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Messaggi - viator

#1786
Salve nicola12 : avendo io affernato che : "Personalmente trovo che quello che i molti considerano essere il "libero arbitrio" consista - a livello umano - nella semplice illusione di possederlo"............ovvio che ritengo impossibile che le cose potessero andare diversamente da come sono andate in assenza di concreto libero arbitrio. Saluti.
#1787
Salve Sapa :

Citazione di: sapa il 13 Giugno 2020, 20:29:17 PMCiao Socrate 78, sì, io credo che il progetto divino per un bimbo che muore neonato sia quello di una vita di pochi giorni. Così come ci sono animali che vivono in poche settimane una generazione (gli insetti, quasi tutti) e piante che possono arrivare a mille e più anni di vita. Ma io sono di fatto un pagano non praticante (spero nessuno s'indigni, perchè è proprio così che mi sento, dal punto di vista trascendental-religioso), che crede nell'ineluttabilità del Fato individuale.


Scusa ma non capisco : Apri dichiarando di credere in un progetto divino, poi quindi chiudi dichiarando di credere nella ineluttabilità del Fato individuale. Ma forse che consideri Dio e Fato quali sinonimi ?

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Poi non capisco il senso del paragonare la durata di una vita umana con quella di altre specie viventi : una esistenza di pochi giorni, settimane o mesi implica certo -  biologicamente - una morte prematura per un umano ma altrettanto certamente una vita normale o esageratamente lunga per degli insetti.


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La durata convenzionale (cioè basata sul tempo meccanico) della vita biologica è variabilissima poichè appunto non c'entra una mazza con gli orologi ed i calendari, essendo basata sul metabolismo dell'organismo che stiamo esaminando. Più "veloce", "accelerato", "energetico" è il metabolismo, più "breve" sarà la vita di esso.

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Tra il colibri e l'elefante la differente lunghezza della vita è ovvia conseguenza sia delle dimensioni (nei corpi più grandi i processi organici e metabolici si svolgono più lentamente per via dei maggiori pesi da muovere (vedi lavoro cardiaco) e delle maggiori distanze da coprire tra o diversi "reparti" di un corpo.

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Quella delle dimensioni è semplicemente la veste biologica di un inesorabile principio fisico, quello della entropia. 

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Dal punto di vista esistenziale (cioè psichico) la questione non si pone invece proprio poichè la percezione del tempo - per qualsiasi organismo - è identicamente costante pur a diversità di specie e di metabolismo. Un giorno oppure 100 anni sono, per l'individuo biologico, perfettamente equivalenti poichè rappresentano il "tempo=spazio biologico" al cui interno egli deve svolgere la funzione che la natura gli ha destinato. Saluti.
#1788
Salve anthonyi. Citandoti : "Comunque se sia spirito nazionale, o tribale non lo so, il fatto sta che gli italiani le bandiere d'Italia le tirano fuori soprattutto in certe occasioni".

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Dal punto di vista dello "spirito nazionale" (che a mio parere non esiste essendo appunto l'Italia un Paese e non una Nazione.....come mi sembra pure opportuno dal punto di vista dei molti che si mettono a tremare di fronte al ricordo di certi ".....ismi") diciamo allora che l'esposizione della Bandiera quasi solo nelle circostanze "pallonare" mostra quale sia il valore emblematico nel quale il Paese si riconosce e nel quale vorrebbe esprimere la propria eccellenza : l'"ars pedatoria". Saluti.
#1789
Salve anthonyi. Ma guarda che il concetto di necessità non implica affatto quello di oggettività. Necessario è ciò che si richiede avvenga per concretare uno scopo, un effetto incluso pure quello più facoltativo, soggettivo e superficiale che si possa concepire.

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Ciò che risulta ASSOLUTAMENTE, OGGETTIVAMENTE necessario sono solo i BISOGNI (cioè ciò che tutti e ciascuno DEVONO ASSOLUTAMENTE fare per restare in vita.

