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Messaggi - Sariputra

#1801
Citazione di: Gibran il 20 Giugno 2016, 18:22:48 PM
Citazione di: Sariputra il 20 Giugno 2016, 17:23:16 PMApprezzo molto queste tue intenzioni pedagogiche nei nostri confronti. Se ne sentiva un pò la mancanza ,,,, :) Parli del demone del dubbio ma...sei sicuro di non essere posseduto da quello delle certezze?
A Saripù, a che gioco giochiamo? Cosa vogliamo fare di queste discussioni? Un passatempo? Allora preferisco passare il tempo come piace a me, magari predendo una boccata d'aria fresca in montagna o al mare. Potrei sbagliarmi ma mi sembra che tu stia giocando al gioco che in psicologia si chiama "sì, ma..." . Si gioca in due, possono essere due amici o nel caso psicologo e paziente. Uno esterna all'altro le proprre problematiche esistenziali, i propri dubbi, e dice anche, magari, come hai detto tu, che non li vive bene. L'altro abbocca e gli risponde dandoli quello che gli sembra un buon comsiglio. Allora il primo, che forse è solo uno scazzato, gli risponde: "Sì, ma..." (E adesso non venire a dirmi che scherzavi perchè è un trucco che conosco molto bene ed è una semplice estensione del gioco Sì, ma...) Vedo che la semplicità non è il tuo forte. Nessun problema continua come prima. Io ho commesso l'ingenuità di credere che questo fosse un vero forum, un posto dove cioè si crede nel dialogo e nel confronto. Mi sembra di capire, spero mi sbagli, che è un po' come il circolo del bridge, che c'è nella mia città. Un rifugium peccatori per quelli che non sanno che farsene della loro vita. Detto questo, non credere che me ne freghi più di tanto. Mi piace parlare delle cose che sento vere ma non cerco né discepoli, né platee. In quanto alle certezze so solo che il mare tonifica il mio corpo quando faccio una nuotata ed è una cosa "buona e bella". Il resto lo lascio ai filosofi.
Citazione di: Sariputra il 20 Giugno 2016, 17:23:16 PMSì ...le cose vere sono semplici, ma la semplicità d'animo è complessa, molto complessa da raggiungere e...ha pure un'altra caratteristica: non si può descrivere, ma solo vivere...
Hai ragione, infatti non mi sono precipitato a descriverla. Ti ho detto: scoprila. Aggiungo, se ti interessa, Altrimenti butta alle ortiche le mie parole e Amen.

Visto che apprezzi il parlare franco...mi sembra che manifesti, nei tuoi interventi, un ego molto suscettibile, per uno che afferma che bisogna liberarsi dall'ego stesso. Usi sempre toni molto aggressivi, un pò troppo aggressivi nei confronti delle opinioni altrui...ma tant'è. Difficile imparare se non si è disposti ad ascoltare. D'altronde non sembra che tu ritenga di aver qualcosa da imparare...
Le discussioni sono "anche" un passatempo, ma il gioco spesso nasconde verità; sta a noi saperle cogliere. Se , invece di presumere di sapere già come e cosa pensano gli altri, ponessi un attimo in più di attenzione a quello che scrivono, magari scopriresti che, dietro la facciata scherzosa, personalmente cerco sempre di inserire riflessioni, spunti, idee balorde.
Forse è uno stile che non apprezzi...ma è il mio. Porta pazienza, ho ben premesso che sono del tutto inadeguato. 
Il forum E' un luogo di dialogo e di confronto. Ma sei sicuro di volerlo il dialogo? Perchè ho come l'impressione, ma posso senz'altro sbagliarmi, che cerchi più un'arena dove combattere verbalmente, dove affermare la propria "superiorità", di idee e di vissuti. Questo inevitabilmente pone gli altri sulla difensiva...
Per uscire da questa difensiva, ti rinnovo, come già ho fatto, l'invito a continuare a fruire del forum, ma con spirito positivo. Le tue frasi nei miei riguardi erano molto offensive e non ne capisco il motivo.
Se ho ironizzato sulla sensazione che sembra tu voglia "insegnare" a tutti noi, ti chiedo umilmente scusa ( però ho messo vicino un bel faccione sorridente per far intendere che scherzavo...non so se l'hai notato). Però ora sta a te dimostrare che quell'ironia era fuori luogo...
#1802
Citazione di: Gibran il 20 Giugno 2016, 16:42:17 PM
Citazione di: Sariputra il 20 Giugno 2016, 15:50:12 PM@Gibran Quanfo parlo di entità temibili che popolano il forum lo faccio e lo intendo sempre in modo scherzoso. Devi sapere che sono un tipico buffone inadeguato ( un pò di pubblicità ci sta...) e tendo a non prendere tutto molto sul serio. Queste entità sono anche "amici di tastiera" e come tali rispetto le loro idee, pur non condividendole sempre.
Una bella combriccola mi sembra! :)
Citazione di: Sariputra il 20 Giugno 2016, 15:50:12 PMMa dopo?...Chi o che cosa potrà "scaldare il letto" (mi perdonino questa indegna e indecorosa similitudine le lettrici, ma penso comprendano il senso...) al nostro cuore malato? Così alla fine ti riduci ad amare i tuoi stessi dubbi...perchè molto spesso amiamo ciò che ci fa male, che ci fa sentire vivi. Il dubbio è paragonato ad un fuoco che brucia le illusioni, bisogna però essere sempre consapevoli che il fuoco...scotta! Anche il desiderio di liberarsi da ogni desiderio è sempre una forma di desiderio...
Beh, sei in buona compagnia! La tua è un po' la tipica posizione in bilico di chi ha abbandonato la zattera ma ne rimpiange la sicurezza, o il conforto. Non posso dire di trovarmi in una situazione migliore ma non condivido tutto questo crogiolarsi nel dubbio o rvoltarsi nel desiderio. Il dubbio è utile per lasciare andare i fardelli inutili, ma se l'indagine non procede allora diventa paralizzante. L'indagine può partire da qualsiasi punto, e poi si arriverà comunque anche alle altre cose dato che ogni problema esistenziale è legato a tuttti gli altri. Così, tanto per citarne uno (di punto di partenza intendo) prova a chiederti quali sono e cosa sono i tuoi valori, cioè le cose a cui dai importanza, e prova a scoprire perchè gli dai importanza. Finché certe cose sono importanti per te soffrirai inevitabilmente quando non puoi averle. Non sono le cose in sé ad essere importanti ma siamo noi a conferire loro importanza. Questa è una scoperta... importante. Allora si può giungere alla semplicità, all'essenzialità... le cose vere sono sempre semplici e non suscitano in noi dubbi. Scoprile! :D

