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Messaggi - bluemax

#181
Scusami, non aggiunge e non toglie alcunché alla discussione, ma posto solo perché l'ho trovata un'immagine molto poetica sul web cercando di poter aiutare in qualche modo  :-X la discussione:

----------------------------------------
Ma-tsu stava passeggiando con un discepolo tra boschi
e colline e il monaco gli domandò:
" Che cos'è il nirvana "

Mu-tsu fece una corsa sul prato, si fermò e chiamò il discepolo.

Questi chiese:

" Allora, che cos'è "

Il maestro allargò le braccia e disse:

" Eccolo "
-----------------------------------------
Purtroppo è un copia-incolla web, e dunque non conosco la fonte originaria forse Sariputra puo' aiutare.  ;D


Mi son scordato di chiarire che Al termine "Nirvana" verrebbe attribuito il significato di annullamento, cessazione, sopressione, letteralmente disalberato "de-forestato", in una parola "estinzione". Ma DEVE essere inteso allo stesso tempo sia come annientamento della foresta della passioni sia come estinzione di percezioni erronee, indi dei condizionamenti, dunque dell'ignoranza, perciò delle cause della sofferenza, per cui annientamento ed estinzione della sofferenza stessa.

Si potrebbe dire, in positivo, felicità, ma cosi' facendo si ricade nel DUALISMO incorretto, cioè si rende per negazione, probabilmente perché si tratta di fare in modo che cali il velo dell'illusione e dell'inganno che impedisce l'accesso alla conoscenza.

Imparare qualcosa presumerebbe infatti di aggiungere qualcosa nella propria mente che non ne sa nulla, mentre estinguere l'ignoranza di qualcosa può presumere un recupero alla coscienza di una conoscenza perduta o velata, comunque presente in potenza (benché passibile di sviluppo), come seme nella coscienza (coscienza da ampliare o connettere ad una coscienza più estesa, magari collettiva anziché individuale?).

Dopotutto non sono forse proprio le passioni che velano la nostra mente ed ostacolano il superamento dell'ignoranza e l'accesso alla conoscenza?

Dal un certo punto di vista Nirvana e Samsara (in quanto stati mentali) non sarebbero separati, ma la stessa realtà, vista da due punti di vista differenti, ovvero vista o non vista con chiarezza.

Per comprendere il Nirvana sarebbe necessario compredere gli aspetti fondamentali del Dharma, ovvero dukka, anicca, anatta e soprattutto Sunyata, e la vacuità.


riciao :)
#182
Il Samsara non è un luogo fisico, esiste da un tempo senza inizio ed è una condizione mentale visto che ogni realtà è filtrata dalla mente, Stati di esistenza condizionati dalla nostra ignoranza (non l'ignoranza di non sapere dove si trova una capitale): è il ciclo delle rinascite. 
Il Buddha ha descritto la condizione del Samasara con queste semplice parole:

<<Tutti i fenomeni composti (mentali compresi) sono per loro natura impermanenti>>

non capire questo avvia quel ciclo di rinascite infinito dovuta alla nostra coscienza ignorante che produce karma. Ecc ecc ecc

Uscire dalla ignoranza porta al Nirvana. Anche questo non mi risulta un "luogo" ma è semplicemente la consapevolezza originaria di una mente primordialmente non-oscurata che dimora della natura ultima.


<<attaccamento è presupposto ad esistenza.
se, o ananda, totalmente, completamente, a ciascuno, ovunque, non fosse
più attaccamento, e cioè l'attaccamento alla brama, l'attaccamento
ai rituali religiosi, l'attaccamento alle convinzioni, l'attaccamento all'affermazione dell'io,
se completamente vi fosse il cessare dell'attaccamento, con la distruzione
dell'attaccamento forse che si sperimenterebbe ancora l'esistenza?
...
pertanto, o ananda, proprio questo è il motivo, questa è l'origine, questa è la radice,
questo è il presupposto dell'esistenza: l'attaccamento>>

La vita di essere umano è definita "libera e privilegiata" perchè abbiamo l'opportunità di seguire il Dharma e quindi di riuscire a raggiungere l'Illuminazione e quindi di sfuggire al ciclo delle rinascite. il Nirvana si ha nel momento in cui si raggiunge l'Illuminazione e continua dopo la morte evitando il viaggio nel Bardo.


Perchè ti interessa il Nirvana ? Perchè hai paura dell'illuminazione ? Se le piccole cose della vita ti soddisfano, perchè vuoi abbandonarle ? 
..e.. chi è, in te, che si pone tutte queste domande ? 
Chi è che deve abbandonare i dolori, ma anche i piaceri ?  
..e.. chi è che ha paura di morire ?

Sicuramente c'è qualcosa in te che non va... Sarebbe interessante scoprire chi è in te... e chi ti pone dinanzi a questi quesiti...
Sarebbe interessante scoprire chi prova dolore... e chi prova piacere in te... e sarebbe interessante comprendere chi è IO e perchè è qui...

