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Messaggi - Sariputra

#1786
Proprio ieri sera guardavo , insieme con mia figlia, il film "Exodus-dei e re" di Ridley Scott. Le scene più terribili sono quelle che illustrano le piaghe che colpiscono l'Egitto pagano ,  inflessibile nel non voler concedere al popolo ebraico la libertà. Dopo l'ultima e più terribile, l'uccisione da parte dell'angelo sterminatore di tutti i bimbi primogeniti, il faraone, pure lui colpito dal lutto, pone a un Mosè impietrito e poco convinto della strategia perseguita dal "Capo", la domanda diretta, con il bimbo cadavere in braccio: "Ma il tuo dio è un assassino di bambini?. 
Subito dopo la fine del film, collegandomi al sito di  Repubblica,cominciavano ad arrivare le prime notizie da Nizza. L'ennesimo adoratore di un dio aveva seminato morte e terrore tra gente inerme. Si parlava già di molte vittime tra i bambini. Questa mattina la foto di un telo che copriva un corpicino e vicino una bambola attonita.
Ora  sappiamo tutti che le famose piaghe d'Egitto furono probabilmente delle calamità naturali che sconvolsero la regione . Quello che fa riflettere, amaramente secondo me, è la constatazione che , gli ignoti autori sacerdotali del libro dell'Esodo, ritenessero plausibile che una divinità adottasse tattiche terroristiche per ottenere un risultato storico-politico.
Infatti cosa c'è di diverso tra il terrorizzare la popolazione egiziana in maniera atroce e truculenta e l'intenzione dei fondamentalisti islamici di terrorizzarci macabramente per ottenere dai governi "occidentali" la resa di fronte alla loro intenzione di prendere il potere politico negli stati arabi? Qual'è il filo che, attraversando i millenni e la storia, lega i corpi irrigiditi dei bimbi egiziani, nel racconto epico-religioso ebraico, e i corpi dei bimbi stesi sull'asfalto in riva al mare?
Mia figlia, alla fine della visione del film, è rimasta un pò in silenzio. Poi mi ha chiesto:" Tu credi che, se Dio è buono, può aver fatto queste cose orribili? Mi sono diventati più simpatici gli egiziani che non gli ebrei...". Non ho saputo che dirgli:" Cosa ti dice il tuo cuore? ". Ha riflettuto un pò e poi: "No...non è possibile. Sono tutte invenzione degli uomini, che sono cattivi e pieni di odio...".
#1787
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
13 Luglio 2016, 09:24:53 AM
Citazione di: davintro il 13 Luglio 2016, 00:29:00 AMRispondo a Sgiombo: Eppure la possibilità stessa del pentimento presuppone implicitamente una verità fondamentale: la persona non coincide con le sua azioni. Se coincidesse con esse il pentimento non sarebbe possibile. Io mi pento delle mie azioni a partire da uno scarto, da un'ulteriorità del mio essere profondo rispetto al comportamento esteriore, la cui osservazione è insufficiente a decifrare compiutamente la profondità dell'animo. E in nome di questo scarto posso pentirmi, posso cioè distaccarmi dalle azioni di cui mi pento, ne prendo le distanze e posso farlo perchè la persona che ora è pentita non è più lo stesso tipo di persona che ha commesso quelle azioni in passato. Il pentimento è già di per sè superamento. E non è assurdo e insensato che io desideri subire un male, che va al di là del minimo necessario sufficiente a rimediare i danni prodotti dalle azioni passate, da rivolgere alla persona che sono ora, pentita, che non è più la persona che ha commesso quelle azioni? Il tipo di persona che ha commesso il male dopo il pentimento non esiste più, è passata, trascesa. Questo è il principio che ritengo molto valido e condivisibile riassumibile nella formula classica "punire il peccato non il peccatore" Con questo non voglio certo negare la possibilità di comportamenti autopunitivi connessi con il pentimento (io stesso sono un tipo che si arrabbia molto con se stesso per gli errori che commette...), solo li ammetto come possibili effetti collaterali di quest'ultimi, non necessari oltre che inutili, irrazionali (in nome della mia personale accezione di giustizia che certo non tutti condividono) e credo, anche psicologicamente poco salubri in riferiemento alla serenità ed equilibrio interiore della persona

