Riprendendo il filo ,tra il serio e il faceto ( e sottolineo faceto perchè avevo pensato questa amabile discussione in chiave ferragostana, leggera ma possibilmente non stupida, un pò frizzantina come un moscatello di Valdobbiadene, e invece ci si accapiglia per l'amore, con serietà, come se l'amore non fosse già una cosa troppo seria di suo...) le riflessioni di Phil e il pensiero del vecchio misogino Arthur, uomo che probabilmente venne deluso in gioventù proprio da un'abile pasticciera, che lo spinse a razionalizzare il sentimento amoroso e a ben inquadrarlo nei suoi confini biologici ( ma essendo il Sari seguace della non-dualità tra le cose, tra la materia e lo spirito, tra la castità e la fornicazione
, non trova motivo per disprezzare l'istinto sessuale che soggiace alle più nobili e ispirate scelte amorose dell'uomo, alle sue poetiche illusioni, purtroppo velocemente declinanti...ahimè e ahivoi se posso permettermelo
), mi hanno spinto a cercare un passo che ben inquadri il punto che vanamente ho cercato di instillare in voi, troppo seri e fedeli ( quasi timorosi di esporre liberamente i sogni del vostro cuore, il che mi fa sospettare la presenza dell'amabile consorte alle vostre spalle mentre scrivete, ben munita del famoso bastone nodoso per la vecchiaia, o simile manufatto, pronto a librarsi poco poeticamente sulle vostre teste se aveste l'ardire di trasgredire, anche solo un pò...). E l'ho trovato nella più ispirata musa dell'amore...chi è dite voi?...ma naturalmente la grande, immensa, da me adorata, tanto che avrei tradito volentieri qualunque fede per le sue grazie, se solo fossi vissuto nella piovosa e nebbiosa campagna inglese di fine settecento: Jane...oh! Jane...
Ora Marianne cominciava ad accorgersi che la disperazione che l'aveva assalita a sedici anni e mezzo, di non trovare mai un uomo capace di soddisfare la sua idea di perfezione, era stata avventata e ingiustificabile. Willoughby rappresentava tutto quello che la sua fantasia le aveva disegnato, in quell'ora infelice e in più lieti periodi, come capace di attirarla; e il comportamento di lui dichiarava che i suoi desideri di piacere erano vivi quanto notevoli le sue abilità...
(J.Austen- Ragione e Sentimento)
Ho evidenziato quattro punti che, da soli, potrebbero dare ispirazione ad infinite riflessioni. Quello che mi sembra più calzante per l'attuale è proprio la ricerca di qualcuno capace di soddisfare la nostra idea di perfezione e di attirarci, come fossimo pesci con l'amo del pescatore ben conficcato in bocca,e che rientra nella tipologia descritta dal filosofo tedesco, ossia che l'amato deve essere di determinata costituzione e idealmente confacente all'ideale di perfezione che ci attira.
Vedete come la letteratura e la riflessione filosofica si danno la mano e, alla fine , convergono sul punto cruciale? Tutti noi abbiamo un'idea della perfezione che cerchiamo nell'amata/to e, quando ci sembra di scorgerla nell'incrocio eterno di sguardi d'intesa, e valutata la costituzione fisica di colui/colei che ci ha fissato negli occhi ( questo avviene di solito nell'attimo successivo...ma in molti casi , soprattutto nei maschi penso, lo precede...) immediatamente cerchiamo, tentiamo disperatamente e spesso goffamente direi, di piacere all'altra/o e di mettere bene in mostra ( a guisa di pavoni) le nostre abilità , che spesso si riducono, purtroppo, nell'evidenziare quanto grosso è il nostro nuovo SUV e quanto guadagnamo con il nostro fantomatico lavoro professionale e indipendente
, ritenendo l'altra sensibile al vil denaro,e non avendo molto di meglio da saper raccontare, cosa che mai può funzionare con una donna autentica e vera, quel tipo di donna che dispera di trovare un uomo capace di soddisfare la sua idea di perfezione.
Dopo, solo dopo, aver amaramente compreso che il nostro ideale di perfezione è , per l'appunto...solo un ideale...o addirittura solo dopo aver constatato che il nostro ideale si è trasformato in una appesantita babbiona, sotto il carico gravoso degli anni e del dolore di starci accanto ( Babbiona= donna ideale rovinata dalla nostra presenza
) ci rassegnamo a parlar e scriver d'amore su forum specialistici, con la bottiglia di moscatello in mano...
A voi l'ardire di svelare i sussulti del vostro cuore...L'ideale vi tormenta ancora? O siete già al fondo della bottiglia?


Ora Marianne cominciava ad accorgersi che la disperazione che l'aveva assalita a sedici anni e mezzo, di non trovare mai un uomo capace di soddisfare la sua idea di perfezione, era stata avventata e ingiustificabile. Willoughby rappresentava tutto quello che la sua fantasia le aveva disegnato, in quell'ora infelice e in più lieti periodi, come capace di attirarla; e il comportamento di lui dichiarava che i suoi desideri di piacere erano vivi quanto notevoli le sue abilità...
(J.Austen- Ragione e Sentimento)
Ho evidenziato quattro punti che, da soli, potrebbero dare ispirazione ad infinite riflessioni. Quello che mi sembra più calzante per l'attuale è proprio la ricerca di qualcuno capace di soddisfare la nostra idea di perfezione e di attirarci, come fossimo pesci con l'amo del pescatore ben conficcato in bocca,e che rientra nella tipologia descritta dal filosofo tedesco, ossia che l'amato deve essere di determinata costituzione e idealmente confacente all'ideale di perfezione che ci attira.
Vedete come la letteratura e la riflessione filosofica si danno la mano e, alla fine , convergono sul punto cruciale? Tutti noi abbiamo un'idea della perfezione che cerchiamo nell'amata/to e, quando ci sembra di scorgerla nell'incrocio eterno di sguardi d'intesa, e valutata la costituzione fisica di colui/colei che ci ha fissato negli occhi ( questo avviene di solito nell'attimo successivo...ma in molti casi , soprattutto nei maschi penso, lo precede...) immediatamente cerchiamo, tentiamo disperatamente e spesso goffamente direi, di piacere all'altra/o e di mettere bene in mostra ( a guisa di pavoni) le nostre abilità , che spesso si riducono, purtroppo, nell'evidenziare quanto grosso è il nostro nuovo SUV e quanto guadagnamo con il nostro fantomatico lavoro professionale e indipendente

Dopo, solo dopo, aver amaramente compreso che il nostro ideale di perfezione è , per l'appunto...solo un ideale...o addirittura solo dopo aver constatato che il nostro ideale si è trasformato in una appesantita babbiona, sotto il carico gravoso degli anni e del dolore di starci accanto ( Babbiona= donna ideale rovinata dalla nostra presenza

A voi l'ardire di svelare i sussulti del vostro cuore...L'ideale vi tormenta ancora? O siete già al fondo della bottiglia?