Per quanto ho notato, I buddhisti sono persone come te, in cerca di comprendere alcuni di questi quesiti.
Ci si avvicina leggendo dei libri, o parlandone con amici. Farsi un'idea chiara di cosa è il Dharma non è cosa semplice,
ci vuole un po di tempo.
Distinguere termini ed iconografie richiede studio ed attenzione.
Ma di certo, tra i praticanti, non c'è una ricerca di un Nirvana privo di amore, di sofferenza o dolore.
C'è una ri-scoperta della propria natura. Di quella natura soffocata sotto i nostri stessi falsi concetti e false interpretazioni del mondo.
Il Dharma porta a 'pulire' la mente dalle illusioni. Ma anche la stessa parola 'illusione' nel Dharma, ha un significato da comprendere...
Se sei davvero interessato al Dharma, non ti resta che iniziare a conoscerlo per davvero.
Scoprirai che tutte le tue domande, hanno poco a che fare con il Dharma, e cadranno sotto la chiarezza della tua natura.

raggiungere il Nirvana non è estinzione ma esistenza totale. Da non confondere col nichilismo molto facile da incontrare.
ciao :)
#183
Citazione di: baylham il 18 Gennaio 2017, 09:35:14 AM

Evidentemente il lama ha continuato a mangiare il riso, illuminato o meno che sia. Mi interesserebbe sapere come si procura(va?) il riso.

Dato che la sofferenza è impermanente, c'è anche un'altra prospettiva, non possiamo vivere senza beneficiare gli altri.

"Come sono solito dire, qualsiasi lavoro si faccia anche per ottenere un chicco di riso, occorre aver presente che tantissimi esseri vengono in vita o vengono beneficiati. Ed, a causa di ciò, qualcuno ha maturato del karma positivo, proprio perché ha beneficiato gli altri. Ma questo chicco di riso è derivato da un altro grano di riso, e così a sua volta da un altro grano di riso precedente, all'infinito. Col risultato che tanti e tanti esseri senzienti hanno goduto, sono nati, sono rimasti in vita."
bellissima osservazione. 
Proprio quel che notavo personalmente durante lo studio delle 4 nobili verità ed in particolare nel "capire" a cosa si riferisce dukka... (insoddisfazione continua).

grazie :)
#184
Tematiche Spirituali / Re:Idoli e superstizioni.
17 Gennaio 2017, 12:33:00 PM
Citazione di: Duc in altum! il 17 Gennaio 2017, 10:11:26 AM
**  scritto da bluemax:
Citazionesi nota quanta confusione possa convivere in una "mente" umana.
Infatti: Chi sceglie l'Ateismo fa quindi un atto di Fede: nel nulla.


CitazioneConsidera che un DIO cessa di esistere quando nessuno puo' lo "adora". Questo è avvenuto moltissime volte nel corso dei secoli.

Quindi per umiltà logica e correttezza intellettuale, in conseguenza di questa tua riflessione, tu stessi potresti (sempre se vuoi, libertà assoluta come sempre) confermare ciò che proclamò Gamaliele (dato che tra ebrei e cristiani sono già più o meno 4000 anni che adorano questo Dio): "...per quanto riguarda il caso di oggi, ecco quello che vi dico: non occupatevi più di questi uomini, lasciateli andare: perché se la loro pretesa e la loro attività sono cose solamente umane scompariranno da sé;  se invece Dio è dalla loro parte, non sarete certamente voi a mandarli in rovina. Non correte il rischio di dover combattere contro Dio..." -
Forse tra qualche secolo accadrà questa tua profezia, nel frattempo, possiamo solo scommettere e sperare: con Dio o senza-dio.
:D mi ha fatto sorridere la frase "questa tua profezia" :D 
No. Non voglio diventare profeta, ci mancherebbe, è semplicemente una cosa NATURALE che ciò avvenga :) 

ogni cosa che è PRODOTTA (sia dalla mente che dalla materia) ha la natura di essere IMPERMANENTE.
Questo vale non solo per gli OGGETTI (tutti) ma anche per i PENSIERI :) 

quindi... sia se consideri un DIO come una cosa oggettivamente REALE sia se lo consideri una semplice IDEA è comunque di natura IMPERMANENTE e quindi destinato ad estinguersi. Se nessuno crea questo Dio con la preghiera (o adorazione o semplicemente parlandone) questo cessa semplicemente di esistere.

ciao :) e grazie per il sorriso (non credere che penso che le tue siano barzellette comunque eh... era un semplice sorriso) ;)
#185
Tematiche Spirituali / Re:Idoli e superstizioni.
17 Gennaio 2017, 09:24:25 AM
Citazione di: Duc in altum! il 17 Gennaio 2017, 09:12:55 AM
*****
"Né la Scienza né la Logica permettono di concludere che Dio non esiste.
Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede.