Mi sembra si sovrastimino le capacità di cambiamento interiore che la "sensazione-riflessione" pentimento possono operare concretamente in noi. Non sono nemmeno molto convinto che bisogna fare distinzione tra peccato e peccatore. Noi non siamo "Altro" dai nostri atti. I nostri atti (interiori ed esteriori) ci costituiscono, sono "noi stessi". Non c'è uno spettatore occulto, puro e immacolato, che osserva l'azione ( la famosa anima). C'è consapevolezza ,che è l'elemento-senso della mente, la  quale lavora-dipende dagli altri cinque sensi. Proprio perchè siamo un tutt'uno con le nostre azione, ne siamo costituiti, assume un'enorme importanza l'atto riparatore che agisce attivamente in noi, trasformandoci in senso positivo. Essere un'unica realtà con le nostre azioni permette l'opera di ricostruzione in noi. Guai a pensare ad una sorta di sdoppiamento (coscienza immacolata opposta ad azione spregevole). Questo tipo di riflessione, a mio parere, ci può tentare a ripetere l'atto negativo se si presenta l'occasione, mossa dal nostro egoismo. "Ho fatto del male e me ne sono amaramente pentito, ma questo è troppo, non posso sopportarlo, devo agire..." e si ricade nel danno..."Chiederò perdono a Dio, ma devo farlo...". Per arrivare a "So che quello che sto facendo è male, ma non resisto, devo placare la mia rabbia , il mio odio, altrimenti mi sembra di impazzire...chiederò perdono, Dio mi comprende, capisce i miei limiti, sicuramente mi perdonerà, anche Lui si arrabbiava...". Il pentimento, che è consapevolezza del male fatto, non mi mette al riparo, se non opero per cambiare le motivazioni che mi hanno spinto ad agire in maniera malvagia. Quel ragazzo del veronese che una decina di anni orsono ha trucidato i suoi genitori, liberato per buona condotta e perchè sinceramente pentito (e in effetti, leggendo le sue lettere dimostrava un vero, autentico pentimento) appena ritrovatosi nella società ha cominciato a minacciare le sorelle sopravvissute alla strage, per avere denaro, per far fronte alle necessità della vita libera, fino al nuovo internamento in una comunità. Sicuramente si pentirà nuovamente di aver minacciato le sorelle, chiederà perdono...ma poi? Non comprendere le motivazioni del proprio agire lo faranno purtroppo ricadere nella possibilità di rinnovare il danno. E per poter comprendere non c'è che l'azione riparatrice ( che comporta un enorme sacrificio).
Nemmeno si può dire:"Vabbeh...ma quello non era pentimento, fingeva...".  Questo sì sarebbe un giudizio davvero arbitrario, da parte nostra...
Quale potrebbe essere un'azione riparatrice in un caso simile? "Ho ucciso i miei vecchi..." potrebbe riflettere "...ora mi prenderò cura di vecchi abbandonati. Andrò in un ospizio ogni giorno ad imboccare le persone sole e abbandonate da tutti. Sarà terribile, mi sputeranno forse addosso, ma io resisterò al desiderio di fuggire da tutto questo..."
Siamo poi sicuri che dietro al pentimento , ancorchè sincero, non si nasconda un sottile inganno della mente per auto-assolversi?
#1788
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
13 Luglio 2016, 00:18:36 AM
Citazione di: Phil il 12 Luglio 2016, 16:27:25 PM
Citazione di: Sariputra il 11 Luglio 2016, 22:20:22 PMil camminare continuo della coscienza e il famoso karma è proprio questo movimento incessante. Un'azione veramente malvagia ha un influsso terribile sulla coscienza, indipendentemente dal fatto di esserne consapevoli. Questa ruota priva di perno ( amore) non smette di girare e operare nefasta influenza in noi semplicemente perchè , con un impulso interiore, effimero, riteniamo di esserci pentiti. [...] Non è possibile alcuna matematica del karma, nè alcuna accumulazione di meriti. Solo quando, nel sonno, i demoni che abbiamo generato, piano piano, non verranno più a farci visita, capiremo che la ruota ha esaurito l'energia che la muoveva.
Direi che i due temi del topic, il pentimento e l'espiazione, si conciliano più con il cristianesimo che con il buddhismo: in un ottica karmica, quindi deterministicamente causale, il pentimento gioca un ruolo molto marginale rispetto all'effettività delle azioni compiute (sarebbe improponibile una pratica della "confessione" nel buddhismo) e talvolta viene persino considerato uno dei "cinque ostacoli" innati (nivarana) per l'illuminazione (è quello chiamato kukkucca); mentre l'espiazione non è decidibile o praticabile a scelta, ma è semplicemente la "naturale" conseguenza, l'effetto ineluttabile dell'azione che l'ha causata (rimando al quinto capitolo dell'Abhidhamma per la questione della reincarnazione come espiazione...) Per cui il legame pentimento/espiazione, per come è inteso occidentalmente/cristianamente non credo possa attecchire adeguatamente nella catena causale del karma, anche se resta sempre possibile coniugare le due prospettive con una bella immagine sincretica, come quella da te proposta, in cui l'amore cristiano diventa perno della ruota del karma induista...

