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Messaggi - Sariputra

#1816
@duc
Se sostituiamo il termine dogma con il termine convinzione otteniamo una migliore comprensione.
Per esempio: Un individuo convinto dell'ipotesi che il Big Bang si sia dato,ecc....avrà una fiducia irrazionale, o da lui ritenuta razionale, in questa convinzione.
Il dogma non possiamo cambiarlo DA NOI STESSI , la convinzione invece sì.
Il dogma necessita che un'autorità religiosa istituita intervenga per proclamarlo, stabilirlo, eventualmente cambiarlo, farne oggetto di fede.
Mentre non abbiamo bisogno di un'autorità religiosa esterna a noi per mutare le nostre convinzioni.
Mi sembra una differenza fondamentale.
"Chi determina e convalida l'amore vero?" chiedi. La mia risposta è : nessuno lo convalida perchè l'amore vero non necessita di alcuna convalida esterna a sè stesso. Sarebbe come chiedersi: chi convalida che Dio è Dio?
E quando l'amore può dirsi vero? Quando non c'è traccia in esso dell'egoismo, dell'avversione e dell'illusione.
#1817
Citazione di: Duc in altum! il 10 Giugno 2016, 16:30:04 PM** scritto da Sariputra:
CitazioneNon vuole sembrare una lezione ma una specificazione del tema che stiamo trattando, per capire il significato vero del termine "dogma". E' un termine ecclesiastico, non puoi usarlo per indicare qualunque decisione, scelta, convincimento che nasce nella mente di ognuno.
E invece è proprio questo che propongo: che siccome il dogma è, esiste, per determinare una fede, e visto che nessuno può esentarsi dal credere con fede, nessuno decide senza avvalersi dei dogmi costituiti dalla propria improvvisazione mistica. Così come esiste una morale improvvisata (cit. @Phil), esistono i dogmi improvvisati, altrimenti che cosa strutturerebbe quella morale? Poi se tu ci tieni a che bisogna chiamare col termine dogma solo la sempreverginità della Madonna è un tuo dilemma, non mio. Io sostengo che anche chi crede nella non esistenza del trascendente, di conseguenza, deve credere obbligatoriamente in qualcosa che sostituisca oggettivamente il mistero metafisico, producendo nel costrutto della sua fiducia personale un diofaidate, improvvisato, che partorisce, a sua volta, dogmi di fede.
CitazionePer un cattolico, per es.; non accettare quei dogmi, o anche solo uno di essi, significa essere "eretico" rispetto all'ortodossia della fede.
Ma come può un essere umano accettare a primo acchito, senza la pratica costante e vissuta, il dogma della transustanziazione?!?! Quindi che facciamo bolliamo di eretica una vecchietta di 80 anni che dopo averne trascorsi 65 la domenica a Messa mi ha riferito: "...sarà poi vero che in quel pane c'è Gesù?..." Come vedi i dogmi, in particolare per quelli della Chiesa, sono proposte di verità assoluta e non imposizioni. Ed io credo che più che essere accettati senza se e senza ma, vanno accolti sì come parola e rivelazione divina, ma per poi essere inseriti nel contesto della personale esperienza umana. Da ciò che anche per i dogmi a-tei o agnostici, derivanti dalla religione della morale improvvisata sulla divinità dell'Io, vale la stessa teoria.
CitazioneLa frase del papa emerito è rivolta ai credenti e intende che è necessario aver fede nella verità di Cristo per amare veramente.
Sì, ma è per fede che tu credi che così non è. Mentre se così fosse, tutti i gesti di amore, di affetto e di amicizia senza quella verità, sarebbero solo illusioni di vera carità, di autentico amore, poiché risulterebbero nient'altro che sentimentalismo in senso lato, perbenismo auto-consolatore.

