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Messaggi - green demetr

#1786
Tematiche Filosofiche / Re:Anima Mundi
07 Ottobre 2020, 21:54:45 PM
Viator tu intendi dire che l'anima mundi è la natura, in fondo, o sbaglio?


In effetti l'essere umano si dà come forma, forma formata però secondo il concetto di Mondo.


Cioè mancherebbe un pensiero o una opinione su che informa chi o cosa.


Altrimenti se fosse la Natura la semplice relazione del mondo con se stesso, si chiamerebbe appunto Mondo e non Natura.


Voglio dire che l'anima ben lungi dall'essere la natura è invece il suo spirito informatore.


Ci sarebbe nell'approfondimento religioso anche una scala di spiriti che informano altri spiriti.


Ecco per inciso l'anima mundi non esiste in quanta l'anima come testimonia il maestro Dante è sempre individuale.


Ecco perchè la fede come afferma Lady Joan Marie (benvenut) è sempre una questione del singolo e mai del Mondo.


L'anima mundi sarebbe per così dire la Natura, intesa proprio come gli antichi la intendevano natura naturans, ossia un vivente che spira sul'uomo, ma non l'informa. E' sempre l'uomo che informa la natura.


Altrimenti non ci sarebbe morale.
#1787
cit phil
"tale motivo-causa, anche se trovato e verificato, sarà sempre "antropocentricamente" prospettico, ovvero epistemico, ovvero @green demetr non "realmente" ontologico, salvo intendere per ontologia il suddetto saper fatto dall'uomo e dalle sue categorie per funzionare nella sua realtà, non qualcosa di assoluto."

Ciò però contraddirebbe quello che affermavi qui:

"per fondarci un'ontologia che funziona, interagendo ed alterando il mondo circostante."
[/size]
In cui stai parlando dell'oggetto (i pixel in particolare).[/size]

Tu stesso cioè ammetti che il pixel oggetto alteri il mondo che circonda, ossia quello saputo.[/size]

Ma tale conoscenza avviene solo dopo che hai riconosciuto quell'oggetto.

Dunque l'oggetto viene prima del sapere. Naturalmente la conoscenza dell'oggetto stesso è funzionale alla fondazione dell'episteme da cui partire.

Ora dire che l'episteme è fuori dal discorso sull'assoluto, è corretto, ma rimane da chiarire il rapporto fra questo oggetto particolare e l'assoluto.

Di certo non è la funzionalità, se intendi che quello oggetto sia reale.

La funzionalità arriva sempre dopo no? Viene prima l'episteme che gli dà il vocabolario.

Se ammetti che l'oggetto pixel cambi il mondo, dunque reale in questo senso, l'oggetto non può essere l'attributo della funzionalità, che invece, se ho capito bene è la posizione di Ipazia, e in certo qual modo è anche la tua, se consideriamo il linguaggio come funzionalità (e dunque come pluralità).

Ecco questa pluaralità epistemica è l'evidente negazione dell'assoluto.
Ma allora in fin dei conti ha ragione Aumkaara, l'episteme è un attributo anch'esso della funzione matematica.
Che dunque sarebbe il vero assoluto, che ne pensi?

La mia opinione è invece che tra oggetto e assoluto vi sia un soggetto.

E' dunque il soggetto che è investito dall'oggetto reale, a formare una episteme salvifica.

L'episteme è un attributo del discorso del soggetto cioè. Perciò stante è anche una posizione pluralista.

Se invece isoliamo l'oggetto come oggetto dell'assoluto, allora è necessario pensare un monismo.

Ma ogni monismo deve fare i conti con la funzione della episteme, in senso cioè pluralista.

In questo senso l'assoluto è una necessità per il monismo, che non può accettare un pluralismo delle forme.

Ossia il monista è costretto ad affermare che esista un assoluto.

E nello stesso tempo è costretto a negarlo, in quanto l'episteme da cui parte è una episteme pluralista.

Mi sembra un cane che si morde la coda, ma aspettiamo ulteriori delucidazioni da Ankaara.

#1788

Ho letto in maniera random gli ultimi post, quest'anno sono tornato tardi dalle vacanze. E per riprendermi dalla città ci sono volute settimane.
Vedo con piacere nuovi utenti.E poi vecchi amici di penna (pixel).


Non ho ben capito quale sia la tematica di questo 3d, vado random di conseguenza su alcuni spunti.


Sul rapporto fra utente esperto e utente alle prime armi.
Direi che un forum è un strumento che dia la possibilità al dialogo, poco importa la padronanza dello strumento se si è sorretti da un sincero interesse.


Ecco sulla questione dell'oggetto, di indagine, di ricerca, di verità, se ne potrebbe dire tanto. Il punto mio è che è comunque un oggetto. Non vedo cosa c'entri l'assoluto. Ma evidentemente non ho l'argomento nella sua pienezza.


cit Aumkaara
"Questo infatti pone un serio problema alla ipotetica pluralità ontologica: fin'ora, cercando con il proprio metodo scientifico, la tecnica ha a che fare in ogni ambito sia con una pluralità che con una singolarità: i discreti degli "enti concreti" e il continuo spaziale con Newton, l'onda e il corpuscolo nella quantistica, le molteplici specie e la continuità delle trasformazioni evolutive"


Ciao Aumkaara, benvenuto nel forum, se prendiamo come problematica la pluralità, vorrebbe dire che siamo alla ricerca di un monismo.
E' corretto?


cit Bobmax
"Il mondo è tutto quello che c'è.
Il fondamento la sua causa, che evidentemente non c'è.
Sistema, insieme di elementi che interagiscono attraverso proprie leggi.
Il mondo è perciò un sistema.


