli credeva, ma poi ci ripensava e faceva una denuncia anche lui.
Per cui il seminatore (cioè il predicatore), doveva stare molto attento a dirigere le ruote dell'aratro su zolle fertili, evitando quelle infeconde o addirittura pericolose.
Ma il riferimento al passo evangelico citato, secondo me, era essenziale  per rendere incomprensibile la "crittografia" ai pagani; e, quindi, ad essere facilmente comprensibile solo ai  cristiani (quelli odierni esclusi, che il Vangelo lo leggono molto poco).
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Tale ipotesi "cripto-cristiano-genica", è inoltre avvalorata da due circostanze, a cui sopra ho già accennato con le relative immagini:
a)
La "parola palindromica" TENET è al centro del quadrato, ed ha la forma di una "croce".
b)
Anagrammando l'intero testo, ne risulta una "croce" formata da due "paternoster" (più alfa ed omega)
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Ma la mia è solo una congettura che vale quanto le altre che potete trovare su INTERNET; e, forse, anche meno!
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P.S.
Su INTERNET ho trovato delle interpretazioni che hanno qualche punto di contatto con la mia; ed infatti, quattro delle parole che appaiono nel quadrato, hanno necessariamente lo stesso significato per tutti, e, quindi, non possono essere lette in modo molto diverso da un interprete all'altro (anagrammi a parte).
Però non mi pare di aver trovato nessuna interpretazione che coincida in tutto e per tutto con la mia; la quale non è affatto detto che sia migliore (o peggiore) delle altre.
Tuttavia, essendo così tante le soluzioni prospettate al riguardo, non posso escludere che qualcuno ne abbia già formulato una esattamente identica alla mia, con tanto di riferimento al passo evangelico citato; il quale, secondo me, era essenziale  per rendere incompresibile la "crittografia" ai pagani.
Se, invece, ciò fosse involontariamente accaduto, me ne scuso!
#1742
Ciao Pensarbene. :)
Condivido anche io quel passo evangelico:
"In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: "Misericordia io voglio e non sacrifici", non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
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Come anche condivido quell'altro passo, in cui Gesù dice: "La legge è fatta per servire l'uomo, e non l'uomo per servire la legge!" (Lc 14,1-6); laddove il "sabato", sta, appunto, per la "legge".
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Un saluto! :)
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#1743
Attualità / Re: Meloni = Condoni
13 Aprile 2023, 06:55:32 AM
Ciao Daniele22
Una "decisione presa col consenso di tutti" rappresenta sicuramente un trend realizzabile ed auspicabile, nel caso di un numero limitato di persone; ma se le persone sono troppe, pur restando un trend  auspicabile, diventa però praticamente irrealizzabile.
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In tal caso, secondo me, l'unica scelta possibile è attenersi alle decisioni della "maggioranza", ed alle leggi che ne conseguono, anche se, come minoranza, non le condividiamo; a meno che esse non contrastino in modo eccessivo contro il nostro senso di giustizia, nel qual caso, almeno secondo me, il singolo individuo è "giusnaturalisticamente" legittimato a disattenderle.
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E, "paradossalmente", esistono anche delle leggi scritte che, "giuspositivisticamente", lo consentono.
Ad esempio, la Costituzione del Lander di Brandeburgo, all'art. 6 sancisce: "Contro le leggi in contrasto con la morale e l'umanità sussiste un diritto di resistenza".
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Un saluto! :)
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#1744
Citazione di: Pensarbene il 13 Aprile 2023, 05:47:54 AMdipende poi dall'ago....    O:-)
anche la "porta stretta" può essere interpretata in vari modi,tra cui uno che non dico :P

PS Io non credo che il regno dei Cieli sia pieno di poveri e l'Inferno di ricchi.
I pregiudizi mi annoiano,d'altra parte Gesù e i suoi dovevano pur mangiare,  quindi qualche soldo dovevano pur averlo.Come se lo procuravano visto che non lavoravano?





Sì, però la cassa la teneva Giuda;  e come ricorda San Giovanni "Poichè Giuda era pure ladro, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro" (Gv 12,6).
Ma Gesù moltiplicava i pani e i pesci e tramutava l'acqua in vino; per cui a cosa gli servivano i soldi?
#1745
Ciao Iano. :)
Sono perfettamente d'accordo con te che il valore che si dà al semplice "vedere" come prova fosse superiore ai tempi di Giovanni rispetto ad oggi; ed infatti, attualmente, solo gli "allocchi" si fidano soltanto di quello che vedono (e sentono), senza effettuare ulteriori doverose verifiche.