Bisogna dare alle parole il significato corretto , se no è impossibile comunicare veramente tra di noi.  Il significato della parola dogma è chiaro, universalmente accettato e base per discussione. Non puoi stabilire il suo significato ad uso e consumo personale. Come potremmo intenderci se le parole perdessero il loro senso comune? Se dico "gatto" , io e te dobbiamo pensare allo stesso animale; non posso io intendere con la parola gatto una tartaruga e tu un cane. Il fatto che tu lo proponga con un significato diverso dal comunemente accettato, non vincola gli altri ad accettare questa nuova, personale, interpretazione. Al massimo si potrà dire:" Il significato del termine dogma secondo Duc in Altum" e lo dovresti specificare e rendere comprensibile a tutti. Un termine non è mai un assoluto, ma bensì una convenzione atta al comunicare tra di noi. Noto che sei spesso (o sempre? :) ) sulla difensiva, quasi ti sentissi minacciato dalle opinioni altrui. E quindi sorge la tendenza a non accettare posizioni dialettiche, quasi un usare "armi non convenzionali" (cambiare il significato dei termini) per affermare la supremazia della propria posizione. Ma , anche se in alcuni può esserci, in me non c'è alcuna intenzione di screditare , ridicolizzare, sminuire la tua fede , o quella di qualsiasi altro. Non credo nemmeno di aver mai dato questa impressione nelle stupidaggini che scrivo. La mia ricerca spirituale ( a 360 gradi) si inserisce ANCHE all'interno delle fedi e delle tradizioni , verso cui nutro un grande rispetto, come tentativi dell'uomo di trovare un senso al proprio soffrire su questa terra.
Questo però non mi vincola ad accettare imposizioni spirituali esterne alla mia esperienza e al mio vissuto e non mi fa chiudere gli occhi davanti agli errori commessi da queste fedi e tradizioni.
E' chiaro che la vecchietta, nel 2016, non verrà mai bollata come "eretica" dalla Chiesa ( ma diverso è il caso se, per esempio, un vescovo o un sacerdote, un bel mattino, si svegliano ed iniziano a predicare che Maria non è la madre di Dio e nemmeno vergine...)  La vecchietta non dà fastidio a nessuno, le sue domande vengono prese con un sorriso ( un terribile sorriso in cui si manifesta tutta la presunzione umana di sapere cos'è la verità, un sorriso che è "in essenza" antispirituale e rivela che la pretesa fede manifesta in sostanza, in questo caso, una volontà di autorità sugli altri). I dogmi vengono proposti e non imposti, tu dici, certo è che non si possono mutare, adattare o interpretare in senso personale, impongono l'accettazione o il rifiuto. Il fatto di poter essere un vero cristiano senza sentirsi vincolato da tutti i dogmi, o parte di essi, che l'autorità ecclesiastica pronuncia, sarebbe motivo, per me, di una nuova interessante discussione.
La vita è fatta di scelte e decisioni (molte contradditorie tra di loro all'interno della stessa identica persona) ma restano scelte e decisioni, non dogmi.
Il "dogma" è un'altra cosa, che non dipende da noi, ma è pensato e sentito da altri (ecclesiastici) e poi imposto ( fino a non molto tempo fa) e ora proposto a coloro che ritengono di accettare l'autorità spirituale costituita. Questa accettazione è una scelta personale. Stop. Nessun giudizio da parte mia sulla bontà di questa scelta.
Il fatto poi che ritieni che, senza la fede in Dio, l'amore non può essere vero ma solo sentimentalismo e perbenismo auto-consolatore ti dovrei far notare che non può esistere amore vero senza sofferenza e sappiamo bene come, ai sentimentali e ai perbenisti, la sofferenza risulti indigesta...
Si può anzi capovolgere la frase:" Senza amore vero, che è anche sofferenza, la fede in Dio è un sentimentalismo e un perbenismo auto-consolatore.
"La verità senza carità è puro sentimentalismo"  Sari  II   :) :)
#1818
Citazione di: Duc in altum! il 10 Giugno 2016, 14:38:53 PM** scritto da Sariputra:
Citazionea) Un dogma non può essere una convinzione personale, ma è sempre un' "imposizione" di un'autorità esterna , religiosa, che stabilisce e definisce il dogma a cui il credente in quella particolare fede si deve adeguare e non deve essere messo in discussione, salvo che dall'autorità religiosa stessa . E' una cosa esterna alla riflessione e convincimento personale. L'uso che ne fai tu non è corretto, ma bensì un'interpretazione personale del termine.
Sarà forse un'imposizione per quel che riguarda il tuo credo, ma la Santissima Trinità cristiana propone ("...il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo..." - Mc 1,15) e mai impone (infatti l'adesione degli apostoli fu libera, gratuita e ben ragionata sulle opere che Cristo compiva), visto che la fede non comporta solo sapere delle cose sul Redentore, ma insegna un modo di vivere con Lui giorno dopo giorno. Il dogma presentatoti dall'autorità religiosa può divenire tuo per fede (e qui trovo congrua la riflessine di @giona: "...chi crede in spirito e verità non crede per dogma ma per esperienza, cioè il suo sentire trova conferma nel suo operare...") e non per intimidazione, altrimenti siamo rimasti all'inquisizione. Forse può apparirti una personale interpretazione del termine, ma nella realtà dei fatti non c'è nessuna visione soggettiva, giacché il dogma è per tutti la persuasione (visto che convinto è chi è stato vinto nella mente, mentre persuaso è chi è vinto non solo nella mente, ma anche nel cuore, nella coscienza) momentanea o perenne che quel che si crede con fiducia o per fede è la verità assoluta ...e quindi si ritorna all'eguale probabilità.
Citazioneb) non è vero che ogni morale è benefica solo per fiducia e senza nessuna prova. L'amore , l'affetto, l'amicizia, ecc. che posso offrire ad un altro essere spesso viene ricambiata con altro amore, affetto o amicizia e questo prova la bontà della mia morale INDIPENDENTEMENTE dalla mia fiducia in quell'amore.
Benissimo, ma questo amore, affetto ed amicizia che offri chi li ha inventati, da dove li hai presi? Questa prova che tu proponi conferma solo il fatto che c'è un'oggettività, un punto di partenza e arrivo per tutti, nella comune condivisione dell'amore, dell'affetto, dell'amicizia, ma poi bisogna tornare ad essere convinti o persuasi dei dogmi che la nostra soggettiva fede ci designa. "La carità senza verità è puro sentimentalismo". - Papa Benedetto XVI

DOGMA è un termine del linguaggio ecclesiastico usato per indicare un principio certo e una verità inconfutabile ( dal greco per specificare una "dottrina comunemente accettata", un "decreto").  E' una verità contenuta nella rivelazione divina e manifestata nelle sacre scritture. Un dogma viene proclamato da un concilio o dal papa in persona e impegna tutti i cristiani a credervi per fede. I dogmi vengono fissati per difendere la dottrina dalle "eresie". I più importanti per la fede cattolica sono: Unità e trinità di Dio (Costantinopoli 381)- Gesù Cristo è il figlio unigenito di Dio, generato ma non creato della stessa sostanza del Padre, eterno e immutabile (Nicea 325)- Maria è Madre di Dio (essendo madre di Gesù-concilio di Efeso 431)-Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo (Calcedonia 451)- Maria è sempre vergine (Costantinopoli 553)-Il Purgatorio esiste (Firenze 1439- Trento 1545)- Transustanziazione (conversione in pane e vino del corpo di Cristo( Laterano 1215)- Immacolata concezione (Pio IX 1854)- Infallibilità papale (Vaticano I 1870)- Assunzione di Maria in anima e corpo al fianco Del Padre e del Figlio (Ultimo dogma di Pio XII 1950).
Non vuole sembrare una lezione ma una specificazione del tema che stiamo trattando, per capire il significato vero del termine "dogma". E' un termine ecclesiastico, non puoi usarlo per indicare qualunque decisione, scelta, convincimento che nasce nella mente di ognuno. Per un cattolico, per es.; non accettare quei dogmi, o anche solo uno di essi, significa essere "eretico" rispetto all'ortodossia della fede.
 Il dogma impegna a credere in esso anche senza convincimento, riflessione, scelta personale. Impone (dall'esterno) il contenuto della fede personale. Mentre una scelta, un convincimento personale che nasce dalla propria riflessione , NON viene imposto dall'esterno, quindi non si può parlare di dogma (sarebbe senza senso) ma piuttosto proprio di ...scelta, riflessione, convincimento personale, ecc...
Le probabilità matematiche su questioni simili sono senza significato ( come discutere del sesso degli angeli). Come si può parlare di uguale dignità su una riflessione senza significato? La dignità spetta alla persona e non ha nulla a che fare con la matematica. 
La carità è verità a se stessa. Non esiste una carità che non sia vera ( sarebbe un'altra cosa ,che avrebbe a che fare con l'egoismo). La carità che è vera non può venirci "imposta" dai nostri dogmi ( non sarebbe vera carità). La carità che è vera è un vero sentimento ( quindi non sentimentalismo). La carità che è vera è puro amore e sgorga spontanea in un cuore puro e vero, senza alcun bisogno di dogmi, fedi o convincimenti imposti dall'autorità esterna o interna. Quando la mente cessa di desiderare la propria soddisfazione, sorge spontanea la carità-che-è-vera.
La frase del papa emerito è rivolta ai credenti e intende che è necessario aver fede nella verità di Cristo per amare veramente.
 Non sono d'accordo per i motivi di cui sopra.
#1819
Citazione di: Duc in altum! il 10 Giugno 2016, 09:17:00 AM@Phil a) = Articolo di fede, convinzione alla base della personale filosofia di vita. b) = Nessuna, poiché in entrambi i casi quella morale è oggettivamente vera e benefica solo per fiducia senza nessuna prova. ;)