A questo punto l'analisi può proseguire."


L'analisi delle relazioni richiede la premessa delle sue causazioni.
Dunque se il mondo è un sistema, il mondo è un principio delle sue causazioni.
E' corretto?




cit Ipazia
"La realtà oggettiva è, esemplificando, singolare (universo), duale (dimorfismo sessuale), plurale (7 miliardi di umani). A ciascuna di queste sezioni del reale corrispondono sistemi con le loro ciclicità (e  retroazioni che si diffondono nell'universo) sufficientemente coerenti, con al loro interno processi causali con le caratteristiche elencate da phil, per poterli definire e studiare in quanto sistemi isolati. Sistemi fisici, biologici, sociali,... Questo è quanto."


Se la realtà oggettiva è un sistema isolato, dunque la realtà oggettiva è un attributo della teoria matematica.
E' corretto?


cit Phil
"tramite convenzionali, non ontologiche, "unità (identità) di misura"; ciò non gli impedisce di fatto l'utilizzo di tali input per fondarci un'ontologia che funziona, interagendo ed alterando il mondo circostante."


Intendi dire che la funzionalità è irrelata all'ontologia?
Dunque è la funzionalità ad essere un attributo dell'ontologia?
#1789

La critica a Socrate ed Euripide coicide con il passaggio di consegne tra il mito e la ragione.
L'obiettivo non può essere certo Platone, bensì Socrate, che introduce un pensiero individualista.
Il passaggio dalla c(a)osmologia alla cosmologia, si risolve nella visione ultrafilosofica (perchè antimetafisica) nicciana, nell'asservimento morale, ad un giusto malefico, auto-proclamato in nome di una maieutica fittizia, contro natura.
Per Nietzche il passaggio alla città, alle sue poiesis, coincide con lo stesso crollo dei valori, che venivano rappresentati dal coro.
Il coro che è l'inconscio mitico delle tragedie sofoclee, il vero pneuma del sapere antico, l'attraversatore del caos originale, viene a partire da Euripide messo in secondo piano.
Fino alla sua scomparsa nel super-omismo onanista socratico.
L'emersione dell'individuo come maschera, fa dimenticare la maschera.
La maschera che era inevitabile per l'attraversamento del caos, serviva al viaggio immaginifico, tutto umano, all'interno della c(a)osmologia: non poteva che essere una taumaturgia, di carattere sociale, dove il dolore dell'uno era il dolore di tutti.
Con Socrate, questa taumaturgia viene spazzata via.
Il dubbio socratico, vuole spezzare la maschera, l'appartenenza in nome di una morale auto-imposta, di una ricerca interiore.
Una negazione di ciò che è vero, che è vero in quanto santo.
Socrate è lo spirito della modernità, è l'incarnazione stessa del dubbio. Un dubbio che si spinge fino all'abiezione laddove forma una nuova morale. Una morale anti naturale, negazionista del caos, e ordinatrice.
Una morale che è disposta a negare il dolore, per questa morale, Elena è colpevole, e la grande tradizione dei Sophoi è messa al rogo, tacciata di corruzione, laddove la corruzione è solo nella mente di Socrate.
Ciò che viene per sempre messo al bando è l'aruspice.
E' la nascita della città moderna.
Un atto di infinita arroganza che merita la damnatio memoriae.
Non può essere quindi nè S.Paolo, nè Platone.
Ciò che viene messo in evidenza è molto di più dunque.

Il viaggio fantastico in funzione sociale come taumaturgia viene sostituito dall'artificio.
I sentimenti veri dell'antico vengono dismessi per sempre, posti nel deminticatoio della memoria.

Questo fino a Freud, che infine scopre la funzione della rimozione in ambito clinico.

In realtà è Nietzche che la scopre, su questo Derrida sciverà pagine criptiche ma definitive.

La rimozione, è ben più quello che la clinica evidenzia (e in un atto mostruoso riedifica alla morale borghese).

La rimozione è proprio il grimaldello da cui ripartire per riaprire il discorso sulla filosofia.

L'individualismo contemporaneo, è arrivato dopo l'apogeo illuminista, dopo la morte di Dio, al suo punto di non ritorno.

O si attua un ritorno ad Edipo, o è la fine già vaticinata da Nietzche.

D'altronde lo stesso Socrate, figura letteraria, di quello stesso Platone, il cui unico errore è stata proprio l'incapacità di previsione della rimozione, finirà proprio in punto di morte per chiedere a quell'Asclepio, di figurare per il mondo intero la soluzione, e insieme un atto di contrimento spirituale: la fine della vita all'improvviso ha rivelato allo stesso Socrate, e dunque a Platone, l'errore immane dell'intero suo filosofare.
E' dunque Platone che si interroga su quell'errore, che non è un errore, perchè come già detto da molti altri, Platone è un cosmologo.
E' piuttosto una minaccia.