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Ed infatti, nel caso di Giovanni, sempre che lui abbia raccontato la verità, non si può affatto escludere che sia rimasto inconsapevole vittima di un subdolo inganno; ed infatti ci voleva poco ad asportare il corpo di Gesù, con tutte le bende, il lenzuolo ed il sudario, e lasciare al suo posto delle bende, un lenzuolo ed un sudario che non racchiudevano niente (cioè, un bozzolo vuoto).
Ma non sapremo mai cosa veramente è accaduto, se non per "fede" o per "mancanza di fede".
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Un saluto! :)
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#1746
Ciao Duc in Altum :)
Sì, è vero; hai perfettamente ragione. 
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Ed infatti, "secondo il Vangelo":
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a)
Cristo non resuscitò con il suo "corpo materiale", altrimenti non sarebbe potuto "evaporare" attraverso le bende e il sudario, bensì con un "corpo spirituale" (se mi consenti l'"ossimoro"); quello di cui Lui stesso parla nel suo alterco con i Sadducei.
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Ed infatti, al tempo di Gesù, rispetto alla "risurrezione dei morti, dopo il Giudizio", esistevano due sette diverse:
- i Farisei che credevano nella resurrezione di un "corpo materiale";
- i Sadducei che non ci credevano affatto.
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Cristo, invece:
- Contro l'opinione dei Farisei, sosteneva la resurrezione di un "corpo spirituale"; 
- Contro l'opinione dei Sadducei difendeva comunque la fede nella risurrezione.
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Ed infatti, nel Vangelo di Matteo (Mt 22,31) Gesù sostiene che, con la risurrezione avverrà un cambiamento e una trasfigurazione, che porranno fine alle forme terrene di vita dei "corpi".
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"In quello stesso giorno vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c'è risurrezione – e lo interrogarono:
«Maestro, Mosè disse: Se uno muore
senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello. Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27 Alla fine, dopo tutti, morì la donna.  28 Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l'hanno avuta in moglie».
E Gesù rispose loro: «Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio.  Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo."
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2)
Diverso è, invece, "secondo il Vangelo", il caso dei morti "rivivificati" da Gesù.
Cioè
- Lazzaro di Betania, morto per una malattia (Giovanni 11, 1-44);
- il figlio di un'anonima vedova della cittadina di Nain (Luca 7, 11-17);
- la figlia di Giairo, un notabile di Cafarnao (Matteo 9, 18-26; Marco 5, 21-43; Luca 8, 40-56).
Essi tornarono alla loro vita normale, e poi morirono di nuovo.
Però sempre di "miracoli" si trattò!
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Un saluto :)
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#1747
Citazione di: Kephas il 12 Aprile 2023, 15:55:15 PMSalve!
tempo fa lessi in un'opera spirituale che la parola  "gomena" (grossa fune usata sulle navi) era stata mal tradotta in "cammello". Non trovo pero la pagina che riguarda la spiegazione, centrava però il greco
Visto il tuo nick-name  Κηφᾶς (Pietra/o) tu di greco dovresti intendeterne più di me; comunque la tesi della "fune" e/o  "gomena" (grossa fune usata sulle navi), è senz'altro una delle più accreditate! :)
#1748
Ciao Anthony. :)
Che il "cammello" fosse anche un nodo particolarmente articolato dell'arte marinaresca non lo sapevo proprio; per cui, se intendiamo la traduzione CEI in tal senso, allora sì che potrebbe avere un senso.
La tua è una ipotesi molto interessante; però dubito che il traduttore pensasse ad un particolare "nodo navale".
Un saluto! :)
#1749
Citazione di: Pio il 12 Aprile 2023, 14:31:59 PMÈ il problema dei testi antichi che venivano copiati errati e poi magari tradotti sulla base dell' errore, magari solo grafico. Penso che la tua ipotesi sia realistica e più sensata, anche se non è da escludere che si usasse il paragone del cammello che magari spesso si faceva fatica a far passare per qualche porta perché troppo carico di mercanzie. E il ricco è infatti TROPPO CARICO di ricchezze. Gesù potrebbe aver usato l'esempio in questo senso,magari dopo che la gente che l'ascoltava aveva assistito ad una scena  del genere.
Infatti è una delle teorie al riguardo; però non risulta storicamente che a Gerusalemme ci fosse una porta chiamata la "Cruna dell'ago".
Tuttavia è un'ipotesi che non si può certo escludere in modo categorico! :)
#1750
Ciao Atomista non pentito. :)
Ti ringrazio per i ringraziamenti!