a) Un dogma non può essere una convinzione personale, ma è sempre un' "imposizione" di un'autorità esterna , religiosa, che stabilisce e definisce il dogma a cui il credente in quella particolare fede si deve adeguare e non deve essere messo in discussione, salvo che dall'autorità religiosa stessa . E' una cosa esterna alla riflessione e convincimento personale. L'uso che ne fai tu non è corretto, ma bensì un'interpretazione personale del termine.
b) non è vero che ogni morale è benefica solo per fiducia e senza nessuna prova. L'amore , l'affetto, l'amicizia, ecc. che posso offrire ad un altro essere spesso viene ricambiata con altro amore, affetto o amicizia e questo prova la bontà della mia morale INDIPENDENTEMENTE dalla mia fiducia in quell'amore.
#1820
Citazione di: acquario69 il 06 Giugno 2016, 06:05:11 AMViaggiare mi e' sempre molto piaciuto,il desiderio di scoprire il mondo lho iniziato ad avere dopo l'adolescenza intorno ai 18 anni. il mio primo viaggio all'estero mi ha lasciato ricordi ed impressioni indelebili oltre ad aver alimentato da quel giorno in poi la curiosità di conoscere,non tanto il luoghi,quanto le diverse mentalità che io prima nemmeno sospettavo potessero essere così diverse. era il lontano 1988! e con un gruppetto di amici ci siamo avventurati in olanda viaggiando in automobile...bellissima esperienza. appena varcati i confini nazionali già si notavano le enormi differenze,nel modo di guidare così lontane dalle nostre! mi ricordo nel tragitto in autostrada che eravamo nella corsia centrale,la freccia azionata a sinistra per superare un altro veicolo di fronte ma dietro sulla corsia di sorpasso stava giungendo un altra macchina che all'improvviso aziona gli abbaglianti...noi pensavamo che l'avesse fatto per dirci "attenzione,toglietevi che sto arrivando!" perché in italia (almeno fino a quando cero io),qualcuno che ti lampeggia gli abbaglianti in quel modo,poteva significare solo quello..e così per un tempo che a noi sembrava lunghissimo abbiamo aspettato che passasse,invece rimaneva dietro continuando a lampeggiarci. poi abbiamo capito che voleva farci passare! e in seguito abbiamo verificato che in quelle circostanze era una tacita regola per tutti gli automobilisti. ed ancora,nei diversi caselli autostradali tutti in coda a rispettare la fila ancora prima di raggiungerli a distanza considerevole (almeno per noi)..infatti era successo che noi continuavamo tranquillamente a sorpassare e non capivamo perché alcuni ci davano di clacson! le scoperte e le novità non finivano li..ricordo tanti episodi che rivelavano un diverso modo di pensare e un diverso approccio,per certi versi opposti di convivenza sociale. un altra volta in piena notte ci eravamo persi e non riuscivamo a trovare l'indirizzo dove eravamo alloggiati e a un certo punto spunta un automobile della polizia che ci intima di fermarci. subito abbiamo tutti pensato che ci avrebbe fatto storie,chiesto i documenti e perquisito...a Roma mi era già capitato ed era sempre andata in quel modo,con il tono solitamente arrogante delle forze dell'ordine e non sapevi mai come poteva andare a finire,invece vediamo scendere un poliziotto (uno solo!) e ci chiede con la massima gentilezza soltanto cosa stavamo facendo a quell'ora in giro e dopo avergli spiegato la situazione ci dice semplicemente di seguirli che ci avrebbero portati loro alla nostra destinazione. di anni pero ne sono passati parecchi e non so se oggi ricapitasse un episodio analogo si sarebbe verificato pressapoco in quella maniera. ma era il 1988,avevamo la nostra lira e loro i fiorini olandesi da loro chiamati "gulden",il muro di berlino non era ancora crollato,l'11 settembre lontano a venire e le invasioni bibliche di questi ultimi anni non erano nemmeno immaginabili

A proposito di rispetto per le code...mi hai fatto tornare in mente un ricordo sepolto dagli anni. Viaggio a Venezia con tutta la famiglia. Ero un bambino totalmente estasiato dai canali, dalle onde, dalle gondole...I miei genitori mi portarono dopo il periodo di cecità all'ospedale, insieme con i fratelli.  Avevo una sensibilità così morbosa che...mi pareva di svenire a guardare tutta quella bellezza! La testa mi girava e continuavo a perdermi con la fantasia, a sognare l'orizzonte, isole lontane e velieri. Era una giornata di primavera inoltrata, forse come questi giorni. Beh...arriviamo in Piazza San Marco, visitiamo la basilica e poi ci portiamo verso Palazzo Ducale. Troviamo una coda chilometrica, quasi interamente composta da turisti stranieri. Sconforto di mia mamma ( me la ricordo con quei vestitini a fiori improponibili che arrivavano alle ginocchia, le gambe da casalinga senza calze e la borsa con i panini a tracolla...che si sforzava di far finta di divertirsi). Improvvisamente, dopo un attimo di sana riflessione, mio padre parte; passa avanti tutta la colonna tra gli insulti in varie lingue, tranquillo e beato arriva alla biglietteria e fa i biglietti per tutta la comitiva...Ricordo mia mamma e i miei fratelli che volevano  scomparire, rossi in volto come peperoni. Io guardavo in alto i piccioni che ci osservavano da una enorme finestrona e ridevo..."Avanti, avanti..." ci urlava nostro padre dall'ingresso.
Passammo tutta la colonna a testa bassa...ed entrammo nel palazzo. Mia mamma inviperita chiese il perchè di quel gesto a mio padre: " Siamo italiani" disse "avremo ben il diritto di passare davanti a casa nostra...". Lo trovai ineccepibile (non ero stato ancora addomesticato dalla vita). Guardai mio padre intensamente, ritto sulla gradinata d'ingresso, che prendeva in giro mia mamma. Ricordo ancora la frescura dell'ombra dopo il sole della piazza. Volevo abbraccciarlo, ma qualcosa mi fermò...come sempre.
#1821
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
05 Giugno 2016, 00:56:50 AM
SULLE RIVE DELLO YAMUNA