Infatti se , per esempio, sostituiamo le parole Pentimento ed Espiazione con "Danno" e "Riparazione" mi sembra di poter meglio interpretare questo passaggio e dargli una spiegazione "Kammica". E' sempre l'atto che ha valenza riparatrice. Spesso questo atto rimane una possibilità riservata solamente al soggetto del misfatto e non dà possibilita di riparare il danno causato alla vittima. La riparazione necessita di un atto che vada a contrapporsi agli effetti karmici provocati dal danno. Questa sorta di pragmatismo interiore ("Ho fatto un danno e adesso IO devo ripararlo) mette in moto uno sviluppo positivo, in primis per se stessi e poi, di conseguenza, per quelli che ci circondano.La volontà di riparare è fondamentale, più che la stessa messa in opera . Possono mancare le forze, i mezzi, le possibilità di riparare il torto fatto, ma la presenza della volontà di farlo è gia un'azione kammica virtuosa e foriera di sviluppi positivi per sè e per gli altri.
"Ho ucciso un essere vivente. Adesso come posso riparare?" mi sembra la domanda giusta da porsi. 
"Ho ucciso un essere vivente.Oh! Come mi sento triste, abbattuto, se potessi tornare indientro di sicuro non lo rifarei..." questo permette di sperare di non commettere, nel futuro, nuovamente questo atto che mi procura sofferenza, ma non sana, non ripara per l'appunto, lo sviluppo kammico dell'atto già compiuto.
Non voglio assolutamente affermare che il pentimento non serva, sia inutile.  Magari fossimo capaci tutti di vero pentimento! Quanto dolore e sofferenza si potrebbe evitare per il futuro...
Ma , dopo la nascita nel cuore di questo nobile sentimento, non si può semplicemente restarsene a rimirarlo e magari compiacersene...pensando che "tutto sia finito così".
Gli effetti dell'atto negativo ritornano, non ti lasciano, ti incupiscono, se li rimuovi ti svuotano lentamente della tua sensibilità umana. Devi ricostruire le fondamenta su cui poggia la tua anima. Espiare diventa proprio quest'opera lavorativa. Un'opera umile, meglio se nascosta, magari derisa dalla società (venire derisi dalla società indica che si è sulla strada giusta...) . Può essere un cammino interiore, oppure esteriore , o sia interno che esterno a sé. Può essere compiuto nella solitudine di una cella se è il caso. Mi sembra che anche la più piccola cosa , se fatta con amore, non mancherà di manifestarsi nel nostro animo con tutta la sua forza. Se la ruota del karma negativo gira veloce , ben più forte si sviluppa quella positiva. Ogni piccolo atto di bene può avere sviluppi inconcepibili...
#1789
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
11 Luglio 2016, 22:20:22 PM
Citazione di: Phil il 11 Luglio 2016, 18:36:10 PM
Citazione di: Sariputra il 11 Luglio 2016, 17:37:50 PMla Croce è il momento del sacrificio dell'uomo Gesù di Nazareth, non del Dio consustanziale al Cristo. I infatti dirà: "Perchè mi hai abbandonato?..."
Ovviamente (per chi crede) la "sostanza divina" non poteva morire (ecco perché c'è "l'abbandono"); tuttavia qui non è il colpevole che espia le sue colpe: il colpevole è l'umanità, eppure è solo Gesù a perire; per questo è l'espiazione-senza-pentimento per antonomasia: ad espiare è il senza-colpa, mentre il vero colpevole nemmeno si pente...
Citazione di: Sariputra il 11 Luglio 2016, 17:37:50 PMPer me stesso espio la mia colpa. Il sentimento del pentimento non è affatto sufficiente, come non è affatto sufficiente provare un sentimento d'amore per dire di amare veramente
Chiaramente l'amore è un sentimento "estroverso": si alimenta anche di vissuti sociali, o almeno di coppia... a differenza di sentimenti "introversi" come appunto il pentimento, l'invidia, la tristezza, l'ammirazione, la nostalgia... che, secondo me, non necessitano di essere estroflessi per essere "completi"...
Citazione di: Sariputra il 11 Luglio 2016, 17:37:50 PMUna donna che magari si prende cura amorevole di un bimbo abbandonato, dopo magari aver abbandonato il suo per paura dell'avvenire, compie un nobile atto d'espiazione ( senza necessariamente sbandierarlo ad alcuno...).
Questo esempio lo leggerei così (nella mia prospettiva): la donna era già pentita pienamente della sua scelta, così che quando si è presentata un'occasione di "riprendere" ciò che si era pentita di aver perso, ha saputo giovarsene... ma se anche non avesse accolto il nuovo bambino, non potrei dedurre che il suo pentimento non fosse già compiuto e autentico...  
Citazione di: Sariputra il 11 Luglio 2016, 17:37:50 PMvediamo che l'azione negativa (karma negativo) si può sanare solo mettendo in moto l'azione positiva opposta ( karma positivo)
Non saprei se il karma positivo di una scelta-azione sia necessariamente l'espiazione o la contro-azione di quello negativo di una scelta-azione collegata: se ogni azione è causa della rispettiva conseguenza (positiva o negativa), il rimediare-espiare è da intendere nell'intera catena dell'agire umano, e non solo relativamente al caso singolo particolare: colpa del fatto x -> karma negativo / pentimento-espiazione del fatto x -> karma positivo... alla fine, per la reincarnazione o la sua cessazione, conta il "karma totale" (che brutta espressione, neanche parlassimo di contabilità!); sbaglio?