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A me, ad esempio, ogni tanto il dito mignolo risulta necessario per estrarre le "caccole" dal naso. Quindi la mia era una domanda circa la asserita "necessità" del calcio professionale, non una affermazione oggettivante. Saluti.
#1790
Salve Nicola12. Il discorso sul "libero arbitrio" (comunque lo si voglia chiamare : espressione di libertà incondizionata, principio di indeterminazione, completa facoltà di volere etc:) è già stato trattato lungamente e vanamente trattato sia qui dentro che fuori di qui in teologia o filosofia.

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La limitatezza delle nostre personali capacità di conoscenza e pensiero non permettono di stabilire se esista.


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Certo la logica (la mente) dovrebbe dirci che il mondo che ci circonda contiene ed influenza le cause di tutto ciò che ci accade, inclusi gli eventi che si verificano all'interno della nostra scatola cranica, e tra questi ultimi - appunto - anche le attività, pensieri, speculazioni relativi alle nostre scelte e "volontà".


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La maggior parte delle persone però obbedisce non alla logica bensì ai propri bisogni psichici, dei quali fa parte l'insopprimibile velleità di affermare il primato di sè nei confronti di tutto il resto, perciò essi sono convinti di possedere un proprio sovrano e libero arbitrio (persino i credenti suppongono che il loro Dio li abbia dotati di "libero arbitrio responsabile", con ciò cadendo nella più elementare delle contraddizioni).

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Personalmente trovo che quello che i molti considerano essere il "libero arbitrio" consista - a livello umano - nella semplice illusione di possederlo. Saluti.
#1791
Salve Nicola12. Tu sei molto giovane. L'unico vantaggio di chi - come me - non è più giovane, consiste nel conoscere molte più cose di un giovane, anche se - beffardamente - ciò che si è imparato è ormai troppo tardi perchè possa rivelarsi utile.

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Conosci il principio "La Legge non ammette ignoranza" ?. Nessuno può conoscere tutte le Leggi in vigore in Italia (intorno alle 150.000 !!) e se l'ignoranza, la dimenticanza, la libera interpretazione delle Leggi, la mancanza di responsabilità personale fossero sufficienti per venire assolti........ovviamente la Società crollerebbe il 24 ore.

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Una cosa ò essere, sentirsi, persino il "non risultare nei fatti" responsabili di qualcosa (dal momento che tutto ha delle cause, la responsabilità diventerebbe a carico delle cause che hanno agito su di noi, quindi non personalmente nostra - ma questa sarebbe l'interpretazione FILOSOFICA, NON GIUDIZIARIA della "colpa").

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Perciò le LEGGI ed i DOVERI non devono e non possono GUARDARE IN FACCIA A NESSUNO (per essere assolti di qualsiasi responsabilità si deve entrare in un confessionale, non in un'aula di giustizia), e ciò perchè LEGGI e DOVERI devono anzitutto TUTELARE LA SOCIETA' e, solo subordinatamente, i singoli.

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Perciò il ragazzino che non conosce le tabelline sarà pure non responsabile personalmente (in coscienza, moralmente, filosoficamente) della propria ignoranza-inadeguatezza ma purtroppo risulterà SOGGETTO (quindi RESPONSABILIZZATO e COINVOLTO) agli EFFETTI e SVANTAGGI della propria ignoranza circa le tabelline che la società in cui vive gli farà subire. Saluti.
#1792
Salve anthonyi. Mi sembra di notare, all'interno dei tuoi interventi, una certa tendenza semplificatoria

