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Messaggi - doxa

#181
Ultimo libro letto / Scontri di potere
20 Agosto 2024, 10:40:38 AM
1783: nella grande sala del Palazzo dei Normanni, c'erano i rappresentanti del Parlamento siciliano: principi e marchesi, conti e baroni. Uno di essi si rivolse al viceré di Sicilia, il marchese Domenico Caracciolo, riformatore e illuminista, dicendogli: "Eccellenza, il popolo lo vuole".

Il marchese Caracciolo con voce imperiosa rispose loro: "Quale popolo ? Quello che comandate voi, quello che è vostro schiavo ?".

"Il popolo si diverte e spende, ma in cosa ? In veri e propri baccanali. Altro che festa e festino, sembra arrivato ogni volta il regno di Satana ...".

Il rimprovero del marchese Caracciolo lasciò silenti i nobili presenti.

Ma dopo,  re Ferdinando IV di Borbone, re delle due Sicilie, accolse la petizione dei nobili palermitani e concesse che la festività in onore di Santa Rosalia durasse, come da tradizione, 5 giorni anziché 3, come sobriamente pretendeva il viceré.

All'inizio  del caldo  e afoso mese di luglio 1783, la popolare festa religiosa in onore di Santa Rosalia si trasformò in scontro di potere, da una parte gli "aristocratici arroganti e pieni di pregiudizi, arretrati nella gestione del potere, come nel Medioevo", dall'altra l'uomo che proprio il re Ferdinando IV aveva mandato a Palermo per fare le riforme, a cominciare dal fisco (utili a far uscire l'isola da una drammatica condizione di arretratezza economica e sociale) e limitare la strapotere  dei baroni, ostili a Napoli e arroccati nei privilegi feudali.

Modernità contro conservazione retriva. Diritti contro poteri capricciosi e irresponsabili. Leggi dello Stato contro il "merum et mixtum imperium", locuzione latina medievale, allude  alla delega  del sovrano ad un feudatario del  potere di amministrare la giustizia nel  feudo.

Il feudatario, deteneva il potere assoluto sull'intero suo territorio, ad eccezione dei beni della Chiesa, che erano immuni dalla sua giurisdizione.

I contadini rimanevano umiliati nei vincoli dei servi della gleba.

E' questo lo sfondo in cui Silvana La Spina ambienta il suo romanzo titolato: "L'ombra dei Beati Paoli" (edit. Neri Pozza).

Ha come protagonista "l'uomo del viceré", il barone Maurizio di Belmonte, bravo investigatore e persona gentile, che Caracciolo, dopo un periodo come diplomatico nelle corti di Londra e Parigi (dov'era diventato amico di Voltaire e di altri illuministi) aveva salvato dall'angoscia del "cupio dissolvi" e portato con sé a Palermo, quasi all'alba della Rivoluzione francese.

La trama del romanzo:  il marchese Camille de Gubernatis viene assassinato,  alcune lettere minacciano la nobiltà palermitana e tra alcuni aleggia il dubbio del ritorno di una setta di giustizieri, quella dei "Beati Paoli".

L'autrice del romanzo descrive anche le tensioni politiche e l'impetuosa forza di rinnovamento dell'Illuminismo, ma per responsabilità della corte borbonica a Napoli e le resistenze reazionarie della nobilità siciliana, si perde l'occasione del cambiamento, la possibilità di interrompere gli antichi privilegi nobiliari ed ecclesiastici.

Il re Carlo III di Borbone avrebbe voluto modernizzare il suo regno. Il suo Segretario di Stato, Bernardo Tanucci, ne rafforzava le convinzioni. Dialogavano di commerci e relazioni internazionali, scienze, nuove idee sul potere, i diritti e i doveri.

Poi Ferdinando IV ereditò le ambizioni del padre, Carlo III,  e Tanucci decise di impiegare l'intelligenza e il saper fare di Caracciolo per rinnovare anche la Sicilia. Venne studiata la riforma del catasto e il miglioramento delle condizioni sociali della povera gente. Ma nobili e clero non volevano i cambiamenti,  rifiutavano il pagamento delle tasse  sui loro grandi feudi e sui lussuosi palazzi e conventi.  E la volontà riformista del re Ferdinando si attenuò. L'influenza di Lord Acton sulla corte borbonica, in nome degli interessi della Gran Bretagna, bloccò il rinnovamento.