Se il male è essenzialmente Assenza (d'amore) , il pentimento non può risolversi in una semplice sensazione interiore, ma deve operare per colmare quell' assenza. L'amore (anche verso se stessi malfattori) è la prima pietra da posare sulla strada della ri-nascita. Quindi, per me, l'espiazione è essenzialmente un cammino d'amore , una via che non deve soddisfare la sete di giustizia esterna a sè , ma il profondo bisogno interiore di colmare l'abisso creato da quel vuoto d'amore da dove è sorta la colpa. La rinascita non è qualcosa che avviene dopo la morte fisica e il disfacimento dell'organismo ma il camminare continuo della coscienza e il famoso karma è proprio questo movimento incessante. Un'azione veramente malvagia ha un influsso terribile sulla coscienza, indipendentemente dal fatto di esserne consapevoli. Questa ruota priva di perno ( amore) non smette di girare e operare nefasta influenza in noi semplicemente perchè , con un impulso interiore, effimero, riteniamo di esserci pentiti.
L'unico modo di rallentare prima e poi arrestare il suo movimento ,che si nutre  della nostra desolata autocommiserazione e autogiustificazione, è quello di mettere in moto una forza che si oppone a queste ombre, a queste piaghe interiori. Non è possibile alcuna matematica del karma, nè alcuna accumulazione di meriti. Solo quando,  nel sonno, i demoni che abbiamo generato, piano piano, non verranno più a farci visita, capiremo che la ruota ha esaurito l'energia che la muoveva.
« Il mio atto è il mio bene, il mio atto è la mia eredità, il mio atto è la matrice che mi ha generato, il mio atto è la razza cui appartengo, il mio atto è il mio rifugio. »
(Anguttara Nikàya, trad. David-Neel, Le Bouddhisme, p. 152.)
#1790
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
11 Luglio 2016, 17:37:50 PM
@ Phil
Cristo, vero Dio e Vero Uomo, assume su di sè tutte le colpe del mondo. L'innocente viene lordato dai peccati dei molti, di tutti. E la Croce è il momento del sacrificio dell'uomo Gesù di Nazareth, non del Dio consustanziale al Cristo. I infatti dirà: "Perchè mi hai abbandonato?..." Paolo lo definirà il nuovo Adamo. "Come a causa di un uomo il peccato è penetrato nel mondo, così per il sacrificio di un uomo..."
L'espiazione non è solo un atto pubblico; prima di ogni cosa è un atto personale. Per me stesso espio la mia colpa. Il sentimento del pentimento non è affatto sufficiente, come non è affatto sufficiente provare un sentimento d'amore per dire di amare veramente. Solo con l'atto d'amore dimostri d'amare e solo con un atto di sacrificio personale dimostri la tua intenzione di risollevarti dalla caduta.
Non è per forza la galera o la gogna pubblica. Una donna che magari si prende cura amorevole di un bimbo abbandonato, dopo magari aver abbandonato il suo per paura dell'avvenire, compie un nobile atto d'espiazione ( senza necessariamente sbandierarlo ad alcuno...).
Sto cercando di inquadrarlo all'interno dell'etica giudaico-cristiana. Ma anche se spostiamo la prospettiva, per esempio, a quella orientale vediamo che l'azione negativa (karma negativo) si può sanare solo mettendo in moto l'azione positiva opposta ( karma positivo). C'è una comune universalità dei valori etici basilari.
#1791
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
11 Luglio 2016, 09:32:08 AM
@ Phil
Deve essere sempre presente una componente di sacrificio nell'espiazione di una colpa.  Dare dei biglietti omaggio o dei gadgets ad una persona offesa non comporta certo un grosso sacrificio dal punto di vista personale. Diventa quasi una forma pubblicitaria che innalza il colpevole, che invece deve abbassare la testa...Dal punto di vista cristiano abbiamo la simbologia della Croce. Nell'atto del supremo sacrificio il Cristo realizza l'espiazione del peccato del mondo. Sacrificio di purificazione che diventa rito di propiziazione. Espiando si placa l'ira della divinità. L'espiazione, il concetto che sta alla base del termine greco Ιλασμος, si può intendere come lo sforzo umano di trarre dalla propria parte la potenza misteriosa e spesso funesta della divinità ,adirata per le nostre mancanze e in particolare per il nostro mancato ( o finto) pentimento. Solo espiando si dimostra tangibilmente il nostro sincero ravvedimento che altrimenti rimane un impulso interiore, una riflessione che, come tutte le riflessioni, muta, si trasforma con il passare del tempo e degli anni della nostra vita, arrivando persino a rimuovere inconsciamente in noi il ricordo stesso del male compiuto. Conosciamo bene gli inganni della nostra mente e come sia sempre pronta ad autogiustificarsi, a trovare validissimi motivi ( per lei...) per autoassolversi. L'espiazione va contro proprio ai desideri della mente ( "passi da me questo calice...") che rischia di escogitare e mettere in scena il "pentimento" proprio per non sacrificarsi, per non espiare, per non uscire dal proprio sè narcisistico che si alimenta proprio dalla "sensazione" del pentimento. Che inganno!...
Raskolnikov infatti è sinceramente pentito del male commesso, del duplice omicidio. A cosa serve espiare se è già sicuro di essere pentito , si chiede il giovane...ma è proprio Sonja ( il Cristo...) a chiedergli di uscire da questo inganno, di abbracciare l'espiazione per poter essere di nuovo vivo nella resurrezione. A cosa serviva morire atrocemente sulla Croce se il Cristo aveva già compreso e assunto in sè tutto il male e il dolore del mondo? Non bastava questa intima certezza, questa convinzione? Invece no...
#1792
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
10 Luglio 2016, 23:57:55 PM
@ Phil scrive:
A farla breve, secondo me, il pentimento è inverificabile...


Beh...se una persona chiede di espiare una colpa  non ti sembra una dimostrazione di pentimento?
#1793
Tematiche Spirituali / Re:pentimento ed espiazione
10 Luglio 2016, 22:05:40 PM
Il legame profondo tra il pentimento e l'espiazione viene mirabilmente sviluppato da quell'immenso narratore che è F.M.Dostoevskij in uno dei suoi grandi capolavori: "Delitto e Castigo".
Il protagonista, lo studente idealista Raskolnikov, dopo il brutale omicidio di una vecchia usuraia e la di lei serva, una donna inerme e pure ritardata mentalmente, matura, tra una febbre interiore e l'altra, la decisione di costituirsi e confessare il crimine. E' vero che ormai il cerchio si sta stringendo su di lui ma, al di là dei sospetti, nessuna prova può incastralo...Sarà l'incontro con la povera Sonja ( rimando al vecchio forum...) a farlo precipitare in se stesso , nella sua dimensione più umana, più autentica. Sonja come immagine, presenza del Cristo che accompagna la "discesa agli inferi" del pentito. E' proprio in questo annientamento della volontà nell'espiazione che può nascere l'"uomo nuovo". Il pentimento diventa così il primo passo verso la resurrezione, verso il rientrare in sè che abbraccia il proprio passato per superarlo e lasciarlo andare...Dostoevskij fa intendere che è nell'amore autentico che può esserci vera espiazione e vero pentimento. Da autore profondamente cristiano lo vede in una Bibbia che Sonja legge ogni giorno al carcerato Raskolnikov; una lettura che, come un balsamo, lenisce e sana lentamente, goccia a goccia, la rabbia profonda che è stata il motore primo della colpa commessa.
L'espiazione diventa una necessità per ritrovarsi e dovrebbe, come giustamente scrivi, essere accettata non con semplice, umana rassegnazione ma con spirito di sfida verso se stessi, per poter ri-nascere, per dare un senso alla parola pentimento.
#1794
Citazione di: Jean il 06 Luglio 2016, 09:08:32 AMCaro Sari, ultimamente ti sei dato troppo da fare... il lavoro di magazziniere dal Gianni e poi la gestione del bar... d'accordo, attività virtuali ma sempre attività, come lo fu l'infinita discussione sul credere con Duc... davvero impegnativa, visto che non molla mai... Scherzi a parte, avevo intuito che ti stesse accadendo qualcosa e per quello che questo limitato medium permette ti sono vicino (in questo momento anche nella connessione...) sapendo cosa significhi veder la realtà del corpo andar da una parte e la mente non poter far nulla, solo attendere (io son più vergognino di te, pensa che neppure chi mi vive accanto conosce le mie reali condizioni... che dire, siam tutti così diversi...). Penso che la mente, la coscienza, l'ego... insomma quel senso di presenza in noi sia in qualche modo un alieno che ne abita il corpo, un software che ad un punto si implementa eseguendo il compito assegnato, scrivere la propria pagina nella grande narrazione umana. Costringendo (per dire) tutte le cellule che compongono l'organismo a farlo "girare", alla stregua di un hardware... Ma quando la realtà organica manifesta i propri (naturali, ahinoi) squilibri... non c'è software che tenga... stand by... La terrificante attualità che richiami... un'amica nel frequentare un affollato supermercato incontra due indiani (o bengalesi, chissà) con una grossa borsa nera e il primo pensiero è stato "adesso si fanno esplodere, moriremo tutti..." e per un attimo chiude gli occhi, quasi a prepararsi... ormai siamo a questo punto, conviene lasciare una lettera in cucina, nel caso (la mia c'è da un bel po'...). Sulla m... come non ricordare il grande G. https://www.youtube.com/watch?v=Nw3BrtWfMAY (interessanti anche i commenti)   cordialmente Jean

