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Messaggi - green demetr

#1741
Arriviamo infine all'ultima frase che ci consegna il messaggio, tutt'altro che scontato, e che richiederebbe la soluzione delle analisi sottese (che non conosco) lungamente premesse da Ipazia.

cit: "l divenire, col suo demoniaco daimon Chronos, porrà essenze e accidenti in contrasto e ricomposizione perenni, nell'ordine del tempo, come ci rammenta Anassimandro, secondo le leggi della dialettica umana; e naturale, senza indulgere troppo con le analogie che pure vi sono, ma del tutto sprovviste di intenzionalità."

Qua vi sono parole complesse come "Daimon", eredità mai capita dalla filosofia moderna, e parole moderne come "intenzionalità" (dovete studiara dal manuale Husserl) , che richiedono tutt'altra lettura rispetto alla cecità rispetto alla filosofia antica, della stessa modernità (pensiero della modernità, da Cartesio ad oggi).

L'analisi di Ipazia come vedete prevede autori che non cita, ma di cui il filosofo è tenuto a sapere.
Ma di fatto ne fa a meno di quei filosofi, proponendo sul tavolo della discussione tematiche a volte troppo vaste, come la tematica della modernità, a tematiche che possono interessare anche un analitico, come le teorie dell'accidenti.
Ossia le teorie delle forme, della mente, delle neuroscienze etc....

Ipazia le da per scontate, sia perchè ne ha parlato in interventi precedenti, sia perchè pone una discussione alla maniera moderna, laddove le persone non hanno più tempo di leggere.
Figuriamo di dividere, non esprimere pregiudizio, riunire e analizzare, come invece all'uomo ETICO è RICHIESTO necessariamente.
"Necessariamente" caro giovane studente perchè sennò esprimerai concetti "non tuoi" presi come se fosse un pezzo unico (e già non sai distinguere tutte le varie divisioni dentro un discorso altrui che prendi senza pensarci sopra!).
Monoliti pieni di pregiudizi, che sono tutt'uno con il "discorso unico" di cui forse tramite i social stai imparando a conoscere, ma non a ri-conoscere (ossia ad analizzare) come ad un filosofo è richiesto.

E dunque sta a noi se liquidare il suo dono con un "non capisco" oppure sommariamente, come farò ora anch'io, rispondendo alla stessa forma breve a cui lei ci ha indirizzato.

Cara Ipazia.
certamente il daimon decide della forma, soprattutto della forma di pensiero, a cui il destino occidentale sembra voglia privarci, proprio all'interno di quel Chronos, il divoratore del tempo e delle carni umane.
Ma forse dovremmo meglio riferirci al tempo dell'AION, alla qualità del tempo, e non alla sua quantità, da sempre fatta a pezzi, divorata, infatti ciò che l'intenzionalità del moderno vuole non è proprio la nostra carne (te lo pongo come seria domanda), il tempo dello spirito è finito.

E il giovane studente a cui mi riferisco semplicemente non esiste più, gli hanno strappato l'anima.
Penso che costituirò una nuova fantasmatica (l'ennesima), perchè di spettri che si aggirino per l'Europa oggi c'è più bisogno che mai.
#1742
cit Ipazia "Fin dal suo nascere il pensiero metafisico ha concentrato l'attenzione su questi tre stati del reale. Eleggendo fin da subito la sua predilezione per l'essere, posto ad essenza degli (ess)enti in una girandola onto-logica autorefenziale il cui demiurgo fu tal Parmenide, venerato da Platone, che ne propagherà il Verbo, universalizzato infine dalla religione cristiana. Sull'essere questo forum ha visto discussioni di tutti i colori e non mi dilungherò oltre, sapendo che ne vedrà di nuovi in questa, se ci sarà."

Buona sera caro studente di filosofia.
Ho deciso di aiutarti, non so se esiti ancora, forse un giorno esisterai.

Anzitutto quando si legge un testo, per poterne fare una analisi, che è l'obiettivo minimo per un filosofo, bisogna utilizzare degli strumenti. Per ora non concentrarti su cosa sia una analisi, perchè quella la otterrai col tempo e seguendo la tua strada. Sappi fin da ora che sarà una questione peculiare, ossia sarà la tua strada, forse troverai amici nella tua strada, te lo auguro, io non ho trovato mai nessuno. Oramai sono vent'anni che ho gettato la spugna. Ma si sà in tempi difficili siamo chiamati a risposte e decisioni difficili. Si tratta di vivere nel terrore. Il che è impossibile.

Eppure la filosofia è riuscita proprio in quello, nei suoi esponenti più importanti ha gettato il cuore   oltre l'ostacolo, sono persone quelle che hanno pensato DA SOLE piene di terrore e incertezze.

E' un impresa disperata. Non l'ho mai seguita. Eppure oggi eccoci qui a percorrerla.
Provo un senso di pietà infinita per te. Lo faccio per un milite ignoto. 
Da morto quale sono a morto quale tu sei (non so nemmeno se esisti).

L'autore principale è Nietzche. Egli stesso procede proprio in questo modo, parla a fantasmi del futuro, quali noi CI SIAMO INVERATI per LUI.

Non esistono altri autori in realtà. La metafisica è Nietzche. Sebbene per Nietzche la metafisica è morta.
E infatti è così. Siamo noi la metafisica. E' il nostro incarnarci come RICERCA. Nel mio caso è spirituale, nel tuo caro studente forse sarà morale, non te lo auguro.
Ovvero la filosofia sei tu stesso caro studente. La filosofia non è qualcosa che si proietta all'esterno, è qualcosa che ci abita. L'abitare è proprio la prerogativa del filosofo. Ragiona sui tuoi sentimenti, e potrai dire con certezza se sei un filosofo, o meno.
Cosa significa abitare, e cosa significa abitare se stessi? e soprattutto cosa è "se stessi"?

Lascia perdere caro studente. Sei troppo giovane non lo puoi capire ancora.

Parlo da una età storica in cui si è preso atto che le persone giovani non sanno più analizzare.
Ma ti assicuro che anche quelle adulte non sanno farlo, alla loro altezza certo. Ovvero in quanto adulti.

Dunque cosa c'è da imparare per primo?

Dovrebbero avertelo imparata a scuola. Ma forse la scuola oggi non è più niente.
Forse per questo siamo così pochi là fuori. Ma ricordo che da ragazzo avevo un grande voglia di sapere. Di conoscere. Immagino che la abbia anche tu?

Cosa è andato storto nel me da ragazzo e nel te oggi (non so se esisti)?

Mancano i maestri. Il coraggio di fare da maestri più che altro.

E allora riprendiamo tutte le lezioni, che sono sempre state quelle dalle elementari alle medie, fino alle superiori.

Il primo strumento è la ragione.
Cosa è la ragione per un filosofo? E' la RATIO, la capacità di dividere le parole altrui in unità di senso.
Cosa è il senso? il senso è ciò che vuole comunicarti quell'autore, ossia colui che hai davanti.
Certo tu vorresti un senso superiore, un andare in fondo alle cose. Lo so, lo ricordo benissimo.
(e se sei un moralista, tu cerchi la bontà nelle parole altrui, ma fin da adesso accorgiti che in  realtà stai cercando la cattiveria nella parole altrui. E' meglio che lo capisci subito, che sei un hater, come quegli haters che tanto disprezzi. Forse non nella loro maniera plateale, ma in una maniera più subdola. che la filosofia ti insegnerà a capire, come funziona e quali debolezze tue usa.
Se pensi di non avere debolezze, sei fuori strada, non sei ancora maturato, stai facendo cattiva filosofia, che è la cosa peggiore che ti possa capitare.
L'uomo è debole, ci vuole un infinita pazienza, e un infinito cuore per poterlo comprendere.
Queste virtù le puoi coltivare, se sei entro i 30 anni. Poi è finita.
Se sei uno studente oltre i 30, devi fare uno sforzo o non mi capirai mai.)

Dunque in cosa consiste quello che vuole dire l'altro?
E' questa la filosofia, in realtà, vorremmo tanto spingerci oltre, ma non si può.
Se prima non abbiamo superato questo primo difficilissimo gradino della comprensione.

Per capire cosa ci dice l'altro, dobbiamo ALLENARCI alla comprensione.
Naturalmente il forum di filosofia è L'UNICA modalità di allenamento.
Certo lo puoi fare con i tuoi amici, te lo auguro.

Quando una persona parla. in realtà stanno parlando in molti per lui.
Questo forse è la cosa più grave da digerire per un filosofo spinto dall'entusiasmo.
La capacità TUA è di DIVIDERE il testo, o le parole che ti stanno rivolgendo.

Andiamo dunque finalmente al testo di Ipazia.

Io l'ho diviso in tre parti. Sto dunque esercitando quello che la filosofia chiama come RAGIONE.
Ragionare significa dividere. Nel linguaggio della filosofia questa cosa è detta elegantemente come distinzione o disambiguazione. E' uno dei lavori più difficili e noiosi.
Di solito questo passaggio è sottaciuto, non eseguito. E' per questo che esistono le domande.
Le domande possono essere anche riguardo l'intendersi sulla disambiguazione di ogni singola parola.
Nessuno lo fa, perchè ciò che ci preme è il contenuto, o meglio quello che noi riteniamo essere il contenuto a cui le frasi della persona che ci sta davanti, ci sta dicendo.
Ed è un errore. Perchè per delle leggi della comunicazione di quello che è il contenuto interno della persona nella comunicazione ci arriva solo al massimo il 20 per cento.
Ho detto al massimo, in realtà del contenuto non ci arriva praticamente niente.
E' questo il terribile errore che stai per commettere, senza un maestro che ti accompagni.
E' molto importante il contenuto perchè una volta ricevuto, quello in termini filosofici si chiama DONO.
Quando imparerai a ricevere i Doni, e non a ignorarli. la tua vita, e la tua filosofia sboccerà d'improvviso. Fino ad allora farai cattiva filosofia.
Non devi perderti d'animo, tutti all'inizio fanno cattiva filosofia, naturalmente questo ha delle conseguenze, e imparerai a convivere con gli errori delle gioventù. Ma quello che diventerai sarà esattamente quello che hai sempre desiderato d'essere, una persona migliore. (sia spiritualmente che moralmente).