Leonardo Sciascia nel suo romanzo "Il consiglio d'Egitto" poneva sulle labbra sorridenti del viceré Domenico Caracciolo, in procinto di lasciare Palermo nel 1786 perché richiamato a Napoli come primo ministro, il seguente ambiguo quesito rivolto al suo amico avvocato Francesco Paolo Di Blasi: "Come si fa ad essere siciliani ?"
#182
Percorsi ed Esperienze / Giro di boa
16 Agosto 2024, 17:08:12 PM
Il 15 agosto è come un "giro di boa". Nelle gare nautiche la frase allude alla virata intorno alla boa per cambiare direzione, invece per molti  vacanzieri significa la fine del "tempo sospeso", l'intervallo tra il prima e il dopo, senza essere condizionati dallo scandire delle ore e dei giorni, dalla dittatura dell'orologio. 

Ci sono persone che hanno difficoltà ad adattarsi nello spazio-tempo sospeso, svuotato dai ritmi e dalle abitudini. Gli psicologi consigliano di non viverlo passivamente tale periodo.

I Righeira cantando direbbero che "L'estate sta finendo"... Fra circa un mese saremo avvolti dalla stagione autunnale.

Ripenso al mio tempo sospeso quando ero bambino e poi adolescente. Trascorrevo  le vacanze estive (tre mesi in un luogo di mare, l'Adriatico)  dai nonni e zii del ramo paterno.

Da adolescente io e lei andavamo in bicicletta sul tortuoso sentiero costiero, tra oliveti e vigneti, campi di grano e di girasole.





sullo sfondo le cime innevate del massiccio della Maiella

Quel sentiero s'inerpica su piccoli promontori che danno la sensazione di essere come un guardiano del faro che osserva dall'alto l'amato golfo: le onde mosse dalla brezza che si frangono sulla scogliera ed i gabbiani che cabrano sul mare turchese.





Reminiscenze..., pensieri che volano nel luogo dei ricordi...


gabbiani in volo sul mare
#183
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Pleiadi
12 Agosto 2024, 21:44:05 PM
Grazie Pandizucchero per la tua collaborazione nel far conoscere meglio le Pleiadi. 

Nel precedente post ho scritto

CitazioneAlle nostre latitudini appaiono alla fine della primavera e sono visibili fino all'inizio dell'autunno.
Un astrofilo mi ha fatto notare che ho sbagliato.  Ha detto che alla nostra latitudine le Pleiadi sono visibili dall'autunno e soprattutto in inverno. In questo periodo iniziano ad apparire in nottata.

La confusione con la visibilità dalla primavera potrebbe essere originata dal fatto che all'equinozio sorgevano prima dell'alba, la cosiddetta levata eliaca, verso il 2500 a.C. e che per i popoli mesopotamici significava l'inizio dell'anno e probabilmente erano legate anche all'agricoltura visto il periodo.

:'(
#184
Tematiche Culturali e Sociali / Pleiadi
12 Agosto 2024, 18:34:59 PM
Nel biblico libro  in lingua latina dedicato alla "Genesi",  c'è scritto: "Vocavitque Deus firmamentum Caelum. Et factum est vespere et mane, dies secundus" (= Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno; Gn1, 8).

Nella Bibbia il cielo è denominato "firmamentum", in quanto "firmatum", ossia reso stabile da leggi razionali e immutabili (ratis legibus fixisque).

Nel cielo c'è anche l'ammasso stellare delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Alcune di quelle stelle sono visibili ad occhio nudo: Alcione, Elettra, Atlante, Maia, Merope, Taigete, Pleione, Celeno e Asterope.



Alle nostre latitudini appaiono alla fine della primavera e sono visibili  fino all'inizio dell'autunno.

Sette di loro vengono dette le " Sette sorelle" e, secondo il mito greco, amano la danza. Esse sono:
Alcione, Celeno, Elettra, Maia, Merope, Sterope (o Asterope) e Taigete. 


Elihu Vedder, Le Pleiadi, olio su tela,  1885, Metropolitan Museum of Art di New York.

La più giovane, Merope, sposò il mortale Sisifo ed ebbe vari figli. Le altre si unirono con divinità dell'Olimpo: 
Maia, la più anziana, si unì a Zeus e generò  Hermes; anche Elettra e Taigete  preferirono unirsi a Zeus ed ebbero figli;  Alcione  e Celeno come partner preferirono Poseidon; Asterope, invece,  si accoppiò con Ares.


