Citazione di: PhyroSphera il 02 Dicembre 2024, 12:15:28 PMHo migliorato qualche particolare del mio testo e eleminato una lettero in più, scritta per errore.Dato che questo forum risulta essere frequentato anche dai fanatici del lapsus, quelli capaci di avviare una critica distruttiva solo per profittare di una lettera sbagliata - purtroppo agenti dal di fuori del cerchio ristretto della filosofia - preciso: non "lettero", ma 'lettera' ovviamente (non era nemmeno un lapsus) e la virgola prima della firma è (ovviamente) in più.
Buona discussione.
,MAURO PASTORE
Correzione a parte, constatando che questa discussione proposta non ha avuto sèguito, avendo pensato che potrebbe dipendere da un problema culturale, applico la seguente riflessione.
Io avevo optato per una considerazione unitaria del vocabolo 'eno', dal greco en cioè "uno, uno solo" (or.: εν , ma c'è anche un ενος che significa "precedente, ultimo", nel senso di: l'ultimo e solo restato - tralascio accenti), e dell'altro vocabolo 'enologia', ricondotto al greco οινος , tradotto abitualmente con "vino", unito a λογος , tradotto variamente e - solitamente, nella fattispecie - con "studio" (ho tralasciato nuovamente gli accenti nel greco).
Probabilmente (come da me già avvertito), la mia considerazione lessicale unitaria è stata rifiutata del tutto o ha impedito altri di approcciarsi alla totalità del mio messaggio, perché restati interdetti.
Faccio presente allora che risulta che il vino per i greci era la bevanda senza nome, da utilizzarsi chiamandola solo per la sua risultanza ed effetto unitari, οινος . Specificamente essa era la bevanda fermentata, da gustarsi e assumersi per le conseguenze da aversi con essa e contemplata perciò nella sua unità: il fermento infatti in tal caso avverte, informa della unitarietà sostanziale. Risulta che l'etimologia di 'enologia' non porta direttamente a οινος , altrimenti sarebbe stata italianizzata in "oinologia", ma passa attraverso ενος , nel senso di l'ultimo e solo restato.
Allora si provi a meditare su questo e a rivalutare il mio messaggio di discussione, certificandosi che in ogni caso l'attuale "studio dei vini" detto enologia è, scientificamente, soltanto uno studio sull'unità, applicabile a qualunque altra sostanza sufficientemente approcciabile. Avverto che non conosco quale sia lo stato odierno della cultura e della acculturazione a riguardo, quindi non saprei se a livello accademico questo che ho spiegato sia ancora recepito o posseduto. Sicuramente è o sarebbe recepibile - senza gettare disastrosi discrediti e tantomeno coinvolgendoci altro.
Nota Bene
Quando andavo a scuola e dopo ed ancora oggi, l'incapacità di alcuni individui di approcciarsi a tale questione linguistica, unita all'abitudine a bere vino distrattamente o a dare fiducia a tali abitudinari (un numero più che ingente, purtroppo), si traduce puntualmente in tentativi di escludere chi invece disposto e capace linguisticamente e non impedito da abitudini sbagliate.
MAURO PASTORE