Salve InVerno ed Anthonyi. In effetti si ritorna ad un sempre più vacuo concetto di equità o di gustizia.
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Impossibile stabilire se sia più giusto un sistema che nutre un milione di negozianti che vendono per 50 miliardi a 10 milioni di clienti........oppure un sistema che nutre (di meno, cioè attraverso un reddito più basso di quello del negoziante) centomila addetti i quali smerciano per 40 miliardi (cioè la medesima quantità di beni a prezzi scontati del 20%) agli stessi 10 milioni di clienti. Ovviamente in tale seconda ipotesi ci "scappa" pure un utile più che sostanzioso per gli imprenditori dei centomila addetti.
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Ovviamente il sistema "Amazon" è più efficiente (nei confronti dei 10 milioni di clienti) (dimostrando ciò che anche all'interno dello stesso capitalismo imprenditoriale esistono diversi stadi di efficienza) e l'utile dell'imprenditore non possiamo valutare quanto sia iniquo una volta confrontato con lo stipendio dei suoi centomila addetti, ma rappresenta comunque il necessario incentivo che promuove l'efficienza risultante dal ribasso dei prezzi dei beni venduti.
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Teoricamente la maggior efficienza dovrebbe andare - secondo criteri astratti di equità egualitaristica - a favore della intera collettività, ma sottrarre l'utile al capitalista imprenditore significherebbe semplicemente fare scomparire tale categoria. Aspetto in cui qualcuno si è cimentato nei decenni passati e che è superfluo qui commentare. Saluti.
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Impossibile stabilire se sia più giusto un sistema che nutre un milione di negozianti che vendono per 50 miliardi a 10 milioni di clienti........oppure un sistema che nutre (di meno, cioè attraverso un reddito più basso di quello del negoziante) centomila addetti i quali smerciano per 40 miliardi (cioè la medesima quantità di beni a prezzi scontati del 20%) agli stessi 10 milioni di clienti. Ovviamente in tale seconda ipotesi ci "scappa" pure un utile più che sostanzioso per gli imprenditori dei centomila addetti.
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Ovviamente il sistema "Amazon" è più efficiente (nei confronti dei 10 milioni di clienti) (dimostrando ciò che anche all'interno dello stesso capitalismo imprenditoriale esistono diversi stadi di efficienza) e l'utile dell'imprenditore non possiamo valutare quanto sia iniquo una volta confrontato con lo stipendio dei suoi centomila addetti, ma rappresenta comunque il necessario incentivo che promuove l'efficienza risultante dal ribasso dei prezzi dei beni venduti.
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Teoricamente la maggior efficienza dovrebbe andare - secondo criteri astratti di equità egualitaristica - a favore della intera collettività, ma sottrarre l'utile al capitalista imprenditore significherebbe semplicemente fare scomparire tale categoria. Aspetto in cui qualcuno si è cimentato nei decenni passati e che è superfluo qui commentare. Saluti.