Chi sceglie l'Ateismo fa quindi un atto di Fede: nel nulla.
Credere in Dio è più logico e scientifico che credere nel nulla. "


ANTONIO ZICHICHI, FISICO.
scusami l'intromissione ma Zichichi, secondo me, è meglio lasciarlo perdere. Non è un grande esempio di umiltà di logica e sopratutto correttezza intelletuale. Basta leggere qualche suo libro, cosa che ahime ho fatto, e si nota quanta confusione possa convivere in una "mente" umana.

A casa mia l'onere della prova che qualcosa "è" stà a chi fa una affermazione e non il contrario. Alrimenti anche BABBO NATALE puo' essere considerato DIVINO.

Considera che un DIO cessa di esistere quando nessuno puo' lo "adora". Questo è avvenuto moltissime volte nel corso dei secoli. :)

ciao :)
#186
Citazione di: InVerno il 16 Gennaio 2017, 18:45:47 PM
E chi sei tu per dire di star danneggiando gli altri? E' inutile rimuginare sulla ciclicità della vita e fermarsi al singolo danneggiamento come atto scomposto dal tutto. Se io oggi ti do un pugno tu domani sentirai male all'occhio e mi dirai che ti ho danneggiato. Tra una settimana magari mi ringrazierai perchè quel pugno ti ha dato occasione per fermarti a riflettere visto che non sei potuto andare a lavorare. Tra un mese mi dirai che quello su cui hai riflettuto ti ha indotto a prendere decisioni che ti hanno rovinato la vita..Capita a volte di rivalutare fatti accaduti decine di anni prima, rivederli sotto una nuova luce, anzi, nella maggior parte dei casi tutto viene rimuginato più e più volte finchè non perde la sua fibra morale, il tuo giudizio positivo\negativo, diventa materia inerte da cui non puoi suggere più altro significato. Esistere significa modificare il contesto intorno a noi, in maniera neutra, se questo sia "danneggiamento" o "apprezzamento" è una valutazione che per la sua complessità è quasi impossibile da portare a termine se non per piccole cose, come mangiare un chicco di riso. Ma anche li, i risvolti potrebbero essere più ampi di quanto non si creda, un chicco di riso è sufficiente ad una formica per superare l'inverno, chissà cosa sarebbe successo se fosse finito per terra invece che nella pentola. Onestamente un lama che dice "viviamo danneggiando" non mi ispira ne fiducia ne simpatia, sempre che la traduzione sia fedele (non è scontato). Il semplice consumo di risorse a cui fa riferimento parlando della nutrizione è il fondamento dell'esistenza della vita. Sulla luna nessuno danneggia nessuno, ma è un luogo di morte totale. Allora se vogliamo celebrare la vita, non possiamo usare la parola "danno" che è intrinsecamente negativa, a meno che non crediamo che la vita in se sia negativa, allora l'unica soluzione per il lama è quella di buttarsi da un burrone, altro che ringraziare i chicchi di riso. Si possono raggiungere tutti gli stadi dell'illuminazione che si vuole, ma sempre mangiare e cagare si deve. Anche i lama.. tanto illuminati, ma poi a cagare ci vanno di nascosto come gli altri..
Beh... fondamentalmente la tua risposta, molto logica ammetto e veritiera, è quel che il Lama cerca di spiegare. Ossia che non vi è soluzione al fatto che l'interazione tra ogni essere senziente genera comunque sofferenza. (spesso chi beneficia di qualcosa è perchè qualche altro essere senziente ne soffre. Come una bilancia in perenne movimento).
Cio' che contraddistingue gli esseri senzienti è la diversa capacità di "consapevolezza" dei propri pensieri (da cui parola da cui azione). 

La discussione era nata, a quanto par di capire, per quel che riguarda il concetto di vegetarianesimo e veganesimo. Concetto che vede la vita di un maiale "superiore" a quella di numerosissimi insetti. Cosa che per il buddismo è errata.

A Quanto pare il Lama suggerisce di prendere atto che la "vita" nel samsara funziona in questo modo, ed è per questo motivo che si deve evitare la "rinascita" ed a quanto pare lui non prova quel senso di colpa (o meglio lo ha ACCETTATO) che invece è molto facile provare nel momento in cui si prova quella con-passione per altri essere senzienti.

Da notare che la parola CON PASSIONE, quindi passione, quindi PASSIVA è una cosa possibilmente da evitare. La passione la si subisce senza poterla governare è un sentimento PASSIVO che non si governa.

ciao e grazie :)
#187
Citazione di: Mariano il 16 Gennaio 2017, 13:15:18 PM
Non ho familiarità col Buddismo ma, indipendentemente da convinzioni religiose, ritengo che non ci sia una relazione tra compassione e senso di colpa:  il senso di colpa può nascere quando si è consapevoli di aver fatto o fare qualcosa contro la propria morale (ed è soggettivo), mentre la compassione è partecipare alla sofferenza che prova un altro essere ( e non comprende un'azione per contrastarla).
Se poi uno ritiene possibile e giusto (ancora questo soggettivo) fare qualcosa per aiutare chi soffre, può sorgere un senso di colpa.
Questo è il mio parere.
ti ringrazio tanto per la tua risposta :) 
effettivamente mi ha fatto riflettere il fatto che per te, giustamente, il "senso di colpa" nasce e sussiste quando vi è la consapevolezza di danneggiare qualcuno od averlo fatto per averne un proprio tornaconto. In mancanza di questa consapevolezza il tutto diviene "incidentale" e quindi... leggero da sopportare (anche se inevitabile).