Caro Jean

Sei pazzo a consigliare la visione del filmato di Gaber ad un povero essere inadeguato in preda alle coliche renali? Non lo conoscevo proprio e mi sono sbellicato dalle risate ma...ad ogni risata rispondeva un dolore di panza orribile ( hai mai notato come ogni sensazione trovi nascita o rispondenza nel ventre? E poi dicono che non siamo, sostanzialmente, un tubo digerente...).
Inconsciamente vuoi forse vedermi soffrire?... Gelosia perchè ti ho soffiato la Vania forse?... :)
#1795
Citazione di: Jean il 05 Luglio 2016, 22:28:57 PMCit. Sariputra:@ Eutidemo Dopo molto rimuginare e disseppellire ricordi ( nelle domeniche di pioggia cosa c'è di più malinconicamente dolce?...) rieccomi a sfidarti con una nuova possibilità. E se invece la vita come noi la conosciamo fosse solo un esperimento (malriuscito invero...) di una specie pre-esistente a noi e sviluppatasi proprio su questo pianeta o altro a noi vicino (Marte? Venere?...Ah le cronache marziane...)? Specie che potrebbe esistere ancora (i famosi avvistamenti) oppure che si è estinta o, ipotesi da brivido, è in mezzo a noi e tu potresti essere uno di Loro . O potrei esserlo io?... 8)  Caro Sari, questa possibilità non ha riscosso l'attenzione che meritava pur essendo tra quelle più dotate di documentazione storica. Il buon paul11 non dev'essersi accorto del tuo intervento, al quale forse avrebbe risposto come nel pregevole excursus in "non chiamatela religione", a cui rimando gli interessati. Naturalmente ogni documentazione richiede d'essere interpretata, cosa che non si può pretendere da una discussione in un forum, dove al più va presentata (e con semplici ricerche chiunque può trovare materiale in quantità) in attesa di confrontarsi con le altre per misurarne il peso specifico relativo, trovando la bilancia che possa omogeneamente parametrare categorie diverse. Vorrei permettermi di consigliare (vivamente ::) ) all'amico paul11 di aprire una discussione su tali argomenti, per non disperdere in troppi rivoli le sue conoscenze e riflessioni in merito, così che si possa intervenire nello specifico e man mano ampliare l'analisi del materiale che verrà inserito. Riguardo la presente discussione, anche qui un cantiere aperto (ormai ho adottato la definizione di Giona...) nel quale ho cercato di piazzare, a buon prezzo... un fantasmagorico macchinario elaborato dall'amico Andrea, che se in funzione avrebbe permesso di creare ogni forma in-ed-extra terrestre ci fosse venuta in mente... non male l'opzione creativa pur se virtuale... ma i confini tra reale e virtuale (aderisco all'opinione di Andrea... se non va tutto a catafascio...) son destinati nel tempo a sfumar come i colori dell'arcobaleno, che non si può dir dove cominci uno e termini un altro... o, detto attraverso la prosa del grande William Shakespeare ne La tempesta (postata da paul in "nuit etoilée" e grandemente apprezzata, almeno da me): Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni e da un sogno è coronata la nostra breve vita. ... concordi? Cordialmente Jean