La prima parte del discorso (così si chiamano le parole dette dai filosofi) di Ipazia riguarda l'eredità della filosofia antica.
Che nella storia successiva si è codificato chiamarsi metafisica, ma poteva chiamarsi anche pippo.
Ipazia non dice quale sia il contenuto di questa eredità. Lo presuppone.
Da giovane filosofo non puoi capire cosa sta dicendo Ipazia, ti devi armare di pazienza e studiare su un buon manuale di filosofia quali autori sono diventati famosi, e cosa dicevano.
Una volta imparati quei riassuntini (perchè tali sono) dal manuale, prendi il manuale e buttalo via.
Perchè è solo allora che si inizia a camminare con le proprie gambe e mettere in moto i propri pensieri.
Ci aiutano i filosofi, i nostri amici, se non  riusciamo a metterli in moto da soli.
E' per questo che è importante ascoltarli, per vedere quali contenuti in noi echeggiano nell'anima, quali suscitano emozioni, è allora che nasce l'esigenza dell'argomentazione, ossia il fine comune di intendersi su quello che si dice, e il confrontarsi con i contenuti.
Attenzione i contenuti non le persone. Le persone sono molto di più dei contenuti.
Ma voi imparerete a vedere come i contenuti trascinano le persone a scontrarsi.
Questo lo farete anche voi, ed è un errore colossale. Ma è tramite l'errore che ci si impara a conoscersi. Ve lo ripeto ci vuole pazienza allenamento e distinguo, distinguere tra contenuto e persona.

Ipazia non ci dice quale siano i contenuti.
Semplicemente li enuncia per poi idealmente iniziare una discussione.

La prima domanda che dobbiamo farci è se effettivamente sia quello l'obiettivo della persona che sta parlando.
Ci si dimentica spesso che l'uomo mente.
E questa è una cosa che spezza l'entusiasmo.
E' vero, ma il giovane spinto dall'entusiasmo non può demoralizzarsi, questa è un etica.
Nei miei vent'anni l'ho rispettata fino alle sue ultime inevitabili conseguenze.

Che cosa ho imparato? Da solo, ho capito che l'adulto è pieno di amarezza e soprattutto veleno.
Dunque quando parla un adulto il giovane deve sapere che parla per lui anche quell'amarezza e quel veleno che lo distinguono.
Non bisogna abbattersi. Ma fare di quell'amarezza e veleno che già giovani presentivamo come contenuto predominante della società, il motivo della battaglia politica ossia etica.
Quali contenuti hanno portato quell'amarezza e veleno? è questa la domanda da non dimenticarsi MAI.
Il giorno che la dimentichi non sei più un filosofo.

E allora cominciamo a metterci nei panni di Ipazia, che per inciso non conosco personalmente.
Ci sono 4 parole essere avere divenire e poi c'è la parola santo.
Sono avvicinabili? una volta studiato il manuale sarà chiaro come in Grecia la prima cosa  che si fece è distinguere il discorso santo da quello filosofico.

L'amico Viator infatti lo ha notato subito e scrive

" Purtroppo la dissacrazione della Santissima Trinità la priva appunto della sua santità "

Non so se notate ma in questa risposta si trova una controbattuta ironica laddove si parla di dissacrazione. E' corretto il santo e il sacro sono due cose diverse. Fa parte della filosofia superiore a cui dovete con molta pazienza arrivare.

Ma a te studente, deve importare anzitutto il metodo di divisione del contenuto delle parole.

Quello a cui devi arrivare è la capacita di distinguere le parole sacro santo essere avere e divenire.

Devi capire cosa vogliano dire queste parole. All'inizio ne darai una definizione pedissequa da dizionario.
Ma non basta, il dizionario non dice mai del contenuto, ossia dell'intenzione a cui vuole arrivare la persona che ci sta parlando.

E' quello il fine ultimo.

Prima di iniziare con quel qualcuno una dissertazione con quei termini, parole, e potremmo benissimo farlo sia chiaro, dobbiamo prima cioè cercare di capire il FINE del nostro interlocutore.

Per poterlo fare dobbiamo utilizzare la seconda arma dell'arsenale del filosofo, della cassetta d'attrezzi del filosofo professionista.

Ossia la sospensione del giudizio. Cosa oltremodo difficile a cui gli studi superiori sono chiamati ad allenarci, o DA SOLI a imparare.

Dobbiamo prendere atto cioè della nostra capacità di divisione delle parole, fare delle iniziali considerazioni se vogliamo, come quella di capire che quelle parole di inizio siano parole cariche di ironia, piena di veleno.
E aspettare come si evolve la finalità del nostro interlocutore.

La seconda divisione è questa

cit Ipazia
"L'avere è il Figlio minore della metafisica, da intendersi come attributo dell'essere Padre, dal sapore terragno e contingente, che troverà alfine nella borghesia capitalistica la sua rivincita, incarnata nell'essenza metafisica del Capitale e nella proprietà privata sacralizzata. Ma originariamente era un attributo del tutto naturalistico: ogni vivente ha un corpo, organi, sensi, una nascita e una morte."

In questa seconda tranche la domanda che dobbiamo porci è, come continua l'argomentazione di Ipazia?

Se la prima parte era l'enunciazione dei termini con cui si vuole argomentare, ossia i mattoni del discorso.
Ora bisogna costruire la casa da abitare.
Ossia la casa che vuole abitare il nostro interlocutore.

Nella prima parte Ipazia continua con il falso parallelo tra Santità e Filosofia.
Nella seconda dobbiamo separare le parole borghesia capitalista e Capitalismo.

A questo punto bisogna utilizzare lo strumento più importante nella cassetta degli attrezzi del filosofo professionista. L'INTELLETTO.

L'intelletto non è qualcosa che dispone la persona non allenata, molto spesso è una dote naturale, ma anch'essa va affinata tramite l'allenamento.
Non mi sono mai considerato una persona molto intelligente, nella mia vita ho visto geni risolvere complicate domande in pochi ragionamenti.
La vera capacità della filosofia è cioè unire le parole che prima abbiamo diviso, per ottenere una unità di senso.
Ossia appunto come già vi ho detto: capire cosa VERAMENTE vuol dire chi ci sta parlando.
Per questa volta vi aiuto io, ma naturalmente DOVETE PENSARE con la VOSTRA TESTA, provare strade alternative, se non vi bastano gli elementi che avete in mano FARE DOMANDE a chi vi sta davanti PER CAPIRE MEGLIO.
C'è chi lo capisce subito che ci impiega molto tempo. RIPETO mai arrendersi.
I momenti più felici della filosofia sono proprio le conquiste che il VOSTRO pensiero mano a mano capisce, affina e riprende dalle LEZIONI precedenti, che la vita continuamente ci chiama a rispondere, interpretare, capire.

La filosofia antica e medievale non vi aiuta a capire cosa sia la borghesia, e nemmeno quella moderna a capire cosa voglia dire CAPITALE METAFISICO.

Vi aiuta il manuale di STORIA.

La borghesia capitalista, sono quegli individui che recintano il prato comune, si arrogano il diritto di privatezza, e ci costruiscono sopra il capannone, nasce così l'azienda.

Ecco che con uno scarto temporale di secoli Ipazia ci introduce nel mondo di oggi. Ognuno di noi sa oggi cosa sia una azienda.
Una cosa però la capiamo, lei non vuole parlare del mondo antico!!
E' questo che dovete capire.

Ci rimane da capire allora perchè la tematica sia cominciata con quella prima parte, che sopra avevamo diviso da questa seconda che parlava di cose antiche.
La tua domanda caro studente, sarebbe ottimale se sei riuscito a capire che la prima divisione parla di cose antiche e che la seconda divisione parla di cose moderne.
E consiste nel chiedere a TE STESSO, DA SOLO: " cosa c'entra l'antico con il moderno?"
Se ci sei riuscito a fare le divisioni e dopo che hai unito con l'intelletto che vuol dire appunto unire, i due discorsi di Ipazia, sei riuscito a farti la domanda COSA C'ENTRA l'ANTICO col MODERNO, ti devi ritenere soddisfatto. Non strafare. Ipazia è una filosofa ostica. Devi mettere molti mattoncini. E farti altre domande ancora prima di poter pensare di arrivare a capire cosa dice IPAZIA, che è ti ricordo il PRIMO STEP, per diventare filosofo.

Ecco ora ti avventuri in territori sconosciuti, lo puoi fare solo dopo avere interiorizzato il traguardo che ti deve aver messo prima di iniziare.
Allora c'era una domanda cosa c'entra antico e moderno?
Ipazia da brava filosofa chiude infatti con una terza parte.

cit " La contrapposizione tra essere e avere, essenza e accidente, appartiene alla metafisica statica di tipo parmenideo, incapace di dare una visione compiuta del reale. Visione cui porrà rimedio il diabolus in philosophie, Eraclito, col divenire, dall'aroma sulfureo di albero della conoscenza, che nasce già moderno, e con una metafisica di ordine superiore denominata dialettica, che animerà alfine la forma inerte di creta dell'essere parmenideo. Il divenire, col suo demoniaco daimon Chronos, porrà essenze e accidenti in contrasto e ricomposizione perenni, nell'ordine del tempo, come ci rammenta Anassimandro, secondo le leggi della dialettica umana; e naturale, senza indulgere troppo con le analogie che pure vi sono, ma del tutto sprovviste di intenzionalità."

Ecco studente cerchiamo di capire cosa vuol dire a larghe linee, quale è il contenuto dell'ANALISI di IPAZIA.
Ti stai per la prima volta accingendo ad affrontare una analisi, una cosa che finito il percorso delle superiori, dovrai essere capace di risolvere DA SOLO.
Qui non ci sono più maestri che ti aiutano.
Infatti la risoluzione ad una analisi filosofica, richiede una pari analisi filosofica che TU dovrai essere in grado di maturare.
Ti voglio ricordare che prima di utilizzare l'ANALISI che poi è lo strumento PRINCIPE E RE della filosofia, devi prima avere capito il tuo livello di RAGIONEVOLEZZA (la capacità di dividere) di NEUTRALITA' (la capacità di non dare giudizi, che sarebbero, ricordati sempre PREGIUDIZI, cosa anti-ETICA sia moralmente che spiritualmente, nemico mortale della filosofia e dell'umanità) la capacità di INTELLETTUALITA' (la facoltà per cui UNISCI CIO' che prima hai DIVISO).
TI VOGLIO dire che non siete nemmeno capaci di ragionare (e dunque non so se esisti).
Quindi prenditi il tuo tempo. Prova a vedere se riesci a dividere il discorso in altre parti, e ricordati che se dividi devi trovare un contenuto, e ricordati che il contenuto ti serve solo a capire DOVE vuole ARRIVARE la persona che hai davanti, o l'autore che stai studiando.
ALLENATI ALLENATI ALLENATI.
Naturalmente se sei un universitario di filosofia e ti aspetti ancora maestri...non posso che essere disgustato da te. Ma non per questo smetterò mai di aiutarti.

