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Messaggi - daniele22

#1786
Tematiche Filosofiche / La comprensione delle cose.
07 Giugno 2021, 08:49:59 AM
Buongiorno Eutidemo, spesso mattiniero. Io giudico le persone, ma se loro non mi provocano difficilmente esterno dei giudizi da condividere con altri amici. Cerco infatti di guardarmi dall'abitudine umana di cercare alleanze per farsi forza contro qualcuno. Più che un giudice potrei essere semmai un buon carabiniere, ma essendo anarcoide i carabinieri rappresentano in un certo senso per me dei nemici naturali, come del resto lo sarei io per loro. Ti chiedo: se un selvaggio che non ha mai visto una pistola azionasse il grilletto e ammazzasse qualcuno, come verrebbe giudicato? Sarebbe accusato di omicidio preterintenzionale o verrebbe assolto per incapacità di intendere e volere? Infine, non mi sembra poi tanto un non senso l'incapacità di doversi (o potersi forse) fermare prima di compiere un gesto, ovvero di non saper dominare i propri impulsi. Spero di aver chiarito quanto intendevo affermare nel mio post precedente. Buon proseguimento di giornata
#1787
Tematiche Filosofiche / Struttura e Sovrastruttura
06 Giugno 2021, 22:29:10 PM
Bonasera a tutti. In questo topic Paul11 ha tra l'altro sostenuto un errore marxiano nel voler razionalizzare economicamente l'essere umano. Poi Anthonyi ha detto che banalizzare l'intuizione marxiana del rapporto struttura sovrastruttura ad una dipendenza delle istituzioni dal sistema economico non rende onore a Marx.
In un post precedente dissi che ritenevo non importantissima la spinta luterana e calvinista, ma ritengo sicuramente importante il ruolo della religione e della scienza. Ma vi siete mai chiesti cos'è che muove l'essere umano? Immagino di sì. A muovere l'essere umano moderno è il desiderio di mettere le mani sul tempo, cosa che non viene soddisfatta dalla semplice disponibilità della materia ora e sempre, ma pure da sentimenti che hanno a che fare coi luoghi dove dimorano i morti. Noi abbiamo bisogno di sicurezza e certezza. Di certezze ve n'è poche, di sicurezza ancor meno. Sembra oggi però che il desiderio di mettere le mani sul tempo si concentri più che altro sull'esternazione di sentimenti votati più che altro alla religione della scienza, ma soprattutto ai dispositivi che la scienza produce tramite la tecnica. La scienza si unifica alle religioni trascorse con la sua pretesa di raggiungere una qualche forma di immortalità e di risolvere in tal modo la problematica del luogo dove stanno i morti. Poco conta poi se salta fuori uno smartphone o una bomba atomica. Anche gli animali stanno accorti al tempo, ma non dimostrano la nostra cocciuta insistenza a dominarlo. Praticamente ci facciamo togliere il sogno ingenuo di un mondo come lo vorremmo. Se a qualcuno piace questo mondo si affidi pure alla struttura che va di moda oggi. Che è la stessa che presiede tutti gli animali, solo che gli animali non hanno quella trave che ci benda la mente; non gli occhi, la mente. In ogni caso, per chi voglia rispondere a questo post, si faccia ragione di rispondere prima al mio post del 29 maggio in carico a "Critica della storia della filosofia"
#1788
Citazione di: Jacopus il 05 Giugno 2021, 17:43:42 PM


Questa ipotesi è molto interessante. Quando nelle conversazioni quotidiane si dichiara scherzosamente che ognuno è ciò che mangia, o ciò che fa, o ciò che pensa, o ciò che dice, quella dichiarazione non è lontana dalla verità. L'opposizione ad una dichiarazione del genere deriva dalla scissione fra un mondo "alto" delle idee e un mondo "basso" delle passioni. In realtà idee e passioni sono inscindibili, così come inscindibile è ciò che il cervello pensa e ciò che il corpo fa: la loro scissione fu uno stratagemma di Cartesio per svincolarci dall'abbraccio soffocante delle religioni in ancien regime.
Quella divisione fra "braccio" e "mente" è una disposizione mentale appropriata anche per la divisione del lavoro, per la definizione dei popoli e per la costruzione dell'identità di genere (per secoli si è detto che vi erano popoli più razionali e logici e popoli emotivi, e per millenni le emozioni sono state riservate alle donne, mentre il calcolo apparteneva agli uomini).