Il mio senso di colpa nasce proprio da  quel senso di non poter EVITARE di dover danneggiare gli altri anche solo perchè ho un "corpo" ed una "mente" che interagiscono con l'universo in modo continuativo e perpetuo... unito all'impotenza (dato che ogni azione ha conseguenze sicure sull'intero universo) di non poter evitare sofferenze ad altri.

Probabilmente dovro' convivere con questi "sensi di colpa" ed accettare il fatto che la sofferenza (omnipervasiva composta) di cui parlava Sakiamuni è natura stessa del samsara di cui facciamo parte.

Al limite sorge spontanea una domanda a cui forse solo "SARIPUTRA" puo' rispondere (o tentare di rispondere).
Si dice che quando una mente raggiunge l'illuminazione, questa anche compiendo azioni pienamente consapevoli, cessa di generare KARMA (positivo o negativo) nell'universo in cui si manifesta. Cosa si intende con questo visto che tale "insegnamento" è stato sempre poco capito e forse mal interpretato sia dai discepoli del tempo che negli odierni insegnamenti di Dharma ?
#188
Questa cosa mi manda fuori di testa... per quanto uno si sforzi di "limitare" i danni è tremendamente vero... e fa star male (dopo aver riflettuto)...

Citazione[font="segoe ui", arial]Nel 2009, in Francia, uno studente di Lama Zopa, pose al proprio maestro la seguente domanda:[/font]

[font="segoe ui", arial]<<Rinpoche, how do you feel about FPMT promoting a policy of not only vegetarianism, but also veganism, because of the cruelty to animals inherent in the production of dairy products and so forth? >>[/font]

[font="segoe ui", arial]Lama Zopa rispose in questo modo[/font]

[font="segoe ui", arial]Nella realtà, proprio nella realtà, nella cruda realtà quotidiana, ancora più nella realtà contingente, non si può sopravvivere senza danneggiare gli altri. Non esiste altra possibilità. Non c'è modo di vivere senza che gli altri ci danneggino, senza essere uccisi, senza che gli altri non ci provochino sofferenze. —Altrimenti non ci sarebbe alcun modo di poter sopravvivere anche un solo giorno, non si potrebbe sopravvivere nemmeno per un giorno.

Quindi, è così la vita nel samsara.

Ecco perché abbiamo bisogno d'essere liberati: la risposta, la risposta definitiva è di ottenere la liberazione, di uscire dal samsara.
Come sono solito dire, qualsiasi lavoro si faccia anche per ottenere uno chicco di riso, occorre aver presente che tantissimi esseri vengono uccisi o vengono danneggiati. Ed, a causa di ciò, qualcuno ha maturato del karma negativo, proprio perché ha danneggiato gli altri. Ma questo chicco di riso è derivato da un altro grano di riso, e così a sua volta da un altro grano di riso precedente, all'infinito. Col risultato che tanti e tanti esseri senzienti hanno sofferto, sono morti, sono stati uccisi o hanno ucciso.

Così, possiamo immaginare questo processo a ritroso a partire dal primo granello di riso, quando questo ha iniziato a germogliare in questo mondo. Non c'è quindi modo di assumere questo riso senza porvi gran attenzione, senza pensarvi consapevolmente, senza dedicare almeno un pensiero di ringraziamento agli innumerevoli esseri senzienti che sono morti per ognuno di questi chicchi di riso.

In particolare, la realtà più dura, più difficile, la cosa più dolorosa, è proprio quella di mangiare pensando solo alla mia felicità, ignorando completamente l'infinito numero d'esseri senzienti che sono morti, hanno sofferto ed ucciso, creando del karma negativo per tutto questo riso.
Possiamo quindi comprendere come, in questo momento, la necessità di praticare il Dharma diventi l'impegno più importante nella vita, più di ogni altra cosa: ottenere la liberazione dal samsara per sé e per il bene di tutti gli esseri senzienti, per non soffrire, per non venir uccisi.

Questa è la risposta fondamentale alla domanda che mi è stata appena posta!

Il fine più grande, il beneficio ultimo, è quello di raggiungere l'illuminazione per beneficiare tutti gli esseri senzienti. Nella vita quotidiana, questa è la cosa più importante da raggiungere: l'illuminazione per tutti gli esseri senzienti, per liberare gli infiniti esseri senzienti dagli oceani di sofferenza samsarica e per far loro conseguire l'illuminazione!
Ah!