Citazione di: anthonyi il 13 Giugno 2020, 07:15:54 AM
Ciao viator, le "invadenze anomale" alle quali fai riferimento sono per un gran numero di persone per nulla invadenti o anomale ((ho esordito chiarendo il concetto di invadenza (onnipresenza) e di anomalia (presenza eccessiva rispetto ad una certa normalità, la quale normalità per il calcio professionistico sarebbe quella di alcuni Paesi estranei all'Italia, e non certo quella che regna da noi - so poi benissimo che un gran numero di fanatici la quantità di calcio professionistica è sempre misera, poichè la loro ragione di vita è il tifo)), ma addirittura necessarie ((necessarie a che ? invadenza ed anomalia non escludono certo il poter includere una necessità di un fenomeno, ma consistono appunto nella superflua esagerazione di qualsiasi necessità)). Comunque il calcio è tutto quello che dici (sport, gioco e spettacolo), ma anche passione, strategia (Non dimentichiamo i milioni di potenziali CT della nazionale che all'occasione hanno sempre la soluzione giusta per farci vincere europei o mondiali),  rito (Anche se questo era più vero nel passato quando il campionato si giocava la domenica e le partite si vedevano solo allo stadio), politica (Non dimentichiamo che lo sviluppo della passione per il calcio è stato fortemente favorito da Mussolini che vedeva in essa uno strumento per canalizzare le emozioni popolari, è infatti vero che il nostro spirito nazionale si risveglia profondamente ((pazzesco ! tu lo chiami spirito nazionale, io spirito tribale poichè - al di fuori delle competizioni internazionali, esso immediatamente di frattura e polverizza a seconda dell'ambito geografico, diventando spirito regionale, provinciale, comunale, di squadra etc. etc.))  in occasione delle grandi competizioni) ((ed appunto solo di quelle)).

Saluti.
#1793
Salve Nicola12, e benvenuto. Tu hai perfettamente ragione. Il ragazzo non è responsabile INDIVIDUALMENTE (niente colpa e niente dolo) di ciò che ignora. Potrebbe esserci una responsabilità dei genitori (non sappiamo, magari essi hanno subito lo stesso percorso di ignoranza del figlio) oppure una responsabilità della scuola (difficile ritenere la scuola italiana responsabile di qualcosa di didattico, visto che essa è impegnata a gestire i postumi del '68 (assemblearismi a tutta manetta, celebrazione della resistenza, lezioni di antirazzismo, burocrazia interna, divieto di bocciare, insegnamento "di sostegno" etc. etc).

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D'altra parte, scusa, non credo che la magggioranza dei licenziati di scuola media inferiore degli ultimi vent'anni conosca le tabelline...........già da tempo tutto il sapere convenzionale è diventato superfluo poichè dappertutto (dagli 11 anni di età in avanti od anche da prima) ci si è equipaggiati con strumenti che - oltre a poter telefonare, permettono di fare i conti, le traduzioni, leggere i classici, ricavare ogni genere di informazione storica, geografica, tecnologica, politica, di gossip, guardare filmati di approfondimento culturale..............ma che vogliamo considerare i bimbi dei poveretti costretti a memorizzare qualcosa (magari per forza....magari con violenza !).

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Quindi la responsabilità dell'ignoranza infantile individuale praticamente non esiste, purtroppo però ne esisteranno le conseguenze.

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Dimenticavo : tieni presente che tra qualche anno vedremo l'abolizione del denaro contante, quindi a cosa cacchio servirebbe il saper fare di conto (per quanto riguarda la capacità di apporre una firma, l'analfabetismo di ritorno è già in uno stadio avanzato). Non ci sarà più la necessità di controllare il resto in caso di acquisti....... vivremo beati, cornuti e mazziati da chi ci farà "i conti in tasca" mentre l'unica cosa che potremo fare, diverse centinaia di volte al giorno, sarà solo "clic", "clic", "clic". Stai sereno. Salutoni.
#1794
Salve. Mi piacerebbe veder raccolti un certo numero di pareri ed umori circa quella che considero una delle due principali "invadenze anomale" - in ambito europeo - che secondo me caratterizzano la società nostrana (L'altra anomalia sarebbe - sempre secondo me - la Chiesa Cattolica).