William-Adolphe Bouguereau, La Pleiade perduta (citata anche come "Merope abbandona le Pleiadi"),  olio su tela, 1884, collezione privata

Le Pleiadi hanno ispirato  artisti, scrittori e  poeti, cominciando da Omero, che nell'Iliade  le cita quando descrive lo scudo  che Achille usò per vendicare Patroclo uccidendo l'eroe troiano Ettore (libro XVIII, versi 478 – 608).

L'antico poeta greco Esiodo nel suo poema didascalico "Le opere e i giorni"  all'inizio del capitolo riguardante l'agricoltura, dice che quando sorgono le Pleiadi, figlie di Atlante, è tempo di  iniziare a mietere;  poi ad anno inoltrato, quando tramontano, è tempo di arare il terreno per prepararlo alla nuova semina.

Il "vate" Gabriele D'Annunzio decise di denominare i sette libri della sua raccolta  "Laudi" come le sette stelle delle Pleiadi, ma pubblicò solo cinque libri, cioè Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope.
#185
Estratti di Poesie d'Autore / "Il fiume e l'oceano"
11 Agosto 2024, 11:23:18 AM


"Il fiume e l'oceano"

"Dicono che prima di entrare in mare
il fiume tremi di paura.

Guarda indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vortici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.

Vede di fronte a sé un oceano in cui può
solo sparire per sempre.

Il fiume, però,
non può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell'esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
ed entrare nell'oceano.

Solo entrando nell'oceano
il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell'oceano,
ma di diventare oceano"
.

(Khalil Gibran)

Il noto  scrittore e poeta Kahlil Gibran nella sua poesia titolata "Il fiume e l'oceano"  simbolicamente evidenzia il timore per il cambiamento, insito nel nostro essere.

Infatti la nostra esistenza è come un fiume: con le sue anse, i vortici e le rapide,  ma procedendo ci  accorgiamo che si sta avvicinando la fine del viaggio: la foce si avvicina e s'intuisce l'immensità dell'oceano in cui stiamo per scomparire. Capiamo che dopo non sarà più ciò siamo, ma sarà altro, e parte di qualcosa di nuovo.

La paura della fine del  "viaggio"  viene superata pensando l'ingresso nell'eternità. In questa luce la morte è una frontiera, oltre la quale si presenta la parte nascosta della vita rispetto a quella dei giorni terreni.

Per chi non crede nell'immortalità è forse terribile morire senza essere vissuto davvero ed essere semplicemente esistito.
#186
Attualità / "Tormentoni estivi"
10 Agosto 2024, 07:18:26 AM
"Tormentoni estivi"



Stamane vi offro "canzoni".  Non fanno parte dei miei interessi culturali ma soltanto dal punto di vista sociologico.

"Tormentone estivo": espressione utilizzata in Italia per indicare una canzone che durante l'estate  ha ampia diffusione massmediatica, ma anche in discoteche.

La tradizione dei tormentoni estivi è duratura quanto attesa, inesorabile appuntamento di stagione che nessuna crisi economica, climatica o internazionale può scalfire.

Essi irrorano con letizia  il tempo delle vacanze con ritornelli vaporosi,  ritmi e melodie facilmente orecchiabili e ripetitivi,  testi di facile riconoscimento, spesso legati alla stagione estiva.

In una stessa estate possono essere individuati vari "tormentoni", anche se alcune canzoni hanno più successo di altre.

Da quanto leggo su giornali e libri, le estati degli italiani sono cambiate e molto, da quando nel 1960 arrivarono sul mercato musicale le prime "creature", da annoverare tra le avanguardie dei tormentoni. Ne elenco alcune. Lascio a voi le integrazioni e le correzioni.

Nel 1959 venne incisa la canzone "Tintarella di luna", portata al successo da Mina nel 1960. Da allora, ogni estate, arriva l'onda anomala di motivi musicali festosi che evocano spiagge e balli.

Nel 1961 il cantautore italiano Nico Fidenco lanciò il brano "Legata ad un granello di sabbia".

Negli anni '60 ebbero successo le canzoni di Edoardo Vianello,, considerato il "re  dei tormentoni estivi", con brani come "Abbronzatissima", "Guarda come dondolo" e "I Watussi".