Apprezzo molto queste tue intenzioni pedagogiche nei nostri confronti. Se ne sentiva un pò la mancanza ,,,, :)
Parli del demone del dubbio ma...sei sicuro di non essere posseduto da quello delle certezze? Ma se anche fosse, non temere, rimani sempre un fratello legato dall'indissolubile catena data dall'avere una copia della "Vita di Sariputra" (Quella con in copertina la scultura indù color rosso, per caso?...)
Non ho mai abbandonato la zattera in verità, mi ci hanno scaraventato fuori i fatti della vita e, dopo aver annaspato in acqua per un bel pò, e vedendo molto lontane ambedue le rive, irragiungibili con le mie povere forze, stremato, ho dovuto arrendermi e lasciarmi trasportare dolcemente dalla corrente . In questo frangente, vinta la paura di affogare, e non potendo far niente di più utile, mi son messo a rimirare la fitta vegetazione, colma di vita, che le formava. 
Non è poi che possa crogiolarmi granchè nel dubbio perchè, oltre che fastidioso, comporta una serie di controindicazioni e, anche se malmessa, terrei ancora in una certa cura la mia salute... ::)
Devo pure aggiungere che non lo trovo molto paralizzante, anzi...spesso punge il sedere così forte che son costretto a correre nonostante l'affanno...
Sì ...le cose vere sono semplici, ma la semplicità d'animo è complessa, molto complessa da raggiungere e...ha pure un'altra caratteristica: non si può descrivere, ma solo vivere...
#1803
@Gibran
Quanfo parlo di entità temibili che popolano il forum lo faccio e lo intendo sempre in modo scherzoso. Devi sapere che sono un tipico buffone inadeguato ( un pò di pubblicità ci sta...) e tendo a non prendere tutto molto sul serio. Queste entità sono anche "amici di tastiera" e come tali rispetto le loro idee, pur non condividendole sempre. 
Mi chiedi se vivo bene o male con tutti questi dubbi...
Decisamente male direi! Mi sarebbe di conforto avere qualche certezza ma sono stregato in cuor mio dal dubitare. I dubbi sono come una donna stupenda (fisicamente) ma anche perfida aguzzina. Vorresti lasciarla, liberartene ma...il suo  corpo ti ammalia, ti attrae e...non ci riesci, non ce la fai proprio, talmente strette sono le catene del desiderio. Diventi allora suo schiavo in una profonda volontà di perderti in essa, di non sentire più alcuna parola vana. Liberarsi dai dubbi è come sciogliere questo legame, lasciarlo andare. Ma dopo?...Chi o che cosa potrà "scaldare il letto" (mi perdonino questa indegna e indecorosa similitudine le lettrici, ma penso comprendano il senso...) al nostro cuore malato? Così alla fine ti riduci ad amare i tuoi stessi dubbi...perchè molto spesso amiamo ciò che ci fa male, che ci fa sentire vivi. Il dubbio è paragonato ad un fuoco che brucia le illusioni, bisogna però essere sempre consapevoli che il fuoco...scotta!
Chiedi : "Perchè ci attacchiamo alla zattera?" Direi perchè è nella natura della mente attaccarsi alle cose e alle idee. Qualcuno riesce a capire o ricordare a che cosa serve la zattera, ma corre il rischio di aggrapparsi all'idea di "un'altra riva"...tale è il subdolo operare della nostra natura umana. Il desiderio che esista "un'altra riva" dà forma, costruisce , spesso a nostra immagine e somiglianza, quest'altra realtà. Anche il desiderio di liberarsi da ogni desiderio è sempre una forma di desiderio...
#1804
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
20 Giugno 2016, 00:10:04 AM
DAL DIARIO DI V.