- Dai Maddi un ultimo sforzo e ci sei...Ecco...guarda che meraviglia...ti presento lo Yamuna!
-Ma se è il....vabbeh, Vania, facciamo finta che sia sto Yacosa...-
-Yamuna Maddi, Ya-mu-na. E' il nostro fiume , il fiume sacro delle Gopi. Guardati intorno, guarda le acque luccicanti, argentine. Non senti in lontananza il suono dei flauti dei pastori ? Guarda che luce...
-...'sta storia delle Gopi, Vania...un altro pò e la prendi sul serio. Non hai altro a cui pensare? ...Come va con mio marito?
-Io amo solo il mio signore Krshna e le mie sorelle. Io lo adoro e adoro anche le mie sorelle ah!ah!ah!...Sariiiiii, forzaaa che ci sei anche tu. Mamma mia che fiacco che sei! V. spingi un pò tuo papà...
-Lo sai Maddi che questo fiume è una dea? Si chiama Sarasvati...
-Veramente si chiama ....
-Maddiii, ma seguimi qualche volta...sei così...così...prosaica...così italiana...
-See...non sai nemmeno quello che vuol dire...ormai leggi solo quelle cose indiane. Ecco che arrivano Sari e V. Non mi hai ancora risposto su mio marito...
-Non lo vedo da un pò...è un tantino strano ultimamente...non so...ogni tanto mi manda dei messaggi, ma io...non rispondo.
-Perchè poi?
-Mi hai detto di lasciarlo per amore tuo...
-Fai bene, Vania. Dobbiamo seguire e aiutare Sari adesso. Il nuovo lavoro al bar lo prende molto e ha così poca forza, poverino....Hai visto che carina sta diventando V.?
-Sì carinissima. Diventerà una gopi meravigliosa. Forse anche più bella di te...
-Non può fare la gopi di suo padre, Vania...
-Anzi...l'amore per un padre è un amore veramente puro...
-Io odiavo mio padre.
-Shhhhhh, Maddi...non è vero...lascia che ti abbracci....adesso vi leggo una poesia...Sari ascolta...adesso che siamo tutti uniti ve la leggo.

Finalmente trovo un senso al nascere dell'anima
A questo universo dolce e terribile,
Io che ho sentito il cuore affamato della terra
Aspirare ai piedi di Krishna oltre il cielo.
Ho visto la bellezza di occhi immortali
E udito la passione del flauto dell'Amante,
E conosciuto la meraviglia di un'estasi immortale
E il dolore nel mio cuore per sempre muto:
Sempre più vicina si fa la musica,
La vita ha un brivido di strana felicità;
Tutta la natura è un'ampia pausa d'amore
Nella speranza che il suo signore tocchi, afferri, esista.
Per questo solo istante sono vissute le età passate;
Finalmente ora il mondo compiuto pulsa in me.

-Di chi è Sari? Questa non la sai...non la sai...
-Di Aurobindo credo...
-Ma sai tutto! Non c'è gusto con te...uffah...Maddi, come hai fatto a convincere tuo marito a pagarci questo meraviglioso viaggio?
-Gli ho solo detto che avevo bisogno di fare questo viaggio, di prendermi qualche giorno. E' molto disponibile in questi ultimi tempi...
-E quando gli hai detto che eravamo in quattro?
-Non ha battuto ciglio.
-Non ti ha chiesto chi erano gli altri tre?
-No...non ha fatto storie, Quanto ti serve,  mi ha detto. Stop. Penso che sappia tutto ormai...vorrei che mi parlasse, che si spiegasse ma...è fatto così. Siamo andati in crisi anche per questi silenzi.
-Fa il duro Maddi. Fa l'adeguato...ma adesso ha paura. Comincia ad intuire. Il dubbio si è insinuato in lui. Lo sta scavando. La goccia d'acqua che modella la roccia. Il debole che prevale sempre sul forte...alla fine....V. stai lontana dall'acqua, è pericoloso! La corrente è forte in questo punto!
-Vania suona qualcosa dai... finchè siamo seduti qui all'ombra ...
-Veramente dovrebbe suonare Sari...è lui Krshna....
-Dai Vania....
-Lo faccio se mi date un bacio...vieni V. non stare da sola, vieni con noi ...dai che suoniamo...

Al suono sublime del flauto di Krshna persino il fiume Yamuna, preso dal desiderio di abbracciare i Suoi piedi di loto, acquietò le sue onde rapide e prese a scorrere dolcemente con i fiori di loto tra le mani per offrirli a Mukunda in un sentimento profondo. Mosse da simpatia, le nuvole venivano a mitigare il caldo torrido e a volte insopportabile del sole.
#1822
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
03 Giugno 2016, 01:21:17 AM
Sari?...Ci sei ?...Sei qui ? Ah, eccoti finalmente...potevi anche rispondermi no?...Sempre a leggere e scrivere...ti fa male. Vieni al mercato con me? Ho dato appuntamento a Maddi per le dieci davanti alla fontana. Cosa dici? Minaccia di piovere...sì, ma se fai così non esci mai. Ho sentito che Maddi ti ha trovato un lavoro da...è per questo che sei triste? Non ti va vero?...Lo so che non ti va, lo capisco benissimo. Ma Maddi lo ha fatto per te...dici sempre che sei inadeguato, che sei senza soldi, che non ti piace dipendere dal nostro aiuto...io però lo faccio volentieri...se ti serve qualcosa non hai che da chiedere, lo sai vero? I soldi non sono un problema, l'importante è che tu sia felice. Ti voglio vedere felice...come i giorni meravigliosi passati nella foresta...non ridere adesso...tu sei come un tenero passerotto...se ti mettiamo in una gabbia...muori, me lo sento, lo sento veramente e...se tu muori...muoio anch'io. Vuoi vedermi morta? La tua Radha che giace senza vita?...A proposito...continuiamo il ritratto? Daiiii...anche se non ne hai voglia...poi ti viene. Tira fuori la tela dai, io intanto mi spoglio.

