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Messaggi - paul11

#1801
Sgiombo,

......e adesso chiediti perchè nonstante +/- le percezioni sensitive siano identiche ognuno ha un punto di vista diverso?
perchè la prima fase è il passaggio dalla percezione della foglia fisico-materiale in immagine-astratta del pensiero, ovvero quella foglia è diventata "mentale" Ma la seconda fase è speculativa, quando il pensiero riflette se stesso, ovvero ora quell'immagine astratta della foglia ha necessità di collegarsi alle altre immagini astratte costruite attraverso l'esperienza e la speculazione filosofica.
Quindi quella foglia deve "incastrarsi" in un pregresso che è la formazione del nostro punto di vista.

C'è una doppia forma trascendentale: la prima dal fisico-materiale in pensiero, che può essere indagata dalla logica per capire se è un verità  in quanto giustificata(quello che fa anche la scienza contemporanea)(, ma dall'altra c'è la seconda trascendenza che va oltre la giustificazione logica del pensiero in relazione all'osservato fenomenico materiale, ed è il dominio dei sensi e significati che quelle stesse immagini astratte pongono speculativamente incastrandosi in una catena di senso , ovvero in un disegno che li comprenda, anch'essa esplorabile con la logica

Quì sta la la diattriba dei "punti di vista"; se la verità è  SOLO giustificabile dalla realtà materiale e fisica o se sensi e signifcazioni vadano oltre il dominio della sola materialità in un ordine superiore che comprenda lo stesso agente conoscente e l'osservato fenomenico.
Di nuovo, "ci basta il rapporto materia-pensiero, per dare sens oe signifcazione ad un disegno complessivo?"C'è chi dice sì, c'è chi dice nì e c'è chi dice no.,e lo scontro è propri osulla logic della verità giustificata, se il parametro è il mondo esterno o il disegno speculativo filosfico nell'ordine del senso e signifcati che la materialità non può esaurire.
E' altrettanto ovvio che entrambi i domini necessitano di un linguaggio, il primo che relazioni materia e pensiero e il secondo pensiero e pensiero
#1802
Sgiombo,
rispettabilissimo il tuo punto di vista culturale, ma sfugge un passaggio fondamentale, che se sensitivamente io tocco, vedo, odoro una foglia,quella foglia non entra MATERIALMENTE dentro il mio cervello, ma sono segnali elettromagnetici che a loro volta si ricostituiscono dentro una materia che è cervello, neuroni, sinapsi ecc. e di nuovo formano un pensiero che non è materiale.
In sostanza noi abbiamo un'"immagine "della foglia ,non la sua fisicità, perchè nel cervello  non c'è quella foglia fiisica.
Adatto che quella immagine fisica della foglia adesso è pensiero,concetto relazionato ad altre miriadi di fenomeni, allora solo linguisticamente è possible descriverla.
Il problema è semmai quanto dell'immagine divenuto pensiero che è nel mio cervello corrisponda linguisticamente a quella fisicità che è là fuori dal mio cervello/mente. Quindi l'immagine è già astrazione descrivibile linguisticamente.
#1803
E'' la dimostrazione che il problema non sono in sè e per sè le norme costituzionali, ma gli iter procedurali in cui i tre poteri esecutivo(governo), legislativo(Camera e Senato), giudiziario (magistratura) e gli organismi attivi, consultivi e di controllo, dovrebbero agire a far sì che non esistano  ad esempio forme di ostruzionismo nelle fasi legislative, forme autoritarie e anticostituzionali nei governi.E' questo il nodo che sarebbe dovuto essere sciolto e che dilata i tempi legislativi.