                                                                                                                                                        5 Giugno 2016

Caro Diario

E' stata la giornata più orribile della mia vita. Prima di tutto volevo mia mamma invece che Maddi e Vania. E cosa peggiore, non c'era campo vicino al fiume e così sono dovuta andare in cerca per tutto il bosco con il cellulare; dovevo assolutamente scaricare l'ultima canzone di Ariana Grande "Into you".
Poi Vania mi ha voluto insegnare le sue canzoni speciali che però erano noiosissime, continuava a ripetere: "Are Krishna, Are Krishna, Krishna Krishna, are are".
Ho cantato e ballato per tutto il giorno e ora sono completamente senza voce.
E pensare che credevo non potesse andar peggio, ma al pomeriggio mi è caduto il cell in acqua così sono dovuta andare a recuperarlo e poi è arrivato anche il vento e mi sono beccata una bronchite, perchè avevo tutti i vestiti bagnati.
Oggi ho capito che io e papà abbiamo pensieri completamente diversi su cos'è il divertimento.
Comunque ho deciso che non passerò mai più una giornata con Vania e Maddi.
                                                                                                  
                                                                                                   Tua V.
#1805
@ Gibran
Sono sconvolto ! Pensavo di essere l'unico essere umano in Italia ad avere una copia della "Vita di Sariputra " di M.O.Salè, il primo libro in assoluto che ho acquistato sul buddhismo delle origini.
Posso chiamarti fratello? :D
Guarda che hai travisato. Non sono io quello che sostiene che ogni azione è un atto di fede assoluto , bensì un'entità molto più temibile, di cui non faccio il nome per paura di evocarlo anche in questa sezione del forum. Io sostenevo, nella terribile battaglia digitale, la tesi opposta in verità...con scarsi risultati purtroppo.
Ti invito senz'altro a frequentare la sezione spiritualità del nostro forum e portare colà il demone del dubbio (non che sentiamo ultimamente la necessità urgente di aggiungerne uno di nuovo vista la quantità che già circola...) ma ti avviso...a tuo rischio e pericolo, in quanto questo atto potrebbe evocarne un'altra di entità, ancor più terribile, pronta ad esorcizzare non solo il tuo demone del dubbio ma pure tutti quelli che non pensi neppure di avere... :)   
A parte gli scherzi, con me sfondi una porta aperta, visto che di secondo nome faccio proprio Dubbio, ma per coerenza questo dubitare lo rivolgo anche verso me stesso e le mie convinzioni . In ultima, dubito anche dei miei dubbi...non che sia una situazione molto comoda e confortevole però e soprattutto non adatta  ad ogni temperamento.
Le religioni possono essere un veicolo, una zattera, per traghettare l'essere umano sull' "Altra Riva"...  Il problema è che poi l'uomo , invece di mettere la zattera in acqua e tentare di passare le onde impetuose del fiume...si innamora della stessa, la pone su un altare, la venera. In poche parole la istituzionalizza. E quando sente la propria amata zattera minacciata dai cultori dalla barca , o della canoa, si agita inquieto e corre ad abbracciare le armi per difenderla. Alla fine non comprende più l'uso a cui è adibita l'imbarcazione, ma ritiene che l'"Altra Riva" sia proprio la zattera stessa.

 
#1806
La prima obiezione che mi viene in mente è: Chi seleziona le persone competenti? Chi stabilisce il grado di competenza? Chi è così illuminato, obiettivo e super partes da formare queste commissioni di esperti? Io non ne vedo...
#1807
Citazione di: Duc in altum! il 17 Giugno 2016, 11:11:48 AM** scritto da Sariputra:
CitazioneUna domanda per finire: ma perchè è così importante per te che ogni essere vivente dell'universo ammetta che tutto quello che fa ( compreso l'andare in bagno al mattino) sia determinato da un atto di fede totale, inequivocabile, assoluta ed eterna? Che cosa ti cala se lo ammette o no ?
Personalmente non mi cala niente, dacché il fine della mia riflessione non è far ammettere che è inevitabile credere o credere (differente dal credere e non credere), ma di dimostrare che è così evidente questa condizione ontologica e che in molti neanche ci fanno caso, o pensano, illudendosi, di poter evitare di essere diretti, in un certo qual modo, dalla fede nell'irrazionale. Ossia che il credere riguardi solo i "credenti", ovviando che tutti siamo "credenti". Per me non è importante che lo si ammetta, ma che forse qualcuno leggendo la mia ipotesi, e riflettendoci sopra, possa accumulare maggior consapevolezza che ognuno esiste e decide chi desidera essere per fede. Per poi, discernendo che non c'è differenza tra credere negli angeli o credere nell'oroscopo, confermare affermativamente l'enigma della discussione in atto.
Citazione
 
Come non tutti i cibi si possono equiparare e non tutti hanno la stessa qualità o sapore, così non tutti i credo si possono equiparare tra loro. Pertanto affermare che credere nelle fede cristiana ( o negli angeli) è lo stesso che credere nell'oroscopo, essendo ambedue totalmente irrazionali, mi sembra una forzatura. Posso aver fiducia( non fede che è un passaggio successivo) che la bistecca sia ben cotta, ma poi, assaggiandola, trovarla disgustosa e gettare di lato il piatto. La scelta della bistecca non è irrazionale, in quanto  ho fatto spesso esperienza che si possono mangiare ben cotte, salvo ricredermi nella nuova esperienza disgustosa.  L'enigma di cui parli si pone se si formula una domanda. Se non si formula alcuna domanda, l'enigma non esiste ( per il soggetto, ma può esistere per una moltitudine di altri). La fede di cui parli, e che io chiamo fiducia o convinzione, si basa sull'esperienza e sui ricordi. Il nostro agire si basa sull'esperienza maturata e non è un agire per fede irrazionale. L'esperienza fatta che il fuoco scotta mi fa tenere lontano la mano, non la fede irrazionale che il fuoco scotti. Già questo semplice esempio porta a rifiutare l'idea che ogni atto o decisione della nostra vita si basa su scelte fatte per fede irrazionale. 