Quello che Socrate allude, è la necessità di rimanere fedeli agli Dei, come fece Edipo.

Il giusto e ingiusto che si è tirato in ballo in questo 3d è di nuovo, punto e a capo, l'errore persistente di questa società, che finisce per produrre individui incapaci di capire cosa è bene e cosa è male.
Ossia niente. Bene e male, sono solo parole, infatuazioni di menti succubi, incapaci di reagire.

La persistente nominazione di Nietzche, quasi a nome tutelare, dei promotori della superstizione, è la spia allarmante, e quindi corretta al vero pensare.
La verità non si nasconde tra una particella ed un altra, e nemmeno nelle forze, incommensurabili, se non tramite fantasiose teorizzazioni del campo.
La verità risiede nel pensiero.

Nietzche è senza dubbio la vetta più alta, l'uomo che ha doppiato in quanto ad acume e orizzonti scoperti, qualsiasi altro filosofo che fosse almeno alla pari con lui.

Ironia della sorte sono proprio i cosmologisti, o gli acosmisti che meglio si prestano a dialogare con lui.

Nietzche è ben lungi un maestro del sospetto, viene chiamato così solo da chi non pensa.

Nietzche è un maestro del pensiero, che intende la verità, proprio come ogni cosmologista (vedi Paul) la intende per davvero, ossia come il pensiero stesso.

Il pensare nasce proprio dalla tragedia. Ossia dalla sua rappresentazione.

E' tramite la sua rappresentazione, che l'oggetto può splendere per il soggetto.

La numinazione è dell'io.

E' l'io che dipinge la rappresentazione, il soggetto ne è solo investito.

Se non ci mettiamo in testa che noi in quanto moderni siamo obbligati a essere soggetti, non riusciremo mai a percorrere la strada inversa, quella che ci porta al Dio supremo.

Nietzche non ce l'aveva in questo senso con il Cristo, in quanto lui stesso, nei biglietti della pazia, non poteva che essere che quello stesso Cristos.
Ossia il salvatore, il Maestro.

Nemmeno con S.Paolo poteva avercela, e infatti loda S.Paolo in quanto aruspice di quel logos divino.

Ce l'aveva con il rimosso.

Anzi è Nietzche stesso che lo intende.

Il rimosso nelle parole di Gesù, di S.Paolo, di Platone, di Socrate, fa di tutti costoro, una macchinazione della stessa idea di modernità.

Una macchinazione che esclude l'aruspice, il sogno, l'utopia, per renderci schiavi.

Schiavi delle nostre rappresentazioni senza orizzonte, schiacciate sul presente, quasi che il presente fosse tutto quello che abbiamo, e che invece è solo tutto quello che abbiamo come soggetti, investiti dal potere delle immagini, e dimentichi del lavoro della parola.

La filosofia, croce di Nietzche, ma naturale delizia.

E insieme ad essa le sue sorelle la letteratura e sopratutto la Poesia.

E c'è ancora molto di questo. E' che ce lo siamo dimenticati di cosa sia.

E certo la reminescenza di Platone.

Arrivederci
#1790
Tematiche Filosofiche / Re:L'ira
18 Giugno 2020, 22:21:04 PM
Citazione di: paul11 il 10 Giugno 2020, 13:33:35 PM
Se è vero che le passioni anticamente avevano un signifcato almeno un poco diverso di quanto oggi le intendiamo, rileggendo dopo parecchi anni Platone/ Socrate, mi ha incuriosito come viene interpretata
l'ira.


Nel libro quarto della Repubblica di Platone, Socrate riconosce pulsioni antagoniste nell'anima che provano l'esistenza della facoltà razionale, irascibile e concupiscibile.
Nell'uomo vi è un principio che spinge e un altro che trattiene. La spinta viene dalla passione, il trattenere dalla ragione. L'ira combatte contro il desiderio, come un impulso contro un altro impulso. L'anima irascibile è naturale alleata di quella razionale.
Dice Socrate:
"Non è forse vero che quanto più è di animo nobile, tanto meno risponde con l'ira alla fame, al freddo e a tutte le altre pene dello stesso tipo che gli siano inflitte da colui che a suo parere agisce secondo giustizia, e anzi direi che non vuole neppure che  la sua rabbia accenni a destarsi contro di lui?"
"Passiamo  ora al caso in cui uno è convinto d'aver ricevuto un torto. Non c'è in lui tutto un ribollire, un esacerbarsi, una volontà di combattere a difesa di quello che gli sembra un suo diritto?"


Socrate pone un esempio di Omero nell'Odissea: "Colpendosi il petto con la parola rimproverava il suo cuore". E dice Socrate: "Omero ha rappresentato le due facoltà come se l'una muovesse rimprovero all'altra: quella  che sa giudicare del meglio e del peggio all'altra senza che il lume della ragione si muove all'ira".


A mio parere Socrate interpreta l'ira non come una vera e propria passione, ma direi quasi come una "indignazione" che potrebbe diventare funesta passione o ragione mediata da una virtù: la temperanza.