Il silenzio della solitudine mette a nudo il loro essere, ed essi vorrebbero fuggirlo  (K.Gibran)

Lo sai che non mi vergogno a spogliarmi nuda davanti a te , vero Sari? E' una cosa strana ma mi sento come quand'ero piccola e la mamma e il papi mi lavavano nella vasca ed ero così felice...
Dici che sono bella ? ...Più bella di Maddi? Maddi è bellissima, è strafiga...Ops, scusa...lo so che non vuoi che parli così. Sei così...antiquato! Insopportabile! Adesso tutti parlano così...a parte te che sei...ottocentesco, ah!ah!ah!...adesso ridi anche tu eh? Cosa si può pretendere da uno che legge Jane Austin? Un maschio...ma non so se sei proprio un maschio...uh!che faccia che fai...che legge Jane Austin!...La più grande scrittrice mai esistita dici? Boh...Posso chiederti ...volevo chiedertelo già la volta scorsa...perchè metti così tanti elastici per tenere quelle tele arrotolate? Non le puoi lasciare sul telaio così che si possano vedere quando si ha voglia?
Sono tantissime tele , che tieni arrotolate, e con tutti quegli elastici...va bene in questa posizione? Faccio l'espressione languida? Ah!ah!ah!Sono bruttissima...guarda sono quasi senza seno...una Radha senza seno...che schifooo! Ma che ora è? Sbrigati che Maddi ci aspetta...Hai finito il ritratto di Maddi? Sì ? Me lo fai vedere dopo? Qual'è?...Daiiii, dimmelo. Guarda che ti prendo a colpi d'elastico.
Perchè adesso ti sei fermato e mi guardi così?...Sari? Perchè non mi dici niente?

Non c'era bisogno di sguardi, di parole, di gesti, di contatti: solamente il puro stare insieme (Goethe)

Che meraviglioso silenzio Sari! Stiamo così in eterno? Io nuda e tu che mi guardi e mi dipingi...

SILENZIO DI RADHA

Ascolta...inizia a piovere. Come si sentono le gocce che cadono sul tetto del tuo laboratorio, quasi si possono contare...
Pensi che quando uno è morto e sepolto...sente le gocce cadere sulla lapide? Mi dispiacerebbe non sentirle più. Sai che penso? Che prima del mondo ci fosse solo una grande pioggia, una pioggia eterna, infinita. Non è un pensiero fichissimo Sari? E' così bella la pioggia che lava tutte le cose...
Brrrrr!....Ho un pò di freddo Sari. Posso rivestirmi? ...Non guardarmi mentre mi vesto. Mi metto il vestito che aveva lasciato qua Maddi...che figo...wow. Sembro un pò Maddi?
Posso guardare il mio ritratto?...Uhmmmm...sì, sono io, anche il seno piccolo mi hai fatto, testina! Ma perchè hai fatto quel cielo così minaccioso?...E quei segni neri cosa sono? Sembrano corvi...

L'anima tua l'ha chiuso nel mio cuore
e ne sono rinato
E solitudine che fa spavento
offri il miracolo di giorni liberi.

redimi dall'età, piccola generosa.
 (Ungaretti)

Corri Sari, che siamo in ritardissimo! Maddi sarà furiosa....
#1823
Citazione di: cvc il 01 Giugno 2016, 08:51:44 AMUno dei miti della nostra società è quello della autorealizzazione. Bisogna emergere, valorizzare le proprie qualità, conquistare il proprio tratto distintivo. Ma che succederebbe in una società in cui tutti gli individui fossero autorealizzati? Bisognerebbe stabilire se il mondo è un gioco a somma zero, oppure se è sempre possibile trovare soluzioni che accontentano tutti. È difficile immaginare un mondo in cui siano tutti realizzati. Realizzarsi implica fare qualcosa meglio di qualcun altro, conquistare un lavoro a scapito di un altro, rubare clienti altrui, guadagnare sulle perdite altrui. Eppure c'è tutta una letteratura, non solo di self help ma anche psicologica e filosofica, che incita le persone a realizzarsi, come se la possibilità di emergere fosse l'essenza dello spirito democratico, come se ci fosse posto per tutti e il mondo fosse un'immensa spiaggia dove chiunque può entrare di corsa rincorrendo i cavalloni più alti, partecipare a riti orgiastici collettivi, godere del meglio, basta avere il coraggio. Trovo molto ipocrita questo aspetto della nostra società. Non dico che uno non debba cercare di migliorarsi, è quello cui ognuno aspira, e un uomo senza aspirazioni è poca cosa. Ma che possano esserci giochi a somma zero, ci credo poco. Si può essere perdenti e felici?   "Avrai raggiunto la perfezione quando capirai che gli uomini felici sono i più infelici" Seneca