La modifica nella Costituzione doveva mirare negli iter procedurali e sugli organismi interessati all'iter, affinchè le responsabilità fossero chiare e i tempi certi; infatti lo stesso problema è nella magistratura sugli iter processuali delle liti pendenti.
La certezza della pena è impossibile senza la certezza della responsabilità negli organismi competenti..Ecco perchè in Italia ci sono linguisticamente leggi inestricabili e cavillose per cui la nostra Italia è diventato il Paese degli avvocati. Le norme devono essere chiare e sintetiche e senza riferimenti.
Questo ha comportato ad avere un ordinamento giuridico in cui vi sono contraddizioni talmente evidenti fra stesse normative che impone allora una precisa volontà di scelta affinchè le cose non siano chiare al popolo.Sono un pò tutti d'accordo che il popolo non debba capire e questo è un principio antidemocratico.
#1804
Tematiche Filosofiche / Re:La nave di Teseo
06 Ottobre 2016, 01:31:27 AM
Citazione di: maral il 05 Ottobre 2016, 23:28:35 PM
Citazione di: paul11 il 04 Ottobre 2016, 23:55:55 PMMah.....ho l'impressione che ognuno abbia detto nella discussione qualcosa di giusto.
Come sempre d'altra parte. Ma la nave di Teseo che lentamente muta pezzettino dopo pezzettino solleva un altro problema di non facile soluzione: qual è il momento esatto in cui la nave di Teseo non è più la nave di Teseo? Quale sarà il pezzettino in quel momento muterà per trasformarla in un'altra cosa tanto da poter dire che prima era ancora la nave di Teseo e dopo non lo è più?

Deve mutare totalmente e nello stesso tempo per non essere più la nave di Teseo.
Per quanto si ristrutturi una nave, una casa, non perde l'identità ontologica.
Non è cambiando i mobili, e neppure i muri che una casa perde la sua identità, può persino mutare la sua fisionomia totalmente, ma non muta ontologicamente, così è la nave, così è Teseo.
Le parti sono attributi e proprietà, solo se cambiano strutturalmente da non essere attributi propri della nave ,allora la nave non è più nave, ma altro.
Persino una casa diroccata è ancora "quella" casa, idem la nave di Teseo.Fin quando è riconoscibile come nave, e riconducibile a Teseo come relazione , rimane ontologicamente .
Per questo ho dei dubbi che la memoria sia identitaria. Non è la volontà a decidere l'ontologia, Teseo può perdere la sua memoria, ma lui rimane Teseo anche inconsapevolmente e può dimenticarsi di avere una nave, ma quella nave è ancora nave e di Teseo, se non cambia la proprietà.
#1805
Cvc
non può esistere un 'economia liberista e un dirigismo politico comunista.ma questo lo sa il gruppo dirigente del partito pseudo comunista.O esiste un'economia pianificata o si apre al mercato.Non avrebbero mai accettato gli investimenti produttivi delle multinazionali private occidentali che si sono insediate   E' dall'eliminazione della "banda dei quattro" che la Cina ha scelto di fatto una strada, quella dell'apertura all'economia e per esempio la leader mondiale dell'auto ,Volkswagen disse anni fa licenziando in Germania che il primo mercato sarebbe stato la Cina, perchè 1,3 miliardi  di abitanti sono potenzialmente un affare quando temporalmente il salariato comincia ad acquistare frigoriferi, tv e poi automobili. Ci sono lotte sindacali, dalla questione abitativa, perchè la migrazione porta ad una forte pressione di numero di persone verso gli agglomerati industrializzati, con disordine  urbanistico; vi sono rivendicazioni salariali e di qualità della vita sia dentro le fabbriche che fuori.Insomma si sta assistendo al tipico processo solidaristico quando più persone si identificano nelle stesse problematiche.
Il gruppo dirigente del partito monoiltico cinese, devono gestire la macroeconomia socio-economica, lasciando che la microeconomia delle imprese private spontaneamente agisca,
Se si guardano le classifiche mondiali per comparti, l'industria pesante siderurgica e navale,fino alle banche è già fortemente rilevante. Già qualche anno fa possedevano molto del debito pubblico statunitense.
Per certi versi fa testo la cultura medievale giapponese che si innestò con la cultura industriale statunitense, tanto da migliorarla e innovarla come Toyota fece negli anni Ottanta.Certamente la Cina ha delle sue specificità, ma soprattutto ha un enorme numero di persone e un'estensione territoriale, tanto che già anni fa si diceva del passaggio dall'economa dell'Atlantico a quella del Pacifico, come fu dalla scoperta delle Americhe con il passaggio delle civiltà ed economie del Mediterraneo a quella dell'Atlantico appunto.
Quanto sarà lungo il processo dei piatti della bilancia non lo so, ma già ho notato alcuni errori strategici di parecchie multinazionali che abbandonando l'Europa come primo mercato erano convinti che i Paesi emergenti ,avendo tassi di sviluppo molto più consistenti rispetto all'asfissia quasi recessiva delle nostre economie, dovessero essere il loro futuro.Si è notato invece che c'è una forte interdipendenza dei mercati mondiali,Se il primo mercato abbassa i tassi di sviluppo è altrettanto vero che nel medio periodo incide sulla domanda mondiale di beni e servizi richiedendone meno anche ai Paesi emergenti.
Il problema è che già da noi in Occidente hanno sottomesso  enti internazionali che trattano sui diritti dei lavoratori a livello internazionale come lo  IOL promosso dall'ONU, ma già quest'ultimo conta sempre meno, perchè è un organismo costruito sugli equilibri nati dalla fine della Seconda guerra mondiale e dal Patto di Yalta: sono organismi più di facciata che operativamente sostanziali.