Anche avendo fede in "enti trascendenti" non puoi sottrarti alla ricerca di questo amore vero ( se desideri veramente conoscerlo...).
E no, è qui l'inganno, giacché è la fede a determinare che la ricerca è finita, l'amore vero l'hai incontrato, il problema non è giungere alla pace ma è mantenersi in quell'amore vero, quella è la vera difficoltà. Quando io ero innamorato dei quattrini non dovevo ricercare un bel niente, io già mi ero sottratto da quell'indagine, era problema degli altri, io ero felice e sereno perché avevo l'oggetto e il soggetto tanto amato. Per non parlare di quando tradivo, con altre femmine, la mia donna, io guardavo gli altri pensando: "... ma che cercano ancora questi quando questo è il vero amore?..."; il mio desiderio di conoscerlo davvero era allora più che appagato. Ti dirò di più, se fossi morto in quei momenti, non avrei dubitato minimamente di aver fatto qualcosa di grave o di non meritare il Paradiso. Ma non sono morto, e mi è stata concessa la grazia di distinguere che io non solo non sapevo amare, non solo che l'uomo da solo non potrà mai davvero amare, ma di essere amato per davvero e in un modo totale e incondizionato. Dunque la mia ricerca già è a un livello superiore, se mi è concesso così dire: non più la ricerca dell'amore vero, quello l'ho sperimentato, l'ho conosciuto, ma la considerazione di abnegare me stesso per rivelare in altri quel vero amore che desiderano conoscere veramente. E' così che funziona da 1983 anni nel cattolicesimo. Non l'ho inventato io.
Citazione

Ma io non metto affatto in dubbio che per te la fede raggiunta sia espressione dell'amore vero. Se questa fede si manifesta nella tua vita ordinaria con opere che portano giovamento a te stesso e alle persone che ti stanno accanto, se è priva di egoismo, priva di avversione verso ciò che non è espressione della tua fede, priva di illusioni dannose a te stesso o agli altri, perchè dovrei metterla in dubbio?
Sta solo a te considerare la bontà della meta che pensi di aver raggiunto e soprattutto se questa meta è un porto definitivo. Diverso è il discorso se si vuol imporre questa meta agli altri.

Altrimenti avrai solo un manuale di regole da seguire e finirai per compiere il bene solamente per paura ( e non per amore vero) nel castigo dell'ente trascendente e nella speranza egoistica di un "paradiso" da conquistare accumulando più meriti possibili , ma dentro il cuore sarai più arido di un deserto perchè non ti sarai dissetato alla fonte dell'amore, ma avrai passato la vita correndo dietro all'acqua e gridando a tutti: "E' questo l'amore, è questo l'amore!..."
Ma l'ente non castiga niente e nessuno, siamo noi che ci auto-condanniamo, primo. Poi il biglietto del Paradiso se fosse possibile acquisirlo per soli meriti umani, allora viva lo stoicismo, ma non è così, il Paradiso si riceve solo per il merito del Redentore: ut in omnibus glorificetur Deus, affinché in tutto sia glorificato Dio, e non grazie all'uomo senza Dio, da solo, perché bello, intelligente e capace. Quindi compiere il bene per la Sua gloria, per il Suo beneficio, e non per paura, l'evangelista Giovanni in questo non ammette interpretazioni ambigue: "...Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore..." (1Gv 4,18)

Non esprimo opinioni su questa parte perchè rientra nel tuo convincimento interiore, che io non posso  e non ritengo giusto valutare. Sono affermazione che nascono da un presupposto di fede ben definito.
#1808
Religione :Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità. (treccani).