In quest'occasione abbiamo avuto l'opportunità di ricevere tutti questi insegnamenti, il che dimostra che siete le persone più fortunate del mondo.

Ma quest'incredibile opportunità, che soddisfa ogni desiderio, questa perfetta rinascita umana che ci ha permesso d'incontrare tutti questi insegnamenti di Dharma, sutra e tantra, tutto ciò può interrompersi in qualsiasi momento. Perciò, apprendere approfonditamente, praticare e realizzare il sentiero è la cosa più importante di qualsiasi altra cosa nella vita, la più importante.[/font]

Ora, è vero che nel buddismo i "sensi di colpa" sono non solo da evitare in quanto generano stati mentali negativi privi di una qualsiasi utilità per se stessi e per gli altri, ma... ancora non ho ben capito la differenza tra CON-PASSIONE e SENSO DI COLPA.
Quando ad esempio desidero il benessere di un essere vivente senza voler nulla in cambio, solo per indole, si definisce "compassione". Ma ad essa subito si associa in me quel "senso di colpa" dovuto al fatto che, per la natura di INTERDIPENDEZA di tutto l'universo, il suo stato di malessere dipende per forza di cose anche da mie azioni e che, analizzandole, potrebbero essere avvenute anche anni fa.

Insomma... possibile avere CON-PASSIONE (compassione) senza provare SENSO DI COLPA ?

ciao :)
#189
Tematiche Spirituali / Re:Idoli e superstizioni.
16 Gennaio 2017, 11:24:38 AM
Citazione di: Sariputra il 16 Gennaio 2017, 10:25:55 AM
Ragazzi, non capisco perchè aggredite così Sara. Lei espone con pacatezza le sue idee e le sue convinzioni e non sta denigrando le vostre. E' una nuova arrivata e si deve dare il tempo per svolgere nella sua completezza il suo ragionamento.  :)
Oddio scusa °_° la mia non voleva essere una aggressione... ci mancherebbe... solo una richiesta informazioni anche perchè ho scambiato le sue "granitiche certezze" prive di quel <<dubbio>> necessario (almeno per quanto mi riguarda) con qualcosa simile al plagio e vicino al proselitismo...

se è stata notata una aggressione da parte mia chiedo scusa... non era mia intenzione... 

ciao :)
#190
Tematiche Spirituali / Re:Idoli e superstizioni.
16 Gennaio 2017, 09:18:11 AM
Citazione di: SaraM il 15 Gennaio 2017, 19:42:56 PM
L'uomo non è mai ateo,è solo idolatra ed assolutizza i bisogni che ha come animale o strane "divinità"(basti pensare a superstizioni,credenze ritualità).Non accettiamo i mali del mondo davanti a cui ci sentiamo impotenti e il Dio di cui ci hanno parlato sembra deluderci,Ci lamentiamo di Dio che non fa andare tutto bene ,che non impedisce mali e brutture ma non ci rendiamo conto che noi siamo fuori dal Suo mondo(per nostra scelta.Abbiamo abbandonato un Regno perfetto per vivere con le nostre forze(come i figli che lasciano i genitori e si mettono nei guai!)Il Regno di Dio dobbiamo riconquistarcelo  a fatica(partendo dalla croce),non perché Dio è sadico ma perché siamo nel regno del male in cui c'è il dolore e noi dobbiamo combattere giorno dopo giorno!Un'arma potente l'abbiamo:Gesù e il suo insegnamento!Quando si dice "Sia fatta la Tua Volontà"si invoca il bene(perchè questa è la Volontà di Dio);noi invece la intendiamo come una rassegnazione ad un capriccio divino.Quando le cose vanno bene è merito nostro,quando vanno male diamo la colpa a Dio che dovrebbe spianarci tutte le vie,fare giustizia e proteggerci da ogni inconveniente come se fossimo ancora con Lui.Ecco allora che ci creiamo i nostri IDOLI dando valore assoluto a qualunque realtà al di sotto di Dio.Idoli sono:la scienza(che pretende di spiegare tutto),la carriera(prevalere a tutti i costi),la legge(assicurazione di vita come per gli antichi Ebrei),l'ordine pubblico,la giustizia(fine a se stessa),la prestanza e la forza fisica,la salute,la ricchezza,le varie ideologie,la politica il nazionalismo,la considerazione degli altri...sono tutti un universo di valori maligni perché IMPAZZITI e che portano ad una degenerazione spirituale ma anche a tanti mali del mondo (guerre,fame dovuta all'egoismo di molti,catastrofi dovute ad azioni irresponsabili).Spesso l'uomo si proclama ateo anche a causa dei cosiddetti comandamenti.La parola COMANDAMENTO è errata.Dio non comanda ma consiglia di fare ciò che è considerato utile per la nostra serenità e che può evitarci tanti guai e disgrazie.Si può dire che un papà è stato cattivo perchè il figlio imprudente ha avuto un incidente di macchina?Certo avrebbe potuto tenerlo a casa,impedirgli di usare la macchina ma il figlio avrebbe preteso la sua libertà.Così siamo noi nei confronti di Dio.L'essere umano per principio rifiuta ogni comando fin da piccolo,anche se è per IL SUO BENE.Non riuscendo a rispettare questi consigli e non volendosi dimostrare incapace(il solito orgoglio!) l'uomo li rifiuta del tutto.La paura di Dio è un danno per la salute spirituale.Senza paura di Dio neanche la morte ci spaventerebbe perché non sarebbe più un limite assoluto ma l'accetteremmo come ricongiungimento con lo Spirito Generatore,sorgente della nostra esistenza.Credere a Dio come ad un "dispensatore di benessere"equivale a credere ad un idolo o oggetto di superstizione a cui si danno onori e colpe a seconda della situazione.La"grandezza enorme",lo"splendore assoluto",il"terribile aspetto" sono caratteristiche di un idolo, dell'immagine satanica di Dio che l'uomo si fa ed è comune a tutte le DEGENERAZIONI RELIGIOSE.L'uomo ha la mania di grandezza(forse perché si sente piccolo)Non è detto che forza fisica e potere risiedano nella grandezza(pensiamo all'energia nucleare e da dove proviene;pensiamo ai virus o ad un filo d'erba che spacca la pietra!)
Scusami Sara, ma da dove ti (con) viene questa granitica certezza che l'uomo non è mai ateo ? °_° Personalmente sono molto vicino alla dottrina buddista (pur con i suoi enigmi) e la presenza di un Dio non è solo deleteria ma sopratutto illogica ed inutile. °_° Cio' che avviene ha una spiegazione data dal conseguirsi di cause ed effetti. Comprese le (ri) nascite sfortunate dovute comunque a delle cause poste. (cio' che accade non puo' mai avvenire senza una causa e questo è alla luce del giorno. Pensare che esista una entità che decida cio' per quanto mi riguarda è infantile. Ma io sono io).