D'altronde senza l'ira si rimane però nella coscienza mediocre della borghesia, cosa che Nietzche non ha mancato di capire a riguardo di Socrate.
#1791
Citazione di: paul11 il 03 Giugno 2020, 00:17:38 AM
Ciao Green,
e chi crede nel progresso morale dell'uomo? Nemmeno le religioni ci credono avendo parusie ed escatologie come quella cristiana.

Il problema giuridico nasce dal diritto romano con quello canonico.
Si focalizza sulla proprietà privata e sulla successione ereditaria. Questi due concetti sono il puntello di ogni forma di originario futuro capitalista, nobile o borghese che fosse.
Il protestantesimo con le sue derivazioni come il puritanesimo  e il calvinismo inglese, sono le altre basi del futuro capitalismo a venire e da qui nascono i futuri pensatori economici.
Perché hanno basi più materiali come l'ebraismo che non il cattolicesimo latino che è più trascendente.


La politica non è mai morta, come penso anche  la filosofia


Eppure nella risposta che dai a cvc le cose non sembrano così ben definite, infatti parli di una forza che non può più essere controllata. E infatti hai ragione.
Di questa forza si occupa la filosofia, naturalmente non è morta, fin tanto che c'è vita.
Una politica che ripensi alla propria morale, deve anzitutto ritrovare un soggetto su cui lavorare, altrimenti non c'è politica, proprio per quell'inversione top-down che il Kelsen annotava come possibile sintomo del disfacimento giuridico, e quindi della morale. Ossia come annota il prof. Mattei (colui che ha ripreso il bastone della staffa lasciata da Rodotà e i suoi comitati etici per la cosa pubblica,e che spero stiate seguendo) le leggi secondarie, a furia di decreti regionali, stanno prendendo piede, come sostituzione delle leggi di stato. La costituzione già gravemente lesionata dai governi di destra, con la liberalizione della cosa pubblica, con esiti di fronte a tutti, e in tempi di crisi assistenziale ancora più davanti agli occhi di tutti, sta lasciando posto alle nuove forme di corruzione globale (la svendita del pubblico appunto, le conquiste fatte in un lago di sangue, dissipate nello spazio di una sola stagione).
Sinceramente l'idea dei comitati per quanto moralmente valida (se mai fosse fatta in un orizzonte più largo, cosa che non è, e che già decreta la sua disfatta) non cambia l'implosione di un sistema già profondamente in crisi di rappresentanza, di ideologia, di forze intellettuali.
Il soggetto come già testimoniato da Marcuse o da Reich si trova totalmente disfatto nelle classi subalterne.
Il radicalismo chic degli intellettuali sempre indigesto è oggi ai limiti del paradosso, sta venendo giù il Mondo e nessuno fiata.
Me compreso, perchè è ovvio che indietro non si torna.
La robotizzazione che ha contraddistinto questo forum in questi lunghi 10 anni, è finalmente esplosa come nel peggiore degli incubi, nella realtà.
Un soggetto che era in perenne fuga da una realtà scomoda perchè totalmente diversa dal suo idealismo prefigurato, già prima non tornava indietro dal suo mondo fatto di tempi morti e di attese infinite, quasi o del tutto teologali.
La psichiatria fenomenologica dal suo antro angusto lo dice già da un pò. Vedi Biswanger (non ne abbiamo mai parlato, mi scuso della omissione).
Ora la realtà non solo è quella ostica del prima dell'impero (e certo non si fanno nomi qui), oggi è addirittura sconsigliabile ritornarvici.
La dimensione del sogno da consumatore d'oppiacei, il tema della nostalgia, come lutto a babbo vivo.
Sono già all'orizzonte, ve li offro così, più per sfizio, che per un reale lavoro di gruppo, che non è mai iniziato.


Ma tu giustamente mi chiedevi del progresso morale. E' vero, più che altro mi ci stai spingendo tu ad un avvicinamento a questa dimensione. In questi 10 anni non sono mai riuscito a vederne l'orizzonte concreto, frutto delle delusioni del me ventenne politico.
Come filosofo (o meglio aspirante tale) avrei certo dovuto porvi più attenzione. Ma d'altronde ho sempre letto e apprezzato i tuoi interventi, è come se avessi lavorato da sempre anche per me.


Per quanto riguarda le teologie apocalittiche del primo cristianesimo, sono anche quelle del giudaismo secolare.
L'ebraismo ne è invece il suo ribaltamento e da sempre ne è la vera luce.
E' proprio nel ribaltamento della apocalittica teologale o secolare che sia (cristiana o giudea che sia) che l'Italia rinascimentale scoprì il pensiero che albergava nell'ebraismo, ossia nel nomadismo.
Il nomadismo è infatti la condizione umana del perseguitato.
Allora sì che termini come moralità riacquistano veramente un senso radicale.
Ma d'altronde Heidegger che aborriva il pensiero nomade, in realtà capiva benissimo la potenza di quello.
In effetti è proprio nella collisione di questi due pensieri, che risiede ogni possibile utopia futura, ossia nel riconoscimento delle istanze che le sorreggono. Ossia la Grecia da una parte e la Bibbia dall'altra. Il cristianesimo non è mai stato all'altezza, con le sue pruderie bigotte e senza senso.