Dividiamo anzitutto le parole ecco che la parola "essere" non è più semplicemente enunciata, ma viene distinta nella parola essenza.
Devi aver studiato Aristotele e capire prima la distinzione fra forma e materia , cosa che dovresti recuperare con un manuale.
In Aristotele l'essenza è materia.
Ma Ipazia intende invece la forma, infatti parla di accidente(la forma è l'accidente)
In Aristotele non c'è contrapposizione.
Ipazia invece parla di contrapposizione, dunque la sua è già una analisi che parte da una analisi precedente, che dobbiamo capire, in base a quale è il contenuto che vuole comunicarci.
Di cosa ci vuol far dono? e a quale analisi possiamo ipotizzare, che sottenda il contenuto che stiamo cercando di capire insieme.
Se dovessimo intervenire pedantemente riferendoci ad Aristotele non abbiamo capito NIENTE di cosa sia la FILOSOFIA. LA filosofia è sempre DA SOLI. Dovete imparare a ragionare con la vostra testa DA SOLI. E leggere e imparare dagli altri senza giudizi inutili che vi evitano di capire quale sia il dono che gli altri vorrebbero farci partecipi.
Le altre parole sono compiuto  e reale. O meglio un reale compiuto.
Il reale è disambiguato dalla parola compiuto, che di nuovo, sottende un altra analisi precedente a quella che qui si sta facendo.
Il divenire è disambiguato dalla parola moderno, qua l'analisi richiesta è vasta e impossibile da intendere.
Il termine metafisico è disambiguato dalla parola dialettica, qua è necessario conoscere Hegel dal manuale, e presuppone una  terza personale analisi di Ipaiza sottesa in quanto Hegel è coniugato con Eraclito.
la metafisica dialettica è disambiguata ulteriormente dalla parola "anima".

continua nel prossimo post dove parleremo della terza parte, laddove il messaggio di Ipazia si manifesta chiaramente.
#1743
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
14 Giugno 2021, 22:46:18 PM
Citazione di: tiziano gorini il 14 Giugno 2021, 19:12:28 PM
riporto qui un appunto del mio zibaldone:
"Dopo aver scritto "Il professore riluttante" ora dovrei scrivere "Il filosofo riluttante".Ad esempio: ho iniziato a leggere "Storia del nulla" di Torno e dopo qualche pagina irritato ho smesso: quante inutili chiacchiere! La storia del nulla, il nulla della storia, il nulla e il nichilismo, il rimosso dell'essere, ecc. ecc. Non sopporto questo arzigogolino lessicale e argomentativo, la pedanteria del commento, la esibita sottigliezza ermeneutica che infine - mi pare - si perde nella banalità. Io ho cartesianamente bisogno di idee chiare e distinte.Perciò continuo ad essere contemporaneamente attratto e respinto dalla filosofia. Ma il problema è la filosofia o piuttosto i filosofi che fanno "quella" filosofia trasformata è deformata in chiacchiera?Vediamo un po': chi è il filosofo ?Un docente di filosofia è un filosofo? No, è uno che racconta il pensiero dei filosofi, sfoglia l'album di famiglia, fa storia della filosofia. Uno che scrive libri di filosofia è un filosofo? No, Socrate non ha scritto libri ma pare che fosse un filosofo, anzi: il protofilosofo, mentre De Crescenzo ha scritto libri di filosofia ma non è un filosofo, piuttosto un suo mediocre divulgatore. Ovviamente il libro serve al filosofo per esporre il proprio pensiero, ma è ovvio che è appunto il pensiero che deve esserci; talvolta stento a trovarcelo...Filosofo può essere allora chi pensa problemi, non chi commenta o divulga i pensieri problematici degli altri. Ergo: magari il filosofo sedicente è' il membro di una corporazione o di una comunità professionale, ma il vero filosofo è colui che pensa, che conosce il gusto (malinconico) della riflessione, che immagina mondi possibili, che pensa e conosce l'arte di tacere, per dire l'essenziale. Il resto è retorica."
A proposito - e perdonatemi se mi faccio un poco di pubblicità - il libro l'ho scritto e tra un po' sarà pubblicato, col titolo "il filosofo impertinente". Mentre "Il professore riluttante", del 2019, è stata la mia resa dei conti con la scuola, questo è la mia resa dei conti con la filosofia, che ormai guardo con occhio stanco e strabico, sono stufo di tante chiacchiere autoreferenziali, di problemi arzigogolati, di estenuanti discussioni per decidere - tanto per fare un esempio che appassiona l'ontologia - se la nave di Teseo è la nave di Teseo.


p.s certo che è difficile seguire queste vostre conversazioni, sono un continuo zigzagare tra gli argomenti...



Francamente mi fate sempre molto ridere voi analitici, se non capite un cavole della metafisica occidentale, sono problemi vostri, guardate altrove.
Ma ovviamente lo dico sorridendo il fenomeno degli "haters" io l'ho compreso molto molto tempo fa.
E guarda un pò sono proprio gli analitici che non possono capirlo...(il passaggio al fatto che la filosofia analitica sia la filosofia degli haters, è pressochè già scritto nevvero? Ma immagino che lo capisco solo io e qualche altro illuminato)

#1744
Tematiche Filosofiche / Filosofi nel 2021
14 Giugno 2021, 22:42:31 PM
Fusaro è un giovane filosofo, allievo di quel Costanzo Preve che non aveva paura di vedere la nuova intellettualità a destra.
Di filosofi ce ne sono ancora, li abbiamo citati e se torni indietro di qualche mio post capirai anche quelli più importanti.
Agamben anzitutto, Severino attualissimo, Cacciari se ti interessa il pensiero metafisico, Esposito che devo ancora affrontare sul politico. Vattimo e Rovatti se ti interessa il pensiero debole, la rivista aut aut per conoscere i giovani nuovi intellettuali.
Ma ce ne sono molti altri, il buon Fusaro qui ha fatto un bell'elenco https://www.filosofico.net/1900.htm buona ricerca!  ;)
#1745
Problemi utilizzo forum / Re:Aggiornamento forum
27 Febbraio 2021, 02:03:21 AM
Citazione di: Ivo Nardi il 25 Febbraio 2021, 18:07:33 PM
Quando si copiano testi già formattati, consiglio di incollarli nell'editor cambiando prima la visualizzazione con il tasto
in questo modo si perde la formattazione originale, ma non appaiono i vari codici fastidiosi.


si lo avevo giò notato, grazie lo stesso.
#1746
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
27 Febbraio 2021, 02:01:00 AM
Citazione di: viator il 26 Febbraio 2021, 13:04:22 PM
Salve paul11- Grazie della lezione. Quindi il discorso finanziario, portato alla sua attualità, genera il proprio utile e la propria "necessità" sul fatto che esistano i debiti pubblici degli stati che nessun "politico" può e vuole veder "ripianato". Anche perchè - dinnanzi ad una simile prospettiva di rigore ed onestà amministrativa, i primi ad opporsi sarebbero appunto banche e finanza.

In parole semplici, il mercatismo va avanti grazie ad una sorta di "Catena di S.Antonio" fino a che qualcuno dirà "Stop, finora abbiamo scherzato ! Chi ha dato ha dato............chi ha avuto ha avuto..........sgomberati i morti ed i feriti inizia il prossimo giro". Saluti.


Si aggiungo qualcosa rispetto a Paul


Il meccanismo credito:debito è ciò che garantisce l'investimento generale.


La bolla sarebbe un credito infinito rispetto ad un investimento generale infinito futuro.


Il processo di moltiplicazione per cui se tutti i creditori andassero in banca a ritirare denaro contante, non ce ne sarebbe abbastanza, si sta via via risolvendo grazie all'introduzione delle blockchain, ossia un tessuto informatico che garantisca la possibilità di scambio DIRETTO, via moneta elettronica, senza bisogno della cambiale carta moneta.
Questo sarà sempre più importante perchè l'intero sistema mondiale si sta cablando su una riconversione informatica planetaria e servono crediti altissimi. (pensiamo alle somme da capogiro per andare su marte, giusto per scegliere qualcosa di non polemico, ma gli ambiti sensibili sono tantissimi, molti li conosceremo tra qualche anno, se non proprio che tra qualche mese.


Naturalmente la moltiplicazione viene garantita dagli stati e dalle banche centrali, che contrattano sulle forme di rimborso, rispetto ai crediti emessi, sopratutto a livello monetario (certo anche asset azionari, beni di stato etc..etc...)
Questa cosa (economia di greenberg) è salita agli onori delle cronache a partire dal 1989, quando di fronte alla crisi delle insolvenze degli stati e dei privati, si è ricorso ad un incremento di pompaggio di denaro (quantitative easing) di dimensioni 1 a 80 (mettiamo). Quindi se lo stato aveva un debito di 1 (e non riusciva a ridarlo indietro, in termini di pil) ora ha un debito di 80 fittizio (ma un credito da reinvestire per guadagnare almeno quell'1 reale!!! cosa che si fa ancora fatica a fare, è questo il problema dell'italietta)
Dopo la pandemia si è immesso ancora più denaro, e ora siamo tipo 1 a 100 (poi uno si va a vedere le effettive grandezze del quantitative easing, per esempio in america quest'anno c'è il 20% in più di moneta (credito).
Siamo al passaggio decisivo per l'Italia, se non ce la fa nemmeno ora, nemmeno con Draghi, che riscuote per lo meno la fiducia per non subire i solito attacchi specultativi, che stanno mettendo le banche in croce.
Bè ragazzi sperimao di no DAI.