Ti dirò Jacopus che quando penso alla storia di Adamo ed Eva, sarei propenso a pensare che fu l'uomo ad essere formato (o ad essersi formato) estraendone il corpo dall'essere che partoriva se stesso.
Per quel che riguarda comunicazioni istintive mi ha colpito come possano riconoscersi certe specie di pinguini. Gli studi sui pinguini sembrano all'oggi gettare anche nuove luci sul loro linguaggio/comportamento.
Proseguo a questo punto condividendo una seconda intuizione già meno fantasiosa della prima.
Ciò accadde quando vidi all'improvviso senza pensarci una formula inusuale dell'incipit del vangelo di Giovanni.
Vidi cioè la parola "Dio" come "ciò che ignoro". Da quel momento cominciai a pensare al verbo in senso grammaticale e all'azione. La mia domanda era a quel punto: come ha fatto l'essere umano a maneggiare i verbi e le azioni?
#1789
Tematiche Spirituali / Re:Riflessioni sul suicidio.
06 Giugno 2021, 14:07:23 PM
Citazione di: Kobayashi il 05 Giugno 2021, 17:10:16 PM
Daniele22, "Kobayashi" è un cognome abbastanza comune in Giappone. L'ho adottato molto prima che iniziassi a frequentare questo forum. Non vuole essere in alcun modo il segno di una mia "specializzazione" sull'Oriente.


C'è un brano nell'ultima opera di Sarah Kane, scritta poco prima di uccidersi, in cui racconta come una mattina, bevendo caffè nero amaro e fumando una sigaretta, riconosce all'improvviso, in una nuvola di vecchio tabacco quell'odore di medicinale dell'ospedale psichiatrico in cui era stata ricoverata, e così, dice, una ferita si riapre e da essa sgorga un dolore oscuro, ripugnante, un dolore pieno di vergogna.

È questo tipo di fragilità che mi sembra avere attinenza con il suicidio.


Ciao Kobayaschi, mi sono pronunciato sul mio ipotetico suicidio solo perché ritengo ozioso pronunciarmi oltre. Però ora mi pronuncio. Nel momento in cui mi rendo conto che una persona potrebbe anche suicidarsi per ammazzare spiritualmente un'altra persona, ritengo di non dover o voler commentare i suicidi delle persone
#1790
Tematiche Filosofiche / Struttura e Sovrastruttura
05 Giugno 2021, 18:03:19 PM
Citazione di: paul11 il 04 Giugno 2021, 19:31:44 PM
Marx dice alcune cose ben importanti, che la struttura produttiva, il luogo dove si produce ricchezza, tende a trasformare la sovrastruttura, che è divenuto il luogo della ridistribuzione della ricchezza in termini di fisco, assistenza e previdenza nel Novecento fino a noi.


Ciao Paul11, penso anch'io che il protestantesimo e poi il calvinismo abbiano inciso, ma non più di tanto. Se Marx ha detto quello che tu dici, l'ha forse fatto criticando la ricchezza in quanto surplus di lavoro da gestire, ma sarebbe stato più corretto se avesse detto che la struttura produttiva è il luogo dove si produce innanzitutto il risultato del lavoro, e non  quindi della ricchezza. E forse per questo riuscì a fare un'aspra critica all'anarchia. Giusta sarebbe invece la concezione che la struttura produce una sovrastruttura attraverso un fenomeno simile a quello di cui parlo nel post numero 4 all'interno del Topic "Ermafroditismo e linguaggio"
#1791
Citazione di: viator il 05 Giugno 2021, 15:31:23 PM
Non servirà a nulla ma faccio ugualmente una precisazione : daniele22 e jacopus esordiscono parlando di linguaggio mentre invece - volendo trattare delle origini biologiche della comunicazione, come suggerito - mi pare - da daniele22............bisognerebbe appunto riferirsi alla COMUNICAZIONE.


Il linguaggio altro non è che l'insieme delle lingue parlate dall'umanità. Cioè un insieme di convenzioni fonetiche strutturate NON ISTINTIVE. Al di fuori della umanità esiste ed è esistita la comunicazione, la quale rappresenta l'insieme dei messaggi fonetici, auditivi o di altro genere emessi o captabili dai sensi.



La comunicazione include (per gli umani) il linguaggio, mentre fischi, bramiti, ululati, segnali chimici, frinii, sibilii, dimenar di code, digrignar di denti e migliaia di altre tipologie di segnalazioni istintuali (risalenti magari alla trasformazione degli ermafroditi in sessuati ipotizzata da daniele 22) sono manifestazioni di origine ben precedente a qualsiasi linguaggio.