Un post come ai bei tempi. ciao paul.
#1792
Citazione di: paul11 il 02 Giugno 2020, 12:11:39 PM
Il cosiddetto capitalismo fiorisce e si evolve fra due concetti politici e dialettici fra loro: libertà individuale e sicurezza da parte dello Stato: si è visto nel 2001 con l'attentato alle torri gemelle e lo si vede oggi con il covid-19. Questa dialettica ,fra libertà e sicurezza, fu fondamento dell'idea politica liberale.
E' dialettica, perché senza sicurezza da parte dello Stato non può vigere la libertà; ma nello stesso tempo una maggiore sicurezza rende costrittiva l'azione della libertà. Perchè la sicurezza essendo una protezione limita la libertà. Questa è la natura contraddittoria nella dialettica fra statalismo e liberalismo individuale.
Il liberismo ,come concetto economico, si insinua storicamente dentro il pensiero politico liberale.
Lo fa con gli scozzesi dalla prima ora, A. Smith, lo fa la scuola austriaca marginalista,  lo fa la scuola di Chicago con Milton Friendman consigliere economico di Regan, secondo cui la libertà economica è il presupposto della libertà politica,culturale,creativa.


Ci sono pensieri sociologici che dicono che il pluralismo  di centri di potere indipendenti dal potere politico, controbilanciano quello politico statale.


Ci sono altrettanti tesi giuridiche secondo cui  il governo della legge sostituisce il governo degli uomini


Un'altra variante è la tesi dei frazionamenti dei poteri  che dovrebbe limitare il potere politico.


E' altrettanto chiaro che tutti questi pensieri succintamente elencati si incrociano fra loro trasversalmente.
Ma possiamo come in filosofia, distinguere in due i filoni culturali: uno anglosassone e l'altro continentale europeo. E se avete notato i comportamenti su come affrontare il covid-19 da parte degli USA e della Gran Bretagna sono accomunati e diversi da quelli europei, così come lo smarcamento svedese e di come l'Olanda fosse ostica alla solidarietà europea sui debiti pubblici.
I paesi nordici, come Olanda e Svezia, seguono lo "spirito" anglosassone.


Lo scenario che già stiamo assistendo è multipolare politicamente e potrà condizionare lo scacchiere internazionale anche sul piano economico. Gli USA stanno decadendo, e anche la loro popolazione lo hanno capito, come i loro migliori strateghi ,a favore della Cina.
Gli europei sanno di trovarsi in mezzo e il contratto/accordo è fra la posizione francese e tedesca che sono interlocutorie anche rispetto ad un altra potenza: la Russia di Putin .


A mio parere stiamo entrando in una nuova fase di "evoluzione" capitalista: green, sostenibile che già muove enormi capitali di investimento in parecchi settori di punta dell'Hi-Tech e francamente è difficile capire, in questa fase di emergenza di "potere d'eccezione" creato dal covid-19 dove i PIL si inabisseranno con forti debiti pubblici soprattutto da parte di chi non era preparato strutturalmente e con le infrastrutture (come l'Italia...sic).


Quando recentemente sul "Wall Stree Journal", un  vecchia volpe come H.Kissinger scrive che alla fine della crisi molte istituzioni saranno percepite come fallite e che nessuna potenza, nemmeno gli Stati Uniti può vincere una pandemia con uno sforzo solo nazionale...............


Penso che la storia si rappresenti  per cicli e per linearità: cicli di egemonie geopolticoeconomiche, linearità dell'evoluzione tecnica(che non coincide necessariamente con quella umana che per me rimane morale).Stiamo assistendo alla fine lenta del ciclo statunitense, e se includiamo quello inglese, diremmo anglosassone e mi trovo d'accordo con le analisi di Max Weber sull'indole diversa fra protestantesimo calvinismo rispetto ai latini, ci sono radici culturali e motivazioni diverse che hanno inciso sul modo di colonizzare, sul modo di pensare e fare economia, sul modo di agire nel diritto e nella politica.
Quindi quella contrapposizione anglosassone versus continentale europea si sta spostando verso l'asse orientale e penso che ancora una volta l'Europa sarà centrale nello scontro fra USA  e Cina.
Bisognerebbe capire bene a sua volta l'indole cinese, la sua antichissima cultura passata fra taoismo e confucianesimo, fra comunismo e un capitalismo misto centralizzato come agirà con interlocutori globali, come e cosa intende il bilancio mondiale economico politico, quale cultura economica saprà sviluppare. In questo bilancio globale l'asse europeo è decisivo e Macron infatti ha proposto che i cinque Paesi a fondamento del consiglio di sicurezza dell' ONU siano equiparati per l'ordine globale: è un'apertura verso Mosca e Pechino . Perché intuisce che l'asse strategico  passa per l'Europa. I tedeschi che sono in parte legati alla cultura anglo americana, ma consapevoli da secoli di essere una potenza nonostante il passaggio falso nazista, si pongono ancora come asse della bilancia interna all'Europa: senza di loro è impossibile agire come Europa.


Il capitalismo ha necessità di accordi transnazionali per agire come con il WTO e poi la globalizzazione con la caduta del muro di Berlino. Gli accordi strategici plenipotenziari, di esportazioni in cambio di protezionismi armati , vedi il caso turco che agisce geo politicamente pur essendo nella NATO, mostrano che la politica semina e il capitalismo raccoglie in funzione di di un ordine strategico globale che è in continuo movimento.


