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Messaggi - daniele22

#1771
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 20:45:29 PM
Citazione di: iano il 11 Giugno 2021, 19:38:22 PM
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
[size=78%]Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.[/size]
Ma se al posto di "delle due una" ci mettiamo "entrambi" ciò equivale a "l'essere non è "?
Non credo possa sostenersi ciò in quanto l'effetto è a sua volta causa nella catena deterministica.

Save iano : provo come dici tu :Ovvero, entrambi : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxNon capisco. Puoi rispiegarmi cosa - secondo te - cosa implicherebbe la sostituzione di "delle due l'una" con "entrambi" ?. Saluti.


Ciao ancora una volta viator. Sicuramente tu non hai letto il mio topic sull'esistenza e la conoscenza, coerentemente con le tue idee che non te ne frega nulla del fondamento della conoscenza. Ma lì ad un certo punto dico che forse sono intervenuti Dio o i Marziani aggiungendo che se ne riparlerà. Or dunque, alla fine di tutti i miei pensieri tengo ancora in piedi tali ipotesi. Evidentemente Socrates opta per Dio (fuori di noi) mentre io opto per dio (dentro di noi). So stato bbravo?
#1772
Citazione di: viator il 11 Giugno 2021, 17:49:53 PM
Salve a tutti. I frequentatori del Forum già conoscono la mia indole leggera ed ironica, e solo nuovi o distratti lettori non avranno presente la mia personale definizione dell'essere (significato filosofico del verbo "essere") che mai ho approfondito qui per mia personale pigrizia e che comunque in passato ho espresso e citato in non pochi miei trascorsi e variegati interventi.


Tale mia definizione risulta in "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", ed a qualcuno apparirà criptica od involuta solamente perchè costui sarà abituato alla analisi masturbatoria del pensiero e non alla semplice, banale sintesi fondata sui significati di poche semplicissime parole.

Non ho mai letto di qualcuno che commentasse la mia definizione, oppure mi facesse presente che essa è giusta piuttosto che sbagliata, ovvia perchè già arcinota nel passato della storia della filosofia......piuttosto che originale benchè espressa da un asino incolto.

A questo punto vengo colto da un dubbio : non è che nessuno commenti una simile stoltaggine solamente perchè io l'ho formulata in modo assurdo ?. Ma come si fa logicamente a distinguere tra di loro (ad "incernierare") cause ed effetti ? Anche in ciò io mi sono cimentato in passato :

       
  • causa : lo stato di un qualsiasi ambito relativo PRIMA dello stabilirsi di una relazione;
  • effetto : lo stato di un qualsiasi ambito relativo DOPO lo stabilirsi di una relazione.
A questo punto però, per le menti sottili non credo di avere fatto grandi progressi filosofici.


Perciò adesso voglio provare a porre la questione dell'"essere" in modo diverso, cioè come da titolazione di questo nuovo "topic.

Ovvero, delle due l'una : l'essere e UNA CAUSA OPPURE E' UN EFFETTO..........poichè si potrà benissimo non replicarmi.....ma se lo si farà OCCORRERA' ASSENTIRE AD UNA DELLE DUE OPZIONI SOPRASTANTI........diversamente si starà sostenendo CHE L'ESSERE NON E'. Salutoni.


Ciao viator, eccomi qui col mio candore a stupirti nuovamente. Siccome anch'io sono pigro non sono andato in cerca di dove ho risposto al tuo:

"Tale mia definizione risulta in "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti", ed a qualcuno apparirà criptica od involuta solamente perchè costui sarà abituato alla analisi masturbatoria del pensiero e non alla semplice, banale sintesi fondata sui significati di poche semplicissime parole.


Non ho mai letto di qualcuno che commentasse la mia definizione, oppure mi facesse presente che essa è giusta piuttosto che sbagliata, ovvia perchè già arcinota nel passato della storia della filosofia......piuttosto che originale benchè espressa da un asino incolto."