In quel periodo altre hit da considerare tormentoni estivi sono: "Stasera mi butto" di Rocky Roberts, "Azzurro" di Adriano Celentano, "Acqua azzurra, acqua chiara" di Lucio Battisti.

Negli anni '70 hit estive di successo interpretate da giovani cantautori, ad esempio Umberto Tozzi con "Ti amo", "Tu", "Gloria"; Donatella Rettore con "Splendido splendente", Alan Sorrenti con "Tu sei l'unica donna per me" e "Figli delle stelle".

Negli anni '80 il primo esempio si ha con il brano "Gioca Jouer" di Claudio Cecchetto, del 1981, un semplice ballo di gruppo: il testo indica i gesti da eseguire; nel 1983  il duo "I Righeira" cantarono tormentoni estivi di grande successo: "Vamos a la playa" e "No tengo dinero",  nel 1985 "L'estate sta finendo.

Nello stesso decennio come dimenticare Giuni Russo con "Un'estate al mare", "Tropicana" del Gruppo Italiano, "Lambada" dei Kaoma nel 1989. 

Gli anni '90: "Un estate italiana" di Edoardo Bennato e Gianna Nannini; "Mare mare" di Luca Carboni; "Solo una volta (o tutta la vita)" di Alex Britti; Macarena dei Los del Rio nel 1993.

Negli anni 2000 i tormentoni estivi sono brani dal successo effimero: "Tre parole" di Valeria Rossi, "Vamos a bailar" di Paola e Chiara; "La camisa negra" di Juanes, "Bruci la città" di Irene Grandi.

Gli anni 2010 e 2020 consolidano il successo del rap. Da ricordare "Non vivo più senza te" di Biagio Antonacci; "Riccione" dei Thegiornalisti", "Makumba" di Noemi.

Al rito non si sfugge nemmeno quest'anno. Il "martellamento" è costante. Vincitori sono "Sesso e Samba" di Tony Effe e Gaia;  Mahmood con "Ratata".

Mettere a segno un tormentone estivo, ancora, oggi, è una delle maggiori ambizioni dei cantanti. Serve per non arenarsi, per non essere inghiottiti dal vuoto cosmico.  :)
#187
Quanti anni aveva Lucia  Mondella? Ne "I Promessi sposi"  Alessandro Manzoni non lo dice.

Nel settimo capitolo del romanzo descrive la "sperada" della ragazza:  spilloni o spadine disposti  a semicerchio per bloccare le trecce intorno al capo: 


"I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de' raggi d'un'aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami. Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand'in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare".

In Brianza la "sperada" veniva denominata "guazza", nome derivato da "coazza", che significa chioma intrecciata. Veniva anche detta "raggiera".

I capelli venivano raccolti  ai lati della testa in due trecce, poi unite per formare un cerchio sulla nuca e successivamente bloccate inserendo gli spilloni all'attaccatura dei capelli, all'altezza dei lobi delle orecchie.

C'erano diversi tipi di spilloni, per esempio:

spilloni con due "sponton" (spuntoni) che venivano infilati nelle trecce;

piccoli spilloni a testa piatta detti "spadinn" (spadine), realizzati in diverse varianti e decorazioni;

spilloni a forma di cucchiaino, 2cugiarett", detti "fusellini" o spazzaoregg ("spazzaorecchie") se terminanti a paletta concava.


contadine brianzole con la "sperada",  fine XIX secolo.



Giovanni Segantini, Zampognari in Brianza, olio su tela 1883-1885 circa, Tokyo, National Museum of Western Art
#188
Riflessioni sull'Arte / Ore calde
14 Luglio 2024, 19:30:52 PM
In questo pomeriggio d'estate voglio farvi vedere un dipinto attinente alla calda stagione.


Antonio Maria Nardi, Ore calde, 1938 olio su tavola, cm 120 x 100, collezione Adriano Nardi, nipote dell'autore.

Il dipinto potete ammirarlo insieme ad altri quadri nel Castello Estense di Ferrara, dove è in corso fino al 26 dicembre  la mostra titolata: "Antonio Maria Nardi. I colori della vita".

Questo artista nacque a Ostellato (prov. di Ferrara) nel 1897 e morì a Bologna nel 1973.