Penso che la sede decisionale  politica stia tornando ad essere importante, perché la globalizzazione come lo abbiamo conosciuta sino ad ora, cambierà in qualcosa e con essa il capitalismo.


A livello filosofico direi che è ineccepibile l'apertura costante verso una utopia improntata alla cieca fede del progresso morale.
Nel senso che questa cieca fede si chiama filosofia. Ossia riflessione costante, ossessiva, fin'anche maniaca.
(e come ogni pensiero che si radica nella sua profondità inviso e maledetto dalla gente).


A livello politico la formazione e l'ascesa del capitalismo organizzato è stata resa possibile, quindi introiettata, frammentando il soggetto cattolico, e trasformandolo in quello schizoide contemporaneo. (si il punto era trasformare il soggetto nel proprio io comunque sia eh  :( ) A voglia a recuperare un soggetto anzitutto  ;) .
Ma questo signori: cosa è il tecno-scientismo? E ne avremo pur parlato qua da qualche parte  :P -
Non lo sapete ancora? è la fantasmatica (PNL) della tecnica pura (leggetevi Severino insomma! e visto che ci siete pure l'intera storia della filosofia dall'illuminismo ai nostri giorni, si dice "filosofia moderna"...eh ma niente nevvero?  ::) [size=78%])[/size]

La politica è morta e sepolta da decenni caro Paul, rimane solo un Dio che può salvare. Heidegger l'aveva già visto e preannunciato. Come ogni buon profeta, straniero in casa sua. :blank:


Ciao bestie! ;D
#1793
Tematiche Filosofiche / Re:Morale e libero arbitrio
28 Maggio 2020, 03:08:53 AM
x Paul


Dunque se l'etica è presa di forza di condurre una popolazione alla sua forma virtuosa, a quale erranza la possiamo attribuire?
Direi allo spirito di vendetta (invidia). Ossia alla tecnica del fantasma del complesso di castrazione.
E dove risiede questa traumatica? Direi proprio nella impossibilità di vedere la virtù che pure alberga in ognuno di noi, e di cui Socrate crede di esserne la levatrice.
Ma di queste virtù cosa accade nel discorso civile?Ecco forse può essere una lettura di Platone.
Per parte mia ho iniziato l'introduzione del Teeteto, che si dice osannato in america, per via del fatto che non esiste alcun discorso esoterico sotteso, e che parla di analitica.
Ecco fatto due bei nemici storici, da leggere con cuore sereno.
Eh sì! perchè in effetti il nichilismo dell'impossibilità di scelta del bene, è proprio correlata al fatto di non vedere questo bene.

Paul non ho tempo di guardare, ma il discorso delle 4 virtù dove si tiene, in che libro?
Sinceramente a queste tematiche non ci avevo mai pensato.

Ovviamente nella tradizione ebraica non vi è alcun Dio, quando si riferisce al bene, si riferisce alla capacità di vedere il bene.Cioè il bene risiede nella capacità di ascolto delle tragedie che la Bibbia ci consegna come monito.(in questo consiste la scemà dell'esoterismo ebraico, non a caso l'influenza platonica o neoplatonica più probabilmente è evidente)
Comunque espongo un passo da antologia dei maestri del rabbinismo.
R.Zutra bar Tobiah disse "La terra (l'essere umano) è stato pensata con 10 virtù potenziali.
1. La saggezza (Il chumash, quello che apre il targum aramaico)
2. La comprensione (Proverbi 3:19,20)
3. La ragione
4. La forza (temperanza)  (Salmi 65:7)
5. Il rimprovero (maieutica) (Giobbe 26:11)
6. La potenza (l'immaginazione) (Salmi 89:19)
7. La giustizia (legislazione)
8. Giudizio (capacità di giudicare l'altro, di riconoscerlo)
9. Amore (essere gentili verso l'altro)
10. Compassione ( il piegarsi verso l'altro) (Salmi 25:6)
Ossia
Proverbi 3
19 Il Signore ha fondato la terra con la sapienza, ha consolidato i cieli con intelligenza;

20 dalla sua scienza sono stati aperti gli abissi
Salmi 65
7 Egli placa il fragore dei mari,
   il fragore dei loro flutti,
   e il tumulto dei popoli.
Giobbe 26
11 Le colonne del cielo sono scosse,
     tremano alla sua minaccia.
Salmo 89
19 Tu parlasti allora in visione al tuo diletto,
     e dicesti: «Ho portato aiuto a un prode,
     ho innalzato un eletto fra il popolo.
Salmi 25
6 Ricòrdati, sii benedetto, delle tue compassioni e della tua bontà,
   perché sono eterne.
#1794
Tematiche Filosofiche / Re:Morale e libero arbitrio
25 Maggio 2020, 00:53:24 AM

x paul

D'altronde Paul stai parlando del passaggio dalla civilità agricola ancora strettamente costretta alla natura, ossia dalla campagna, alla civilità del sacrificio, ossia alla civiltà del senso dell'esistenza, ossia alla città.


E' sempre la tematica di Agamben tra zoe (corpo naturale) e bios (corpo vivente).