Quando si ragiona di macroeconomia globale non dobbiamo tener molto conto delle regionalizzazioni.
nel momento in cui la globalizzazione è il totale del pianeta Terra dobbiamo vedere prima di tutto gli indicatori totale mondiali per capire ad esempio nel mondo del lavoro che l'affacciarsi sul mercato solo di India e Cina con il loro numero di lavoratori, non solo intacca l'operaio, ma anche i ruoli tecnici e dirigenziali, quindi agisce trasversalmente su tutti i ruoli e professional, abbassando anche le pretese dei neo laureati e mobilizzandoli nella terra-globo.Il lavoro oggi è totalmente mutato, nelle forme organizzative, per l'impatto tecnologico notevole dell'informatica che unisce nei network, nei sistemi, nelle modalità logistiche e operative degli stabilimenti produttivi, nelle agenzie di studio  sui comparti dei mercati sparse ovunque con filiali,ecc.

Nel lungo periodo l'umanità dovrà pensare a come ridistribuire i redditi, perchè sarà sempre più basso il rapporto fra lavoratori attivi e numero dell persone totali, ovvero sempre meno lavoreranno con sempre più alte ed efficenti produttività, una delle sfide che prevedo è come l'umanità riuscirà a non più legare il reddito al lavoro.
A mio parere è un progresso, ma nell'attuale forma economica è una contraddizione molto spinosa che rimette continuamente in  discussione quella giustizia sociale.
Quasi quarant'anni fa si cominciava a leggere di "qualità della vita" in quanto il tempo di lavoro sarebbe diminuito lasciando molto più tempo libero e quindi aumentando i servizi .E' finita che la riduzione d'orario vagheggiata allora si è risolta soprattutto in Italia con aumento delle ore lavorate per addetto e dall'altro aumento della disoccupazione .In Italia non se ne uscirà da questa problematica strutturale.
I sindacati sono fuori gioco, il numero dei tempi pieno rispetto alle loro entrate economiche ha di fatto unito comparti economici nei contratti nazionali mutando le estensioni territoriali di competenza,ha agito quindi sia nelle federazioni nazionali di settore che nelle confederazioni territoriali mantenedosi surrogando servizi pubblici, come dichiarazioni dei redditi dei CAF e dell'INPS, ma l'informatizzazione procede saltando le intermediazioni.
Accettare senza colpo ferire la riforma recente del lavoro è l'ultimo atto del suicidio.Leggetevi attentamente le normative, i nuovi assunti sono in totale balia del datore di lavoro in quanto ricattabile.Quindi ho scarsa fiducia nell'attuale sindacato dei lavoratori , in quanto ricattabili per loro grandi problemi interni economici.Solo spinte dal basso potranno risollevare il sinadacalismo , o quello esistente o nuovi. Lo ricordiamo l'eurocomunismo ai tempi di Berlinguer? Oggi esistono solo orgamismi internazionali, ma direi europei, di partiti e sindacati che servono per fare mangiate e bevute.... e basta.
Il problema è da noi, non in Cina o altrove. C'è stata la totale assuefazione e appiattimento sulla globalizzazione che ha comportato perdite di diritti territoriali e nazionali, ma proprio perchè ha vinto la globalizzazione, ma non è finita quì.
#1806