Al limite una domanda. Come mai invece di rispondere di la, vuoi quasi AUTO convincerti che quel che dici sia la "verità" ? °_°

ciao e buon inizio settimana :D
#191
Citazione di: baylham il 10 Gennaio 2017, 15:25:27 PMTesi incomprensibili, contraddittorie logicamente: se rileggi attentamente sostieni che la mente e la materia sono su piani paralleli che però si intersecano reciprocamente.
Quali sono i piani paralleli della mente e della materia? Che cosa significa stato mentale? Come si influenzano la materia e la mente?
Una domanda: la parola, la scrittura, il mio commento, sono  materiali o mentali?
No... intendo dire qualcosa di simile (simile = diverso).
La mente segue le leggi di causalità non materiali, la materia invece segue leggi di causalità materiali e su questo non vi son dubbi.

La mente pero' viene INFLUENZATA (mantenendo comunque una sua indipendenza visto che influenzare non significa diventare)  dal corpo (materia) mentre il corpo viene influenzato dagli stati mentali.

la distinzione tra mente e corpo (materia) in ambito buddista è alla base di ogni cosa. Se vuoi posso indicarti alcuni testi dove spiega esattamente in cosa la materia differenzia dalla mente. Facendo il copia incolla qua avrebbe poco senso. :) 
Posso al limite darti questo link https://www.youtube.com/watch?v=_zSaynjf354&t=1074s che, A GRANDI LINEE, e molto superficialmente puo' aiutare a comprendere cosa si intende per MENTE (non cervello o pensieri).

Posso dirti che gli stanti mentali possono arrivare ad essere 52. Alcuni di essi escludono l'uno la presenza dell'altro. 
Posso dirti che lo stato mentale di INVIDIA ha effetto sul "tuo" (notare le virgolette) corpo e immediatamente dopo nell'universo circostante (motivo per cui è necessario addestrarsi a domare la mente ;) )
Posso dirti che la mente precede la parola, la parola precede l'azione quindi la scrittura viene dopo la mente :) il tuo commento (mente) viene prima dell'azione di scrittura :) 

scusami molto per la sintesi grossolana ma sono a lavoro. :) 