Portando la questione nel campo del novecento, la crisi europea è come se germinasse, meglio verminasse, da quell'incredibile errore, di considerare il senso della vita, una verità.
A questa verità presunta, si aggiunse fino dall'antichità, quello che Agamben chiama il mistero del sacro.
Ossia la sacralità avviene per una sanzione che precede la colpa.
Leggendo il suo ultimo libro, primo dell'istant book sul corona virus dico, ovvero Karman, leggo che coincide con la giurisprudenza classica del Kelsen dove si distingue norme primarie e norme secondarie. Sono solo le norme secondarie, ossia quelle che a buon senso dovrebbero arrivare dopo a dare un senso alle prime.
E' dunque la teoria delle seconde, ossia le sanzioni, a decidere sulla prassi delle prime, ossia le colpe.
Che traducendo dal platonico diventa a mio parere che la giustizia anticipa l'etica, e che l'etica viene prima della morale.
Lo stato dell'arte del pensiero è totalmente avviluppata su questa demenza.
Perchè è ovvio che la morale dovrebbe convertirsi in una etica e l'etica in una giustizia.
E cioè la morale andrebbe decostruita (come Nietzche saggiamente consigliava).
Il punto è che a quel punto non ci siamo mai arrivati.
E la continua sanzione si è arricchita del potere tecnico di poterla implementare, si è passati così dalla spada alle armi nuclerai.
Fino alla guerra delle armi biochimiche. Perchè fin dall'inizio l'obiettivo era quello.
Il nichilismo è non solo l'evacuazione del pensiero, ma proprio della carne viva delle persone (della zoe).
Ecco che allora magari un riflessione sulle 4 virtù di socrate servirebbe, io però non me le ricordo  :P .
Ovviamente dovresti aprire un 3d sul senso della giustizia di Platone, così aiuti pure noi a ricordare qualcosina.
NB
Dai ti sto rivitalizzando il buon Platone! (un fascista per me insopportabile da sempre  ;) )


saluti
#1795
Citazione di: paul11 il 26 Aprile 2020, 11:40:46 AM
Nietzsche distingue il pensiero genuinamente filosofico, dal pensiero calcolante.
Il filosofo è mosso da una intuizione mistica,dalla fede nell'unità delle cose, che non proviene dalla ragione. Questa intuizione ci spinge al di là dei limiti dell'esperienza. L'intelletto calcolatore poi la segue pesantemente, cercando degli appoggi. Il pensiero filosofico non va confuso con il pensiero calcolante., perché percorre rapidamente grandi spazi, mentre quello calcolante procede a tentoni. E perché è spinto dalla fantasia, una forza illogica, che lo fa balzare di possibilità in possibilità. Il filosofo sa  dunque che il suo linguaggio, la dialettica, è inadeguato a esprimere l'unità mistica che sta al di là delle cose, ma questo linguaggio è l'unico mezzo per esprimere metaforicamente ciò che ha contemplato.
Il filosofo sa distinguere ciò che è più grande e più importante, più meritevole di essere conosciuto, da ciò che non lo è.
La scienza per contro si getta a capofitto sulle cose che divora tutte, senza distinguere,
La filosofia disciplina il desiderio di conoscenza con il concetto di grandezza, indirizzando il sapere verso l'essenza delle cose.


Paul pienamente d'accordo, ma ricordiamoci comunque che Nietzche va affrontato in una doppia ottica, quasi una doppia spirale, anzi due spirali le cui ellissi sono sempre perturbate le une dalle altre, perchè semisovrapposte.
Se da una parte vige la visione sino alla profezia, e dunque la parte estetica a cui molti si arrendono, esiste una razionalità sovrana che legge il movimento delle due spirali, la seconda spirale è dominata da questa razionalità sovrana, sovrana perchè nuova, ed è la spirale della ragione metafisica, ossia del canone occidentale da ieri (Platone) a oggi (lo stesso Nietzche).



#1796
Tematiche Spirituali / i ching
24 Marzo 2020, 13:38:46 PM
ho consulato i ching su grazia in attesa che lo facciano altri per me.


la sentenza è




La Grande Potenza

propizio oracolo. Per l'uomo nobile propizia è la perseveranza.


Commento alla Sentenza:La Grande potenza vuol dire: i grandi sono potenti. Una linea dura è nel "mobile" (trigramma superiore) e diventa forte. «La Grande potenza; propizio oracolo»: ciò che è grande è corretto. Essere corretto e grande significa che si può osservare la natura del cielo e della terra.

Immagine:Il Tuono sopra il Cielo: questa è l'immagine della Grande potenza. Ispirandosi ad essa, il signore non percorre sentieri che non corrispondano all'ordine stabilito


Serie:Le cose non possono sempre ritirarsi. Per questo segue: la Grande potenza.


Segni misti:La Grande potenza si mostra nel fermarsi.
#1797
Ma per arrivare laddove i salmoni arrivano, c'è bisogno di appartarsi," in un luogo isolato,e con un tappeto di tigre sotto le nostre gambe."


Ci sono demoni coi bastoni là fuori, e demoni con denti accuminati laddove arrivano i salmoni.
Indi per cui, una casa, e la tigre servono entrambi.