chiedo venia: il mio ultimo post non è nella collocazione propria di questa discussione ,ma in quella della "nave di Teseo"
#1807
Tematiche Filosofiche / Re:La nave di Teseo
05 Ottobre 2016, 14:02:02 PM
Mah.....ho l'impressione che ognuno abbia detto nella discussione qualcosa di giusto.
Forse l'identità è semplicemente nel "sono",così asciutto ,scabro, senza attributi, proprietà,semplicemente
ontologico. Il problema è che non basta a se stesso, cosa potrebbe voler dire "sono" se non mi conosco se
non so definirmi.La nave direbbe "sono", Teseo direbbe "sono" ogni cosa potrebbe dire "sono".
il problema passa dall'ontologia alla sua contraddizione gnoseologica aprendosi alla definizione linguistica, agli attributi, proprietò, perchè quei "sono" devono essere separati per definire ogni cosa, e descrivere è scindere quel "sono" dagli altri "sono".La convenzione potrebbe essere la relazione che dichiara che una nave ,anzi proprio quella nave è di Teseo e non di altri.L'appartenenza dichiara una relazione e unisce gnoseologicamente una storia:E la storia necessita di un divenire, del tempo.
Per quanto la nave e Teseo possano mutare storicamente, ontologicamente rimangono immutabili,sono e saranno sempre loro identitariamente.Il processo gnoseologico, ovvero di conoscenza, quindi implicante il tempo, determina mutamenti, il fatto che parti della navi o totalmente, ma mai nello stesso tempo mutano in toto, mantiene l'origine ontologica dell'identità.Ed è proprio la memoria, ovvero la storia, che permette di paragonarci al passato,con il presente e il futuro.Dire che siamo cambiati, presuppone un origine di paragone.
C'è qualcosa di severiniano in tutto questo, è come se l'identità necessita di una contraddizione,Non bastando il "sono" è come se l'identità chiedesse a se stessa di riconoscersi, aprendosi alla conoscenza, linguistica, narrativa, relazionale.E per quanto possa perdersi nei meandri del destino, della sua storia o delle storie nel caso della nave e di Teseo, persino nella stessa memoria, nella sua coscienza, nella sua volontà, rimane anche all'immemore che non sa( e quindi non può riconoscersi nè riconoscere) quel "sono" ontologico.
Come dice Jean, la nave marcirà, Teseo morirà,finiscono la loro cognizione, la loro storia,la loro memoria ma tutte legate al loro agire,alla volontà, ma non finisce la memoria convenzionale di chi può ricordarli e di nuovo rinarrarli.
In fondo Pirandello dà vita narrando ai suoi personaggi, e linguisticamente, convenzionalmente comunica al lettore la loro storia.Noi siamo memoria di uno smemorato quando gli raccontiamo la sua storia anche se lui non può ricordare.siamo noi a quel punto parte di lui ,ma in lui rimarrà sempre ontologicamente il "sono" anche se non sarà in grado di riconoscersi.
#1808
La Cina è destinata a diventare la superpotenza del futuro, gli stessi analisti statunitensi sanno che è questione di tempo e cercando di ritardare l'evento. E' un problema di Know how, di conoscenza e di cultura nella gestione internazionale e nazionale interna per la Cina, vale a dire la qualità di acquisizione della leadership internazionale, mentre invece è  stata abituata da decenni ad essere chiusa e agire
"sottotraccia" come fa tutt'ora.