Partendo da questa definizione "tecnica" si può affermare che la fede musulmana è sicuramente una religione. Il fatto che possa essere , a nostro modo di vedere, più o meno violenta, più o meno ingiusta , ecc. non inficia la definizione stessa. I culti dei popoli andini erano ancora più violenti, arrivando  ai sacrifici umani; ma possiamo non definirli come religione, visto che erano seguiti e accomunavano interi popoli? Mi sembra che Gibran voglia intendere che , se una religione non è "buona", nel senso comune del termine, non è una religione. Ma una religione non si stabilisce o afferma sui valori di bontà spirituale, può essere addirittura indifferente a questi, persino violenta e crudele oltremodo. Per essere tale basta che leghi insieme un gruppo, una comunità o un intera popolazione in un particolare credo. Se un'intero popolo credesse nella venuta del porcellino rosa, a rigor di termini, dovremmo definirla coma la religione del porcellino rosa.
Diverso, totalmente diverso, è il discorso sul termine "spiritualità". Una religione può essere spirituale come non esserlo. Alcuni individui all'interno di quella particolare religione possono essere spirituali e altri , al contrario, non esserlo. Possiamo trovare, all'interno della stessa religione, un Francesco d'Assisi o un sadico inquisitore, ambedue professando di credere nello stesso Dio e magari citando versi dei testi  sacri che fondano autorevolmente le proprie posizioni.
Parlare del  taoismo come di una religione è piuttosto difficile. Mentre il confucianesimo è sicuramente una dottrina religiosa, che plasma l'intera cultura cinese con regole cavillose e minuziose ( come l'Islam per altro), il taoismo si basa su pochissimi testi, non dà indicazioni pratiche, non formula dogmi, non sviluppa alcun rituale. Lo vedrei più come un'espressione letteraria dell'esperienza spirituale e mistica di pochissimi individui. In questo si avvicina molto al buddhismo che però è "anche" una religione, in quanto formula un canone e una serie di regole monastiche ben definite.
Sono assolutamente d'accordo con Acquario sul grande bisogno di spiritualità individuale per l'uomo attuale. Le religioni tradizionali, ormai veramente logore, sembrano aver mancato completamente l'obiettivo di essere forme costituite per un profondo cambiamento interiore, e quindi anche sociale, dell'uomo.
Non mancano certo esempi mirabili all'interno di esse, ma sembrano quasi delle lucciole nella notte più fonda. La delusione per quello che è diventato, per esempio, il Cristianesimo attuale ( in particolare in Europa del Nord, SudAmerica e Africa) e in che cosa si sta trasformando l'Islam o, per ultimo, i nuovi fanatismi all'interno della società indù ( fenomeno sconosciuto nei secoli passati) è grande. 
Ma quale può essere una "spiritualità per il nuovo millennio?" in una società liquida e digitale?  Sarebbe interessante estendere il concetto di religione ai social network.
Accomunano masse enormi di persone nell'idea che vi si possa trovare la felicità. La ritualità (connessione, reg.,ins.dati e foto) è uguale per tutti. Danno un'illusoria parvenza di sicurezza nel sentirsi uniti agli altri follower.Sono sicuramenti ritenuti sacri dagli utilizzatori ( provate a toglierli per qualche giorno...), ma di una sacralità nuova, una sacralità touch screen. Il sentimento è il medesimo per tutti (bisogno di comunicare, uscire da se stessi). Cosa manca per essere una nuova religione? L'idea di divinità ? Beh...non c'è nemmeno nel buddhismo... :)
#1809
Caro Gibran 
mi inserisco proditoriamente in questa discussione che ho seguito ( ma a cui non ho partecipato perchè snervato da una tenzone in altra sede con una nota entità del forum...) solo per renderti noto che , se tu ritieni che a nessuno interessa il tuo topic, cosa dovrebbe dire il sottoscritto che deve la sopravvivenza dei suoi topic solo al buon cuore paziente dell'entità Jean ? Personalmente scrivo perchè mi piace farlo e non mi aspetto nulla dalla platea dei frequentatori. E poi, in coscienza, NON PUOI abbandonare la battaglia senza prima esserti cimentato sulla domanda fondamentale che, da anni ormai, tormenta tutti noi utenti: E' possibile un atto qualsiasi della nostra vita che NON SIA un atto di fede inequivocabile, assoluta e definitiva? Nella sezione spiritualità aleggia un'entità pronta a manifestarsi a te non appena accenni all'argomento. Buona fortuna...(sigh!) ::) 
Voglio solo scherzosamente dirti: Resta !! Non cancellare nulla, perchè molto di interessante hai scritto e perchè qui siamo in tanti, tutti diversi da te, tutti  appassionati come te... :)
#1810
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
16 Giugno 2016, 14:22:38 PM
Citazione di: Qualcuno il 16 Giugno 2016, 12:28:06 PM
Citazione di: Sariputra il 16 Giugno 2016, 10:04:57 AM
Citazione di: Qualcuno il 16 Giugno 2016, 00:41:43 AMCiao a tutti, sono nuovo del forum, spero di non aver sbagliato sezione. Secondo voi é giusto "cogito ergo sum" o sarebbe meglio dire "cogito ergo es"? In pratica noi potremmo dire di essere senza che avvengano contatti con l'ambiente esterno o serve un fattore esterno a riconoscere la nostra esistenza? Vi faccio un esempio, se l'umanità dovesse estinguersi non sarebbe così sbagliato dire che l'universo finirebbe di esistere in quanto non ci sarebbe più nessuno a riconoscere la sua esistenza (in verità questo discorso lo si vede spesso per il tempo). Cosa ne pensate?
Serve un fattore esterno per potersi conoscere. Come può esistere un soggetto senza un oggetto? Nel caso della scomparsa della razza umana, l'universo continuerebbe ad esistere perchè infiniti esseri senzienti ne fanno esperienza. Il grado di consapevolezza di questi esseri senzienti è difficile da stabilire, non ci sono certezze al riguardo. Di sicuro tutti questi esseri starebbero molto meglio e tirerebbero un sospiro di sollievo dall'estinzione dell'essere umano... :) Cosa intendi con infiniti esseri senzienti? L'unica cosa infinita che conosco sono i numeri.