La retrospettiva dedicata al Nardi presenta al pubblico oltre settanta opere tra dipinti, disegni a china e acquerelli.


Antonio Maria Nardi, Estate, 1924, olio su tela, collezione privata

Nel castello estense di Ferrara fino al 26 dicembre c'è anche la mostra titolata "Eterna pittura",  dedicata  Maurizio Bottoni, nato a Milano nel 1950. I suoi soggetti preferiti  sono le nature morte, i paesaggi e i ritratti. 

Nelle opere di questo pittore sono numerosi i richiami ai dipinti, ai disegni e alle incisioni di grandi artisti del primo Cinquecento come Albrecht Dürer, ma ha riferimenti anche del nostro tempo, come la figurazione di Giorgio De Chirico e di Pietro Annigoni.
#189
p. s. ho sbagliato, ho scritto Niko, ma il mio post di risposta è dedicato a Pio  ::) :))

#190
Ciao Niko,

perché limitarsi soltanto ad una "onesta badante" ? Se lui e lei per vari motivi sono soli perché non farli  provare a farsi compagnia ? In merito, nel novembre 2022, in questa sezione cominciai un topic titolato: "Che ne diresti di dormire insieme ?" Fu ispirato dal romanzo "Le nostre anime di notte" (titolo originale "Our souls at night"),  dello scrittore statunitense Alan Kent Haruf (1943 – 2014).

Nel post citai lo scrittore e poeta Milan Kundera. Nel suo romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere" scrisse: "Fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse, ma quasi opposte.
L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un' unica donna)". 

Infatti dormire insieme è la dimostrazione di reciproca fiducia,  di intimità tra due persone, ancora di più che fare sesso.

Si accetta di restare incoscienti in balia di  una persona che può scegliere se proteggerci, rassicurarci o approfittarne per farci del male. 
#191
Riflessioni sull'Arte / Re: Angel of grief
06 Luglio 2024, 10:50:51 AM
"Ricordami"

"Tu ricordami quando sarò andata
lontano, nella terra del silenzio,
né più per mano mi potrai tenere,
né io potrò il saluto ricambiare.

Ricordami anche quando non potrai
giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
ricorda e basta, perché a me, lo sai,
non giungerà parola né preghiera.

Pure se un po' dovessi tu scordarmi
e dopo ricordare, non dolerti:
perché se tenebra e rovina lasciano

tracce dei miei pensieri del passato,
meglio per te sorridere e scordare
che dal ricordo essere tormentato".


Christina Rossetti



Questa poetessa nacque a Londra il 5 dicembre 1830 e vi morì il 29 dicembre 1894.

Era la sorella di Dante Gabriel Rossetti, uno dei fondatori del "preraffaellismo".

Questi due personaggi sono a me ben noti, erano figli di Gabriele Rossetti, poeta, critico letterario e patriota antiborbonico;  nacque a Vasto, lo stesso luogo dei miei avi del ramo paterno.
#192
 
Ieri sera su Rai 3  ho visto un visto un film che reputo di buon livello: è titolato "Le cose che non ti ho detto".
 
Grace e Edward sono sposati da 29 anni. Entrambi in pensione, abitano nella piccola città costiera di Seaford, nel Sussex.
 

 

 
Grace è una donna piacente, religiosa,  raccoglie poesie per farne un'antologia. Cita a memoria i versi di William B. Yeats, Christina Rossetti ed Henry King; lui, più anziano, è un ex insegnante che  continua a fare ricerche del periodo napoleonico.
 
Una coppia che si sopporta senza infastidirsi a vicenda, ma  entrambi in capaci di tenerezza. Grace un giorno protesta: "Voglio una reazione, un vero matrimonio. Perché scappi sempre da me?". Edward replica: "Ho sempre la sensazione di essere nel torto con te, mi fai sentire sbagliato".
 
Edward e Grace hanno un figlio, Jamie, che vive a Londra.
 


 
Su richiesta del padre il ragazzo va a  trovare i genitori in un fine settimana. La prima sera del suo arrivo, la cena in famiglia si conclude con una lite tra Grace e Edward, e Jamie si rende conto che il weekend sarà affliggente.
 
Il giorno dopo Grace si reca in chiesa per la messa e Jamie viene a sapere da suo padre il vero motivo del  suo invito: "Ho intenzione di lasciare tua madre. Per quanto sembri ridicolo, mi sono innamorato". L'altra donna, di nome Angela, lo rende felice e libero di essere sé stesso.
 