Si sapeva da almeno un ventennio,cosa  sarebbe accaduto sui diritti dei lavoratori del "primo mondo" che cozzava contro le esigenze economiche del liberismo globalizzato
Cosa hanno fatto strategicamente sindacati dei lavoratori e partiti, non solo italiani?
I primi non si autofinanziano più con le tessere degli iscritti sindacali essendo drasticamente calata l'occupazione, cresciuta la precarizzazione e infine mutato il diritto del lavoro grazie ad un fu-partito di sinistra, che sotto mentite spoglie asseconda i poter  i forti, sono diventato sindacati di servizi, snaturando completamente lo statuto associativo per cui erano nate.
I partiti non avendo la cultura che sorregge la politica sono totalmente incapaci di precedere di progettare il futuro, per cui la politica gestisce sempre più gli effetti non essendo in grado di intervenire sulle cause che sono economiche.
Se le cause economiche aprono nuovi scenari persino il diritto rischia di diventare obsoleto, superato, perchè legato al "vecchio"scenario e totalmente incapace di anticipare, quindi la politica è trainata dall'economica e con esso il diritto sostanzialmente.


Il diritto è un costo economico nella bilancia mondiale della competizione, quindi alza,in questo caso il piatto della bilancia a sfavore del "primo mondo" Fino a quando i piatti della bilancia non saranno in equilibrio economico, diminuendo i diritti del primo mondo e alzando le conquiste salariali e di diritto del "terzo mondo", la competizione fa sì che le aziiende delocalizzino e precarizzino in occidente.
La giustizia sociale, che è un termine estremamente importante, è stato venduto dalla politica all'economia, così come i processi migratori interni verso il primo mondo servono ad abbassare ulteriormente e velocizzare il processo di perdita di diritti.