A questo punto noto solamente che spesso si legge del trattare di cose attualmente umane........saltellando allegramente tra i milioni di anni che separano le loro remote origini da quella che viene trattata come nostra invenzione e scoperta di appena l'altro ieri. Saluti.


Viator, il Topic da me proposto evidenzia la prima intuizione che direzionò altre mie ricerche, inconsapevole però del fatto che stessi ricercando qualcosa. Semplicemente continuavo la mia vita di sempre assecondando curiosità che da sempre cercavo di soddisfare, però da quel momento iniziai a direzionarle un po' di più. Ricerche quindi dal sapore sempre casuale però in certa misura più direzionate verso la lingua.
Una di queste ricerche, che in realtà erano solo speculazioni mentali più che consultazioni di testi, mi portò a considerare il linguaggio come sinonimo di comportamento. Il paradigma di tale affermazione si può sintetizzare con l'affermazione che un individuo nel suo muoversi nel mondo manifesti un suo linguaggio specifico che di sicuro ha a che fare con le sue esternazioni linguistiche, ma innanzitutto col suo carattere così come lo percepiscono gli altri percependo appunto le sue modalità comportamentali più frequenti di fronte a certe problematiche emergenti di volta in volta nella quotidianità. A questo punto il linguaggio appare come manifestazione di sè stessi a prescindere da una precisa volontà di comunicare qualcosa. Parla con un artista della funzione dell'opera d'arte e ne sentirai finché vuoi.
Da quanto detto è chiaro che mi pongo in netta opposizione con quanto dici. A volte viator ho come la sensazione che tu porga apposta il fianco per direzionarmi.
Citandoti:
"Il linguaggio altro non è che l'insieme delle lingue parlate dall'umanità. Cioè un insieme di convenzioni fonetiche strutturate NON ISTINTIVE. Al di fuori della umanità esiste ed è esistita la comunicazione, la quale rappresenta l'insieme dei messaggi fonetici, auditivi o di altro genere emessi o captabili dai sensi."

Immagino quindi, anche leggendo il paragrafo successivo, che tu distingua tra lingua ed esternazioni istintive (sarebbero quelle che tu chiami "comunicazioni").
A parte che mi sembra acclarato che vi siano specie che parlano tra loro, ti sei mai chiesto che quando tu ti muovi nel mondo lasci ineluttabilmente delle informazioni che possono essere interpretate da altri (umani e non)?
Dopo parli della lingua come ad un sistema convenzionale di segni. Pensavo che questa posizione fosse stata superata. A mio giudizio la trasmissione del significato di un gesto o di un suono si fonda sul fatto che tali segnalazioni vengano colte al volo, non quindi attraverso una convenzione. Ti faccio un esempio: non so se ricordi quando in parlamento avevano il vizio di votare schiacciando i bottoni anche dei parlamentari assenti (informazioni lasciate ineluttabilmente che possono essere interpretate da altri). La pratica era in uso, e accettata anche con fastidio. Tanto andarono le cose che il fastidio salì al punto tale che un giorno qualcuno perse le staffe e si scagliò contro i "pianisti" (incubazione e manifestazione). Tutti capirono che si trattava di chi spensieratamente perseverava in quella pratica illecita e non dei suonatori di pianoforte. Volendo, in questo fenomeno puoi scorgere la dinamica struttura/sovrastruttura.
Ti concedo il mio saltellare tranquillamente tra i milioni di anni, e di fatto anche Jacopus parla di ipotesi ardita, ma quella fu per me in effetti la prima intuizione che mi portò poi a sciogliere la questione della lingua umana. Quell'intuizione ancor oggi non mi è chiarissima. Ho voluto solo condividerla per vedere dove possa portare

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#1792
Buon sabato a tutti. Una intuizione che ebbi mi suggerì l'idea che il linguaggio tra viventi in generale possa costituirsi come una deriva dovuta alla comparsa di specie sessuate rispetto all'organismo ermafrodita. In questo senso, lo scambio di informazione tra organismi sessuati rifletterebbe un anelito al reciproco riconoscimento. Rifletterebbe contestualmente una mancanza presente all'interno dell'individuo sessuato che renderebbe necessaria in tal modo una forma di linguaggio
#1793
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
04 Giugno 2021, 18:09:34 PM
Citazione di: viator il 04 Giugno 2021, 17:01:12 PM
Salve daniele22. Citandoti : "Devo allora pensare ancora male, come tra l'altro ho già fatto quando vi accusai di essere dei pavidi o dei giornalisti sicuramente poco competenti di filosofia?"
Nooooooooooooooooooooooooooooo...............per pietà..............ti prego!!..........dammi pure del pavido. del cacasotto, del candeggiatore da strapazzo...............MA DEL GIORNALISTA........NOOO!!!.