Non è che , nel desiderio di autorealizzarsi, si nasconda invece la volontà di dominio sugli altri?
#1824
Riflessioni sull'Arte / Re:Nuit etoilée
31 Maggio 2016, 22:11:45 PM
In età giovanile (non che adesso sia vecchio ma...)mi sono cimentato nella copia in olio di alcune tele di Vincent van Gogh. All'inizio proprio non c'era verso di trovare la chiave per "entrare nella pennellata" che Van Gogh usava, nella sua tecnica.  C'è qualcosa di febbricitante nel suo modo di curvare il tratto, di distorcere la pennellata. L'uso di violenti contrasti mi dava la sensazione di un uomo che voleva vedere il mondo in modo "rigido", forse un tentativo di fare chiarezza in sè. Allora mi sono imposto di dipingere con rabbia, come se volessi girare un coltello affondato nel ventre di qualcuno . Subito  è venuta la tecnica giusta. Dipingere in questo modo , dopo un pò, mi dava un vago senso di euforia, proprio come se avessi qualche linea di febbre ed in effetti mi sentivo il volto caldo. Per me, che amavo il puntinismo di Seurat e quasi avevo imparato a dipingere su ceramica seguendo questa impostazione, mi costava fatica seguire la tecnica di Van Gogh ma, nello stesso tempo, ne ero affascinato.
Ne dipinsi tre, uno dopo l'altro, dell'ultimo periodo dell'artista, quando probabilmente era già minato dalla follia. Il migliore mi sembrò il "Campo di grano con i corvi", l'apoteosi di quel particolare modo di dipingere. Adesso quelle tre copie sono proprietà di un ex ufficiale dell'esercito ( ma probabilmente non c'è più da tempo...), acquistatemi dalla moglie che amava l'arte. Avevo 17 anni e mi ricordo furono i primi soldi che guadagnai in vita mia...poi passai ai Modigliani...naturalmente era ben specificato che si trattava di copie ( tanto per chiarezza se no qua...). Per imparare a dipingere bisogna copiare di tutto...
Grazie Jean per avermi riportato alla memoria quel periodo...
E' solo un aneddoto che mi andava di raccontare.
#1825
@loris bagnara
Non sono molto d'accordo che si vede più felicità che infelicità, più voglia di vivere che di morire. Profonde sono le radici della sofferenza che molti, moltissimi nascondono sotto una maschera di felicità. Spesso questa maschera non disegna un sorriso, ma un ghigno malcelato e la volontà di vivere un mero istinto naturale, un desiderare senza fine di arrivare infine a quella felicità che ci insegnano a cercare...ma non a trovare! Quasi sempre ci trova prima la morte...sorella morte , come direbbe Francesco d'Assisi, che può rivelarsi soave, liberante da questo groviglio inestricabile di passioni mai veramente appagate. Spesso molte persone che ho incontrato nella mia vita, e che mi sembravano le più felici e soddisfatte di sè, si rivelavano, appena aprivano il luoro cuore, le più tormentate dall'infelicità.
Quante persone , per esempio, che vivono l'esperienza di avere dei figli malati o con handicap, ti dicono di essere serene, che sperimentano l'amore di Dio, ecc. e però...però...il loro occhi non dicono le stesse parole e la maschera che portano a volte viene rigata dalle lacrime. No signori...chi dice di essere felice quasi sempre mente e soprattutto, con più forza ancora, mente a se stesso.
Più aumenta nel nostro animo la consapevolezza di quanto profondo è il dolore di vivere, più sorge spontanea la domanda che ha posto Sgiombo all'inizio. Sembrerò cinico ma credo che, se sulla Terra siamo arrivati ad essere miliardi di esseri umani, è perchè la consapevolezza è inversamente proporzionale al desiderio che spinge sempre in avanti questo formicaio chiamato umanità. Non troveremo mai la felicità, se non per brevi momenti fuggevoli.
#1826
Citazione di: Duc in altum! il 30 Maggio 2016, 10:09:17 AM** scritto da Sariputra:
CitazioneSe Duc dicesse: "Penso, ma potrei sbagliarmi, che ogni decisione che prendiamo implica una certa fede" sarebbe una posizione non dogmatica. Se Duc invece dicesse (come in effetti dice): "Ogni decisione che prendiamo implica obbligatoriamente una certa fede, su questo non si discute, questa è la sola verità" sarebbe ( e lo è) una posizione dogmatica. Spero di essermi spiegato...Ma ho come la netta sensazione che non sarai d'accordo...chissà perchè... Ti auguro una buona domenica.
Ti sei spiegato più che bene @Sariputra, e consentimi solo di cambiare "ogni decisione che prendiamo" con ogni decisione che prendiamo che dipenda dal nostro soggettivo credere che Dio esiste o credere che Dio non esiste. Così divento 'meno dogmatico' ::) e affermo che per quel che riguarda "ogni decisione" (cosa che io credo per vera) posso anche essere in errore, mi sbaglio, potrei sbagliarmi, ma non per ciò che deriva dalla fede inevitabile: Dio esiste/Dio non esiste, che contiene uguali probabilità di essere quella vera, quella giusta. Pace&Bene

Ne abbiamo già discusso molto sul vecchio forum.  Si deve dare sostanza a quel credere ( se no ricadiamo nel concetto di scommessa, di bisca, di gratta e vinci). Proprio il sottolineare il nostro soggettivo credere nell'esistenza di un Dio, posto come ragionamento non evitabile da parte di tutti, chiamati a prendere una decisione. è a mio parere una posizione dogmatica. Infatti tu NON PUOI conoscere l'intimo di altre persone e quindi rendi assoluta un'esigenza che senti personalmente, ma non puoi essere certo riguardi gli altri. Come potremmo conoscere le motivazioni e le cause dell'agire di infiniti altri (da noi) esseri? Personalmente, per esempio, non prendo mai una decisione, anche importantissima, chiedendomi prima se Dio esiste oppure no e come verrei giudicato da Lui. A volte la prendo con il ragionamento, a volte con l'istinto, altre con rabbia o frustrazione, altre volte inconsciamente, rare volte con amore sincero, spesso per paura. Sono i sentimenti che ci spingono ( anche credere o no in una divinità è una forma di  sentimento).  Poi tu hai riportato il fatto di credere o no all'interno del concetto di Dio espresso dalla nostra cultura ( giudaico-cristiana), ma ci sono forme diverse di credere in Dio che non presuppongono l'attività di giustiziere da parte del medesimo  Il concetto di ricompensa o di castigo, per le nostre azioni, ha portato , soprattutto nei secoli scorsi, ad una falsa fede, fondata solo sulla Paura e non sulla ricerca sincera di quel puro amore di cui abbiamo disperatamente bisogno.
#1827
Citazione di: Duc in altum! il 28 Maggio 2016, 20:14:05 PM** scritto da Sariputra:
CitazioneSe io opero la mia scelta, ma su di questa ho dei dubbi e cerco la verifica, la critica, la riflessione, non sono dogmatico.
E no, una volta che hai scelto senza certezza, senza sicurezza, senza prova sei dogmatico, perché quella indecisione teoretica, quella fede titubante, prima di diventare un'azione effettiva, (dunque qualcosa che può produrre direttamente la felicità o tristezza altrui) è stata accolta per vera, altrimenti non la si farebbe, resterebbe solo un'ipotesi. Ma, e questo è il punto, l'essere umano, individualmente, è chiamato, obbligatoriamente, a credere per agire e quindi essere in base a quell'agire, e quell'agire deve contenere la probabilità dogmatica di essere per forza giudicato, altrimenti la probabilità di un Dio giudice e salvatore non avrebbe chance, e quindi non ci sarebbero le stesse condizioni per la scommessa. La questione di non condividere che anche il credere nel nulla, o il credere di non credere siano fonti e sorgenti dogmatiche, è solo un marchingegno per tentare di dissimulare la personale appartenenza all'intramontabile bigottismo religioso anche da parte degli atei, degli scettici e degli agnostici.