Non è per niente una catena di San Antonio dunque, è anzi un problema ciclopico, a cui il mondo dei privati, delle banche e degli stati deve porre rimedio, tramite una AUGMENTATIO tecnica dei bisogni e delle commodities.


L'Italia per ora se la sta cavando vendendo tutti i suoi asset, le sue aziende etc...ma è evidente che prima o poi dovrà dotarsi delle sovrastrutture per l'implementazione algoritmica delle commodities della nuova rivoluzione informatica, realtà aumentata etc..
Cosa che dovrebbe risolvere il problema delle insolvenze.


Purtroppo l'immobilismo partitico, le mafie, la speculazione finanziaria al ribasso del nostro paese, ci hanno messo in una urgenza di conversione, che temo spazzerà via tutte quelle attività di medio-piccola impresa.
Per cui si sta già parlando di un allargamento delle risorse destinate al reddito sociale.
Ossia alla massa di nuovi poveri che inevitabilmente l'Italia vedrà crescere sempre di più.Ma gradualmente e con ammortizzatori sociali (vedi tutto il tema dei rimborsi per le mancate entrate).


E' un processo lungo e doloroso, le cui priorità saranno l'ascesa delle BIG PHARMA, prima piani-antivaccinali, e poi economy green, col lo scopo mica tanto occulto, di pianificare una necessità di commodities (la salute come commodities, anzitutto, green economy= industria 4.0 (vitual gaming (realtà aumentata), social networking, social control, social behaviourism, social dependency..etc..etc...ci aggiorneremo man mano che le meraviglie si affacceranno sul mercato)


Insomma una società globale sempre più interconnessa e debitrice dei creditori che gli lo permetteranno (i grandi gruppi industriali).


Per stare in tema: la sicurezza sarà il credito a cui un lavoro di nuovo genere (non so bene quale) farà da contrappeso debitorio.


Quindi un sistema ben pensato, nessun "sistema Ponzi". Razionalmente bisogna saper dire le cose come stanno.


ps
naturalmente il tema dell'nflazione, del terrore dei mercati, del default degli stati, sarà sempre un controcanto sterile alla questione principale. Ossia la corsa alle nuove comodità!!! (beni di consumo)
#1747
Tematiche Filosofiche / La sicurezza
27 Febbraio 2021, 01:13:43 AM
Citazione di: paul11 il 25 Febbraio 2021, 15:06:01 PM
L'archeologia storica aiuta ad approfondire tematiche fondamentali per avere un migliore esercizio critico sul presente.


La sicurezza sociale significa che ognuno tende alla propria tranquillità economica prima di tutto e poi ai comfort, proprie passioni, tempo libero, ecc.
Sono convinto che chi eserciti il potere queste cose le sa e l'analitica pragmatista ha affinato gli strumenti socio economici. Il punto è che chi sta meglio vuole stare sempre più meglio e quindi necessariamente confligge con chi vorrebbe solo tranquillità e non mira chissà cos'altro. E questo non solo è ingiusto, ma controproducente al fine di una comunità di qualunque estensione e luogo geografico. Quindi la sicurezza sociale di chi ha le redini del potere non corrisponde alla sicurezza sociale dei singoli componenti del popolo, perché i primi rompono le scatole ai secondi.


Bisogna fare altri tipi di analisi che né socialismi ,nè comunismi  o quant'altro hanno saputo  o voluto fare.  Il popolo DEVE sapere che l'economia non è sommatoria neutra, c'è sempre qualcuno che guadagnando di più immiserisce altri e questo ribadisco, va contro l'esigenza della sicurezza.
Quello che guadagna di più è il primo a urlare di essere "più libero", non vuole che gli si facciano i conti in tasca, non vuole essere controllato , vuole continuare a speculare economicamente nel sotterfugio . La trasparenza politica si scontra  da sempre contro l'oscurantismo privato.
Questa privacy che serve a niente al popolano, se non a cliccare in continuazione sui siti in internet peri cookies  e firmare pacchi di carte per fare operazioni elementari e comuni, sono il retrobosco dove si nascondono i prestanome, i prestaborse, e i loro capi bastone, perchè il sistema economico è  simile ad un sistema mafioso.
Bisogna allora scoperchiare i privilegi giuridici sedimentati nella storia, personalità giuridica divisa dalla personalità fisica,  bisogna far capire come il sistema bancario genera denaro dal nulla , come sia una farsa e una illusione pensarci che tutti diventeremmo più ricchi , questa corsa di illusi alla mobilità sociale, di credere che i propri figli diventeranno chissà cosa.........
Se vogliamo riprenderci noi stessi, è ora di smascherare i miti della modernità che sono ben più oscuri , ben sedimentati e inculcati nella mente popolare


Si è vero. Infatti mi correggo, più che contare le ore, bisogna lavorare sodo sul'archeologia dei saperi.
#1748
Citazione di: Alexander il 27 Febbraio 2021, 00:49:06 AM
Buona notte a tutti gli insonni



C'è un male profondo che scorre, neanche tanto sotterraneo. Il primario di pediatria dell'ospedale Bambin Gesù ha detto che ormai, ogni benedetto giorno, si presenta al pronto soccorso un bambino o un ragazzino con ferite da autolesionismo. La media è di uno al giorno. Solo in un ospedale. I tentativi di suicidio tra i giovani sono aumentati di circa il 30%.C'è qualcosa di perversamente malato in una società in cui i bambini si fanno del male da soli. Era questo il mondo che sognavano i nostri vecchi? Più giustizia, più speranza, più giorni di sole? E invece vien giù una pioggia torrenziale che lava via le speranze, i sogni stessi.
Molti diventano "complottari", ma lo fanno per urlare:"Ehi! Guardate che anch'io esisto e questo mondo non mi va bene. Non vi credo più." Dubitano di tutto, anche di quello che non si dovrebbe dubitare. Tanti sono giovani, anche istruiti. Ormai è l'unica forma di ribellione che è rimasta, ma verrà normalizzata presto. Dubitare per sopravvivere dentro. Anche nei sentimenti (eh, già Green Demetr), nelle passioni, magari con un elmo cornuto sulla testa. Farsa e tragedia nello stesso tempo. Non resta molto altro, ma tranquilli, viene presto un mondo dove questi stupidi rideranno della loro rivolta sterile e indecorosa. E' l'irrazionalità vitale che cerca di resistere alla normalizzazione, al fisicismo imperante. Presto però sarà pronta la pillola del "giorno prima", non abbiamo nulla da temere. Saremo "ristorati". E per finire non può mancare l'"andrà TUTTO bene", ovviamente.


Ma no dai, i sentimenti li proteggeremo, dobbiamo solo lavorare su come.


E comunque sia ANDRA' TUTTO BENE  :D :D :D


Buona notte anche a te.
#1749
Citazione di: paul11 il 26 Febbraio 2021, 23:13:32 PM
Non so se, come scrive Alexander, manchi la volontà di cambiare, penso che forse la frustrazione sia tale e accompagnata da mancanza di visoni, per cui la volontà se non cade nella rassegnazione, poco ci manca. E' come se ci trascinassimo, ci lasciassimo andare alla corrente senza più voglia di combattere.
E' vero che vista la situazione, si tende a rintanarsi nella propria nicchia di sicurezza confortevole.
Altrettanto vero che c'è poco o nulla di originale filosoficamente, e quel poco è particolare ed interessante, nulla a che fare con le "grandi visoni", le uniche che possono mutare il vento culturale odierno.


Jacopus, almeno per me ciò che dice Cacciari è ormai risaputo, ed è sintesi ,non certo analisi.
Come ho scritto nel post precedente, bisogna far capire cosa sia la tecnica dal punto di vista filosofico culturale, del perché avviene solo in Occidente , in determinate civiltà, quali sono gli strumenti teoretici che hanno promosso questo esponenziale sviluppo dalla modernità e quale cultura filosofica ha a sua volta voluto la tecnoscienza, che è anch'essa un'utopia al tramonto da tempo. Cacciari non poteva che fare sintesi , gli approfondimenti sono nei suoi scritti e di altri che seguono il canone "della potenza tecnoscientifica".
Platone non è utopista e nemmeno la filosofia greca in toto, ribadisco.
A meno che si voglia dire che la morale non c'entra più nulla anche nella politica, che il bene comune è un'utopia, che la comunità pacifica è un sogno, che la possibilità di convivenze di diversità sia irrealizzabile.
Il punto chiave della definizione di utopia è infatti credere, perché è una fede anch'essa, che sia possibile mettere in gioco la propria esistenza e il proprio essere nell'orizzonte della propria vita .
Questa è la "vera" utopia, in senso positivo, cioè pensare ad una società ad una cultura che permetta di vivere meglio . Le "false" utopie sono solo progetti che non mutano il senso della vita, il miglioramento umano della vita , sono progetti che toccano il mondo esterno umano, il sistema ambiente , inteso come meccanismi socio economici, leggi politiche.
La caduta della cultura positivistica del progresso intesa anche come "liberazione" negativa, cioè liberarsi dalla fatica, liberarsi dai condizionamenti , se da una parte ha promosso  e permesso che il sistema ambientale, inteso come cultura tecnoscientifica, abbia dato certamente strumenti, "doni", per "sopravvivere" meglio, dall'altra ha invece perso proprio sul fronte del miglioramento umano dell'uomo, perché ha prodotto l'uomo macchina, l'uomo stressato, l'uomo ansioso, l'uomo alienato ancor di più. La dicotomia, la discrepanza fra miglioramento dell'ambiente tecnoscientifico e peggioramento dell'uomo umano come orizzonte di senso umano compiuto, ha messo in luce proprio la fine dell'utopia positivista di un totale progresso .
Le utopie ,quelle vere, non è vero che debbano essere necessariamente "razionali", per essere rivoluzionari c'è ne cessità di una carica irrazionale costruita persino sull'ingenuità e illusione. Per questo i giovani sono più rivoluzionari dei vecchi rassegnati, e da sempre. Intendo dire che l'utopia si nutre della carica emotiva passionale accompagnata dall'idea di cambiamento che deve essere "forte", sentita come realizzabile, per quanto quasi impossibile.
Tutte le utopie moderne sono tecnoscientifiche e volontà di potenza, dal capitalismo al nazismo, dal fascismo al comunismo , questo ben pochi lo hanno capito . Quando Marx attribuisce alla sua teoria
"scientifica" ,anche lui crede al progresso tecnoscientifico , non crede alla divisone delle classi sociali . Le ideologie anti positivistiche sono le due facce dell'identica medaglia, perché cercavano nello stesso progresso positivistico tecnoscientifico ,solo strutturato politicamente e governato in maniera diversa. L'errore è credere che un sistema culturale che ha radicato l'idea di tecnica come potenza ,sia governabile altrimenti dal capitalismo o comunque da una certa idea di progresso .
E' la tecnoscienza che produce l'uomo macchina, che sia a New York, Mosca, o Pechino :questo dobbiamo mettercelo in testa.
Per governare la tecnoscienza, non bisogna più affidarsi a lei come incarnatrice del progresso, ma solo come strumento  al servizio, ribadisco al servizio dell'uomo.