Sarà difficile che tu compia il famoso "mutate le mutande dobbiamo stare attenti a non risporcarle" quando non ricordi quel che dissi non più di un mese orsono. In ogni caso non l'avevo giudicato un cattivo modo per esprimere l'idea, anzi, molto semplice ed efficace.
La risposta che diedi era che la condizione per la quale le cause producono i loro effetti doveva ricercarsi nel principio di attrazione e repulsione che stanno alla fonte del comportamento di tutto ciò che si muove visto dal suo punto di vista. Se vuoi ci mettiamo dentro pure gli stati aggregativi della materia senza vita. Un pezzo di ferro non può essere solido a 2000 gradi celsius. Per quale motivo? Per quale motivo a volte è bivalente e a volte trivalente? Se dopo vuoi sapere se questo principio deriva da altra causa chiedilo ai fisici che speculano sul big bang o sui buchi neri o su che altro non so. Io mi accontento di Eraclito per quel che riguarda il logos, aggiungendo la gestione della legna come fonte della polemica. Ovvero, la gestione della legna rappresenta il luogo dove noi abbiamo distorto la purezza del semplice logos. Era quasi inevitabile, dato anche che l'incertezza sembra dominare nel presente, tanto oggi quanto ieri. E per questo intervento ti addebito 120 eurocentesimi del mio preziosissimo tempo. D'altra parte, devo pur far giungere le sette di sera
#1773
Tematiche Spirituali / L'uomo Gesù di Nazaret
11 Giugno 2021, 14:43:07 PM
Ciao doxa, per quel che so di lui Gesù fu un grande, un ribelle patentato, uno che "date a cesare quel che è di cesare" prutot compresi, un anarchico che però riconosceva la legge (penso quella delle tavole, ma le tavole erano ordini o consigli per lui?), uno che conosceva la legge del tempo. Uno che si godeva la vita anche in fatto di sesso. Era veramente un messìa. Anche il vangelo di Marco lo mette in evidenza nella parte iniziale, di come non sia stato visto. Se dai un occhiata al vangelo di Tommaso vi si trovano molti detti che indicano alla sapienza. Però forse pretendeva troppo per quei tempi. Tant'è che finì in croce. E si bevve il calice tanto amaro.

Circa il fico per conto mio la maledizione può dar adito ad interpretazioni ugualmente buone, però per me se aveva veramente fame l'ha maledetto per la sua fame inappagata. Altrimenti poteva dire "o fico! anche tu tra i corrotti". Diciamo che può aver preso due piccioni contrastanti con una fava.



#1774
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
11 Giugno 2021, 00:14:10 AM
Citazione di: viator il 08 Giugno 2021, 21:24:27 PM
Salve daniele22. Citandoti : "Qui si continua a discutere sul nulla".

Guarda che uno dei topic di maggior successo - tempo fa qui dentro - fu titolato : "Ma perchè esiste qualcosa anzichè il nulla ?".

Nel tuo candore tu vorresti che le nostre discussioni approdassero a qualche genere di conclusione assodata e magari condivisa. Tu nutri lo stesso genere di idealismo di alcuni (credo non moltissimi) medici i quali agiscono  pensando che sarebbe bene che tutti i loro malati guariscano senza mai più riammalarsi.........in modo da ridurre la classe medica alla più completa miseria. Saluti.


Ciao viator, ce l'hai sempre col mio candore, ma guarda forse che non sono così candido come pensi. Chi può dirlo? La mia verità è molto semplice e condivisibile e si fonda sul fatto che non ci si possa fidare di nessuno se non di quelli di cui ti fidi, a meno che uno non voglia fare l'eremita. E' finito il tempo delle chiacchiere filosofiche, non di quelle mediche, anzi.
Quale prassi è in maggior misura controllabile, visto che non ci si può fidare di nessuno, se non quella di togliere ad una ad una le regole? Quella che viene retta dalla democrazia? Quella che regge un movimento democratico destinato all'anarchia?


Come dice InVerno citandolo:
Nessuno distribuisce patenti di anarchia o democrazia, i modi in cui i principi vengono perseguiti e la soglia critica per ritenerli attinenti al principio generale cambia nei tempi e nei luoghi, la ricerca della maggior decentralizzazione possibile è una tendenza che si attua non per rivoluzioni immediate quanto estemporanee, ma prendendo sempre una direzione coerente ogni volta che si incontra un bivio, e guardando dove si arriva ... etc
#1775
Ciao Eutidemo, ho letto con interesse il tuo discorso, tanto più in quanto non conosco nemmeno cosa abbia detto Mussolini addebitandosi l'omicidio di Matteotti. Due osservazioni in merito alla faccenda
1) Avrebbero ammazzato comunque Matteotti anche se non recava una borsa? (Quasi impossibile a dirsi)
2) Cosa intendi quando dici: come "sostiene autorevolmente" De Felice nella borsa etc. ?