Sai qual'è la mia definizione di giornalista ?......... "QUEL PROFESSIONISTA DELLA COMUNICAZIONE LA CUI CAPACITA' E VOLONTA' DI INFORMARE E' ESATTAMENTE UGUALE ALLA CAPACITA' E VOLONTA' DI DEFORMARE, DI DISINFORMARE, DI OMETTERE O DI DESCRIVERE FANTASIOSAMENTE". Saluti.


Ad essere sincero ti accuso solo di essere sincero, dato che tempo fa hai detto a qualcuno che era importante non capirsi troppo bene ai fini della sopravvivenza del forum. Ritengo che il forum possa ancora vivere, escludendo però le tematiche filosofiche che, a mio giudizio, dovrebbero scomparire per quanto riguarda l'impianto teorico (intendo con teoria ciò che dovrebbe poi reggere una prassi armonizzante con quella teoria).
Cmq, a mio giudizio, qualche buon giornalista c'è (non so se all'interno del forum), però forse intuisce (da buon animale) che la rivelazione del fondamento della conoscenza possa togliergli la sedia di sotto al deretano. Però questa opinione non formulata dagli eventuali giornalisti corrisponde per me a pura fantasia. Di fatto, così come l'ipotetica conversione all'anarchia dovrebbe corrispondere ad un processo che non si realizzerebbe nel giro di almeno una o due generazioni, altrettanto tutte le nostre abitudini non potrebbero cessare dall'oggi al domani (sopravvivenza del forum garantita per almeno per un bel po' di tempo). Un'altra cosa ancora: mutatis mutandis. Nel momento in cui hai ammesso che mente e psiche debbono considerarsi unite, forse ci sarà qualche altra tua conoscenza da risistemare in merito a ciò. Saluti
#1794
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
04 Giugno 2021, 15:42:48 PM
Citazione di: Kobayashi il 04 Giugno 2021, 10:54:22 AM

In questo Topic più che di suicidio finora si è parlato di eutanasia e martirio...
Per questo tema, come non mai, vale la regola che si può conoscere solo ciò che si ama.
Dunque è richiesta una certa affinità per le tenebre.
Come preparazione ad essa il consiglio è dimenticare gli antichi e lasciarsi sprofondare nei labirinti di Van Gogh, A. Artaud, Sylvia Plath, Sarah Kane, Edgar Allan Poe, Lovencraft, Strindberg...


Non sono proprio d'accordo con te. Chiaro che io ho parlato del mio suicidio potenziale anche conformemente alle mie paure. Mica posso sapere per quale motivo si suicidano gli altri, anche se a volte azzardo delle ipotesi. Il nome che usi è quello di un pilota di formula 1 e anche il nome di un poeta. E' cmq un nome orientale. Per quel poco che so dell'oriente estremo non mi sembra possibile che essi conoscano solo ciò che amano. Resto infatti del parere che si conosce solo ciò che si fa
#1795
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
04 Giugno 2021, 15:23:17 PM
Citazione di: viator il 04 Giugno 2021, 13:39:39 PM
Salve InVerno. Citandoti : "Ha preso correttamente la palla al balzo Iano, sul solco della mia metafora, parlando di  "rotatorie", cioè giochi sociali analogici, all'interno dei quali ognuno è libero non di aderire ad un etica, ma di coltivare una propria, pur seguendo una manciata di semplici regole, le più semplici e meno arbitrarie possibili".

Già da sempre ciascuno - giunto alla cosiddetta "età della ragione", ha in tasca la propria etica. Poi vedrà che uso farne (privato, intimo, di cerchia) piuttosto che pubblico, sbandierato, esibito, vantato. L'etica E' SEMPRE PERFETTAMENTE ARBITRARIA poichè è costituita dai valori e dai comportamenti individuali del singolo. Qui siamo alla solita imperitura confusione con la MORALE.