Mi sembra che stai miscelando un pò di tutto per ottenere un minestrone incomprensibile. Bigottismo religioso dell'ateo o dell'agnostico?...Mah...frasi come questa mi portano a ribadire , come ben ha fatto il nostro moderatore freedom, l'importanza di usare i termini in modo appropriato e non contaddittorio. Altrimenti dovresti scrivere il nuovo vocabolario della lingua italiana,,,secondo Duc in Altum! :)
La differenza tra posizione dogmatica e non dogmatica non consiste nel fare le scelte, o sui risultati delle scelte fatte ma, come ho cercato invano di spiegare sopra, nell'atteggiamento mentale che differenzia le due posizioni. L'atteggiamento del dogmatico è privo di dubbi e tendente ad assolutizzare e imporre la sua visione. L'atteggiamento del non dogmatico è aperto alla critica, alla riflessione, al dubbio.
Purtroppo non posso farci niente se , a te, sembrano essere la stessa, identica cosa. Anzi , se continuassi imperterrito a tentare di convincerti della MIA posizione non sfuggirei anch'io alla tentazione del dogmatismo privo di dubbi. E' una trappola sottile ma che al momento mi appare nella sua evidenza.
Infinite scelte si compiono nella vita senza sapere se produrranno felicità o sofferenza ( pensiamo anche solo a quella di decidere di mettere al mondo dei figli...), senza conoscere l'esito, senza sapere se sono appropriate o meno , a causa della nostra ignoranza delle cause del nostro agire e degli effetti che quelle cause possono produrre. Il fatto che questo ignorare possa entrare in conflitto con la fede in un Dio che giudica le azioni dell'uomo è un problema di natura teologica e che va approfondito in quel senso, ma credo che nel pensiero post-conciliare si sia tentato di superare l'immagine del Dio giustiziere con la bilancia in mano, a pesare torti e meriti per avvicinarsi alla visione di un Dio-Padre che cerca l'incontro e l'abbraccio proprio con i perduti ( al Suo amore).
Il problema dell'atteggiamento dogmatico non è riconducibile solo all'uomo di fede religiosa (di qualunque religione) ma a chiunque  ritenga indiscutibile il proprio ragionamento, lo elevi a riferimento , a sistema di valori, lo renda un assoluto.
Se Duc dicesse: "Penso, ma potrei sbagliarmi, che ogni decisione che prendiamo implica una certa fede" sarebbe una posizione non dogmatica.
Se Duc invece dicesse (come in effetti dice): "Ogni decisione che prendiamo implica obbligatoriamente una certa fede, su questo non si discute, questa è la sola verità" sarebbe ( e lo è)  una posizione dogmatica.
 Spero di essermi spiegato...Ma ho come la netta sensazione che non sarai d'accordo...chissà perchè... :)
 Ti auguro una buona domenica.
#1828
Per fare un pò di chiarezza, come invita Freedom, sul termine "dogma" diamo la definizione che si trova sul vocabolario Devoto-Oli:
DOGMA (o domma) . Principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione. Nella teologia cattolica, verità rivelata da Dio e definita dalla Chiesa, imposta come articolo di fede.
DOGMATISMO. Ogni posizione filosofica che partendo da principi sui quali non si ammette dubbio, ricava da questi un insiema di verità, INDIPENDENTEMENTE dai fatti e dalle esperienze.
                       Qualsiasi atteggiamento di intransigente imposizione di principi.
DOGMATIZZARE. Enunciare in tono dogmatico, proclamare come dogma indiscutibile.
Ora mi sembra che la posizione di Duc forzi il termine "dogma" estendendolo a QUALUNQUE scelta che l'essere umano possa compiere. Mi sembra una forzatura impropria.  Perchè:
- NON TUTTE le scelte sono prive di esame critico o discussione. Es.: Io vorrei abortire ma, dopo lunga discussione, mi convingo di non farlo. Oppure: Io voglio imporre la mia scelta ma, dopo dibattito, capisco che è una posizione errata e accetto altri punti di vista.
-Non pretendo di possedere una posizione filosofica assoluta, sulla quale non ammetto dubbi, da parte di me stesso o di altri,  da cui ricavare un insieme di verità (posizione NON DOGMATICA).
-NON PROCLAMO, o enuncio, in tono indiscutibile i miei principi e , soprattutto, NON LI IMPONGO agli altri.
Ora, nello specifico della discussione in atto, il voler imporre il principio che OGNI scelta è un dogma è , per l'appunto e per logica conseguente, DOGMATISMO.
Tutte le scelte operate con esame critico, dopo dibattito e discussione, senza volontà di imposizione, con rispetto dell'altrui scelte è, per l'appunto e per logica conseguente, NON DOGMATICO.
Riassumendo, mi sembra che tutte le scelte che inevitabilmente siamo chiamati a fare nella vita, se compiute dopo esame critico o riflessione, siano da definire correttamente NON DOGMATCHE.
Viceversa tutte le scelte compiute sulla base di un principio, accolto come  vero o giusto, senza esame critico o discussione/riflessione sia da definire correttamente come DOGMATICO (in special modo se non si ammette il DUBBIO su queste stesse scelte).
Se io Credo in Dio ma ho pure molti dubbi sulla sua esistenza, questa è una posizione non dogmatica.
Se io Credo in Dio , non ho nessun dubbio al riguardo, nonostante la non verificabilità empirica del mio credere, lo impongo agli altri come articolo di fede, ne faccio un insieme di verità  e al riguardo divento intransigente. questa è una posizione dogmatica.
Se io opero la mia scelta, ma su di questa ho dei dubbi e cerco la verifica, la critica, la riflessione, non sono dogmatico.
Se io opero la mia scelta e su questa non ammetto dubbi (nemmeno da parte di me stesso), sono dogmatico.
Sono d'accordo con freedom sull'importanza di dare il giusto significato ai termini. Altrimenti diventa difficile comprenderci. Come se parlassimo lingue diverse.
#1829
Citazione di: acquario69 il 25 Maggio 2016, 05:30:28 AM
Citazione di: Sariputra il 24 Maggio 2016, 15:00:23 PMNella concezione buddhista una soddisfazione temporanea è vista come insoddisfacente, in più viene addirittura equiparata a sofferenza in formazione. La mente cercherà di ripetere l'esperienza, ne avrà nostalgia, soffrirà per non riuscire a riviverla, ecc. Ma questo non è un "male" come viene inteso nella tradizione giudaico-cristiana. La beatitudine è uno stato positivo, uno stato di crescita e sviluppo interiore. L'importante è non aggrapparsi a questi stati, altrimenti diventano un altro ostacolo sulla via. In particolar modo quando si identificano questi stati con il concetto mentale di Vero o Santo. Può essere una trappola insidiosissima se non viene vista come un ristoro, un'oasi serena nel mare del divenire. Comunque, nemmeno fare esperienza di vera beatitudine è una cosa comune nel mondo attuale... Per legami intendo tutto ciò che ci vincola, che ci tiene in suo potere. Legami interiori ed esteriori.
qualcosa non mi sarebbe ancora chiaro. a prescindere innanzitutto da cio che e' stato concepito dal buddhismo,o dai giudaico-cristiani o altro ancora (secondo me meglio non affidarsi troppo alle dottrine,religioni ecc,personalmente penso che potrebbe risultare anche questo come un attaccamento) a me sembra,almeno da come ne parli,(o ne parla il buddhismo?) che dai come per scontato,o quasi del tutto, che un esperienza simile debba comportare per tutti lo stesso identico effetto o le stesse identiche conseguenze. un po mi da pure l'idea,come a dire ; visto che e' scontato che le cose vanno così (partendo pero dal pregiudizio sopra) meglio precludere ogni possibilita,il che a me sembra anche una chiusura. in riferimento al maestro che mostra semplicemente il fiore ai suoi discepoli,non per questo la semplice osservazione deve "produrre" un estasi,ma piuttosto un distacco,e per come lo interpreto io sarebbe il cessare della mente,credo quei stessi legami interiori ed esteriori che dici tu...e il fiore non e' più un oggetto "esterno" al soggetto e secondo me questo significa "vedere" come il maestro si era proposto di far intuire ai monaci