Questa storia delle borse sembra quasi un fil rouge che tiene unito anche stragi come quella di Borsellino e la casa di Totò Riina. Anche lì robe strane. Naturalmente sono un tipo fantasioso. Non avete visto il procuratore Gratteri dalla Gruber? L'ultimo intervento è stato quasi inquietante. Penso che Gratteri sia un uomo fedele allo Stato italiano. Penso pure che le persone presenti avrebbero anche potuto chiedergli cosa ne pensasse di legalizzare le sostanze stupefacenti e investire semmai le nuove entrate anche per rafforzare i servizi dedicati alle persone che vogliano disintossicarsi
#1776
Tematiche Filosofiche / Esistenza e Conoscenza
10 Giugno 2021, 13:43:49 PM

Ciao a tutti. Volevo porre alla Vostra attenzione una riflessione in forma dialogica relativamente al tema del Topic


- Beh, mi par di capire che almeno non sei un complottista.
- Col culo in pista ... di certo v'è che non ci sarebbe bisogno di complotto alcuno ...  Ci pensò la nostra inconsapevolezza a metterci nelle peste. E tutto per il fatto che tutti, preti, professori e noi volgo, siamo affascinati dal mettere le mani sul tempo ... i fatalisti un po' meno che gli interventisti ... A complicarci la vita c'è pure da dire che più di qualcuno smercia falsità praticando nel mondo in nome di conoscenze speciali. C'è da dire che queste falsità possono prodursi pure in buona fede. C'è da dire infine, come per il caso di cui dialoghiamo, che almeno una falsità si sia  radicata a nostra insaputa. Tanto andarono e tanto vanno le cose che alla fine precipitammo inesorabilmente nel vortice spazio-temporale del discernimento del vero dal falso ... I già citati territori del tempo che si insegue. Mi vien infine da dire che anche gli altri animali stanno accorti al tempo, mica sono scemi, ma non lo fanno con la nostra pervicacia.
- Buona questa! Allora, secondo te saremmo tutti degli ammalati psichici?
- Beh! Siamo sulla buona strada, ma non è poi realmente così. Il problema è posto dal fatto che il nostro linguaggio è un po' particolare. Tutti quei congiuntivi, quei condizionali ... tutti quei nomi, Dio in primis ... Bisogna stare attenti insomma ... dico ... mi sembra che si viva un po' troppo sulle nuvole. Magari va bene così eh! Ma a me non piace molto, anzi non mi piace proprio.
- Caspita! Sicuramente hai fatto scoperte inaudite per produr pensieri sì nebulosi. In ogni caso non mi hai ancora detto nulla.
- Perché ho paura che siano scoperte fasulle, tra l'altro sarebbe solo una la scoperta ... O peggio! Temo che lo sappiano tutti, la scienza intendo, e che anche sapendolo ciò non abbia prodotto nulla di fruttuoso  ... E ti assicuro che si tratta senz'altro di una bella avventura psichica ... Naturalmente io non ho contatti con filosofi, antropologi, psicologi, neuroscienziati e via dicendo ... dico ... si fa presto a scambiar la luce della lampara per quella della luna.
- Amico mio, rassicurati intanto del fatto che probabilmente io non ho fatto la tua scoperta. Dimmi piuttosto il luogo da cui ci imbarcheremo per questi nuovi lidi.
- Il luogo di partenza sono due parole: esistenza e conoscenza. Dimmi la prima cosa che ti salta per la testa.
- Boh! Son due cose diverse. Un'esistenza è un fatto oggettivo, mentre la conoscenza è qualcosa che uno può avere rispetto a qualcosa che esiste. Insomma, l'esistenza è un fatto e la conoscenza è il prodotto di un atto, un apprendere.
- Oh ben, ti faccio quindi una domanda: secondo te, la rivoluzione sessuale in Egitto del 7800 avanti cristo esiste?, o è esistita?
- Come scusa? ... 7800 avanti cristo? Mai sentito di rivoluzioni sessuali in Egitto nel 7800 avanti cristo.
- Allora ti dirò che potresti ben telefonarmi un appuntamento là dove parlammo della rivoluzione sessuale in Egitto del 7800 avanti cristo, magari per non voler che altri sappiano. Vedi pertanto che così esiste?
- Ma va là, ma cosa dici ... ! Non si tratta mica di una cosa. E poi, cos'è una cosa?
- Appunto! Una cosa è tutto ciò che la tua mente può imbrigliare tanto da poterne parlare ... anche a vanvera eh, nulla toglie ... vedi la rivoluzione sessuale.
- Molto ampia come definizione.
- Forse, ma il fatto è che la realtà di cui tanto si parla, quella da cui ci sentiamo pervasi quotidianamente, sta in primo luogo dentro le nostre teste ... non ti dar pena pertanto di quello che c'è fuori, che altrimenti non ne usciamo più. In ogni caso, se tocchiamo con mano più o meno le stesse cose, ci troveremmo almeno all'interno di una sacra alleanza. La realtà rappresenta dunque la nostra conoscenza, o consapevolezza, vedi tu. Questi due termini hanno la stessa natura, ma almeno noi italiani li usiamo in modi diversi. Tal conoscenza è quella che va dall'io al Dio, passa per tutte le cose note, individuale, dinamica ed elastica nel suo transitare per le vie dell'universo ... Costretta a farlo giunta al suo corpo, anzi, sarebbe il corpo a produrla. Si tratterebbe senza fallo di un gran calderone vagante ricolmo di falsità e verità delle quali spesso non ci si domanda nemmeno ... Ma visto infine che di cose si tratta, prova dunque a pensare a ciò che chiamo l'abitudine all'esistenza delle cose ... ammessane l'esistenza. Potresti vederla come un atteggiamento mentale basato su una conoscenza collettiva quasi inconsapevole, scontata. Tal conoscenza si sarebbe costituita nel mentre che la nostra mente si abituava a poco a poco, dalla notte dei tempi, col progredire della materiale complessità sociale ..