Solo i numeri infiniti conosci? E i pensieri che affollano la mente li puoi contare? I tormenti che opprimono la nostra vita si possono numerare forse? "Infiniti esseri" lo intendo in questo senso (poetico non matematico...) come si dice l'infinito universo, l'infinite stelle. La noia infinita....
#1811
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
16 Giugno 2016, 11:57:03 AM
Avrei proprio bisogno di una bella iniezione di fosforo. Sì signori...un'iniezione enorme di fosforo. E' che mi sento la testa sempre più pesante, attonita, sonnolenta. Un cerchio...ma non un'aureola...non ridete di me, come fate sempre...mi opprime, mi rende melanconico, intristito. Non rammento quasi chi sono, chi vorrei essere...certo non così inadeguato come mi vedo, vorrei sperare, ma...le vicissitudini mi angosciano. Questa tristezza, da poco riposo, mi fa dimentico di tutte le cose che conosco, mentre altre si affacciano tra la nebbia, mi inquietano, quasi mi ghermiscono...
Accettare sempre di compiacere gli altri...le mie donne...mi affatica, mi rende esausto. Da poco,per amor loro, solo per amore, ho accettato di prendere la gestione di un vecchio e derelitto bar sulla spiaggia. L'avevo visitato qualche tempo fa con mia figlia. Era davvero malridotto, quasi abbandonato. Ma aveva saputo risvegliare in me lontani ricordi ...amori giovanili verso le lettere e il meditare...cosa ridete? Cosa resta agli esseri inadeguati se non rifugiarsi nella poesia e nell'illusoria ricerca della verità? Voi certo non ne avete bisogno. Dall'alto dei vostri onorevoli impegni ed obblighi verso il mondo, al massimo gettate un occhio distratto ai compiti scolastici dei vostri figli adeguati, li incitate ad imparar per il loro bene, ma voi...che vi importa del vostro bene? Lo cercate forse? 
Ora... questo bar mi aveva attratto per il suo nome che, naturalmente, la più giovane delle mie donne è stata lesta a convincermi di cambiare...Adesso è diventato il "Krishna bar"...non che il nome mi dispiaccia ma...molta gente non viene forse pensando si tratti di un ritrovo di quei mattacchioni che se ne vanno in giro con flauti e tamburelli...come si chiamano...ah!Sì...gli Hare Krishna...simpatici giovanotti invero ma un pò...folckloristici...sempre a cantare come ossessi... 
 
hare kṛiṣhṇa hare kṛiṣhṇa 
kṛiṣhṇa kṛiṣhṇa hare hare
hare rāma hare rāma
rāma rāma hare hare

La più giovane delle mie donne spesso intona per me questo canto imbarazzante, mentre l'altra, la più matura se così si può dire perchè...va beh lasciamo perdere...sorride e la guarda con amore misto a preoccupazione...che poi signori...diciamocela tutta...avete mai visto dell'amore privo di preoccupazioni? 
Ma non è di questo che volevo parlarvi...che dite? Non vi importa nulla di quello che vi racconto? Ma aspettate un attimo...forse troverete motivo di diletto e sarcasmo che tanto vi compiace, che coltivate così risolutamente, che ritenete  così vero...sarà cibo per il vostro sano cinismo...vi renderà saldi nella fiducia  della vostra assoluta adeguatezza al mondo.
Il dubbio signori si è insinuato in me. Perchè se, fino a poco tempo fa, desideravo solo essere adeguato come voi...non prendetemi in giro adesso, forse avrei potuto riuscirci davvero a diventarlo ...ora...ora mi assilla il quesito...è meglio essere adeguato o non esserlo?...Ma c'è di più...mi sembra che questa domanda ne contenga nascosta un'altra, più grave, più terribile...una domanda che mi angoscia sempre più spesso...è meglio essere o sarebbe meglio non essere?

« Essere, o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa fortuna
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire...
nient'altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. Sì, qui è l'ostacolo,
perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci riflettere. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una vita così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo,
il torto dell'oppressore, la contumelia dell'uomo superbo,
gli spasimi dell'amore disprezzato, il ritardo della legge,
l'insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i mali che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti codardi,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione. »
   W.Shakespeare

Capite ora il mio dramma? Vi è qualcosa da salvare nella mia vita fatta di cagionevole salute e di ricordi dolorosi? O non è forse meglio abbracciare il sonno, sognare di diventare come quel pastore, quel Krshna che Vania nomina sempre, perduto in foreste incontaminate, a suonar di flauto...io così assolutamente negato, inadeguato fin da bambino a farlo...seduto sulla riva di un fiume d'acqua pura...circondato da tenere fanciulle adoranti? Perchè alla fine non cerchiamo forse solo quella dolcezza, quella libertà?
Che sogni mi tormentano...
Adesso vi lascio, devo trascinarmi al nuovo impegno, al mio bar. Forse non verrà nessuno nemmeno oggi. Me ne starò seduto all'ingresso...ad osservar mia figlia correre leggera sulla sabbia...ricordando un temporale che si forma all'orizzonte...
#1812
Tematiche Filosofiche / Re:Cartesio aveva ragione?
16 Giugno 2016, 10:04:57 AM
Citazione di: Qualcuno il 16 Giugno 2016, 00:41:43 AMCiao a tutti, sono nuovo del forum, spero di non aver sbagliato sezione. Secondo voi é giusto "cogito ergo sum" o sarebbe meglio dire "cogito ergo es"? In pratica noi potremmo dire di essere senza che avvengano contatti con l'ambiente esterno o serve un fattore esterno a riconoscere la nostra esistenza? Vi faccio un esempio, se l'umanità dovesse estinguersi non sarebbe così sbagliato dire che l'universo finirebbe di esistere in quanto non ci sarebbe più nessuno a riconoscere la sua esistenza (in verità questo discorso lo si vede spesso per il tempo). Cosa ne pensate?