Ha ragione Cacciari quando dice del "superumanesimo" quando pensiamo che l'uomo distrugge il pianeta Terra. Ho già scritto sul rapporto con la natura. La modernità ha esaltato lo scontro natura cultura, seppur ambiguamente abbia sostenuto l'uomo naturale costruendone stereotipi culturali falsi. L'uomo ha paura della natura e cerca in tutti i modi di controllare il suo potere , l'uomo può estinguersi cos' come l'intero bios sul pianeta Terra, ma come Marte che si suppone non abbia più bios, è lì nella sua interezza a fare rivoluzioni e rotazione attorno al Sole.


Niko,  notevole post. Infatti molti pensano ormai che il prodotto della cultura, che è umana, funzioni come la natura....che è indifferente al nostro destino, al modo in cui la rappresentiamo .
In questo errore di tecnica come destino sono caduti in parecchi ,come se la tecnica non fosse  stata una scelta ,una volontà di una cultura che ha promosso la sua espansione. In quanto tale, e non come la natura, ma come cultura, così come fu promossa, è possibile quanto meno gestirla, riprenderla in mano. Lo scontro è interpretativo, perché molti filosofi, fra cui Cacciari, avendo vissuto le utopie, ed essendo stati " sconfitti " hanno battezzato come ineluttabile, come un destino naturale la tecnica, ed è un errore.
Direi quindi questo sulla falsariga da quanto da te scritto. In politica non esiste mai un terreno neutrale, nel senso che c'è sempre e da sempre qualcuno vince e qualcun altro perde, a prescindere dall'esitenza o meno di utopie, c'è chi avanza e chi arranca . La fine dell' utopia, la distopia, il disincanto ,se creano aridità per molta della popolazione che poco o niente spera, per altri è invece terreno fertile per sopravanzare. Su questo sono perfettamente d'accordo. L'errore è pensare che le sconfitte divengano  disfatte, Le sconfitte spesso insegnano più delle vittorie , e non è retorica. Se si sa analizzare teoretica e prassi. Infatti a mio parere, ribadisco, i filosofi hanno smesso di pensare in grande e scrivono piccole cose spesso cadendo involontariamente nella retorica "fatalistica", quando non trovano analiticamente la profondità del perché sono accaduti detrminati avvenimenti storici , quando non conoscono il perché sia sia strutturato un mod di pensare, un modo di vivere, un modo di sperare e fare utopie.
Detto stringatamente, poco mi importa che Nietzsche abbia scritto nella seconda metà dell'Ottocento che "Dio è morto"...non l'avevano avvertito che i funerali c'erano già stati da tempo,  o che Heidegger quasi un secolo dopo  a sua volta dica "ci vorrebbe un Dio....." perché la SUA filosofia si era avvitata su se stessa...
Pur credendo in Dio, ritengo che il destino umano su questo pianeta sia di propria mano degli umani ,che giustizia e iniquità sia il prodotto dell'ignoranza o sapienza umana, dell'indole umana, della natura umana, del genio o stoltezza umana. Sono gli umani che hanno voluto promuovere la tecnica prima come strumento da gestire e governare ai propri fini , ma mantenendo le eterne contraddizioni della storia intera umana. Il vero problema culturale è sovvertire quindi gli opposti , la futura utopia è costruire la società giusta a prescindere dal livello tecnico e solo dopo sarà allora possibile gestire la tecnoscienza . Se l'uomo prima non toglie la propria decadenza, la propria alienazione dal mondo , non promuove se stesso e ne accetta i limiti fisici e naturali come destino e i limiti di conoscenza, smettendo questa volontà di potenza finalizzata al potere, allora può ricostruire luna vera utopia come possibilità in cui immetterci la propria carica passionale emotiva, quella volontà di cambiamento come possibilità . Ma allora bisogna mutare le prassi, e personalmente lo si fa a partire dal sistema giuridico economico che ha costruito privilegi per alcuni e sottomissione per molti , ma non come spirito di rivalsa, ma come spirito di giustizia, per vivere tutti meglio, umanamente meglio e quindi creare le condizioni di pace, sicurezza, tranquillità. In questo mi sento l'ultimo utopista ancora esistente , credo nonostante tutto ancora possible l'emancipazione umana, ma è una questione morale.........e quindi politica.


Ma Cacciari non dice che è ineluttabile, dice che è fede. E infatti lo ammetti anche tu. Non dice che devi smettere di progettare secondo una tua fede.
Non è filosofia però. A meno che tu intenda dire che esista una filosofia-esoterica, ma appunto se vai avanti nel video Cacciari ti  spiega che ANCHE questo tentativo è fallito. O è religione o è Scienza, non può esistere un ibrido.
Certo questa cosa la puoi negare. Ma non vedo come. La religione Platonica è quella gnostica, tanto per capirci. Il sole dietro al sole della caverna platonica. Bisogna stare attenti, è una china pericolosa. Buon lavoro comunque. Nella mia prospettiva leggerò i contributi, ben accetti, sempre, come quelli di antiche idee morte, ma non per questo non ravvivabili nella utopia morta. Ed è con quell'utopia morta, che voglio proseguire a capire Nietzche. Nel dialogo come abbiamo sempre fatto. (non su Nietzche però  ;)  per carità  ;) )
#1750
cit Niko
"Cacciari sembra parlare di se stesso da uomo vecchio e stanco che è, ed esprimere il suo personale disincanto verso le utopie; ma in realtà io direi che le utopie moderne saranno pure esaurite come dice lui, ma quelle contemporanee sono più vive che mai."


E ma quello è il problema! non è certo la soluzione.

cit Niko
"Il mondo contemporaneo è una continua crisi, e le utopie dei potenti, che sostanzialmente si avverano sempre di più e/o sono vere da sempre, sono le distopie della stragrande maggioranza delle loro vittime: la mia generazione ha visto le contestazioni no-global, poi l'undici settembre, poi questo disastro del virus (zero virgola cinque per cento di mortalità) strumentalizzato politicamente per costruire un totalitarismo del consenso, l'avvento dell'uomo-virus: ad ogni supposta "emergenza", si è risposto comprimendo i diritti della stragrande maggioranza dei cittadini occidentali e creando facile consenso intorno a una politica e a una comunicazione mediatica del terrore, quindi io ci vedo una rottura della linearità del progresso verso un qualcosa, un sistema-mondo, che è sempre meglio per l'infima minoranza dei dominanti e sempre peggio per i dominati, l'utopia dell'uno è la distopia dell'altro, e in questo non c'è nessun compimento dell'occidente, ma un disvelamento del meccanismo -potrei dire della natura- che vi sta alla base, meccanismo e natura che mi sento facilmente di identificare con il capitalismo in senso marxiano e con la decadenza in senso nietzschano, sappiamo che l'uno inizia da circa l'ottocento, l'altra dai tempi di Socrate, ma strutturalmente hanno molto in comune."


Si ma appunto l'utopia rivoluzionaria è evaporata.
Io non credo che si possa parlare di utopia dei ricchi, ma di destino incrementale della tecnica. "Che ne sanno della vita i ricchi? al massimo possono tentare a indovinare" (cit Celine)

cit Niko
"Ma senza andare troppo fuori argomento, direi che il punto è che la decadenza (che è un inversione del ruolo tra debole e forte e un sentimento della direzione entropica e tanatologica del tempo) non può di per se stessa decadere, e il capitalismo (che è un sistema economico, non un Moloch omnicomprensivo) non può finire se non con la rivoluzione o con la rovina comune delle classi in lotta (socialismo o barbarie), quindi il concetto di attimo e di crisi/rivoluzione, sono stati più che mai presenti nella storia recente, solo che non ne è seguita l'utopia per i più, ma per i pochi."


I ricchi non hanno utopia, solo noia. Appunto non esiste felicità umana, ma loro che ne sanno? Sotteso sempre al video di Cacciari.

cit Niko
"La realtà dell'utopia è molto simile alla posizione del soggetto rispetto alla natura, quindi al discorso che si faceva in precedenza sul dovere, di amare la natura o no."


Ma il discorso sulla natura come ti ha spiegato Cacciari nelle risposte che ha dato nel finale, è una ideologia, instaurata dalla tecnica e dal suo bisogno incrementale, che ad oggi spinge le scienze dell'IT (industria tecnlogica) e della comunicazione, e che Sloterdijk chiama Sfera, e io sulla scorta di Baudrillard chiamo Ipersfera, e di cui la green ecology, con la letterina della Greta a Draghi (cioè è già avvenuto, quello che prospettavo ironicamente, ma appunto la velocità del cambiamento si mangia anche qualsiasi possibile ironia), è semplicemente solo una delle infinite mimesi. Ovvero la potenza della Realtà Virtuale.
La capacità dell'intero sistema industriale di convertirsi in un immensa produttrice di bolle virtuali, come i giovani ventenni oggi le chiamano, nella più totale tranquillità.
Insomma non è un problema. E' un problema di chi insiste nel voler vedere l'utopia.

cit Niko
" Insomma la società è una "seconda natura" rispetto alla natura nel senso tradizionale del termine, alla natura "selvaggia"; ma la posizione di amore, odio, ignoranza o indifferenza del singolo verso la società attuale in cui questo si trova a vivere non è, non costituisce, di per sé, una terza natura, per questo le utopie "buone" raramente si realizzano... esattamente come chi ama, odia, ignora o è indifferente alla natura, non per questo è salvo dai suoi problemi, e dai suoi "doni".