Ma è concetto così difficile da assimilare quello che porta a definire il comportamente di un affamato che rubi del cibo come comportamento ETICO (correttamente volto a soddisfare un bisogno fondamentale............), IMMORALE (..............facendolo in modi socialmente riprovevoli............), ed ILLEGALE (..................violando le Leggi generate dalla MORALE SOCIALE) ??.


Sinchè si continuerà a confondere l'ETICA con la POLITICA................ penso che i topic come questo avranno un luminoso avvenire, anche perchè continuamente sciacquati da tonnellate di candeggina (lo sbiancante degli idealisti). Salutoni.


Non entro o viator nell'ambito della tua discussione con InVerno, limitandomi a dire che l'etica individuale pur essendo arbitraria rispetto a leggi esteriori, non è certo arbitraria rispetto a leggi interiori. Se io reputo ingiusto uccidere un animale, lo faccio assecondando un codice interno che evidentemente discosta dal codice interno di un cacciatore. Ma nel momento in cui il cacciatore mi dice che lui, essendo soprattutto carnivoro, si sente legittimato a uccidere un animale, potrò cmq condividere con lui altri valori. Infine, non vi sarebbe una scelta giusta o sbagliata per interpretare la vita, a meno che uno non abbia una certezza condivisa rispetto alla morte per cui sostenga che è giusto comportarsi in un certo modo poiché questo ci darà il successo nel momento in cui si affronti il passaggio dalla vita alla morte.


Ti ricordo cmq che il topic in questione l'hai aperto tu estrapolando una mia opinione all'interno di un'altra discussione. Senza pensar male, le tonnellate di candeggina le versi tu e tutti quelli che al tuo pari si oppongono in modo assurdo a che venga fatta luce sul fondamento della conoscenza. In ogni caso nessuno ha ancora detto nulla sulla mia critica alla storia della filosofia che giace ormai quasi dimenticata dal 29 maggio. Sarei quasi tentato di rimetterla in vista magari autocitandomi. Ipazia sostiene ambiguamente che sono paradossalmente ignorante. La sua battuta infatti ha fatto certamente gioco con l'avverbio che io avevo usato per dire una data cosa, nondimeno mi son chiesto a cosa possa corrispondere una ignoranza paradossale. In ogni caso in seguito ho pure detto che mi si ridicolizzi pure avvertendo però che si corre il rischio di essere da me ridicolizzati. Forse che a qualcuno manca il coraggio? Dopo un mese che frequento questo forum mi sembra che siate molto coraggiosi a lanciar strali. Devo allora pensare ancora male, come tra l'altro ho già fatto quando vi accusai di essere dei pavidi o dei giornalisti sicuramente poco competenti di filosofia?
#1796
Riviste le mie posizioni, ribadisco che l'uomo è un animale e non anche un animale. Non metto certo in dubbio l'efficenza umana, ma la sua deficenza.
#1797
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
04 Giugno 2021, 10:32:35 AM
Penso che ci siano delle persone che già si muovono in modo quasi anarchico, ovvero ostentando una bandiera per qualcosa da ottenere, però non confido molto nel loro successo, giacché alla fine questo è ciò che conta. In ogni caso ci sono e sono le sardine, giustamente spietate nel loro giudizio dopo essersi intrufolate nella loro ultima offensiva tra i corridoi del PD
#1798
Tematiche Filosofiche / Struttura e Sovrastruttura
04 Giugno 2021, 09:40:00 AM
Citazione di: Ipazia il 28 Maggio 2021, 11:32:26 AM
Citazione di: baylham il 28 Maggio 2021, 09:26:01 AM
Che il calvinismo sia scarsamente influente, una sovrastruttura appunto, è dimostrato dal fatto che il capitalismo e presente e diffuso in paesi che hanno religioni e culture diverse.
La struttura del capitalismo ha la sua infrastruttura nella biologia.
L'analisi di Marx è decisamente migliore di quella di Weber: è principalmente l'ideologia economica, quindi la struttura economica, ad influenzare l'ideologia religiosa. L'ideologia economica  ha influenzato l'ideologia religiosa cristiana, dando origine al calvinismo, che infatti è assai distante dal cristianesimo originale. Inoltre, a dimostrazione ulteriore della forza dell'ideologia economica, il "comunismo" cristiano delle origini è totalmente fallito alla prova dei fatti.
Condivido la replica a Jacopus. Quanto pesi la struttura materiale di una società ce lo sta dimostrando pure l'attuale rivoluzione tecnologica coi suoi pesanti condizionamenti a livello antropologico. Le infrastrutture le ha inventate l'homo sapiens ed indubbiamente si radicano nella natura, ma anche la viabilità si evolve e prima o poi ci si renderà conto che esiste anche la parte cooperativa e non solo quella accaparratrice nella socialità umana. Le fatidiche "contraddizioni del capitalismo" ce lo rammentano quotidianamente. Se non si possono chiedere miracoli alle sovrastrutture ideologiche, è sempre percorribile la soluzione di una diversa infrastrutturazione dell'universo antropologico.