- Un momento ... perché solo noi siamo progrediti materialmente?
Forse perché sono intervenuti i Marziani, o Dio ... o l'indicibile. Ne discuteremo se del caso in seguito. Dicevo invece, che in questa complessità crescente, la mente, sempre attaccata al corpo, si sarebbe abituata gradatamente alla presenza sempre più invasiva di situazioni che svelavano la sua propria ignoranza. Fondamentale sarebbe che tale ignoranza, palesantesi infine come ignoranza ad agire, proprio per questo motivo sarebbe divenuta cosa mentalmente Viva poiché generata da un sapere di altri. Nel tempo, questa invadenza di saperi e non saperi permeanti ormai un po' tutto il gruppo, permise infine che potesse affermarsi nella mente una specie di categoria in negativo all'insegna dell'ignoranza. Si tratterebbe in fondo dell'unica categoria che si afferma all'esistenza mentale per il suo non essere qualcosa. In soldoni, tu sai di non sapere. Fu così, proprio così, che tra molte altre conoscenze pervenimmo pure a conoscere in modo forse non ammesso, certamente intimo, che eravamo anche ignoranti. O in ogni caso, qualcuno della tribù ce l'avrebbe apostrofato in qualche modo. Sapemmo infine che altri sanno di cose che noi non si sanno ... E a tutt'oggi ci sembra che tutto debba avere un nome, appunto, ci sembra che le cose esistano. A radicare tale idea sarebbe proprio il sapere che molte non le sappiamo, vagolando nel serbatoio della nostra presunta ignoranza ... E se dico presunta è solo perché la nostra ignoranza sarebbe da valutarsi come un problema posto da noi stessi. Non sarebbe invece problematica un'ignoranza assoluta, che potrebbe rapprentarsi nella figura di colui che ignora l'esistenza dell'ignoranza.
- Ben! A parte che non hai risposto alla mia domanda, che ce ne facciamo infine di questa abitudine all'esistenza delle cose?
- Sempre ammessane l'esistenza, quest'abitudine ci avrebbe condotti di filato in quel che io definisco un moderno errore inconsapevole di valutazione rispetto a come si acquisisce una conoscenza. Ovviamente tale errore troneggerebbe pure oggi, essendo in ultima analisi il responsabile della nostra sopravvalutazione. Quest'ultima consisterebbe infatti dell'idea che noi ci reputiamo più intelligenti di altri poiché solo noi riusciremmo a speculare sulla realtà che ci circonda al punto di averne scritto di tutto e di più. Mai ci passò per la testa che forse agli altri non sia venuta tale smania speculativa solo perché non sufficientemente stimolati. Per cercare di darti un'idea del nostro abbaglio considera intanto che la nostra mente è umana, una mente che può spaziare attraverso paesaggi linguistici inimmaginabili per una mente arcaica. Facilito quindi immaginando una scena in cui la nostra mente, pur contaminata dalla lingua, contatta per la prima volta un'esistenza in modo inaspettato e non linguistico. Un po' come accadrebbe se sapendo poco o nulla di erbe ti inoltrassi in un prato. Uscito dal prato, quante ne ricorderesti? Di quante sapresti appunto dir qualcosa? Forse eri un po' distratto, ma in ogni caso potresti ricordare solo quelle che conosci ... anche se non per nome ... ma le altre? Come non esistessero ... Le hai viste senza vederle in realtà ... appunto, la realtà della tua testa ... Dirai magari, da essere umano che sei, che hai visto un prato con delle erbe. Insomma avresti visto solo quelle poche cose che sai, prato, erba, a meno che non si sia tracciata una relazione tra un'erba qualsiasi e te, tale che tu possa averla distinta ...  Che accadde? Forse che ti ha punto? Un profumo irresistibile?
- Vuoi dire che così la distinguerei dalle altre poche che conosco?
- No. Intendo che in primo luogo la distingueresti dalle altre spoglie mentali in cui si trovava prima che tu la distinguessi, in questo caso potrebbe essere erba ... ma dipende da cosa conosce, ovvero distingue, la tua testa. Se sei cieco ad esempio, quale sarà la fonte primaria di cui si avvale la tua mente per distinguere? O forse un gatto non distingue una panca da una sedia. Del resto, pure uno scarafaggio per sapere dove nascondersi categorizzerà in qualche modo i rifugi ... A volte però, è talmente agitato che si infila sotto la tua scarpa. Cada lugar es destino? E in questo suo andar si manifesta a livelli primitivi quel che noi ora designamo coi termini verità e falsità. La scarpa di sicuro non era nascondiglio, ma la sorte a volte ... Quel che penso infine, è che qualsiasi partizione che la mente faccia estraendola dal tutto, o anche dal