ciao :)
#192
Tematiche Filosofiche / Re:Tempo ed eternità
10 Gennaio 2017, 12:48:17 PM
Citazione di: maral il 10 Gennaio 2017, 11:34:14 AM
Ecco, la differenza fondamentale tra induismo e buddismo da un lato e Cristianesimo o le altre religioni del Libro credo stia proprio in questo annientamento totale che rappresenta per i primi la suprema gioia. L'annientamento totale coinvolge pure gli dei, anche Brahma (l'essere immenso in cui si realizza il creato e l'illusione), Visnù (la divinità immanente dell'aggregazione, presente in ogni forma esistente) e Shiva (la divinità trascendente della disgregazione) vengono infine annientati. E' qui esattamente l'opposto dell'idea cristiana di un'eternità in cui l'Essere supremo (inteso anche qui in senso trinitario) è eterno e conserva in eterno presso di Sè le anime meritevoli rendendole partecipi della Sua eternità in essere. Questo trattenersi in eterno delle anime individuali, per l'Induismo è al contrario l'essenza stessa della pena e del dolore.
E' interessante notare che ad esempio anche la reincarnazione, la trasmigrazione delle anime da una vita all'altra, per l'Occidente assume il significato positivo di un poter in qualche modo ripetere se stessi indefinitamente, mentre per l'Oriente è l'effetto di un karma negativo che potrà risolversi solamente nell'annientamento in cui solo può consistere la vera gioia.
Attenzione ad usare il termine "annientamento". Tale termine non ha nulla a che fare con il "terminare" ma molto piu' simile alla "fusione". 
In poche parole... "IO" sono un semplice risultato di cause ed effetti a cui partecipa l'intero universo... io e l'universo siamo la stessa "mescolanza", ne faccio parte. Siamo lo stesso mare e l'onda che diviene "io" e non vuole essere "mare", IGNORA di farne parte, presume di essere differente dal mare creandosi un "io" indipendente e quindi sofferenza. 

:) ciao
#193
Citazione di: InVerno il 10 Gennaio 2017, 11:54:14 AM
Citazione di: maral il 10 Gennaio 2017, 11:05:59 AM
CitazioneInoltre la morte serena di tantissimi altri é ben documentata storicamente (io stesso ho assistito alla morte tranquillamente accettata di un mio collega anni fa e ne posso dare testimonianza).
Sì, ma sono sempre gli altri a raccontarla. Comunque se l'ultimo istante è, come dicevo prima, l'incontro effettivo ed eterno con se stessi, esso non potrà in ogni caso che essere eternamente gioioso per ciascuno.
Le esperienze di premorte sono ben documentate, pare che il nostro corpo sia ben calibrato per rilasciare le giuste quantità di droghe per farci vivere una bella esperienza allucinatoria. Gira voce che tutti vedano le stesse cose (è una voce che gira tra chi vuole provare "qualcosa") in realtà mi ero documentato e le visioni cambiano a seconda della propria cultura e del momento in cui accade (che può anche non suscitare un bel niente, non penso siano "obbligatorie"). Insomma, con il giusto "setting" potrei anche vedere un harem di donne nude dall'altra parte, invece che l'omone con la barba e la tunica bianca, bisogna lavorarci su.
si pone un problema di natura "logico".
La mente, questa, non ha nulla a che fare con la materia. La mente ubbidisce alle regole causali (stato mentale successivo dipende da quello precedente e via all'infinito nel continum mentale) la mente non puo' nascere dalla materia (cervello) in quanto seguono leggi causali differenti (materia con materia, mente con mente).

L'istante prima del primo stato mentale DEVE essere per forza di natura mentale e non materiale, l'istante successivo alla cessazione del corpo deve per forza di cose essere di tipo mentale e non materiale. Questa REGOLA UNIVERSALE non puo' essere violata (ed è su questa che si basa la dottrina buddista per quanto riguarda la rinascita, il bardo e successive fasi). Tutto l'universo è governato da tale legge (karma) quindi, per "induzione" è ovvio che la mente non puo' "finire" con la cessazione della "materia".

Del resto l'universo intero insegna. E' regolato da infiniti CICLI. Anche quando si va a "dormire" si sperimenta una piccola morte. ogni giorno è una piccola vita... ed una vita è un piccolo "eone" e cosi' via. :) 

il libro tibetano dei morti è "annessi" (dove per annessi vi sono miriadi di libri di "studio" di tal materia) è interessantissimo.


In certe situazioni di meditazione è possibile "isolare" la mente dalla materia e "notare" in cosa consiste la "corretta visione". :) 
Del resto... l'errore comune che viene fatto è quello di associare il karma di cio' che non è materiale (la mente) a cio' che invece è materiale (il corpo o mezzo).
Ambedue si influenzano ma viaggiano su binari decisamente differenti.

ciao :)
#194
Citazione di: sgiombo il 09 Gennaio 2017, 17:32:43 PM
Citazione di: maral il 09 Gennaio 2017, 13:17:13 PM
CitazioneComunque sia, come ci ha insegnato Epicuro e come molti, oltre a lui, di fatto hanno provato praticamente, si può ben accettare serenamente la morte senza bisogno di inventarsi un Dio che risorga e la sconfigga dandoci (illusoriamente!) una vita eterna.

Certo... la si puo' accettare o meglio... solo sconfiggendo l'illusione dell' sè la si puo' interamente accettare e, per molti versi, condividerla.