O Ipazia, di sicuro tu conosci Weber e Marx meglio di me, siendo che per me son solo poco più di due nomi. Per conto mio però le tue argomentazioni sono viziate dal pensare che le infrastrutture siano state inventate laddove secondo me si sono imposte attraverso un uso inconsapevole della legge del più forte. Ovverosia, le infrastrutture si sono affermate inconsapevolmente nel passaggio dalla legge del più forte alla legge del più forte e contestualmente del più astuto. Se guardi i poemi omerici, non potrebbero essere letti alla luce di tale paradigma?
Nell'Iliade c'è già il coacervo dell'astuzia proprio quando viene chiesto a Diomede di scegliersi un compagno per la sua missione nel campo dei troiani. Egli infatti, per suo stesso dire, sceglie Ulisse perché sa usare la mente meglio di tutti. Ma nonostante questo episodio non si può certo considerare l'Iliade un poema dedicato all'intelligenza. Nell'Odissea appare invece l'esaltazione della potenza dell'astuzia sempre però accompagnata dalla valenza della forza fisica, vista e considerata tale valenza dall'essere Ulisse anche un potente guerriero.
#1799
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
04 Giugno 2021, 08:53:18 AM
E' già da molto tempo che mi chiedo se avrei mai il coraggio di suicidarmi. Tale momento per ora non è ancor giunto. In ogni caso sono propenso a pensare che l'ipotesi del mio suicidio dovrebbe configurarsi nello specifico ambito delle decisioni da prendere in funzione della mia salute fisica. Mi riferisco nella fattispecie alle considerazioni di Junger nel suo "der waldgang" (trattato del ribelle) quando dice che è senz'altro giusto curarsi, ma che a un certo punto una persona dovrebbe pure mettere da parte la mondanità e dedicarsi ad altre attenzioni
#1800
Citazione di: Eutidemo il 03 Giugno 2021, 14:10:49 PM
Ciao Iano. :)
Virgilio scrisse: "Felix qui potuit rerum cognoscere causas" (Virgilio, Georgiche, lI, 489); e, in effetti, per comprendere davvero qualcosa, è necessario comprendere l'effettiva "catena delle cause" che l'ha generata.
Il che vale in particolar modo per le azioni umane.
***
Ad esempio:
a)
L'art. 85 comma 1° c.p.,  stabilisce, giustamente, che nessuno può essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non aveva la capacità di intendere e di volere; ed infatti, in tale ipotesi, la "causa" del fatto non è da imputare al soggetto, in quanto incapace, per cui tale fatto non è criminoso.
b)
L'art.87 c.p., però, stabilisce che l'art.85 cp non si applica a chi si è premeditatamente messo nello stato di incapacità di intendere o di volere al fine di commettere un reato o di prepararsi una scusa; in tal caso, infatti, definito "actio libera in causa", la "causa" del fatto criminoso,  non è da imputare alla incapacità del soggetto, bensì alla sua precedente libera e consapevole scelta di procurarsi a bella posta tale stato di incapacità.
***
Per cui, in base al principio "causa causae est causa causati", e, cioè, risalendo nella "concatenazione" delle cause, si può meglio comprendere la natura del fatto; e, cioè, se sia da considerarsi criminoso o meno.
***
Un saluto :)
***


Certo che il nostro c.p. è ben strano.
Che l'incapacità di volere o di dovere possa essere messa in discussione mi sembra cosa lecita. Per quel che mi riguarda sarebbe infatti la incapacità di dovere quella di cui si dovrebbe parlare. Di fatto se uno ammazza una persona, la capacità di intendere ce l'avrebbe di sicuro, anche se lo facesse durante un episodio di sonnambulismo. Dicasi lo stesso per il volere proprio perché se riesce a farlo significa che ha messo in pratica la sua capacità di intendere. Si potrebbe imputare all'imputato che abbia capito male, ma qui si ritorna al testo di Brecht "L'eccezione e la regola". In quel caso il padrone che ammazzò lo schiavo fu assolto