poco, debba accadere come un atto di apprendimento. Prima di quest'atto è come se questa cosa, oggetto appunto di essere stata appresa, non esistesse. Anzi, non esiste proprio, si confonde in altre spoglie mentali ... Pertanto, l'esistenza di una cosa e la sua conoscenza non sarebbero due faccende separate, ma consisterebbero di un solo atto di apprendimento. Sarebbe come a dire che il segno, ovvero l'immagine sensibile della cosa, inizia ad esistere nella mente solo quando la mente possa scorgerlo tramite i sensi per motivi che lei sa già. L'apprendere sarebbe in fondo un processo ineluttabile in seno alla vita. Nel caso umano, ciò che ci condusse ad apprendere la nostra presunta ignoranza era già da molto tempo il motore che ci avrebbe condotto un giorno all'abitudine di dedicarci alla ricerca di nuove conoscenze.
- Un momento però! Il tuo discorso non mi torna ... io so che quando ieri entrai in quella stanza e vidi quell'oggetto che non avevo mai visto .... Dico ... lo vidi coi miei occhi, mica c'era bisogno di relazione. L'oggetto esisteva! Io lo vedevo e pertanto esisteva.
- Ma chissà cosa hai visto, c'ero anch'io nella stanza e mica lo vidi, pur avendolo probabilmente visto ... come le indistinte erbe del prato. Solo notando interverrebbe la realizzazione. Prima dei sensi, la generalizzazione mentale ... Appunto, tanto da poterne parlare.
- Ma tu stai parlando di un semplice gesto di attenzione!
- Sarà pure un semplice gesto, ma ci sarà pur un motivo per cui l'hai notato.
- Sì, perché non sapevo proprio cosa fosse.
- Aaaah! Immaginavo che avresti detto così. Secondo me non l'hai notato per quel motivo, ma se le cose stessero così la relazione si costituirebbe del fatto che la cosa ti si è manifestata comunicando la tua ignoranza.
- Ma non può essere! ... Potresti forse sostenere che il senso di quell'oggetto era la mia ignoranza?
- Sì. Il senso primevo della sua esistenza apparterrebbe a quel serbatoio della tua ignoranza che tu sai che c'è ... e, fondamentale, dal quale vorresti estrarlo. Si tratterebbe della già citata categoria che si afferma all'esistenza per il suo non essere qualcosa. In realtà però non è vero che tu non sapevi proprio cosa fosse. Era evidente che quella cosa era fatta di legno, ovvero una spoglia mentale inferiore in cui poteva trovare già la sua collocazione. E allora? ... cos'è che non sapevi? Non si trattava già di un pezzo di legno? Non t'abbastava? No, tu sapevi che c'era dell'altro, ma perché lo sapevi? Lo sapevi perché vivi nel nostro mondo ... nel mondo delle novità, delle aspettative, nel mondo dell'abitudine all'esistenza delle cose, dove sapere delle cose può rivelarsi a volte determinante. Pertanto, quando parliamo delle cose si sappia che si parla in realtà del significato delle cose, giacché sono i tempi, le azioni ciò che la mente realizza in prima battuta, e non le immagini. Il significato delle cose dunque rappresenterebbe il muro dove si riflette l'eco della tua imperscrutabile domanda. Ma quel muro, maledettamente simile a quello degli altri umani, eppur separato a volte da incolmabili abissi, sta ancora dentro la tua testa!!! La realtà è sinonimo perfetto di conoscenza e di consapevolezza, e non sta lì fuori, dove la scienza e noi pure pensiamo che si trovi. Questo è l'inganno! In conseguenza di ciò, nel tuo approcciarti all'altro tu non ti rendi conto che il primo interlocutore sei tu e non l'altro. Per esercitarti a capirlo, quando ti rivolgi a qualcuno, più che l'apparente contingenza che ti farà dire quel che dirai, dovresti indagare il motivo più intimo che ti ha fatto rivolgere a quel qualcuno ... Intendo con ciò che quando cominci a parlare stai già chiedendo qualcosa anche senza chiedere. Cosa chiedi dunque, a prescindere da ciò che dici?
#1777
Aspettavo Paul11 un tuo intervento e te ne sono grato. Se sono stato sprezzante fino all'offensivo nei confronti di illustri pensatori ciò è dovuto da uno spirito di rivincita nei confronti dell'intellighenzia. Nulla di più.
Ti fornirò due esempi sul ruolo dei sensi nella conoscenza.
1) Non sai nulla di botanica e vai in un prato dove ad un tratto ti coglie una sensazione di bruciore alla caviglia. Questa io la chiamo una mezza conoscenza. Per concretarla devi toccare con mano l'erba che ti ha punto (ammesso che sia un'erba)
2) La teoria della relatività prevede il bosone di Higgs (bruciore alla mente - mezza conoscenza). Quando i sensi vedono apparire dalle trappole umane il bosone di Higgs concretano la loro conoscenza sulla particella
#1778
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
09 Giugno 2021, 15:17:38 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Giugno 2021, 18:30:11 PM
Direi che prima del fondamento della conoscenza bisogna sciogliere la questione del fondamento della proprietà privata, ma questo, ne convengo, è geroglifico insolubile per l'anarchia liberale, ovvero il Mercato, che sulla proprietà privata di tutto si regge e non riconosce alcun bene comune.