Serve un fattore esterno per potersi conoscere. Come può esistere un soggetto senza un oggetto?
Nel caso della scomparsa della razza umana, l'universo continuerebbe ad esistere perchè infiniti esseri senzienti ne fanno esperienza. Il grado di consapevolezza di questi esseri senzienti è difficile da stabilire, non ci sono certezze al riguardo. Di sicuro tutti questi esseri starebbero molto meglio e tirerebbero un sospiro di sollievo dall'estinzione dell'essere umano... :)
#1813
Citazione di: Duc in altum! il 16 Giugno 2016, 07:11:23 AM** scritto da Sariputra:
CitazioneChi convalida al soggetto che sta provando mal di pancia? Chi convalida al soggetto che prova dolore? E chi può convalidare al soggetto che sta provando vero amore? Nessuno !
E no, il mal di pancia è studiabile, per non parlare del dolore ormai di dominio scientifico. Stai confondendo i sintomi. Io non ti parlo del sentire che sei innamorato, ma che quell'operare in nome dell'amore corrisponda a che sia amore vero oggettivamente. Che tu sia innamorato e di conseguenza compri delle rose all'amata non è differente dal gesto di colui che si taglia le vene per amore. Vaglielo a spiegare al suicida che quello non è vero amore. Ti dirà: e chi sei tu per convalidare o meno che questa mia opera non sia amore? Ecco perché da solo l'uomo potrà solo e sempre avere una visione dell'amore vero limitata, soggettiva, egoistica. Solo un suggerimento da parte di enti trascendenti possono indicarci il giusto operare dell'amore. Ma anche per questo, così come per la tua tesi: Nessuno!, c'è bisogno di fede.

Caro Duc tu forse non leggi tutto quello che scrivo, ma solo una parte. Infatti è nell'operare che l'amore si rivela vero, sia verso l'esterno di sè che verso l'interno. Come può essere vero l'amore del suicida che provoca dolore e violenza verso se stesso e causa dolore alle persone care che gli stanno attorno? E come può essere vero l'amore dell'innamorato che regala delle rose per "conquistare" le grazie dell'amata ( nella speranza di soddisfare magari i propri desideri sensuali) e non si preoccupa invece di capire la sofferenza della persona vicina?
Quando parlo di amore vero non sto parlando di innamoramento o di sentirsi innamorato. Queste cose le lascio a Nicolas Sparks...
Stiamo parlando di amore in senso spirituale, o no?
Anche avendo fede in "enti trascendenti" non puoi sottrarti alla ricerca di questo amore vero ( se desideri veramente conoscerlo...). Altrimenti avrai solo un manuale di regole da seguire e finirai per compiere il bene solamente per paura ( e non per amore vero) nel castigo dell'ente trascendente e nella speranza egoistica di un "paradiso" da conquistare accumulando più meriti possibili , ma dentro il cuore sarai più arido di un deserto perchè non ti sarai dissetato alla fonte dell'amore, ma avrai passato la vita correndo dietro all'acqua e gridando a tutti: "E' questo l'amore, è questo l'amore!..."
Posso solo terminare questa snervante disquisizione ( assai surreale...)invitando all'uso ( come nel caso di "dogma") corretto del termine "fede".
Se può farti sentire meglio scriverò: Ho fede che nessuno convalida che quello che scrivo è vero. :)
Ma potevo anche scrivere: Penso che nessuno convalida che quello che scrivo è vero.
Oppure: Ritengo che nessuno convalida che quello che scrivo è vero.
Altro ancora: Son convinto che nessuno convalida che quello che scrivo è vero.
Una domanda per finire: ma perchè è così importante per te che ogni essere vivente dell'universo ammetta che tutto quello che fa ( compreso l'andare in bagno al mattino) sia determinato da un atto di fede totale, inequivocabile, assoluta ed eterna? Che cosa  ti cala  se lo ammette o no ? ;D
Se si afferma che ogni atto è un atto di fede, implicitamente si nega ogni specificità alla fede stessa.
#1814
Citazione di: Duc in altum! il 14 Giugno 2016, 09:45:13 AM** scritto da Sariputra:
CitazioneCome può l'Ego convalidare l'amore vero che è privo di qualsiasi egoità? L'amore è un sentire non un pensare.
E chi convalida al soggetto che quel che sta sentendo come amore è davvero amore vero, dopo che (un esempio per tutti) Hitler sterminava il genere umano per amore alla razza ariana? Ecco perché senza un autorevole legislatore esterno all'uomo, che ci detti le coordinate per "sentire" il vero amore, ogni tentativo improvvisato personale di amare ha come principale garante l'Ego, inteso come amor proprio e non amor di sé (cit. Rousseau).
Citazione

Chi convalida al soggetto che sta provando mal di pancia?  Chi convalida al soggetto che prova dolore? E chi può convalidare al soggetto che sta provando vero amore? Nessuno ! Sarà l'operare che dimostrerà se si tratta di vero amore. Si avrà perciò, in ragione di questo vero amore, un agire privo di egoismo, di odio e di illusione. Se, così operando, il soggetto sperimenterà un aumento del senso di equanimità verso tutte le cose, un senso di distacco dalla volontà di possesso delle persone e delle cose, una profonda comprensione del comune soffrire, una compassione verso tutte le creature senzienti, questo sarà testimonianza della verità dell'amore che sta provando. Così come un assetato, dopo essersi dissetato con una piacevole bevanda, prova un senso di benessere, così il soggetto, sperimentando amore vero, dimora in un benessere interiore e in una pace equanime. Chi dovrebbe convalidare che cosa a questo punto? Il problema della canvalida è solo un inganno del pensiero discorsivo.