Caro jean

In questi giorni intervengo poco perchè non sto molto bene. Dei sassolini ( poco virtuali...) si sono messi in testa di uscire da quel luogo protetto in cui si trovavano e dove vivacchiavano silenti...
Ti rispondo quindi tenendomi la panza con una mano...e massaggiandomi in attesa che il Toradol mi ottenebri il cervello donandomi poi qualche ora di pace...
Che il virtuale e il reale tendano sempre più a sfumare sembra una facile previsione. Penso però che siamo ancora parecchio lontani da una civiltà in cui la tecnica e la scienza risolveranno "quasi" tutti i nostri problemi. Basta ammalarsi seriamente per scoprire che tutto quello che scrivono sui vari siti di medicina sono baggianate belle grosse. La realtà dell'esistenza fisica è ancora estremamente dolorosa...e mentre ti contorci in preda ad una colica non riesci ad immergerti nella contemplazione mistica del tuo nuovo smartphone e delle sue infinite app...provare per credere!!
Se poi ti capita che, nel frattempo che ti contorci e che saresti pur disposto a mettere un'ipoteca sulla tua anima, a favore di quei diavolacci che il buon Giona non dimentica di ricordarci, purchè il dolore ti lasci, si intasa pure il lavello della cucina...
L'uomo intasato, lo scarico pure, l'anima dileguata...gli extraterrestri molto lontani...
Se poi penso che giovani interconnessi, benestanti e capaci, si divertono a sgozzare donne incinte inermi...mi chiedo: ma la fantomatica era digitale, quest'era di meraviglioso  progresso, siamo proprio sicuri che vada verso il futuro o invece si manifesterà in pieno quello che già si comincia ad intuire? Ossia che ci rispedirà tutti in un nuovo medioevo ? Fatto di barbarie meravigliosamente condivise da tutti , digitalizzate , abbellite e lavorate con applicazioni all'uopo. Perchè, quando ormai hai provato tutte le sensazioni possibili e immaginabili,  vorrai infine approdare a quella estrema: uccidere, massacrare, mutilare, semplicemente per sentire che cosa si prova...per affermare sempre Lui, la bestia che abbiamo dentro, l'Ego...
La tecnica permette all'ego umano di espandersi sempre più, nel suo delirio di onnipotenza, di poter-fare-ogni-cosa-che-desidera . In pratica di essere come Dio...
Ma poi il fetore che esce dalla fossa biologica intasata ti ricorda che, social o non social, sempre con la m..... hai a che fare!
#1796
Perchè ho come la sensazione che l'intera discussione, più che "virtuale" sia...surreale??
#1797
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
29 Giugno 2016, 08:43:47 AM
Una delle cose intriganti nel leggere esperienze e ricordi  di qualcuno è che ci richiamano immediatamente alla mente le nostre personali vicissitudini.
Immaginandomi Acquario che , presumibilmente dall'alto in basso, difende il suo operato davanti al vietnamita ( o di Singapore) suo nuovo datore di lavoro, inutilmente,e condividendo la sua personale conclusione, mi è tornato vivo il ricordo di qualcosa di analogo.
Un trentennio fa, quando al mondo rimaneva ancora una briciola di speranza, giovanissimo pittore di ceramiche e manufatti artigianali, trovai una specie di lavoro da un italiano verace e IGP. Era un armadio d'uomo che io, ragazzino ansioso , osservavo al contrario ( cioè dal basso in alto).  Simili esemplari si portano sempre appresso un'immancabile arpia di moglie, vera padrona del vapore che, seppur minuta e nevrotica, usava il colossale marito come personale zerbino. I soggetti misero subito in chiaro che, non fidandosi punto della mia giovane età e dubitando del mio talento, mi avrebbero pagato un tanto al pezzo ( si dice a cottimo?...). Preso dal demone ( questo sì vero...) della necessità dovetti accettare l'imposizione che sconfinava nell'illegalità. Mi misero al tavolo con una famigliola che scendeva dai monti, tutti insieme con un'unica auto, per guadagnarsi da vivere. Una donna sciupata, sua figlia obesa e il fratello di lei, un cinquantenne malandato  e probabilmente non con tutte le fascine legate...
Era una famiglia piena di calore e umanità e che , in quei primi giorni, cercava in tutti i modi di aiutarmi nell'"entrare" nel nuovo lavoro. Lavoravo il più velocemente possibile, affannosamente, un pezzo dopo l'altro, un bancale dopo l'altro. Man mano che la catasta diminuiva...ecco sopraggiungerne un'altra!  Una teoria infinita di cachepotte che bisognava rifinire con l'oro liquido.
Dopo qualche giorno la donna con cui lavoravo ( e che sospetto mi avesse preso in benevolenza anche perchè mi vedeva, in un futuro,  mano nella mano con la sua figliola...) mi confidò, davanti all'amara constatazione che  avrei dovuto lavorare dieci ore al giorno per guadagnare quello che un operaio in regola percepiva in un paio d'ore, che loro, pure pagati un tanto al pezzo, lavoravano in tre per guadagnare la paga di uno!!
Al che , dopo quindici giorni di corsa sfiancante, con il polso dolorante, mi sono fiondato in ufficio per rassegnare nobilmente le mie dimissioni dall'incarico . Scoprii allora che non puoi dimetterti se...nessuno ti ha mai assunto. E se poi nessuno ti ha assunto...chi dovrebbe pagarti quei quindici giorni di duro lavoro?... Morale della favola: ho regalato quindici giorni della mia vita alla coppia di onesti datori di lavoro italiani ( e sottolineo italiani...). :'(
Fu allora che decisi di mettermi in proprio...
#1798
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
28 Giugno 2016, 11:50:21 AM
Da quando ho preso la gestione del Krshna bar mi sembra che le mie motivazioni vadano a scendere inarrestabili. In questi giorni di sole , per l'arrivo dei turisti sulla spiaggia, qualche avventore in più fa capolino nel locale. Poca roba s'intende...sufficiente però a mettermi in agitazione. Ogni persona che entra è per me quasi motivo di terrore...non ridete!...Osservando le loro espressioni, immagino cosa vorranno ordinare e...io temo sempre di non poterli soddisfare. Cosa ordineranno ora quei due? Mi chiedo. Ecco due arcigne zitelle che pretenderanno il cappuccio bollente, solo bollente, da ustionarsi la lingua . La macchina del caffè , comprata usata, non riscalda molto l'acqua...e allora protesteranno e mi verrà di prenderle a male parole ma, in realtà, saranno loro a sfogare su di me tutto il loro rancore verso la vita. Poi entreranno le ragazze discinte, biondine e dall'aria tedesca, tutte risa e motteggi e allora, probabilmente, mi rovescerò addosso la coca cola ghiacciata...tra le risate generali...che goffaggine! Dio, come sono inadeguato...e sì che, con loro, vorrei sembrare un vero barman; un tipo deciso, sicuro, adeguato...invece , dall'agitazione di sbagliare e nel tentativo di ricordare le ordinazioni, la mano destra comincia a tremarmi leggermente...sempre per quel problema d'ansia...mentre la sinistra gesticola per i fatti suoi.
Ieri poi sono entrati due tipi, anzi ora che ci penso erano in tre, che si sono seduti su due tavoli distinti. Mentre li servivo respirando profondamente, per alleggerire la tensione che provavo, uno che mi sembra  veniva chiamato Paul, un tipo serio , compito, direi adeguato,  parlava di come certa gente butti via una vita passata insieme per il capriccio di mettersi con una ragazza, magari trent'anni più giovane. Trovava questa cosa incomprensibile, inaccettabile...e aveva  ragione,  ragione senz'altro...L'altro, un certo Phil, mi sembra, ma non ne sono sicuro, ascoltava  distratto osservando il terzo avventore che, imbronciato, se ne stava seduto solo in un altro tavolo...Questi, dall'età indefinibile, ruotava torvo lo sguardo sulle statue che adornano il bar e, in particolare, sulla nuova che raffigura Krshna e le due gopi. Mi sembrava di scorgere come...un'insofferenza, uno scherno malcelato, un senso di fastidio.
Aveva posato sul tavolo un libro di poesie e un altro con in copertina proprio una statua, rossa mi pareva. Una statua indiana, ora ricordo.
Ora,,,dovete sapere che Vania ha come un sesto senso per queste cose. Tanto che quasi mi sto convincendo sia davvero una gopi, come si definisce lei, magari in una vita passata, lontana.
E' entrata sorridente per portarmi aiuto ed io...ho sentito come una brezza lieve che ripuliva lo specchio enorme appeso dietro il banco. La polvere, mista a sabbia leggera depositatasi, si dileguava così che, pensai, non c'era alcuna necessità di ripulirlo. Lo specchio riflette tutte le statue del locale, creando, specialmente alla sera, un gioco di prospettive incantevole.
La mia giovane aiutante si è avvicinata al tavolo dei due distinti signori e ha iniziato con loro una divertente discussione...non so di cosa parlassero invero, ma come sorridevano!...Quello chiamato Paul si era come illuminato e seguiva Vania con lo sguardo, uno sguardo pieno di tenerezza, ma non solo...Dovete sapere che la Vania è veramente affascinante. Difficile resisterle, soprattutto se ti senti molto solo, incompreso, inadeguato nell'amore. I suoi occhi penetranti ti scrutano fin dentro l'anima. Sembrano dirti: puoi dire quello che vuoi ma io so di che cosa hai veramente bisogno...