Non vorrei Ipazia che tu mi confondessi con la figura del banchiere anarchico di Pessoa che era un anarchico disonesto coi principi dell'anarchia. Pretendeva costui di essere anarchico senza rendersi conto che nel momento in cui uno contraeva un debito con lui lo poneva di fatto in condizione di sudditanza. Potrebbe un anarchico comportarsi veramente così?
#1779
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia dell'anarchismo
09 Giugno 2021, 11:17:55 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2021, 09:38:40 AM
La realtà dell'universo antropologico è dialettica ed in quanto tale gronda conflitti e ambivalenze. Ma confondere la selezione naturale con quella classista è di una ingenuità epistemica e/o disonestà etica assolute.

Bypassando ciò, è mia intenzione sondare a fondo di che lega è fatta la tua scienza e confrontarmi con te, e perciò mi associo alla richiesta di phil sul link al tuo documento risolutivo citato in altra discussione.


Mi spiace Ipazia, ma non posso provvedere. Il testo supera i 20.000 caratteri. D'altra parte la prima parte sta piu o meno nella profezia che ho già esposto, l'ultima compare a tratti nel Topic della critica alla storia della filosofia. Manca la parte centrale. Però non mi va di renderla pubblica a spizzichi e bocconi. Un indizio l'ho dato quando accennai all'unica categoria che si afferma all'esistenza per non essere qualcosa. Pertanto, o ti mando una mail, oppure continuiamo a dialogare sul capitale e sull'ipotetica destinazione anarchica
#1780
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
09 Giugno 2021, 10:54:46 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2021, 09:38:40 AM
La realtà dell'universo antropologico è dialettica ed in quanto tale gronda conflitti e ambivalenze. Ma confondere la selezione naturale con quella classista è di una ingenuità epistemica e/o disonestà etica assolute.

Bypassando ciò, è mia intenzione sondare a fondo di che lega è fatta la tua scienza e confrontarmi con te, e perciò mi associo alla richiesta di phil sul link al tuo documento risolutivo citato in altra discussione.