Non sono certamente filo tirannico, ma sarebbe stato impossibile gestire i processi di 1,3 miliardi di popolazione, un'economia che sulla costa compete con i leader mondiali economici con città occidentalizzate, ma che all'interno ha una civiltà contadina da pala, badile e case di fango. Una litigiosità politica interna non sarebbe in grado di gestire le tensioni interne migratorie e le diverse fasi di crescita capitalistica, dove ad una forte progressione del prodotto interno lordo seguono stasi di stabilizzazione socio-economica necessaria per non generare conflittualità . Il caso politico Brasile, che è un economia potenzialmente molto forte, dimostra che se la classe dirigente politica è corrotta e non all'altezza della sfida internazionale nel Paese nascono tensioni conflittuali.
#1809
Mah.....ho l'impressione che ognuno abbia detto nella discussione qualcosa di giusto.
Forse l'identità è semplicemente nel "sono",così asciutto ,scabro, senza attributi, proprietà,semplicemente
ontologico. Il problema è che non basta a se stesso, cosa potrebbe voler dire "sono" se non mi conosco se
non so definirmi.La nave direbbe "sono", Teseo direbbe "sono" ogni cosa potrebbe dire "sono".
il problema passa dall'ontologia alla sua contraddizione gnoseologica aprendosi alla definizione linguistica, agli attributi, proprietò, perchè quei "sono" devono essere separati per definire ogni cosa, e descrivere è scindere quel "sono" dagli altri "sono".La convenzione potrebbe essere la relazione che dichiara che una nave ,anzi proprio quella nave è di Teseo e non di altri.L'appartenenza dichiara una relazione e unisce gnoseologicamente una storia:E la storia necessita di un divenire, del tempo.
Per quanto la nave e Teseo possano mutare storicamente, ontologicamente rimangono immutabili,sono e saranno sempre loro identitariamente.Il processo gnoseologico, ovvero di conoscenza, quindi implicante il tempo, determina mutamenti, il fatto che parti della navi o totalmente, ma mai nello stesso tempo mutano in toto, mantiene l'origine ontologica dell'identità.Ed è proprio la memoria, ovvero la storia, che permette di paragonarci al passato,con il presente e il futuro.Dire che siamo cambiati, presuppone un origine di paragone.
C'è qualcosa di severiniano in tutto questo, è come se l'identità necessita di una contraddizione,Non bastando il "sono" è come se l'identità chiedesse a se stessa di riconoscersi, aprendosi alla conoscenza, linguistica, narrativa, relazionale.E per quanto possa perdersi nei meandri del destino, della sua storia o delle storie nel caso della nave e di Teseo, persino nella stessa memoria, nella sua coscienza, nella sua volontà, rimane anche all'immemore che non sa( e quindi non può riconoscersi nè riconoscere) quel "sono" ontologico.
Come dice Jean, la nave marcirà, Teseo morirà,finiscono la loro cognizione, la loro storia,la loro memoria ma tutte legate al loro agire,alla volontà, ma non finisce la memoria convenzionale di chi può ricordarli e di nuovo rinarrarli.
In fondo Pirandello dà vita narrando ai suoi personaggi, e linguisticamente, convenzionalmente comunica al lettore la loro storia.Noi siamo memoria di uno smemorato quando gli raccontiamo la sua storia anche se lui non può ricordare.siamo noi a quel punto parte di lui ,ma in lui rimarrà sempre ontologicamente il "sono" anche se non sarà in grado di riconoscersi.
#1810
Tematiche Filosofiche / Re:La nave di Teseo
03 Ottobre 2016, 11:01:52 AM
E' vero che dal punto di vista linguistico l'uomo compie un arbitrio ,ma sapendo che il nome denota e quindi indica una cosa.
Può cambiare il termine linguistico, il nome, per etimologia e quindi storia delle lingue e loro diversità, ma ciò che accomuna è l'indicazione che identifica quindi la cosa, l'oggetto.

...ma un domani(o un oggi come possibilità), un clone come potrà essere identificato? E' il DNA il codice identificativo? E un clone con lo stesso DNA può essere ritenuto identificativo a sè o invece ricondurlo ad una matrice originaria?
#1811
Tematiche Filosofiche / Re:La nave di Teseo
03 Ottobre 2016, 10:15:28 AM
Green.
la convenzione deve ovviamente rispettare l'identità, ma quest'ultima non può eludere aspetti pratici.
Sono ancorate nel porto diverse navi, fra le quali quella di Teseo , se nulla mi dice che quella nave è di Teseo, me ne approprio e diventa di paul11: chi mi può contestare?
Nascono quattro gemelli omozigoti, se la nursey non mette un cartellino voglio vedere la stessa madre come fa a identificarli. uno per uno.

La metafisica può dirci che l'identità non può essere soggetta al divenire. quindi non muta l'identità ad ogni passaggio di tempo, perchè quest ovarrebbe per ogni cosa dell'universo, dalla pianta .all'animale, ma persino di un minerale perchè dallo stato 1 allo stat o2 qualcosa seppur piccola è mutata;ma è la prassi a dargli la forza della convenzione.Non è che se a Tizio gli cambiano un arto, cambia identità
#1812
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Popolo bue :-)
03 Ottobre 2016, 09:24:20 AM
Ci sono dei passi in un capolavoro della filosofia politica che è il Contratto sociale" di J.J:.Rousseau, in cui l'estensione geografica, la forma di rappresentanza del popolo la stessa legislazione sono in funzione della maturità del popolo e di chi lo rappresenta, in cu il'autore preferisce il sistema  romano dei tribuni, basato sull'assemblearismo e sulla democrazia diretta.