L'amore non è una conquista dell'Io/ego ma il manifestarsi di una realtà che è priva di qualunque senso di possesso e che trascende l'Io.
Benissimo, sono d'accordo con te, ma ci sei arrivato da solo o Qualcuno te l'ha rivelato? E se ci sei arrivato da solo chi convalida che tutto ciò sia vero?
Citazione

Direi che ci sono arrivato da solo e penso che tutti dobbiamo arrivarci da soli. Qualcuno può indicarci la strada, ma i passi dobbiamo farli da soli.
Nessuno convalida che quello che scrivo è vero. Non cerco nessuna convalida, da nessuno.


C'è una purezza che sboccia al di là di qualunque dualità soggetto-oggetto. Pertanto l' Io non può essere l'"autorità religiosa", come lo definisci, di un puro sentire che si trasforma in un puro operare. Non c'è più un ego che giudica, ma una consapevolezza priva di giudizio. Nel momento che scivolo nel giudicare, l'amore vero svanisce, per trasformarsi nel particolare amore che darà soddisfazione all'ego. Realizzare questa purezza di cuore è realizzare il sacro in noi.
Sarà pure, ma fin quando siamo presenti e vegeti nel pianeta Terra è inevitabile non esprimere giudizi, siano anch'essi vivi solo nel colloquio con la nostra coscienza. Quindi stai scivolando in un dogma di fede, ossia, tu credi che questa sia una verità inconfutabile, così come il mio mi indica che non può esistere purezza di cuore, e per di più sacra, prodotta per solo merito umano. Due ipotesi con uguale probabilità di essere quella giusta.

Io non credo che quello che scrivo sia una verità inconfutabile e non ho nessuna pretesa che gli altri la prendano per vera. Non è inconfutabile nemmeno per me stesso ma, semplicemente, avendo fatto esperienza dei continui inganni della nostra mente, mi tengo "saggiamente" lontano da simili quesiti che non hanno nessuna possibilità di aumentare il mio comprendere e il mio vivere la realtà. In questo sono molto pragmatico., molto contadino. La passione per il calcolo delle probabilità la lascio volentieri agli altri... :)
#1815
Citazione di: Duc in altum! il 13 Giugno 2016, 19:54:57 PM** scritto da Sariputra:
Citazione"Chi determina e convalida l'amore vero?" chiedi. La mia risposta è : nessuno lo convalida perchè l'amore vero non necessita di alcuna convalida esterna a sè stesso. Sarebbe come chiedersi: chi convalida che Dio è Dio?
Quindi vedi che, secondo questa tesi, ognuno può auto-convalidarsi che il suo operare è sì amore vero? E' proprio questo il problema: ogni convalida che il proprio amore sia vero è data dall'Io. La fede invece, secondo me, convalida che Dio è Dio, così come sempre la fede è quel sentimento che convalida che l'uomo può amare senza apprendere da Dio. Dunque due ipotesi con uguale probabilità di essere vere ...siamo sempre lì!
CitazioneE quando l'amore può dirsi vero? Quando non c'è traccia in esso dell'egoismo, dell'avversione e dell'illusione.
E come non può esserci traccia di egoismo se l'autorità religiosa è lo stesso Io?!?! ------------------- ** scritto da HollyFabius:
CitazioneDuc, ti stai incartando
Grazie per il suggerimento, ma penso che questo ci può stare quando si scommette lealmente, quando si riflette senza barare. ;D

Come può l'Ego convalidare l'amore vero che è privo di qualsiasi egoità? L'amore è un sentire non un pensare. Proprio quando l'Io perde la sua presa si  manifesta l'amore vero. L'amore non è una conquista dell'Io/ego ma il manifestarsi di una realtà che è priva di qualunque senso di possesso e che trascende l'Io. C'è una purezza che sboccia al di là di qualunque dualità soggetto-oggetto.
Pertanto l' Io non può essere l'"autorità religiosa", come lo definisci, di un puro sentire che si trasforma in un puro operare. Non c'è più un ego che giudica, ma una consapevolezza priva di giudizio. Nel momento che scivolo nel giudicare, l'amore vero svanisce, per trasformarsi nel particolare amore che darà soddisfazione all'ego. Realizzare questa purezza di cuore è realizzare il sacro in noi. In questo stato non c'è alcun bisogno di fedi, religiose o mentali,siamo al di là di qualsiasi rappresentazione illusoria che l'Io partorisce di continuo. E' un processo di spoliazione , non di accumulo. Simbolicamente, visto che sei credente in Cristo, è la spoliazione di Yeoshwa, la sua nudità sulla Croce.  Non voglio certo tirare la sorte sulle sue vesti, come i legionari romani, per stabilire una teoria delle probabilità sulla sua esistenza, che mi appare del tutto priva di senso mentre incombe su di me l'ombra della Croce.