Attaccarsi ad una credenza o ad una filosofia è senz'altro, come dici, una forma di condizionamento.  Nel ragionamento che stavamo facendo, riferito al maestro zen e al fiore mostrato ai monaci, ritenevo più corretto valutarlo all'interno della filosofia buddhista perchè è un isegnamento di Dharma che il maestro vuole dare. Quindi è alla luce di questo insegnamento che i monaci vedono il fiore. Diverso sarebbe il caso se fosse una persona qualunque a mostrare il fiore, rimanendo in silenzio. Ho cercato di delineare la differenza tra "risveglio" (Nirvana, Illumininazione)  e stati estatici perchè , purtroppo, ma non è sicuramente il tuo caso, in Occidente, dai movimenti hippy in avanti, fino alla cosiddetta new age si è diffusa la convinzione che il Nirvana sia uno stato sensibile, estatico, di immersione nella totalità, di fusione con l'universo, di adesione a chissà quale forza vitale e chi più ne ha più ne metta ( spesso accompagnato da un bel "cannone" da fumare per dare un aiutino alla venuta del Nirvana :) ). Spesso mi trovo a verificare di persona questa convinzione, partecipando a congressi  e conferenze varie tenute da maestri o monaci buddhisti, in cui, negli interventi, a volte interessantissimi, dei presenti si manifesta nettamente questa convinzione erronea. Nirvana, come tu sai (o Nibbana in pali ) significa letteralmente "estinzione"; nello specifico dell'insegnamento di Siddharta deve essere inteso come estinzione del dolore di vivere. Che poi purtroppo, anche all'interno delle varie tradizioni in cui si è divisa questa religione, abbia assunto a volte sfumature diverse e modalità di insegnamento varie, a volte inglobando elementi pre-buddistici presenti nelle varie culture ( e proprio lo zen ne è un esempio) con cui è venuto a contatto, questo non deve essere un pretesto per mutare il significato dell'insegnamento originale.
Hai perfettamente ragione quando dici che il maestro zen non ha assolutamente l'intenzione di produrre un'esperienza estatica nei monaci, mostrando in silenzio il fiore. In monaci particolarmenti sensibili e predisposti questa estasi può sorgere inaspettata però, anche semplicemente osservando quel fiore,  e in questo sorgere non c'è assolutamente niente di sbagliato, ribadisco, anzi può essere la spontanea manifestazione di una grande purezza interiore ( purezza dai famosi legami che dicevamo sopra...). Solo che non bisogna fermarsi...solo questo volevo dire,per giungere a "vedere" veramente il fiore, come hai scritto giustamente.
#1830
Citazione di: Phil il 24 Maggio 2016, 16:42:05 PM
Citazione di: Sariputra il 24 Maggio 2016, 15:00:23 PMNella concezione buddhista una soddisfazione temporanea è vista come insoddisfacente, in più viene addirittura equiparata a sofferenza in formazione
Se la soddisfazione temporanea non è soddisfazione di un desiderio pregresso (brama), ma è intesa come piacere consapevole del vissuto, serenità nell'atto presente (senza proiezioni o attaccamento), non credo venga sconsigliata dal buddismo, anzi, può essere indice di una retta attitudine (mi viene in mente il racconto dell'uomo che gusta la fragola appeso nel burrone sopra le tigri...).

Infatti non le sconsiglia . Invita solo a vederle per quello che sono...cioè temporanee e a non aggrapparvisi in quanto l'attaccamento a quelle soddisfazioni è possibile causa di futura sofferenza. La fragola è molto buona...il difficile è non desiderare assaggiarne ancora, e poi ancora e ancora...