Il genitore si confida con il figlio e gli racconta del primo incontro con Grace, sul perché  all'epoca ha cominciato una relazione con lei e sui motivi che lo hanno indotto a concludere  il rapporto dopo tanti anni.
 
Durante la colazione il marito comunica alla moglie che il loro matrimonio è finito, e che da un anno ha una nuova compagna.
Grace non accetta che Edward voglia rompere la loro relazione. Ma la decisione dell'uomo è irrevocabile e se ne va. Prima così mite e remissivo, quasi rassegnato, molla tutto per raggiungere la nuova compagna. Ha  deciso di dire basta,  perché consapevole che non è mai stato veramente felice con Grace,  imperativa ed energica.
 
Jamie  ha  suoi problemi con una  probabile partner, comunque tenta di confortare sua madre,  ma la donna non ha la forza di reagire.
 
Molti matrimoni durano anni tra silenzi e solitudini coniugali. Poi per uno dei due giunge il momento di dare una svolta alla propria vita anche se non si è più giovani. 
 
Il significato del film  è racchiuso in una frase detta nel finale: "All'inizio c'erano tre persone infelici, ora ce n'è solo una". Questa persona è ovviamente Grace.
 
La frase può sembrare cinica o crudele, ma nelle relazioni di coppia spesso è così.
 
Si può decidere di lasciare la propria compagna di vita dopo tanti anni di unione e le si vuole ancora bene ma non è amore ? Sì, può accadere se all'amore non fa seguito la felicità, il fine ultimo, la ragione di un'intera esistenza. Come dire: non è mai troppo tardi per ricominciare, voltare pagina e trovare una seconda strada, nonostante la tarda età, il lungo passato di coppia, un figlio, la tranquillità economica.
 
L'infelicità non deve essere una condanna ma motivo per cambiare rotta.  L'incompatibilità tra due persone prima o poi emerge e non è sufficiente nasconderla in una dimensione d'amore soltanto illusiva.
#193
Riflessioni sull'Arte / Re: San Giovanni Battista
27 Giugno 2024, 20:32:06 PM
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Erodiade, cognata e amante del tetrarca Erode Antipa (settimo figlio di Erode il Grande), fece tacere per sempre la voce profetica di Giovanni Battista, che gridò a quel re: "Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello".

La teatrale esibizione della testa mozzata per far tacere quel testimone nel contesto conviviale, univa in modo lugubre parlare e mangiare. Durante quel pranzo organizzato in occasione del suo compleanno,  Erode Antipa rimase ammaliato nel vedere danzare Salomé, la figlia di Erodiade. Il re, davanti ai commensali, disse a Salomé: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza si consultò con la madre e chiese al sovrano che le venisse subito portata su un vassoio la testa di Giovanni Battista.  Come è noto la sua richiesta fu esaudita. 

La liturgia cattolica il 29 agosto di ogni anno commemora quella decollazione e altri due avvenimenti collegati al Battista:

1. la costruzione basilica in suo onore edificata sul luogo del suo presunto sepolcro (il corpo senza testa) a Samaria,  successivamente denominata Sebaste, in Israele. 

2. Nel IV secolo il "ritrovamento" della "testa del santo" durante i lavori effettuati sul sito dell'antico palazzo di Erode.  Si narra che l'imperatore Teodosio l'avrebbe fatta trasportare a Costantinopoli negli anni '90 del IV secolo: sarebbe arrivata nella capitale dell'Impero Romano d'Oriente un 29 agosto, data  poi divenuta la festa della decollazione del Battista e della traslazione delle sue reliquie.

Una domanda "sorge spontanea": è  la stessa testa che il pontefice Innocenzo II fece poi traslare a Roma per farla custodire nella chiesa di San Silvestro in Capite ?  Oppure  quei frammenti cranici furono portati in Francia nel 1206 e collocati  nella cattedrale di Amiens ?

Le solite false reliquie, concesse alla venerazione della religiosità popolare !

Nella storia della cinematografia non è mancata la smitizzazione con il bel film del 1940 interpretato da Totò, gran devoto di San Giovanni decollato. L'attore s'indigna contro chi sottrae l'olio dal lumino dedicato al Battista.