Ma questo avviene per cosi' poche persone, avviene cosi' raramente, e sopratutto è cosi' difficile comprendere l'illusione del "sè" che, tutto sommato, la maggioranza delle persone credo venga comodo illudersi di un Dio. :) 
Del resto... ogni religione (o per lo meno quelle TEISTICHE)  tende a carezzare quell' EGO promettendo cose che poi, tanto, non potranno essere recriminate da nessuno.

ciao :)
#195
Citazione di: SaraM il 07 Gennaio 2017, 21:04:37 PM
In questo mondo  la vera felicità non si raggiunge mai;si desidera sempre qualche cosa e,appena raggiunta,se ne desidera un'altra.Il segreto per vivere serenamente non è desiderare  ciò che si ama ma AMARE CIO' CHE SI HA ed averne cura.Un altro modo per vivere serenamente è creare un buon rapporto interpersonale con gli altri.Ciò non è facile perché ci sono incomprensioni,litigi,ingiustizie,vendette anche negli ambiti familiari.Il più delle volte uno vuole avere ragione sull'altro e imporre le sue idee.Peggio ancora è la presenza di chi agisce con malvagità desiderando il male altrui.Come comportarsi?Se consideriamo la vita osservandola  dal "gradino"inferiore la reazione al male è la vendetta:tutto finisce lì:vince il più forte, il più furbo( e non è detto che sia chi ha ragione!)Se  riusciamo,invece,a salire su un "gradino" superiore(quello spirituale) l'atteggiamento è diverso.Si sa che Gesù ha detto di amare il nemico ma che significa?I termini "amare" e "odiare" a quei tempi erano usati in modo diverso da noi. Amare il nemico non significa tanto abbracciarlo,baciarlo o inchinarsi a lui ma vuol dire continuare a trattarlo come se non fosse un nemico minimizzando,trascurando perdonando ciò che può aver fatto! Impossibile! Gesù era molto  equilibrato nei suoi insegnamenti e non chiedeva cose impossibili ma semplicemente coerenti con l'uomo spirituale! NON ABBIAMO IL DIRITTO DI CRITICARE MA ABBIAMO IL DOVERE DI CORREGGERE :ecco l'equilibrio!Criticando gli altri non otteniamo niente: è solo un nostro sfogo! Correggendo con pazienza si applica giustizia e affetto.La persona ò incorreggibile?Pazienza, abbiamo fatto del nostro meglio.Se facciamo del bene  e amiamo solo chi ci è amico e ci contraccambia spiritualmente non abbiamo nessun merito perché  anche i delinquenti fanno lo stesso.Se aiutiamo il nemico che ha bisogno e affrontiamo le provocazioni  concedendo più  di quanto ci è chiesto il livello di vita è superiore e siamo figli di Dio che offre le stesse cose ai giusti e agli ingiusti(tocca poi a loro farne un uso corretto)
Penso che in questo mondo "grossolano" sia impossibile raggiungere la felicità semplicemente perchè essa viene cercata in cose o persone che non hanno la natura stessa di donare la felicità. Non esiste alcun oggetto capace di "trasferire" felicità (altrimenti piu' siamo esposti a tale oggetto e piu' dovremmo provare felicità ma cosi' non avviene, oppure, se donassimo tale oggetto a tutti, tutti sarebbero felici). Non esiste, in egual misura, nessuna persona o idolo in grado di "dare" la felicità. Essa va semplicemente cercata altrove... e siccome la felicità è una esperienza "mentale" che nulla ha di materiale (è un processo) lascio trarre le conclusioni.
Cio' che invece genera INFELICITA' è l'ignoranza. Il voler attribuire ad oggetti, persone, dei, ecc... ecc...  il potere di rendere felicità. Ogni volta che la mente (DUALISTICA) viene in contato con la realtà, ecco che essa trasferisce sull'oggetto sperimentato il proprio IO. E' una espansione del proprio ego ed ecco che tale "oggetto" diventa bello, brutto, cattivo, buono... a seconda di chi giudica OSSIA IO; scordandosi che tale oggetto è semplicemente una manifestazione di cause e condizioni. E' tale proiezione che genera l'infelicità il non distaccarsi da esso, il divenire l'oggetto stesso.

Nella tua affermazione ( "NON ABBIAMO IL DIRITTO DI CRITICARE MA ABBIAMO IL DOVERE DI CORREGGERE") posso vederci solo tantissimo EGO che porta ad infelicità sicura.
Anzi a dire il vero io la vedo esattamente al contrario. ABBIAMO IL DIRITTO DI CRITICARE (tale diritto nessuno lo puo' togliere, nemmeno una presunta divinità del periodo storico in cui è) me sicuramente non DOBBIAMO CORREGGERE NESSUNO. Tale "correzione" è una presunzione stupida di essere nel giusto. La presunzione di essere nel giusto crea DUALITA' (io, tu, noi, voi) e dalla dualità, quindi ignoranza si genera sofferenza.

Penso che ognuno abbia il suo personale percorso interiore da seguire, c'è chi è piu' avanti, chi piu' indietro ecc... ecc... ma a me il DOVERE DI CORREGGERE mette di cattivo umore... nasconde cose molto infelici. Pensa solo che una persona che sia "dietro" nel cammino spirituale decida di voler CORREGGERE chi è avanti a lui solo perchè ANCORA non è in grado di capire... ;)

ciao :)