Nell'articolata simbologia teologica hindū, Rādhā rappresenta la totale devozione per Dio, Kṛṣṇa, e l'abbandono, amoroso e incondizionato, a lui (prema bhakti), sentimento che, nella visione viṣṇuita, rappresenta il più alto principio dell'intero universo. Tale forma di abbandono amoroso è governato dalla potenza del "piacere" (s.m.hlādinī) spirituale e trascendente. In questo senso, per alcune teologie la stessa Rādhā è una manifestazione di Dio, Kṛṣṇa, ovvero della sua potenza quando egli intende manifestare il "piacere", e tale manifestazione va intesa come atemporale.
L'amore spirituale di Rādhā verso Kṛṣṇa, ma adultero nei confronti del proprio marito terreno, viene reso come la metafora dell'amore più elevato, perché solo l'amore tra gli amanti che nulla si devono l'un l'altro, a differenza di quello coniugale mediato per mezzo di un accordo, è inteso come il più puro..

La natura di Vania la porta a sentirsi una crocerossina dell'amore. Questa cosa sconvolge di gelosia la Maddalena, divisa tra l'amore per il marito e quello per la giovane. La più grande delle mie gopi...ma cosa sto dicendo? Questa cosa mi sta facendo impazzire ...non trova pace. Solo quando siamo uniti, lontani dal mondo, una pace vera si insinua tra noi e allora ci divertiamo con i nostri giochi...
Tante volte ho tentato di dipingere gli occhi scuri di Vania. Ne sono anch'io come stregato...inutilmente. Nessuna pennellata può cogliere quella profondità che sembra venire da un passato insondabile...
Se lei, sorridente, ti guarda diritto negli occhi...tutte le tue certezze vacillano, le tue convinzioni arretrano, il tuo passato svanisce...
Anche quel tipo, quel Paul, ora lo sentiva. Sentiva quella magia, quell'incantesimo che solo la pura giovinezza può esercitare..

.« "Di nuvole soffice il cielo, le foreste scure d'alberi di tamāla
di notte lui ha paura: e tu Rādhā, accompagnalo a questa dimora!".
Così agli ordini di Nanda trionfano sulla riva della Yamunā gli amori segreti
di Rādhā e di Mādhava giunti all'albero della pergola lungo il sentiero. »
(Jayadeva, Gitāgovinda)

Sarei anch'io perduto per sempre se un amore ancora più grande non si ponesse come antidoto a questo inebriarsi. Se un amore forgiato nel dolore non mi ricordasse ogni ora la verità della mia inadeguatezza. Però signori...però...una profonda fitta al centro del petto mi ha assalito quando...ho visto quel tale annotarsi il numero di telefono della mia Vania...della mia piccola Radha...
E , dalle finestre spalancate, fine sabbiolina si posava sulle statue e sullo specchio...
#1799
Tematiche Spirituali / Re:Lo specchio della verità.
22 Giugno 2016, 22:11:33 PM
                                               Lo specchio caduto dalle mani racchiuse e andato in frantumi,
                                               raccoglie un pezzetto di Dio e ognuno sostiene
                                               che è lì tutta la verità.
 Se variamo il soggetto della frase, sembra cambiare completamente il senso . Rumi pone la verità stretta , racchiusa nelle mani di Dio. Parla da uomo di fede. Semplicemente rimescolando la frase sembra che la verità stia invece tutta nel cuore dell'uomo, che però la fa sempre cadere (vuole farla cadere perchè troppo dolorosa da trattenere?...), La grandezza della verità appare insostenibile per l'uomo. La grandezza di TUTTA la verità. Un pezzetto di specchio però è possibile trattenerlo. Un pezzetto non può mostrarci l'intero nostro volto...
Ma, se diamo un altro giro al caleidoscopio, un significato diverso appare...
                                               