Nel primo secolo d. C. lo storico giudaico filo-romano  Giuseppe Flavio nella sua opera "Antichità Giudaiche", pubblicata nel 93 – 94, dice che il Battista fu giustiziato nel carcere della fortezza di Macheronte (Machaerus), a 24 km dalla foce del fiume Giordano nel Mar Morto.


vista panoramica di Macheronte con il Mar Morto sullo sfondo.


resti della fortezza di Macheronte

In quel sito archeologico dal 1968 gli scavi hanno riportato alla luce i resti del palazzo reale erodiano,  entro cui forse avvenne il martirio di Giovanni il battezzatore.   
#194
Riflessioni sull'Arte / San Giovanni Battista
27 Giugno 2024, 18:51:20 PM
Il 24 giugno il calendario ha commemorato Giovanni Battista. La ricorrenza mi ha fatto pensare all'evangelista Marco e al suo racconto della decapitazione del battezzatore, detto il precursore di Gesù Cristo.


Dal Vangelo di Marco: "Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: 'Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi'. Altri invece dicevano: 'È Elia'. Altri ancora dicevano: 'È un profeta, come uno dei profeti'. Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: 'Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!'.
 
 Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: 'Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello'. Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
 Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell'esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: 'Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò'. E le giurò più volte: 'Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno'. Ella uscì e disse alla madre: 'Che cosa devo chiedere?'. Quella rispose: 'La testa di Giovanni il Battista'. E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: 'Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista'. Il re diventò triste, ma per rispettare il giuramento fatto alla ragazza davanti ai commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro" (6, 14 – 29).

 
 La scena della decapitazione fu dipinta in da Caravaggio durante la sua permanenza a Malta.

 

 
 

 Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, "Decollazione di San Giovanni Battista", 1608, olio su tela di cm 361 x 520, Oratorio della concattedrale di San Giovanni Battista, La Valletta, Malta.
 
 Nella tela la direzione del fascio di luce è la stessa di quello proveniente da una finestra dell'oratorio, per cui la scena della decollazione sembra illuminata in modo naturale.
 
 Ci sono il carceriere: dalla sua cinta pendono le chiavi delle celle, con la mano destra indica il bacile; il carnefice che sta per staccare la testa di Giovanni con un coltello, il mannarino, che sorregge nella mano destra dietro la schiena; una giovane che ha un bacile in cui mettere la testa del Battista; un'anziana donna con le mani sul volto per l'orrore; sulla destra la finestra con la grata, dietro di essa due carcerati assistono all'esecuzione; una corda fissata al soffitto e legata ad un anello sulla parete con la finestra fa intuire cos'era successo al santo prima di essere slegato ed ucciso.
 
 Giovanni è disteso in terra con le mani legate dietro le spalle. Un drappo rosso copre la nudità nella zona del bacino; sotto il lenzuolo s'intravede la sua abituale veste di peli di cammello durante l'eremitaggio nel deserto. Vicino la sua testa si vede in terra la spada con la quale inizialmente è stato colpito.
 
 Diversamente dall'iconografia classica, con il battista ritratto già senza testa, qui l'artista lo ha raffigurato nel momento precedente. Dalla tela è possibile intuirne l'antefatto: Giovanni è stato arrestato, ma Erode, per timore delle reazioni della folla, non osa deciderne la fine, ma per esaudire la giovane Salome ordina la decapitazione del santo.
 
 Con difficoltà si può notare la firma dell'autore: "f. MichelAng[e]lo", vicina al rivolo di sangue che esce dalla gola del battezzatore.
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Riflessioni sull'Arte / Re: Angel of grief
14 Giugno 2024, 19:28:38 PM
Gentile Jean, ammiro la tua sensibilità artistica, che esprimi anche componendo poesie.

Due giorni fa in questo topic hai inserito due belle canzoni della cantante francese Françoise Hardy, come "Tous les garçons et le filles"... de Montmartre, che mi ha riportato ai tempi della mia gioventù.

Da meditare è invece il testo della canzone "Le large". La strofa che viene ripetuta dice:

"E domani tutto andrà bene, tutto sembrerà lontano,
Là, alla fine quando prenderò il largo.
Tutto sarà lontano, dammi la mano,
Là, alla fine quando prenderò il largo".

E due giorni fa anche lei ci ha lasciati:  Françoise Hardy  ha preso il largo per andare nei "Campi Elisi".