Sebbene capisco che stessimo parlando delle sardine  :D ;)


PS i King mi hanno sempre spaventato a morte. gyta dovresti provare a rassicurarmi in un 3d a parte, o scrivendomi in privato (forse è meglio).
ChiediGli ti prego MA CHE STA SUCCEDENDO?, e COSA DEVO FARE? grazie. :(
#1798
Citazione di: enrico 200 il 23 Marzo 2020, 17:48:26 PM
intanto perchè il peccato non esiste nel senso come intende la chiesa, è solo inconsapevolezza , quindi semmai perchè non ci ha già creati consapevoli come sorella Maria
dico sorelle perchè di fatto non può che esserlo come tutti gli esseri viventi, questa è un unica grande family per cui siamo tutti e solo fratelli e o sorelle e lui/lei il grande fratello o meglio padre madre celeste è una specie di direttore d'amore universale di questa classe volutiva
gesu e maria son due capoclasse
ma non si tratta di creazione, si tratta di generazione, cioè ogni cosa da gesu e madonnina tutto è stato generato
siamo figli tutti legittimi suoi

gesu e maria son due fratello e sorella nostri grandi come livello evolutivo ma come disse lui anche noi diverremo o possiamo esser come lui basta volerlo
farete cose piu grandi di me mi pare dica nel vangelo
siete "dei" in formazione
dei siamo, quindi fratelli e sorelle suoi, lui è come siamo noi da perfetti, completi a evoluzione ultimata
poi per peccato originale si intende la mela e cioe la sessualità in se, l'errore di eva era che voleva procreare, voleva partecipare alla procreazione intesa come riproduzione dell'involucro fisico dell'anima e prevaricò questa esclusiva "teoricamente" favolisticamente di Dio il quale faceva entrare le anime nel mondo materiale per innesto del Cielo senza l'ausilio del pene
eva era invidiosa di questa cosa e fu sedotta dal pene/serpente , vide gli altri animali fratelli nostri che si riproducevano carnalmente e volle imitarli
ma non è peccato come lo intendiamo
è evoluzione
si doveva provare e da li provare a sbagliare

sbagliare imnteso come sperimentare
sbagliare che viene inteso come peccare
ma è solo sbagliando che si impara si conosce ecc e non si fa piu
ma dio non ci ha creati, non ci ha potuti creare infondere quella consapevolezza e allora per ovviare a questa mancanza ha dovuto creare la materia
ed eccoci qui
a sperimentare, amare, ecc....


Ci stavo pensando proprio ieri, ma questa storia del peccato originario dove l'hanno presa?


Eva non voleva procreare, e infatti è stata punita con il fatto che potenzialmente può procreare, e che lo farà fra spasmi terribili.


Dunque da dove?


Eppure l'albero del peccato non è l'albero del peccato, è l'albero del bene e del male.


Anzi diviene l'albero del bene e del male, dopo che hanno mangiato.


Prima è solo un albero, in particolare io credo sia l'albero della vita.


Insomma ben altra cosa il pensiero ebraico da quello crisitiano, che rimane attaccatto alla sottana della madonna.


più che sorella credo sia vista infatti come madre.


anzi se ho letto bene da qualche parte ormai l'adorazione della madonna, ha superato quella del padre.


così è se vi pare.


La mamma cosmica che tutti ci protegge.
#1799
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
21 Marzo 2020, 12:27:13 PM
x Phil


Ma abbi pazienza, la domanda se è giusto sfracellarsi contro un altra maccanica o sterzando uccidere il passante, è stata già affrontata in fase bio-etica (esperimento vecchio) e respinta come im[size=78%]morale.[/size]
Starebbe a dire che la macchina per una questione etica (e tale rimane) non si sostiuisce all'uomo.
Ovviamente poichè comunque qualcuno morirà, sarà la persona al volante a decidere.
Il che dal punto di voi formalisti la cosa è appagante e depensata.
Perchè la vera domanda è a chi importa fare questa domanda. Non se conviene uccidere la persona A o B secondo lo status sociale.
Ovviamente (per i pochi o nessuno che ormai pansa più) importa alle case automobilistiche, che infatti fregandosene altamente della chiara risposta bio-etica, continuano imperterriti a programmarle.


Da qui la semplice domanda a chi conviene che le case automibilistiche contunuino a programmare fino insomma alla risposta che è la tecnologia ad avere l'interesse ultimo.
Si tratta di risalire pensando a tutte le domande intermedie.
Ma ovviamente già su questo forum di filosofia non si capisce niente, figuriamoci fuori....(dove invece mi vogliono rompere le ossa, letteralmente) è inutile la gente non capisce.


Boh che posso dire buon lavoro agli uomini onesti e di buona volontà.
#1800
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
20 Marzo 2020, 11:33:08 AM
@phil


è vero, la tua retorica riesce sempre a spiazzarmi, e confondermi, in effetti alla fine siamo d'accordo, sebbene non capisca il motivo della retorica  ;) , o meglio non lo preferisca, allorquando si tratta di delineare problematiche.


@davintro


devo dire che questo chiarimento è molto significativo, fino ad oggi non ero riuscito a vedere le questioni che andavi argomentando in maniera serena, adesso va decisamente meglio  :)  . Certo si staglia sullo sfondo quel dramma morale individuale e sociale, che fin dall'antichità perseguita l'uomo. E che la modernità tenta di liquidare senza successo.