#1800
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
21 Giugno 2016, 10:53:15 AM
Ho trovato pubblicata sul forum una pagina del diario di mia figlia V. La cosa , sulle prime, mi ha sconvolto...la ragazzina evidentemente, come fa sempre, ha voluto farmi uno scherzo, una burla...poi, pensandoci bene, ho capito che ha voluto farmi intendere qualcosa...una cosa seria, molto seria...come tutti i genitori io non la ascolto veramente, me la immagino solo mia figlia. Proietto su di lei la mia inadeguatezza, le mie aspettative, in ultima forse quella sorda tristezza che tentiamo tutti di nascondere.
Pensavo di farle un regalo, una cosa gradita, con questo viaggio da premio di fine anno scolastico...perchè dovete sapere, non per vantarmi ma solo per  un pò di sano orgoglio paterno...concedetemi almeno questo...che la ragazzina è brava, molto brava e attenta a scuola e io ne sono oltremodo colpito perchè per lei non è facile tutto questo...le prove che si sforza di superare sono ben maggiori di quelle che io stesso ho vissuto in gioventù...ma questa è un'altra storia...
Questa mattina mi alzo e mi accingo a preparare il mio solito caffè napoletano e...cosa non trovo sul tavolo!...Un enorme mazzo di ortensie rosa.
Ora, dovete sapere che nel piccolo parco che circonda casa nostra, tra il muro ad est e la roggia che lo delimita, in quel fazzoletto di terreno coperto di muschio per l'umidità che il corso d'acqua insinua, cresce rigogliosa un'enorme magnolia. Il luogo è così fresco che, in questi giorni in cui fa capolino l'estate, il mio vecchio padre, trova giovamento alle sue difficoltà respiratorie e si rifugia per sfuggire l'afa delle ore più calde. Cosa c'entrano le ortensie, dite?...Un attimo di pazienza,signori...non siate sempre così ansiosi di tornare ai vostri impegni, ai vostri affari...ascoltate questa storia inutile. Spesso l'inutilità è una porta che apre il cuore...perchè sogghignate adesso?...
Tra la maestosa magnolia e il muro di casa trova l'ambiente ideale un grande cespuglio di ortensie. Lo chiamo impropriamente cespuglio perchè la mia inadeguatezza di potatore tale lo ha ridotto...
Il terreno umido gli è così propizio che , in questi giorni, un poema di fiori enormi lo sovrasta. Proprio enormi, più grandi della mia zucca vuota, un'esplosione di rosa tra il verde intenso delle grandi foglie.
I rami della magnolia stessa sembrano inchinarsi per proteggere queste meraviglie, per tenerle al fresco dell'ombra, per tentare di salvarle dal decadimento...
Come sapete, le ortensie sono fiori particolari. Sembrano un unico fiore quando in realtà sono composti da una moltitudine di piccoli fiorellini, che si abbracciano l'un l'altro. Trovo sempre commovente osservare questa loro amicizia, questo partecipare di un comune destino...
Una volta recisi questi fiori , lentamente, cambiano colore, prima un tenue viola li incornicia, poi un pallido azzurro sormontato di grigio...così che non rimangono mai uguali; ogni giorno ne potete ammirare come...un mazzo sempre nuovo...sempre fresco.

Così come l'ultimo verde nelle tavolozze dei colori
queste foglie sono vecchie, appiattite e ruvide,
dietro le ombrella dei fiori che non possiedono
un loro blu, ma lo riflettono solo da lontano.

Lo riflettono opaco ed impreciso,
come se volessero di nuovo perderlo,
e come nell'antica carta da lettere blu
in loro c'è il giallo, il viola e il griggio;

scolorito come un grembiule da bambino
non più portato, a cui non accade più niente:
come si percepisce la brevità di una piccola vita.

Ma all'improvviso il blu sembra rinnovarsi
in una delle ombrelle e si vede un blu
commuovente contento dinnanzi al verde.

Rainer Maria Rilke- Ortensia Blu

Dovete sapere che raramente, quando non deve andare a scuola, riesco ad alzare la mia figliola dal letto prima delle nove o delle dieci del mattino...è una cosa che mi fa contrariare molto. Capisco che non dovrei concederle quest'ozio vacanziero ma, come tutti i padri, sono particolarmente indulgente con lei, sbagliando...lo so che è sbagliato signori, non guardatemi con quell'aria di riprovazione...
Questa mattina invece, appena tornati dal lungo viaggio, senza far alcun rumore, si è alzata ed è uscita in giardino a raccogliere questo mazzo di ortensie. Ha trovato un vaso di vetro e ha disposto i grandi fiori rosa con molto gusto...quasi con vena artistica. Al risveglio me la sono trovata in cucina sorridente...il buon caffè era già pronto. Lei armeggiava, come al solito, con il suo cellulare...
-Finalmente c'è il sole questa mattina!- mi ha detto...
-Andiamo a passeggiare insieme...in valle?-
Osservavo il suo volto diviso in due dalla luce del sole che entrava dalla finestra spalancata e ...le ho detto di sì con tutto il cuore...quel poco di cuore che mi è rimasto...
-Lo sai papi che le ortensie si possono far seccare e poi possiamo colorarle con le bombolette spray? Potremmo spruzzarle tutte d'oro...ti va? E poi possiamo utilizzarle a Natale. Riempiamo tutta la cucina!-
Lo squillo del campanello mi ha sorpreso. Maddalena e Vania, come al solito, erano arrivate...ma non mi sono precipitato ad aprire...questa mattina di luce volevo solamente stare con mia figlia.