Ma vedi riproponi ancora la questione ideologica come problematica (non lo è per le nuove generazioni dai millenials in su). In realtà è la questione sentimentale ad essere sotto-attacco. O distinguiamo, o rimarrai sempre nel tuo discorso fatalista. E allora ha ragione Ferraris a parlare di "piangina".

cit Niko
"fenomeni sociali, come il denaro, la legge, la morale, hanno potere vincolante come se fossero, leggi della natura, pur senza realmente essere, leggi della natura: possiamo maneggiare il denaro, amministrare la legge, rispettare al morale eccetera, solo obliando, in una certa qual misura, che tutto ciò sia del tutto artificiale, che le regole di scambio e di utilizzo dei dispositivi e delle conoscenze generazionalmente tramandate siano puramente convenzionali, quindi alla base del "gioco" della tecnoscienza e del sapere come potere, visto come un gioco proattivo, manipolatore, simulativo, incrementabile all'infinito, c'è sempre il gioco del fare finta che non sia un gioco, l'eterna natura dissimulante dell'umano, che non è mai cambiata nemmeno con il passaggio alla modernità, l'oblio dell'artificiale che ri-manifesta il paesaggio naturale; è questa la vera posta in gioco delle utopie e delle distopie"


si infatti, vedo che capisci benissimo la questione dell'infosfera (dell'antropocene, come è alla moda dire), della sfera, dell'ipersfera etc..

Ma poi in coda mi dici che questa è la posta dell'utopia?
Non capisco proprio.

Se il fenomeno (supposto naturale, non essendo mai naturale) si conforma come quello dell'apparire dell'immagine all'interno dell'infosfera (Ossia dei simulacri come diceva Baudrillard), è chiaro che è di nuovo un simbolo (e rientra nella tradizione magica, incantatoria, ingenua). Se le utopie rivoluzionarie e messianiche sono morte, che sono le più recenti, quella magica a maggior ragione, è morta da tempo.
(e nell'antropocene, quali volevi che fosse l'utopia? se non quella utopica magica, che tra l'altro è quella dei ricchi, appunto illusioni!)

cit Niko

"il velo di maya che ci fa accettare l'ingiustizia sociale non durerebbe neanche un secondo se si mostrasse l'artificialità della maggior parte di quello che consideriamo come "naturale", e per fondare una nuova utopia funzionante, che si contrapponga in qualche modo allo stato di cose presente, bisogna ri-tessere il velo di maya e obliarne la fondazione, il contrario esatto di una concezione giuridica o associativa del concetto di fondazione."


Esatto, e per togliere il velo magico, cosa c'è di meglio che seguire con attenzione il disvelamento fenomenico storico?
L'antropocene, non come ricerca spirituale (figuriamoci) ma come apparire dei morti discorsi del passato (gnosi e compagnia bella).
Discorsi di morte, che velano il discorso di morte della tecnica.
Sembra proprio una schisi nella vita nevvero? E infatti è così, isteria all'interno dell'orizzonte paranoico.

La risposta sarebbe trovare il discorso morto di vita (l'utopia certo), che sia mimesi del discorso di morte reale (come nel caso dell'utopia magica contemporanea), ovvero che si contrappone alla vita reale. Cioè al sentimento. O lo diciamo o giriamo a vuoto! Non è questione del sapere e basta quindi!
Noi sappiamo che queste utopie sono sintomi di un discorso di morte, che fa finta di essere di vita. Ha il volto magico di Greta (al di là di Greta).
E' la telepatia. Si sintonizzano tutti su quel discorso.
Le domande che fanno a Cacciari sono le domande di Greta.
Capisci Niko? Ma Cacciari sorride, amaramente.

Cit Niki
"A ben vedere, anche in senso psicologico, la promessa stessa di felicità per come essa può essere significativa per l'uomo, non si riferisce mai a un indefinito futuro di felicità, volto all'accumulazione indefinita di qualcosa o tanto meno alla trasformazione indefinita di qualcosa, ma al desiderio e al bisogno di saturare lo "spazio" del futuro con una felicità in qualche modo esperita, quindi passata:"


Si, dannazione si.
infatti è così vedo che anche tu intuisci qualcosa nella direzione giusta. Passata, dunque morta.
Non passata dunque futura. Non esiste felicità, lo dice Cacciari no?
E' il dialogo che ci porta oltre. Lo spazio futuro va riempito col dialogo coi morti. E' ora di prendere commiato da loro.
Il viandante e la sua ombra di Nietzche, mi capisci?

cit Niko
" nessun uomo può "insegnare" a nessun altro uomo come essere felice, e nessun uomo può auto-rappresentarsi la sua felicità, senza implicare in qualche modo il passato, e questo implica il fallimento delle utopie di progresso eterno, e l'insufficienza delle utopie di crisi: bisogna sempre in qualche modo fare un uso non scontato della storia in vista della propria e altrui felicità, come se la manifestazione improvvisa di futuri alternativi, la scelta, implichi sempre, in qualche modo, un desiderio verso il passato remoto."


Un desiderio verso il presente (non verso il passato come scrivi) che si nutre nel dialogo con gli amici morti. L'archeologia del sapere intesa da Agamben.
Se è un desiderio verso il passato per il passato, è ancora una volta un sotterrarsi.

Ci sei quasi, ma lo sviamento finale, potrebbe essere il sintomo di un discorso paranoico ben più vasto di quel che credi (forse).
Buon lavoro.
#1751
Citazione di: Jacopus il 25 Febbraio 2021, 20:45:54 PM
poiché senza utopie non è possibile vivere compiutamente, anche in senso mondano e non necessariamente spirituale. Questa è la tesi finale di Cacciari ed è su questo tema che dobbiamo interrogarci in senso filosofico.


E' vero che Cacciari ragiona ancora su questa impossibilità sentimentale, però in realtà lui stesso si era risposto, con quella bella intuizione del tempo compiuto.
E' venuto quel tempo in cui l'uomo non è più sentimentale, ma mero accidente storico.
In questo senso va riletto Nietzche ventenne (!!).
Il sentimento non è più oggetto della ricerca (è evidente che Cacciari oscilla ancora tra un pensiero positivo, ma utopico, come egli in un momento di straordinari lucidità, ha riassunto magistralmente), ma come Nietzche nel "viandante e la sua ombra" ossia umano troppo umano parte seconda, il sentimento diventa quello di un MORTO amico con cui dialogare.
Spero che lo stesso Cacciari riesca a recuperare questa mia intuzione, questa ineluttabile svolta, che a questo punto il suo stesso pensiero di un nicce illuminista dovrebbe portare.


D'altronde lo stesso Agamben sempre più convintamente allega al compito dell'archeologia quello di trovare una rivitalizzazione nel tempo contemporaneo.


Ecco l'archeologia è però anch'essa un amico morto!(spero Agamben riesca a recuperare l'intuizione di Cacciari e la mia).  Bisogna veramente tentare di raggiungere Nietzche, per poter salvare il sentimento.
La scienza della parola di Lacan e di Verdiglione, o il transito della verità di Sini, sono il futuro di quella che potrà ancora chiamarsi filosofia, ma che con la filosofia come ricerca spirituale in sè non avrà più a che fare.
La filosofia sarà solo uno strumento della difesa sentimentale, in quanto dialogo con la sua stessa morte.
Temi drammatici, che immagino ci vorranno anni per dipanarli. Vedo lo stesso Cacciari in difficoltà, ma ha il merito di avergli dato un nome. Era ora!

#1752
cit alexander
"Quello che mi sembra mancare è proprio la volontà di cambiare. Ormai per cambiamento s'intende solamente arrivare ad una maggiore autodeterminazione individuale. A scavarsi la propria nicchia insomma, la più confortevole possibile"


Certo Alexander, è il processo dello zombie. Che va distinto da quello contiguo e complementare del vampiro. (per future lezioni psicanalitiche).

cit Alexander
"Generalmente s'intende comfort materiale, beni insomma. La felicità come fruizione continua di beni. Magari condita da un po' di mindfulness, giusto per rilassarsi dallo stress nevrotico dato dall'ipervelocità in cui si vive e per avere più consapevolezza, di che cosa non si sa, probabilmente del proprio grado di autodeterminazione e successo. Contatti virtuali sui social. Poca sessualità vera. Onanismo alla massima potenza, se ci dobbiamo basare sui dati relativi all' "uso" dei siti pornografici, largamente in testa alle classifiche. Filosoficamente c'è poco, e quasi tutta minestra riscaldata."


Metodologicamente forse sono cose risapute, ma è proprio l'incremento del rilassamento dalla nevrosi inevitabile a cui siamo sottoposti, che è la chiave per capire la rivoluzione industriale 4.0 che sta per arrivare. Realtà virtuale, robotica etc.
Per la nostra sopravvivenza questo rilassamento è proprio quello che chiederemo con più forza. L'ubbidienza assoluta ad uno stato nevrotico continuo, in cambio dell'ora d'aria del nuovo ordine di piaceri che sta per arrivare.
(altro che scienza spirituale) Ma certo.
Il forum è solo un attività secondaria, nell'ordine dei piaceri anche io vorrò la realtà virtuale, e anche con foga.
Nel senso che per capire cosa ti succede e del perchè pure tu farai così, bisogna essere disincantati, attenti. Non superficiali.

cit Alexander
"Ci si diletta a risolvere enigmi o rebus logici. Poco discorso sull'uomo e moltissimo intorno all'uomo. Le religioni se la passano male. Vivacchiano. Se uno vuole vivere in controtendenza deve risolversi ad entrare in un "gorgo" che si forma nella corrente imperante (tecnoscientifica). Sono gorghi ininfluenti per la corrente stessa, che procede inarrestabile verso il ...il?...Boh! Nessuno lo sa."