Pur essendo io romano, mi sembra che la tua traduzione in milanese sia ineccepibile; però, secondo me, tu hai dimenticato di mettere l'"Umlaut" di origine longobarda (cioè, quella che noi chiamiamo "dieresi").
Ed infatti, mi pare che la "o" di "fora" si pronunci "oeu"; quindi, forse, sarebbe più corretto scrivere "föra di ball".
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Ok, ho capito la tua replica prima ancora che tu la scrivessi: adesso ci vado subito pure io "föra di ball", con o senza puntini! :D
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Un saluto! :)
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#1751
Citazione di: InVerno il 12 Aprile 2023, 11:40:10 AMLa premessa filologica fondamentale però è che il vero "Giovanni", chiunque fosse, certamente non parlava greco nè scriveva greco (probabilmente non scriveva proprio) e quindi anche se avessi la possibilità di parlare con Giovanni direttamente per capire la sua risposta dovresti conoscere l'aramaico.. chi scrive Giovanni non è un testimone oculare, essendo il vangelo più tardo è anche improbabile abbia avuto la possibilità di conoscere direttamente testimoni oculari perchè sarebbero già morti, perciò a mio avviso, fargli "le pulci" sulla mentoniera e le bende, è un pò come cercare la quadratura del cerchio! Grazie comunque per l'interessante lettura!
All'epoca, in Palestina, il greco si parlava "quasi" come l'aramaico; trattandosi un ex regno ellenistico da parecchi secoli.
Resta da vedere quanto il "vero" Giovanni fosse colto!
Alcuni critici, invero, pensano che l'autore di "Vangelo secondo Giovanni" fosse un ellenista, e quindi ben distinto dall'apostolo Giovanni; questo, anche considerata la probabile epoca in cui è stato scritto tale vangelo (intorno al 100 d.c.).
Ma questo non lo sapremo mai con sicurezza!
P.S.
Ciò che trovo sospetto, nel "Vangelo secondo Giovanni", non è tanto il fatto che lui parli di sè in terza persona (lo faceva anche Cesare), ma la mancanza di modestia con cui lo fa, riferendosi a se stesso come "l'apostolo che Gesù amava!"
Non credo che si sarebbe espresso con tanta immodestia, se fosse stato il "vero" Giovanni a scrivere!
#1752
Citazione di: bobmax il 12 Aprile 2023, 08:04:56 AMLa resurrezione è stata la chiave del successo della religione cristiana.
Una carta che andava giocata però con accortezza. Cioè senza spingere troppo su una sua testimonianza troppo realistica, che avrebbe potuto essere rifiutata per la evidente assurdità.
Questa penso sia la ragione della ambiguità nelle traduzioni: evitare di esagerare.

La resurrezione è stata creduta, e su questo credo si è sviluppata la cristianità.

Così facendo però è stato messo in sordina, quasi zittito, il messaggio del filosofo Gesù.
Be', quanto ad esagerazioni, nei Vangeli ce ne sono di molto più macroscopiche di quella da me descritta; e nessuno si è dato la briga di mitigarle con traduzioni ambigue (vedi, ad esempio, le altre resurrezioni descritte nei Vangeli)
#1753
Citazione di: anthonyi il 12 Aprile 2023, 07:38:26 AMLa tua tesi é interessante, eutidemo, c'é però una cosa che mi lascia perplesso. La mentoniera a cui fai riferimento avrebbe avuto tutti i titoli per diventare una reliquia importantissima della cristianità, e invece se ne sono perse le tracce, fisiche e letterarie.
La rappresentazione tradizionale invece, che parla di teli e bende, è quindi di due strutture in tessuto, é coerente con quanto sopravvissuto ad oggi, cioè la sacra sindone e il sudario di Oviedo, che rispettivamente sarebbero il tessuto nel quale é stato avvolto Gesù morto, e quello con il quale é stato trasportato fino alla tomba. Per me infatti la rappresentazione più credibile é sempre stata quella che il telo ripiegato di cui si parla altro non é che il sudario che, dopo essere stato usato per trasportare Gesù, é stato lasciato nella tomba.
Anche il "sudario-mentoniera" non era altro che una "fascia inamidata" di lino, la quale, col tempo, si è "disamidata" confondendosi con le altre tele.
Quanto alle reliquie, è molto dubbio che si tratti degli originali.

#1754
Quanto agli "errori di traduzione" nel Vangelo CEI, c'è anche da ricordare il famoso passo:
"È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio" (Mc 10,25; Mt 19,24; Lc 18,25).