Ora ,se la democrazia è circuire il popolo per frodarlo, che significa che il potere è autoreferente e fa di tutto per mantenerlo, quella democrazia è malata, perchè il gruppo dirigente di rappresentanza utilizza lo strumento demagogico per perseguire un suo fine che non è detto che sia quello del popolo.
Manca lo strumento che dall'etica passi nella pratica dell'esercizio della democrazia diretta (referendum propositivo ad esempio)
ma senza passare per il potere costituito (è un discorso lungo....)

Ci sono a mio modesto parere ,due concetti da tenere presente:
chi governa deve perseguire il massimo della felicità del popolo possible e deve far maturare il popolo nella democrazia affinchè lui stesso diventi il più forte organismo di conquista e controllo .
Quindi è la capacità etica di un popolo di maturare attraverso la conquista di un diritto e di saperlo gestire, attraverso l'indignazione fino alla sollevazione popolare ove ve ne fosse la necessità
#1813
Non vedo dibattiti in tv da decenni, da quando i politici usano il mezzo per fare marketing di se stessi o del
loro "prodotto". Vogliono arrivare alla gente con la stessa logica degli spot pubblicitari.
E la gente essendo ignorante di diritto soprattutto e di politica, quasi sicuramente avrà più parteggiato per Renzi che non per Zagrebelsky(voglio sperare che non sia così). Quest'ultimo lo seguo da decenni, fa parte di quella "schiatta" le cui origini sono i padri della
Costituzione italiana e la scuola di pensiero torinese di Bobbio.
A sua volta Bobbio ataccò, uno dei pochi grazie alla sua riconosciuta statura intelettuale. Craxi e poi Berlusconi.
Perchè i partiti di cui loro erano o sono leader avevano e hanno poco o nulla di democratico interno, Oggi le epurazioni le compie Renzi.
Ma veniamo al cuore del problema.Un costituzionalista segue il metodo, perchè una forma democratica è necessariamente parlamentare ,nel momento in cui vige una forma democratica rappresentativa degli elettori.
Renzi punta a lgoverno, perdendo di vista la democrazia.Il parlamentarismo quindi diventa un fronzolo da eliminare per il governo.
Ma attenzione le forme di monarchia, di monarchia costituzionale e infine di democrazia parlamentare con la suddivisione dei tre poteri, esecutivo, legislativo e giudiziario, volevano dividere i poteri affinchè gli equilibri garantissero la democrazia e non la tirannia .

Questo referendum per Renzi rappresenta l'accentramento di più potere nel governo passando il meno possible dagli organismo democraticamente eletti dagli elettori.

Questa disputa è da decenni discussa.Le varie forme, come il presidenzialismo USA e francese, la forma tedesca che è ancora diversa, si caratterizzano per una doppia votazione, una per le presidenziali e una per i parlamenti.Quindi qualunque governo è comunque controllato e vigilato dall'organo parlamentare, diversamente è tirannia di fatto
#1814
Tematiche Filosofiche / Re:La nave di Teseo
01 Ottobre 2016, 18:15:35 PM
Vi sono diverse interpretazioni.
provocatoriamente, ma è in fondo la realtà,  il signor Teseo è proprietario di una barca e ha un titolo di proprietà depositato dal notaio. Che ristrutturi  la barca ,che  Teseo si faccia il lifting, è il titolo di proprietà che identifica barca e Teseo Non mi intendo di barche, ma ci sarà un immatricolazione  e Teseo è all'anagrafe.