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Premetto che per "anomala invadenza" io intendo la presenza di aspetti sociali che tendono a pervadere esageratamente la vita di una comunità, cioè la ubiquità, la frequenza, la quantità, l'importanza di certi comportamenti............in senso COMPLETAMENTE INDIPENDENTE DA OGNI GIUDIZIO DI MERITO. Quindi delle "anomale invadenze" potrebbero pure fare parte sia i pregi che i difetti che ogni altro genere di valore soggettivo.

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Parliamo quindi di calcio. Calcio professionale. Si tratta di veder chiarito - secondo me - come inquadrare tale fenomeno in riferimento alla sua eventuale utilità sociale.

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E' chiaro che il fenomeno, così ampio e coinvolgente, racchiude in sè aspetti diversi, l'utilità sociale essendo solo uno di questi.

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Io comincerei con il chiedermi-chiedervi : ma il calcio (praticato professionalmente) ...........in via prioritaria od essenziale, come andrebbe considerato, visto che di esso si parla come di uno sport (concetto che fa a pugni con le professioni) ma anche di un gioco (d'azzardo, direi, visto il giro di denaro e diverse conseguenti malefatte legati ai pronostici) ed infine rappresenta pure il re degli spettacoli di massa......?

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Per chiarire l'importanza di tali distinzioni infatti basterebbe far mente a tutte le infinite implicazioni socialpolitiche e soprattutto legislative che la diversa o variabile collocazione del fenomeno viene sicuramente a generare. Saluti.
#1795
Salve Socrate78.-----
Qualcuno potrebbe comunque risponderti che il significato della vita (anche o soprattutto spirituale) delle creature potrebbe non consistere nella misura del loro tempo biologico trascorso in mezzo a noi. In tal caso saremmo noi stessi, ed in particolare i genitori, che vorrebbero egoisticamente attribuire una durata da essi stessi desiderata al frutto della loro riproduzione.


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Se tu credi nel Dio delle religioni monoteistiche tradizionali (sembrerebbe di sì visto che poni una simile domanda) devi abbandonarti a lui senza chiederti quale sia il bene od il male umanamente interpretabile, altrimenti mancheresti della necessaria umiltà e fiducia che il fedele sincero deve possedere e dovrebbe sentire di possedere.

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Essendo io un panteista, non considero Dio una persona e quindi non mi interrogo su sue presunte volontà o capacità umanamente interpretabili. Saluti.
#1796
Salve giopap. A parte l'orribile confusione tra i concetti di razza (per molti inesistente) e quello di etnia, confusione delle quale ti faccio più vittima che responsabile, diciamo che l'antisemitismo secondo me (ma soprattuto secondo gli ebrei stessi) è veramente un affronto intollerabile, assai più dell'antigiafetismo o dell'anticamitismo (confusione per confusione, cerco anch'io di fare la mia parte, come vedi).

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Ma come, vorremmo negare o nullificare il fatto fondamentale rappresentato dalla dichiarata preferenza di Dio per gli Ebrei quali proprio Popolo Eletto ? .

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Certo un simile privilegio produce dei contraccolpi nei popoli non Eletti............ma questo è prezzo minimo che gli Eletti devono essere disposti a pagare. Saluti.
#1797
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
10 Giugno 2020, 16:58:29 PM
Salve cvc. Citandoti : "Forse l'ira si collega alla giustizia nel senso che, non esistendo una giustizia assoluta, allora significa che a qualsiasi giustizia umana manca qualcosa. E se la giustizia umana, pur essendo manchevole, si erge falsamente a giustizia assoluta, allora questa è una prevaricazione. E l'ira diventa alfiere della giustizia (ideale, "giustizia giusta") denunciando tale prevaricazione".