Finalmente una risposta chiara. Provvederò. Intanto faccio una riflessione fantastica: in Italia e nel mondo occidentale vi sono radicati gli ebrei e gli zingari. In Italia c'è stata pure una modifica a un articolo della costituzione relativa alle minoranze tutelate. Mi sembra sia stata fatta o nel 1999 o nel 2000. Degli ebrei non v'è traccia (forse sono già tutelati abbastanza dai loro capitali?) e nemmeno dei pluri-stigmatizzati zingari (confesso però che ho letto solo i primi 2 articoli). Eppure un conflitto antropologico tra queste due etnie probabilmente c'è. Si dovrà anche rispondere a questo. Ipazia, spera che le mie considerazioni siano ritenute valide, altrimenti non so
#1781
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
09 Giugno 2021, 09:09:35 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2021, 08:22:58 AM
Citazione di: daniele22 il 08 Giugno 2021, 22:07:39 PM
O Ipazia, il fondamento della proprietà privata è la legge del più forte. Quelli che hanno i soldi, o anche l'informazione, sono semplicemente gli scimmioni più forti di una volta. Ma oltre ad essere più forti, sono oggi pure scaltri.
Disse il bufalaro sociodarwinista. Vorrei vedere che fine fa la selezione naturale se si torna a zanne, artigli, clave e muscoli. Sulla scaltrezza non ci piove, ma ben protetta da gorilla pubblici e privati e da leggi (in)naturali senza cui lo scaltro finirebbe sotto terra con una clavata bene assestata e la sua proprietà privata passerebbe di mano a velocità ultraluminale.


Chi sarebbe Ipazia il bufalaro sociodarwinista? Spencer ? I calvinisti ? Io ? L'ambiguità è proprio il tuo tono. Per non parlare poi della continuazione dell'intervento. Dove vorrebbe portare? Sembri un geroglifico vagante composto da non so nemmeno io chi. Tu ti sei appellata a suo tempo al rigore della filosofia, io mi appellerei invece a un po' più di chiarezza nel dialogare, onde evitare malintesi dai quali sembra non salvarci nemmeno il tanto agognato rigore della filosofia (vedi le tue dispute con Anthonyi sull'interpretazione di Marx). Quando sarà chiaro che il "non essere" corrisponde alla nostra presunta ignoranza relativa (l'ignoranza assoluta pertiene a colui che non sa che esiste l'ignoranza), la quale ha prodotto a suo tempo nella nostra mente l'unica categoria negativa che si afferma all'esistenza, allora forse cambierà il nostro modo di intendere le cose
#1782
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
08 Giugno 2021, 22:07:39 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Giugno 2021, 18:30:11 PM
Direi che prima del fondamento della conoscenza bisogna sciogliere la questione del fondamento della proprietà privata, ma questo, ne convengo, è geroglifico insolubile per l'anarchia liberale, ovvero il Mercato, che sulla proprietà privata di tutto si regge e non riconosce alcun bene comune.


O Ipazia, il fondamento della proprietà privata è la legge del più forte. Quelli che hanno i soldi, o anche l'informazione, sono semplicemente gli scimmioni più forti di una volta. Ma oltre ad essere più forti, sono oggi pure scaltri. Chi li ha contrastati? Forse all'inizio le religioni? Poi i vari intellettuali Ulisse che ormai pullulano giustamente per tutte le vie del mondo. Ma tutti questi chi sono? Sono per la maggior parte dei professionisti. I santi sono rari, anche se ci sono, però a loro non interessa nulla dei fondamenti, seguono la loro via. Tra i professionisti, vi sono professionisti più o meno sinceri e professionisti che più o meno sono inclini all'inganno. Dalle mie parti si dice che quando ti sei rotto in bocca .... .


Alla fine del post precedente avevo parlato di un tabù, si tratterebbe proprio di paura. L'uomo è un animale e fiuta i pericoli nel suo ambiente. Quando gli individui prenderanno coscienza del fondamento del proprio essere, capiterà che gli individui saranno costretti a giudicare se stessi in un modo inaudito. In altre parole: quanti scheletri abbiamo nel più profondo del nostro armadio? Solo ciascuno di noi lo sa, e solo ognuno di noi si giudicherà. Non sono certo un sostenitore degli assoluti e non riesco a concepire l'esistenza del male assoluto, pertanto, alla fine, tutti dovrebbero trovare qualche brandello di salvezza in se stessi. Alla fine il capitale. Beh, questa è in fondo la mia scommessa. Se il capitale non vuole saperne di guardare dentro all'abisso profondo mezzo metro, fatti suoi. Io gliel'avevo detto, o almeno l'ho detto agli intermediari (Ministero pubblica istruzione). Mondo di sopra, mondo di mezzo e mondo di sotto, Massimo Carminati docet
#1783
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
08 Giugno 2021, 15:54:28 PM
Qui si continua a discutere sul nulla. Si pretendono garanzie pure senza chiedersi quali garanzie stia offrendo la nostra democrazia che ormai è ridotta ad un colabrodo. Certo, c'è molta gente che se la passa bene, ma per quanto ancora? Sarei tentato di scrivere a Vasco Rossi e dirgli di aggiungere in fondo a "Gli spari sopra" nuovamente il secondo ritornello della canzone. Vorrei quindi proprio vedere cosa succederebbe senza quel debito enorme che ci permettono di contrarre. Caro Baylham, qui si parla di prefigurazioni deformate dall'ignoranza in merito al fatto che non si prenda in considerazione la forza affettivo/emotiva nel processo di aderire collettivamente ad un ideale prefissato in un futuro che sicuramente non si situerebbe certo di qui a qualche anno. Puoi anche accettare che la mia critica ad Hyde sia solo il frutto della mia magna ignoranza, ma di certo resterai nella tua/vostra altrettanto magna ignoranza fintanto che con la forza della ragione non si riuscirà a mettere l'essere umano con le spalle al muro. A distanza di quasi due mesi che vago per le stanze del forum mi rendo sempre più conto che tale problematica sia un tabù.