E' la convenzione che è più potente dell'identità e quella convenzione è la forma logica che vince sulla sostanza(la forma fisica)
Perchè se noi perdiamo la memoria, sono i conoscenti che ci identificano per noi, la barca non  ha autoconsapevolezza,ma ha una targa, un qualcosa che la identifichi
#1815
Tematiche Filosofiche / Re:Tecnocrazia
01 Ottobre 2016, 17:57:12 PM
La grande cultura è finita ai primi decenni del Novecento.
Sono spariti man mano i padrri del pensiero e  oggi siamo passati dallo Statista che governava pensando per generazioni, al politico che ragiona sul proprio mandato all'imbonitore che gioca alle tre carte, compiendo fraudolenza legale con la demagogia.
Lo stesso vale in economica, dove i pensieri macroeconomici sono divenuti "classici", al massimo siamo arrivati al monetarismo e poi tanta microeconomia.Oggi per studiare algoritimicamente l'andamento economico si utilizza un ingegnere civile che ha studiato come costruirei ponti.

La tecnocrazia in questo caso economica,stà al modo di voler costruire ad arte complessità per giustificare la propria presenza nei ruoli delle organizzazioni umane. Detto in altri termini, non contano nulla perchè non sanno nulla.
E' mia convinzione che la tecnocrazia del finto depositarvi di un sapere in realtà nasconde il nulla, il vuoto a perdere, e va bene al potere economico che muove le potenti leve, che pone fra sè e il popolo la tecnocrazia della complessità inestricabile, in modo tale che il risparmiatore, il "popolino" mai possa comprendere e quindi affifi loro i risparmi di una generazione precedente alla sua e i suoi.
Quando in USA anni fa capirono l'enorme accumulazione in risparmi che giacevano staticamente nei conti correnti e depositi a risparmio, ebbero la prima illuminazione di costruire Fondi Comuni d'Investimento prettamente speculativi.In Italia arrivò da noi con la liberalizzazione della legge bancaria, siamo negli anni Ottanta del "rampantismo" e vi fu un fiorire di una nuova professione ( due volte mi mi chiesero di sceglierlo come mestiere),
lo spacciatore o pusher dei risparmi privati.
Non stò a dilungarmi, ma chi crede per sua somma ignoranza, di fare grandi investimenti con pochi soldi, deve sapere che è come andare al Casinò e giocarli alla roulette, tanto più vuole guadagnarci.
E adatto che l'economia "reale" e non quella "virtuale" alla fine decide se si perde o si vince, o sbanchiamo la roulette, o ci accontentiamo di averci guadagnato poco o niente, oppure ci lasciamo il nostro capitale.
Quanti hanno veramente sbancato la roulette da permettersi  di aver cambiato la propria vita?
Tutto alla fine è a sommatoria zero, ovvero alla fine della serata chiuso il Casinò si tirano i conti, come nelle filiali in banca.
Da quando, quindi, la finanza non è più servita al ruolo intermediario fra risparmio e investimenti commerciali, agricoli e industriali, ma a creare denaro da denaro ,speculando fino a inficiare gli stessi rami produttivi che sono i veri costruttori del plusvalore, l'economia è diventata "l'astrazione  ingegneristica".
Così come hanno permesso legalmente alla ditta di Canicattì di avere un complesso commerciale fisicamente, ma la sede amministrativa è a Parigi, e la sede legale è alle Caimann e gestita da un prestanome il cui vero proprietario è ......all'Ucciardone o dalle parti di Corleone in un bunker con vasca Jacuzzi,, hanno permesso su un titolo a debito, ad esempio titoli fondiari sulle ipoteche delle case (come è avvenuto in USA) di spezzettare quel debito, e ancora di nuovo spezzettarlo ed a ogni passaggio renderne difficile la tracciabilità in quanto spargerlo come un virus nelle borse mondiali e al popolo mondiale di chi si affida al suo agente nella filiale bancaria che gli ha suggerito di avere giusto giusto un investimento sicuro e proficuo che il suo capo e il capo del suo capo volevano disfarsi perchè loro hanno le informazioni e l'informazione è potere....il resto è venuto da sè

Popolo di imbonitori, tecnocrati del nulla, pusher di droghe...in che strano tempo siamo. Eppure era tutto più semplice.........