***
Ed infatti, trattandosi di una frase del tutto "incongruente", anche in senso "iperbolico" (nel qual caso si sarebbe parlato di un "elefante" e non certo di un "cammello"), sono possibili tre ipotesi:
.
1)
In base alla teoria secondo la quale il Vangelo originario sarebbe stato scritto in "aramaico" (che io non condivido affatto), l'errore di traduzione deriverebbe dal fatto che il termine  aramaico "gamal" ("גמלא") può significare:
- tanto "cammello";
- quanto "fune".
Per cui,  o perchè non troppo esperto, oppure perchè aveva alzato un po' il gomito, il traduttore scelse la prima locuzione.
.
2)
In base ad un'altra teoria secondo la quale il Vangelo originario era stato scritto direttamente in "greco" (che io ritengo molto più probabile), l'errore di traduzione è stato fatto da San Gerolamo; cioè il traduttore del Vangelo dal'"greco" al "latino".
Nel qual caso:
a)
O San Girolamo, pur essendo un santo, aveva alzato il gomito anche lui, e, quindi, ha scambiato il termine greco "kamelos" (cammello)  con il termine greco "kamilos (fune).
b)
Oppure San Girolamo è stato l'innocente vittima di uno "iotacismo"; e, cioè, di una imprecisione grafica frequente nei manoscritti greci, dovuto alla confusione dei grafemi "i" "ē", "ei", "oi" e "y" (che nel greco post-classico, derivava da una pronuncia non univoca di tale vocale).
.
3)
Infine, esiste anche una teoria secondo la quale  Gesù parlò effettivamente di un "cammello", riferendosi ad una porta che si apriva in antichità nelle mura di Gerusalemme e che, almeno secondo tale teoria, si chiamava proprio "la cruna dell'ago"; ed infatti, era talmente piccola, che, chi vi arrivava da fuori con un cammello troppo carico di merci, faceva fatica a passarci.
Ma non c'è alcun riscontro storico di tale teoria, salvo il riferimento alla "porta stretta" evocata da Gesù nel Discorso della Montagna (Matteo 7,13).
***
.
***
Per cui, almeno secondo me, non c'è dubbio alcuno che la versione corretta sia: "E' più facile che una grossa fune passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio".
***
#1755
Ciao Iano. :)
Così come ho concluso il mio "topic", la mia era solo una interpretazione di carattere "filologico" per spiegare in modo plausibile il testo "Vide e credette!"; non altro!
Quindi non pretendevo affatto di entrare:
- nè nel merito del "mistero della Resurrezione";
- nè nel merito del "mistero della Fede";
che esulano completamente dall'oggetto del mio "thread".
***
Semanticamente, sotto il profilo meramente "esegetico", quello che scrive Giovanni, è senz'altro un ''vedo con gli occhi qualcosa di impossibile fisicamente, per cui ne deduco con la ragione che si è verificato qualcosa di metafisico".
Altrimenti Giovanni non avrebbe usato i "due" verbi (in sequenza), ma avrebbe "creduto" e basta, già da fuori del sepolcro; senza bisogno di entrarci dentro, e di verificare "con i suoi occhi" le condizioni "assurde" in cui esso si trovava internamente!
***
Quanto al fatto che ''vedo con gli occhi, ne deduco con la ragione che..., e  quindi credo'' oggi non avrebbe più lo stesso valore veritativo conoscendo meglio i meccanismi della visione che ne decretano un valore  relativo", quello che scrivi sarebbe corretto se quella di Giovanni fosse stata soltanto una "visione"; mentre, invece, almeno stando a quello che si evince dal Vangelo, la condizione in cui si trovavano le bende, il sudario-mentoniera ed il lenzuolo, era di natura "concreta", "oggettiva" e "reale", che non si è affatto modificata quando Giovanni ha smesso di guardarli (come sarebbe accaduto nel caso di una allucinazione).
Giovanni, praticamente, descrive "in dettaglio" (anche se un po' cripiticamente), una specie, per così dire, di "scena del reato"*, che avrebbe fatto "dare di matto" alla moderna polizia scientifica; perchè i corpi fisici non possono passare attraverso altri corpi fisici senza alterarne la struttura.
Ovviamente, sempre che Giovanni non ci racconti delle frottole!
***
Un saluto! :)
***
* Nota
L'art. 411 del codice penale, sancisce che chiunque sottrae un cadavere dal suo sepolcro, è punito con la reclusione da due a sette anni.