Chiaro sarebbe che un movimento democratico verso l'anarchia dovrebbe innanzitutto fare i conti con la materia prima di cui può disporre e dovrebbe fare i conti con i servizi che deve tenere in piedi (questi aspetti richiedono una articolazione in opposizione ai principi anarchici puri). Ma come già detto, fintanto che non viene sciolta la questione del fondamento della conoscenza, non se ne farà nulla. Intanto, se ti basta, puoi affidarti al punto di vista di Marco Follini su Mario Draghi apparso su adnkronos domenica scorsa. Se io fossi un liberale, premesso però che Follini non è Draghi, riterrei più che condivisibili le sue affermazioni. Ma purtroppo io non sono un liberale, o meglio, sono un anarchico liberale
#1784
Tematiche Filosofiche / Tutti filosofi.
08 Giugno 2021, 11:36:56 AM
Buongiorno a tutti. Dato che non riesco ancora a capire in modo chiaro se le mie idee di filosofo da bar siano più o meno condivisibili, vorrei dunque proporre a tutti voi il mio biglietto della lotteria. Le istruzioni per accedervi sono contenute in 5000 parole (35 minuti di lettura circa, ma anche meno ). Gli eventuali premi saranno distribuiti dallo stato italiano non so dove e quando. Attendo almeno un paio di vostre autorizzazioni a procedere nei modi consentiti dal Forum
#1785

Buongiorno Jacopus, tu dici che:

"Saper creare un mondo che descriva il mondo (grammatica, comprensiva di verbi e descrizione di azioni) ha come prima precondizione questa scommessa evolutiva, ovvero un cervello di gran lunga molto più efficiente di quello di ogni altra specie conosciuta"


Allora, o tu pensi che io sia in errore, o pensi che io abbia una mente più efficente. Oppure pensi che noi siamo più efficenti giacché confezioniamo dei modelli che descrivono il mondo. Per quel che riguarda il primo caso, io non ho una mente più efficente, mi sono semplicemente sbarazzato di un pregiudizio il cui paradigma si costituisce nell'affermazione ambigua che gli esseri umani siano anche degli animali. Per me gli esseri umani sono semplicemente degli animali. Di fatto, quel che io affermo corrisponderebbe in ultima analisi al fatto che noi siamo stati costretti a conoscere. Mai però, o quasi mai, ci è passato per la testa che agli "altri" non sia venuta tale smania speculativa solo perché non sufficientemente stimolati. In ogni caso un giorno vidi non so dove che un uccello aspettava che le macchine partissero da un semaforo per schiacciargli delle noci che lui andava a mettere vicino alla linea dello stop semaforico. Mica scemo, ma non è che tutti si comportino come lui. A mio modo di vedere il cibo difficilmente poteva rappresentare quel che io cercavo, ovverosia : non potrebbe essere stato il cibo a dargli una comprensione tale da maneggiare l'azione. Il cibo è cosa che si frequenta fin da quando eravamo batteri. Ci sarebbe infine bisogno di una comprensione tale da avergli fornito l'idea della segmentazione del tempo in azioni.
Dopo tu parli di prerequisiti. Una volta lessi un articolo di psico-linguistica in cui si pretendeva che la comunicazione gestuale potesse essere stata anteriore a quella fonetica. Non so dire, ma un sistema linguistico non dovrebbe necessariamente dipendere dalla voce. Mi sembra strano che tu possa sostenere un'ipotesi contraria, anche per la tua storia all'interno di questo forum, ma forse mi son fatto un'idea sbagliata.
Parli inoltre della compensazione cerebrale in casi di danneggiamento di qualcuna delle parti. Ho sentito dire che si tratta di una forma di sistema degenerato. Altro sistema degenerato sarebbe il sistema immunitario mettendo in evidenza che gemelli omozigoti rispondono anche in modi diversi alla manifestazione di una data patologia. Ci si sente