E no!
Il filosofo lo sa. Vedi Heidegger, Severino e a quanto detto da Cacciari, recentissima scoperta di alcuni appunti anche il Gentile.
L'ho già detto no? Si va verso la morte (sentimentale, utopico sociale, umanista, etc..).
Cosa rimane? ciò che sarebbe la transizione della Verità di Sini.
Ce lo ha detto Cacciari e ancora prima Nietzche, l'uomo compiuto, inverato dalla storia. Ossia noi stessi, Certo! ;)
Le salme se preferisci ;) l'esoscheletro, l'ipersfera.
Non è che non lo si sa, lo si sa, lo si sa da tempo.
E' che nessuno ha capito la questione sentimentale, a parte Lacan ovvio, e Nietzche, sempre Nietzche, non c'è niente da fare 8)
(le figure intermedie e post-maestro, leopardi Heidegger certo tutta la questione dell'alienazione, della noia della malattia, della vecchiaia. appunto la NON VITA).
Siamo zombie no? lo hai detto tu in ouverture, no? dove si va? e dove va lo zombie secondo te? in cerca della morte dei vivi, di chi vuole vivere.
Ma perchè non è già chiaro adesso?

Forse quello che ti chiedi è come fare a salvare il sentimento?
Non si può. O meglio volendo ti immoli, come Nietzche suggerisce. Ossia bisogna rimanere fedeli alla Terra. Sempre. (e vallo a capire il Nietzche dove è arrivato, io non ne ho idea, ho appena solcato un vallo. Guarda è già tanto!)

cit Alexander
"Quasi tutti viviamo alla giornata, però accendiamo mutui e rateizziamo tutto, confidando nel futuro. Nel gorgo personale ci puoi stare anche bene; magari rinunci ad un pò di tecnologia (se te lo consente la corrente). A volte  trovi gorghi ben frequentati e puoi condividere. Condividere è un mantra del nostro tempo. L'eremita classico non esiste più e quindi ti devi reinventare il ruolo, se vuoi "fuggire" dal mondo (non ci riesce nessuno veramente). Magari allevi galline  e cerchi di piazzare le uova."

zombie allevatori di galline?  8)
:D non proprio quello che volevamo sentirci dire. ;)
#1754
cit Paul
"La mia personale interpretazione non combacia totalmente con la loro, ed è importantissimo, perché ritengo che solo una minuziosa archeologia della storia, una filologia direi, può far capire come  dove storicamente il sistema culturale occidentale è diventato quel che è."

Si ma guarda che è esattamente quello che è sotteso al discorso di Cacciari. Ossia l'importanza del lavoro intellettuale.
Poi egli specifica che però deve essere un lavoro spirituale.

cit Paul
"La tecnica non è il passaggio dallo speculativo antico alla pratica nella modernità, o meglio, bisogna chiarire come avviene questo passaggio e solo in Occidente."

Si lo spiega quando risponde alle domande: oggi lo scienziato non può fare come Gallileo che gli strumenti se li procurava da solo.
Oggi per scomporre, mettiamo l'atomo, c'è bisogno di materiali pregiati, di competenze trasversali, di investimenti di Stato.
Ovvero la pratica moderna rispetto a quella antica, è che oggi è una pratica finanziata dallo stato, con tutti i problemi di accaparraménto delle risorse a livello globale, e quindi un problema anzitutto geo-politico, e successivamente di know-how.
In questo caso gli Stati sono troppo lenti, rispetto alla richiesta scientifica di cambiamento di paradigma, per il semplice motivo che SE può farlo, lo Fa. E' per questo che serve una immissione diretta di capitale, da privati senza le lente intermediazioni statali. I privati dunque sono costretti ad assumersi lo Stato. (in questo caso solo la Cina sta resistendo).
Ma che sia lo Stato direttamente (Cina) o i privati (Occidente) non cambia che la domanda è della tecnica.
Posso andare su Marte? Dammi i soldi. etc...

cit Paul
"Allora significa che se per tecnica intendiamo il solo aspetto pratico delle ricadute delle conoscenze, da sempre ha prevalso la tecnica sul pensiero, intendo che le armi hanno più potere della parola e questo da sempre."
Certo

cit Paul
" Il punto è invece dato dal "salto" della Grecia antica soprattutto in Aristotele, da quanto è documentato dagli scritti. Non è un caso che la scuola artistotelica arriva fino alle porte della modernità. Gli strumenti che hanno accompagnato la potenza moderna della tecnica, sono le teorie degli enunciati, dei postulati, dei teoremi matematici e geometrici pre aristotelici , in aggiunta alle analisi della logica con il sillogisma, con la logica predicativa."
Si il sistema matematico-logico che implementa l'apparato tecnico operativo. Va anche oltre il moderno credo, non capisco perché dici fino al moderno.

cit Paul
" La ricaduta è altrettanto ovvia, l'indagine dei fenomeni aiuta a carpire a "rubare" i segreti della natura e a proiettarli nell'artificio culturale, l'alchimia era destinata dal passaggio magico-trasformativo- filosofico a diventare chimica sperimentale, e così per le svariate scienze. Il metodo d'indagine amplifica le forme delle scienze su scala quantitativa e proietta le scoperte negli artefatti che entrano nella quotidianità civile delle comunità umane occidentali ."

Si certo.

cit Paul
"Il moderno occidentale, spogliando del magico il fenomeno, si sbarazza delle divinità, delle paure che bloccavano lo "spirito" incorporato al fenomeno , per cui è facile arrivare ai tavoli anatomici dove si procede ad indagare i cadaveri umani per capirne la fisiologia, non essendo più il cadavere umano un "tabù" magico.
Questo passaggio è fondamentale per capire cosa davvero ha costruito la tecnica che si muoverà nelle dinamiche esponenziali fino ad oggi e del perché è avvenuto solo in Occidente, non chiarirlo significa costruire un altro "mito" sulla tecnica, oltre a quello prometeico greco."


Si è così. Il problema del Moderno a cui si riferisce quando si parla di modernità, non è però la questione del balzo scientifico, quanto la riflessione politica sullo Stato. Da Macchiavelli a Schmitt. Per intenderci io ho ascoltato 3 o 4 seminari del prof Giannini  https://www.youtube.com/channel/UCStw6RstJlzF95ZT5PXoMzg/videos.
La cosa non è così facile, senza studio. Bisogna esplicitare tutte queste problematiche, se no parliamo di aria fritta.
C'era un peso morale in me che non mi permetteva di farlo, ora si è dissolto. Penso di doverlo fare a livello morale, almeno a livello morale. Mi spiace solo che non vi siano forum di Professori, ma visto cosa fa la massa con youtube, facebool etc--, forse è un bene che rimangano privati. Tocca agli esterni come noi, fare qualcosa. Svegliarsi e lavorare, per creare dei discorsi con contenuto specifici, e non sempre generici, benchè poi certo questo rimanga un forum generalista. Forse mi sposterò su uno fatto solo da me.
Ma non un blog. Non ha senso bloggare oggi, ci deve proprio essere chiara l'idea che bisogna dialogare con contenuti. Quindi è il forum il futuro.

cit Paul
"Quindi: per Platone e Socrate sono decisivi la morale di Bene, Significa allora che l'uomo soprattutto politicamente inteso è fondamentale nella costruzione della Città, della comunità, della nazione o Stato, Socrate  dovrà bere la cicuta mortale , perchè aveva criticato fortemente i vari detentori del potere della città di Atene, per mancanza di morale, di competenza, che incide sul livello del governo . Platone e Socrate non se la prendono con il popolo ,ma con il potere , poiché le forme di governo e le decadenze dei cicli di benessere e malessere socio economico sono di fatto gestiti dal potere politico, sulla "polis" e a loro dire, solo chi è un virtuoso e competente  al governo , quindi un saggio, proietta la sua virtuosità nella forma del governo e sul popolo creando benessere."

Si certo, ma per Cacciari questa si è rivelata utopia, almeno nella formulazione Platonica. (forse sei in disaccordo su questo, aiutami a capire).
Oggi per poter parlare di Etica, bisogna parlare della Modernità.
(se non fosse che anche la modernità si è rivelata una utopia, sotteso al discorso di Cacciari, è che anche il discorso sul moderno, oggi è inutile, in quanto sono discorsi utopici).

Ecco per dire della modernità, non può essere il progetto della somma dei buoni. Infatti lo stato non è la somma dei buoni, ma un soggetto politico, che si conforma, si forma, sulle esigenze tecno-militari del rapporto amico-nemico. La guerra è sempre male.
Su questo l'occidente ha scritto tante volte.
Peccato che l'utopia di scongiurarla, è fallita oggi.
Non si può in quanto la tecnica chiede di non fermarsi più mai più. Il progetto ecologico, sarà la dittatura ecologica etc...etc...(per esempio sta riga nel futuro sarà cancellata  8) )
Parlare di Bene e Male quando TUTTO è male, è una farsa. Come conclude amaramente Cacciari: l'etica non mobilita (e certo aggiungo io! senza comunità nessuna mobilitazione).

cit Paul
". A me pare che sia del tutto sottovalutato dai filosofi, il passaggio storico del feudalesimo al commercio borghese , soprattutto lontano da Roma, nella cultura anglosassone, dei commercianti fiamminghi, dei borghesi tedeschi, del primo colonialismo inglese, e di come il protestantesimo e il calvinismo hanno mutato lo scenario di indagine speculativo-pratico. Saranno i filosofi anglosassoni soprattutto a dettare le regole moderne, dove la rappresentazione del "sacro" antico o è lieve o del tutto atea . La rivoluzione tecnica moderna, nasce dalla struttura economica-sociale, dallo scontro fra Papa romano e imperi centro europei, dal commercio europeo  che sposta i confini geografici in America, il passaggio dalle civiltà mediterranee a quelle atlantiche e del pacifico."

Ma no, ma no, perchè sottovalutato? il libro di Cacciari è proprio su Weber (e non solo weber, nel proseguio del libro fa altri nomi, tutti dei giganti del pensiero...e certo bisogna lavorare per recuperarli...sennò è aria fritta! ;) ).
Comunque si, di base si, è come dici, infatti!

cit Paul
"La sacralità perde forza all'aumentare della forza propulsiva dei "doni" pratici e immanentistici della tecnica che compie alla civiltà creando euforie anche speculative del pensiero filosofico culturale.
Come ogni "rivoluzione" vi sono un concorso di motivazioni che tutte agiscono vettorialmente come un forza verso un determinato fine.
(Per inciso, non capire che la divisone nata allora fra cultura cattolica e protestante anglicana, con tutto ciò che concerne come impostazione e ricaduta pratico culturale, significa non capire oggi i motivi per cui l'Europa è ancora divisa in Nord e Sud)

"
Si vedi andando avanti nel video, Cacciari spiega che anche l'ultima stagione dell'utopia, ossia quella messianica (dopo quella fallimentare idealistico-marxiana) è fallita.
Non esiste la filosofia-religione, o è filosofia, o è religione, o è indagine spirituale, o è cristianesimo.
Et voilà.
#1755
cit Kobayashi
"Ma che oggi non ci sia alcuna utopia c'erano forse dei dubbi?"