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Secondo me non ci siamo proprio. L'ira può essere variamente giustificata dalle circostanze, ma in sè rappresnta il modo di esprimersi di un rozzo egoismo. Nel senso che le persone iraconde per temperamento risultano anche quelle che tendono a delegare alla propria forza (se non fisica, almeno espressiva) ciò che non sanno o non possono gestire a livello ragionavole. Cioè le istanze psichiche che cercano di affermare il sè. Saluti.
#1798
Attualità / Re:Churchill era un razzista?
09 Giugno 2020, 17:02:53 PM
Salve anthonyi. Francamente non penso che il pensiero di chi ha usato la bomboletta spray e la domanda di sapa possono essere scaturiti da una qualche anedottica relativa al personaggio. E' chiaro che il primo pensa che W.C. fosse strumento ed interprete di una visione razzistica del mondo, mentre il secondo ci sta chiedendo quale è in proposito il nostro parere o quello della Storia. Saluti.
#1799
Attualità / Re:Churchill era un razzista?
09 Giugno 2020, 16:54:13 PM
Salve sapa. Ho la faccia tosta di risponderti dall'interno della mia profonda ignoranza generalizzata, quindi anche storica. Ma lo faccio perchè convinto che il quesito da te posto non richieda alcuna conoscenza fattuale circa sentimenti e comportamenti di Churchill.

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Naturalmente troveremo subito chi si affannerà nel cercare di portare prove o testimonianze storiche a favore oppure contro il presunto razzismo del personaggio indagato. Lo stesso si potrebbe fare a proposito di Napoleone o di Cristoforo Colombo, ma saranno tentativi che credo avranno - per la mia personale sensibilità - esito poco più che umoristico.


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Il razzismo è concetto culturale che gli egualitaristi-buonisti cercano di utilizzare per scardinare la credibilità sia storica che ideologica della visione del mondo dei liberisti-materialisti. Così come in Italia basta dare del fascista per delegittimare chi non la pensa come certe parti politiche, a livello planetario sarà sufficiente attribuire all'avversario la qualifica di razzista. Questo almeno nelle rozze intenzioni di chi usa una simile infantile strategia dialettico-politica.

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Non mi sembra il caso di preoccuparsi più di tanto per il destino ornamentale della statua di W.C. la quale, a quanto hai detto, è stata oggetto di attenzioni che io credo essere state puramente goliardiche. Circa poi l'interpretazione del concetto di razzismo così come viene utilizzato caso per caso, se ne è già trattato qui dentro e la mia conclusione è del tutto semplice : per evitare, sbeffeggiandole, le accuse di razzismo sarà sufficiente adottare due distinti ma combinabili comportamenti :

       
  • dare invariabilmente ragione (a parole, non necessariamente nei fatti) a tutti coloro che mostrano una carnagione di tonalità diversa dalla nostra (spettro cromatico che copra dai lapponi ai bantù), anche se costoro ti tamponano con l'automobile mentre sei fermo al semaforo rosso;
  • evitare accuratamente il termine razza (le razze, persino quelle bovine, sono una invenzione dei nazisti) ed usare, in sua vece, il termine "etnia", il quale fornisce anche il vantaggio di poter evocare esoticità culturali (oltre a risultare pure assai più "trendy").
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In questo modo chi lo voglia potrà anche andarsene in giro ululando al mondo "Io sono un etnista convinto!". Saluti
#1800
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
08 Giugno 2020, 22:21:34 PM
Salve Freedom. Tutta la mia comprensione. Resta la magra (perchè puramente filosofica) consolazione del sapere che i figli sono sempre mossi da un naturale e pure inconsapevole egoismo.

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Non saranno i genitori purtroppo ad insegnar loro. Capiranno certamente ma solamente attraverso il correre del tempo e dell'esperienza. Ciò perchè natura e meccanismi della riproduzione devono incoraggiare l'"egoismo" di chi è giovane e fertile, mentre la saggezza la natura può permettersi di riservarla solo a sè stessa, facendone a noi intravedere solo dei barlumi in età nella quale essa saggezza ormai non servirà a molto. Saluti.