Ah ah, mi sganci così una bomba atomica?

I dubbi ci sono. Se lo chiedi a me, non è tanto il fatto che l'utopia esistesse o meno. Ma che la comunità diventasse utopia. Nel senso già detto da Cacciari ossia progetto spirituale, politica del comunitarismo. Politica dei sentimenti etc.
Qualcosa di legato all'uomo.
E che nella mia visione, che ha sotteso dai 35 anni, ovvero da quando mi sono ripreso dal disincanto politico, il progetto politico, ossia l'aderenza all'idea di Destino.
Ossia di destinalità, ossia di teleologia.
Dove la ricerca spirituale era esattamente riprendere il punto da subito dopo il "ma mirando e guardando" oltre la collina (politica del moderno) del Leopardi.
In chiave razionale. Hegeliana.
Questo progetto rivoluzionario, come ha detto già Cacciari, è però fallito.
Il destino di CURA (ossia che cosa è l'uomo) è fallito.
Quindi direi di sì. Io avevo un dubbio, che si chiamava progetto filosofico sull'uomo, per l'uomo.
Un progetto sentimentale.
La collina è evidente che è sempre esistita, non era evidente che lo sguardo fosse accecato per sempre.
Infatti fino ad oggi ho sempre guardato OLTRE.
E che cos'è l'oltreuomo nicciano d'altronde?
Ho compiuto un errore grave però, non solo quello metafisico, che mi fu rimproverato a 35 anni, ma anche quello propriamente filosofico. Di credere di poter pensare un Utopia Storica.
Non esiste utopia, da lì si avanza decisamente speditamente, e mentre ti parlo, forse ho anche la chiave per quell'enigma che è umano troppo umano parte seconda (problema che non riuscivo a risolvere). Laddove Nietzche parla con le ombre.
Le ombre ho sempre pensato che fossero reali.
No, un errore grave. Le ombre sono il ricordo di quell'ieri che fu e più non può essere.
Ossia sono esattamente le utopie storiche, gli amici dell'ombra, con cui Nietzche in un analisi psicanalitica ante-litteram, porta il pensiero sul Destino OLTRE.
Non avevo dubbi che fosse così. Mi mancava la chiave.Ora Cacciari me la ha data.
Comunque sia appunto, come sia o non sia, è ora di andare avanti.
Anche rispetto agli altri interventi, sembra che nessuno, compreso te, abbia inteso, il discorso sulla Compiutezza del tempo.
Qua non si tratta più di andare tentoni, sondando la negatività del mondo (come mi pare aver capito sia il tuo progetto, terreno ovvio),o del trovare strategie rivoluzionarie di guerriglia, fuga e attacco, tanto quanto di fare un profondo respiro che dura tutta la filosofia precedente a noi. E buttarla fuori, si tratta di metabolizzare.
Direi da partire da questa premessa.

Lo stesso Cacciari in un intervento del giorno dopo, sembra essersi dimenticato ciò che ha raggiunto, non a caso in un momento di malattia (vedi Nietzche) ossia di avere capito PIENAMENTE quello che il Nietzche ventenne aveva già capito.
Ossia che l'uomo è compiuto nel giro della sua storicità e non come è facilmente fallibile nella suo storicismo.
Non esiste storia. Era un altro tassello, che capivo e non capivo del giovane Nietzche.
Solo ora posso capirlo.
NDR.
La compiutezza sta comunque nella sua negatività.
Non dico che il tuo modo di procedere sia errato.
Solo che siccome in ballo c'è il concetto di filosofia (di cui a te interessa il giusto) e per me è importantissimo: era importante avere in mente il progetto.
Ripensandoci, forse è proprio come dici tu.
Perchè nel sondare il negativo, è proprio come parlare con defunti amici. (le utopie, nostre e altrui).
Si finalmente posso proseguire con Nietzche.
Come dire che oltre "il mirare e guardare", si mirano gli amici morti e si guarda la morte spirituale in faccia.

cit Kobayashi
"Ma il punto è questo: qual'è il costo che il singolo si trova a dover pagare per riuscire a sopportare questo andare avanti, questo procedere senza un perché? Quali gli assestamenti, le fughe, le operazioni di retroguardia, necessari alla resistenza?"

Ok un'altra bomba atomica. (ora sono contento).

Ma infatti Cacciari parla di inferno.
Il prezzo è l'inferno, non c'è altra via.
Se non come nell'intervento video seguente a questo, https://www.youtube.com/watch?v=YGoYX0V3W6A, ma che è contenuto nel suo ultimo libretto, l'ennesima utopia, e quindi una negazione di quanto detto il giorno prima, di poter usare la scienza e lo spirito, chiarificando il loro significato, ossia esplicitando il loro uso benefico. Il punto che si è dimenticato è di nuovo che la scienza, per poterlo ha fare ha bisogno del potere tecnico e il potere tecnico è la volontà di distruzione dell'umano: questo solo per dire come il risultato a cui è giunto il Cacciari, è materiale esplosivo e nemmeno lui riesce ancora bene a maneggiarlo.
Non esistono alternative. Ormai si viaggi per telecomando. E il comando è quello a cui la tecnica può raggiungere: cambiamento del DNA, manipolazione mentale fisica, implementazione esoscheletrica in componenti bionici, metallici, chimici, elettrici.
La tecnica non ha più resistenza, e l'economia che non può fare a meno di essa, deve adeguarsi al suo richiedere distruttivo. (per questo non può permettersi che vi sia libertà alcuna umana)
Ossia per essere chiari distruzione dell'umano (dei rimasugli delle lotte dei nostri padri e nonni e bisnonni) ossia per dover eravamo rimasti, dei suoi diritti (fraternità uguaglianza libertà).

E' il fio per non aver realizzato l'utopia.
Tra l'altro l'apocalittica ebraica l'ha già detto).
Il comando divino era: VIVI!
la risposta umana è stata: piuttosto muoio!!!
Semplicemente così.
Per questo il DESTINO APOCALITTICO che è : "Datti da fare fare  per VIVERE", è diventato utopia.
Sembra che Heidegger lo avesse capito.
Lo ha spiegato nel video successivo al mio post lo stesso Cacciari.https://www.youtube.com/watch?v=YGoYX0V3W6A
Devo dire che non l'ho mai sentita sta cosa, ma, mi pare ora, che un pensatore della sua altezza, ci fosse già arrivato, era ovvio.
Evidentemente ho sempre pensato di capire Heidegger, e non ciavevo capito na mazza.
Il DESTINO di HEIDEGGER, di cui pure parla, nelle lettere al fratello, pubblicate un anno o due fa.
è quello esattamente nicciano. Quindi non è esattamente un DESTINO. Si capisce meglio forse con il termine Severiniano: l'apparire del cerchio fenomenico.
Il DESTINO è cioè la capacità morale dell'uomo di guardare in faccia questo inferno, che si manifesta davanti a lui.
Non so, mi pare che vi sia qualcosa di metafisico detto così.
Ma ora posso approfondire.
Sono contento, te lo dico. L'idea di lavorare sul pensiero, all'improvviso non la sento come un peso morale.

cit kobayashi
"Voglio dire che il punto di partenza anche quando si procede cercando strade inattuali come la riattivazione dello spirito religioso è sempre quello di uno stato di alienazione inevitabile. Per cui si sceglie tra alienazioni diverse, alienazioni più o meno distruttive. Si cercano le forme meno soffocanti per il proprio Io, quelle che consentono ancora di gioire, si costruiscono minuscole strategie con il solo fine di mantenere in se' più umanità possibile anche quando la forma di queste strategie è pretenziosa fino all'assurdo come il recupero di grandi progetti filosofici da alchimia o teosofia..."

No appunto, ti ho appena spiegato che non è così. Se procedi così non ha veramente senso. Non esiste punto di partenza. Esiste il continuo apparire, che ci invera storicamente.
Ma non esiste un Destino che leghi queste alienazioni, come dici.

Foss'anco il Destino Aporetico, che da S. Giovanni in poi contraddistingue queste visioni ierofantiche, del cristianesimo, magico, scusa non incazzarti. Ma ormai è chiaro che è così. (è questa la mia obiezione al tuo pensiero, non dunque tanto sul procedere "negativo", spero sia più chiaro)

Se procedendo ti alieni, ecco che allora è il telecomando.
E' il comando isterico che ti/ci aliena. Poggiando sulla tua/nostra incapacità a vivere (è quella la vera alienazione originaria, l'incapacità a vivere, che però è solo fittizia, nessuno ci obbliga VERAMENTE a sopravvivere direbbe C.Bene)
Il punto è che ormai è impossibile non obbedire al comando isterico. L'apparire del cerchio dice quello. Guardarlo con coraggio (ossia nell'inferno, nell'olocausto) è l'unica cosa possibile. Prima toccherà ai poveri, ma subito dopo ai ricchi.
Lo ha già spiegato Severino in mille libri e conferenze. Ok conferenze, devo iniziare i libri finalmente ;) .


NB
Qua non si tratta di fare i "piangina", così rispondo anche a Ferraris (che trovi nel secondo video di Cacciari https://www.youtube.com/watch?v=YGoYX0V3W6A ) che sta insistendo da anni su sta roba. Ma infatti! Lasciamo perdere però, perché siccome uno dei sintomi della paranoia è proprio fare i "piangina", chi è che lo decide, che la posizione di Ferraris non sia di quello di una "piangina" (non è forse lui provocatoriamente ad avere dato via al nuovo realismo italiano? ). Ma al di là della sterile polemica, si sono d'accordo, ma nemmeno come i 2 sembrano essere d'accordo nel dire, che allora bisogna ricadere nella utopia! Cacciari dice che non è utopia ma è un progetto.
Si d'accordo, ma la scienza non lo farà mai, non perché non lo possa fare, ma perché la tecnica oggi non glielo lascia fare.
Che il disincanto equivalga alla morte sentimentale umana, e quindi ad ogni sua utopia, non è essere piangina.